Dirge of Keyblade

L'Ultimo Atto della Trilogia!

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  1. Nyxenhaal89
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    La Key of Life Saga è giunta al termine!

    Titolo:Dirge of Keyblade
    Autore: Nyxenhaal89
    Fandom:Kingdom Hearts, Crossover
    Rating: Rosso
    Warning:Omosessualità, Violenza, Sesso Esplicito, Morte
    Pairing: Roxas/Sora, Cloud/Vanitas, Riku/Kairi, altri
    Trama:Finalmente, il capitolo finale della trilogia della Key of Life Saga!
    Dopo la vittoria a Minas Tirith grazie all’arrivo di Rasler e al sacrificio di Aqua, i Custodi si trovano di fronte a nuove domande e una nuova missione. La strega Morrigan pronuncia la Profezia che Theresa recitò un secolo prima, rendendo chiaro, come anche spiegato da Cloud, che questi e Roxas dovranno aprire il Kingdom Hearts.
    Frattanto Cloud è stato messo alle strette; il definitivo ripudio di Rinoa, la donna che aveva amato e il cui pensiero l’aveva fatto proseguire nel suo scopo per dieci anni, e il suo sfogo con Vanitas l’hanno rivelato per ciò che è, un Custode come gli altri, con un Cuore. Xemnas, il Superiore, tuttavia sembra non intenzionato ad ucciderlo, almeno per il momento.
    Nel buio dell’incertezza, dove le loro vittorie sembrano non avere importanza, i Custodi, con Roxas che ha perso i Keyblade e Sora diventato cieco a causa di Vanitas, hanno soltanto un misero appiglio, ora che anche il Frutto dell’Eden non è nelle loro mani: l’Altare di Esthar, nell’estremo nord…
    Note:Iniziamo dunque la parte finale del nostro viaggio: grazie a tutti per avermi seguito fin qui, e avermi dimostrato la vostra passione per questa saga nata quasi per gioco. Spero di riuscire a stupirvi e sorprendervi fino alla fine, cari lettori, e ancora grazie per aver permesso la riuscita di questo sogno.
    Wordcounter: ---

    E' il primo di settembre, e il vostro Nyxenhaal torna al lavoro sulla trilogia! Ho già due capitoli pronti, ma è meglio fare le cose con ordine, no? Dato che sicuramente molti saranno ancora in vacanza, farò passare un po' di tempo fra un capitolo e l'altro, forse.
    Allora, dopo tutto il casino successo in questi due atti, preparatevi al riassunto! XD
    Innanzitutto: per quanto sia utili i riassunti non dicono tutto, quindi per leggere questa fic vi converrebbe leggere prima:
    Trascinati tra Luce e Ombra
    Specular

    Qui di seguito il riassunto dei due

    Riassunto delle puntate precedenti: XD

    La città di Twilight Town(niente a che vedere con la Meyer, che NON toccherà mai le mie fic nemmeno se mi torturasse :zxc:) viene distrutta da un'improvvisa pioggia di meteore. Sei ragazzi, Sora, Roxas, Riku, Kairi, Xion e Naminè si mettono in salvo; fermatosi per ostacolare una donna incappucciata che sbarrava loro la strada, però, Roxas resta indietro e precipita dal ponte, sparendo nel fiume. Dopo un lungo girovagare i ragazzi entrano in contatto con Altair Ibn-La-Ahad, un Assassino che spiega loro che a causa della presenza dell'Organizzazione XIII nel mondo, il tempo si è sfasato, così che alcuni continenti si trovino in epoche diverse. Dopo aver ottenuto i Keyblade, i cinque Custodi, accompagnati dall'apprendista di Altair, Ezio Auditore, subiscono una sconfitta schiacciante a Kalm, dove fanno la conoscenza dell'Akatsuki. Le due Organizzazioni si combattono strenuamente nel cielo di Kalm, e Sora, cercando vendetta, viene facilmente battuto da Larxene; poco prima di essere ucciso, viene salvato dagli Esorcisti dell'Ordine Oscuro, dove si trova anche suo padre, Vincent. Nell'Ordine affrontano la loro prima battaglia contro tremila Nessuno, dove Sora affronterà Rixfern, il misterioso Numero XIII, la cui schiacciante potenza mette fuori gioco rapidamente Custodi ed Esorcisti, oltre a Vincent e Squall, il padre e il fratello maggiore di Sora. Messo in fuga assieme ai compagni Vexen e Xigbar a causa di un'improvviso scoppio di potere in Sora, per un po' di tempo sembra sparire. Intanto, Sora è stato invaso dall'anima di Roxas, che gli prestò il suo potere per salvarlo, ma adesso rischia la morte. Grazie ad Allen, un giovane Esorcista, "l'infezione" viene arginata. I sei, quindi, si mettono in viaggio assieme ad Altair ed Ezio, sano e salvo: decidono di andare a chiedere l'aiuto degli invocatori di Spira, i Pastori d'anime. Allen li accompagna, ma al porto dove sarebbero dovuti partire per Spira, incontrano Zetsu e Orochimaru, dell'Akatsuki. Ne segue una battaglia dove i Keyblade si risvegliano, ma Naminè, l'incarnazione della dea della Terra Gea, viene sigillata da un marchio inibitore di Orochimaru che ne blocca parte dei poteri.
    Riusciti a mettere in fuga il ninja serpente e ucciso Zetsu, il gruppo abborda la Perla Nera, arrivando a Kilika, dove intanto una violenta battaglia Tra Kakuzu, Hidan (Akatsuki) e Xaldin(Org. XIII) ha raso al suolo il villaggio. Tra le macerie trovano Denzel, il fratellino adottivo di Roxas, che riconosce subito Naminè.
    Sora comincia a dubitare della fiducia dei suoi amici nei suoi confronti.
    Yuna libera Sora dall'invasione dell'anima di Roxas, ma appena usciti dal tempio, i Custodi vengono attaccati da Axel e Larxene. La battaglia volge a favore dei sei, ma Rixfern sbuca all'improvviso, e mostrando una spada del tutto nuova, li annienta ancora una volta. Salvati in extremis da Ifrit, che ha scelto Xion come invocatrice, abbassano la guardia e Xion viene rapita e portata al Castello dell'Oblio, il laboratorio di Vexen.
    Al Castello Xion scopre la verità su Rixfern: egli è un Custode traditore di una midgar diversa dalla sua, ha un cuore e il suo vero nome è Cloud Strife. Rixfern si volatilizza lasciando Xion da sola. La custode ne approfitta per arrivare al Cuore del castello, che è in realtà una donna di nome Aqua, che aveva visto nei sogni. Xion fugge con la donna, aiutata da tre misteriosi ragazzi, mentre a Junon Rixfern affronta la Croce(Auron, Vincent, Genesis e Sephiroth), ma riesce comunque ad arrivare a Zack ed ucciderlo, ricomponendo la sua Buster Sword.
    Riku rivela a Sora, intanto, che molte cose gli venivano nascoste perchè in quei frangenti Roxas parlava con loro del suo amore per Sora.
    Il giorno dopo, i sei cadono in una trappola di Zexion e Lexaeus, in cui Sora perde completamente la ragione diventando un Succube, un Heartless incompleto. Regredito allo stadio animale, uccide Demyx spezzandogli il collo a morsi e staccandogli la trachea. I tentativi di dominazione di Vexen falliscono e Sora viene riportato alla normalità dal pesante intervento dell'Akatsuki restante al completo.
    Mentre Xion e Aqua fanno conoscenza con il principe Rasler e il suo esercito, accampato in difesa di Bur-Omisace, i Custodi a Spira arrivano a S.Bevelle, dopo aver scoperto che l'akatsuki era sempre stata dalla loro parte e l'investitura di Sora a Novizio Assassino(decisione da lui presa perchè potesse diventare più forte). Dopo un rapido viaggio nei labirintici sotterranei Sora supera la Prova di Bahamut ed entra in possesso del leggendario oggetto dove risiede il potere del Kingdom Hearts, il Frutto dell'Eden.
    I Custodi vengono attaccati da tutta l'Organizzazione XIII eccetto Rixfern, e solo l'arrivo dell'Akatsuki nei sotterranei di Bevelle, di fronte al cannone Vegnagun, permetterà ai custodi di scatenare una battaglia colossale in cui Sora trova la sua vendetta contro Larxene, conficcandole il Keyblade in petto. Il ragazzo scappa e allen viene improvvisamente sopraffatto dal Noah, un Erede di Yevon rimasto rinchiuso dentro di lui. Dopo una sofferta battaglia interiore Allen si libera del Quattordicesimo, che passa dalla parte dell'Organizzazione. L'arrivo dello stregone del Tevinter Warlic salverà la situazione mettendo in fuga gli XIII.
    Nel salone principale al piano terra, la battaglia fatale tra Pain e Xemnas, i due Leader, procede rapidamente; Pain pare in vantaggio, ma l'arrivo di Rixfern ribalta le cose e Pain cade sotto la sua spada, colpito a tradimento.
    Xion e Aqua partecipano con successo alla battaglia nel Passo di Paramina, vincendo; Xion scopre che Rasler è innamorato di lei.
    Sora, sul tetto della Cattedrale di S.Bevelle, combatte contro Xigbar e Marluxia, ma cade di sotto.
    La sua caduta viene però fermata da Ezio, il quale si scopre in realtà essere un redivivo Roxas.
    -------------------
    Dopo un breve alterco chiarificatore, Sora scopre che l’uomo che si presentava a loro come “Ezio Auditore” è effettivamente Roxas, come Altair e Naminè ben sapevano. Dopo le solenni esequie di Pain e Itachi e dei caduti di Paramina, eseguite in simultanea dallo stregone Warlic e da Aqua, la donna nel Castello dell’Oblìo, i due Custodi celebrano la loro riunione facendo l’amore sul campanile di Saint Bevelle.
    Nel frattempo, a Midgar sono in arrivo grossi problemi: un folto esercito di Nessuno marcia verso l’ultimo baluardo del presente per eliminare l’ostacolo più grande all’invasione. La battaglia rimane in stallo per la maggior parte del tempo, con ingenti perdite alterne, e vede come protagonisti Squall e il suo nucleo di SOLDIER, la Croce e gli Esorcisti. Frattanto Theresa, la misteriosa Profetessa, dopo aver chiesto l’aiuto di due Shinigami (Dèi della Morte), li trasforma in esseri umani, precisamente nel Principe di Nabradia Noctis Lucis Caelum e la sua guardia del corpo, Lightning Farron. Accompagnati poi dalla vispa strega-Noah di nome Road, i tre riportano in vita l’anima di Zack Fair in un’armatura Spartan, i soldati speciali di Midgar. Scoperti da Rufus, si rivelano, mentre la battaglia, nonostante gli sforzi della resistenza, diventa una guerra urbana e Zack-armatura fa la conoscenza del nuovo acquisto dell’Organizzazione XIII: Vanitas. La situazione viene salvata in extremis dall’arrivo dei Custodi e di Warlic; Kairi uccide Axel e Roxas se la vede con Rixfern, riuscendo a metterlo alle strette, ma il Custode traditore viene salvato da un’intervento di Vanitas, che sembra avere un debole per il Numero III. La battaglia termina con la fuga in tutta fretta di tutti i nemici rimasti, grazie alla sinfonia di Allen, che riunisce l’anima di Zack al proprio corpo riportandolo a tutti gli effetti alla vita, e alla riscossa dei soldati Spartan.
    Dopo la riunione con i familiari Roxas racconta com’è sopravvissuto. Era in realtà morto, ma grazie alla fusione con l’ex-Custode Ventus è rinato come Custode dell’Equilibrio ed è rimasto sotto l’ala di Altair mentre si allenava. Inoltre, Roxas deve assorbire le armi dei membri dell’Organizzazione morti, poiché in esse si è dispersa la sua anima, in quanto il suo corpo non era capace di ospitarne due in quelle condizioni.
    Inizia così un nuovo capitolo del viaggio dei Custodi; Konan e l’Akatsuki ormai in partenza, ora che Pain è morto, rivelano ai ragazzi dove si trova il vero Frutto dell’Eden, nel loro covo. Mentre i sei si dirigono a Bikanel nel Tempio di Sauron, Warlic va a Minrathous nell’Impero Tevinter per sollecitare il suo vecchio popolo ad unirsi alla causa delle altre nazioni; Lightning e Noctis si dirigono ad Archadia.
    Mentre i Custodi cercano il Frutto, ai piedi del Tempio si scatena già una battaglia tra Sasuke Uchiha e Kisame Hoshigaki, i traditori dell’Akatsuki, e i tre sicari di Xemnas: Rixfern, il Quattordicesimo e Vanitas. La battaglia viene vinta con relativa facilità dagli XIII, e Vanitas svela il motivo della sua creazione, dando vita ad un Nazgul, un concentrato di oscurità e malvagità, creato dal corpo di Sasuke. Vanitas è un Unversed, una concentrazione di malvagità di un’anima, ma lui è anomalo in quanto riesce a provare sentimenti positivi. Gli XIII ottengono subito dopo una seconda, schiacciante vittoria: Rixfern batte facilmente Roxas, ancora troppo debole rispetto a lui, e con uno stratagemma (un bacio a tradimento) riesce a rubare il Frutto dell’Eden dalle mani di Sora. Il Quattordicesimo rapisce Allen, e Riku perde la sensibilità al braccio combattendo contro il Nazgul.
    L’immobilità di Sora di fronte allo stratagemma del Numero III lascia sconvolto Roxas, creando una spaccatura tra i due, che la sera stessa a stento si parlano, mentre Riku e Kairi, ripresi dal combattimento, fanno l’amore. Subito dopo si scatena una rissa tra lui e Roxas, allo scopo di risollevargli il morale. La cosa riesce in parte, e Naminè comunica ai due “separati” la decisione presa da lei, Riku e Kairi di andare a Kalm a salvare Allen, mentre Roxas e Sora sarebbero andati a Nabradia per cercare Xion. Quella notte stessa, i tre partono per Balfonheim, alla ricerca di una nave. Rimasti da soli, Sora e Roxas riescono a riappacificarsi e si dirigono a Nabradia usando la stessa tecnica di volo dell’Organizzazione, ma riescono ad arrivare fino a Saint Bevelle.
    Dopo aver amaramente provato l’innamoramento per Cloud, Vanitas parte alla ricerca di nuovi Nazgul.
    Nel frattempo, Xion trova una forte intesa con Rasler, e nonostante si senta fortemente attratta anche da Naminè, la vicinanza del Principe la rassicura. L’esercito nabradiano si mette in marcia da Paramina e si dirige a Belfalas. Lungo la strada, la giovane Custode scopre che Aqua era stata avvicinata da Luxord, che le aveva fatto una proposta in seguito al ritrovamento e all’uccisione del Succube di Terra, il suo amato. Aqua è incinta e Luxord le propone di scambiare il cuore del neonato con quello di Terra, che sarebbe tornato in vita. Lo Sfidante del Destino ripropone lo scambio sulla nave per Orlais, ma grazie all’intervento di Xion Aqua rifiuta e Luxord è costretto alla fuga.
    Nel Castello di Xemnas, intanto, Vexen inizia gli esperimenti per verificare il potenziale di Allen, rinchiudendolo in un’invenzione di Luxord, la Jail Clock, una sorta di prigione mentale e fisica dove il soggetto è costretto a rivivere i propri ricordi più significativi, in bene o in male. Allen affronta vecchie prove del passato, aiutato di nascosto da Luxord, che ha scoperto il piano di Rixfern(Cloud) di corrodere l’Organizzazione per vendicare la distruzione del suo mondo. Lo Sfidante è convinto che il Quattordicesimo stia aiutando Cloud e organizza un piano per fermarlo. Nell’ultimo ricordo della Jail Clock, ottenuto persino l’aiuto del Conte del Millennio, Allen combatte duramente col Quattordicesimo e lo rinchiude nell’Oblìo. Luxord muore nella Jail Clock e Allen precipita nella Foresta di Salika.
    Zack intanto entra in contatto con i Custodi di Andraste, tra cui trova nientemeno che Rinoa, da Cloud creduta morta, e invece viva e vegeta. Fa la conoscenza di Andraste, la signora dell’Enclave delle Streghe, e apprende dell’avanzata di un’imponente armata in direzione di Minas Tirith.
    Vanitas ottiene tutti i Nazgul e torna trionfante alla Cattedrale, dove viene accolto freddamente da Cloud. Chiede quindi a Xemnas di attaccare Minas Tirith con Saix al posto di Xigbar, per dimostrare il proprio valore.
    Nel frattempo, Allen e Sora si reincontrano nel bel mezzo della Foresta; Roxas è in pessime condizioni a causa del Mystes e Sora stava cercando un modo per salvarlo. I due vengono catturati dai Pariah, creature corrotte e mutate dal Mystes, tra cui spiccano gli Elfi, il braccio “militare” del piccolo popolo. La Signora della Foresta, una sorta di “Regina dei Pariah” li mette in guardia sulla loro missione e li lascia andare. Roxas viene attaccato da Marluxia e precipita nel buio della Foresta, dove combatte anche la propria claustrofobia. Grazie all’aiuto di un misterioso salvatore che riesce ad illuminare a giorno l’intero burrone, Roxas sconfigge Marluxia, trovandosi poi alla mercè di Cloud, che nonostante le aspettative lo porta da Sora e Allen assieme all’arma del Leggiadro Sicario.
    Rasler arriva a Belfalas, mentre Vanitas attacca e distrugge Osgiliath, uccidendo il capitano Faramir e preparando le sue forze d’invasione contro Minas Tirith: l’arrivo di Roxas, Sora e Allen alla Città Bianca permette ai pochi sopravvissuti di mettersi in salvo mentre i tre coprono loro la ritirata.
    L’enorme esercito di Rasler si mette in marcia verso Gondor, attraversando una Landis invasa e distrutta.
    Gandalf riconosce in Roxas il sangue dei reali Heios di Nabradia, e gli affida la difesa della Città; con l’aiuto dello stregone e del Comandante Cittadino Boromir, riescono ad elaborare un piano di resistenza, sperando che gli aiuti del Principe arrivino in tempo. Riku, Kairi, Naminè e una donna di nome Tifa riescono ad arrivare a Minas Tirith, dopo aver costretto Jack Sparrow (con l’aiuto del Capitano Barbossa) ad accompagnarli con la Perla Nera. La Perla si sfracella sul promontorio della Città Bianca ma l’equipaggio è salvo.
    Vanitas arriva, e per tre giorni la battaglia infuria tra il primo e il secondo livello; la distruzione del Cancello principale getta i nabradiani nel panico, a causa anche dell’improvviso svenimento di Roxas, “rapito mentalmente” da Cloud che gli rivela una verità sconcertante; nella dimensione da cui Cloud viene, Roxas è suo padre. Sora guida la difesa, ma la superiorità di Vanitas è schiacciante e i nabradiani vengono ricacciati sul terzo livello.
    Rasler e la sua armata arrivano all’alba del quarto giorno, e con una devastante carica di cavalleria, rovesciano le sorti della battaglia; Roxas sale sul promontorio e affronta Xemnas faccia a faccia, ma a causa del loro confronto verbale, il Custode dell’Equilibrio vacilla, e i suoi Keyblade vengono frantumati dal Superiore. Nella Torre di Ecthelion Cloud rivede Rinoa, che lo rinnega. Cloud s’infuria e uccide Shuyin, intervenuto nella battaglia assieme ai Custodi di Andraste. Hope Estheim, l’apprendista di Gandalf, salva la situazione e sostituisce Shuyin nel ruolo di Quinto Custode di Andraste. Nonostante l’intervento degli Olifanti di Harad, la battaglia viene vinta con l’ausilio degli Assassini di Masyaf, capitanati da Altair; Xemnas rivela a Roxas che i Custodi sono degli strumenti concessi ad Altair per “espiare le sue colpe” e lo lascia nel dubbio. Sora accorre per aiutarlo, ma Vanitas si frappone e lo ingaggia in combattimento, accecandolo.
    Sul campo di battaglia, si consuma una tragedia; Rasler, sfidato a duello da Saix, lo sconfigge venendo però ucciso a sua volta. Aqua, che durante la battaglia ha perso il bambino, si sacrifica con la Lancia dei Santi, ridando la vita a Rasler.
    Cloud cade in fallo rivelando il proprio piano, venendo colto in flagrante da Xemnas, che non attendeva altro; stordito e umiliato, Cloud viene portato nelle segrete della Cattedrale.
    La strega Morrigan pronuncia la profezia di Theresa e dice a Roxas di riforgiare i suoi Keyblade all’Altare di Esthar.
    Vexen, alla Cattedrale, chiede a Xemnas se intenda uccidere Cloud. Freddamente, il Superiore risponde che se anche lo uccidesse, avrebbero sempre un Custode di scorta…
    ------------

    Ok, spero di non aver dimenticato nulla. :candela: :candela:
    Aspetterò un paio di giorni, e poi via col primo capitolo! Dateci dentro col fl00d, mi raccomando! E' una battuta, non fl00date troppo. XD
    Evviva evviva evviva sono così contento che l'ho finalmente cominciata!! :hop:
    :mki: :tulrox: :asdfagg:

    Edited by Nyxenhaal89 - 15/1/2011, 21:28
     
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  2. Orfeo della Lira 2
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    * Prende pop-corn, sciarpa, guantone di spugna e birra e si siede. *
     
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  3. Mizu De Tsuki
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    CITAZIONE
    E' il primo di settembre, e il vostro Nyxenhaal torna al lavoro sulla trilogia! Ho già due capitoli pronti, ma è meglio fare le cose con ordine, no?

    Nah à_à


    Darliiiiiiing!*.* Non vedevo l'ora !ç___ç Questa fic dev'essere stratosferica, più degli altri due... PERCIò FAI RIVIVERE LUXORD èé !
    xD

    Scherzi a parte, tutto fila liscio nel riassunto, solo l'ultima parte, quella di Vexen e Zemnas non ricordo à_à'

    Bravo caro x3

    Ps: Orfyyyyyyyy!*.* Anche tu qui!? X3 X3 X3
     
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  4. _Holy
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    Bene, mi ero dimenticato parecchie robe U_U

    Chi è il tizio nuovo?

    EDIT: Mizu, Fila a leggere che abbiamo solo te! :addit:
     
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  5. Orfeo della Lira 2
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    "Io sono la Giustizia più alta.... La forza che mantiene in equilibrio la bilancia dell'ordine e del caos... Io sono la spada che non ha fodero... L'ombra che segue ogni uomo finché esso è nella luce della colpa... La fiele de colpevole e il miele del giusto... Io sono tutto questo... Io sono... Der Richter!" (cit.)
    Cazzate a parte, piacere, Orfeo della Lira 2, a.k.a. Orfy/ Sequel
     
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    Mi ricordavo tutto perché io sono un cervellone. XD
    ORA IL PRIMO CAPITOLO2JI42
     
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  7. Nyxenhaal89
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    CITAZIONE
    Mi ricordavo tutto perché io sono un cervellone. XD

    E invece no
    Nessuno si è accorto che ho cambiato il finale.
     
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    CITAZIONE (Nyxenhaal89 @ 2/9/2010, 20:38)
    CITAZIONE
    Mi ricordavo tutto perché io sono un cervellone. XD

    E invece no
    Nessuno si è accorto che ho cambiato il finale.

    CUSTODE DI SCORTA? VUAT TEH FUC??
     
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  9. _Holy
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    Io non ricordavo niente, sapete... Tendo a rimuovere i brutti ricordi ()
     
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  10. Nyxenhaal89
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    Ok, direi che possiamo iniziare...

    Titolo: Dirge of Keyblade
    Genere: Avventuroso, Romantico, Fantasy, Erotico (solo alcuni pezzi sotto avviso), Drammatico
    Rating: Arancione-Rosso
    Avvertenze: Shonen-ai, Shojo-ai, Ecchi, Non per Stomaci Delicati, SPOILER!, Crossover, Alternative Universe

    Sono passati due giorni, ho raccattato ( ) quattro lettori XD
    Siamo finalmente giunti all'inizio di Dirge of Keyblade, l'ultimo atto! A Minas Tirith la battaglia è vinta, e l'Organizzazione mutilata dei suoi elementi continua a complottare, ora che la Vecchia Guardia è decisa più che mai a perseguire i suoi scopi.
    Iniziamo dunque la tappa finale di questa storia!
    Grazie a tutti i lettori di Trascinati tra Luce e Ombra e Specular, che magari si sono persi per strada ( :sobad: ) e quelli che hanno solo letto, comunicando poi il loro apprezzamento (un grande saluto a The Joker (o The Burning Joker? °-°), che mi ha citato nella sua fanfiction!); sono felice che siamo giunti qui.
    Buona lettura!

    1: Giorni Migliori

    Il caldo deserto di Dalmasca, da sempre dimora di predoni e beduini, era famoso per le sue terribili tempeste di sabbia. Grandi mulinelli color oro turbinavano per ore lungo interi chilometri di arida terra, non lasciando vedere nulla se non la propria granulosa consistenza. Erano imprevedibili ma non inevitabili: i beduini del deserto insegnavano per prima cosa ai loro figli come riconoscerle, ancora prima di insegnar loro a procacciarsi cibo e acqua, poiché “si può scappare da una belva feroce, ma se si finisce nel vortice spietato della sabbia di Dalmasca, non c’è più modo di uscirne”, come dicevano gli anziani.
    Era, in teoria, abbastanza semplice riuscire a prevederle. Bastava che il vento del deserto alzasse la sabbia al di sopra delle ginocchia, perché si capisse di tornare immediatamente al villaggio, o trovare il più vicino riparo, poiché nel giro di mezz’ora l’intera aria sarebbe diventata così densa di polvere dorata da far sembrare che il deserto avesse deciso di volare.
    Ovviamente, erano molte le carovane che viaggiavano imprudentemente attraverso una tempesta di sabbia, con la convinzione che camminando lungo la stessa rotta avrebbero comunque superato l’ostacolo. Ma il vento era forte e fischiava potente, così da far perdere ogni orientamento, spostava i piedi delle persone, le faceva girare in tondo lungo i suoi mulinelli.
    Avvolta nel suo manto scuro, affiancata dal marito, Yuuko e la loro carovana stavano subendo la stessa, inevitabile fine di migliaia di sciocchi sprovveduti prima di loro; avevano totalmente perso la strada e la cognizione dello spazio, e adesso erano persi chissà dove in quell’oceano polveroso.
    E così, mentre avanzavano lungo la spessa coltre, cercando invano un riparo e tenendo le bocche serrate per evitare di trovarsi imbottiti di sabbia, i venti membri della carovana dovettero arrendersi all’evidenza.
    Si erano persi.
    Avevano portato con loro una lunga carrozza in grado di ospitare più o meno tutti loro: le spesse armature delle guardie non erano sicuramente d’aiuto agli spostamenti, ma la celata dei loro elmi permetteva quantomeno di non ricevere troppa sabbia sul viso. Le bestie che trainavano la carrozza, grossi bufali del deserto chiamati Bantha, schiumarono per la fatica del lungo viaggio, e una volta liberati dai collari con cui trascinavano la carrozza, corsero alla ricerca di un riparo. Le guardie liberarono anche i Bantha da soma, togliendo loro il carico e depositandolo nella carrozza. In totale, sei bestie sparirono in mezzo alla sabbia. I membri della carovana erano tranquilli: i Bantha erano bestie fedelissime e la guida che avevano assoldato, Khadar, li aveva sempre ammaestrati e trattati con cura.
    Yuuko e il marito salirono sulla carrozza per primi, e subito sul pavimento legnoso si formò una pozza di sabbia che un ragazzino dai capelli scuri prese a pulire e cacciar via dalla carrozza.
    La donna si sedette, levando il cappuccio e lisciando nervosamente i lunghi capelli. L’uomo che le stava accanto era visibilmente irritato da questo ritardo, dato che a quell’ora avrebbero già dovuto scorgere la rocca di Masyaf, situata su un promontorio nel bel mezzo del deserto: poco più a ovest, a due giorni di viaggio, si poteva arrivare a Rabanastre, la città-stato che dominava Dalmasca.
    Dalmasca era una terra arida, sena nemmeno un’oasi. L’unica sorgente d’acqua era a Rabanastre, attorno alla quale era nata una fiorente città; si diceva che ce ne fosse sicuramente una anche a Masyaf, ma gli Assassini e le sue possenti mura lasciavano poche speranze a chiunque volesse andare a curiosare.
    Yuuko fissò ancora il marito, quindi squadrò gli altri membri della carovana. Mentre le guardie attivavano i paraventi della carrozza, che immediatamente distese delle lunghe tettoie di metallo a cui gli uomini attaccarono dei drappi di tela ancorati al terreno, i giovani che avevano portato stavano tutti dentro il vano, scrollandosi la sabbia. Erano otto, tutti dall’aria intelligente e capace. Uno di loro, alto e silenzioso, prese con sé il ragazzino che aveva finito di pulire, facendolo sedere accanto a sé. Il ragazzino gli si poggiò stanco, addormentandosi subito. Un altro giovane, seduto vicino a Yuuko, si mise a parlare professionalmente con suo marito, e in breve furono seppelliti nella loro discussione di cui lei non voleva sapere nulla.
    Era sempre stata contraria a ciò di cui stavano parlando, ma suo marito aveva un’opinione davvero debilitante delle donne.

    Era calata la notte, e il freddo scese sulla carrozza. Le guardie accesero un fuoco poco lontano, tenendo gli occhi aperti per i predoni Dalmaschi, le mani ben ferme sui fucili. La loro presenza passava difficilmente inosservata –a quell’epoca fucili e pistole (così come carrozze levitanti) non ne esistevano, nemmeno nelle più recondite fantasie- ma fino a quel momento erano riusciti ad evitare gli scontri.
    - Domattina prima dell’alba partiremo, Yuuko. Riposati – disse il marito, sebbene più che un’esortazione paresse un ordine perentorio. Non potevano usare liberamente la carrozza levitante, dovevano sopportare il fetore dei Bantha, e Khadar, la loro guida, puzzava come un’intera mandria di quelle bestie: per di più parlava nella sua lingua incomprensibile che nemmeno i traduttori simultanei riuscivano a comprendere appieno.
    - Non dormi, amore? – rispose lei, sebbene dire quella parola, “amore”, le risultasse facile come camminare in quel deserto nel bel mezzo della tempesta.
    Essa era cessata quando il vento si placò, più o meno verso la notte. La sabbia aveva perso rapidamente il suo calore, e le tuniche dei beduini che i dieci non-combattenti avevano comprato in un souk di un villaggio appena entrati in Dalmasca isolavano molto bene la temperatura corporea, anche se non potevano certo competere con le tute protettive ad annullamento termico delle guardie, che rendevano le loro funzioni vitali totalmente impercettibili ai sensori più potenti.
    - No, parlerò un po’ con i ragazzi, prima – rispose lui. Prese con sé uno di loro, con i capelli raccolti in una lunga coda chiara e la pelle scura, e uscirono sottobraccio, riprendendo a discutere; era lo stesso con cui parlava quella mattina.
    Da quando quel giovane era arrivato da loro, suo marito, già assorbito dalle sue ricerche, aveva smesso definitivamente di adempiere al suo ruolo coniugale. Dividevano raramente il letto persino per dormire, cosa che già facevano poco da quando l’uomo aveva scoperto, dopo dieci anni di tentativi, che Yuuko era totalmente sterile. Ora, l’uomo che aveva sposato, l’amore della sua vita (cosa di cui ormai dubitava notevolmente) passava tutto il suo tempo a parlare con quei ragazzi delle sue assurde e insensate ricerche.
    - Mi dispiace – disse uno di quei giovani, grattandosi i corti capelli rossi. Era uno dei più giovani, bistrattato dai più grandi e usato sostanzialmente per lavori di pulizia e manutenzione. Si sedette accanto a Yuuko con lo sguardo assonnato, dondolando le gambe. Aveva circa tredici o quattordici anni, e l’avevano raccolto per strada; sapeva il fatto suo, anche se la vicinanza di quegli individui aveva annichilito buona parte della sua prorompente personalità. – Tuo marito è un cafone –
    Lei fu tentata di tirargli uno schiaffo per quella mancanza di rispetto, ma si rese conto che purtroppo aveva perfettamente ragione. Quello non era più suo marito, ma un topo di laboratorio che credeva di poter cambiare il mondo con i suoi studi infruttuosi.
    Guardò di nuovo il cielo stellato. Era meraviglioso vedere quante stelle ci fossero sul deserto. In fondo, da dove veniva lei il cielo era praticamente velato dalle luci e dallo smog. L’aria così pulita, seppur impestata di sabbia, le penetrava i polmoni con una quantità di ossigeno di gran lunga superiore a quanto fosse abituata, e ci mise un po’ per stabilizzarsi.
    - Secondo te andremo lontano, Yuuko? E troveremo questa Masyaf? – chiese poi il ragazzino, cercando di intavolare una conversazione. Solo i più giovani di loro cercavano di parlarle: gli altri erano tutti troppo concentrati su suo marito.
    - Non lo so – rispose lei preoccupata guardando orizzontalmente; nient’altro che deserto, una sterminata distesa piana blu. La tempesta doveva averli deviati di parecchio. Voleva dire il suo nome, ma non lo ricordava. Un po’ se ne dispiacque, e per compensare, gli diede un’amorevole pacca tra i capelli.
    Quindi chiuse lentamente gli occhi, tentando di dormire.

    Al primo chiarore dell’alba, si sentì scossa da una grande mano.
    - Yuuko, cara – disse il suo uomo chiamandola con decisione. – Devi scendere. Non possiamo utilizzare l’impianto di condizionamento – Il che voleva dire che non appena il sole avesse raggiunto lo zenith, o anche prima, la carrozza metallica sarebbe diventata un forno. Avevano preso il modello più vecchio possibile, per evitare problemi di anacronismo: e purtroppo non era come quello a cui lei era abituata, che scaricava il calore in modo da poter vivere nel deserto per giorni.
    A malincuore e con la schiena dolorante, l’esile donna scese dalla carrozza poggiando lo stivale col tacco sul soffice terreno sabbioso. L’aria secca le prosciugò le labbra, costringendola a umettarle costantemente. Era senza trucco, ma il giovane dalla pelle scura le disse che era ugualmente una donna incantevole.
    Sarebbe arrossita per il complimento se avesse dimenticato un particolare: odiava visceralmente quel ragazzo.
    I due ragazzini più giovani, quello dai capelli rossi e un altro con lo sguardo fisso, le si misero ai lati, come a difenderla, cosa che la stupì e gratificò notevolmente. Avvolgendo il velo attorno al viso per non far passare la sabbia, si mise dietro il marito, avvolto nel suo mantello da viaggio color sangue, e proseguirono, con i puzzolenti Bantha che muggivano pazientemente mentre i fagotti e i collari tornavano ai loro posti sulle some delle bestie. Le corna a volute e lo spesso e lungo pelo marrone li facevano sembrare più adatti ad un clima artico: eppure tutta quella pelliccia isolava il loro corpo dal caldo asfissiante del deserto.
    - Dovremmo esserci! – esclamò il marito per farsi sentire. – Paladino Vargas, controllate voi per favore –
    Uno degli uomini in armatura si fece avanti con un grosso binocolo sofisticato, e lo usò per scandagliare la piana sabbiosa alla ricerca di una qualunque forma di vita.
    Ripetè la scannerizzazione per almeno un quarto d’ora, con scarsi risultati. Alla fine, rassegnato, posò il binocolo in uno scompartimento dell’armatura.
    - Negativo, signore – disse, la voce che da dietro l’elmo assumeva una tonalità fioca e acuta, quasi artificiale. – Solo qualche forma animale minore. Non c’è traccia di vite umane, ma credo di aver visto un promontorio, verso est. Se è quello su cui sorge Masyaf, è probabile che le spesse mura ostacolino lo scanner del binocolo, la distanza è notevole –
    - Quanto? –
    - Almeno un giorno di cammino – sospirò Vargas preoccupato. – Signore so che vuole rispettare la linea cronale, ma abbiamo tre ragazzini e una donna con noi. Chiedo l’autorizzazione ad attivare il motore di levitazione –
    - Permesso negato – tagliò corto l’uomo fermo nella sua decisione. – Siamo vicini, e fino ad ora non abbiamo avuto motivo di mostrare la nostra presenza e superiorità tecnologica. Gli Assassini sanno di noi, ma non questi puzzolenti beduini – aggiunse indicando Khadar con sdegno. Il beduino non capì la frase e si limitò ad annuire con calma.
    - Ma non dovevamo incontrare una scorta nei pressi della loro roccaforte? – protestò Yuuko stanca. Il sole era quasi allo zenith, erano tutti stanchi e presto si sarebbero dovuti accampare di nuovo. Quel viaggio stava diventando una condanna a morte.
    - E’ vero, signore – disse il giovane dalla pelle scura. – Avevano detto che ci avrebbero mandato una scorta per accompagnarci a Masyaf –
    L’uomo sospirò.
    - Proseguiamo verso il promontorio. Niente levitazione – concluse voltandosi e proseguendo; loro malgrado, gli altri dovettero seguirlo. Yuuko si sedette a cavallo di uno dei Bantha da soma più liberi assieme ai suoi due piccoli “guardiani”. Il ragazzino che la sera prima puliva il pavimento stava sulle spalle del giovane silenzioso, coprendosi la testa con il turbante.
    Fissò suo marito con assoluto disgusto. Come poteva essere così insensibile? Doveva lasciarci le penne qualcuno, prima di fargli finalmente breccia in quella testa piena di stupide formule che non sarebbero sopravvissuti a lungo?
    Divise la razione d’acqua coi due che stavano con lei sul Bantha, scortati dai Cavalieri e dal Paladino Vargas, che sembravano pensarla esattamente come lei.
    Poi, improvvisamente, qualcosa ruppe la mortifera monotonia di quel viaggio.
    Maestosa e fiera, solcando l’aria, una grande aquila marrone stridette sulle loro teste.
    - Guarda! – indicò entusiasticamente il ragazzino sulle spalle del grosso giovane, che alzò la testa a sua volta con un ampio sorriso di stupore. Non avevano mai visto simili animali in libertà.
    - Finalmente – sospirò il marito.
    Un corno acuto squillò nel deserto e due lunghe bandiere nere e rosse, con un’alfa maiuscola rossa e nera in mezzo, comparvero da dietro una collina. Dieci cavalli scuri spuntarono, con uomini vestiti di bianco sulle loro groppe.
    - Grazie al Creatore… - sussurrò Yuuko sorridendo ampiamente.
    L’Assassino in testa alla fila emise una sorta di comando nella sua lingua, e i dieci cavalieri galopparono verso di loro di gran carriera, circondandoli rapidamente, le selle dei loro cavalli colme di viveri.
    - Salute e Pace, amici – salutò il marito togliendo il turbante e mostrando i lunghi capelli chiari.
    - Salute e Pace a voi – disse l’Assassino più armato di tutti. Gli altri avevano delle cappe più scure, sul grigio fumo, invece che bianco, come credevano all’inizio: erano inoltre armati solo di una spada e una balestra. L’uomo che li aveva salutati invece aveva una cappa bianca sopra gli abiti grigi, aveva un cinturone di cuoio su cui erano riposti diversi pugnali da lancio, e aveva una spada e un pugnale al fodero. – Il Maestro vi attendeva –
    L’uomo chinò il capo biondo in segno di rispetto, increspando la barbetta bionda e il viso corrugato dall’età con un sorriso. Yuuko guardò con gratitudine gli Assassini, che distribuivano acqua e pane a tutti.
    - Portateci dal vostro Maestro, allora – chiese il marito.

    Autorizzati, con somma soddisfazione del Paladino Vargas, ad usare la levitazione, i carovanieri pagarono Khadar per i suoi servigi e lo lasciarono indietro; lui avrebbe raggiunto Masyaf in seguito, essendo a sua volta un Confratello Assassino. I giovani, Yuuko e il marito salirono sulla carrozza, Vargas e un Cavaliere si sedettero sul posto di guida all’esterno nella parte anteriore, e gli altri Cavalieri si sedettero tutt’intorno nella parte esterna del veicolo, che si alzò da terra e si mosse rapidamente, andando al passo con lo svelto galoppo dei loro accompagnatori. Superarono le grandi dune di sabbia, alte più di dieci metri, seguendo il percorso degli Assassini; dopo un fiumiciattolo in secca, finalmente intravidero l’immenso promontorio su cui sorgeva la possente roccaforte di Masyaf. Le sue mura di pietra scura lasciavano risaltare gli uomini in bianco e grigio che passeggiavano sulle merlature, simili a puntini bianchi.
    - Ammirate, Masyaf l’Inespugnata – disse l’Assassino fermandosi un attimo.
    Dietro le mura, un castello sorgeva ben protetto, irraggiungibile al tiro di qualsiasi catapulta, circondato da alberi e piante verdi che vi si arrampicavano.
    Videro la grande aquila tornare al castello. Evidentemente l’avevano mandata gli Assassini, come se fosse stata un razzo di segnalazione medievale.
    - Proseguiamo allora – disse lo studioso, celando l’ordine dietro quella richiesta. – Sono ansioso di parlare col vostro Maestro –
    Gli Assassini spronarono i cavalli e ripresero il galoppo.
    Per fortuna la carrozza era arrivata alle spalle della città, altrimenti avrebbero dovuto fare una deviazione di due giorni per arrivarvi; gli alti costoni rocciosi del promontorio frontale erano ripidi e difficili da risalire con mezzi e cavalli, e la via per arrivare al cancello principale (nonché l’unico) era come un barbacane naturale, da dove gli Assassini potevano comodamente bersagliare qualunque esercito con pece, frecce a qualunque altra cosa.
    Anche se un generale avesse preso la direzione giusta, la posizione sopraelevata della città garantiva che qualunque forza ostile fosse subito intercettata a due-tre giorni di distanza. A quel punto, un Assassino poteva intrufolarsi nell’accampamento nemico…
    E il resto veniva da sé.

    La carovana entrò nel villaggio sottostante al castello, con uno scalpitare di zoccoli e il ronzìo quasi impercettibile della carrozza levitante, che si posò a terra con stupore di molti bambini che erano venuti ad assistere il rientro degli Assassini. Il Paladino Vargas e i Cavalieri si disposero attorno alla carrozza coi fucili spianati, sebbene non ci fossero tracce di pericolo. Vargas si fidava poco di un’istituzione come quella degli Assassini, che anche nel loro tempo erano famosi.
    Troppo famosi.
    Un anziano in tunica nera con cappuccio, sotto il quale indossava una corta camiciola bianca ben abbottonata e una cintura rossa, scese dalla via che portava al castello. Aveva un occhio vitreo, diventato così quando effettuò il suo primo assassinio, ma l’altro era nero e vedeva benissimo; portava una lunga barba grigia incolta, e aveva un lungo naso adunco. Nonostante l’età, sembrava in perfetta forma. Tutti i popolani si inchinarono subito.
    Yuuko vide il marito inclinare la schiena con rispetto, di nuovo, e alzandola ripetè la formula di saluto.
    – Salute e Pace, Al Mualim, Signore di Masyaf e Maestro degli Assassini –
    Al Mualim sorrise, le mani dietro la schiena.
    - Salute e Pace a te, saggio Ansem, Studioso del Cuore –

     
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  11. _Holy
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    Oh... Ansem che incontra Al Mualim O.o

    Che dire, per tutto il capitolo vi son pochi eventi, il tutto mi fa venire in mente i viaggi dei beduini sulle grandi distese di sabbia, per lo meno l'atmosfera è salva ^^
    Mi astengo dal giudizio su questo capitolo siccome è difficile giudicarlo, aspetterò il seguito per maggiori informazioni U_U
     
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  12. Mizu De Tsuki
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    Beh, già sai che la trovo davvero una buona idea, questo flash-back. E' anche carino vedere la retroguardia dell'Organizzazione versione umana X3 Lea, Isa, Ienzo ( che nome orribile xD, ci credo che diventa così depresso xDDD), ma che faceva Ansem, sfruttamento minorile!?à.à
    Yuuko è... insolitamente umana xD Cioè, in XXXHOliC è una "strega" così sempiterna, eterea, qui vederla nei panni di una moglie infelice, è un po' insolito, ma mi piace *A*
    Ansem se mi stava antipatico prima, ora mi sta davvero sui gioielli à_à'
    Buon lavoro, ti aspetto per il prossimo capito darling <3 <3 <3
     
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  13.     +1   -1
     
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    Twilight Player

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    Bel capitolo, e c'è Vargas! La Confraternita! Abbasso l'Enclave! Viva GNR! Viva la Buona Battaglia!

    In sostanza, non so da dove hai preso Yuuko e se sia un personaggio non inventato da te XD E comunque.. Lea a_a
     
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  14. _Holy
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    OT/ Mizu, ma tu continui a seguirci oppure hai scelto di lasciarci? Diccelo subito se non ci vuoi più seguire che facciamo a meno di mandarla avanti la fiction
     
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  15. Orfeo della Lira 2
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    Finalmente Santa Claus entra in azione, portando carbone agli Assassini. E Lea è irritante. E Ienzo è un nome figo, invece, lo avrà mio figlio. E anche il deserto nabradiano è faigoh. E Babbo Natale è stronzo.
     
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280 replies since 1/9/2010, 11:01   6181 views
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