Kingdom Hearts: A New Journey

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    Buondì gente. Sono di nuovo io, con una seconda fiction, su richiesta di Diz34, Raphael, Dark Cocca e forse Nitrogoch, ma non ricordo bene se lui c'entra qualcosa, so solo che mi deve tanti soldi :fgh:

    Questo è il tipico sequel che segue il prequel, cioè... Intendo, vabbè...

    Il link della prima parte è questo: Kingdom Hearts: A New Beginning

    Andate lì nel caso vi interessi sapere qualcosa a riguardo della nuova storiella, anche se riprenderò alcune parti per quelle anime misericordiose che proveranno a leggere la nuova storia senza aver letto l'altra.

    Domani posto il prologo. Perchè non oggi? Perchè va di moda mettere prima l'avviso e poi i capitoli :sese: E poi oggi non avevo voglia :sese:

    La prima cosa che noterete sarà il titolo, lo so, non è molto fantasioso, ma che ci volete fare? Non mi spremo più di tanto...

    Anzi, mi son rotto, posto direttamente il prologo! Tiè!

    - Kingdom Hearts: A New Journey -

    Prologo



    Alames era affacciato alla finestra del suo studio. Aveva scostato di lato le grandi tende rosse e assisteva impotente alla rovina della sua città, all'assalto degli Heartless. Scuoteva lentamente il capo da destra a sinistra, balbettando parole incomprensibili. Non si era mai ritenuto un uomo coraggioso. Soprattutto in quei tremendi minuti il suo coraggio era solito venire meno.
    "Non è possibile... Non è reale..." si disse "Non può esserlo..."
    Si diresse verso la sua poltrona dall'alto schienale e si sedette, barcollando, mentre alle sue spalle Linahar rischiava di essere rapidamente fatta a pezzi, sino a essere ridotta in un cumulo di macerie.
    Appoggiò i gomiti sulla scrivania e si portò le mani alle tempie, sconvolto come non mai. Stava addirittura tremando.
    All'improvviso, un boato. Alames sussultò, rizzandosi con la schiena ben appoggiata alla poltrona.
    "No... Il cancello..." balbettò, senza voltarsi verso la finestra. "E' finita. Sono entrati"
    Una risata riecheggiò tra le mura dello studio, accompagnata da alcuni passi. Passi pesanti. Passi lenti. Cadenzati. Un uomo varcò l'ingresso della stanza, come se nulla fosse, andando a pararsi davanti al tavolo del re.
    "Da quanto tempo" esordì il misterioso individuo. "Da quanto tempo, Alames. Mi fa piacere vederti ancora in forma. Sono passati un bel po’ d'annetti dall'ultima volta che ci siamo scambiati le ultime parole"
    Il sovrano si alzò di botto, con aria furente. "Chi sei tu? Come ti permetti di varcare quella soglia senza un'autorizzazione? E come ti permetti, per giunta, di rivolgerti a me con quel tono?"
    "Rilassati" continuò l'altro, dirigendosi verso l'unica sedia a pochi passi dalla scrivania. Si sedette, incrociando le mani all'altezza del ventre. "Risponderò alle tue domande, tranquillo. Una alla volta, però"
    Ora che era uscito allo scoperto lo si poteva chiaramente distinguere dal resto dell'ombra in cui era immersa la stanza. Era alto, completamente vestito di nero. Il volto era oscurato da un cappuccio e le mani protette da dei guanti. Al petto, portava una catenina d'argento, un ornamento del soprabito, evidentemente, accompagnato da due laccetti lucenti.
    "Sono un tuo vecchio amico, innanzitutto" rispose. "Ti dice nulla..." disse muovendo la mano destra con gesto teatrale. Nel palmo apparve una sfera scura. Allungò il braccio e posò la sfera sul tavolo, attendendo una reazione da parte dell'interlocutore.
    "... Questa?"
    Alames osservò attentamente l'oggetto, senza però osare sfiorarlo. Iniziò a sudare, avendo compreso l’identità di chi si trovava innanzi. Cercò di sembrare rilassato, anche se era teso come una corda di violino. Non s'aspettava una visita. Una Sua visita.
    "Perché sei venuto?" chiese, stringendo le mani sui braccioli.
    "Vedo che allora ti ricordi ancora di me. Ottimo" commentò l'uomo, schioccando le dita. La sfera si dissolse nell'aria in una nuvoletta di fumo. "Sono venuto a farti visita"
    "Farmi... visita?" domandò incerto Alames. "Cosa intendi dire?"
    L'incappucciato si ricompose, mostrando i palmi di entrambe le mani. "Cosa intendo dire... Che sono venuto a farti visita... Un amico non può incontrare un altro amico dopo molti anni per sapere come sta, cosa fa, dove vive...?"
    Alames scosse il capo. "No. Tu non sei venuto per quello"
    "Indovinato" ghignò l'uomo. "Non ti si può nascondere nulla" disse facendo cenno verso la porta.
    Una seconda figura varcò la porta, vestita esattamente come il tale che l'aveva chiamata. Solo era un po’ più bassa e di corporatura meno robusta.
    "Che significa?" domandò Alames alzandosi di nuovo, allarmato. "Ti sei portato dietro tutti i tuoi compagni? Sappi che non ho alcuna intenzione di collaborare con voi, mio caro..."
    "No. Guai a te se osi pronunciare il mio nome" lo ammonì bruscamente l'incappucciato. "Ora ascoltami attentamente. Ho un compito da affidarti" continuò, cennando nuovamente al nuovo giunto. Questi si avvicinò silenziosamente, posando sul tavolo una gemma rosso sangue. Alames la guardò aggrottando la fronte.
    "Non è un regalo per te. Questa gemma la dovrai consegnare ad un altro. Ad un ragazzino" disse l'uomo. "Appena ne avrai l'opportunità, consegnagliela, mi raccomando!"
    "Tutto qui?"
    "Tutto qui"
    Il re rimase alquanto perplesso e silenzioso per parecchi minuti. Alle sue spalle, intanto, fuori infuriava la battaglia e Albaran si stava mostrando per ciò che era realmente, un mostruoso essere che rassomigliava ad un Heartless.
    "Non mi fido di voi. Che cosa c'è sotto?" domandò Alames.
    "Lo vuoi proprio sapere?" chiese l'uomo. "Te lo dirò. Ci serve a scoprire gli spostamenti del Custode del keyblade"
    "Che cosa volete da lui?"
    "Non è affar tuo" sbottò seccato l'uomo. "Tu limitati a dargliela o sai che cosa succederà"
    "Certo, mi hai già minacciato più di una volta... Ma arrivi tardi, la città sta per essere già distrutta. Per cui il tuo ricatto non ha alcun significato per me"
    "Riponi troppa poca fiducia nei tuoi difensori" alzando il mento, come ad indicare la finestra.
    Alames si voltò nel preciso istante in cui la grande ombra venne sconfitta da Sora. Incredulo, si precipitò a guardare fuori. Con un misto di stupore e di gioia, si voltò verso l'ospite, lanciandogli un'occhiata di fuoco. Da sotto il cappuccio, il tizio sorrise.
    "Ora il mio ricatto ha significato. Fa ciò che ti ho detto o penserò io stesso a terminare ciò che hanno iniziato loro"
    "Mai! Non mi piegherò mai al tuo volere! Neanche..." si interruppe, dopo aver sbattuto i pugni sul tavolo.
    Affianco a lui, l'altro incappucciato, rimasto in disparte sino a quel momento, gli puntò alla schiena qualcosa di affilato; una spada probabilmente.
    "Neanche se rischiassi la morte? Ho mezzi piuttosto convincenti per obbligare qualcuno a fare ciò che comando. Che mi rispondi ora?"
    Il re si sedette, sempre con l'arma puntata addosso. Chinò il capo, riflettendo attentamente. Non poteva certo lasciare che la città sulla quale governava andasse in rovina. Dov'era l'amore per il suo popolo? Ma d'altronde, non poteva neanche tradire così coloro che avevano fatto tanto per proteggerlo.
    "Non importa" pensò "Loro sono in gamba, possono permettersi di rischiare. Io no"
    "Il tempo stringe e ho bisogno di una risposta, Alames. Sbrigati"
    "E va bene. Farò ciò che mi dici. Donerò la gemma al ragazzo" si arrese infine il re.
    "Ottimo. Vedo che sei una persona ragionevole" si congratulò a modo suo. Si alzò e chiamò a sé il compagno, ordinandogli di riporre l'arma. Questi obbedì, avviandosi verso la porta ed uscendo. Ma l'uomo rimase sull'uscio.
    "Non fare strani scherzi. Ordinerò ben presto a due miei subordinati di giungere qui in città per controllare il tuo operato. Una sola mossa falsa e io lo saprò. Intesi?"
    "I-intesi..."

    Rimase affacciato, come prima, alla finestra per un po’, rimuginando su ciò che era accaduto.
    In che guaio mi sono cacciato…” pensò. “Se loro scoprono che non collaboro, distruggeranno la città e poi uccideranno me
    Si voltò di scatto, richiudendo le tende. La stanza piombò in una semioscurità inquietante.
    Ma se collaboro, sarà Axander a capire cosa ho fatto. E lui è capace di uccidermi… Anche se salverei la città. Quindi, ho scelto il minore dei mali… Sì, ma… Se loro hanno in mente qualcosa? Potrebbero benissimo avermi mentito e distruggeranno lo stesso la città anche se li avrò aiutati… Devo essere fiducioso, sì!
    Si accomodò sul suo scanno, tremando ancor più di prima. “In fondo… Lui è sempre stato di parola… E questa volta non ho avuto la forza necessaria per oppormi. Come sempre, d’altronde
    “Vostra Maestà”
    La figura di prima rientrò. Ma non era l’uomo, bensì l’altro. Non mostrava più la stessa sicurezza con la quale accompagnava il suo superiore e pareva più intimidito. "Scusate, Vostra Maestà..."
    “C-Che cosa volete ancora?” balbettò Alames. “Non ho più niente da darvi”
    “Non temete. Lui non sa che sono tornata indietro. Ho poco tempo!" si accostò al sovrano "Consegnate la gemma a Sora, anche se questa sembra una pessima idea. Fidatevi! Se gliela donerete, avrò modo di contattarlo anche io”. Una voce femminile.
    Il re rimase alquanto sorpreso dalle parole di costei e la fissò a lungo. “Chi mi dice che mi posso fidare?”
    La figura allora abbassò il cappuccio. Il sovrano restò sbigottito a quella visione, ma poi sorrise compiaciuto. “Non mi è ancora chiara la faccenda, ma sono contento di rivederti”
    “Vi ringrazio, Vostra Maestà. Sora sta correndo un grave pericolo e ne correrà altri. So che può sembrare una pessima idea" ripetè "Ma quella gemma posso rintracciarla anche io e posso aiutare il ragazzo. Mi raccomando. Acqua in bocca!”
    “Muto come un pesce. Hai tutta la mia fiducia” sorrise Alames.
    "Grazie ancora! Mi dispiace, ma non ho più tempo! Addio!"
    Allora l’altra si rimise il cappuccio ed uscì rapidamente, scomparendo alla vista del sovrano.
     
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    Un paio di spiccioli potrebbero farmelo ricordare 8D

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    bella Air!Un prologo simile non me lo sarei mai aspettato!Bravo XD
     
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    siiiiiiii!!!
    la nuova fic di Air!image
    bello il prologo image
     
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  4. Nitrogooch
     
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    buono come prologo... ma come, io nn desidero sta storia?? e poi che è sto fatto dei sordi??? XD

    ci scommetto ql che vuoi che è kairi!! (o no?!?! XD)
     
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    Eroe in vendita ; Cattivo Esempio

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    Un paio di spiccioli potrebbero farmelo ricordare 8D

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    lei è già "morta" prima di quegli eventi >_>
    *se ne vanta ma in realta anche lui ha fatto la stessa domanda ad air e gli ha risposto così :look:
    *maledice asterisci definendoli bastardi
     
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  6. Nitrogooch
     
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    e chi po essere? quella femmena con i capelli bianchi??? XD solo lei è_é
     
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    bhè,se Kairi è già crepata,allora non può essere che la ragazza dai capelli bianchi.
    ma se si punta sull'impossibile potrebbe anche essere Naminè,ma come ho già detto,è impossibile O.o
     
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    Capitolo 1: Un nuovo compagno per Sora



    “Dovremo andare a fare un salto fuori città"
    Sora si era svegliato di buon'ora. Sbadigliava ancora, nonostante il sole fosse già alto, ma era necessario preparare tutto per il viaggio ed era indispensabile la sua presenza. A buttarlo giù dal letto ci aveva pensato Axander, un giovane poco più grande di lui, che mostrava diciott'anni circa anche se in realtà era molto più anziano e maturo, se così lo si poteva definire. Aveva aiutato Sora a sventare l'ennesima minaccia, costituita dai quattro fratelli.
    Anche Riku, il miglior amico di Sora, aveva dato una mano ed ora li stava accompagnando fuori città per sbrigare un affare urgente.
    "Non vedi l'ora di partire" disse Axander "Quindi, per prima cosa, ti dovremo procurare un mezzo di trasporto. Contando che c'è solo deserto per un bel pò di miglia qualcosa di duraturo è d'obbligo"
    Usciti dalla città, attraverso il cancello in ricostruzione, svoltarono alla loro destra. Tenendosi vicini alla catena montuosa percorsero una strada piuttosto larga sino a giungere ad una piccola tenuta ai piedi delle montagne. Era una casa abbastanza ampia con un mulino alle spalle, le cui pale giravano lentamente, data la scarsità di vento.
    Giunti alla porta, si arrestarono prima di bussare e Axander si volse verso i due, in particolare verso Sora, il diretto interessato. "Hai più o meno una vaga idea di cosa prendere? Una moto? Una... Macchina?" gli chiese.
    Il ragazzo ci pensò un pò su, scuotendo le spalle. "Veramente non credo di saper guidare... E non penso che i comandi della gummiship siano uguali..."
    "Giusta osservazione. Ma se è così, non sappiamo proprio cosa poterti dare"
    "Chiediamo se hanno altro da offrici" disse Riku.
    Axander si girò, quindi, e bussò alla porta. Aspettarono qualche secondo ed infine un uomo venne ad aprire.
    "Salve" li salutò, abbastanza stupito "E' raro vedere gente da queste parti ultimamente. Che cosa volete?"
    "Ci serve un mezzo di trasporto. Ora. Subito. E che sia veloce" rispose Axander.
    L'uomo ci pensò un pò su, poi annuì. "Certo, certo. Prego, accomodatevi e vediamo in cosa posso esservi utile"
    I tre compagni entrarono, guardandosi attorno. Si trovavano in una lunga cucina, molto ben arredata e si fermarono a curiosare.
    "Da questa parte" disse l'uomo, facendo strada verso un'uscita in fondo, che dava sul retro.
    Uscirono finendo in uno spiazzo che separava la casa da un capannone. Esattamente in quello spiazzo si poteva notare l'erba che scendeva dalle pendici della montagna fare spazio, pian piano, alla sabbia rovente del deserto.
    L'anziano signore, si mise una mano in tasca, frugando assiduamente.
    "Coraggio, abbiamo fretta" puntualizzò Axander.
    "Eh, aspetta un attimo, giovanotto! Con calma" ribatté l'uomo.
    Axander alzò gli occhi al cielo. Era stranamente impaziente, come qualcuno che ha un appuntamento ed è in leggero ritardo.
    Alla fine, l'uomo riuscì a trovare ciò che cercava: le chiavi del capannone. Solamente che quello che aveva in mano era un mazzo assai folto e ci impiegò un po' anche a trovare la chiave giusta. Passò circa un quarto d'ora, prima che il proprietario riuscisse a trovare la chiave giusta che aprisse il portone.
    "Ecco fatto!" esclamò spingendo il portone e spalancandolo con estrema facilità, nonostante la mole.
    "Stavo cominciando a perdere ogni speranza" commentò Axander, alzandosi.
    Riku e Sora scesero giù dalla palizzata sulla quale si era seduti e si avvicinarono all'ingresso.
    "La prossima volta, usa quella tua maledettissima chiave, Sora, o saremo costretti ad aspettare altri secoli"

    Entrarono nel capannone. L'interno era molto vasto e la luce entrava abbondante attraverso le larghe finestre disposte a qualche metro d'altezza.
    "Qui troverete ciò di cui avete bisogno... credo" disse l'uomo, rimettendo a posto le chiavi e osservando i tre.
    Sora si diresse verso una moto. La osservò a lungo, un po' da tutte le angolazioni possibili.
    "Ti piace quel gioiellino, eh?" si intromise l'anziano, sorridendo. "Te la posso fare ad un prezzo piuttosto basso. Ottima per tutti i tracciati, raggiunge facilmente le 200 miglia orarie, manovrabilità molto buona. Persino un bambino potrebbe guidarla"
    "Allora fa al caso nostro" disse Axander. "Quanto vuoi?"
    "Sono 500.000 munny"
    "500.000? Ma sei impazzito?" obiettò Axander. "Non esiste, scordatelo. E poi neanche ce li abbiamo tutti quei soldi"
    L'uomo storse il naso, sbuffando. "Bene, allora vi consiglio di guardare da quella parte"
    Così abbandonarono la moto, di un grigio metallizzato, lì dov'era e si diressero verso un gruppo di auto. Non era un granché; tutte jeep abbastanza vecchiotte. La più giovane era macchiata d'olio lungo la portiera e aveva un vetro rotto.
    "Che meraviglia..." si disse Riku, osservando quei rottami. "Dubito che riescano persino a partire dei macinini del genere..."
    "Macinini? Queste sono auto robustissime, giovanotto!" disse l'uomo, avvicinandosi ad una macchina e dando una forte pacca sulla portiera, la quale si accartocciò e cadde a terra con un fracasso terribile. Tenendo conto della forza dell'anziano, era tutt'altro che robusta. Un disastro.
    "Perfetto, l'unica cosa decente che abbiamo trovato è una moto che costa mezzo milione di gummy e che forse Sora non è neanche in grado di pilotare..." disse Axander.
    "Ehi, ha detto che pure un bambino ci riuscirebbe..." ribatté Sora, offeso.
    "Appunto"
    L'uomo si avvicinò, con le mani dietro la schiena, giocherellando con il mazzo di chiavi. "Se proprio non trovate nulla di utile e non volete spendere molto ho un'ultima offerta da proporvi"
    "Di che si tratta?" domandò Sora.
    "Seguitemi"
    E tutti e quattro si spostarono verso una nuova porta, che varcarono, arrivando così in un secondo capannone, diverso dal primo. Se l'ambiente precedente rassomigliava di più ad un officina, questo sembrava un fienile ben curato.
    L'anziano continuò ad avanzare, anche se gli altri si erano fermati, e fischiò. Un fischio lieve ma molto lungo.
    "Che sta combinando?" chiese Riku.
    "Uhm, forse ho capito" annuì Axander. "Certo, se è quello che penso io, i nostri problemi sono risolti"
    Quindi fece qualche passo in avanti, frugando in una tasca. "Quanti munny sono per il Chocobo?"
    Sora e Riku si guardarono inarcando le sopracciglia, non capendo di cosa stava parlando. Invece, l'uomo sembrò comprendere al volo e interruppe il fischio, sorridendo.
    "Fanno 10.000 munny. Voglio essere generoso, anche se è l'unico che posseggo" spiegò.
    "Essere più generoso con la moto, no?" interloquì Axander, mostrando il sacchetto pieno di munny.
    "No, perchè quella è stata già prenotata" disse l'anziano. "500.000 sono il minimo, dato che il padrone l'ha pagata il doppio. Già, proprio un tipo senza soldi"
    "Caspita, chi può avere così tanti munny?" chiese Sora, meravigliato tanto quanto i due amici.
    L'uomo non rispose e si girò. "Non chiedere queste cose. Nessuno ti risponderà" e riprese a fischiare.
    Dopo qualche istante arrivò qualcosa o qualcuno. Una creatura sbucò da dietro una montagnola di paglia e si palesò davanti a tutti. Sembrava un grosso pulcino giallo, dalle lunghe e lucenti piume. Aveva dei grossi occhi blu, che scrutavano con curiosità gli astanti e delle robuste zampe munite d'artigli. Sembrava inoffensivo, in apparenza.
    "Ma in realtà dovreste vedere, è uno scalmanato" commentò l'uomo, avvicinandosi al Chocobo. "E' forse il mezzo di trasporto più veloce ed allo stesso tempo economico che conosco. Prendere o lasciare; o questo o niente, mi spiace"
    "In questo caso, lo prendiamo di sicuro" e Axander diede la somma pattuita al padrone dell'animale.
    "Ottimo, è stato un piacere fare affari con voi" li ringraziò l'uomo, mentre si allontanavano con il Chocobo.
    "A quanto pare è andato tutto per il meglio, ma..." disse Sora. "Chi ci assicura che io sia capace di 'guidare' questo coso?"
    "Te lo assicuro io, sennò vedi che mi ripaghi i 10.000 pezzi che ho perso a causa tua, se dovesse rivelarsi tutto inutile!" esclamò Axander.

    Tornarono in città che era già mezzogiorno. Dopo aver mangiato alla svelta, Sora si trovò costretto, sotto velate minacce di Axander, a cominciare a prendere familiarità con il Chocobo.
    "A dirla tutta, io non so ancora dove devo dirigermi, innanzitutto.... E tu vuoi farmi partire già stasera per un posto sconosciuto?" disse Sora.
    "Ho già programmato io la prima tappa. Tu non preoccuparti, pensa ad ammaestrare quel... Quel... Quel 'coso' e non parliamone più. Stai tranquillo" lo rassicurò a suo modo l'amico, allontanandosi verso il palazzo reale.
    Sora si ritrovò nuovamente fuori città, in una specie di recinto, dove l'animale pascolava allegramente. Il ragazzo era seduto sulla staccionata, osservandolo e sospirando. Sussultò, quando udì qualcuno giungergli da dietro.
    "Ehi, ciao Sora" lo salutò una voce.
    Il giovane si girò e vide che era arrivata una ragazza. Agilmente, costei salì sulle travi di legno e si sedette accanto a Sora. Il suo nome era Elen ed era amica di Axander. Aveva quindici anni, un anno in meno di Sora, ed era piuttosto allegra e vivace, nonchè molto carina. Aveva lunghi capelli castani e occhi chiari, nei quali si poteva leggere, però, la malinconia dovuta ai giorni trascorsi lontana dai suoi amici.
    "Ciao Elen, tutto bene?" chiese Sora sorridendo.
    La ragazza annuì, ricambiando il sorriso. "Tutto bene, come te spero... Sai, stavo cercando Axander, l'hai visto?"
    "Si è diretto in città, mi sa che doveva sbrigare delle faccende importanti" rispose Sora.
    Elen annuì una seconda volta. Posò poi il suo sguardo sul Chocobo. "Ma che carino!" disse, scendendo dalla staccionata e dirigendosi verso l'animale.
    "No, ferma! Potrebbe essere peric..." si interruppe, tendendo una mano in avanti, per fermarla.
    La ragazza aveva già raggiunto il pennuto e gli stava accarezzando la testa. L'animale sembrava gradire e chiuse gli occhi, accucciandosi a terra.
    "Che cosa volevi dirmi, Sora?" domandò Elen.
    "Niente, niente..." rispose lui, scendendo per avvicinarsi.
    Dopo aver accarezzato il Chocobo, Elen ne approfittò per salirci in groppa. Non successe niente di strano e l'animale si alzò, iniziando a passeggiare un pò qui un pò là, come se nulla fosse.
    "Uao!" esclamò lei, stupita.
    Sora si grattò la testa. A vederlo così sembrava un animale calmo e non capiva perchè l'uomo lo avesse definito 'scalmanato'. Ad ogni modo, si avvicinò a sua volta e provò a toccarlo. E anche in quella circostanza si dimostrò mansueto. Nei minuti a venire, Sora riuscì a cavalcarlo e riuscì a non farsi buttare giù durante i brevi tratti in corsa. Si arrivò, infine, a metà pomeriggio e i due decisero di ritornare in città.

    "Sei stato bravissimo Sora" si complimentò Elen, sorridendo.
    "Grazie, sei molto gentile"
    Camminarono sino al cancello. Straordinariamente rapidi erano stati gli operai nel ricostruirlo, meno di una giornata e ora si poteva di nuovo passare sotto la volta dalla quale veniva calata la grata. Nell'attraversare il varco, però, Sora e Elen notarono due strane figure venire in senso opposto, che stavano uscendo dalla città.
    "Che strana gente che gira ultimamente..." mormorò Elen, fermandosi ad osservarli, assieme a Sora.
    Una delle due figure era piuttosto bassa, un bambino a vederlo così, e portava una cappa con il cappuccio alzato sul volto. Non si fermò e continuò a marciare dritto con passo svelto, mentre il compagno, un uomo alto e più robusto si fermò, osservando Sora. Anche questo portava una cappa e un cappuccio che gli oscurava il viso, ma solo fino all'altezza del naso. La bocca la si poteva tranquillamente vedere, piegata in un sorriso.
    "Buongiorno" salutò, in direzione di Sora.
    Il ragazzo lo osservò a lungo, soprattutto per il falco nero che teneva sulla spalla. Non rispose. Quel tipo dava l'idea di un poco di buono.
    "Buongiorno" salutò però Elen, con cordialità.
    L'uomo sorrise più apertamente. "Non trovate che sia una splendida giornata? Nessuna nuvola..." disse più a se stesso che agli altri, osservando il cielo.
    "Avanti, dobbiamo raggiungere Evenheim prima che sia troppo tardi" lo chiamò l'altro. "Muoviti e non perdere tempo a blaterare!"
    Lo straniero abbassò lo sguardo, contrariato dal vociare dell'amico. Si rivolse, in seguito, di nuovo verso i due ragazzi, sorridente come prima. "Spero di poter incontrarti ancora Sora e poter scambiare quattro chiacchere con te"
    I due si allontanarono e Sora ed Elen fecero altrettanto, entrando in città. Solo in quell'istante, il custode del keyblade si voltò di scatto.
    "Ehi, come faceva a sapere il mio nome? Io quello non l'ho mai visto in vita mia" disse turbato.
    "Non ci pensare, sei famoso da queste parti" disse Elen. "Immagino che neanche tu conoscessi Axander quando ti trovò la prima volta sull'Isola. Eppure lui sapeva molte cose di te"
    "Sarà, ma sto qui non mi ispira fiducia..."

     
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    bello anche il capitolo :sisi:
     
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    eccolo finalmente

    spettacolare il capitolo, come il prologo d' altronde.
     
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    Capitolo 2: La Partenza



    Quella sera, Sora uscì dalla casa di Leon subito dopo cena. Ora era fresco a riposato abbastanza per poter intraprendere qualsiasi viaggio in mezzo al deserto.
    "Mi raccomando, Sora" disse Leon "Fai attenzione. E buona fortuna"
    "Se c'è qualche problema non esitare a contattarci" aggiunse Barret. "Arriveremo a darti una mano"
    "Già e come fa a contattarci se non abbiamo un telefono?" fece notare Red.
    "Grazie a questo"
    Cid si avvicinò, dando a Sora uno strano cellulare, molto piccolo. "L'unico numero memorizzato è quello per contattare il mio computer. Per cui non ci sono problemi"
    "Grazie infinite" disse Sora, sorridendo.
    "Mi raccomando, tieniti in forma!" intervenne Yuffie.
    "Faremo il tifo per te" lo rassicurò Tifa.
    Poi, qualcuno bussò alla porta, ed entrò Axander.
    "E' tutto a posto? Possiamo andare?" chiese.
    Sora annuì. "Certo"
    Entrambi uscirono, dopo aver salutato tutti. Si diressero all'ascensore, definendo gli ultimi dettagli e Axander ne approfittò per scambiare alcune parole con Sora.
    "La tua prima tappa sarà la foresta che abbiamo lasciato l'altro giorno" disse. "Mi hanno detto che non è molto lontana e se tutto va bene non dovrai imbatterti in ostacoli particolari, come tempeste o roba di questo tipo"
    Chiamarono l'ascensore ed entrarono.
    "Il Chocobo è veloce e particolarmente robusto. E' fatto apposta per questo genere di missioni. Giunto alla foresta, non dovrei far altro che seguire queste indicazioni" continuò, porgendo un foglietto al ragazzo.
    "Che cos'è? Una mappa?"
    "Esattamente. Lì, ho segnato l'itinerario che dovrai seguire per raggiungere una persona che ti aiuterà"
    "Si tratta di qualcuno che conosco?"
    "Credo di sì, potresti già averlo incontrato una volta" disse Axander. "Per fare il cattivo, però, non ti dirò il suo nome. E' una sorpresa" ridacchiò divertito.
    Uscirono dall'ascensore. Sora si mise la piccola mappa in tasca e seguì l'amico lungo la via che portava sino alla scalinata per il palazzo reale. Svoltarono alla loro sinistra, ma si fermarono all'istante.
    "Sora! Sora!"
    Aerith arrivo, arrestandosi a pochi passi dai due. "Ci siamo dimenticati una cosa... Il cellulare che ti ha dato Cid..." disse col fiatone.
    Sora glielo porse e lei lo prese, aprendolo e trafficando con qualcosa al suo interno.
    "Ecco fatto!" esclamò con un sorriso "Cid si era dimenticato di inserire il numero"
    "Meno male che sei arrivata tu, allora, sennò avrei telefonato a vuoto" rise Sora.
    "Allora buon viaggio, Sora, e vieni a trovarci un giorno, quando torneremo a Radiant Garden. Magari in compagnia di Kairi e Riku, se ti va..."
    "Certo e se ci riuscirò anche del fido Axander" sorrise Sora, accorgendosi che l'amico stava discorrendo con Basch e Marcus, che si erano avvicinati da dietro.
    "Non dovresti ascoltare Tifa. Dice un mucchio di bugie ed ha una pessima influenza su di te" lo rimproverò divertita Aerith, iniziando ad allontanarsi. "Arrivederci e buona fortuna!"
    Sora, dopo averla vista sparire dietro l'angolo di una casa, si girò verso i tre che parlavano tranquillamente.
    "Fai buon viaggio Sora" gli augurò Basch.
    "Sei in gamba, ma tieni sempre gli occhi aperti" disse Marcus. "Soprattutto se ti capita di recarti in qualche altra città su questo mondo"
    "Vero. Oltre Linahar, nessun posto è più sicuro. Soprattutto Evenheim" aggiunse Basch.
    Evenheim... Quel nome... Anche lo sconosciuto che avevano incontrato quel pomeriggio diceva di volersi dirigere ad Evenheim. Evidentemente era davvero un posto pericoloso. Ma lui non avrebbe preso quella strada. Che cosa gliene importava se fosse stato un luogo pericoloso o no?
    "Andiamo, Sora. Gli altri ti aspettano su a palazzo" disse Axander.
    Entrambi ripreso a camminare, dopo aver salutato Marcus e Basch, e salirono la lunga e ripida scalinata bianca. Alcuni scalini, notò Sora, erano scheggiati o spezzati e alcuni massi erano rotolati, fermandosi in bilico su dei piccoli pianerottoli naturali. Giunti alla sommità, percorsero il lungo tratto di cortile, anch'esso piuttosto malconcio. Axander si fermò a bussare al portone che si aprì lentamente.
    All'interno, però, il palazzo era differente. Era stato rimesso in ordine e pareva come nuovo, bianco e lucente e la cupola sul tetto ricostruita.
    "Sora, che piacere rivederti"
    Alames si avvicinò ai due a braccia aperte, accogliendoli calorosamente.
    "Immagino sarete ancora un pò provati per ciò che avete passato" disse. "Se volete qualcosa, avete solo che da chiedere"
    "Molto gentile, ma abbiamo cose urgenti da fare. Siamo passati solo per un saluto veloce" si scusò Axander, con un sorrisino che scomparve subito. Sembrava parecchio irritato da tutte quelle interruzioni.
    "Ma certo, certo... Vi stanno aspettando nel mio studio"
    Entrarono tutti e tre nella stanza. All'interno vi era già qualcuno: Riku, Paperino, Pippo, il Re e anche Merlino e Archimede.
    "E' giunta l'ora. Sora è venuto a salutarvi" esordì Axander.
    Gli addii furono più dolorosi del previsto, in quel caso. Ma era più opportuno parlare di 'arrivederci'.
    "Ci mancherai, Sora" disse il Re.
    Sora abbracciò Paperino e Pippo, per poi avvicinarsi a Riku.
    "Sei ancora sicuro di voler partire da solo? Sono ancora in tempo ad andare a trovare qualcosa per seguirti, se ti va"
    "No, Riku. Ho deciso"
    "Gli amici veri, però, non dovrebbero mai separarsi"
    "Se si tratta di qualcosa che può mettere a repentaglio questa amicizia, allora è giusto che sia così"
    Si diedero quindi la mano, lasciandosi con un "Ci rivediamo a casa"
    Merlino e Archimede lo salutarono semplicemente, anche se non avevano nulla che potesse essergli utile per la partenza. Per ultimo, si avvicinò Alames, sorridendo.
    "Questa è per te, ragazzo mio" disse a Sora, tendendogli la mano.
    Gli donò, quindi, la gemma rosso sangue. Era stranamente opaca ed emanava un fiacco bagliore nella mano del ragazzo.
    "E' un regalo per ciò che hai fatto per me e per la città. Mi raccomando... Non perderla, è molto preziosa! Vale molti munny" mentì il re.
    La sua menzogna fu un successo. Aveva recitato talmente bene che nessuno sospettò niente.
    "Grazie, Vostra Maestà" disse Sora, abbassando il capo, inchinandosi.
    Lui e Axander se ne andarono frettolosamente dopo qualche minuto.

    "Ce l'avrebbe potuta dare prima. Magari vale 500.000 munny e ci sarebbe stata utile per la moto"
    "Eh? Che? Ah, quella..." borbottò Axander, camminando spedito.
    Sora si infilò la gemma in tasca e cercò di stargli dietro. Il sole era già tramontato e le vie erano illuminate dagli alti lampioni che dominavano i bordi della strada. I torrentelli che attraversavano la città perpendicolarmente alle vie scorrevano lisci e silenziosi, illuminati dalle stelle e dalla falce di luna che splendeva in cielo.
    "Eccoci arrivati"
    Usciti dalle mura, avevano raggiunto il recinto dove sonnecchiava tranquillamente il Chocobo. Elen era appoggiata alla staccionata; si accorse solo dopo un po' dei nuovi giunti e li salutò con entusiasmo.
    "Axander! Sora!" esclamò, agitando la mano.
    "Ha riposato per bene?" domandò il Guardiano."Gli spetta un duro compito stanotte. Trasportare Sora sino alla foresta e riuscire a sopportarlo"
    "Smettila, che molte volte lui è addirittura più simpatico di te!" lo sgridò Elen.
    Sora trattenne a stento una risata, ma Axander rimase imperturbabile.
    "Basta parlare e vediamo di darci una mossa"

    Fecero uscire il Chocobo dal recinto e Sora vi saltò agilmente in groppa.
    "E ora, tutto quello che devi sapere. Prima di tutto il tuo keyblade è tornato la Catena Regale. L'Ultima Weapon era danneggiata e parecchio, così l'ho portata dai Moguri a farla rivedere. E ti è andata bene che l'avevo pure potenziata; Ilfrien avrebbe potuto tranquillamente farti a pezzi senza quella chiave"
    Poi si portò una mano in tasca e lanciò qualcosa a Sora. "Tieni, sono degli occhiali da viaggio che non uso mai. Ti serviranno se ti troverai in mezzo ad una tempesta di sabbia, anche se di notte non ce ne sono quasi mai..."
    "Wow, che eleganti... Come sto?" chiese infilandoseli.
    "Ti stanno molto bene" disse Elen, sorridendo. "Sembri un perfetto viaggiatore"
    "Sembri un perfetto idiota" ridacchiò Axander, con le braccia incrociate. "Ma non prendertela a male, era solo un complimento. Che altro aggiungere... Beh, troverai infine, seguendo le istruzioni della mappa, la persona di cui hai bisogno, ma questo te lo avevo già detto oggi"
    I due si avvicinarono all'animale, guardando Sora, che era smontato un attimo. Inavvertitamente, Elen si avvicinò dandogli un bacio su una guancia; al che Sora si imbarazzò non poco e Axander gli lanciò un'occhiata di fuoco.
    "Buon viaggio" gli augurò.
    "In bocca al lupo, Sora" disse Axander, stringendogli la mano.
    Sora risalì sul Chocobo, preparandosi a partire.
    "E ricordati. Non sei e non sarai mai solo"
    A quelle parole, il giovane sussultò. Le aveva già udite prima di quel momento, ma non disse nulla e si limitò a sorridere.
    "Grazie"

    Il Chocobo partì a tutta velocità. In pochi minuti, il cancello della città era già lontano, assieme alle imponenti gru addette alla sua ricostruzione. Sora si volse per l'ultima volta ad osservare l'ingresso della vallata.
    Il viaggio fu alquanto lungo e tuttavia poco faticoso. L'animale correva rapidamente sulla sabbia del deserto, come se non toccasse per terra e galleggiasse su un cuscinetto d'aria. Per di più, Sora riusciva stranamente a restare sveglio, nonostante fosse notte inoltrata. Non vi era un filo d'aria e alcun rumore, se non il veloce zompettare del Chocobo, che alzava dietro di sé un polverone allucinante.
    "Speriamo che entro domattina riesca a raggiungere i primi alberi" pensò il giovane, guardando dritto davanti a lui. "E appena sarò arrivato dovrò dare un'occhiata alla mappa"
    Oltrepassarono una duna, quando all'improvviso si udì un forte rumore. Il Chocobo si paralizzò all'istante, guardandosi intorno, e Sora fece altrettanto.
    "Cos'è stato?" si chiese, aguzzando la vista. "Non ho mai sentito nulla di simile"
    In lontananza, spiccò una luce, che si muoveva a grande velocità lungo l'orizzonte, verso nord. Dietro di essa, un nuvolone grosso il doppio di quello che lasciava normalmente il Chocobo quando correva alla massima velocità.
    Scomparve così come era apparsa e il silenzio calò tutt'intorno. Perplesso, Sora riprese il viaggio, chiedendosi che cosa fosse stato e che cosa avesse provocato quella luce, accompagnata dal quel sordo rumore.
    Ben presto, però, se ne dimenticò e ci sarebbero voluto ancora parecchie ore prima che scoprisse che aveva visto la famigerata moto metallizzata del capannone.
     
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  13. DiZ34
     
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    bellissimo
     
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  14.  
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    Honey badgers don't give a shit

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    bello,come al solito

    è strano come la tua storia mi attiri e mi piaccia più delle altre;ma forse è perchè non fai errori di grammatica,cosa che mi irrita molto quando leggo
     
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    Eroe in vendita ; Cattivo Esempio

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    Un paio di spiccioli potrebbero farmelo ricordare 8D

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    bello berllo bello...bello :sisi:
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    L'Ultima Weapon era danneggiata e parecchio, così l'ho portata dai Moguri a farla rivedere. E ti è andata bene che l'avevo pure potenziata; Ilfrien avrebbe potuto tranquillamente farti a pezzi senza quella chiave"

    dannati moguri del ***** se non era per loro potevo godermi Sora fatto a pezzi ç_ç
     
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535 replies since 20/8/2007, 13:08   4073 views
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