Scrittori...Postate uno stralcio dei vostri lavori

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  1. DiZ34
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    e allora sarà difficile farglielo dire
    SPOILER (click to view)
    A no un metodo c'è, devo pregare il magnanimo dio Kebab di obbligare Chuck a dirmelo.

    Lo so che sembro pazzo ma non lo sono, chiedi a Jabor per le spiegazioni
     
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    Semplicemente Chuk è stato creato dal Dio Kebab.
     
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  3. leon91
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    CITAZIONE (jabor @ 4/7/2007, 19:24)
    Entrambi molto buoni...
    con i nomi faccio piuttosto schifo lo so ç_ç
    Mathrim mi piace però °-°
    è brutto ??? °-°

    ti capisco T_T

    per i nomi usa il metodo giapponese :sese:

    presto mettero' il capitolo della mia piccola raccolta :sese:

    CITAZIONE
    Jabor come nome fa caga vero ?? ç.ç

    nn offende il povero demone jabor XD :ghgh:

    bei lavori :gya:
     
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  4. ~Shirokane~
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    sinceramente io ho paura di postare qui le mie idee xkè nn potrebbero essere piu mie un giorno °°
     
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    Basta fare come me, posti qualcosa di bellino che non lascia intendere niente del tuo libro effettivo o che lascia intendere male :ahsi:
     
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  6. CieL°
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    Vorrei uppare questo topic (anche se so che non si potrebbe fare) per poter postare una piccola parte del mio lavoro, e dare anche agli altri che non sono al corrente di questo topic di farlo...

    Questo è l'inizio del mio libro, RIP - Requiescat In Pace.
    SPOILER (click to view)
    Capitolo 1
    I Tre Regni


    Si svegliò di soprassalto.
    Era un ragazzo di 16, 17 anni al massimo; mentre si rialzava, i suoi lunghi e ondulati capelli neri gli ricadevano sul viso, coprendogli i suoi brillanti occhi verdi.
    Era alto, e per un secondo, non sembrò reggersi bene in piedi, quindi si aggrappò alla prima cosa che trovò.
    -Una lapide?- si chiese, sconvolto.
    Guardandosi intorno, si chiedeva dove si trovava, come c’era arrivato, e cosa più importante… chi era lui.
    Chiuse gli occhi, cercava di ricordare… ma quella lunga ferita sanguinante sul torace gli faceva troppo male.
    Forse era quella la causa dell’amnesia? Ma non c’era tempo per pensare, doveva trovare subito soccorso.
    Si guardò ancora intorno… si trovava in quel che si direbbe un piccolo cimitero abbandonato.
    Cercò con lo sguardo l’uscita; la trovò quasi subito, e a questa si collegava un piccolo sentiero.
    Seguirlo senza sapere dove portava era certamente una pazzia, ma di certo era più saggio questo che altro, viste le sue condizioni.
    Correva lungo quello stretto sentiero fra gli alberi di un piccolo bosco, senza neanche fermarsi per togliersi la sabbia che gli entrava nelle scarpe.
    Le sfumature delle foglie autunnali gli coloravano la sua pelle abbronzata di rosso e giallo con la luce del sole mentre continuava a domandarsi chi era e cosa gli fosse successo.
    Continuava a correre, senza neanche fermarsi a riprender fiato.
    Finalmente il sentiero finì e il ragazzo si rese conto di essere arrivato in un villaggio.
    Sorrise per un secondo, ma la felicità scivolò subito via dalle sue labbra.
    -E ora dove mi trovo?- si chiese ancora, mentre studiava l’ambiente circostante.
    Era un piccolo villaggio, con le case in pietra e i tetti ancora in paglia e legno.
    Continuava a guardarsi intorno, cercando qualcuno che conosceva, o che avrebbe potuto riconoscere… ma invece neanche qualche cosa di familiare.
    Il dolore alla ferita aumentava, e lui cominciava a disperare… poi sentì qualcuno che gli dava una pacca sulla spalla. “Caelum!” si sentì chiamare.


    Edited by CieL° - 28/12/2007, 18:02
     
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  7. giorgiodellagomaggiore
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    c'è io pensavo di cavarmela a scrivere,ma in confronto a voi non valgo niente! O.O vado a mettermi prono in un angoletto...sempre se non mi venga la voglia di postare un mio lavoro(difficile...)
     
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  8. Ashes Rose
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    Già se esordisci scrivendo "c'è" al posto di "cioè"... o.O''

    Comunque non è una gara eh
     
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    CieL°, l'idea potrebbe essere originale, ma ti consiglio di riguardare molto la grammatica.
    Un altro consiglio consiste nel riguardare i tempi, fai un pò di confusione.
     
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  10. giorgiodellagomaggiore
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    CITAZIONE (Ashes Rose @ 28/12/2007, 18:05)
    Già se esordisci scrivendo "c'è" al posto di "cioè"... o.O''

    Comunque non è una gara eh

    c'è o cioè è la stessa cosa,ho scritto così per 17 anni non mi hanno mai detto niente in contrario :P

    comunque,metto un piccolo pezzetto di un testo che si ispirava al gioco dot hack(non è una fanfiction poichè i personaggi erano diversi,dalla saga ho preso solo l'idea di svolgere l'avventura su un gioco online chiamato The World)progetto che ho abbandonato poichè trovavo penoso fare una storia su delle basi già inventate.

    ecco la piccola parte iniziale del primo capitolo. Quando al posto del nome è presente _________ è perchè ancora non avevo deciso il nome del protagonista nel mondo reale

    SPOILER (click to view)
    Il personaggio era stato ultimato e_________si stava preparando ad entrare nel gioco di cui tutti parlavano: THE WORLD. Un gioco online, dove era possibile scegliere una vasta gamma di aspetti per il proprio personaggio,scegliere il nome e la professione,un gioco che funzionava su un unico SO(sistema operativo)ovvero l’Altimit,l’unico funzionante dopo la catastrofe del bacio di plutone avvenuto nel 2003.

    Lo schermo diventò scuro, sul lato destro si poteva leggere il logo di The World in fase di caricamento, pochi attimi di attesa e … uno splendido paesaggio prese il posto di quel nero pece!

    Ledan (così era stato chiamato il suo alter ego) si guardò intorno, un’abbagliante luce risplendeva creando un accecante riflesso sull’acqua, il ragazzo si diresse verso un ponte che sovrastava il fiume, si appoggiò con le braccia sul corrimano e poi disse:

    -Allora è questa Mac Anu la città sull’acqua…si sono proprio impegnati per crearla! chissà quanti paesaggi ha da mostrare ancora questo gioco.

    Ledan distolse lo sguardo da quel riflesso quasi ipnotico e si diresse verso una piazza nel cui centro era presente un anello fluttuante, questo cerchio era dorato mentre all’interno c’ era una patina azzurra. Il ragazzo allungò la mano e poi disse:

    -questo invece dovrebbe essere una porta del caos…secondo quanto si dice, questo mi dovrebbe servire per andare nei vari dungeon…la guida offerta da altimit non si smentisce-.


    non metto altro perchè non essendo corretti,la gente si divertirebbe a correggermi ogni singolo errore! :P XD

    no schenzo non metto altro perchè non c'è paragone tra questo testo e gli altri li sopra. A voi il giudizio :sisi:


     
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    Dopo una rapida analisi.

    Ti elenco con un elenco puntato dei consigli e dei giudizi per migliorare il tuo livello di scrittore. Vediamo un po':

    - Ho notato alcune ripetizioni, fra le quali, il nome del protagonista che compare troppo spesso. Quando si ha una narrazione semplice con pochi personaggi o addirittura uno, si può benissimo -nella maggioranza dei casi- iniziare una frase con il soggetto sottointeso.
    Se proprio vuoi ribadire un soggetto, ti consiglio di sostituirlo con acronimi come "il ragazzo" o simili.

    - La formattazione del testo che non è proprio fra le migliori. Ora non ti sto ad elencare dei modi per renderla tale; basta guardare un libro e cercare di capire come funziona a grandi linee.

    -È consigliabile non usare troppo spesso i puntini di sospensione. Prova a cambiare la frase in se o a porla in un altro modo.

    Oltre ad un altro paio di errori insignificanti non vedo altro.
    Spero di esserti stato utile anche se lo scritto è vecchio e, probabilmente, abbandonato.
     
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  12. giorgiodellagomaggiore
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    Grazie! Impiegherò tutti i tuoi consigli nei prossimi lavori! Magari più avanti posterò scritti migliori!
     
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  13. Quadro93
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    CITAZIONE
    c'è o cioè è la stessa cosa

    sarebbe sono la stessa cosa.
     
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    CITAZIONE (Quadro93 @ 3/1/2008, 21:19)
    CITAZIONE
    c'è o cioè è la stessa cosa

    sarebbe sono la stessa cosa.

    Il significato di questa frase ?
     
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  15. .:Neji:.
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    L'Assedio di Terrelimm - Frammento N° 20 I Racconti delle Terre di Fhalmareal

    SPOILER (click to view)
    Le file erano schierate, gli elfi indossavano le loro armature argentee e i lancieri e alcuni spadaccini avevano lo scudo dorato, la forma sembrava quella di un fiore con sei petali.
    Dargonath osservava le truppe sorridendo, egli era superbo poiché portava una leggera armatura d’argento fregiata con ricami d’oro, le due spade pendevano dai fianchi e lo scudo dorato era riposto sulla schiena, i capelli biondi cadevano arruffati sulle le spalle e una ciocca di capelli ricadevano sulla parte destra del volto nascondendo così la parte del volto sfregiata da una lunga cicatrice che solcando la fronte e la guancia destra aveva provocato l’impossibilità di utilizzare l’occhio destro che oramai aveva perso il colore blu celeste, che ancora conserva l’occhio sinistro, ma aveva acquisito un colore bianco; la carnagione dell’elfo era pallida più del normale, eppure il fisico a differenza degli altri elfi era robusto ed era capace di combattere per molte ore senza mai risentirne degli effetti negativi.
    Mentre l’elfo osservava le sue schiere un altro comandante stava osservando le truppe egli era Tengold, egli era il più fidato tra i generali poiché aveva spesso combattuto al suo fianco egli era maestoso quanto il re, ma egli non era un elfo ma bensì era solo in parte poiché la madre era una donna della città di Fair che si innamorò di Tendold, padre di Tengold.
    Il mezz’elfo aveva lunghi capelli neri che ricadevano in una coda sulle spalle, egli portava sempre con se un arco e una spada e vantava il merito di saper utilizzare meglio di chiunque altro l’arco, poiché le sue frecce mai caddero a terra senza essere macchiate dal sangue della genia di Neri, Tengold stava osservando il signore della città di Terrelimm e si rivolse ad egli – allora, Dargonath, cosa pensi di fare questa volta? Siamo in un inferiorità numerica di uno contro mille- L’elfo si volse fissando con l’occhio sinistro il mezz’elfo – Tengold, sai benissimo che ho il vanto di non aver mai perso una battaglia, se seguirete i miei ordini avremo una vittoria facile che sarà per sempre ricordata- Il mezz’elfo sostenne lo sguardo dell’elfo bloccandosi quasi intimorito dall’occhi che lo stava fissando – ebbene, io ti seguirò fino a quando mi sarà possibile- poi volgendosi con uno fruscio del mantello blu astro si allontanò, per avviarsi verso il suo reparto.
    Mentre gli elfi si stavano preparando alla battaglia, a pochi metri da lì altri preparativi stavano avvenendo, un sudicio accampamento era stato creato in cima alla collina che sovrastava la piana di Neldian, lì Negi un elfo della stirpe degli Illy-Duvidh, gli elfi della notte, stava osservando gli orchi e le altre creature che il fratello Neri aveva creato per distruggere la città di Terrelimm e sterminare gli elfi che ancora resistevano.
    Degli uomini tutti bendati da una tela bianca e avvolti in un pastrano oscuro che nascondeva la maggior parte del corpo parlavano tra di loro e le loro voci erano quasi terribili, ma quella peggiore era quella del più alto fra tutti che era Naegler e tra di loro il capo indiscusso poiché loro erano gli Emissari ed erano la guardia scelta di Neri e persino Negi non poteva avere la loro fedeltà poiché loro obbedivano solo a Naegler della Fiamma Oscura.
    La sera oramai era vicina e la luna stava compiendo il suo giro e con le stelle illuminava la buia notte che vedeva Dargonath seduto su una pietra al margine della piana, un piccolo accampamento era stato allestito fuori dalle mura, così da non permettere che i civili fossero colpiti, egli osservava silente la cima della collina, il volto era imperscrutabile e se qualcuno avesse cercato di leggere nel suo animo avrebbe trovato solo un leggero senso di divertimento ed eccitazione, egli era immerso nei suoi pensieri quando una voce lo distolse dalla sua meditazione, Liane, la sua compagna era davanti a lui, ella era la regina di Terrelimm, il suo volto era roseo gli occhi erano di un dolce verde smeraldo, i capelli bruni ricadevano lungo la schiena avvolti in una lunga treccia, un lungo vestito blu fasciava l’esile corpo dell’elfa ed ella sorrideva triste osservando l’elfo.
    La flebile voce risuonò nello spazio che occupavano lei e l’elfo – Dargonath, perché vuoi combattere sulla piana? Perché non puoi combattere sulle mura?- a quelle parole l’elfo sorrise –Liane sai bene che se rimanessi in città rischieremmo di far ferire gli abitanti innocenti, non voglio correre il rischio che questo avvenga- l’elfa scrollò le spalle – ma insomma, perché vuoi sempre rischiare la vita? Hai mai pensato a me… ogni volta che tu parti mi sento male, penso sempre che tu possa morire da un momento all’altro- a quelle parole l’elfo fece un gesto esasperato –Liane, io penso a te… ma devi capire che sono il re e come tale ho delle responsabilità-.
    L’elfa allora non resse più e gettò le braccia al collo del marito e scoppiò a piangere – ti prego fai attenzione- Dargonath la strinse a se sorridendo –lo farò-.
    Rimasero per un attimo abbracciati ma all’improvviso un sibilo nell’aria infranse quella quiete inverosimile e delle frecce si infissero nel terreno vicino ai due elfi, Dargonath imprecò e senti improvvisamente il corpo di Liane afflosciarsi, due dardi aveva colpito la compagna dell’elfo nella schiena e ora il sangue macchiava le vesti blu, per un attimo l’elfo guardò le frecce nella schiena della compagna rendendosi conto di ciò che era successo e del fatto che un gruppo di orchi era saltato fuori dalla boscaglia ai lati della piana; depose a terra il corpo oramai freddo dell’elfa ed estrasse rapido le due spade e si avventò sulla prima creatura che aveva fatto la comparsa e impugnava una pesante ascia bipenne, cercò di abbatterlo con un fendente ma egli lo bloccò e sferzò un tondo che sfiorò il fianco destro dell’elfo che sferzò un montante aprendo nell’addome della creatura uno squarcio da cui con un getto uscì del sangue.
    Ma l’elfo si era distratto e un colpo squarciò l’armatura d’argento e la lama di un secondo orco si macchiò del sangue dell’elfo che imprecò menando un fendente e un tondo contemporaneamente, l’orco riuscì a parare il tondo diretto al fianco, ma il fendente lo colpì squarciando l’elmo arrugginito e spaccandogli la scatola cranica.

    Una scure venne fatta roteare in aria per colpire il busto dell’elfo che accorgendosi della minaccia si chinò rapidamente per evitare il colpo e sferzò due tondi diretti al ventre dell’orco che venne tagliato in due e cadde al suolo in una posizione scomposta, Dargonath si rialzò ma sfortunatamente un lupo cavalcato da un orco balzò da oltre il cespuglio balzando sopra l’elfo che crollò sotto il peso della creatura, l’animale aveva posto le zampe anteriori sul torace del re, e l’orco che cavalcava il lupo sta già alzando la lancia che sarebbe caduta sulla gola dell’elfo quando all’improvviso una freccia sibilò conficcandosi tra le scapole dell’orco che vacillò sulla sella per poi essere disarcionato definitivamente da una seconda freccia che penetrò la giugulare del demone.
    Il lupo vedendo cadere il suo cavaliere osservò in direzione da cui erano giunte le frecce ma i suoi occhi brillarono al buio rivelando così anche la posizione del lupo che si ritrovò due frecce conficcate negli occhi e in preda a un acuto dolore fuggi con la coda tra le gambe, guaendo, subito dopo arrivò Tengold con in mano l’arco composito e vedendo la scena imprecò.
    Dargonath nel frattempo si era rialzato tenendo una mano sulla ferita al costato sinistro da cui sgorgava copiosamente il sangue, che macchiava la bella armatura d’argento e scivolava lungo le dita che cercavano di bloccare in parte l’emorragia, osservava il corpo di Liane oramai pallido e senza vita, non riusciva a sopportare quel che era successo la mano strinse di più l’elsa della spada graffiandogli il palmo da cui iniziò lentamente a scorrere del sangue; Tengold lo osservava con tristezza.
    Dargonath raccolse il corpo di Liane e lo portò al palazzo, passando per le vie tutti i cittadini si affacciavano e vedendo la regina esamine piangevano poiché sempre ella insieme al re aveva difeso i loro interessi e ideali, una giovane donna di razza elfica si fece avanti piangendo poiché lei era la dama da compagnia di Liane ed erano cresciute insieme fin dalla più tenera età, il suo nome era Elean, e tra le lacrime si rivolse all’elfo facendo una riverenza – mio signore, cosa desiderate che faccia?- chiese con un singhiozzo che non riuscì a trattenere; l’elfo non si scompose nonostante il dolore fosse molto –ebbene voglio che domani vengano celebrati i funerali, ma io non ci sarò, pertanto procedete pure senza di me, ora devo ritornare dai miei uomini poiché domani sarà il giorno del sangue ripagato- e detto questo si avvolse nel manto verde e si avviò nuovamente per le affollate vie osservandosi attorno e scorgendo volti di giovani donne che piangevano, uomini che lanciavano occhiate di compatimento in sua direzione, ma egli continuò e varcò i cancelli e giunto nell’accampamento venne accolto dal medesimo trattamento che già gli era toccato in città.
    Poco fu il riposo dell’elfo poiché solo ad una cosa pensava, la vendetta; l’oscura bestia che dimorava in lui era richiamata e lo corrodeva col passare del tempo e man mano egli bramava sempre più affrontare in combattimento le creature che gli avevano tolto ciò che amava, non avrebbe avuto pietà.
    Il mattino giunse e il sole spandeva la sua luce rossa sulle punte degli alberi, quando Dargonath uscì dalla tenda l’esercito era già schierato, in prima fila i lancieri con lo scudo d’oro, in seconda gli spadaccini con scudo in terza gli spadaccini con due spade e in quarta fila gli arcieri, le ali erano coperte dai cavalieri, l’elfo raggiunse la seconda fila impugnando una spada e lo scudo, vennero impartiti gli ultimi ordini e la battaglia ebbe inizio.
    I cavalieri su lupi iniziarono una rapida discesa della collina seguiti dalla fanteria, che a stento teneva il passo con i cavalieri che oramai erano arrivati al centro della piana, dove vennero accolti da una salva di frecce che si conficcarono o nel terreno o abbatterono un ingente numero di orchi.
    Mentre le frecce venivano scagliate gli orchi su lupo raggiunsero la prima fila che venne spazzata via procurando però gravi perdite al nemico, subito gli spadaccini partirono in una contro carica mentre i cavalieri percorrevano la radura ai lati così da farsi strada nella battaglia e separare il grosso dell’esercito nemico da quelli intrappolati.
    Dargonath combatteva con ira, mentre avanzava nella mischia fendeva l’aria con colpì che uccisero o ferirono molti nemici, all’improvviso un orco lo prese alle spalle e cercò di colpirlo alla schiena, ma l’elfo rapidamente si girò e si parò con il dorato scudo, il colpo s’infranse sullo scudo che venne ammaccato dalla percossa della scure; con rapidità l’elfo mulinò la spada cercando di colpire la gola scoperta della creatura ma quella bloccò il tondo con il piatto della scure, allora Dargonath colpì la creatura allo stomaco con lo scudo ed egli facendo una smorfia si chino in avanti, l’elfo spostandosi menò un poderoso fendente mozzando così la testa della creatura.
    Nel frattempo Tengold guidava gli arcieri nelle retrovie e stavano compiendo un ottimo lavoro, quando all’improvviso un gruppo di orchi balzarono fuori dalla foresta iniziando a colpire e ad uccidere gli arcieri, che presero in mano le loro spade corte e iniziarono a combattere senza risparmiarsi, ma gli orchi erano molti e ben presto gli arcieri dovettero radunarsi combattendo spalla a spalla, Tengold era oramai ferito e stava per essere soverchiato quando gli orchi si ritrassero lasciando il mezz’elfo ansimante al centro di uno stretto cerchio in cui apparve un uomo bendato e avvolto in un oscuro manto lacero, l’uomo si avvicinò e rise da sotto la benda che gli avvolgeva il volto – e così tu saresti il temibile arciere? Uno sciocco mezz’elfo, davvero non capisco perché Naegler ti tema, ma comunque mi ha ordinato di farti fuori e così io farò- disse tranquillamente estraendo una lama che sembrava racchiudere una tempesta di fulmini, Tengold lo osservò con orrore e per la prima il suo coraggio venne meno e iniziò a balbettare pietrificato – chi sei tu?-
    L’uomo scoppiò a ridere a quelle parole –se davvero vuoi saperlo te lo dirò, tanto non sopravvivrai abbastanza a lungo per dire in giro chi sono- scoppiò in una risata acuta che gelò il sangue del mezz’elfo – io sono Garnagh l’Emissario della saetta- e detto questo l’uomo scattò in avanti scomparendo alla vista del mezz’elfo, ma una voce alle spalle di Tengold lo vece voltare e vide la lama alzata verso il cielo e come ultima cosa vide una luce abbagliante che si infranse al suolo e su di lui.
    Dargonath era impegnato in uno scontro folle, attaccava e parava, colpiva e schivava i nemici erano tre, due coboldo e un orco, il primo coboldo cercò di affondare la lancia nel torace dell’elfo ma egli schivando il colpo afferrò l’impugnatura della lancia e la guidò nel corpo dell’orco che strabuzzò gli occhi prima di tentare di colpire con un affondo l’elfo che però si scanso rapido e la lama affondò nella gola del coboldo che insieme all’orco stramazzò a terra esanime; il coboldo era in preda a un terrore folle e fece per darsi alla fuga, ma una figura comparve all’improvviso decapitando il coboldo, impugnava una pesante ascia bipenne ed indossava un’armatura di ferro fregiata d’oro, un manto rosso pendeva dalle spalle, il volto era contorto ma non era un orco e le orecchie a punta lo identificavano come un elfo; Negi il fratello di Neri, era davanti a Dargonath e si stavano scrutando con ira, la mano sinistra corse verso l’elsa della seconda spada e la estrasse velocemente e portandola in avanti si mise in guardia, un lieve ghigno increspava le labbra dei due elfi, Negi si avventò subito su Dargonath facendo roteare la sua ascia così da colpire con un tondo il fianco destro dell’elfo, ma Dargonath bloccò con un fendente il tondo di Negi, con la lama sinistra l’elfo tentò un affondo al torace del rivale ma egli roteò l’ascia e disarmò Dargonath della lama destra bloccando l’affondo.
    L’elfo iniziò a mulinare colpi su colpi che Negi parò uno dopo l’altro prima di tentare un tondo al fianco di Dargonath che balzò indietro per evitare il colpo del rivale, ma venne colpito alla coscia destra e inciampando crollò a terra e venne subito sovrastato da Negi, che bloccò l’elfo a terra ponendo un piede sul suo torace, subito il capitano rivale levò alta l’ascia, Dargonath osservò con l’occhio sinistro il baluginare del filo dell’arma del nemico e ne poteva sentire già la lama sulla gola.
    Ma quando oramai sembrava giunta la fine il suono di un corno possente risuonò nell’aria e fu subito seguito dal gridò di voci possenti e stridule, Negi si voltò irrequieto e fu allora che l’elfo ne approfittò della distrazione del nemico facendo roteare la lama che ancora impugnava nella mano sinistra, un schizzo di sangue provenne dalla coscia del rivale che si spostò irato, subito fece per abbattersi sull’elfo quando all’improvviso un’ascia fece la sua comparsa dal fianco destro del capitano delle orde degli orchi; Negi stramazzò al suolo ferito gravemente e dietro alla sua figura comparve un’altra figura, bassa, che arrivava alla cintola dell’elfo, una folta barba bionda come i capelli, che finiva sul petto con più trecce decorative, gli occhi sembravano braci ardenti e un ghigno divertito deformava la barba che copriva le labbra del nano.
    L’elfo sorrise al vedere la minuta figura – mai giunse soccorso più gradito Lommordh, come hai saputo che avevamo bisogno del tuo aiuto?-
    -oh sai fratello... avevamo finito le scorte di vino elfico e stavamo venendo a fare rifornimento.-
    Dunque il nano afferro il polso dell'elfo ed altrettanto fece Dargonath, così il re dei nani sostenne il re degli elfi aiutandolo ad alzarsi
     
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