I Don't Want To Know

'The Jenna Thing'

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    this is life, not heaven

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    Titolo: I Don't Want To Know (The Jenna Thing)
    Autore: prasinos
    Fandom: Original, ma trae alcuni elementi dal telefilm "Pretty Little Liars".
    Rating: Giallo (ma col tempo potrebbe aumentare).
    Warning: Per ora nessuno, ma con l'andare dei capitoli potrebbe esserci qualche avvertimento.
    Pairing: Cory Montgomery, Dianna Marin, Ian Fields, Lea Hastings.
    Trama: Una piccola festa notturna di quattro amici può trasformarsi in qualcosa di assolutamente inaspettato. Nel pieno della notte, Alison, la 'Queen Bee' del gruppo sparisce misteriosamente, e non si hanno sue notizie per più di un anno, finché, finalmente, non viene ritrovato il suo corpo. Da quel momento, però, una misteriosa persona, che si fa chiamare 'A', comincia a mandare degli SMS ambigui ai quattro ragazzi, contenenti segreti che solo Alison in persona conosceva.
    Note: //
    Wordcounter: 1239


    ‘Allora? Com’è andata?’
    Il vento notturno le scompigliava i capelli.
    ‘Male. Spero che nessuno venga a sapere che..’
    ‘Shh. Nessuna verrà a sapere la storia di Jenna.’

    --



    ‘Più a destra. No, no, più a sinistra!’ Ordinava un ragazzo ad un gruppo di operai, che, poveri, erano, almeno per quel giorno, ai servizi di Cory Montgomery.
    ‘Ecco, perfetto. No, fermi, forse un pochettino più al centro, che ne dite?’ Gli operai spostarono il gazebo, come il ragazzo diceva.
    ‘Peeerfetto’ Concluse lui, sorridendo come sempre. Quello era il suo inconfondibile, tipico sorriso da vincitore, sempre presente sul suo viso da sedicenne, spesso usato anche per sdrammatizzare.
    ‘Uff, non credevo che organizzare una festa di beneficienza fosse così difficile’ Si lamentò Cory, tra sé e sé, ad alta voce.
    ‘E tu consideri difficile una cosa del genere ?’ Disse una ragazza bionda dietro di lui. Era Dianna Marin, l’eterna cotta di Cory. Si avvicinò al ragazzo, lasciando dei fogli sul tavolo.
    ‘Mi ha chiamato Lea.. Domenica c’è il funerale di Alison.’ Disse, abbassando lo sguardo. Evidentemente il dolore era ancora presente.
    ‘In qualche modo dobbiamo ringraziarla. Voglio dire, è grazie a lei che ci siamo riuniti..’ Aggiunse lui, non sapendo bene cosa dire. La ragazza lo liquidò con un semplice sguardo, non aggiungendo nemmeno una parola.
    ‘Ah sì, ti stava cercando Ian, ma non so dove sia. Chiamalo al cellulare.’ Si ricordò di dirgli.
    ‘A dopo’.

    --



    ‘Ehi Ian, ci sei?’ Disse Cory, che lo aveva chiamato al cellulare, come gli aveva suggerito Dianna.
    ‘Pronto? Cory? Sì sì, ci sono!’ Rispose lui, mentre frugava tra i cassetti della sua camera, cercando qualcosa.
    ‘Trovato!’ Esclamò. ‘Temevo me l’avessero rubato’ Spiegò lui, infilandosi il portafoglio in tasca. ‘Comunque.. Ti cercavo perché volevo parlarti di una cosa.. Perché non mi raggiungi? Ci possiamo vedere al Rosewood Pub, non è molto lontano da casa tua’.
    ‘Ok’ Disse Cory, chiedendosi di cosa volesse parlargli l’amico. Sembrava una cosa importante.

    --



    Cinque minuti ed entrambi arrivarono al punto d’incontro. Presero un tavolo ed ordinarono un milkshake a testa.
    ‘Senti, Cory.. Volevo parlare di quella notte..’ Cominciò Ian, tentennando. L’amico alzò un sopracciglio, incredulo.
    ‘Ancora?’ Rispose di getto. ‘Non sappiamo cos’è successo ad Alison! Non sappiamo chi l’ha uccisa! Non puoi continuare a pensare a quella notte e ad addossarti la colpa. E’ passato un anno, ok? Hanno trovato il corpo e Domenica ci sarà il suo funerale. Perché continuare a pensarci?’ Domandò insistente Cory, visibilmente scosso dalla confessione dell’amico.
    ‘Beh, guarda tu stesso’ Ian prese il cellulare dalla sua tasca, ed aprì la cartella dei messaggi. ‘Tieni, da’ un’occhiata.’

    Cos’hanno in comune un capannone e 4 ragazzi? Di certo non il cadavere di un’adolescente..
    -A


    ‘Credi davvero a certe cazzate?’ Sbottò Cory. ‘E’ sicuramente uno scherzo!’
    ‘Non essere così ingenuo! Come fanno a sapere di quella notte? Del capannone? … Di Alison?’ Rispose Ian, mentre riponeva il suo cellulare in tasca. ‘Senti, ho parlato con Lea prima.. anche lei ha ricevuto un messaggio del genere, sempre dalla stessa persona. Coincidenze?’
    ‘Stai forse dicendo che Alison è viva? Hanno trovato il suo corpo, Ian. Il suo corpo. Morto.’ Riprese Cory, ancora incredulo a ciò che gli stava dicendo l’amico. Pensare che Alison fosse ancora viva era, secondo lui, decisamente da pazzi.
    ‘No, non sto dicendo questo.. Ma ragiona: chi altro sa di quella notte? Io, te, Dianna e Lea… Ed Alison.’
    ‘Senti Ian, non ho voglia di sentire certe fesserie. Ho da fare, perciò ciao. Ci sentiamo’ Cory si alzò, lasciando Ian tra i suoi mille dubbi, e tra i suoi mille timori.

    --


    ‘Ma ci credi? Voglio dire.. E’ assurdo! Completamente da pazzi.’
    Cory era sdraiato su un letto rosa, con gli occhi rivolti verso un poster di un gatto attaccato al soffitto.
    ‘Ti ho fatto vedere il messaggio.’ Disse Lea, guardando Cory che sbuffava. ‘Sai, alcune volte penso che sia colpa mia..’ Ammise Lea, nello stupore del ragazzo.
    ‘Ma cosa stai dicendo’ Disse lui, sgranando gli occhi a quell’affermazione così stupida.
    ‘Beh, l’idea della festa notturna nel capannone è stata mia. Il capannone è mio.’
    ‘E l’idea di bere l’alcohol mia. E con questo? Su dai, sarà uno scherzo di qualche idiota che quella notte, per puro caso, ci ha visto.’ Terminò lui, cercando di rassicurare la ragazza. E’ stupido come una storia del genere – pensava lui – potesse gettare nel panico due ragazzi.

    --


    L’auto accostò davanti casa di Dianna. Cory, rigorosamente vestito di nero, uscì dal veicolo, incamminandosi verso la porta dell’abitazione. Suonò il campanello, guardandosi attorno. Quel quartiere gli aveva sempre messo una certa angoscia, ma non aveva mai capito il perché.
    ‘Arrivo!’ Disse una voce dall’interno. Pochi secondi e Dianna uscì fuori. In un lungo abito nero, era più bella che mai agli occhi di Cory. Ed era anche strano, dato che stavano andando ad un funerale.
    ‘Andiamo, o faremo tardi’ Disse lei. Entrambi salirono in macchina, e nessuno spiccicò una singola parola. Non era il momento.
    O almeno finché Cory, nel pieno della sua spensieratezza, non fece degli apprezzamenti sul tempo.
    Dopo circa dieci minuti arrivarono alla chiesa, e videro Ian e Lea che li stavano aspettando, anche loro rigorosamente in nero.
    Biip! Biip!
    ‘Oh scusate!’ Esclamò Dianna, prendendo il suo cellulare. ‘Un attimo e sono da voi’.
    Fai attenzione Dianna. Ho sentito che i pranzi domenicali rendono grassi
    -A


    Rimise il cellulare in tasca, apparendo agli occhi di tutti molto turbata. Di certo non voleva rievocare alla mente certe immagini, certi tempi. Ormai era acqua passata. Non si domandò nemmeno come facesse quella ‘A’ a saperlo. Non gliene importava. Se non pensarci la aiutava a dimenticare certe cose, beh, allora non se lo sarebbe chiesto per lungo tempo. Dopo essersi sistemata brevemente i capelli – per smorzare la tensione – raggiunse i suoi amici in chiesa.

    Nella propria vita non si assistono a molti funerali, ma i quattro ragazzi sapevano che questo sarebbe stato quello più strano a cui avrebbero mai potuto partecipare. E cosa poteva rendere quel funerale ancora più strano? Niente. Se si esclude l’arrivo inaspettato di qualcuno.
    ‘Oh mio Dio’ Esclamò sottovoce Lea, guardando Dianna, anche lei impietrita.
    ‘Non può essere lei! Quand’è tornata a Rosewood?’ Chiese Cory a Ian, incredulo.
    Jenna Marshall, infatti, stava calcando il tappeto nero di quella chiesa, muovendo il suo bastone prima a destra, poi a sinistra, cercando una via sicura. I suoi grandi occhiali neri da non vedente le davano un’aria ancora più inquietante.
    ‘Cosa ci fa qui? E’ mai stata amica di Alison?’ Chiedeva Dianna, cercando di dare una spiegazione – pressoché razionale – al ritorno di Jenna.
    ‘Scusate il ritardo’ Disse lei, mentre si sedette con l’aiuto di un ragazzo.
    ‘Jason DiLaurentis? Il fratello di Alison?’ Disse Ian, guardando la faccia – ancora più stupita della propria – di Lea. ‘Non si vede a Rosewood da.. Da sempre! E che ci fa con Jenna?’.

    --


    Il funerale terminò, e l’unica cosa a cui i quattro amici riuscirono a pensare fu il ritorno di Jenna a Rosewood. Cory sembrava il più nervoso tra i quattro, ma aveva il suo buon motivo per esserlo. Prese il suo cellulare, aprì la cartella ‘Messaggi’ e premette il pulsante ‘Cancella’.
    Pochi secondi dopo squillò. E fecero lo stesso i cellulari di Dianna, Ian e Lea.
    I quattro si guardarono, con espressioni miste alla paura, angoscia e, perché no, curiosità.

    Sono ancora qui, stronzi. E so tutto.
    -A.
     
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