Cimice

Storia breve. Autore:-Leon

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    CITAZIONE

    Cimice




    Premessa:questa storia è basati su fatti veri. Non è adatta ad un pubblico di bambini. Non è adatta a chi non vuole credere. Non leggete se non volete rimanere turbati.
    Chi legge sarà sospettoso verso molte cose per molto tempo.
    Non credetemi per favore.


    Alle persone piacciono molto i reality. Molti pensano che ciò accada perchè quel che succede nel programma è reale, in un certo senso perchè ci vediamo riflessi nello schermo del televisore.
    Cazzate.
    In verità li fanno chiamare reality perchè rispecchiano ciò che accade sotto gli occhi di certa gente: persone che guardano altre persone nella loro vita quotidiana.

    Ecco signori miei, la verità: siamo controllati. Costantemente.
    Siamo controllati mentre mangiamo, mentre parliamo di quel che è successo al cugino del vostro amico, mentre state telefonando, mentre dormite, mentre vi masturbate, mentre vostro padre tradisce vostra madre, e là sopra, oltre le cuffie o la telecamera, c'è qualcuno che ascolta e vede e magari si masturba con voi.
    Se un giorno navigando per i siti porno vedete un vostro conoscente con una donna, non è detto che sia stato lui a mettere quella cosa lì.

    Il Segugio scoprì tutto questo all'età di 18 anni.
    Era un ragazzo che viveva la sua vita tranquillamente. Studiava, usciva con gli amici, pomiciava con la ragazza, aveva i suoi sogni, portava a spasso il cane e tutte queste cose normali.
    Finché un giorno trovò una cimice dietro il suo comodino.Il Segugio era un tipo curioso, gli piaceva sapere la verità, perciò immaginate come si sentì.
    Il dubbio e la paura cominciarono ad accompagnarlo a scuola e in giro con gli amici ; a quel punto non poteva che cominciare a fare qualche ricerca.
    Scoprì che non erano stati i suoi genitori: trovò sparse per tutta casa all'incirca altre 9 cimici.
    Il giorno dopo aver trovato l'ultima, andò in un negozio e comprò una piccola videocamera. La mise all'entrata di casa, nascosta tra due vasi di piante d'edera su una mensola alta.
    I giorni passavano e molte videocassette finivano spaccate nel cesso per essere mangiate dalla casa.
    Un pomeriggio, quando i suoi genitori non c'erano, guardò la sua quattordicesima.

    L'ora del video segnava le 10:47, ora del mattino in cui non c'è nessuno a casa.
    La serratura gira:clak. Nessuna forzatura. Un uomo apre con le chiavi.
    Si aggira tranquillamente, ha la faccia abbassata, con gli occhiali da sole puntati su una scatolina nelle mani. Comincia a piazzare cimici in punti insoliti e nascosti, molte di più e molto più piccole.
    Ad un certo punto alza gli occhi: quell'uomo già lo conosce.
    Ogni tanto l'ha accompagnato a casa. Fino a qualche anno prima era andato perfino a casa di quell'uomo. Sapeva il suo nome. Sapeva il suo cognome. Sapeva persino il suo secondo nome.
    Era il padre del suo migliore amico.

    La cosa peggiorò: il Segugio voleva sapere sempre di più la verità e così cominciò a chiudersi nella sua missione personale.

    Cercò sulle pagine gialle e trovò il numero di telefono e l'indirizzo di quell'uomo.
    Comprò dei piccoli aggeggi che servivano a disturbare le cimici emettendo suoni a bassissima frequenza.
    Un sabato pomeriggio, dopo la scuola, aspettò quell'uomo sotto il palazzo in cui viveva.
    Il segugio portava una felpa grigia con cappuccio e tasca unica al ventro e un paio di vecchi jeans azzurri, chissà magari l'avete visto.
    Alle ore 17:13 colse l'uomo di dietro e gli puntò una pistola finta da sotto la felpa.
    Salirono nell'appartamento. Gli fece chiudere le finestre. Alzò lo stereo e il televisore e accese i disturbatori in ogni stanza. Fece sedere la spia in un angolo della cucina. Sorridendo e gustando la prossima vendetta, lasciò la pistola nella tasca e afferrò un affilato coltello da cucina con la manica grigia.
    Lo fece sedere su pavimento. Lo fece spogliare e buttò tutti i vestiti, persino le mutande, in un altra stanza. Gli fece legare gambe e piedi con triplo giro di scotch. Gli girò le mani dietro la schiena, con gomiti piegati e palmi alle spalle e legò gli arti.
    Lo gettò addosso al muro e con il riflesso argentato puntato alla gola gli chiese:
    dimmi il tuo nome.
    Glielo disse. Quello che già sapeva.
    Dimmi quello vero.
    La spia la chiamavano cimice.
    Spiegami perchè.
    Cimice capì.

    Dietro tutto c'è un agenzia. La realtà è un agenzia che piazza cimici, spie e tutto ciò che è possibile nelle nostre case e nelle nostre macchine.
    Lo fa attraverso agenti in borghese che magari per strada sembra che ti diano una botta mentre in verità ti piazzano una cimice nei vestiti.
    Altri sono quelle ombre che ci sembra di vedere dietro di noi quando ci giriamo di scatto.
    Altri sono idraulici, controllori del gas, postini, venditori porta a porta.
    Altri mettono cimici nei nostri pacchi, nei prodotti che abbiamo comprato, nelle automobili, nei televisori, nei pc e in molto altro.
    Lo fanno per una semplice esigenza di mercato. In un epoca in cui la comunicazione è rapidissima, il valore di un informazione è divenuto altissimo ed è così che ti ritrovi multinazionali, enti di commercio, partiti, politici e pezzi grossi che pagano cifre esorbitanti per un abbonamento annuale riguardo le informazioni di una o un notevole gruppo di persone.
    Sanno cosa dici, cosa ti piace, che cosa fai. Sanno tutto di te.
    Ti è mai capitato di parlare di un argomento con un conoscente e pochissimo tempo dopo, al massimo qualche giorno, trovarti un programma in televisione, in prima serata, su quel preciso argomento, senza preavviso?
    Ora sai perchè.

    Il Segugio capì.
    Capì che non poteva sconfiggerli in quella maniera. Non poteva far nulla.

    Se non puoi sconfiggere il nemico, alleati con lui.



    Chiese come poteva mettersi in contatto. Cimice gli disse di liberarlo e non ucciderlo appena gli avesse detto come. Rispose: ok. Gli indico con un cenno di testa il cellulare.
    Un buon coltello di cucina si riconosce nel momento in cui si taglia la carne. Un buon coltello da cucina taglia la carne come fosse burro.
    Sangue esplose in uno sprizzo rosso dall'interno coscia. La lama argenta, stretta nel cotone grigio, uscì fuori lentamente, scodinzolando di eccitazione e sbavando sangue.
    Afferrò il telefono. Spense i disturbatori. Spense il televisore in cucina e disse:

    So che mi sentite. Chiamatemi qua.



    Il segugio entrò nell'agenzia al posto di Cimice. Il suo collega di lavoro, scoprì con sorpresa e divertimento, era il suo migliore amico, figlio di Cimice. Lo chiamavano Baskerville.
    Segugio e Baskerville oltre che ottime spie sono anche ottimi assassini. Sono diventati i sicari dell'agenzia.
    Segugio tradì la sua famiglia. Continuò a farla spiare.
    Segugio sacrificò la sua famiglia e molte altre. Piazzò molte cimici e fiutò il Capo.
    Anche nella sua casa piazzò cimici...

    ...prima o poi, il leone capo invecchia e il leone giovane più forte lo caccia...






    ...e una bomba.









    Fidarsi è bene.
    Non fidarsi è meglio.




    Edited by -Leon - 6/3/2009, 21:31
     
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