Racconto per concorso

scritto da me

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  1. .Gìgà.
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    Allora, premetto che questo scritto, mi è venuto una merda.
    Infatti sono stato obbligato a farlo dalla prof ed è su questo tema:

    CITAZIONE
    Vivere la legalità come strumento e garanzia di libertà, progesso e solidarietà

    Devo fare un racconto su questo. Ecco la prima parte, non l'ho ancora finito e devo ancora controllare gli errori, quindi guardateil contenuto.

    CITAZIONE
    Mi tremavano le mani in quel giorno. Nel cielo l’aria era gelida quanto il mio cuore. Cadeva la pioggia da giorni, in pozzanghere di marrone, tuoni tempestavano cuore e testa di questo mondo. E me.
    Ogni mattina, stanco della monotonia, aprivo l’ombrello e andavo a scuola sognando vite migliori. In quei momenti persi nei miei pensieri, evitavo l’acqua che mi voleva, camminavo stanco, e fingevo di vivere. Scoprivo il mondo nuovo, che forse era quello vero: ipocrisie formali di gente bugiarda, disposta a sacrificare se stessa per salvarsi, ma mai per aiutare. Quel mondo, che si rigenerava ogni anno, cominciava a crollare davanti ai miei occhi. Le persone passavano incuranti di tutto, medici di se stessi. Premendo i piedi sull’asfalto, vidi l’azione di tutto ciò. Un ragazzo, vestito come sono soliti tutti, picchiava un altro ragazzo. Che schifo, pensai, ma andai avanti. Il primo passo ed il secondo parlarono per me. Ero arrabbiato con il mondo, presi una roccia, e lo uccisi. Si, l’ho ucciso.
    Cosa mi ha spinto a farlo? Non lo so, non lo so. Eppure senta la coscienza pulita, ho salvato questo mondo. Il ragazzo che veniva picchiato se ne è andato, fugge ancora da quella scena. Io invece che, assennato dal diavolo in persona -nonché il ragazzo che picchiava un suo coetaneo- , premevo quella pietra sulla sua faccia. Mi hanno detto che devo stare in galera per due anni. Che strano, penso, io, che sono il bene legale, sono diventato il male imperfetto. Allora c’è il bene legale? E’ possibile vivere liberi e legalmente? Non vanno in contrasto queste due cose?
    Secondo la legge è sbagliato fare quello che io, libero, ho fatto. Ma così, il ragazzo diavolo non ha più avuto la libertà. La mia finisce dove inizia la sua, allora?
    Probabilmente è così. In questa prigione, priva del mio cuore, ho tempo per pensare, ma più ci provo più mi corrodo. Devo uscire da qua, non ce la faccio più. Oppure è la giusta punizione per ciò che ho fatto? Non lo so, non lo so. Sono troppo confuso, non c’è più niente a cui tendere la mano. Stavo pensando che sono io ad essere diventato quelli che criticavo. E’ impossibile però, loro non pensano, io si. Quanto era bello fingere di vivere, seppure amaro. Però sono sicuro di una cosa, non credo che ci saranno molti altri come me. Ne lo desidero, ne così sarà. Queste regole imposte, chiamate leggi, queste tenaglie d’anime, mi hanno fatto finire qui.
    Io volevo salvare il ragazzo, nient’altro. Ho agito male. Ma cosa dovevo fare? Come potevo garantirgli la libertà di essere se stesso? Non in quel modo, certo, ma in quale altrimenti?
    Sentendo gli echi dei lamenti di chi ha agito male, mi sdraio, forse il sonno ristoratore mi darà una risposta. Non riesco a dormire. Che altro modo avevo per salvarlo?
    Più ci penso, più non trovo una risposta. Potevo uccidere tutti e due, nessun testimone. No, no, non avrei salvato nessuno. Avrei potuto..no, no. Ma cosa allora avrei potuto fare, per salvare lui e me? Quante domande utili per il cuore quanto inutili per la pancia. Avevo fame. Qua il rancio fa vomitare. Credo che ci urinino dentro, o peggio. Vai a capire l’uomo, essere strano! Siamo capaci di ucciderci tra noi, chi lo fa se non noi? Ci evitiamo, ci amiamo, ci odiamo, ci calpestiamo, eppure siamo uniti nella stupidaggine. Anche io sono stupido, non avevo trovato altro modo per salvarlo. Potevo parlare con qualcuno, no? E’ vero, la soluzione sarebbe stata più lunga, ma ci avrebbe salvato.
    Ancora oggi mi tremano le mani, ho ancora i pezzi di quella roccia rotta. Si, potevo parlarne, sarebbe stato un modo. Oppure ancora meglio potevo non fare niente. No no, così sarebbe morto. Perché non ho chiamato la polizia? Diamine che stupido. Quelle dannati leggi avrebbero potuto salvarmi, sarei stato sia solidale, sia avrei dato un buon esempio di progresso. Ma invece ho fatto la stupidata, sono stupido, sono io il male, sono l’illegale. Che rima strana, noi umani ci associamo troppo alla musica, alle canzoni, perché ci portano i mondi non reali. Anche adesso, in questa prigione illuminata, un neon mi pende sulla testa, i topi mi accarezzano i piedi, ma sento il bisogno di non esistere qui. Se avessi rispettato quel dannato pezzo di carta, avrei dovuto parlarne, chiamare la polizia. Dio, se li finisce la mia libertà, le leggi possono aiutarmi ad allungare quella altrui?

     
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  2. $.GiuanV!p.$
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    Personalmente, mi è piaciuto molto, è scritto anche in un italiano molto soddisfacente.
    Cioè, quando hai descritto la scena di quei due ragazzi che litigavano non avrei mai immaginato che accadesse quest' azione così tragica.
    Ebbravo :asd:
     
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  3. Moridin
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    Ora non avrei tempo/voglia di leggerlo, ma dalle prime sette righe ti dico questo: sembra un insieme di frasi; occhio alla scelta della punteggiature e alla costruzione delle frasi :sisi:
     
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  4. -Leon
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    CITAZIONE (.Gìgà. @ 18/2/2009, 22:55)
    Allora, premetto che questo scritto, mi è venuto una merda.
    Infatti sono stato obbligato a farlo dalla prof ed è su questo tema:

    CITAZIONE
    Vivere la legalità come strumento e garanzia di libertà, progesso e solidarietà

    Devo fare un racconto su questo. Ecco la prima parte, non l'ho ancora finito e devo ancora controllare gli errori, quindi guardateil contenuto.
    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Mi tremavano le mani in quel giorno. Nel cielo l’aria era gelida quanto il mio cuore. Cadeva la pioggia da giorni, in pozzanghere di marrone, tuoni tempestavano cuore e testa di questo mondo. E me.
    Ogni mattina, stanco della monotonia, aprivo l’ombrello e andavo a scuola sognando vite migliori. In quei momenti persi nei miei pensieri, evitavo l’acqua che mi voleva, camminavo stanco, e fingevo di vivere. Scoprivo il mondo nuovo, che forse era quello vero: ipocrisie formali di gente bugiarda, disposta a sacrificare se stessa per salvarsi, ma mai per aiutare. Quel mondo, che si rigenerava ogni anno, cominciava a crollare davanti ai miei occhi. Le persone passavano incuranti di tutto, medici di se stessi. Premendo i piedi sull’asfalto, vidi l’azione di tutto ciò. Un ragazzo, vestito come sono soliti tutti, picchiava un altro ragazzo. Che schifo, pensai, ma andai avanti. Il primo passo ed il secondo parlarono per me. Ero arrabbiato con il mondo, presi una roccia, e lo uccisi. Si, l’ho ucciso.
    Cosa mi ha spinto a farlo? Non lo so, non lo so. Eppure senta la coscienza pulita, ho salvato questo mondo. Il ragazzo che veniva picchiato se ne è andato, fugge ancora da quella scena. Io invece che, assennato dal diavolo in persona -nonché il ragazzo che picchiava un suo coetaneo- , premevo quella pietra sulla sua faccia. Mi hanno detto che devo stare in galera per due anni. Che strano, penso, io, che sono il bene legale, sono diventato il male imperfetto. Allora c’è il bene legale? E’ possibile vivere liberi e legalmente? Non vanno in contrasto queste due cose?
    Secondo la legge è sbagliato fare quello che io, libero, ho fatto. Ma così, il ragazzo diavolo non ha più avuto la libertà. La mia finisce dove inizia la sua, allora?
    Probabilmente è così. In questa prigione, priva del mio cuore, ho tempo per pensare, ma più ci provo più mi corrodo. Devo uscire da qua, non ce la faccio più. Oppure è la giusta punizione per ciò che ho fatto? Non lo so, non lo so. Sono troppo confuso, non c’è più niente a cui tendere la mano. Stavo pensando che sono io ad essere diventato quelli che criticavo. E’ impossibile però, loro non pensano, io si. Quanto era bello fingere di vivere, seppure amaro. Però sono sicuro di una cosa, non credo che ci saranno molti altri come me. Ne lo desidero, ne così sarà. Queste regole imposte, chiamate leggi, queste tenaglie d’anime, mi hanno fatto finire qui.
    Io volevo salvare il ragazzo, nient’altro. Ho agito male. Ma cosa dovevo fare? Come potevo garantirgli la libertà di essere se stesso? Non in quel modo, certo, ma in quale altrimenti?
    Sentendo gli echi dei lamenti di chi ha agito male, mi sdraio, forse il sonno ristoratore mi darà una risposta. Non riesco a dormire. Che altro modo avevo per salvarlo?
    Più ci penso, più non trovo una risposta. Potevo uccidere tutti e due, nessun testimone. No, no, non avrei salvato nessuno. Avrei potuto..no, no. Ma cosa allora avrei potuto fare, per salvare lui e me? Quante domande utili per il cuore quanto inutili per la pancia. Avevo fame. Qua il rancio fa vomitare. Credo che ci urinino dentro, o peggio. Vai a capire l’uomo, essere strano! Siamo capaci di ucciderci tra noi, chi lo fa se non noi? Ci evitiamo, ci amiamo, ci odiamo, ci calpestiamo, eppure siamo uniti nella stupidaggine. Anche io sono stupido, non avevo trovato altro modo per salvarlo. Potevo parlare con qualcuno, no? E’ vero, la soluzione sarebbe stata più lunga, ma ci avrebbe salvato.
    Ancora oggi mi tremano le mani, ho ancora i pezzi di quella roccia rotta. Si, potevo parlarne, sarebbe stato un modo. Oppure ancora meglio potevo non fare niente. No no, così sarebbe morto. Perché non ho chiamato la polizia? Diamine che stupido. Quelle dannati leggi avrebbero potuto salvarmi, sarei stato sia solidale, sia avrei dato un buon esempio di progresso. Ma invece ho fatto la stupidata, sono stupido, sono io il male, sono l’illegale. Che rima strana, noi umani ci associamo troppo alla musica, alle canzoni, perché ci portano i mondi non reali. Anche adesso, in questa prigione illuminata, un neon mi pende sulla testa, i topi mi accarezzano i piedi, ma sento il bisogno di non esistere qui. Se avessi rispettato quel dannato pezzo di carta, avrei dovuto parlarne, chiamare la polizia. Dio, se li finisce la mia libertà, le leggi possono aiutarmi ad allungare quella altrui?

    Se è per un concorso vorrei ricevere il sito del concorso per vedere se richiedono lavori inediti.
    In tal caso devo togliere provvisoriamente il lavoro dalla sezione e rimetterlo quando sarà finito il concorso.
     
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3 replies since 18/2/2009, 22:55   83 views
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