Primo Capitolo di Breaking Dawn

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    CITAZIONE
    Non one is staring at you. I promised myself.No one is staring at you. No one is staring at you.
    But,because I couldn't lie convincingly even to myself,I have to check.
    As I was waiting for one of the three traffic lights in town to turn green. I peeked to the right-in her minivan,Mrs Weber had turned her whole torso in my direction. Her yes bored into mine, and I flinched back,wondering why she dindn't drop her gaze or look ashamed.
    It was still considered rude to stare at people,wasn't it?
    Didn't that apply to me anymore?

    CITAZIONE
    Nessuno ti stava fissando. L'avevo promesso a me stessa,nessuno ti sta fissando.
    Ma,visto che non riuscivo a mentire in modo convincente neanche a me stessa dovevo verificarlo.
    Mentre stavo aspettando che uno dei tre semafori in città diventasse verde, scrutai a destra nel suo minivan la signora Weber. Mi lanciò uno sguardo penetrante e io indietreggiai domandandomi perchè non smettesse di guardarmi in quel modo.
    Era ancora considerato maleducato fissare le persone,non è vero?
    Ciò non può riguardarmi oramai?

    Qui c'è una POSSIBILE MA NON CERTO riassunto del primo chap :
    CITAZIONE
    Jacob in realtà è solo corso via, ma il branco sembra essere in contatto con lui e sanno dov'è. Bella è preoccupata e chiama sempre Seth per sapere qualcosa.
    Charlie ha messo dei volantini (stile ricercato) visto che è un poliziotto, ma Billy (Il papà di Jacob) rifiuta di partecipare e dice che Jacob tornerà a casa quando lo vorrà.
    E Bella si riferisce a lui come "il testimone disperso"

    -Alice aiuta Charlie a scegliere l'abito giusto.
    -Renee e Esme hanno un ruolo importante nell'organizzazione del matrimonio, assieme ad Alice
    -C'è un momento dolce quando Edward e Bella parlano con Charlie
    -Edward compra due macchine per Bella. Una per prima del cambiamento, una per dopo. La prima ha i vetri antiproiettile o qualcosa del genere (Non è sicuro)
    -Non si sa quanto manchi alla cerimonia
    -Il capitolo finisce con Bella che si prova il vestito [sotto insistenza di Alice] e riflette
    -Il branco sa dov'è Jacob
    -Charlie pensa che Bella sia incinta all'inizio. E poi quando Edward spiega perchè si vogliono sposare così presto, dice che vogliono che sia ufficiale prima che vadano al college insieme
    -Renee se l'aspettava che si sposassero dalla loro visita in Eclipse, per il modo in cui stavano insieme.

    Fonte Mortal And Vampire
     
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  2. Vera Fire
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    Come immaginavo , Jacob non era fuggito per tanto tempo. Questo mi da sollievo. Per il resto penso che oramai bella ed edward lo faran molto presto , e che lei diverrà una vampira. (Sopratutto la regina bianca in copertina mi dà da pensare) . Quindi penso proprio sarà il capitolo conclusivo... non vedo l'ora XD
     
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    Primo capitolo, tradotto dalle ragazze di un forum [di cui non sò quale sia, perchè l'ho trovato su un altro]
    CITAZIONE
    1. FIDANZATA


    Nessuno ti sta guardando, mi promisi. Nessuno ti sta guardando. Nessuno ti sta guardando.
    Ma, dato che non riuscivo a mentire bene nemmeno a me stessa, decisi di controllare.
    Mentre me ne stavo seduta aspettando che uno dei tre semafori della città diventasse verde, diedi una sbirciatina alla mia destra -nel suo minivan, la Signora Weber si era girata totalmente verso di me. I suoi occhi incontrarono i miei e mi ritrassi, chiedendomi perchè non avesse fatto cadere il suo sguardo o non fosse imbarazzata.
    Era ancora considerato maleducato fissare le persone, o no?
    Non valeva più con me?
    Allora mi ricordai che quei finestrini erano così scuri che probabilmente lei non sapeva se ci fossi io dentro, e tanto meno che avessi incontrato il suo sguardo. Tentai di consolarmi dal fatto che lei non stava fissando me, solo la macchina.
    La mia macchina. Sigh.
    Guardai a sinistra e gemetti. Due pedoni erano immobili sul marciapiede, perdendo la loro occasione di attraversare la strada in quanto mi fissavano. Dietro di loro, il signor Marshall stava guardando attraverso la lastra di vetro del suo piccolo negozio di souvenir. Almeno non aveva schiacciato il suo naso contro il vetro. Non ancora.
    Il semaforo diventò verde e, nella fretta di scappare, schiacciai con forza l’acceleratore senza pensare - nello stesso modo in cui avrei fatto per far sì che la mia vecchia Chevrolet[il pick-up] partisse.
    Il motore ringhiò come una pantera a caccia, la macchina sbalzò in avanti così veloce che il mio corpo finì contro il sedile di pelle nera e il mio stomaco si appiattì contro la mia spina dorsale.
    «Argh!.» boccheggiai, mentre cercavo il freno. Rimanendo lucida, toccai solamente il pedale. La macchina si mosse incerta fino a fermarsi del tutto.
    Non sopportavo l’idea di dovermi guardare attorno per vedere le reazioni. Se ci fossero stati dubbi sul chi stesse guidando la macchina fino a poco prima, ora erano spariti. Con la punta della mia scarpa, schiacciai leggermente l’acceleratore di mezzo millimetro, e la macchina partì ancora una volta in avanti.
    Riuscii a raggiungere la mia meta, il distributore di benzina. Se non fossi stata a secco, non sarei mai entrata in paese. Andavo in giro senza un po’ di cose in quei giorni, come …(?-manca) e i lacci per le scarpe, per evitare di passare del tempo in pubblico.
    Come se fossi stata nel mezzo di una gara, aprii lo sportello, tolsi il tappo, passai la carta di scansione e inserii l’erogatore nel serbatoio in pochi secondi. Naturalmente non c’era niente che io potessi fare affinché i numeri sul distributore aumentassero il ritmo. Essi …(?-manca) lentamente, quasi come se lo facessero solo per farmi arrabbiare.
    Non era una giornata luminosa - ma un tipico giorno freddo a Forks, stato di Washington - ma sentii comunque i riflettori puntati su di me, attirando l’attenzione sul fine anello che portavo sulla mia mano sinistra. In momenti come quello, percependo gli sguardi puntati sulla mia schiena, mi sembrava di sentire che l’anello vibrasse come una luce a neon: Guardami, guardami.
    Era stupido esserne così consapevole, lo sapevo bene. Oltre a mio padre e mia madre, era davvero così importante quello che diceva la gente a proposito del mio fidanzamento? E a proposito della mia nuova macchina? E a proposito della mia misteriosa ammissione ad un college dell’Ivy League? E a proposito della mia lucente carta di credito nera che sentivo rossa nella mia tasca posteriore in quel momento?
    «Ma sì, chi se ne frega di quello che pensano.» bofonchiai tra i denti.
    «Ehm, signorina.» mi chiamò una voce maschile.
    Mi girai e subito dopo mi augurai di non averlo fatto.
    Due uomini stavano accanto ad un SUV eccessivamente decorato con un kayak nuovissimo legato sul tettuccio. Nessuno dei due guardava me, fissavano entrambi la macchina.
    Personalmente non capii. Al contrario di loro, ero orgogliosa di distinguere i simboli della Toyota, della Ford e della Chevrolet. Quella macchina era di un nero lucido, elegante e graziosa, ma rimaneva sempre una macchina per me.
    «Mi dispiace disturbarla, ma mi potrebbe dire che tipo di macchina sta guidando?» chiese il più alto dei due.
    «Ehm, una Mercedes, giusto?»
    «Sì.» disse educatamente l’uomo, mentre il suo amico più basso roteava gli occhi alla mia risposta. «Lo so. Ma mi chiedevo.quella è…sta guidando una Mercedes Guardian?» L’uomo pronunciò il nome con riverenza. Ebbi come l’impressione che quell’uomo potesse andare d’accordo con Edward, il mio…il mio fidanzato( non c’era bisogno di evitare quella verità con il matrimonio da lì a pochi giorni. «Non dovrebbero essere ancora disponibili in Europa.» continuò l’uomo. «Tanto meno qui.»
    Mentre i suoi occhi tracciavano il contorno della mia macchina - non mi appariva diversamente dalle altre berline Mercedes, ma che ne sapevo? - contemplai brevemente i miei problemi con parole come fidanzanto, matrimonio, marito, ecc.
    Non riuscivo a metterle nella mia testa, tutto qui.
    Da un lato, rabbrividivo ad ogni pensiero di un morbido vestito bianco e di un bouquet.
    Ma più di questo, non riuscivo a conciliare lo stabile, rispettabile e monotono concetto di marito con il mio concetto di Edward. Era come assumere un arcangelo come contabile; non riuscivo a vederlo in quel ruolo comune.
    Come sempre, non appena iniziai a pensare ad Edward, fui presa da un vertiginoso vortice di fantasie. Lo sconosciuto si schiarì la voce per catturare la mia attenzione: era ancora in piedi, aspettando una risposta sul modello della macchina.
    «Non lo so.» gli dissi, sincera.
    «Le da fastidio se faccio una fotografica con la macchina?»
    Mi servì qualche secondo per cogliere quello che diceva. «Sul serio? Vuole scattare una fotografia insieme alla macchina?»
    «Certo- nessuno mi crederà se non avrò le prove.»
    «Uhm. Okay, va bene..»
    Misi velocemente a posto l’erogatore e striscia sul sedile anteriore per nascondermi mentre l’uomo, entusiasta, tirò fuori una macchina fotografica professionale dal suo zaino. Lui e il suo amico fecero a turno per mettersi in posa davanti al cofano, e dopo si spostarono a fare foto alla parte posteriore.
    «Mi manca il mio pick-up.» sussurrai a me stessa.
    Molto, davvero molto conveniente - troppo conveniente- che il mio pick-up avesse tirato il suo ultimo respiro solo poche settimane dopo che Edward ed io decidessimo il nostro assurdo compromesso, di cui un dettaglio gli permetteva di sostituire il mio pick-up quando avesse smesso di funzionare[fosse trapassato]. Edward giurò che era del tutto aspettato, che il mio furgone aveva vissuto a lungo una vita piena e che era spirato per cause naturali. Secondo lui. E , naturalmente, non potei verificare la sua storia o provare a rianimare il furgone dalla morte per contro mio. Il mio meccanico preferito- bloccai quel pensiero freddo, vietandogli di arrivare ad una conclusione. Invece ascoltai la voce degli uomini fuori, attutite dalle paret della macchina.
    «…l’hanno colpita con un lanciafiamme in un video su Internet. Non hanno nemmeno scalfito la vernice.»
    «Certo che no. Puoi far passare un carro armato sopra questo gioiello. Non è roba in commercio per qualcuno qui. E’ stata progettata maggiormente per i diplomatici, i trafficanti di armi e di stupefacenti del Medio Oriente.»
    «Pensi che sia una di loro?» chiese il più basso dei due a voce bassa. Abbassai la testa.
    «Huh,» disse il più alto, «Forse. Non posso immaginare a cosa possa servire qui introno un giubbotto antiproiettile da quattromila libbre e il vetro antimissile.»
    Giubbotto antiproiettile. Quattromila libbre di giubbotto antiproiettile. E il vetro a prova di missili? Carino.
    Che cosa era successo ai vecchi antiproiettili?
    Bè, almeno aveva un pò di senso - se avevi uno spiccato senso dell’umorismo.
    Non era che non mi fossi aspettata che Edward traesse vantaggio dal nostro accordo, gravando sulla sua parte così da poter dare di più di quando non avesse ricevuto. Avevo accettato così che lui potesse sostituire il mio furgone quando fosse stato necessario, ignorando che quel momento sarebbe arrivato molto presto, naturalmente. Quando fui costretta ad ammettere che il mio pick-up non era diventato altro che una natura morta in tributo alla Chevrolet nel mio spiazzo davanti a casa, capii che l’idea della sostituzione mi avrebbe probabilmente imbarazzata. Mi avrebbe fatta concentrare sugli sguardi e sui sussurri. Avevo ragione per quanto riguardava quello. Ma nemmeno nei miei pensieri più oscuri potevo prevedere che Edward mi avrebbe comprato due macchine.
    La macchina “per prima”. Mi disse che era solo un prestito e mi promise che l’avrebbe riconsegnata dopo il matrimonio. Non aveva alcun senso per me.
    Fino a quel momento.
    Ha ha. Poiché ero un’umana così fragile, così tendente ad avere incidenti, cos vittima della mia stessa sfortuna, apparentemente avevo bisogno in una macchina resistente ad un carro armato per tenermi salva. Spiritoso. Ero sicura che lui e suo fratello si fossero divertiti parecchio per questa presa in giro alle mie spalle.
    O forse, solo forse, una voce leggera sussurrava nella mia testa, non era solo presa in giro, sciocca. Forse era davvero preoccupato per te. Non sarebbe stata la prima volta che Edward esagerasse tentando di proteggerti.
    Sospirai.
    Non avevo ancora visto la macchina “per dopo”. Era nascosta sotto un lenzuolo nell’angolo più remoto del garage dei Cullen.
    Probabilmente non era un giubbotto antiproiettile - perché non ne avrei avuto bisogno durante la nostra luna di miele. La futura indistruttibilità era uno dei tanti benefici che non vedevo l’ora di avere. I migliori vantaggi di essere un Cullen non erano macchine costose o impressionanti carte di credito.
    «Hey.» mi chiamò l’uomo più alto, con le mani a coppa sul vetro nel tentativo di guardare dentro. «Noi abbiamo finito. Grazie mille.»
    «Si figuri.» replicai, e mentre accendevo il motore e abbassavo -mai così lievemente- il pedale in basso mi innervosii.
    Non importava quante volte avrei guidato per le strade familiari verso casa, ancora non riuscivo a far sparire i volantini bagnati di pioggia nello sfondo. Ognuno di essi, spillato ai pali del telefono e attaccato con il nastro adesivo ai cartelli stradali, era come uno schiaffo sulla mia faccia. Uno schiaffo sulla faccia ben meritato.
    La mia mente fu aspirata indietro nel pensiero. L’avevo interrotto subito prima. Non potevo evitarlo percorrendo quella strada. Non con le immagini del mio meccanico preferito che mi apparivano davanti ad intervalli regolari.
    Il mio migliore amico. Il mio Jacob.
    I cartelli con scritto "AVETE VISTO QUESTO RAGAZZO?" non erano stati ideati dal padre di Jacob. Era stato mio padre, Charlie, ad aver stampato i volantini e ad averli sparsi per tutta la città. E non solo a Forks, ma anche a Port Angeles, Sequim, Hoquiam e Aberdeen e in ogni città della Penisola Olimpica. Si era anche assicurato che ogni centrale di polizia dello stato di Washington avesse gli stessi volantini appesi sul muro. La sua centrale aveva un’intera tavola di sughero che serviva per la ricerca di Jacob. Una tavola di sughero che era quasi vuota, il che era motivo della sua frustrazione e della sua delusione.
    Mio padre era deluso non solo per la mancanza di risposte. Per di più era deluso con Billy, il padre di Jacob -e l’amico più caro di Charlie.
    Per il non essere coinvolto nella ricerca del suo fuggitivo sedicenne da parte di Billy. Per il rifiuto di Billy di mettere i volantini a La Push, la riserva sulla costa che era la casa di Jacob. Per la sua rassegnazione alla scomparsa di Jacob, come se non ci fosse stato niente che potesse fare. Per le sue parole, «Jacob è cresciuto adesso. Tornerà a casa quando vorrà.»
    Ed era frustato con me perchè ero dalla parte di Billy.
    Nemmeno io non avrei messo i manifesti. Perché sia io che Billy sapevamo dov’era Jacob, approssimativamente, e sapevamo anche che nessuno l’aveva visto.
    I volantini crearono il solito nodo alla gola, le solito lacrime pungenti sui miei occhi, e fui grata che Edward fosse via per la caccia quel Sabato. Se Edward avesse visto la mia reazione, mi avrebbe solo fatto sentire peggio.
    Naturalmente il Sabato portava svantaggi. Non appena svoltai lentamente e cautamente nella mia via, vidi la macchina della polizia di mio padre nella strada di casa nostra. Aveva saltato la pesca anche oggi. Era sempre imbronciato per il matrimonio.
    Così non potevo usare il telefono dentro casa. Ma dovevo chiamare…
    Parcheggiai nello spiazzo vicino alla scultura della Chevrolet e tirai fuori da uno degli scompartimenti il cellulare che Edward mi aveva dato per le emergenze. Composi il numero, tenendo il mio dito sul tasto rosso mentre il telefono squillava. Solo nel caso. «Pronto?» rispose Seth Cleahwater, e sospirai sollevata. Ero troppo codarda per parlare con la sua sorella maggiore, Leah. La frase “staccami la testa” non era solo un modo di dire se si trattava di Leah.
    «Ciao Seth, sono Bella.»
    «Oh, ciao Bella! Come va?»
    Confusa. Disperata per essere rassicurata. «Bene.»
    «Hai chiamato per un aggiornamento?»
    «Sei un indovino.»
    «Non molto. Non sono Alice - sei tu che sei prevedibile.» mi prese in giro. Nel gruppo dei Quileute di La Push sono Seth riusciva a chiamare i Cullen con il loro nome, e tanto meno di ridere a proposito della mia quasi onnisciente futura sorellastra.
    «Lo so che lo sono.» esitai per un minuto. «Come sta?»
    Seth sospirò. «Come al solito. Non vuole parlare, anche se sappiamo che ci sente. Sta tentando di non pensare come un umano, capisci. Vuole solo seguire gli istinti.»
    «Sai dov’è adesso?»
    «Da qualche parte nel nord del Canada. Non posso dirti in quale provincial. Non fa molto caso ai confini nazionali.»
    «Qualche indizio che potrebbe…»
    «Non tornerà a casa,Bella. Mi dispiace.»
    Inghiottii a fatica. «Va tutto bene, Seth. Lo sapevo già da prima di chiederelo. Non posso fare a meno di sperarci.»
    «Sì. La pensiamo tutti così.»
    «Grazie per sopportarmi, Seth. So che gli altri stanno passando un brutto momento.»
    «Non sono i tuoi più grandi fan.» concordò, allegro. «Sono ingenui, almeno credo. Jacob ha fatto le sue scelte, tu le tue. Jake non ama il loro comportamente riguardo a questo. Ovviamente non è certo eccitato dal fatto che tu lo continui a cercare.»
    Boccheggiai. «Pensavo non ti parlasse?!»
    «Non può nascondersi da noi, anche se ci sta provando.»
    E così Jacob sapeva che ero preoccupata. Non ero certa di come dovevo sentirmi a proposito. Almento sapeva che non ero scomparsa all’orizzonte e che l’avevo dimenticato totalmente. Doveva aver pensato che ero capace di fare una cosa simile.
    «Immagino che ci vedremo al…matrimonio.» dissi, facendo uscire la parola con sforzo dai miei denti.
    «Sì, io e mia madre ci saremo. E’ stato carino da parte tua chiedercelo.»
    Sorrisi per l’entusiasmo nella sua voce.

    Caruccio come primo chapt *_*

    Edited by Nim - 27/5/2008, 21:37
     
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    Aggiornato il post precedente con il capitolo completo.
    Ricordiamo che non è ancora ufficiale che sia quello vero, ma il tutto fà ben sperare.
     
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    Ottimo!

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    Come già detto, non mi sembra male.
    Ha fatto un passo avanti.
     
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