Kingdom Hearts Forum

Posts written by Sashy

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    Trovo che gli altri abbiano detto tutto ciò che c'era da dire, e sottoscrivo ogni considerazione. Però voglio aggiungerne una mia perché non so stare zitta.

    Anzitutto, come noi non conosciamo te, tu non conosci noi. Non puoi autodichiararti il più sfortunato neanche se fosse così. È quasi dolce come tu non ti renda conto di quanto sia comune la tua situazione. La nostra generazione è segnata proprio da tutti questi problemi: paura per il futuro, incompetenza, procrastinazione, resistenza all'uscire dal nido, problemi vari dovuti all'abuso pre e adolescenziale del mondo online. Ne ho viste a centinaia di persone così.
    Congratulazioni: magari sarai fra i casi estremi, ma rientri perfettamente nel quadro tipico di un millennial.
    Ora devi solo fare il passo successivo: renderti conto che sei come chiunque al mondo e comportarti da tale. E sopratutto devi smetterla di pensare agli altri. Sei talmente preoccupato della tua immagine (così come di quella altrui) da non scavare mai in cerca di qualche contenuto autentico che ti possa aiutare a realizzarti. Il bello è che poi accusi gli altri di superficialità, ma il tuo modo di ragionare si basa unicamente sull'apparenza, è estremamente semplicistico, giudica chiunque frettolosamente ed aspramente. Tu stesso dici di aver allontanato delle persone che ci hanno provato.
    Io non credo che il mondo là fuori ti consideri un imbecille e schizzato appena ti vede. Non credo che ti considerino a prescindere un alieno. Semplicemente, Kusari, credi che gli altri ti vedano come tu vedi te stesso. Ma poiché non vuoi ammetterlo, e poiché vuoi continuare a convincerti dell'inferiorità altrui, ti crei delle enormi contraddizioni e pippe mentali.
    Cerca di leggere razionalmente quello che scrivi, guardati dal di fuori e renditi conto di cosa stai facendo. Ti stai autocommiserando. E per esperienza ti posso assicurare che, al contrario di come si direbbe, è una sensazione piacevole. Per questo continui a lamentarti senza fare niente. Godrai nello smontare ogni risposta.

    La tua adolescenza era dura perché nella vita reale eri uno sfigato e ti rifugiavi in quella online? La mia vita reale era uguale a quella online - e ti ho detto tutto. La chiave è darsi dieci ceffoni e farsi aiutare per diventare una persona che si piace.
    Il punto è questo: piacersi senza rendere conto a nessuno se non a te stesso.
    E sono sicurissima che molti utenti del forum lo abbiano realizzato attraverso i loro alti e bassi. Abbiamo tutti delle storie Kus. Continuarsi a dire "eh ma per me è diversoHH" è una scusa per non affrontare i veri problemi, quelli che arriveranno quando dovrai guardarti in faccia.

    Infine, lasciati dire che sei legato ad un'illusione. Internet era appena nato, non aveva una struttura consapevole, eravamo più o meno piccoli. Ti sentivi figo perché considerato tale da un branco di immaturi sostanzialmente. Se ora il forum tornasse fiorente come ai tempi dubito che manterresti la stessa reputazione, a prescindere dai tuoi sfoghi - è proprio il tuo modo di ragionare che mi sembra quasi anacronistico. Non penso proprio che a qualcuno importi più dei pr0 e n00b, di chi owna chi e altre stupidaggini varie (mi pare di avertelo già detto ma non ricordo). Ma forse sono troppo ottimista °A°

    Fatti aiutare che la gente buona esiste.
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    CITAZIONE (Kusari @ 11/2/2018, 14:30) 
    La quattordicenne è anche una yaoista, è come Sashy.

    Ti manco così tanto che mi cerchi nelle ragazzine con cui parli?
    E shippare maschi è comunissimo, anche per chi non è strettamente nei fandom, anche fra ragazzine. Non lo considererei più un segno distintivo.

    Volevo domandarti seriamente: quanto t'importa che la gente sospetti di te?
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    CITAZIONE (#Lu @ 12/10/2016, 18:14) 
    Trovo che le nostre personalità, almeno a parole, si somiglino molto, sotto molti aspetti. Se fossi nella tua situazione, reagirei allo stesso modo.

    Quello che vi sfugge è l'enorme quantità di ragazzi che si sente così, soprattutto studenti fuori sede appena arrivati. È un problema che tutti devono affrontare quando escono dalla loro bolla (indipendentemente dall'età e la situazione), come ne si esce dipende da te. Anche io mi ci rivedo molto nelle parole di Kusari, la differenza sta nel mio reagire diversamente — e se non avessi fatto un lavoro psicologico su me stessa probabilmente non ci sarebbe differenza alcuna.
    Per questo insisto nel dire che il problema di Kusari non è tanto la sua situazione all'uni (difficile senza dubbio btw), ma il suo approccio e il suo buttarsi giù in continuazione.

    Kus, la mia opinione rimane identica, anzi, più leggo e più ne ho la conferma. Ma quel che dicevo in principio è: non (ri)buttarti negli stessi errori, that's it.
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    Quindi non mi dici cosa studi? çç
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    Semplicemente si intuirà che ti innervosisce la compagnia altrui, ma, giustamente, non conoscendone i motivi, si faranno i cazzi loro.
    Bisogna anche entrare nell'ottica universitaria, dove non si è costretti a legare e ci si avvicina a chi sembra disponibile. Non è più un liceo dove l'interesse primario sono gruppi e schieramenti, tranne in facoltà superpopolate dove per forza gli infantili cronici si trovano.

    CITAZIONE
    La motivazione a cambiare può venire solo da te, non puoi dare la tua vita in appalto a qualcun altro.
    Qui è anche colpa mia - se possiamo parlare di colpe - perché sono anni e anni che faccio sempre i soliti discorsi, e ricevo più o meno le stesse risposte, ma non muovo un dito. Forse non ho il coraggio di buttarmi, sapendo cosa mi aspetta.

    Ovvio che la motivazione deve venire da te, infatti una terapia è inutile se non ci credi. Ma il cervello illuminato e controllabile non esiste — anzi, è un servo delle emozioni, delle fobie e delle paranoie, continuamente, soprattutto a livello inconscio. È la tua stessa testa ad ingannarti. Quindi come può non servire un aiuto esterno, di qualcuno che sappia cosa ti succede e come comportarsi di conseguenza?
    Da qui la mia idea secondo cui servirebbe a tutti, perché nessuno può aiutarsi da solo. Si pensa sempre di capire ed essere onesti con se stessi ma non è mai (e veramente MAI, non fai eccezione) così.

    Ci dirai che facoltà fai? <3

    CITAZIONE
    La cosa strana è che leggendo Sashy, nella mia testa, suona ancora la voce di una bambina. Quando ho letto "magistrale" ho istintivamente pensato: ma non faceva tipo la terza media?

    :flower:
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    CITAZIONE (Kusari @ 11/10/2016, 01:02) 
    Io sono dell'idea che lo psicologo di famiglia e figure assimilabili siano il sostituto postmoderno del parroco di paese: una persona che ascolta i fatti tuoi, che formalmente terrà la bocca chiusa (ma sono scettico al riguardo, chi non racconta aneddoti di lavoro a tavola?), che restituirà una risposta più o meno a caso presa da una rosa di frasi preconfezionate, che all'occorrenza somministrerà goccioline o pillole per correggere qualcosa sul piano fisiologico - già questo IMHO è degradante per la dignità umana: non è che se hai l'ansia vuol dire che il tuo cervello è da riparare, è lo stesso filone biologista dell'antropologia europea che ha spianato la strada al nazismo.

    Si vede che non hai mai conosciuto psicologi e psichiatri bravi. La mia esperienza è stata l'opposta.

    CITAZIONE (Kusari @ 11/10/2016, 01:02) 
    Non mi serve a niente andare da uno psicologo: dovrei avere qualcuno con cui uscire, parlare e scherzare tutti i giorni per scollarmi di casa e abituarmi.

    Non so che dirti. Io ho avuto come coinquilina una ragazza che soffriva di fobia sociale: farla stare con me ed i miei amici non ha migliorato la situazione. È anche vero che avete storie e caratteri differenti e magari neanche la stessa fobia.
    Rimango convinta dell'idea che ci voglia una guida, ma ovviamente la scelta è solo tua, e comunque sarebbe inutile senza fiducia.
    Se ti può consolare sono tantissime le persone che non riescono a farsi amici all'università. A volte penso che siano anche in maggioranza, tanti che ne sento. Vale anche per me, non so se farò amicizie alla magistrale.

    CITAZIONE (Kusari @ 11/10/2016, 01:02) 
    Sei una persona adulta, ci conosciamo, e sai che non ti ho minacciata di morte, immaginerai anche che non ami né approvi l'omicidio di donne. Scherzando si dicono un sacco di cose brutte e stupide, e anche alla luce del contesto indignarsi per una battuta mi sembra pretestuoso.

    Nnnnnnope Kusari, nope nope nope. Sei sicuramente sincero, figurati se lo metto in dubbio, ma rimane proprio orribile, anche per scherzo.

    CITAZIONE (Kusari @ 11/10/2016, 01:02) 
    P.S.: Mi fa strano quotare a spezzatino come nei tempi d'oro :°

    È VR ç__________ç
    Non farci l'abitudine che domani mi ricorderò di avere una tesi da scrivere.
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    CITAZIONE (Kusari @ 10/10/2016, 21:47) 
    In questo periodo storico ci sono matti ovunque, non si salva nemmeno il Parlamento; andare a farmi curare solo perché sarei un bamboccione bloccato nell'adolescenza mi pare un po' troppo. Quanti dovrebbero ricorrere allo psichiatra, allora?

    In verità sono fermamente convinta che tutti dovremmo avere almeno uno psicologo di famiglia, ma è un altro discorso.
    Se quello che dici nella tagboard è vero hai bisogno come minimo di una visita medica.
    E non capisco cosa c'entri che i matti si trovano ovunque. Una peste rimane da debellare.

    CITAZIONE
    Né mi pare di aver scritto qualcosa di rivoltante, ma è soggettivo alla fine.

    Se "bello bastonarti sino al femminicidio" fosse rivoltante solo per me allora non vivrei più su questo pianeta.

    CITAZIONE
    Scrivere con un nickname per me è equiparabile alle chiacchiere da bar.

    Figurati che dici dal vivo o sui social.

    Ma ho notato ora che questo post è di marzo! Omg è una sensazione troppo strana. Mi sa che mi eclisserò di nuovo.
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    CITAZIONE (Kusari @ 10/10/2016, 20:32)
    Ehh, mi sa che ti ho fraintesa: sei tornata a scrivere nel parco giochi di quando avevi 11 anni, e vuoi prendere i miei post sul serio? Hai letto questo topic scherzoso come un attacco alla tua persona, del tipo questo squilibrato sconosciuto di internet mi cita morbosamente a distanza di 10 anni?

    Ti faccio presente che da preadolescente sei stata letta e aiutata, anche da me, perciò se davvero fossi uno di 30 mentalmente rimasto a 15, usare la psichiatria per offendermi sarebbe davvero di cattivo gusto.
    E visto il contesto, forse dovresti porti qualche domanda pure tu.

    Assolutamente no, all'inizio ho risposto affettuosamente e con piacere proprio perché avevo capito benissimo il tono del post. Ma la tua ultima risposta è stata veramente orribile, l'ho presa come un attacco perché l'alternativa era un disgustoso modo di scherzare.
    Tutto il mio seguente discorso è figlio delle novità scritte da te fra le varie sezioni e nella tagboard. La psichiatria non era un insulto ma un sincero consiglio, trovo non ci sia niente di male né che tu sia conseguentemente un pazzo.
    Riguardo a me, non ho bisogno di pormi domande. So benissimo perché sono qui.
    E se mi sono sbagliata sulla tua condizione sono solo contenta, davvero :)

    CITAZIONE (Finalmente! @ 10/10/2016, 21:08)
    intanto ti chiami ancora sashi D:

    E quindi? °°
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    Madonna mia Kusari, l'ultima frase è stomachevole e inquietante. Il peggio è che hai cambiato registro di punto in bianco e senza motivo. Insisto sempre di più per una terapia.
    Comunque sentirti parlare come se fosse ancora il 2006 è, francamente, triste. Capisco la nostalgia per il passato, ma questa sembra proprio una regressione.
    (Ma poi, ownare e n00b esistono ancora come termini? C'è seriamente qualcuno che crede ancora siano concetti validi, se non gratificanti?)
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    L'ho notato, sì.
    Ora il problema è vedere se è cambiato qualcosa :O
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    È carino che tu senta la mia mancanza <3
    Ti consiglierei uno psichiatra per gli attacchi di panico.
    (E comunque io non ho mai usato le x per abbreviare le z o le s, sempre odiata questa cosa)
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    Quando cammino per le strade italiane da sola abbasso lo sguardo ed evito strade affollate, nei negozi mi vergogno così tanto che nella mia stessa città mi chiedono "ma non sei di qui vero?", ho sempre l'impressione che la gente mi sia ostile dal principio e che io debba giocare con la mia dignità. Per non parlare di quando mi ritrovo davanti dei gruppi di persone: la mia mente urla 'noooooo', poi prima di rispondere ad ogni cosa che mi dicono devo pensare. Sento una parte di me dire "fai solo danni se parli, non guardarli e soprattutto pancia in dentro".
    Anche se in quest'ultimo anno la mia vita sociale e amorosa (a tratti, ma così gira l'amore) è andata in crescendo, il disagio mi accompagna comunque.
    Mi rendo conto che la maggior parte delle mie paranoie sono per lo più capricci e brutte esperienze. Ho provato a fregarmene, non ci riesco.


    Ogni volta che mi ritrovo all'estero è come se spezzassero il filo spinato. Improvvisamente la spontaneità prende il sopravvento. Camminare da sola (e anche perdermi e chiedere indicazioni) è persino piacevole, interagire con sconosciuti è imbarazzante ma emozionante, non mi preoccupo minimamente di quello che faccio o dico e di cosa potrebbero pensare gli altri (anche quando si trattava di interazioni 'a lungo termine'). È dovuto sicuramente a fattori psicologici, semplice e ridicolo, tuttavia non posso fare a meno di chiedermi se è segno che io non appartenga a questo paese.
    Cerco sempre di essere scettica su questi discorsi, sostengo che i ragazzi siano molto più teatrali che obiettivi e pratici. Ma ovviamente faccio parte di questo giro — così come tutti voi, per ora mi pare nessuno escluso. C'è una vena esibizionista anche per il solo fatto che ogni nostra parola è pubblica, immagino.
    Ritornando al punto:
    Londra l'ho preferita a L.A. per diversi motivi e penserò sempre che sia la città dei sogni, ma quando me ne sono tornata in Italia dopo il viaggio in America ho proprio pensato "me ne sto andando da casa mia". Era tutto diversissimo, sia in positivo che in negativo. Sarà una cosa malata ma forse vivere di anime, serie tv e internet mi ha veramente dato uno stile di vita e di pensiero (non per forza migliore) che si univa perfettamente a quello visitato.
    Non parlo poi dell'università!! Un piacere andarci, una gioia svegliarmi alle 7 per poi fare circa 8 ore con solo pausa pranzo con quegli insegnanti indescrivibili. Per la prima volta non ho sentito pressioni, anche quando le valutazioni erano negative. E poi cristo tutto quello che dicevano era così costruttivo. Loro badavano a TE, al TUO percorso. Non sei un numero.
    Ricordo ancora quanto ero FELICE che il mio pitch fosse stato completamente SMONTATO dalla professoressa, perché non era una sconfitta, non era un esame andato male, non me lo ha fatto pesare minimamente.
    C'è anche da dire che due settimane non dicono molto. Però un anno in italia non mi ha dato questo entusiasmo.
    (Comunque nulla da togliere ai miei professori che a spiegare son bravissimi. L'approccio americano è solo diverso e decisamente più pratico).
    Con Londra è stata un'esperienza più astratta, emotiva e vaga, ma rimane il fatto che mi sentivo molto più ambientata lì che qui.

    Ormai mi martella solo un pensiero in testa: devo andarmene. Via da qua. Tutto tranne che qua.
    Lo so che probabilmente la mia carriera lavorativa sarà impossibile, stracciata dalla concorrenza. Mia madre vuole che mi impegni a diventare insegnante universitaria e consolarmi con i viaggi.
    Ma credete veramente che io me la senta di seguire questo consiglio quando la mia stessa personalità mi sorprende fuori da questa terra?
    Vediamo che mi dirà il Giappone, quando verrà il suo tempo.

    Intanto comunque voglio lavorare su me stessa. Perché chi cazzo sono gli altri? Io in fondo mi piaccio, l'ho capito. Devo smetterla con tutte queste stupide pippe mentali e vittimismo e sbattimento. Tutto quello che c'è nella mia testa è puramente costruito. Bisogna cambiare le basi, evidentemente.

    (È tanto caro potersi tuffare qui. Grazie di esistere)
    (Penso abbiate capito che il titolo l'ho preso dalla canzone che stavo ascoltando e che non c'entra un cazzo)
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    Non sono d'accordo con quei video ma scandalizzarsi per me è un po' da ipocriti. I cartoni animati sono sempre stati i mezzi più usati per trasmettere un messaggio ad un bambino, ci sono diecimila cartoni animati anche su Gesù così come su ogni argomento possibile. Non è niente di diverso da quello che ci hanno propinato quando eravamo piccoli noi.

    E non credo che quello che dice Vanellope, ossia che i bambini vengono completamente condizionati/plagiati, sia vero. La maggior parte degli atei/agnostici che conosco, me compresa, hanno fatto il catechismo e creduto in Gesù come ogni altro bambino in una società cattolica, con tanto di cartoni animati, rosari, preghiere. Poi sono cresciuti e il loro modo di vedere la religione è cambiato quando hanno iniziato a sviluppare senso critico.

    Questo perché quando i genitori (quelli intelligenti e non fanatici) educano i figli basandosi sulle loro credenze non vogliono obbligare il figlio a credere in qualcosa, ma vogliono proporre il loro stile di vita. Ed è giusto così, a mio parere. Da piccoli non si possono avere idee proprie, e non si può sviluppare nessuna idea nella crescita se non si sperimenta almeno quello che i genitori credono giusto.
    Poi ovvio, non bisogna obbligare. Ma quel cartone non mi sembra un obbligo.
    È normalissimo che i bimbi credano a qualsiasi cosa gli si dica, non è grave. L'importante però è non trascinare la cosa anche quando il singolo inizia ad acquisire gli elementi necessari per interpretare il mondo come vuole lui.
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    Stai fermo e fammi dire tutto. Da te non voglio sentire niente. Devi solo tu sentire me.

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    Primo, non spiegarmi perché ti "è sfuggita" quella cosa mentre parlavi con gli amici. Non voglio sapere le tue scuse, non sono sentite. Non ti sarebbe dovuto "sfuggire" e comunque dopo avresti dovuto dirmelo. E ringrazia che ti risparmio un momento così patetico per te.
    Secondo, smettila di fare il dispiaciuto per quello che hai fatto. Tutto quello che è successo si collega solo al desiderio sessuale. Perché non importa le bellissime romanticherie che ci siamo detti prima: una sera mi volevi portare a letto (grazie a dio ho detto no), il mattino dopo mi hai scaricato. Ho il diritto di pensare che quello che cercavi era la mia vagina anche se tu dici che il problema è "la tua confusione" o il fatto che "non mi puoi dare quello che voglio". Smettila, perché non ci credo. Anche se mi sembra impossibile che tu sia stato falso, non posso crederci.
    Infine, e cosa più importante, mi spiace, ma non possiamo tornare "amici" come prima. Lo so che ti ho detto che a piccoli passi si poteva perché la nostra relazione è durata così poco da considerarsi insignificante, ma qui difatti non si tratta di noi. Si tratta di me. Tu mi hai mancato di rispetto non solo come fidanzata, ma come amica e come donna.

    *



    Lo ammetto. Ho pianto, tanto. Eri arrivato dal cielo in un momento in cui mi sentivo terribilmente sola e volevo che qualcuno mi considerasse il centro del suo mondo. Ultimamente, con il mio gruppo di amiche che si sta separando e io che non so più come muovermi, mi sono lasciata trasportare da una massa che non capisce niente se non il divertimento volgare.
    Che crede che le relazioni siano giochi di potere, sottomissione. Che "bisogna trattarsi male" o "fare i preziosi".
    Mi spiace, ma io non credo in questo. Mi sono aperta con te, sia emotivamente che sessualmente, più che con chiunque altro prima e in così poco tempo, perché credo nella serenità e spontaneità di un rapporto. Non credo che quest'ultimo sia fatto di lotte, vincitori, comandanti. È fatto di confronto salutare, di apertura, di desiderio di esprimersi, di creare. "L'amore si fa in due." Avresti dovuto davvero credere a queste parole, invece di dirle in un momento di euforia.
    Mi spiace per te, che sei ancora ragazzo e probabilmente ti stai solo godendo la vita più di me. Mi spiace per alcune delle mie amiche, che per colpa di ragazzi come te stanno iniziando ad atteggiarsi da stronze. Mi spiace per i miei coetanei, che in questo momento mi sembrano tutti così.
    Non è una questione di sesso e amore. Qui si tratta di come ti comporti con l'altro.

    Non posso dire che non mi manca il tuo odore, la tua voce, il modo in cui mi guardavi che mi sembrava unico (a quanto pare semplicemente non sono in grado di capire). Ho pianto per cinque giorni, credendo che il problema fosse la mia asocialità, ma la verità è che semplicemente non sono fatta per essere quello.

    Io non sono fatta per essere come tutti voi.
    Mi spiace ma preferisco soffrire per sempre piuttosto che diventare voi.
    Divertirsi va bene, ma non quando si toccano i sentimenti altrui, di qualsiasi genere. L'affetto, quello serio, prima di tutto.
    E se questo significa che rimarrò sola o quasi, almeno fino all'università, mi va bene così.
    E se questo significa che rimarrò zitella, allora cercherò la passione in altro.


    Spero che quando gli farò questo discorso di persona, riuscirò a toccare veramente il suo cuore. Anche se per poco. Anche se per nulla.
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    CITAZIONE
    Dovrebbe raccomandarsi al sacro cuore di Gesù e fare lo scongiuramento di shamalaian, magari scaccia via il karma negativo :sisi:

    In effetti prima di partire per Lucca ho fatto una grossa cattiveria a 5 o 6 persone. Sarà quello?

    CITAZIONE
    Vabbè dai su, meglio gay che stupratore seriale.

    Non so fino a che punto si sarebbe considerato stupro.
5577 replies since 22/2/2005
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