Aki to shinjitsu

yaoi Zemyx, Akuroku, Akumaru e Mansaix!

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  1. Kuroi the black
     
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    E number 4!!!!!
    4.Jinmon no senmei – Interrogatorio di vita



    < L’hai avvicinato solo perché volevi scopare?>

    < AXEL!!!>

    < Uffa, che vuoi? Mi hai chiesto di aiutarti, no?>

    < Sì, ma abbi un po’ di pudore!>

    Axel spinse la testa indietro sbuffando, appoggiandosi allo schienale della sedia, mentre Saix diventava rosso dalla vergogna e dalla rabbia. Demyx cercò di sprofondare per terra: forse non era stata una buona idea chiedere aiuto ad Axel, sembrava che il rosso avesse colto l’occasione per tormentare Saix, con cui non aveva mai avuto buoni rapporti.

    Il biondo non osava pensare come lo avrebbe ridotto lo sfregiato se Axel avesse passato il segno.

    Erano in ricreazione, ma siccome pioveva si erano rintanati in classe per l’interrogatorio.

    < Demyx, perché deve essere questo idiota a farmi queste domande personali?>

    < Scusami, ma temo che io non riuscirei a fartele…>

    < Insomma, il problema è tuo, cosa gli importa a questa testa quadra?>

    Axel si fece scuro in volto: ma certo, in fondo lui non era così indispensabile per Demyx, gli bastava il suo tossico e il suo sfregiato. Detta così, Dem poteva passare per un boss mafioso.

    Il biondo se ne accorse.

    < No, Ax l’ho coinvolto fin dal principio, non lo voglio lasciare così! Bé, rispondi?>

    < Io… è stato un colpo di fulmine, non sono riuscito a pensare più a niente. L’ho osservato per qualche giorno e poi mi sono buttato.>

    < Ti sei buttato così, senza sapere niente di lui?>

    < Ora che ci penso, era rischioso. Xemnas aveva moltissime ragazze di un’altra scuola intorno…>

    < Chi?>

    Axel rischiò di andare in iperventilazione. Marluxia era comparso all’improvviso da dietro il rosso, con il suo solito tempismo perfetto.

    < Scusa, ma a te che te ne frega?>

    < Visto che ormai Xemnas è occupato da te, devo saper dire ai miei clienti chi sono le ragazze libere, no?>

    < Accidenti a voi tre, ma perché mi sono ficcato in ‘sto casino? Fammi ricordare, c’erano Aerith, Tifa, Yuffie, Yuna, Paine… non ricordo altre…>

    < Grazie mille! Ah, se volete guadagnare qualche spicciolo potete fare gli informatori per la società Cuori infranti.>

    < Ho una gran voglia di farti a pezzi con le forbici e nascondere a tocchetti il tuo cadavere nel cestino della carta. Traduzione: sparisci prima che ti metta le mani addosso!>

    Marluxia si volatilizzò in meno di un batter d’occhio.

    Demyx deglutì e riprese il Q&A, mentre Axel incideva il banco con le forbici.

    < Quindi, ti sei buttato perché Xemnas rifiutava le ragazze?>

    < Bé, ecco… sì, mi sono praticamente dichiarato e lui… insomma, sai com’è finita.>

    Axel cercò di soffocare il più possibile la risata al pensiero di Saix arrossito versione ragazzina alla prima cotta che balbetta frasi del tipo “Bé.. ecco… tu… mi piaci…”.

    Demyx decise di non trovarsi mai nello stesso corridoio con Axel e Saix, a meno che non volesse una morte precoce e violenta.

    < In definitiva, cosa faccio?> chiese disperato.

    < Senti, io dovevo soltanto rispondere alle tue domande, per il resto non sono problemi miei!>

    < Oh, povero Saix! Vuoi scappare dal tuo Xemny?> fece Axel, per poi scappare per il corridoio seguito dallo sfregiato.

    Dem rimase con la testa fra le mani, chiedendosi cosa potesse fare.



    *



    Demyx stava tornando a casa dopo la scuola, camminando lungo il marciapiede, quando improvvisamente vide Zexion poco più avanti di lui che girava per un vicolo. Stupito per la fortuna che aveva per aver beccato il compagno, lo seguì senza farsi vedere. In poco tempo perse il senso dell’orientamento seguendo Zexy, si stava lentamente perdendo in un intricato dedalo di vicoletti. Alla fin fine Zexion entrò in un bar in un vicolo cieco. Demyx rimase per un po’ a fissare il malconcio bar, senza sapere cosa fare. L’aveva seguito senza pensarci tanto, ma ora cosa avrebbe fatto? Non sarebbe riuscito a trovare la strada da solo, ma la sola idea di entrare in quello squallido baretto lo faceva rabbrividire. Venne tolto dalle sue riflessioni quando si sentì prendere per la collottola da qualcuno che senza nessuna difficoltà lo sollevò da terra; l’urlo di Demyx fu stroncato al nascere da una gigantesca mano pelosa che gli tappò la bocca.

    Centinaia di pensieri passarono per la mente del biondo: rapina, stupro, attentato, omicidio, traffico illegale, droga, bomba, rapimento, ricatto…

    < Shhh, stupido, non gridare o quelli ti ammazzano!>

    Demyx smise di divincolarsi appena sentì quella voce brusca. Il tipo, sempre tenendolo sollevato da terra, lo trasportò per altri vicoli, poi altri ancora. Dem ormai non capiva più niente, sollevato da un energumeno e trasportato ancora più a fondo in quel labirinto di stradine.

    Finalmente lo strano tizio mollò Demyx che cadde sulle ginocchia e diede un’occhiata tremante al suo rapitore. Il biondo non aveva mai visto niente di più simile a un orso: era enorme, muscoloso, con delle sopracciglia gigantesche (tipo Rock Lee), delle basette ancora più enormi e un fascio di capelli rasta scuri che sembravano serpenti. Dem lo riconobbe come uno di quarta della sua scuola, uno poco raccomandabile che fumava agli angoli del cortile.

    < E questo chi è?>

    < Un ragazzino che si aggirava nei pressi dell’Hollow Pub. Credo che sia della nostra scuola…>

    Dem rischiò un attacco d’asma quando un tipo dalla coda di cavallo avvicinò il volto al suo.

    < Ma dai, sembra una checca!>

    < Xaldin, Xigbar! Che succede qui?>

    A Demyx si annebbiò la vista, non capiva più niente. Non era da tutti i giorni essere rapito da un orso ambulante, senza contare quel tipo con la coda che sembrava appena uscito da uno dei film di Matrix. Si sentì ancora peggio quando vide apparire Xemnas che avanzava verso i suoi due amici.

    Sperò con tutto se stesso che Saix non gli avesse detto niente del fatto del bagno, altrimenti poteva anche fare testamento.

    Ma a quanto sembrava non era ancora giunta la sua ora.

    < Lo conosco, è un amico di Larxen e Saix.>

    Luxord apparve accanto a Xemnas.

    < Luxord!> esclamò Dem entusiasta, ritornando un po’ più lucido.

    < Conosce anche Saix?> chiese Xemnas sospettoso.

    < Sì, è un suo compagno di classe.>

    < Capisco. Che ci facevi qua, ragazzino?>

    Demyx deglutì: non voleva sbandierare in giro che era corso dietro a Zexion senza pensare neanche a dove sarebbe finito.

    < Ecco, io… aveva visto un mio conoscente che si dirigeva verso quel bar e l’ho seguito…>

    < Chi?>

    < Un ragazzo di 1° A.>

    < Che ci poteva fare uno di 1° all’Hollow Pub?> fece l’orso chiamato Xaldin.

    < È strano… non pensavo che uno della nostra scuola andasse all’Hollow… dovremo tenerlo d’occhio.>

    Il biondo ebbe la netta sensazione di aver peggiorato la situazione: che razza di posto era quel bar?

    < Scusa, ma che ha di strano quel bar?>

    Xemnas lo squadrò dall’alto e Dem si sentì sprofondare. Perché si era ficcato in quella situazione?

    < Ci gira gente del Mickey’s Istitute, la nostra scuola rivale. Sono dei tizi che entrano nella nostra scuola senza il permesso e invadono i nostri spazi.>

    < È per questo che è strano che uno della nostra scuola vada in quel bar. Comunque, è meglio che tu te ne vada da qua adesso…>

    Demyx si alzò a fatica. Xemnas gli lanciò un ultimo sguardo, poi ordinò a Luxord di accompagnarlo a casa.

    A Dem sembrava di essere un condannato scortato al patibolo: tutte le persone (molto poco raccomandabili) che si aggiravano per i vicoli si voltavano a guardare lui e il suo salvatore. Si vedeva lontano un miglio che Demyx non era del posto.

    < Scusa, mi sa che Xaldin ti ha fatto prendere un colpo…>

    < Non preoccuparti, anzi ti devo ringraziare. Mi hai salvato…>

    < Ah ah, non preoccuparti, Xem non mangia la gente. Sei stato fortunato che non ti abbiano trovato quelli del Mickey. Quelli sono davvero pericolosi.>

    Il più giovane fu assalito dai dubbi: perché Zexion era là? Ci aveva parlato molto insieme, ma non aveva mai accennato all’Hollow Pub o al Mickey’s Istitute… Cosa gli stava nascondendo?



    *



    Zexion si era seduto al banco a prendere un’anima nera (liquore alla liquirizia, è buonissimo, ve lo consiglio NdA) quando qualcuno gli mise una mano sulla spalla.

    < Ciao, Zexy. Sei sempre puntuale, vedo.>

    < C-ciao Riku…>

    Il ragazzo dai lunghi capelli argentati si sedette accanto a lui mettendogli un braccio sulle spalle e tirandolo a sé.

    < Vedo che non sei coi tuoi soliti amichetti, eh? È un peccato non poterci trovare in ricreazione solo perché ci sono loro intorno.>

    < Non dovresti essere a scuola tua durante la ricreazione?>

    < Uffa, la scuola è una noia, mentre tu sei decisamente divertente…>

    Riku strappò a tradimento un bacio al ragazzino che arrossì di botto.

    < Dai, smettila…>

    < Non vuoi che gli altri sappiano che sei frocio? È un peccato, sai? Sei decisamente stimolante…>

    Zexion rabbrividì mentre la mano di Riku scendeva lungo la schiena.

    < Almeno i tuoi amichetti lo sanno che sei gay?>

    < No…>

    < Peccato.>

    < Dai smettila, Riku!>

    < Lo sai perché ti costringo a venire qua tutti i pomeriggi, Zex? Perché tu sei sprecato per quegli inetti della tua scuola. Dovresti passare alla nostra, staresti molto meglio…>

    < E tu la smetteresti di picchiarmi?>

    < Io non ti picchio, Zex, diciamo che a volte non dovresti disubbidirmi.>

    < … lasciami in pace, ti ho già detto che non voglio passare al Mickey.>

    < Non vuoi stare con me? È per questo che hai cambiato scuola anche alle medie, vero?>

    Zexion si alzò di scatto e, lanciata una moneta alla cassa, si allontanò dal banco, ma Riku lo bloccò da dietro.

    < Zex, non è carino lasciare qualcuno nel bel mezzo di una discussione…>

    < Smettila, per favore.>

    Riku lo guidò verso il bagno, trascinandolo senza alcuno sforzo.

    < Non farmi arrabbiare, piccoletto. È meglio per te.> sussurrò chiudendosi dietro la porta.

    Si voltò verso il ragazzino che indietreggiava spaventato.

    < Hai paura che io lo faccia, vero?>

    < Per favore, Riku…>

    Zexion non riuscì più a parlare quando l’argenteo lo atterrò e si mise a trafficare con i pantaloni.



    *



    Demyx stava ascoltando musica nella sua stanza: aveva messo la modalità random nell’I-pod collegato alle casse e si stava ascoltando Runaway di Avril Lavigne, mentre finiva i compiti. I suoi genitori erano fuori ad una cena di lavoro e all’esterno diluviava. Il biondo osservò l’acqua che picchiettava contro il vetro: gli piaceva molto la pioggia e l’acqua in generale. Gettando un occhio alla strana, vide sbalordito qualcuno cadere sul marciapiede.

    Indossate le scarpe da ginnastica, si fiondò per strada a soccorrere la persona a terra. Si sentì morire. Era Zexion. Ed era pieno di ferite sul viso.

    < Demyx? - chiese il ragazzino intontito - Cosa ci fai qui?>

    < Abito qui davanti.>

    Zexion sorrise debolmente per poi svenire sul cemento. Dem senza pensarci due volte si caricò in spalla l’amico e lo portò a casa. Gli tolse le scarpe e l’impermeabile e lo appoggiò delicatamente sul letto. Lo osservò un attimo, poi corse in cucina a preparare del latte caldo e a tirare fuori dal freezer il ghiaccio da mettere sui lividi. Porto il tutto in camera e, appoggiato il ghiaccio sulle botte sul volto, controllò se ci fossero altri lividi lungo il corpo.

    Dopo cinque secondi, diventò cremisi: arrotolò i pantaloni di Zexion fino al ginocchio e poi li rimise a posto, una volta affermata l’assenza di ematomi. Demyx si sentiva bruciare il viso mentre gli sbottonava la camicia, ma si sentì ancora peggio quando vide un enorme ematoma sul fianco destro del ragazzo. Si bloccò di colpo e si accorse delle lacrime che gli scivolavano lungo il volto scomparendo come evaporate sulle guance infiammate. Solo in quel momento il biondo venne preso dal panico: era solo in compagnia di uno Zexion svenuto e piangente, con il petto scoperto.

    Si sentì improvvisamente pericoloso, rischiava di fargli ancora più male ed era l’ultima cosa che voleva fare.

    < Dem?>

    Demyx trasalì: Zexion lo stava fissando con un’espressione incredula.

    Il biondo gli si avvicinò velocemente, spostando il ghiaccio dal volto al petto. Zex rabbrividì.

    < Come ti senti?>

    < Mi sento a pezzi… dove sono?>

    < A casa mia, sei svenuto sul marciapiede qui di fronte.>

    < Che… ore sono?>

    < Le sette e mezza.>

    < Oddio, i miei genitori potrebbero preoccuparsi! Devo andare a casa.>

    Cercò di alzarsi dal letto, ma ricadde per il dolore e Dem lo tenne fermo.

    < Zex, non puoi muoverti in questa situazione. Guardati, sembri uno straccio.>

    < Ma… non posso farli preoccupare…>

    Dem afferrò il suo cellulare e lo passò all’amico.

    < Chiamali. Dì che ti fermi a mangiare da me.>

    < Sei sicuro?>

    < Certo, non posso lasciarti andare in giro così! Ho qualcosa nel frigo che dovrebbe bastare per tutti e due. Mangiamo, controllo che tu non sia a pezzi e ti riaccompagno a casa.>

    Demyx si irrigidì: Zexion gli si era gettato addosso e lo aveva abbracciato.

    < Grazie… grazie mille, Dem!>

    Demyx si alzò per abbassare la musica che continuava ad andare e corse in cucina a preparare qualche cosa di commestibile, intanto Zex contattò i suoi genitori per avvisarli del suo cambio di programma. Preparato il cibo, Demyx si sedette sulla sedia ravviandosi i capelli. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, prima quell’inseguimento nei vicoli fino al bar, adesso il salvataggio del ragazzo pestato. Cosa gli stava succedendo? Ma soprattutto cosa stava succedendo a Zexion?

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    Suspance... ^^^^^^
     
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