Before the Sacred Hunt

e dmc4 infettò il khf...

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  1. §*Kyrie Eleison*§
     
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    da un po' di tempo l'avevo scrittta, e sinceramente.. non sapevo che mi passaare allora per la testa^^ a dire il vero questa fic non è pari passo l'inizo di dmc4, bensì una mia picocla revisione secondo le mie teorie su questo gioco... spero vi piaccia (nota: io ora sto copiando l'html, ma l'originale è stato scritto sul momento di getto... se fa schifo dit e pure, tanto non me la prendo)



    --- Before the Sacred Hunt ---

    Nero si guardava allo specchio nella sua piccola cella. Guardava se stesso, quanto era cambiato dall'ultima volta che aveva osato riflettersi. Non si era mai pienamente accettato per quel che era: quei capelli lo facevano sembrare una di quelle creature che, nel nome di Sparda, uccideva. E, se ci pensava razionalmente, essere un demone anche solo per metà, o per un quarto, era anche più pericolo di esserlo del tutto.
    E ora, quel braccio lo torturava con la sua sola presenza; se prima si sentiva fuori posto perchè un po' diverso, ora si sentiva un vero e proprio pericolo mortale per chi gli era vicino.
    Lo guardava con occhi quasi terrorizzati. Quell'arto, perfetto e disgustoso, lo faceva nauseare, osservandolo gli veniva voglia di tagliarlo e buttarlo via in un pozzo dimenticato, o talvolta di tagliare la sua vita, di farla finita per sempre, di suicidarsi per non nuocere a nessuno.
    Ma ora non poteva. Doveva cimentarsi in una impresa terribile, in un'assurda caccia alle streghe. O meglio, al mezzodemone.
    Doveva uscire da quella per tutta la sua infazia e la sua incompleta adolescenza era stata la sua casa, per trovare chissà quale posto per scovare un fantasma vivo, ma incontrollabile.
    Doveva abbandonare, forse per sempre, tutte le persone che aveva conosciuto e che gli erano state vicine fin dalla morte dei suoi genitori, per domare saecola saeculorum un assassino di demoni e umani.
    Doveva uccidere Dante.
    Ma, ora che si preparava per farlo, non ne era più tanto sicuro. Avrebbe preferito sgozzarlo lì, a Fortuna, assicurandosi per sempre la sua morte e la pace nella propria vita. Ma Dante era scappato, dopo interminabili scie di sangue di quelli che, un tempo, erano gli altri Cavalieri Sacri, giovani e anziani pronti a sguainare la spada in nome di Sparda e dei suoi principi. Principi che il suo figlio sembrava aver negato.
    Nero ora era costretto a inseguirlo, come Sauron inseguiva gli altri possessori dell'Anello, per mettere la parola "compiuta" alla vendetta e alla giustizia.
    Ma era poi giustizia quella?
    Ma Nero non era preoccupato per sè, ma per qualcun'altro, qualcuno a cui teneva tantissimo, qualcuno che gli era stato accanto da sempre e dal quale lui mai si sarebbe voluto separare...
    Ormai triste e non più determinato alla vendetta come qualche minuto prima, prese nella mano sana il cappotto che si era levato. Se qualcuno in quel momento avrebbe aperto la porta, avrebbe visto Nero nudo dalla cintola in su.
    Evidentemente, il destino voleva che quella porta si aprisse. E che una precisa persona entrasse in quel preciso momento, facendo sentire Nero sorpreso, ma soprattutto imbarazzato...
    << ... Kyrie? >>.
    La donna, l'istante dopo aver aperto la porta, abbassò gli occhi, ancor più imbarazzata di Nero. << Scusami non credevo di trovarti... ecco... nudo... >>.
    Un debole sorriso si delineò sul suo bel viso, reso quasi misterioso dalle ombre del suo cappuccio. << Volevo solo... augurarti buona fortuna >>.
    << Ma potevi farlo dopo, quando me ne andavo! >>.
    << Lo so, ma farlo davanti a tutti mi pare quasi... banale. Invece così mi pare molto più "vero" questo augurio... >>.
    Si tolse il cappuccio per portava e si sedette su una sedia, il mantello nero che portava pareva assorbire quella poca luce nella stanza. Luce che poi veniva riflessa dieci volte da Kyrie (almeno così pareva a Nero). << Sei... sei sicuro di fare questo viaggio? >>.
    << Sì... tanto non avrei avuto scelta. Però ora sono preoccupato... potrebbe essere pericoloso, forse troppo... >> si interruppe di colpo. Perchè lo diceva a lei? Kyrie era l'ultima persona che doveva sapere che forse ci lasciava le penne.
    Eppure lei non parve spaventata, non più di quanto lo fosse almeno. << Lo so che potresti morire, ma io sono sicura che ce la farai. Finora te la sei sempre cavata, e dubito che il Fato ti volti le spalle proprio ora >>.
    Chinò la testa, ancora inibita ad avvicinarsi a Nero, eppure avrebbe voluto abbracciarlo per dimostrargli tutto il suo sostegno. Ma non poteva. Nessun uomo avrebbe dovuto toccarla, a malapena suo fratello Credo poteva stringerle la mano! Figuriamoci se Nero la abbracciava... e poi, aveva la sensazione che il suo abbraccio le avrebbe fatto perdere la testa e avrebbe fatto qualche cosa dalla quale non poteva tornare indietro. Cosa che lei, come figlia del sacerdote dell'Ordine, non doveva nemmeno sapere che esistesse...
    << Grazie >> disse Nero, svegliandola dalla trance. << E' molto gentile da parte tua incoraggiarmi. Vorrei solo poter ricambiare... >>. I suoi occhi intravidero un piccolo pacchetto blu tra le mani di Kyrie. << Non hai ancora aperto il mio regalo? >>.
    << Oh, scusa! Con tutto quello che è successo, me n'ero completamente dimenticata! >>. Prese il piccolo parallelepipedo e lo scartò: era una scatolina azzurra tutta ricamata di bianco. Aprì anche quella e dentro vide una collana unica nel suo splendore: il ciondolo era d'oro e pareva un angelo con quattro splendide ali piumate, due spiegate in volo e l'altra coppia ripiegata sul davanti, racchiudendo un lungo cristallo roseo nella loro presa protettrice.
    Gli occhi di Kyrie brillarono. << Oh, Nero! E' bellissima! Grazie! >>. Si buttò letteralmente su di lui e lo abbracciò forte, inconscia del fatto che il suo viso felice premeva contro il petto nudo del ragazzo. Per alcuni istanti rimasero così, lei troppo emozionata per acorgersi della vicinanza, lui troppo imbarazzato per fargliela notare. Finchè Kyrie riprese controllo e si allontanò di colpo. Il viso era rossissimo. << Scusa, non volevo... >>.
    *O forse sì?*.
    << Forse è... meglio che vada.. ci vediamo dopo nella cattedrale... >> e scappò via, a malincuore.
    Nero la vide allontanarsi per il corridoio, stringendosi addosso il lungo mantello. Sentiva ancora il suo contatto, avrebbe voluto che durasse di più, che durasse per sempre... ma era un sogno inutile, quello di essere il suo amante.
    Nero si mise il cappotto e si avviò lento verso il suo destino da boia condannato.

    Il ragazzo dai bianchi capelli si allontanava dalla roccaforte, sotto lo sguardo di tre persone. Agnus mormorò << E' stata una bella cavia... sarà interessante vedere come si svilupperà il demone dentro di lui... >>.
    << Basta che il piano vada come abbiamo previsto>> rispose Credo, freddo e impassibile. Fino a un minuto prima, consolava sua sorella Kyrie, come avrebbe fatto ogni bravo fratello. Ora la ingannava spudoratamente con i suoi subdoli giochi.
    Affianco a lui, la strana donna (ma era poi una donna?) che rispondeva al nome di Gloria lo guardò. << E riguardo al tuo piano, fai attenzione alla tua adorata sorella. Per me ha strane intenzioni >>.
    << Kyrie? E' troppo onesta per tradire le aspettative del suo adorato fatello. Se ci intralcierà non lo farà apposta... >>.
    << Non mi riferivo al piano >>.
    Nero ormai era sparito all'orizzonte. Credo rimase interdetto da quella sibillina risposta. Era meglio che nessuno facesse follie nel suo piano... Kyrie meno di tutti.
    << E tu cosa pensi che possa fare? >> chiese Credo curioso a Gloria.
    << Quando accadrà, lo capirai >> si voltò languida e si allontanò ancheggiando, come era suo modo.
    *Quella donna sa troppe cose...*.

    Dante continuava a falciare le marionette dentro la fortezza, fuori dagli occhi di tutti, ma era consapevole della caccia contro di lui. Certe volte gli umani sono davvero prevedibili, pensava.
    Ridusse in un manciata di fili e brandelli di vestiti l'ultimo burattino posseduto e camminò per le strade della città. All'improvviso notò una figura ammantata di nero caminnare furtiva tra i vicoli. Una figura troppo minuta per essere un guerriero, e con un po' curve di troppo per poter essere un uomo (e Dante ne sapeva bene di curve).
    << Ma che... ehi, tu che ci fai qui? >>. gridò Dante. L'incappucciata si voltò un attimo, mostrando un viso troppo lontano per poter essere identificato e una cioccia di capelli color castano chiaro che spuntava dal cappuccio. Poi si voltò di nuovo per la sua strada, correndo verso l'esterno.
    Cercò di riflettere un attimo, ma altre marionette interruppero le sue idee (tra le quali c'era la giovane donna che stava affianco al ragazzo, quella che lo aveva affascinato con la sua voce melodiosa). Un sorriso da sbruffone si formò sul volto di Dante, mentre estraeva di nuovo la spada.
    << Beh, chi vuol essere il primo? >>.
    SPOILER (click to view)
    Ogni riferimento all'autrice è voluto a metà: il nick se l'è scelto lei... il resto è colpa della Capcom.





    visibile anche su questo link (non è spam) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=160367&i=1


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