Kingdom Hearts: A New Journey

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    Capitolo 2: La Partenza



    Quella sera, Sora uscì dalla casa di Leon subito dopo cena. Ora era fresco a riposato abbastanza per poter intraprendere qualsiasi viaggio in mezzo al deserto.
    "Mi raccomando, Sora" disse Leon "Fai attenzione. E buona fortuna"
    "Se c'è qualche problema non esitare a contattarci" aggiunse Barret. "Arriveremo a darti una mano"
    "Già e come fa a contattarci se non abbiamo un telefono?" fece notare Red.
    "Grazie a questo"
    Cid si avvicinò, dando a Sora uno strano cellulare, molto piccolo. "L'unico numero memorizzato è quello per contattare il mio computer. Per cui non ci sono problemi"
    "Grazie infinite" disse Sora, sorridendo.
    "Mi raccomando, tieniti in forma!" intervenne Yuffie.
    "Faremo il tifo per te" lo rassicurò Tifa.
    Poi, qualcuno bussò alla porta, ed entrò Axander.
    "E' tutto a posto? Possiamo andare?" chiese.
    Sora annuì. "Certo"
    Entrambi uscirono, dopo aver salutato tutti. Si diressero all'ascensore, definendo gli ultimi dettagli e Axander ne approfittò per scambiare alcune parole con Sora.
    "La tua prima tappa sarà la foresta che abbiamo lasciato l'altro giorno" disse. "Mi hanno detto che non è molto lontana e se tutto va bene non dovrai imbatterti in ostacoli particolari, come tempeste o roba di questo tipo"
    Chiamarono l'ascensore ed entrarono.
    "Il Chocobo è veloce e particolarmente robusto. E' fatto apposta per questo genere di missioni. Giunto alla foresta, non dovrei far altro che seguire queste indicazioni" continuò, porgendo un foglietto al ragazzo.
    "Che cos'è? Una mappa?"
    "Esattamente. Lì, ho segnato l'itinerario che dovrai seguire per raggiungere una persona che ti aiuterà"
    "Si tratta di qualcuno che conosco?"
    "Credo di sì, potresti già averlo incontrato una volta" disse Axander. "Per fare il cattivo, però, non ti dirò il suo nome. E' una sorpresa" ridacchiò divertito.
    Uscirono dall'ascensore. Sora si mise la piccola mappa in tasca e seguì l'amico lungo la via che portava sino alla scalinata per il palazzo reale. Svoltarono alla loro sinistra, ma si fermarono all'istante.
    "Sora! Sora!"
    Aerith arrivo, arrestandosi a pochi passi dai due. "Ci siamo dimenticati una cosa... Il cellulare che ti ha dato Cid..." disse col fiatone.
    Sora glielo porse e lei lo prese, aprendolo e trafficando con qualcosa al suo interno.
    "Ecco fatto!" esclamò con un sorriso "Cid si era dimenticato di inserire il numero"
    "Meno male che sei arrivata tu, allora, sennò avrei telefonato a vuoto" rise Sora.
    "Allora buon viaggio, Sora, e vieni a trovarci un giorno, quando torneremo a Radiant Garden. Magari in compagnia di Kairi e Riku, se ti va..."
    "Certo e se ci riuscirò anche del fido Axander" sorrise Sora, accorgendosi che l'amico stava discorrendo con Basch e Marcus, che si erano avvicinati da dietro.
    "Non dovresti ascoltare Tifa. Dice un mucchio di bugie ed ha una pessima influenza su di te" lo rimproverò divertita Aerith, iniziando ad allontanarsi. "Arrivederci e buona fortuna!"
    Sora, dopo averla vista sparire dietro l'angolo di una casa, si girò verso i tre che parlavano tranquillamente.
    "Fai buon viaggio Sora" gli augurò Basch.
    "Sei in gamba, ma tieni sempre gli occhi aperti" disse Marcus. "Soprattutto se ti capita di recarti in qualche altra città su questo mondo"
    "Vero. Oltre Linahar, nessun posto è più sicuro. Soprattutto Evenheim" aggiunse Basch.
    Evenheim... Quel nome... Anche lo sconosciuto che avevano incontrato quel pomeriggio diceva di volersi dirigere ad Evenheim. Evidentemente era davvero un posto pericoloso. Ma lui non avrebbe preso quella strada. Che cosa gliene importava se fosse stato un luogo pericoloso o no?
    "Andiamo, Sora. Gli altri ti aspettano su a palazzo" disse Axander.
    Entrambi ripreso a camminare, dopo aver salutato Marcus e Basch, e salirono la lunga e ripida scalinata bianca. Alcuni scalini, notò Sora, erano scheggiati o spezzati e alcuni massi erano rotolati, fermandosi in bilico su dei piccoli pianerottoli naturali. Giunti alla sommità, percorsero il lungo tratto di cortile, anch'esso piuttosto malconcio. Axander si fermò a bussare al portone che si aprì lentamente.
    All'interno, però, il palazzo era differente. Era stato rimesso in ordine e pareva come nuovo, bianco e lucente e la cupola sul tetto ricostruita.
    "Sora, che piacere rivederti"
    Alames si avvicinò ai due a braccia aperte, accogliendoli calorosamente.
    "Immagino sarete ancora un pò provati per ciò che avete passato" disse. "Se volete qualcosa, avete solo che da chiedere"
    "Molto gentile, ma abbiamo cose urgenti da fare. Siamo passati solo per un saluto veloce" si scusò Axander, con un sorrisino che scomparve subito. Sembrava parecchio irritato da tutte quelle interruzioni.
    "Ma certo, certo... Vi stanno aspettando nel mio studio"
    Entrarono tutti e tre nella stanza. All'interno vi era già qualcuno: Riku, Paperino, Pippo, il Re e anche Merlino e Archimede.
    "E' giunta l'ora. Sora è venuto a salutarvi" esordì Axander.
    Gli addii furono più dolorosi del previsto, in quel caso. Ma era più opportuno parlare di 'arrivederci'.
    "Ci mancherai, Sora" disse il Re.
    Sora abbracciò Paperino e Pippo, per poi avvicinarsi a Riku.
    "Sei ancora sicuro di voler partire da solo? Sono ancora in tempo ad andare a trovare qualcosa per seguirti, se ti va"
    "No, Riku. Ho deciso"
    "Gli amici veri, però, non dovrebbero mai separarsi"
    "Se si tratta di qualcosa che può mettere a repentaglio questa amicizia, allora è giusto che sia così"
    Si diedero quindi la mano, lasciandosi con un "Ci rivediamo a casa"
    Merlino e Archimede lo salutarono semplicemente, anche se non avevano nulla che potesse essergli utile per la partenza. Per ultimo, si avvicinò Alames, sorridendo.
    "Questa è per te, ragazzo mio" disse a Sora, tendendogli la mano.
    Gli donò, quindi, la gemma rosso sangue. Era stranamente opaca ed emanava un fiacco bagliore nella mano del ragazzo.
    "E' un regalo per ciò che hai fatto per me e per la città. Mi raccomando... Non perderla, è molto preziosa! Vale molti munny" mentì il re.
    La sua menzogna fu un successo. Aveva recitato talmente bene che nessuno sospettò niente.
    "Grazie, Vostra Maestà" disse Sora, abbassando il capo, inchinandosi.
    Lui e Axander se ne andarono frettolosamente dopo qualche minuto.

    "Ce l'avrebbe potuta dare prima. Magari vale 500.000 munny e ci sarebbe stata utile per la moto"
    "Eh? Che? Ah, quella..." borbottò Axander, camminando spedito.
    Sora si infilò la gemma in tasca e cercò di stargli dietro. Il sole era già tramontato e le vie erano illuminate dagli alti lampioni che dominavano i bordi della strada. I torrentelli che attraversavano la città perpendicolarmente alle vie scorrevano lisci e silenziosi, illuminati dalle stelle e dalla falce di luna che splendeva in cielo.
    "Eccoci arrivati"
    Usciti dalle mura, avevano raggiunto il recinto dove sonnecchiava tranquillamente il Chocobo. Elen era appoggiata alla staccionata; si accorse solo dopo un po' dei nuovi giunti e li salutò con entusiasmo.
    "Axander! Sora!" esclamò, agitando la mano.
    "Ha riposato per bene?" domandò il Guardiano."Gli spetta un duro compito stanotte. Trasportare Sora sino alla foresta e riuscire a sopportarlo"
    "Smettila, che molte volte lui è addirittura più simpatico di te!" lo sgridò Elen.
    Sora trattenne a stento una risata, ma Axander rimase imperturbabile.
    "Basta parlare e vediamo di darci una mossa"

    Fecero uscire il Chocobo dal recinto e Sora vi saltò agilmente in groppa.
    "E ora, tutto quello che devi sapere. Prima di tutto il tuo keyblade è tornato la Catena Regale. L'Ultima Weapon era danneggiata e parecchio, così l'ho portata dai Moguri a farla rivedere. E ti è andata bene che l'avevo pure potenziata; Ilfrien avrebbe potuto tranquillamente farti a pezzi senza quella chiave"
    Poi si portò una mano in tasca e lanciò qualcosa a Sora. "Tieni, sono degli occhiali da viaggio che non uso mai. Ti serviranno se ti troverai in mezzo ad una tempesta di sabbia, anche se di notte non ce ne sono quasi mai..."
    "Wow, che eleganti... Come sto?" chiese infilandoseli.
    "Ti stanno molto bene" disse Elen, sorridendo. "Sembri un perfetto viaggiatore"
    "Sembri un perfetto idiota" ridacchiò Axander, con le braccia incrociate. "Ma non prendertela a male, era solo un complimento. Che altro aggiungere... Beh, troverai infine, seguendo le istruzioni della mappa, la persona di cui hai bisogno, ma questo te lo avevo già detto oggi"
    I due si avvicinarono all'animale, guardando Sora, che era smontato un attimo. Inavvertitamente, Elen si avvicinò dandogli un bacio su una guancia; al che Sora si imbarazzò non poco e Axander gli lanciò un'occhiata di fuoco.
    "Buon viaggio" gli augurò.
    "In bocca al lupo, Sora" disse Axander, stringendogli la mano.
    Sora risalì sul Chocobo, preparandosi a partire.
    "E ricordati. Non sei e non sarai mai solo"
    A quelle parole, il giovane sussultò. Le aveva già udite prima di quel momento, ma non disse nulla e si limitò a sorridere.
    "Grazie"

    Il Chocobo partì a tutta velocità. In pochi minuti, il cancello della città era già lontano, assieme alle imponenti gru addette alla sua ricostruzione. Sora si volse per l'ultima volta ad osservare l'ingresso della vallata.
    Il viaggio fu alquanto lungo e tuttavia poco faticoso. L'animale correva rapidamente sulla sabbia del deserto, come se non toccasse per terra e galleggiasse su un cuscinetto d'aria. Per di più, Sora riusciva stranamente a restare sveglio, nonostante fosse notte inoltrata. Non vi era un filo d'aria e alcun rumore, se non il veloce zompettare del Chocobo, che alzava dietro di sé un polverone allucinante.
    "Speriamo che entro domattina riesca a raggiungere i primi alberi" pensò il giovane, guardando dritto davanti a lui. "E appena sarò arrivato dovrò dare un'occhiata alla mappa"
    Oltrepassarono una duna, quando all'improvviso si udì un forte rumore. Il Chocobo si paralizzò all'istante, guardandosi intorno, e Sora fece altrettanto.
    "Cos'è stato?" si chiese, aguzzando la vista. "Non ho mai sentito nulla di simile"
    In lontananza, spiccò una luce, che si muoveva a grande velocità lungo l'orizzonte, verso nord. Dietro di essa, un nuvolone grosso il doppio di quello che lasciava normalmente il Chocobo quando correva alla massima velocità.
    Scomparve così come era apparsa e il silenzio calò tutt'intorno. Perplesso, Sora riprese il viaggio, chiedendosi che cosa fosse stato e che cosa avesse provocato quella luce, accompagnata dal quel sordo rumore.
    Ben presto, però, se ne dimenticò e ci sarebbero voluto ancora parecchie ore prima che scoprisse che aveva visto la famigerata moto metallizzata del capannone.
     
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