Kingdom Hearts: A New Journey

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    Capitolo 1: Un nuovo compagno per Sora



    “Dovremo andare a fare un salto fuori città"
    Sora si era svegliato di buon'ora. Sbadigliava ancora, nonostante il sole fosse già alto, ma era necessario preparare tutto per il viaggio ed era indispensabile la sua presenza. A buttarlo giù dal letto ci aveva pensato Axander, un giovane poco più grande di lui, che mostrava diciott'anni circa anche se in realtà era molto più anziano e maturo, se così lo si poteva definire. Aveva aiutato Sora a sventare l'ennesima minaccia, costituita dai quattro fratelli.
    Anche Riku, il miglior amico di Sora, aveva dato una mano ed ora li stava accompagnando fuori città per sbrigare un affare urgente.
    "Non vedi l'ora di partire" disse Axander "Quindi, per prima cosa, ti dovremo procurare un mezzo di trasporto. Contando che c'è solo deserto per un bel pò di miglia qualcosa di duraturo è d'obbligo"
    Usciti dalla città, attraverso il cancello in ricostruzione, svoltarono alla loro destra. Tenendosi vicini alla catena montuosa percorsero una strada piuttosto larga sino a giungere ad una piccola tenuta ai piedi delle montagne. Era una casa abbastanza ampia con un mulino alle spalle, le cui pale giravano lentamente, data la scarsità di vento.
    Giunti alla porta, si arrestarono prima di bussare e Axander si volse verso i due, in particolare verso Sora, il diretto interessato. "Hai più o meno una vaga idea di cosa prendere? Una moto? Una... Macchina?" gli chiese.
    Il ragazzo ci pensò un pò su, scuotendo le spalle. "Veramente non credo di saper guidare... E non penso che i comandi della gummiship siano uguali..."
    "Giusta osservazione. Ma se è così, non sappiamo proprio cosa poterti dare"
    "Chiediamo se hanno altro da offrici" disse Riku.
    Axander si girò, quindi, e bussò alla porta. Aspettarono qualche secondo ed infine un uomo venne ad aprire.
    "Salve" li salutò, abbastanza stupito "E' raro vedere gente da queste parti ultimamente. Che cosa volete?"
    "Ci serve un mezzo di trasporto. Ora. Subito. E che sia veloce" rispose Axander.
    L'uomo ci pensò un pò su, poi annuì. "Certo, certo. Prego, accomodatevi e vediamo in cosa posso esservi utile"
    I tre compagni entrarono, guardandosi attorno. Si trovavano in una lunga cucina, molto ben arredata e si fermarono a curiosare.
    "Da questa parte" disse l'uomo, facendo strada verso un'uscita in fondo, che dava sul retro.
    Uscirono finendo in uno spiazzo che separava la casa da un capannone. Esattamente in quello spiazzo si poteva notare l'erba che scendeva dalle pendici della montagna fare spazio, pian piano, alla sabbia rovente del deserto.
    L'anziano signore, si mise una mano in tasca, frugando assiduamente.
    "Coraggio, abbiamo fretta" puntualizzò Axander.
    "Eh, aspetta un attimo, giovanotto! Con calma" ribatté l'uomo.
    Axander alzò gli occhi al cielo. Era stranamente impaziente, come qualcuno che ha un appuntamento ed è in leggero ritardo.
    Alla fine, l'uomo riuscì a trovare ciò che cercava: le chiavi del capannone. Solamente che quello che aveva in mano era un mazzo assai folto e ci impiegò un po' anche a trovare la chiave giusta. Passò circa un quarto d'ora, prima che il proprietario riuscisse a trovare la chiave giusta che aprisse il portone.
    "Ecco fatto!" esclamò spingendo il portone e spalancandolo con estrema facilità, nonostante la mole.
    "Stavo cominciando a perdere ogni speranza" commentò Axander, alzandosi.
    Riku e Sora scesero giù dalla palizzata sulla quale si era seduti e si avvicinarono all'ingresso.
    "La prossima volta, usa quella tua maledettissima chiave, Sora, o saremo costretti ad aspettare altri secoli"

    Entrarono nel capannone. L'interno era molto vasto e la luce entrava abbondante attraverso le larghe finestre disposte a qualche metro d'altezza.
    "Qui troverete ciò di cui avete bisogno... credo" disse l'uomo, rimettendo a posto le chiavi e osservando i tre.
    Sora si diresse verso una moto. La osservò a lungo, un po' da tutte le angolazioni possibili.
    "Ti piace quel gioiellino, eh?" si intromise l'anziano, sorridendo. "Te la posso fare ad un prezzo piuttosto basso. Ottima per tutti i tracciati, raggiunge facilmente le 200 miglia orarie, manovrabilità molto buona. Persino un bambino potrebbe guidarla"
    "Allora fa al caso nostro" disse Axander. "Quanto vuoi?"
    "Sono 500.000 munny"
    "500.000? Ma sei impazzito?" obiettò Axander. "Non esiste, scordatelo. E poi neanche ce li abbiamo tutti quei soldi"
    L'uomo storse il naso, sbuffando. "Bene, allora vi consiglio di guardare da quella parte"
    Così abbandonarono la moto, di un grigio metallizzato, lì dov'era e si diressero verso un gruppo di auto. Non era un granché; tutte jeep abbastanza vecchiotte. La più giovane era macchiata d'olio lungo la portiera e aveva un vetro rotto.
    "Che meraviglia..." si disse Riku, osservando quei rottami. "Dubito che riescano persino a partire dei macinini del genere..."
    "Macinini? Queste sono auto robustissime, giovanotto!" disse l'uomo, avvicinandosi ad una macchina e dando una forte pacca sulla portiera, la quale si accartocciò e cadde a terra con un fracasso terribile. Tenendo conto della forza dell'anziano, era tutt'altro che robusta. Un disastro.
    "Perfetto, l'unica cosa decente che abbiamo trovato è una moto che costa mezzo milione di gummy e che forse Sora non è neanche in grado di pilotare..." disse Axander.
    "Ehi, ha detto che pure un bambino ci riuscirebbe..." ribatté Sora, offeso.
    "Appunto"
    L'uomo si avvicinò, con le mani dietro la schiena, giocherellando con il mazzo di chiavi. "Se proprio non trovate nulla di utile e non volete spendere molto ho un'ultima offerta da proporvi"
    "Di che si tratta?" domandò Sora.
    "Seguitemi"
    E tutti e quattro si spostarono verso una nuova porta, che varcarono, arrivando così in un secondo capannone, diverso dal primo. Se l'ambiente precedente rassomigliava di più ad un officina, questo sembrava un fienile ben curato.
    L'anziano continuò ad avanzare, anche se gli altri si erano fermati, e fischiò. Un fischio lieve ma molto lungo.
    "Che sta combinando?" chiese Riku.
    "Uhm, forse ho capito" annuì Axander. "Certo, se è quello che penso io, i nostri problemi sono risolti"
    Quindi fece qualche passo in avanti, frugando in una tasca. "Quanti munny sono per il Chocobo?"
    Sora e Riku si guardarono inarcando le sopracciglia, non capendo di cosa stava parlando. Invece, l'uomo sembrò comprendere al volo e interruppe il fischio, sorridendo.
    "Fanno 10.000 munny. Voglio essere generoso, anche se è l'unico che posseggo" spiegò.
    "Essere più generoso con la moto, no?" interloquì Axander, mostrando il sacchetto pieno di munny.
    "No, perchè quella è stata già prenotata" disse l'anziano. "500.000 sono il minimo, dato che il padrone l'ha pagata il doppio. Già, proprio un tipo senza soldi"
    "Caspita, chi può avere così tanti munny?" chiese Sora, meravigliato tanto quanto i due amici.
    L'uomo non rispose e si girò. "Non chiedere queste cose. Nessuno ti risponderà" e riprese a fischiare.
    Dopo qualche istante arrivò qualcosa o qualcuno. Una creatura sbucò da dietro una montagnola di paglia e si palesò davanti a tutti. Sembrava un grosso pulcino giallo, dalle lunghe e lucenti piume. Aveva dei grossi occhi blu, che scrutavano con curiosità gli astanti e delle robuste zampe munite d'artigli. Sembrava inoffensivo, in apparenza.
    "Ma in realtà dovreste vedere, è uno scalmanato" commentò l'uomo, avvicinandosi al Chocobo. "E' forse il mezzo di trasporto più veloce ed allo stesso tempo economico che conosco. Prendere o lasciare; o questo o niente, mi spiace"
    "In questo caso, lo prendiamo di sicuro" e Axander diede la somma pattuita al padrone dell'animale.
    "Ottimo, è stato un piacere fare affari con voi" li ringraziò l'uomo, mentre si allontanavano con il Chocobo.
    "A quanto pare è andato tutto per il meglio, ma..." disse Sora. "Chi ci assicura che io sia capace di 'guidare' questo coso?"
    "Te lo assicuro io, sennò vedi che mi ripaghi i 10.000 pezzi che ho perso a causa tua, se dovesse rivelarsi tutto inutile!" esclamò Axander.

    Tornarono in città che era già mezzogiorno. Dopo aver mangiato alla svelta, Sora si trovò costretto, sotto velate minacce di Axander, a cominciare a prendere familiarità con il Chocobo.
    "A dirla tutta, io non so ancora dove devo dirigermi, innanzitutto.... E tu vuoi farmi partire già stasera per un posto sconosciuto?" disse Sora.
    "Ho già programmato io la prima tappa. Tu non preoccuparti, pensa ad ammaestrare quel... Quel... Quel 'coso' e non parliamone più. Stai tranquillo" lo rassicurò a suo modo l'amico, allontanandosi verso il palazzo reale.
    Sora si ritrovò nuovamente fuori città, in una specie di recinto, dove l'animale pascolava allegramente. Il ragazzo era seduto sulla staccionata, osservandolo e sospirando. Sussultò, quando udì qualcuno giungergli da dietro.
    "Ehi, ciao Sora" lo salutò una voce.
    Il giovane si girò e vide che era arrivata una ragazza. Agilmente, costei salì sulle travi di legno e si sedette accanto a Sora. Il suo nome era Elen ed era amica di Axander. Aveva quindici anni, un anno in meno di Sora, ed era piuttosto allegra e vivace, nonchè molto carina. Aveva lunghi capelli castani e occhi chiari, nei quali si poteva leggere, però, la malinconia dovuta ai giorni trascorsi lontana dai suoi amici.
    "Ciao Elen, tutto bene?" chiese Sora sorridendo.
    La ragazza annuì, ricambiando il sorriso. "Tutto bene, come te spero... Sai, stavo cercando Axander, l'hai visto?"
    "Si è diretto in città, mi sa che doveva sbrigare delle faccende importanti" rispose Sora.
    Elen annuì una seconda volta. Posò poi il suo sguardo sul Chocobo. "Ma che carino!" disse, scendendo dalla staccionata e dirigendosi verso l'animale.
    "No, ferma! Potrebbe essere peric..." si interruppe, tendendo una mano in avanti, per fermarla.
    La ragazza aveva già raggiunto il pennuto e gli stava accarezzando la testa. L'animale sembrava gradire e chiuse gli occhi, accucciandosi a terra.
    "Che cosa volevi dirmi, Sora?" domandò Elen.
    "Niente, niente..." rispose lui, scendendo per avvicinarsi.
    Dopo aver accarezzato il Chocobo, Elen ne approfittò per salirci in groppa. Non successe niente di strano e l'animale si alzò, iniziando a passeggiare un pò qui un pò là, come se nulla fosse.
    "Uao!" esclamò lei, stupita.
    Sora si grattò la testa. A vederlo così sembrava un animale calmo e non capiva perchè l'uomo lo avesse definito 'scalmanato'. Ad ogni modo, si avvicinò a sua volta e provò a toccarlo. E anche in quella circostanza si dimostrò mansueto. Nei minuti a venire, Sora riuscì a cavalcarlo e riuscì a non farsi buttare giù durante i brevi tratti in corsa. Si arrivò, infine, a metà pomeriggio e i due decisero di ritornare in città.

    "Sei stato bravissimo Sora" si complimentò Elen, sorridendo.
    "Grazie, sei molto gentile"
    Camminarono sino al cancello. Straordinariamente rapidi erano stati gli operai nel ricostruirlo, meno di una giornata e ora si poteva di nuovo passare sotto la volta dalla quale veniva calata la grata. Nell'attraversare il varco, però, Sora e Elen notarono due strane figure venire in senso opposto, che stavano uscendo dalla città.
    "Che strana gente che gira ultimamente..." mormorò Elen, fermandosi ad osservarli, assieme a Sora.
    Una delle due figure era piuttosto bassa, un bambino a vederlo così, e portava una cappa con il cappuccio alzato sul volto. Non si fermò e continuò a marciare dritto con passo svelto, mentre il compagno, un uomo alto e più robusto si fermò, osservando Sora. Anche questo portava una cappa e un cappuccio che gli oscurava il viso, ma solo fino all'altezza del naso. La bocca la si poteva tranquillamente vedere, piegata in un sorriso.
    "Buongiorno" salutò, in direzione di Sora.
    Il ragazzo lo osservò a lungo, soprattutto per il falco nero che teneva sulla spalla. Non rispose. Quel tipo dava l'idea di un poco di buono.
    "Buongiorno" salutò però Elen, con cordialità.
    L'uomo sorrise più apertamente. "Non trovate che sia una splendida giornata? Nessuna nuvola..." disse più a se stesso che agli altri, osservando il cielo.
    "Avanti, dobbiamo raggiungere Evenheim prima che sia troppo tardi" lo chiamò l'altro. "Muoviti e non perdere tempo a blaterare!"
    Lo straniero abbassò lo sguardo, contrariato dal vociare dell'amico. Si rivolse, in seguito, di nuovo verso i due ragazzi, sorridente come prima. "Spero di poter incontrarti ancora Sora e poter scambiare quattro chiacchere con te"
    I due si allontanarono e Sora ed Elen fecero altrettanto, entrando in città. Solo in quell'istante, il custode del keyblade si voltò di scatto.
    "Ehi, come faceva a sapere il mio nome? Io quello non l'ho mai visto in vita mia" disse turbato.
    "Non ci pensare, sei famoso da queste parti" disse Elen. "Immagino che neanche tu conoscessi Axander quando ti trovò la prima volta sull'Isola. Eppure lui sapeva molte cose di te"
    "Sarà, ma sto qui non mi ispira fiducia..."

     
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