Lavorare

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  1. Pausa tisana regolarizzante
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    Io penso che la frustrazione di cui parla il commento precedente, non deriva dal fatto che si fa un lavoro che non piace, ma dal fatto che si è convinti di essersi fatti troppo il culo per arrivare a fare quel lavoro di merda.

    Eppure siamo sicuri che all’alba dei loro percorsi di studi questi “frustrati” non fossero già al corrente che avrebbero faticato a trovare qualcosa che ripagasse i loro sforzi?

    L’università è sempre una cosa positiva, non c’è dubbio, ma se vuoi lavorare non devi studiare quello che ti interessa ma quello che alla fine degli studi richiederà il mercato del lavoro. Altrimenti devi metterti in testa che una volta finito di studiare quello che volevi, la laurea te la infili nel culo e riparti da dove eri prima. Con 5-6-7-8 anni di più.

    Io ero come te, alla tua stessa età, volevo solo uno stipendio per potermi costruire la mia vita, e sono pienamente soddisfatto.
    Non ho il rimpianto di non aver studiato per il semplice fatto che non penso sarei stato in grado di farlo.

    Non c’è un percorso giusto. Certo se ti sei diplomato al classico con 100/100 e suoni il violino magari è il caso che continui a studiare.. ma se è una questione di soldi/indipendenza economica e in funzione di queste credi che derivi poi la tua realizzazione personale.. beh avere una laurea o no non cambia nulla. Perderesti solo del tempo.
     
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    CITAZIONE (»Manuel @ 6/6/2019, 08:55) 
    Cut

    Scusa, Manuel, ma di chi stai parlando? Non mi pare che nessuno, in questo thread, abbia preteso lavori rilassanti e strapagati ottenuti in due minuti e senza sforzo. Poi, non posso parlare per gli altri, ma la mia educazione è stata tutto il contrario di una sessione di coccole, e l'agio economico non l'ho mai conosciuto (le lezioni di violino me le pago, per il momento, con dei risparmi accumulati apposta durante gli scorsi anni, e non mi concedo assolutamente nient'altro).

    CITAZIONE (Sashy @ 6/6/2019, 09:59) 
    Lev, ascolta: non lasciare che la pressione prenda il sopravvento su decisioni le cui conseguenze subirai a lungo. Credi davvero che la soluzione sia scegliere qualsiasi lavoro? Pensi davvero che la tua serenità giornaliera sia il prezzo da pagare per l'indipendenza familiare ed economica?

    Sashy, sinceramente sì. Al momento non ho nessuna serenità giornaliera da perdere, del resto: nella mia famiglia passiamo il tempo a farci del male e scaricarci le rispettive frustrazioni addosso, ed è un circolo vizioso che non si romperà finché resto. Io stesso sono pieno di rimpianti e non esattamente pieno di vita, quindi da questo punto di vista non cambierebbe davvero niente: la solitudine non rappresenta per me una promessa di pacchia, ma solo una garanzia di relativa tranquillità.

    CITAZIONE (Sashy @ 6/6/2019, 09:59) 
    Io al momento sono al mio secondo tirocinio dopo una laurea e un master, sono una ragazza estremamente fortunata perché gravito attorno al mio campo di competenza in una società rispettabile, eppure spesso mi auguro di ammalarmi per evitare quelle misere otto ore al giorno, perché quello che faccio mi piace solo in parte. E non ti dico cosa mi sono augurata al primo tirocinio, dove praticamente ero una call center per un teatro.
    Certo, sei giovanissimo, quindi in verità puoi e devi sperimentarti. Ma cerca di scoprire soprattutto dove VUOI andare, o almeno di scoprire dove non vorrai mai più.

    Beh, il mio ideale sarebbe vivere in Lucania (terra a cui sono estremamente legato sin da piccolo), in un paesino, magari incontrare gente che suoni con me e recuperare un minimo di quella vitalità che avevo da preadolescente. Non è nulla che sia traslabile in un contesto lavorativo, quindi penso che per una questione di pace interiore sia meglio accettare che qualsiasi mestiere sarà semplicemente uno schiattamento in corpo utile a sopravvivere, come del resto è sempre stato per la maggior parte della gente. Ovviamente mi fa piacere che tu abbia trovato una strada più vicina ai tuoi desideri, e spero che le cose possano andarti ancora meglio, ma ho come l'impressione che alla fine la tua esperienza sia quasi un'ulteriore conferma di ciò che mi aspetto.

    CITAZIONE (Sashy @ 6/6/2019, 09:59) 
    Perché non provi prima a vedere quali corsi universitari o accademici ti interesserebbero davvero tanto? Iniziare come studente fuorisede (anche a Napoli o Salerno, dove i prezzi sono relativamente bassi per le singole, vanno benissimo) potrebbe essere un ottimo inizio. Oppure, come già ti hanno suggerito, puoi iniziare col servizio civile, che ti occupa solo per un anno (almeno obbligatoriamente).

    Ho avuto la mia opportunità con l'Università: ero iscritto a Filosofia, che in effetti mi interessava moltissimo sia di per sé, sia perché riuniva altre discipline di mio interesse, e fra database per studenti, pdf ed articoli, continuo a studiare da solo anche adesso che non frequento più.
    Ma lì le cose non sono andate bene, non ho saputo sostenere la carriera e la vita universitarie, così ho lasciato perdere. A volte penso che potrei fare un nuovo tentativo altrove, o con una differente facoltà, ma non riesco a sembrare credibile neppure a me stesso: la paura e l'insicurezza mi paralizzano, il che, assieme al mio desiderio di stare lontano dagli ambienti competitivi, mi renderà difficilissimo fare i passi necessari per cercare un lavoro. Ma, differentemente dall'Università, in questo caso non ho scelta, e spero che questa precarietà sia sufficiente a costringermi ad espormi.
    La primissima opzione che ho considerato, comunque, è stata proprio il servizio civile, ma mi hanno detto che è utile solo se si pianifica di studiare dopo quell'anno di lavoro e servono soldi per pagare le tasse, altrimenti è solo una perdita di tempo che ritarda ulteriormente l'ingresso in un ambiente di lavoro "definitivo".
    Poi ovviamente non so: ho chiesto un consiglio qui proprio perché non so come muovermi e non ci capisco niente.

    Edited by Lev ~ - 6/6/2019, 15:40
     
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    CITAZIONE (»Manuel @ 6/6/2019, 08:55) 
    Sai cos'è, uno si fa il culo

    Volevo semplicemente cercare di essere utile in qualche modo a Lev dal basso della mia ignoranza-nullafacenza, il "non sei stato sulla Luna non puoi parlare" mi sembra un po' sciocco e snob; per lavori degradanti mi riferisco a situazioni illegali alla soglia della violazione dei diritti umani, non farsi il mazzo per qualche tempo con 500€/mese finché si è giovani perché tanto è una situazione temporanea (e non è detto lo sia, sento persone che si lamentano di non poter fare una famiglia perché impaludate in eterno in queste condizioni del tutto incompatibili con mutuo e figli escludendo un aiuto economico dai genitori).

    L'autore del thread ha una formazione umanistica, non si tratta di avere in tasca una laurea in Giurisprudenza e stringere i denti accettando di tutto prima di poter mettere piede nel proprio ramo: se va a lustrare pavimenti quasi-gratis "facendosi il culo" butta gli anni migliori della gioventù e non vedo nemmeno come potrebbe ottenere l'autosufficienza economica rispetto ai genitori nel caso certi stipendi non bastino nemmeno per pagare l'affitto.

    Di me ho parlano sino all'ossessione: se sembro l'archetipo del bamboccione pigro che si gode la vita lamentandosi di non essere scelto come top manager, c'è qualcosa che non va.
     
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    CITAZIONE (Pausa camomilla @ 6/6/2019, 16:14) 
    L'autore del thread ha una formazione umanistica, non si tratta di avere in tasca una laurea in Giurisprudenza e stringere i denti accettando di tutto prima di poter mettere piede nel proprio ramo: se va a lustrare pavimenti quasi-gratis "facendosi il culo" butta gli anni migliori della gioventù e non vedo nemmeno come potrebbe ottenere l'autosufficienza economica rispetto ai genitori nel caso certi stipendi non bastino nemmeno per pagare l'affitto.

    Ma in realtà, e con questo rispondo anche ai due post di Goh, io non avrei nessun problema a svolgere lavori più gravosi e pagati poco, sia perché non mi illudo di guadagnare chissà cosa, sia perché l'educazione paterna mi ha abituato alla manualità e me l'ha fatta anche apprezzare: lo scorso settembre, per esempio, ho fatto del volontariato nel reparto metallurgia di un centro di accoglienza; ho imparato subito, ho reso bene ed è stato gratificante. Ovviamente un'occupazione così, come qualsiasi altra, non sarebbe tutta rose e fiori se svolta a tempo pieno, anzi, ma quel che voglio dire è che sarei in grado di occuparmi anche di mansioni fisiche. Quindi non ho preferenze troppo specifiche, il cameriere è forse l'unico mestiere che non vorrei mai e poi mai svolgere.
    Inoltre, credo di avere due punti di forza utili: la tendenza a voler imparare a fare bene quello che mi ritrovo a dover fare, e quella di essere molto ligio agli impegni che mi assumo con reale convinzione; propensioni che mi aiuterebbero a combattere il naturale avvilimento derivato dal lavoro.
    I miei veri problemi sono la paura e la debolezza di carattere, criticità che, soprattutto in una città come Napoli, ti tagliano le gambe.
     
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    Io penso che la frustrazione di cui parla il commento precedente, non deriva dal fatto che si fa un lavoro che non piace, ma dal fatto che si è convinti di essersi fatti troppo il culo per arrivare a fare quel lavoro di merda.

    Mi sa tanto di populista italiano che addita come arrogante e sapientone chiunque abbia studiato.

    Volendo lavorare nel cinema e nella televisione non mi aspetto minimamente una scalata facile, anzi, dovrò già ringraziare Matrix o qualsiasi divinità se riuscirò a raggiungere la metà dei miei obiettivi. Nonostante stia facendo la gavetta (cosa normalissima), ripeto, mi ritengo fortunata. C'è chi non riesce neanche ad entrare, io almeno ho messo il piede dentro.

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    L’università è sempre una cosa positiva, non c’è dubbio, ma se vuoi lavorare non devi studiare quello che ti interessa ma quello che alla fine degli studi richiederà il mercato del lavoro.

    Visto che, data come è strutturata l'università in Italia, si può prendere una laura e lavorare in contemporanea, non vedo perché non arginare il problema così. E comunque, in un mondo ideale si studierebbe all'università per poter trovare mercato nel campo che più ti piace, ma capisco non sia così.



    Lev, a me sembra che il tuo desiderio sia principalmente quello di andare a vivere fuori casa, il che non richiederebbe per forza un lavoro. Tutto il resto, come in ogni post, mi sembrano più scuse che fatti. Hai 22 anni, è normalissimo avere paura di quello che c'è là fuori, ne ho io a 24 e ce l'hanno i miei amici a 28. È una cosa che non passerà finché non lo farai. Ma potrò ripeterlo cento volte, non lo capirai fin quando non arriverà il momento. Ti auguro genuinamente di trovare qualcosa di appagante.
     
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    Ho il dubbio che quelli pagati davvero poco siano incompatibili con l'autosufficienza economica: l'africano che coglie i pomodori in modo sincopato condivide l'appartamento con altri migranti, idem i cinesi coi vari esercizi commerciali che ammazzano la concorrenza italiana lavorando per due lire e stando sempre aperti; si delocalizza in Romania, Polonia ecc. dove puoi pagare un operaio 200-300€ e ho esperienza diretta di un parente che ha pagato 150€ al nero due muratori albanesi per farsi sistemare la casa nuova (e l'ha fatto per sopravvivenza dato che uno stipendio va nel mutuo e devono vivere in tre coi restanti 1000€)...

    Anni fa avevo letto annunci per lavori che consideravo modesti, come appunto il cameriere, e chiedevano max 25 anni, esperienza nel settore, bella presenza, inglese perfetto e possibilmente la conoscenza di altre lingue; a volte c'era scritto genericamente "laurea" o "laurea umanistica".
    Sono i tipici lavori sottopagati e senza prospettiva che possono fare gli studenti a carico dei genitori: i datori di lavoro hanno la fila e possono permettersi d'imporre condizioni del genere; magari spronano il ragazzo a lavorare sodo facendo penzolare davanti come una carota la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato, di aumenti ecc. che non arriveranno mai, e quando uno comincerà ad essere vecchio e stanco sarà sostituito da un altro giovane disposto a fare lo schiavo e rimarrà con poco o niente in mano avendo poi oltretutto difficoltà nel trovare un nuovo lavoro a caso perché dai 30 si è considerati troppo in su con l'età.

    Non so, forse l'alternativa potrebbe essere andare a vivere in qualche borgo medievale e vivere in modo tranquillo imparando e portando avanti qualche antica arte; un po' di persone stanno riscoprendo il fascino dell'artigianato.
    Anche se fa un po' manga, potresti cercare qualche vecchio maestro che ti tramandi la sua arte in via d'estinzione, che so qualcosa come ceramica, lavorazione del vetro (da piccolo le persone mi parlavano con ammirazione dei vetri di Murano): vendendo a una nicchia di appassionati (anche all'estero attraverso un negozio eBay o simili) potresti vivere della tua arte immerso nella calma e nella natura, rilassandoti con la filosofia e il violino nel tempo libero.
    Potresti anche suonare nelle piazze di paese, ad eventi e conoscere un sacco di persone. In paese anche i rapporti umani mantengono ancora l'importanza di un tempo, ci si conosce un po' tutti e ci si aiuta, non si è più uno dei millemila volti anonimi a cui dover pestare i piedi per rimanere a galla in una logica di mors tua vita mea anzi con lo spopolamento c'è domanda di lavoro manuale che parecchio giovani non vogliono più fare.

    Potresti fare il falegname. O l'apicoltore. O ancora più di nicchia, allevare bombi. Puoi provare nuove cose per sperimentare, per esempio la scultura, la pittura (conosco un pittore naïf pensionato che guadagna bene vendendo i quadri, e ha cominciato da pensionato come autodidatta). Sennò qualcosa come il pasticcere, il cuoco. Imparare a preparare qualche cibo tipico e naturale del posto dove andrai a vivere, anche in questo caso una volta imparata l'arte potresti vendere via internet.

    Come vedi si possono avere mille idee :3
     
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  8. Pausa tisana regolarizzante
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    CITAZIONE (Sashy @ 6/6/2019, 17:56) 
    Lev, a me sembra che il tuo desiderio sia principalmente quello di andare a vivere fuori casa, il che non richiederebbe per forza un lavoro.

    🤔
    Scusa eh, non avendo un master potrei metterci un po a capire cosa intendi...

    Ah ok, forse intende che puoi vivere fuori casa a spese dei tuoi genitori come probabilmente ha fatto lei.. ottima idea, non ci avevamo pensato.
     
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    CITAZIONE (Pausa camomilla @ 6/6/2019, 18:35) 
    ...

    Appunto: le banche non danno mutui superiori al 30% dello stipendio
     
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    CITAZIONE (Sashy @ 6/6/2019, 17:56) 
    Lev, a me sembra che il tuo desiderio sia principalmente quello di andare a vivere fuori casa, il che non richiederebbe per forza un lavoro. Tutto il resto, come in ogni post, mi sembrano più scuse che fatti. Hai 22 anni, è normalissimo avere paura di quello che c'è là fuori, ne ho io a 24 e ce l'hanno i miei amici a 28. È una cosa che non passerà finché non lo farai. Ma potrò ripeterlo cento volte, non lo capirai fin quando non arriverà il momento. Ti auguro genuinamente di trovare qualcosa di appagante.

    Dopo il mio fallimento all'Università, ho perso il sostegno economico della mia famiglia per le mie future iniziative ed in generale per qualsiasi cosa non sia legata strettamente al vitto. Quindi, se anche decidessi di riprendere a studiare, dovrei prima di tutto accumulare il denaro necessario per pagare le tasse. Ovviamente, diventare un fuori sede con queste premesse non è realisticamente fattibile, visto che dovrei caricarmi ogni singola spesa quotidiana e mensile, più le rate universitarie. Per il resto, dici cose verissime, e ti ringrazio per l'augurio. :3 Il distacco dalla mia famiglia ha sicuramente la priorità assoluta, anche più che lo studio della musica (purtroppo).

    CITAZIONE (Pausa camomilla @ 6/6/2019, 18:35) 
    Non so, forse l'alternativa potrebbe essere andare a vivere in qualche borgo medievale e vivere in modo tranquillo imparando e portando avanti qualche antica arte; un po' di persone stanno riscoprendo il fascino dell'artigianato.
    Anche se fa un po' manga, potresti cercare qualche vecchio maestro che ti tramandi la sua arte in via d'estinzione, che so qualcosa come ceramica, lavorazione del vetro (da piccolo le persone mi parlavano con ammirazione dei vetri di Murano): vendendo a una nicchia di appassionati (anche all'estero attraverso un negozio eBay o simili) potresti vivere della tua arte immerso nella calma e nella natura, rilassandoti con la filosofia e il violino nel tempo libero.
    Potresti anche suonare nelle piazze di paese, ad eventi e conoscere un sacco di persone. In paese anche i rapporti umani mantengono ancora l'importanza di un tempo, ci si conosce un po' tutti e ci si aiuta, non si è più uno dei millemila volti anonimi a cui dover pestare i piedi per rimanere a galla in una logica di mors tua vita mea anzi con lo spopolamento c'è domanda di lavoro manuale che parecchio giovani non vogliono più fare.

    Potresti fare il falegname. O l'apicoltore. O ancora più di nicchia, allevare bombi. Puoi provare nuove cose per sperimentare, per esempio la scultura, la pittura (conosco un pittore naïf pensionato che guadagna bene vendendo i quadri, e ha cominciato da pensionato come autodidatta). Sennò qualcosa come il pasticcere, il cuoco. Imparare a preparare qualche cibo tipico e naturale del posto dove andrai a vivere, anche in questo caso una volta imparata l'arte potresti vendere via internet.

    Come vedi si possono avere mille idee :3

    Qualche tempo fa mi sono informato per vedere se qualche liutaio fosse disponibile ad accogliere un apprendista: in Italia, infatti, l'arte della liuteria sta sparendo, perché i maestri stanno morendo uno dopo l'altro senza che nessuno raccolga la loro eredità; addirittura, sull'onda di questo fenomeno, molti ricchi stanno comprando e mettendo sotto chiave violini di atelier in grandi quantità, perché fra qualche decennio saranno introvabili ed i loro nipoti potranno rivenderli a carissimo prezzo. Questa speculazione è ulteriormente favorita dall'inquinamento, che danneggia le foreste di aceri ed abeti da cui ricavare i legni per la costruzione degli strumenti, riducendo quindi la qualità delle produzioni recenti: ecco uno dei tanti motivi per cui gli antichi Guarneri e Stradivari, per esempio, costano così tanto, perché ormai materiali così pregiati non esistono più. Ad ogni modo, suddetti maestri sono molto legati alla conduzione familiare, e a quanto pare non sono disposti a tramandare la loro arte ad estranei.
    Per quanto riguarda la vita nei paesini, la conosco molto bene e la preferisco di gran lunga a quella cittadina: come accennavo in un post precedente, la mia vita si è divisa fra Napoli ed un borgo lucano (divenuto formalmente calabrese da qualche decennio, ma geograficamente e culturalmente rimasto legato alla Basilicata), ed anche se ci sarebbe la possibilità concreta di trasferirmi lì, magari a diploma di violino ottenuto, purtroppo non è così facile trovare lavoro; mi conoscono tutti, certo, ma comunque si favorisce il residente nato e cresciuto lì, anche non più giovane, che ha bisogno di mettere qualcosa in più in tasca, oppure uno dei tanti immigrati sottopagati che prendono sempre più piede ed iniziano lentamente a soppiantare la popolazione locale.


    Detto questo, lunedì ho un colloquio presso un'agenzia immobiliare, cercano qualcuno che lavori lì full time, occupandosi di mostrare le abitazioni ai potenziali acquirenti: per vie traverse, si tratta di un'attività che ho avuto modo di osservare a lungo, e che credo di avere le capacità di gestire con efficienza.
    Però, non ho mai sostenuto un colloquio di lavoro in vita mia e sono terrorizzato. Avete qualche consiglio da darmi? Anche raccomandazioni insignificanti sull'abbigliamento o sulla condotta possono essermi di aiuto. So già che verrò compromesso dalla mia faccia da bambino e dai tre anni di vuoto dopo il diploma, ma voglio provare lo stesso.

    Edited by Lev ~ - 7/6/2019, 16:33
     
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    CITAZIONE (Lev ~ @ 7/6/2019, 16:11) 
    Qualche tempo fa mi sono informato per vedere se qualche liutaio fosse disponibile ad accogliere un apprendista: in Italia, infatti, l'arte della liuteria sta sparendo, perché i maestri stanno morendo uno dopo l'altro senza che nessuno raccolga la loro eredità; addirittura, sull'onda di questo fenomeno, molti ricchi stanno comprando e mettendo sotto chiave violini di atelier in grandi quantità, perché fra qualche decennio saranno introvabili ed i loro nipoti potranno rivenderli a carissimo prezzo. Questa speculazione è ulteriormente favorita dall'inquinamento, che danneggia le foreste di aceri ed abeti da cui ricavare i legni per la costruzione degli strumenti, riducendo quindi la qualità delle produzioni recenti: ecco uno dei tanti motivi per cui gli antichi Guarneri e Stradivari, per esempio, costano così tanto, perché ormai materiali così pregiati non esistono più. Ad ogni modo, suddetti maestri sono molto legati alla conduzione familiare, e a quanto pare non sono disposti a tramandare la loro arte ad estranei.

    Mmh è un vero peccato, mi sembra perfetto per te. Ma forse, bazzicando gli ambienti giusti e mostrandoti serio ed appassionato potresti ottenere la fiducia di uno di questi vecchi maestri; il fattore umano è importante e molte persone anziane si sentono tristi e sole. Avere vicino a loro un giovane colmo di ammirazione e voglia d'imparare potrebbe essere un toccasana per il loro umore e farli sentire importanti. Dopotutto in Italia il lavoro lo si trova spesso tramite parenti e amici, no? Cerca di diventare loro "amico".
    Anche se non dovesse servire in questo senso, frequentando queste persone impareresti comunque molto di ciò che ti piace.

    Sembri un nerd dei violini e scrivi molto bene: butta giù un libro sui violini! Niente di serio, basta anche un libretto di 100 pagg. autopubblicato su Amazon e Kobo; ovviamente sarebbe un libro in chiave "ragazzo che parla della sua passione", con linguaggio semplice e divertente, di modo che sia comprensibile a tutti. Come puoi immaginare, il fine è autopromozionale: puoi scrivere sul curriculum di aver pubblicato - ancora così giovane - un libro su qualcosa di tuo interesse. Tenendo conto che molti datori di lavoro sono anziani e non sanno che chiunque può scrivere un e-book con Word e caricarlo per la vendita digitale nei suddetti store, potresti incrementare enormemente il tuo valore agli occhi di chi seleziona il candidato, che magari t'immaginerà scelto da una casa editrice come la Mondadori (cosa non certo da tutti!). Non pensare di poter sembrare presuntuoso: è pieno di personaggi come Fabio Volo che pubblicano libri insulsi senza provare alcuna vergogna. :facepalm:

    Oppure potresti scrivere un blog parlando di violini e mostrando al contempo passione, dedizione e capacità di scrittura.

    CITAZIONE (Lev ~ @ 7/6/2019, 16:11) 
    Per quanto riguarda la vita nei paesini, la conosco molto bene e la preferisco di gran lunga a quella cittadina: come accennavo in un post precedente, la mia vita si è divisa fra Napoli ed un borgo lucano (divenuto formalmente calabrese da qualche decennio, ma geograficamente e culturalmente rimasto legato alla Basilicata), ed anche se ci sarebbe la possibilità concreta di trasferirmi lì, magari a diploma di violino ottenuto, purtroppo non è così facile trovare lavoro; mi conoscono tutti, certo, ma comunque si favorisce il residente nato e cresciuto lì, anche non più giovane, che ha bisogno di mettere qualcosa in più in tasca, oppure uno dei tanti immigrati sottopagati che prendono sempre più piede ed iniziano lentamente a soppiantare la popolazione locale.

    Trovare lavoro non è facile in nessun luogo, quindi perché non cercarlo dove stai meglio?

    CITAZIONE (Lev ~ @ 7/6/2019, 16:11) 
    Detto questo, lunedì ho un colloquio presso un'agenzia immobiliare, cercano qualcuno che lavori lì full time, occupandosi di mostrare le abitazioni ai potenziali acquirenti: per vie traverse, si tratta di un'attività che ho avuto modo di osservare a lungo, e che credo di avere le capacità di gestire con efficienza.
    Però, non ho mai sostenuto un colloquio di lavoro in vita mia e sono terrorizzato. Avete qualche consiglio da darmi? Anche raccomandazioni insignificanti sull'abbigliamento o sulla condotta possono essermi di aiuto. So già che verrò compromesso dalla mia faccia da bambino e dai tre anni di vuoto dopo il diploma, ma voglio provare lo stesso.

    Presentati come un giovane affidabile, umile e desideroso d'imparare.
    Vestiti in modo sobrio, serio ma comunque senza esagerare perché hai 22 anni e sei un novellino: sembreresti innaturale e costruito.
    Rispetto all'università, evita di porti come qualcuno che ha fallito. Fai capire più o meno esplicitamente che studiare Filosofia è impegnativo, che i tuoi sono molto severi e hanno chiuso prematuramente il portafogli perché non hai soddisfatto le loro enormi aspettative — ma non hai perso tempo dedicandoti al violino, tua grande passione. Eri inoltre giovane e spaesato, dovevi riflettere su quale strada prendere.
    Se non l'hai già fatto informati sulla storia dell'agenzia ecc. e mostrati competente/interessato al mercato immobiliare, cerca di essere disinvolto e moderatamente sorridente, se e quando cercheranno di rompere il ghiaccio e fare small talk complimentati per qualcosa come l'edificio, l'arredamento, qualsiasi cosa (l'importante è sembrare naturale).
    Parla come scrivi qui e in generale cerca di sembrare una persona seria e gentile, colta, di buona famiglia borghese e con la testa sulle spalle.

    Non mi viene in mente nient'altro. Ma non credo dovresti avere problemi, se ti hanno chiamato per il colloquio avrai senz'altro già fornito un'impressione più che buona.
    Tieni presente che un anno di fuori corso è fisiologico (da me lo dicono gli stessi professori che non ci sia da preoccuparsi), anzi si laurea nei tempi previsti una minoranza.
    Salvini mi sembra che fece sui 20 anni di fuori corso studiando Storia senza aver mai lavorato, e comunque la si pensi su di lui ha un seguito enorme di persone a cui non interessa della voragine sul CV. Di Maio idem, ha lasciato Giurisprudenza e se non erro ha venduto gelati allo stadio per un periodo, e basta.
    Oltretutto un po' di persone inviano curriculum sgrammaticati con recapiti mail alla diablo666@ e si presentano ai colloqui pieni di piercing/tatuaggi, facendo i cretini. In qualche modo trovano da lavorare anche loro, perciò non mi preoccuperei. :sbomg:
     
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    La prima cosa ad un colloquio è mostrarti sicuro di te ed interessato alla posizione.
    L’agente immobiliare è un venditore, ad un colloquio del genere immagino che sia importante quanto tu riesca a vendere te stesso.


    Madonna kusari, se come paragone dobbiamo usare salvini e di maio stiamo messi veramente male.
     
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    Il colloquio è andato fin troppo bene. Sono piaciuto molto e mi è stato detto chiaro e tondo che mi si prenderebbe subito in prova, e che se tutto andasse bene inizierei i sei mesi di lavoro + formazione retribuiti. Però, la rappresentate mi ha anche detto che dovrei pensarci molto bene prima di accettare, perché prendermi quest'impegno significherebbe avviare una vera e propria carriera imprenditoriale, forse al costo del violino e di tutti gli altri miei interessi. Quindi, mi ha dato qualche giorno per decidere.
    Da una parte è un'occasione d'oro e meriterei di essere preso a pugni se me la lasciassi sfuggire, dall'altra mi condannerei a restare per sempre a Napoli e forse a rinunciare a tutto.
    Non so.

    Tic, tac, tic, tac...
     
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    CITAZIONE (Lev ~ @ 10/6/2019, 16:52) 
    Da una parte è un'occasione d'oro e meriterei di essere preso a pugni se me la lasciassi sfuggire, dall'altra mi condannerei a restare per sempre a Napoli e forse a rinunciare a tutto.
    Non so.

    Ma quando mai.
    Non è per nulla detto che tu debba rinunciare al violino, non lavori 24/24 7/7. Poi, finchè sei a casa con la tua famiglia e non devi provvedere a cucina pulizie ecc (credimi, toglie tantissimo tempo ed energie) hai tutto il tempo per fare altre cose.
    Come non è detto che iniziare un lavoro da qualche parte ti costringa a rimanerci per sempre, puoi cambiare azienda e città in qualsiasi momento. Dopo aver acquisito esperienza in un settore muoversi è semplicissimo.

    Io ho accettato un lavoro che poi ho mollato dopo due mesi perchè ho avuto un'offerta migliore da un'altra parte.
     
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    CITAZIONE (»Manuel @ 10/6/2019, 17:00) 
    Ma quando mai.
    Non è per nulla detto che tu debba rinunciare al violino, non lavori 24/24 7/7. Poi, finchè sei a casa con la tua famiglia e non devi provvedere a cucina pulizie ecc (credimi, toglie tantissimo tempo ed energie) hai tutto il tempo per fare altre cose.

    Lavorerei dalle 9 alle 20, dal lunedì al sabato. Quindi no, niente violino se accetto, visto che coincide esattamente con la fascia oraria in cui la legge sulla quiete pubblica mi permette di esercitarmi. D'altra parte, realisticamente parlando, è quasi certo che qualsiasi mestiere mi costringerà a mollare la musica, visto che appunto si lavora da mattina a sera, quindi boh, forse dovrei semplicemente decidermi ad accettare la realtà.

    Edited by Lev ~ - 10/6/2019, 18:04
     
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