Kingdom Hearts: A New Beginning

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  1. Airk.
     
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    - Chapter IV: Tenebre dal passato -

    L'indomani mattina Sora e Riku si stavano già allenando con le loro due spade di legno, sulla spiaggia. Kairi se ne stava tranquilla a guardare, seduta sul pontile di legno che collegava l'isola maggiore ad un isolotto.
    "Forza Sora! Vai Riku!" incitava ogni tanto.
    Axander se ne stava in disparte, all'ombra di una palma, appoggiato con la schiena e con le braccia incrociate. Gli occhi erano chiusi e il capo leggermente chino. Li apriva di tanto in tanto per dare un'occhiata di due ragazzi, ma poi tornava a pensare ai fatti suoi.
    La giornata passava tranquilla, il cielo era sereno e il mare calmo. Una leggera brezza da nord sfiorò l'isola e subito le palme si mossero lentamente, accompagnate dallo stridio dei gabbiani.
    Nulla lasciava presagire che cosa sarebbe successo di lì a poco.

    "Glieli consegni tu?" domandò una voce.
    "Certo che no. Mettiamo il caso che non gli vadano bene e vada su tutte le furie?" rispose l'altro.
    Entrambi stavano salendo una scalinata. Tutto era oscurato e la luce filtrava solo attraverso gli alti mosaici che illuminavano a tratti gli innumerevoli gradini.
    I due giunsero ad un alto portone. Si fermarono ed esso si aprì automaticamente. Ne varcarono la soglia e, procedendo con passo felpato, attraversarono l'immenso salone, che al contrario della scalinata, sembrava brillare di una luce propria. Le pareti bianche ed alte erano interrotte a tratti da colonne alte all'incirca una decina di metri. La maestosità di quel palazzo, però, sembrava non colpire minimamente Grelwan e Nathan, che arrivati alla fine di esso, si fermarono nuovamente. Poco più avanti vi era una vasta balconata. Appoggiato al parapetto un ragazzo, con le mani dietro la schiena, stava osservando le nubi ammassarsi all'orizzonte.
    "Vi stavo aspettando" esordì con voce calma e profonda.
    I due allora si avvicinarono ulteriormente.
    "Avete notizie? Trovato qualcosa? Parlate" continuò il giovane, senza voltarsi.
    Dopo un attimo di esitazione, Grelwan estrasse da sotto la nera divisa un libro. Ma più che un libro sembrava un insieme di appunti.
    "Abbiamo trovato questo. Non sappiamo se possa esserti utile, ma comunque te lo abbiamo portato, Ilfrien" disse solenne Grelwan.
    Un piccola pausa e Ilfrien parlò nuovamente.
    "Non sapete se possa essermi utile, eh? Non lo avete letto?" domandò con tranquillità.
    All'orizzonte, intanto, si era scatenata una tempesta. Fulmini saettavano, provocando bagliori e tuoni di inaudita potenza.
    "Beh, ecco... No..." rispose incerto Grelwan "Volevamo lasciare a te l'onore di scoprire cosa ci sia scritto qui dentro" agitando il libro nella mano destra.
    "Hai sentito Albaran? Vogliono lasciarmi l'onore" disse ridendo il giovane.
    Una quarta figura apparve alle spalle dei due avventori, accompagnata da un'insolita aura nera, tipica a quella dei membri dell'Organizzazione.
    "Ho sentito" disse semplicemente.
    Ilfrien si voltò. Non era incappucciato. Un ragazzo, a vederlo così sui sedici-diciassette anni. Ma in realtà aveva ere intere alle sue spalle. Capelli biondi, leggermente arruffati. A causa della loro lunghezza erano raccolti in una coda di cavallo dietro la schiena. Portava due piccoli e tondeggianti occhiali neri che nascondevano in parte gli occhi di ghiaccio. Era di bell'aspetto, così come i suoi fratelli, e sorrideva di rado per avvenimenti gioiosi e allegri.
    Rimasero tutti, per l'ennesima volta, nel silenzio più totale.
    Ilfrien si avvicinò a Grelwan, prendendogli velocemente di mano il libro. Lo sfogliò dandogli un'occhiata superficiale.
    "Sembrerebbe interessante" affermò alla fine, richiudendo il libro. "Datemi un pò di tempo per leggerlo e poi vi farò sapere" osservando la copertina con il simbolo dell'Organizzazione affisso sopra.
    "Qualcosa non va?" domandò Nathan, rimasto in disparte.
    Ilfrien alzò lo sguardo.
    "No, nulla" disse tranquillo. Qualche istante dopo schioccò le dita. Un'aura oscura lo avvolse, facendolo scomparire poi del tutto.
    "Secondo voi cos'avrà in mente?" domandò Grelwan.
    Gli altri due scossero il capo.
    "Non lo so" disse Albaran "Ma una cosa è certa. Tra i suoi pensieri vi è ancora il tradimento di nostro fratello".
    Grelwan, che intanto era uscito sulla terrazza osservò il cielo. Ora era tutto sereno, la tempesta era scomparsa e non si vedeva nemmeno l'ombra di una nuvola. Si mise a ridere.
    "Che cosa c'è di così divertente?" proruppe Nathan.
    "La vendetta mi mette allegria. E Axander la pagherà molto cara"

    La sera era già scesa sull'Isola del Destino.
    "Ottimo, continuate così che siete sulla strada giusta" disse sorridendo Axander vedendo Riku e Sora stesi sulla sabbia, stanchi morti.
    "Se penso che dovremo andare avanti così per tre mesi..." disse Sora con il fiatone.
    "Potete andare" disse infine l'altro, andandosi a sedere su una pietra.
    Riku si rialzò e si diresse verso casa e Kairi lo seguì, dopo aver salutato gli altri.
    Sora rimase ancora un pò a riprendere fiato. Dopo si alzò, osservando Axander, intento a pensare a qualcosa.
    "Sono davvero così forti questi nuovi nemici?" domandò interessato.
    Axander non rispose e rimase in silenzio per qualche secondo. Sora abbassò lo sguardo.
    "Ma..."
    "Sì. Più di qualsiasi altro avversario abbia incrociato il tuo cammino" rispose dopo un pò.
    Sora non disse niente.
    "Sembra che tu li conosca molto bene" avvicinandosi ad Axander.
    "Sì, purtroppo. Solo i saggi li conoscono. Vengono spesso citati nelle antiche leggende" osservando Sora.
    "Sono cinque esseri corrotti dall'oscurità, consumati dall'avidità. Non conosco la parola pietà e ciò a cui aspirano è il potere assoluto, il controllo totale di tutto ciò che esiste. In molti hanno tentato di fermarli, ma ben pochi ci sono riusciti"
    Sora rimase in silenzio.
    "Una volta" continuò Axander "Avvenne una terribile battaglia. Si parla di moltissimo tempo fa, quando tutto era ancora all'inizio di tutto. Due grandi forze si opponevano: Ordine e Caos. Queste due entità combattevano senza esclusione di colpi, sempre in cerca di sovrastare la fazione opposta. Un giorno, l'Ordine decise di chiamare a sè cinque poteri, ovvero cinque elementi: il vento, il fuoco, l'acqua, la terra e il tuono. Gli fece assumere un aspetto umano e li assolse per combattere al suo servizio"
    Fece una breve pausa, continuando ad osservare il mare.
    "La loro potenza superava di gran lunga la sua e questo l'Ordine lo sapeva. E sfortunatamente lo sapevano anche loro. Il Caos fu quasi del tutto annientato"
    Sora lo fissò per un lungo attimo.
    "Mi hai detto che solamente questi... Saggi conoscono la storia. Tu come la sai?" domandò perplesso.
    Axander lo osservò con un leggero sorriso.
    "Perchè io ero là, quando ciò avvenne. Io ero uno di quei cinque"

    -[.:Fine Capitolo IV:.]-
     
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