Kingdom Hearts Remix: The Light into the darkness

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  1. Hikari/Naminé
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    Eccomi tornata, pronta per pubblicare il capitolo 2 della mia fan fiction. Ultimamente ho avuto tanto da fare ed è per questo che non sono riuscita a postarlo prima...senza perdere altro tempo sono orgogliosa di pubblicare questo nuovo capitolo :D Probabilmente risulterà essere noioso e banale, ma comunque fondamentale per lo svolgimento della storia, vi prometto però che dal terzo in poi i capitoli avranno molta più azione e colpi di scena (dai ci proverò u.u)
    Buona lettura a tutti voi :) a presto! (spero!) :ciao: :ciao:

    Capitolo 2

    Tutto sta per cambiare

    Le prime luci dell'alba filtravano dalla tapparella della finestra di Hikari che era già sveglia, con gli occhi socchiusi e rivolti verso la tenda azzurrina del suo baldacchino. Dentro al suo letto si sentiva al sicuro, come se fosse un rifugio. Chiuse gli occhi per un attimo e le tornarono in mente alcuni ricordi, per esempio di quando lei e Riku da piccini, dormivano insieme in quel grande letto. Sì, perché gli Evans erano proprio la famiglia alla quale apparteneva Riku e della quale era l'unico figlio maschio. Subito dopo la misteriosa comparsa sulle Isole del Destino, Hikari venne adottata proprio da quella famiglia, invece per quanto riguarda Kairi, beh, lei venne adottata dal sindaco e da sua moglie; il sindaco dell'isola principale era il fratello del padre di Riku, quindi il suddetto, Hikari e Kairi erano cugini, ma ovviamente non di sangue. Né Hikari, né Riku frequentavano tanto Kairi, si conoscevano certo, ma anche se Hikari ci ha provato diverse volte, Kairi non ha mai voluto diventare sua amica, chissà per quale motivo, preferiva stare per i conti suoi.
    “Crescere è una fregatura bella e buona.” questo era quello che stava pensando Hikari in quel momento. “Ho paura di crescere. Gli adulti sono sempre pieni di odio, rancore e malinconia, che poi di conseguenza trasmettono a noi...Basta mi sono stufata! Voglio andare via di qua, da questa vita di stress e falsità. Dove sono costretta a mentire per far felice gli altri, soprattutto la mia famiglia con le sue stupide tradizioni da rispettare...Perché una bambina deve iniziare da piccola le attività che facevano anche i suoi nonni, se la nonna materna faceva danza allora via subito a fare danza...se la nonna paterna faceva canto allora via subito a fare canto! Che stupidaggini! Secondo me ognuno deve fare quello che gli piace fare, non quello che gli impongono altri! Ho deciso: finirò di fingere da adesso in poi, non farò mai più niente che non mi piaccia davvero fare, costi quel che costi! Con Sora e Riku invece non devo fingere, è grazie a loro se ogni tanto ritrovo la vera me stessa! Quando sono con loro sto sempre bene, gli devo tanto!...Mhh, se solo riuscissi a ricordare! Scapperei via da questo posto con loro, non mi importa dove andremmo a finire ma sempre meglio che qui! La vita diventa ogni giorno più monotona, uffa...! Fammi alzare va!” Hikari ora se ne stava accovacciata nel suo letto con gli occhi che fissavano il vuoto, assorta nei suoi pensieri e monologhi interiori, finché non si alzò. Si stiracchiò per bene, indossò le pantofole e l'occhio le cadde sopra la grande sveglia che stava sopra il comodino e segnava in rosso che erano le 7:00 precise; non era per niente una tipa mattiniera, ma quella mattina decise di svegliarsi di buona lena, per il semplice ed unico motivo che era il suo primo giorno alle superiori. Silenzio tombale. Ancora stavano tutti dormendo pacifici e senza preoccupazioni (per ora) nei loro letti; allora alla ragazza venne un'idea. Scese senza far troppo rumore dalle scale, cosa assai difficile poiché ad ogni passo le bianche scale in legno cigolavano, arrivò in cucina e con grande grinta si mise a preparare delle crepes. Quelle erano l'unica cosa che Hikari sapeva fare discretamente e una volta preparato l'impasto lo lasciò riposare in frigo. Era così presa dalla preparazione di quelle crepes che non si rese conto di come aveva ridotto la cucina e di che ore si fossero fatte: era tardi da lì a poco si sarebbero tutti alzati e lei ancora si doveva lavare, vestire e in più sistemare tutta la confusione che aveva creato in cucina.
    Ma in poco tempo, per fortuna riuscì a fare tutto partendo dalle pulizie della cucina, dopodiché si lavò e si infilò la nuova divisa scolastica: camicia bianca, cravatta e minigonna a quadri blu, celesti e bianchi, collant blu fin sopra il ginocchio blu scuro e un paio di scarpe dello stesso colore. Si legò intorno ai capelli ondulati un nastrino blu, come fosse un cerchietto, preparò la borsa con i libri dentro e in fretta e furia scese di sotto per tirar fuori l'impasto delle crepes dal frigorifero. Velocemente si legò addosso il grembiule da cucina ed iniziò a cuocere i dolci: in meno di 15 minuti erano tutte pronte per essere cosparse di crema al cioccolato. Intanto si era svegliato Riku, che ancora insonnolito e con tutti i lunghi capelli arruffati diede a Hikari il buongiorno e si sedette a tavola. -Scusa ma da quant'è che stai in piedi tu?- chiese Riku assonnato -Mhh, dalle 7! Mi sono preparata e in più ho cucinato anche queste!- disse gioiosa Hikari facendo vedere al ragazzo tutte le crepes farcite. -Uh! Ma quante ne hai fatte?! Sono una montagna!- il ragazzo era scioccato, non sapeva che lei sapesse cucinare e in più ne aveva fatte davvero tante. -Io passo! Non mi fido di chi non ha mai cucinato!- disse con aria scherzosa lui -Ah sì? Beh, meglio così, ce ne saranno di più per me e...Sora! Chissà quanto sarà felice vedendomi arrivare con tutte queste crepes...di sicuro lui non farà storie per mangiarle!...Magari gli offrirò anche del succo di paopu fatto in casa...- disse con aria furba Hikari. - Eh?!Kari! Con il paopu con si scherza!- disse Riku con voce seria prendendo con arroganza una crepe dal vassoio. “Mhh, ma perchè Riku...perchè devi sempre fare così?...Il paopu, su di esso c'è una leggenda se non sbaglio, mi sembra che dica che se due persone lo dividono a metà e tutte e due lo mangiano insieme, allora i loro destini saranno per sempre uniti...Una cosa molto romantica, ma anche esageratamente possessiva per i miei gusti! Ma ovviamente dipende dai punti di vista..!!”
    -Bene, sembra che ti piacciano infondo!- osservò Hikari facendo un'espressione felice e soddisfatta. Il ragazzo non poté far a meno di notare il raggiante volto della sua amica, aveva gli occhi che le brillavano, evidentemente era davvero felice che gli fossero piaciute. -Si, in effetti non sono male. Sei stata brava dai, questa te la concedo!- erano poche le volte in cui Riku faceva complimenti, ma sta volta accontentò Hikari. La ragazza che ora fissava il vuoto sommersa da un flusso di pensieri, si era come impallata e non aveva sentito cosa Riku le avesse detto. In effetti in quei giorni, Kari si stava comportando piuttosto stranamente, faceva incubi incomprensibili, era sempre distratta e le faceva male spesso la testa. Qualcosa la turbava, ma lei sfortunatamente non capiva cosa mai potesse essere. Percepiva qualcosa, certo, qualcosa di brutto sarebbe successo da lì a poco, se lo sentiva e di solito ci azzeccava sempre. Era come se doveva succedere qualcosa che le avrebbe cambiato la vita... per sempre. -Ehi! Sveglia! Ora mi vesto e poi andiamo a scuola, okay?- disse a voce alta Riku alzandosi da tavola e sbattendo le mani di fronte alla ragazza. -Oh! Ah, si si, vai! Io aspetto quì- replicò con aria ora attenta lei. Dopo un po' scese Riku, che anche lui ora stava indossando l'uniforme scolastica e rivolgendosi a Hikari disse -Mamma e Papà oggi si sveglieranno tardi dato che sono ancora in ferie...quindi ci andremo insieme a scuola con il motorino.- e prese le chiavi di quest'ultimo appoggiate sul mobile vicino alla porta. -Eh?! No no no no! Io su quell'affare non ci salgo, lo sai ho paura!- esclamò Hikari scuotendo la testa a destra e a sinistra -Beh, fattela passare la paura, anche perché il solo mezzo che abbiamo per arrivare velocemente a scuola.- disse scorbuticamente Riku. Lui era solito nell'essere così arrogante, con tutti, per sino con Sora e Hikari, i quali pero sapevano che lui era fatto così e che infondo teneva moltissimo a loro due.
    Hikari salì sul motorino insieme al ragazzo allacciandosi il casco, e subito dopo partirono. “Questa è l'ultima volta che mi lascio convincere da te Riku! La prossima volta ci vado a piedi a scuola...almeno rallentaa!” Per tutto il viaggio lei tenne gli occhi sbarrati, incollata al seggiolino della moto e quando scese da lì era completamente pietrificata. -Ahi ahi ahi! Come mi gira la teeesta!- disse debolmente Hikari, barcollando di quà e di là. -Mhh, arriva sempre in ritardo, non sia mai che un giorno arrivi puntuale!- disse Riku riferendosi a Sora -Ehh lo sai lui com'è...LENTO!- replicò ancora intontita lei – Oh eccolo! E' lui vero?- la ragazza aveva visto in lontananza il suo amico che, con tutta fretta stava correndo verso di loro. -ECCOMI!! Scusate il ritardo!- Sora arrivò di corsa e non ebbe neanche il tempo di riprendere fiato -Uff!! Ahh!! Che corsa! Allora, come va?- chiese lui mettendosi le mani dietro la nuca come faceva spesso -Ehi! E come vuoi che vada: un altro noiosissimo anno di scuola...voglio dormire!- rispose Riku guardando Sora con gli occhi socchiusi, -E te come va?- chiese invece sorridente Sora a Hikari -Mh, non c'è male, anche se devo idre che sono piuttosto preoccupata...- disse con sguardo assente la ragazza -Eh? E di cosa ti preoccupi? In fondo è solo una scuola e poi staremo in classe insieme, non ti preoccupare andrà tutto bene!- disse sorridendo Sora -Non mi preoccupa la scuola, è una sensazione strana...come se dovesse succedere qualcosa di brutto...bah non so, sarà colpa dell'ansia- rispose Hikari con un finto sorriso. In realtà era veramente preoccupata. -Uh! Sta iniziando, forza sbrighiamoci altrimenti la palestra si riempirà subito.- disse Riku girandosi verso l'entrata enorme della palestra -Forza! Non mi avete sentito? Il discorso del preside sta iniziando!- ripeté Riku ad alta voce a Sora e Hikari. I due si guardarono in faccia tra di loro e raggiunsero il loro amico. “Ah! Ora che succede? Una fitta al polso? Mi si è tutto arrossato, ma come cavolo...” -Voi siete un primo? Bene sedetevi qui prego.- disse cortesemente una donna che doveva essere una professoressa, rivolgendosi a Sora e Hikari, -Tu invece Riku, sai benissimo dove devi andare! Forza raggiungi la tua classe.- riprese quest'ultima rivolgendosi a Riku che salutò con un gesto della mano e un sorriso a labbra serrate gli amici.
    Hikari annuì sorridendo al ragazzo.
    Il discorso del preside sembrava non finire più per Sora, il quale se ne stava con il braccio che sorreggeva la testa appesantita da tutte quelle parole; all'improvviso si udì una campanella suonare, probabilmente era quella del cambio dell'ora, infatti tutti si alzarono in piedi e si diressero nelle loro classi, tutti eccetto i primi ai quali, prima di poter andare nelle loro classi gli venne mostrata tutta la grande struttura. Una volta terminato l'inutile e al quanto noioso percorso i ragazzi si recarono tutti in classe. L'aula della classe di Hikari era grande e luminosa con grandi finestre sulla parete destra e dato che stavano al primo piano si riusciva a vedere bene il mare. Fecero l'appello, i vari alunni si presentarono e molti rimasero sorpresi del fatto che stavano in classe con Hikari, ragazza famosa da quelle parti. Tutte le ragazze la guardavano e le sorridevano, per pura convenienza...ma la ragazza si accorse che qualcuno dalla prima fila si era girato per osservala: era Kairi, che la guardava timidamente come se le volesse rivolgere la parola. Hikari invece, semplicemente se ne stava sdraiata sul suo banco, poiché il mal di testa era diventato più forte e il polso destro si era arrossato di più e le faceva ancor più male di prima. Sedeva di banco vicino a Sora ovviamente, il quale le stava parlando, ma lei, assorta troppo nei suoi pensieri e dolori, non lo stava a sentire. Osservava il suo piccolo polso, tutto rosso e dolente...eppure lei era convinta di non averci fatto nulla “Bah, è inutile starci a pensare...sarà un'allergia a qualcosa, eppure mi sento così strana, così debole...”. Appena Hikari socchiuse per un attimo gli occhi, ecco che suonò la campanella della ricreazione -Ehi Kari! Hai qualcosa che non va?- chiese Sora vedendo la ragazza stanca. Lei sorrise a Sora e si sistemò la frangia con appunto la mano destra, e fu allora che il ragazzo vide il polso arrossato della ragazza -E ora che hai fatto al polso? Fa un po' vedere...Uh?- Sora prese il braccio alla ragazza, ma quest'ultima lo ritirò a se dicendo che non era nulla e si alzò di scatto dalla sedia. Ad un tratto però si sentì girare la testa ancora più forte, il polso le premeva, e aveva la sensazione di cascare nel vuoto. Il ragazzo la prese al volo e senza dire una parola la trascinò con lui da Riku. La ragazza camminava a mala pena e quando i due arrivarono di fronte all'aula del ragazzo Sora iniziò a gridare il nome del suo amico a gran voce. -Sei troppo premuroso certe volte, ho detto che non ho nulla è solo un po' di agitazione, l'ansia fa brutti scherzi! Non c'era bisogno di chiamare Riku.- disse con voce flebile la ragazza rivolgendosi a Sora il quale la guardava preoccupato. Ad un tratto vide arrivare Riku, il quale non fece in tempo a respirare che venne subito fermato da Sora – Ehi Riku!! Kari sta male, ha mal di testa, è debole e non riesce a camminare!-
    -Uh? Ma tu sei paranoico Sora! Te lo dico io che ha: non ha fatto colazione oggi. Si è messa a preparare le crepes per noi, ma non ha pensato a se, come al solito...Non ti preoccupare, stai calmo e riprendi fiato. Basta che mangi e tornerà la rompiscatole di prima!- disse sempre scherzosamente il ragazzo. -Eh no caro Riku! Non ho finito! Guarda qua!- Sora mostrò il polso al ragazzo, il quale si accorse che c'era una cicatrice a forma di ala d'angelo -Kari! Ma che diamine hai fatto a questo benedetto polso? Ma sei fuori di testa?- urlò Riku a Hikari, pensando che fosse un' incisione -Riku io non l'ho toccato il polso. Che ti credi che me la sia fatta appositamente?- rispose sottovoce la ragazza. -Se è così non possiamo parlare qui di queste cose, forza andiamo fuori!- disse ora preoccupato Riku prendendo Hikari per il polso
    -Ehi! Fa male! Ma sei scemo?- Riku prese di scatto la mano della ragazza e si mise ad osservare il polso e la strana cicatrice. -Cosa pensi che sia? Non può trattarsi di sicuro di un taglio accidentale. Guarda com'è ben delineata. Fa quasi impressione per la sua precisione...- osservò Sora. -Mhh...che abbia qualcosa a che fare con il suo “arrivo” in questo Mondo...? Altrimenti la cosa non ha senso, dato che lei ha detto che non se lo è toccato ed è convinta di non averlo neanche urtato.- replicò Riku.
    Mentre i due erano così impegnati a confrontarsi e a fare ipotesi, la ragazza svenne e quando Sora e Riku se ne accorsero, provarono a svegliarla, ma senza successo. Era sprofondata in un misterioso ed improvviso sonno...
    “L'oscurità mi sta avvolgendo...cosa mi sta capitando?...”
     
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2 replies since 25/9/2014, 16:31   113 views
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