KINGDOM HEARTS: WARRIORS BETWEEN LIGHT AND DARKNESS

la mia prima fan fiction

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  1. Solar_Wings
     
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    Visto che questo è un forum su KH, ho deciso di postare al mia primissima fan fiction, dedicata al mondo di KH

    Introduzione

    Kingdom Hearts Warriors between Light and Darkness è una serie originale di mia invenzione, basata principalmente su Kingdom Hearts, ma anche su altri giochi Square, specialmente Final Fantasy VII, e su Wild ARMs 1 e 3. Questa serie è composta da tre o quattro episodi e si svolge dopo la fine di Kingdom Hearts II, diventando quindi un seguito.
    Questa prima parte può essere definita una prequel o un “capitolo zero”, che avviene nel periodo tra Kingdom Hearts Chain of Memories e Kingdom Hearts II e serve principalmente per introdurre i personaggi che saranno protagonisti nella storia vera e propria.
    Come noterete i collegamenti con la saga originale di Kingdom Hearts sono pochi, ma più avanti ritorneranno Sora, Riku e tutti gli altri protagonisti.
    La protagonista di questa storia, insieme ai nuovi personaggi come Seyfert, è Kairi.
    L'avventura si solge nel periodo di tempo tra KH1 e KH2 ( quando l'ho scritta non avevo ancora giocato a KH2, quindi potrebbero esserci delle piccole incongruenze col gioco, ma più aventi si sistemerà tutto )

    Capitolo I: Nelle profondità del cuore

    “Kairi, ricordi cosa ti ho detto prima? Sarò sempre con te. Tornerò, lo prometto” “So che lo farai”
    Kairi aprì gli occhi: stava pensando a Sora, come sempre da quella notte..
    Otto mesi erano passati dall’ultima volta che aveva visto il suo carissimo amico, e i suoi capelli rossi erano cresciuti ed ora le arrivavano all’altezza delle spalle
    Si guardò intorno e non capì dove era. Stava in piedi sopra un suolo invisibile e tutto era nero intorno a lei, non vedeva nulla. Quando fece un passo, un enorme stormo di uccelli si levò, rivelando un grande piattaforma di cristallo rotonda, nella quale era dipinta una ragazza avvolta in vesti bianche e circondata da un aura di luce. Kairi osservò meglio la ragazza... era lei
    Kairi era talmente assorta a osservare il suo ritratto, che si trovò a sobbalzare quando una voce la chiamò “Kairi”
    “Chi...Chi sei?” chiese la ragazza guardandosi attorno spaventata
    “Benvenuta... qui ti trovi nelle profondità nel tuo cuore. Qui affronterai le tue tenebre e il tuo destino prenderà forma” la voce era calma e lenta, e sembrava molto misteriosa “Fai con calma, c’è ancora molto tempo”
    Dal suolo apparvero tra altari di vetro, in cima ai quali c’erano rispettivamente una spada, un’asta ed uno scudo.
    “Dimmi Kairi, cos’è che ritieni più importante? Avere la forza per combattere i tuoi nemici, avere la difesa per proteggere i tuoi compagni o possedere la magia che risveglia la tua forza interiore? Questa scelta è molto importante, prenditi tutto il tempo che vuoi, ma sii pronta perchè presto saranno qui”
    Kairi si ricordò di quando si fece insegnare ad usare la spada da Tidus : voleva essere capace di difendersi da sola se gli heartless fossero tornati. Senza troppi dubbi prese la spada.
    Improvvisamente il suolo si illuminò e poi crollò e Kairi cadde nelle tenebre sottostanti.
    Atterrò su un’altro pavimento, molto simile al primo, ma questa volta la Kairi dipinta sul suolo era vestita di nero, avvolta in un aura oscura.
    La voce parlò ancora “Hai scelto il tuo cammino... Ora mostrami se sei in grado di seguirlo”
    Strani esseri apparvero dal suolo, esseri completamente neri, ad eccezione degli occhi, che brillavano di un giallo inquietante.
    Kairi riconobbe senza dubbio quelle creature, erano gli esseri delle tenebre, gli Heartless, i nemici di Sora e i responsabili della scomparsa delle Destiny Islands, la sua terra natale.
    Kairi impugnò la sua nuova spada e grazie alla sua agilità, che aveva allenato molto negli ultimi mesi, sconfisse tutti i nemici.
    La voce le parlò ancora “Molto bene, ben fatto. Il momento è giunto, dunque sii pronta” Una porta si materializzò di fronte a lei. “Oltre quella porta si cela la parte più profonda del tuo cuore, un luogo senza luce dove si celano le tue tenebre “.
    Kairi si sentì spaventata, ma decise di andare avanti. Aprì la porta ed una nuvola oscura la avvolse.
    Quando riaprì gli occhi, Kairi si ritrovò su una terza piattaforma di cristallo
    Questa volta, nel vetro, la Kari in vesti bianche e quella in vesti nere erano insieme e si tenevano per mano e sopra di loro una piccola luce splendeva. “Quella, quella è la mia luce nelle tenebre” penso Kairi, ricordando le parole di sua nonna, mentre si avvicinava alla luce.
    “Si... quella stupida, inutile luce che splende sempre, anche nelle tenebre più fitte” rispose un’altra voce, come quella di Kairi, ma in versione malvagia.
    Kairi si girò appena in tempo per vedere la sua ombra salire dal pavimento e prendere forma fisica.
    La sua ombra era completamente nera, senza gli occhi gialli di un heartless, e stava immobile di fronte a Kairi.
    Non appena Kari fece un movimento, l’ombra scattò, spada in mano e Kairi evitò il colpo all’ultimo secondo, eseguendo una capriola all’indietro e nello stesso istante estrasse la spada e contrattaccò, ma l’ombra scivolò via.
    Lo scontro continuò per un eternità, o forse solo per pochi minuti e il clangore delle spade era l’unico suono che riecheggiava in quel luogo vuoto.
    Kairi si sentiva stanca, mentre la sua ombra non dava segni di cedimento
    Quando Kairi attaccò ancora, l’ombra parò il colpo e contrattacco, e la spada di Kari le scivolò di mano, cadendo oltre il bordo della piattaforma, verso le tenebre sottostanti.
    Kairi era senza difese, bloccata sul bordo del vetro. Guardò le tenebre dietro di lei e poi la sua ombra che si avvicinava lenta ed inesorabile.
    “Questa è la fine” penso Kairi “Sora, Riku, addio”
    “Non arrenderti” le sussurrò la voce, con un tono più simile a quello del suo caro Sora “Non fuggire dalle tenebre, non affrontarle, ma impara ad accettarle e avrai la forza che ti permetterà di affrontare a testa alta il tuo destino”
    Kairi aprì i suoi occhi guardò l’ombra, poi le due Kairi dipinte per terra e poi di nuovo l’ombra.
    Senza esitazioni chiuse gli occhi e corse verso la sua ombra, abbracciandola.
    L’ombra smise di muoversi e fece cadere la sua spada, poi cominciò ad emettere un’immensa luce che accecò Kairi
    Quando Kairi riaprì gli occhi, l’ombra era sparita e nelle sue mani era comparso un KeyBlade. Kairi lo osservò meglio: era identico a quello di Sora, ma il manico era giallo e la “lama” rossa.
    Kairi alzò il KeyBlade verso la luce che levitava sopra il ripiano e un raggiò di luce partì dalla sua arma, facendo apparire un’altra porta.
    “Molto bene, principessa prescelta, hai imparato ad accettare sia la luce, sia le tenebre e ciò ti ha permesso di controllare uno dei leggendari KeyBlade Originali.” Kairi si guardò intorno, cercando ancora di capire da dove veniva la voce, poi rinunciò e si diresse verso la porta. “Ora vai, Kairi, torna nel tuo mondo. Presto incontrerai qualcuno, qualcuno di molto importante, e da questo incontro cambierà non solo il tuo destino, ma quello dell'universo intero. Addio e Buona Fortuna, Kairi”
    “Addio e grazie, voce” disse Kairi, mentre varcava la soglia ed una luce fortissima la avvolgeva

    spero che vi piaccia
     
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  2. Solar_Wings
     
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    Capitolo II: L’Incontro

    Kairi si svegliò dalla sua visione. Al momento non realizzò dove si trovava. Era seduta su un comodo sedile blu e vedeva lo scenario scorrere di fronte a lei attraverso un vetro. Poi si ricordò: era sul treno delle 16.45 e stava tornando a casa da scuola. La scuola si trovava nella Destiny City, che era abbastanza distante dalla costa dove viveva.
    Kairi era solo nello scompartimento, ma la porta si aprì ed un ragazzo entrò e chiese “Scusa, è libero quel posto?”.
    “Certo, siediti pure”rispose Kairi osservandolo mentre si sedeva: era un ragazzo alto, con dei lunghi capelli color platino che gli scendevano sulla schiena e degli occhi color verde acqua, che indossava dei jeans abbastanza rovinati ed un piccolo gilet senza maniche bianco sopra una maglia nera. Sul polso destro teneva uno strano orologio nero e Kairi fu sicura di avere visto una specie di squarcio sulla maglia, all’altezza della scapola sinistra. Inoltre notò uno strano oggetto appeso alla sua cintura: sembrava una specie di manico di una katana, ma c’era solo il manico...
    Kairi pensò che il ragazzo somigliava molto a Riku... Si Riku, il suo amico Riku. Kairi si chiese dove fosse adesso.
    Improvvisamente un suono molto forte la svegliò dai suoi pensieri e il treno si fermò bruscamente.
    “Stai qui, vado a vedere che succede” le disse il ragazzo e corse via.
    Kairi guardò fuori dalla finestra per vedere cosa succedeva, ma un grido umano la fece sussultare.
    Poi di colpo un orribile ombra nera entrò attraverso il vetro: era una specie di lupo nero con tre occhi e spine sulla schiena.
    Il mostro stava per saltarle addosso, ma il ragazzo di prima irruppe nello scompartimento ed prese l’oggetto a forma di manico di katana. Premette un bottone ed un lampo di luce apparì e dopo di che si materializzò la perfetta lama di una katana, con incisa in ideogrammi la parola “Murasame”.
    Con un solo colpo il ragazzo uccise il mostro che si dissolse in fumo, poi allungò la mano a Kairi per aiutarla ad alzarsi.
    “Tutto ok?” le chiese “S-Si, ma che diavolo era QUELLO?” rispose Kairi leggermente sconvolta.
    “Non lo so, ma sembra ce ne siano altri, dobbiamo andarcene” “Si, ma gli altri?” chiese Kairi “Non c’è più nessuno sul treno, c’eravamo solo io,te ed il macchinista, ma per lui è troppo tardi”.
    Improvvisamente un mostro apparve dal nulla e si abbatte sul ragazzo, facendolo finire nel corridoio, dove altri lo aspettavano. Il ragazzo cercò di raggiungere la sua arma, ma era troppo tardi e i mostri gli erano addosso.
    “Devo salvarlo” pensò Kairi, ed improvvisamente il KeyBlade visto nei suoi sogni le apparve in mano. Senza pensarci Kairi si lanciò alla carica e distrusse i mostri.
    “Grazie, te ne devo una” rispose il ragazzo alzandosi.
    “Prego” rispose Kairi sorridendo “Mi chiamo Kairi e tu?”
    “Seyfert... ma questo non è il momento dei convenevoli, stanno arrivando, andiamo”
    I due percorsero tre carrozze, colpendo a destra e a sinistra e sbarazzandosi dei mostri, finchè trovarono un’uscita
    Una volta all’aperto si accorsero che quelli esseri erano troppi e stavano uscendo dal treno. Seyfert notò che dalla locomotiva stava uscendo della benzina.
    “Trova un nascondiglio” disse a Kairi, mentre si apprestava a lanciare una magia.
    Una palla di fuoco partì dalla sua mano e centrò in pieno il motore in perdita e subito si generò un enorme esplosione, che bruciò tutti i mostri.
    Seyfert sogghignò ma subito il sorriso gli sparì dalle labbra: l’esplosione era grande, troppo grande, più di ciò che aveva previsto. Subito corse verso Kairi e la coprì col suo corpo mentre l’esplosione li avvolse, ma invece del calore delle fiamme, Seyfert sentì una strana freschezza e tranquillità. Aprì gli occhi, lasciò Kairi e si guardò intorno: i due non erano più sulle rotaie, ma erano avvolti da una luce bianca.
    Una voce che Kairi conosceva parlò “Il momento è giunto. Kairi, Seyfert, il vostro incontro ha messo in moto le ruote del destino. Presto questo universo arriverà sull’orlo della distruzione, ma voi due sarete lì, pronti a combattere, per cambiare il destino... Ma ora è troppo è presto... Non siete ancora pronti. Raggiungete la città che vive tra la luce e l’ombra, la città nell’eterno tramonto... Twilight Town. Lì vi darò altre informazioni...”
    La voce scomparse, così come la luce, senza che nè Seyfert, nè Kairi riuscirono a chiederle qualcosa.
    Seyfert si risvegliò sul bordo delle rotaie e si alzò subito in piedi. Kairi era vicino a lui, un pò scossa, ma stava bene.
    “L’hai visto anche tu? Cos’era?” chiese Seyfert. “Non lo so, ma non è la prima volta che sento quella voce. Non penso sia malvagia, forse dovremmo ascoltarla e... Ehi aspetta tu stai sanguinando” esclamò Kairi notando il sangue che usciva dalla ferita che Seyfert aveva sul braccio e che probabilmente si era fatto cercando di proteggerla.
    “Non preoccuparti, è solo un graffio” cercò di convincerla. “ No è grave, vieni qui, vedo cosa posso fare”.
    E così dicendo estrasse un fazzoletto dalla sua borsa e cercò di tamponare la ferita.
    “Per ora dovrebbe bastare, ma è meglio se ti fai curare meglio” disse Kairi “Casa mia non è lontana e lì ho un kit di pronto soccorse per sistemarti il braccio”
    “Ok” rispose Seyfert alzandosi, “andiamo”.
    E i due cominciarono a camminare seguendo le rotaie, verso il tramonto.
    Dalle fiamme del treno due figure emersero. Una giovane ragazza dai capelli rosa stava accanto ad un tizio alto, vestito di un abito lungo e nero ed incappucciato.
    “E così Seyfert e la ragazza si sono incontrati... pensi che sia grave?” chiese la ragazza al suo alto compagno.
    “Non lo so... la ragazza è una prescelta del KeyBlade, poterebbe darci qualche fastidio”.
    “Aspetta, vediamo... forse grazie a lei il ragazzo può risvegliare i suoi veri poteri, e ciò ci faciliterà la missione” replicò la ragazza.
    “Lo spero... forza andiamo, mio fratello ci stà chiamando”.
    E come erano apparsi i due sparirono nelle fiamme.
     
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    è carina e appassionante,hai letto la mia?
     
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  4. Solar_Wings
     
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    Si, l'ho letta... è bella

    cmq ecco un nuovo capitolo
    Capitolo III: L’inizio del viaggio

    La casa di Kairi era una piccola villetta ad un piano che si trovava al di sopra della collina che dava sull’oceano e sulla Destiny Island. Il sindaco della Destiny City, il suo “padre” adottivo gliela aveva regalata quando aveva compiuto 15 anni.
    “Entra ed accomodati su quella sedia mentre io vado a prendere le medicine” disse Kairi aprendo la porta.
    Seyfert si sedette sulla sedia ed osservò Kairi sparire dentro una stanza. Si osservò intorno: la stanza era abbastanza piccola ma ben arredata, e c’erano molte foto di Kairi insieme ad un ragazzo con i capelli marroni ed uno con i capelli argentei simile a lui.
    “Ecco qui” disse Kairi portando il Kit di pronto soccorso “ Ti dovrò mettere qualche punto”. “Va bene” le rispose lui.
    “Dimmi Kairi... tu vivi sola?” le chiese Seyfert.
    “Si” rispose Kairi senza alzare lo sguardo dal suo lavoro “Io sono nata in un lontano mondo, che fu divorato dalle tenebre. Fui dunque spedita qui sulle Destiny Island, dove fui allevata dal sindaco e dalla gente del paese... ah, finito... forse rimarrà la cicatrice”.
    “Non c’è problema” rispose Seyfert guardandosi il braccio. “A proposito, cosa hai deciso di fare... vuoi andare dove ti ha detto la voce... a Twilight Town?”
    Kairi si mise ad osservare la foto di lei con i suoi amici e chiese a Seyfert “Pensi che viaggeremo per molti mondi?”
    “Si...perchè?” “Io.. io voglio trovare i miei amici Sora e Riku... vedi, loro sono da qualche parte nell’universo e ora che ne ho le possibilità, voglio cercarli e trovarli”.
    “Devo considerarlo come un si?” chiese Seyfert. “Certo” gli rispose Kairi sorridendo “Ma come facciamo ad uscire di qui?”
    “Non preoccuparti e seguimi”.
    I due ripresero il treno per Destiny City ed una volta li, presero una stradina che portava alle campagne intorno alla città.
    “Eccoci” disse Seyfert fermandosi in mezzo ad un campo. “Eccoci dove?” chiese Kairi guardandosi attorno “Non c’è nulla”
    Senza risponderle, Seyfert estrasse un mazzo di chiavi e premette un bottone. D’improvviso dal nulla si materializzò una nave spaziale rossa, dalla forma allungata con quattro enormi motori.
    “Ragnarock... la mia Gummiship e il nostro biglietto per Twilight Town. Allora, vuoi andare avanti?” le chiese Seyfert
    “Certo, senza dubbio” rispose Kairi più convinta che mai.
    I due salirono sulla Gummiship e Seyfert si sedette nel posto centrale.
    “Ehi aspetta... ma i mondi non dovrebbero essere separati da muri insuperabili?”
    Ma Seyfert era troppo concentrato sui comandi e non le rispose. Ad un certo punto Seyfert si alzò e le disse “Tieniti forte... 3,2,1,decollo!” E così la Gummiship si alzò dal suolo e con un poderoso colpo dei motori si lanciò in orbita.
    Kairi osservava tutto dal finestrino. Non era la prima volta che viaggiava su di una gummiship, ma l’ultima volta era troppo occupata a sincerarsi della salute del suo amico Sora appena tornato umano, per guardarsi attorno.
    Ma questa volta era diverso: dal finestrino poteva vedere casa sua, la collina del Destiny Village, l’isola dove giocava con Sora e Riku, che man mano divenivano sempre più piccole, poi vide La Destiny City e riconobbe l’edificio della sua scuola, anche lui divenire sempre più piccolo. Si chiese cosa avrebbero pensato i suoi compagni della sua scomparsa: forse avrebbero solo pensato che era stata a casa per saltare il compito in classe che aveva il giorno dopo.
    Poi tutte le terre che conosceva sparirono, divenendo parte di un enorme mondo sferico. Kairi si rese conto che il suo mondo era molto più grande di ciò che credeva, poi volse gli occhi verso l’infinito mare di puntini bianchi che levitavano nel nero dello spazio. Si chiese se Sora e Riku fossero in una delle migliaia di stelle che vedeva. Poi qualcosa attirò la sua attenzione: uno strano bagliore blu brillò nello spazio.
    Kairi guardò meglio: quando la luce solare si rifletteva bene, noto che di fronte a loro c’era un enorme muro color blu trasparente... e loro ci stavano andando addosso a tutta velocità.
    “Seyfert fermati, li c’è...” urlò Kairi
    “Lo so” la interruppe Seyfert “ Quello è il muro che separa i mondi, ma stai tranquilla, andrà tutto bene”.
    Kairi chiuse gli occhi e si preparò all’impatto, temendo di sentire l’orribile suono del muso della nave che si sfracellava contro la barriera.
    Attese qualche secondo... poi ancora e ancora, ma non successe nulla.
    Aprì gli occhi e guardò fuori dal finestrino. Il muro dei mondi scintillava mentre si allontanava sempre più dietro di loro.
    “Siamo passati, ma-ma come è possibile” esclamò Kairi molto sorpresa.
    “Te l’avevo detto che sarebbe andato tutto bene” disse Seyfert ridendo “ Ed ora goditi il viaggio, saremo a Twilight Town, tra non meno di quattro ore”.
    E la gummiship proseguì verso l’oscurità dello spazio.
     
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  5. Solar_Wings
     
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    Capitolo IV: Il guerriero tra luce ed ombra

    “Che bel tramonto” esclamò Kairi scendendo dalla gummiship e guardandosi intorno,
    “Qui è sempre così, un tramonto eterno” le rispose Seyfert, uscendo dall’abitacolo.
    “Davvero?” gli rispose Kairi stupita. “Si... questa città si trova a metà strada tra il mondo delle tenebre e quello della luce, dunque non ha né la luce del giorno, né l’oscurità della notte, ma un dolce ed eterno tramonto... forse è per questo che la voce ci ha chiamato qui.
    I due si divisero: Kairi andò a fare shopping, mentre Seyfert esplorò la città alla ricerca di indizi sulla voce.
    Una volta giunto sulla Sunset hill, Seyfert ebbe una strana sensazione. Il luogo era deserto e sentiva leggermente freddo. D’improvviso un rumore da un cespuglio lo fece girare. Un piccolo scoiattolo saltò fuori dal cespuglio e si allontanò.
    Seyfert si rilassò ma di colpo uno dei cani-mostro del treno lo assalì alle spalle. Seyfert fu buttato a terra, ma rotolò e riuscì ad infilzare il mostro con la sua arma. D’improvviso almeno 30 di quegli esseri lo circondarono. Seyfert lottò e lottò, ma i mostri continuavano ad arrivare.
    Di colpo i cani terminarono di arrivare ed apparvero degli enormi umanoidi simili a Yeti con 6 braccia e completamente neri. Seyfert ne sconfisse circa una decina ma un enorme orco ciclope apparve e lo colpì con una clava, facendolo finire appeso con una mano oltre il bordo della collina, a penzolare sul vuoto.
    Kairi arrivò di corsa col KeyBlade in mano, ma era tardi. Uno degli yeti colpì la mano e Seyfert cadde nel vuoto, poi i mostri si diressero verso Kairi, che decise di fuggire verso il centro della città, sperando che il suo amico stesse bene.
    Seyfert si sentì cadere e chiuse gli occhi, ma di colpo rallentò ed atterrò in piedi. Si trovava sopra un immenso cerchio di cristallo che levitava nelle tenebre. Dipinto nel suolo c’era un enorme simbolo Ying & Yang bianco e nero, che faceva da sfondo ad una porta, davanti alla quale, voltato di spalle, stava una forma umana con un ala sulla sinistra.
    Seyfert si guardò intorno e chiamò Kairi ma nessuno rispose.
    “Seyfert, tu sei nato dalle tenebre, ma col tempo hai imparato a controllare anche le forze della luce”. Seyfert riconobbe la voce e rimise a posto la sua arma. “Cosa vuoi dire?”, le chiese. “Nel tuo cuore convivono luce ed ombra, in una maniera rarissima: sia la luce, sia l’ombra sono in equilibrio perfetto.
    Questo è il più grande potere dell’universo: il potere dell’Equilibrio: la cosiddetta Balance Form. Impara a controllare questo potere e avrai la forza di fermare il male”.
    “Il male? risvegliare il mio potere? che significa? cosa devo fare?” urlò Seyfert
    “Viaggia Seyfert, viaggia e presto conoscerai i tuoi nemici, in qualche modo collegati alle ombre del tuo passato”
    “Ma” tentò di replicare Seyfert “Vai, ora non c’è più tempo. Risveglia il tuo potere perduto e salvala”
    “Salvare? chi?” d’improvviso apparve una finestra e Seyfert vide Kairi intrappolata sulla cima della torre della stazione centrale, circondata dai mostri.
    Seyfert passò attraverso la finestra e si ritrovò appeso ad una sporgenza poco sotto la cima della collina. Con una spinta del braccio si issò in cima e chiuse gli occhi.
    Impugnando la sua Murasame chiuse gli occhi e si sentì in armonia con l’intera Twilight Town, in armonia tra luce ed ombra.
    Kairi stava perdendo le forze. Era fuggita dalla torre dell’orologio ed ora era nella piazza sottostante. Molti mostri erano stati sconfitti, ma i più grossi e pericolosi erano ancora lì
    Uno di loro stava per darle un devastante pugno e Kairi chiuse gli occhi. Un suono di carne tagliata le fece riaprire gli occhi. Il mostro cadde all’indietro diviso a metà, mentre Seyfert stava di fronte a lui.
    Kairi notò l’arma che impugnava Seyfert: era un KeyBlade bianco e nero con le due lame intrecciate. Appeso al manico, composto da ali nere da demone e ali bianche da angelo, c’era un piccolo cuore in parte bianco, in parte nero.
    “Fate largo” disse Seyfert, menando fendenti a destra ed a sinistra. Ad ogni colpo un nemico spariva, distrutto in polvere.
    Evitando i loro poderosi pugni, Seyfert sconfisse anche i giganti a sei braccia, ma l’enorme ciclope si parò di fronte a lui. Seyfert cercò di assaltare il suo occhio, ma il mostro era molto più agile di ciò che sembrava.
    Il mostro era molto e potente e Seyfert fu sbattuto a terra più volte. Allora intervenne Kairi, che cercò di attirarlo lontano da Seyfert, ma il mostro la mise con le spalle al muro e la prese nelle sua immense mani, pronto a stritolarla
    Udendo il grido d’aiuto della sua compagna, Seyfert si lanciò alla carica, ma il mostro gli diede un colpo tremendo, che lo spedì verso l’alto, verso il lato appuntito del campanile. Seyfert chiuse gli occhi e si ricordò delle parole della voce: la luce e l’ombra, in equilibrio e cercò di concentrarsi. Sentì il calore della luce ed il freddo delle tenebre contemporaneamente nel suo corpo e sentì che la sua caduta stava rallentando.
    Eseguì una mezza capriola e atterrò in piedi, sulla cima del campanile. Sentiva una grande forza scorrere in lui e la liberò con un grido. Una surreale aura bianca e nera circondò il suo corpo e l’impeto di questa trasformazione fece suonare le campane del campanile. Seyfert ne era certo: questa era la forza del Balance Form, la forza dell’equilibrio tra luce ed ombra. Udendo le campane il mostro impazzì e fece cadere Kairi, cominciando ad agitare le braccia alla cieca. Seyfert scattò verso il mostro, che rispose con u n pugno.
    Senza problemi Seyfert passò letteralmente attraverso il braccio del mostro, uscendo dall’altra parte e mozzandogli la testa con un colpo solo. Il mostro si dissolse nel nulla e Seyfert atterrò, andando a soccorrere Kairi
    L’aura era scomparsa, ma Seyfert si sentiva comunque pieno di energie. “Tutto Ok?” chiese a Kairi aiutandola ad alzarsi.
    “Si, ma cosa ti è successo?” gli chiese. “Non lo so... questa è la forza dell’equilibrio tra luce ed ombra di cui parlava la voce. Forse è questa la forza che ci serviva per affrontare i nostri nemici.”
    “Gia... rispose lei. guardando il cielo. Ora sia lei che Seyfert avevano un KeyBlade. Forse presto queste armi l’avrebbero riportata ad abbracciare Sora e Riku.
    Ricca di questa speranza, Kairi chiese a Seyfert quale sarebbe stata la loro prossima destinazione. Seyfert disse che aveva sentito dire che l’ex-base dei malefici Heartless era abbastanza vicina, così i due decisero di dirigersi lì’”
    In pochi minuti, i due raggiunsero la Gummiship, che partì in volo.
    Dopo poche ore i due stavano atterrando sul pianeta Hollow bastion.
    L’unico punto adatto all’atterraggio era piuttosto fuori dalla città, dunque decisero di accamparsi lì per la notte.
     
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  6. Solar_Wings
     
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    Capitolo V: Il passato di Seyfert

    Il sole stava lentamente tramontando oltre le montagne e la figura del castello della Hollow Bastion si stagliava all’orizzonte.
    “Sai, Seyfert... questo è il mio mondo natale. Io sono nata qui”.
    “Davvero”? le rispose lui mentre armeggiava per montare la tenda.
    “Si... mio padre era il sovrano di questo mondo e mia madre... lei non la ricordo.... Ehi, a proposito, io non so nulla di te... Dov’è la tua famiglia? hai qualche fratello o sorella? di dove sei?”.
    Il volto di Seyfert si rabbuiò e smise di trafficare.
    Kairi notò il cambiamento nell’umore di Seyfert e subito si scusò
    “Scusa... forse ho chiesto qualcosa che non dovevo”.
    “No è che...” e fece una lunga pausa, poi guardò Kairi negli occhi.
    “Io mi fido ti te, Kairi, dunque ti dirò qualcosa che non ho mai detto a nessuno: le mie origini...hai mai sentito parlare dei Demoni?”
    “Si, ho letto qualcosa su di loro in un vecchio libro... erano esseri mostruosi che avevano portato l’universo sull’orlo della distruzione. Erano esseri barbari e senza alcun ordine sociale ed in qualunque mondo andassero portavano caos e devastazione” rispose Kairi.
    Seyfert sogghignò “In parte è vero, i Demoni erano grandi conquistatori e dovunque andavano lasciavano devastazione, ma ciò lo facevano perchè portavano tutte le risorse dei pianeti conquistati ad Hyades, la loro terra natale, la cui scienza e tecnologia era talmente avanzata in un modo che noi non possiamo nemmeno immaginare: loro potevano fare tutto sfruttando le loro macchine ed oramai potevano anche controllare tutti gli eventi atmosferici del loro pianeta. Ma il prezzo di questo progresso fu alto: il pianeta era così pieno di megacittà che il loro peso lo fece andare fuori orbita, fino a finire nella rotta di una immensa meteora che lo distrusse totalmente”.
    “E così si estinse la razza dei demoni” finì la frase Kairi.
    “Non del tutto” continuò Seyfert.
    “Alcuni demoni si salvarono. Tra questi c’era anche Jenova, un demone femmina di origini reali con immensi poteri. I demoni si divisero in tutti gli angoli dell’universo alla ricerca di un nuovo pianeta abitabile adatto. Per i demoni non era un problema muoversi nello spazio e potevano passare tranquillamente attraverso i muri dei mondi”
    Qui Seyfert si fermò e Kairi ebbe l’impressione che stesse osservando la Ragnarock.
    Poi riprese “Jenova viaggiò in molte galassie e distrusse tutti i pianeti che non andavano bene per creare una nuova Hyades, ma infine le migliaia di battaglie contro le flotte dei vari pianeti la indebolirono al punto che precipitò sfinita nel pianeta più vicino: Midgar.
    Qui assunse una forma umana: il suo piano era di recuperare le energie e poi conquistare il pianeta, ma fu trovata da un giovane scienziato di nome Hojo, che si prese cura di lei. Stando insieme, finirono per innamorarsi e Jenova dimenticò ogni piano di conquista per vivere come una umana al fianco dell’uomo che amava. Il loro sogno d’amore si coronò quando si sposarono ed ebbero un figlio, seguito un anno dopo da una copia di gemelli: io e mio fratello.”
    “D-Dunque tu sei in parte demone?” le chiese Kairi
    “Si, ecco perchè posso passare attraverso il muro dei mondi senza problemi” le rispose Seyfert.
    “Ah...” rispose Kairi guardano verso il fuoco acceso. “E poi che successe?”
    Improvvisamente una ventata di aria gelida li travolse e Kairi rabbrividì.
    Seyfert si rabbuiò e continuò la sua storia “ Tutte le cose belle in questo mondo sono destinate a finire. Quando io ed il mio gemello avevamo tre anni, un immenso meteorite entrò in collisione con Midgar. Non era un meteorite normale, ma un meteorite magico lanciato dai demoni per distruggere Midgar, che li infastidiva per qualche strana ragione. Nessuna arma convenzionale potè distruggerlo e quindi, prima della fine, Jenova assunse il suo vero aspetto ed usò i suoi poteri demoniaci per distruggere il meteorite.
    Lei ci riuscì, ma molti in città cominciarono a temerla, soprattutto le alte sfere della Shin-Ra corporation, la multinazionale che dominava il pianeta.
    Una task force speciale fece irruzione nella nostra casa quando Jenova era fuori ed uccise Hojo e mio fratello maggiore, prendendo me ed il mio gemello come ostaggi. Quando Jenova scoprì cos’era successo, impazzì e nel suo cuore si risvegliò la sua natura demoniaca. Jenova assunse la sua forma demoniaca a quasi distrusse il quartier generale Shin-Ra, ma usarono noi come esca e lei si fermò abbastanza a lungo perchè quelli della Shin-Ra potessero intrappolarla in uno speciale macchinario e la gettarono in un buco nero, ma non prima di averle assorbito le sue energie.
    Io e mio fratello fummo allevati per 11 anni come super-soldati da esperimento, senza sapere nulla delle nostre origini. Ma circa un anno fa, mio fratello scoprì la verità esplorando un laboratorio segreto. Lui impazzì e distrusse l’intero laboratorio, mentre io fuggii e iniziai a vagabondare.”
    “Che storia triste...” disse Kairi “ Ehi dunque tuo fratello è ancora vivo, perchè non lo cerchiamo? Se è il tuo gemello allora sarà forte almeno quanto te, e noi abbiamo bisogno di aiuto”
    Seyfert rise “ Non credo che accetterebbe mai”
    “Perchè?”
    “Sin da piccoli, siamo sempre stati usati come test da laboratorio, e per vedere chi era il migliore, gli scienziati Shin-Ra, non si fecero scrupoli a farci combattere per un pezzo di pane o per un letto in cui dormire. Io l’ho sempre presa come una sfida divertente, ma lui la prendeva seriamente e man mano cominciò a sviluppare un odio incredibile per me, dunque penso propio che non accetterebbe”
    “Mmmhhh peccato... ehi chi vinceva gli scontri?”
    “Per ora siamo 3576 pari” disse Seyfert con un tono divertito mentre cercava il suo sacco a pelo.
    Poco dopo il fuoco era spento ed i due erano nei propri sacchi a pelo.
    Seyfert non riusciva a dormire ed andò fuori a contemplare il cielo stellato.
    Pensava a suo fratello: era un anno che non si vedevano e forse avrebbe accettato se lo avesse trovato.
    Seyfert si augurò di trovare il fratello e rientrò nella tenda, mentre una stella cometa passava in cielo.
    Una stella che si schiantò al suolo in una zona remota a nord della città. Un uomo dai capelli biondi e dai penetranti occhi blu si avvicinò al luogo dello schianto con la sua moto e la sua enorme spada avvolta nelle bende stretta nella mano...




    Edited by Solar_Wings - 30/3/2007, 07:08
     
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    Capitolo VI: Due angeli, due ali

    La mattina i due si svegliarono e raggiunsero la città. Kairi decise di visitare i resti del castello alla ricerca del suo passato, mentre Seyfert decise di cercare informazioni nella piccola città che si stava costruendo intorno al castello.
    Seyfert stava camminando verso la porta nord della città, quando udì delle voci ed andò a controllare.
    Tre persone stavano discutendo: c’erano un uomo dai capelli biondi con degli occhiali da pilota in testa, una giovane ragazzina dai capelli neri vestita da ninja ed un ragazzo dai capelli castani lunghi, vestito con un giubbino di pelle nero.
    “Lasciami andare Leon “ disse la ragazzina.
    “Si, Yuffie ha ragione, dobbiamo fargliela pagare” aggiunse l’uomo biondo.
    “Assolutamente no Cid” rispose il ragazzo di nome Leon alzando la voce “Cloud è il più forte di noi e guardate come l’ha ridotto. No, non posso lasciarvi andare”
    “Abbassate la voce, si è appena addormentato” disse un ragazza vestita di rosa, uscendo da una casa lì vicino.
    “Ehi Aerith, come sta?” chiese Yuffie.
    “Gli ho sistemato le ferite ed ora gli serve solo un pò di riposo” gli disse Aerith, “Cosa sta succedendo?”
    “Yuffie e Cid vogliono vendicare Cloud e affrontare... lui” le rispose Leon
    “No, assolutamente no, è troppo potente, vi distruggerà” rispose agitata lei.
    “Scusate, che succede?” chiese Seyfert intromettendosi nel discorso.
    “Sparisci straniero” disse Cid.
    “Cerca di essere più gentile” lo aspostrofò Aerith.
    “Si... scusa ragazzo, ma abbiamo dei problemi” si scusò Cid..
    “Di che tipo?” chiese Seyfert.
    Leon rispose “Un demone ha quasi mandato in coma il nostro amico Cloud”
    “Che tipo di demone?”
    “Un essere simile ad un umano, vestito di nero... con i capelli argentati”.
    Di colpo la porta della casa da cui era uscita Aerith si aprì e apparve un ragazzo vestito in nero con i capelli biondi che si trascinava, ma dopo pochi passi cadde a terra.
    “Cloud!” urlarono all’unisono i suoi amici e si apprestarono ad aiutarlo.
    “De-dev-devo f-f-ferm-arlo” disse Cloud tossendo.
    “Stai tranquillo Cloud e dimmi chi mi ha attaccato” gli disse Seyfert.
    “S-Seyfert ch-che ci fai qui?” gli chiese Cloud.
    “Dimmi chi ti ha attaccato” insistette Seyfert.
    “Il-il o-one winged angel... Sephiroth” disse Cloud con un filo di voce, poi svenne.
    Aerith e gli altri lo riportarono in casa, mentre Seyfert rimase fermo ed immobile al centro della piazza.
    “Buuh” gli fece Kairi alle spalle “Cosa combini?”
    “Kairi, torna alla nave ed aspettami lì” disse lui con un tono di voce molto serio.
    “Cosa succede?” insistette lei
    “Non farmi domande ed ubbidiscimi!”
    “Che cos’hai? cosa ti è successo?”. Ma lui non rispose.

    Seyfert era quasi arrivato alle porte della città quando Leon lo bloccò “Tu conosci Cloud, ma ciò non significa che io possa lasciarti andare”
    “Levati di mezzo” disse lui seccamente.
    “Affrontami allora”
    “L’hai voluto tu”. Seyfert si lanciò all’attacco e fece cadere Leon, che non aveva fatto in tempo ad estrarre la sua spada
    Fece per proseguire ma Kairi lo fermò “Seyfert, dimmi cosa diavolo sta succedendo!”
    “Kairi, lui, lui è qui!”
    “Lui chi?”
    “Sephiroth”.disse lui intono quasi solenne.”
    “ e allora?”.
    “Lo devo affrontare, è una questione di principio”
    “Ma- ma perchè?”.
    “Tu non puoi capire” e così dicendo proseguì, spingendola di lato.
    Un enorme precipizio si stagliava di fronte a Seyfert e lui di fermò. Kairi lo raggiunse correndo “Aspettami ti prego, voglio venire con te”
    “Assolutamente no!” rispose seccamente Seyfert “ è troppo pericoloso”.
    “Ormai sei bloccato qui, dunque o torni dietro con me o andiamo avanti insieme” disse Kairi con un tono di sfida
    . “Non penso propio” disse Seyfert.
    Improvvisamene dallo squarcio sulla spalla sinistra che Kairi aveva notato sul treno, si materializzò una enorme ala di falco nera, che sconvolse Kairi.
    “Ecco qualcosa di buono che ho ereditato dal mio sangue demoniaco. Ciao, ci vediamo dopo” disse Seyfert mentre planava tranquillamente dall’altro lato.

    Una figura dai lunghi capelli argentati avvolta in lunghi abiti neri stava vicino ad una immensa vallata. Una enorme ala nera riposava tranquilla sul braccio destro e al suo fianco la sua katana Masamune lunga circa due metri rifletteva la luce del sole, ora velato da nuvole nere.
    Seyfert si avvicinò lentamente, impugnando in mano la sua Murasame.
    “E passato tanto tempo, Seyfert” disse Sephiroth voltandosi ed osservando suo fratello negli occhi. “Che ci fai qui?”
    “Volevo parlarti...”
    “Ahhhh, e cosa vuoi da me?”
    “Io sono stato prescelto dal KeyBlade per una missione, devo salvare l’universo e... volevo il tuo aiuto”
    “E così il KeyBlade ti ha prescelto... perchè vorresti il mio aiuto?”
    “Il mio viaggio sarà molto lungo ed io voglio il tuo aiuto” gli rispose Seyfert.
    “Aiutarti in un viaggio? Per chi mi hai preso? non mi interessa”
    “Avanti Sephiroth, forse potrai trovare avversari degni di te” gli disse Seyfert con un fare arrogante.
    “Ok, ma accetterò solo ad una condizione: sconfiggimi” e così dicendo Seyfert estrasse la sua immensa Masamune e si mise in posizione di battaglia. Seyfert estrasse la Murasame e si preparò anche lui allo scontro.
    “Non hai bisogno del tuo KeyBlade?” lo provocò Sephiroth.
    “Certo che no” gli rispose Seyfert “ per batterti mi basta questa”.
    E così dicendo i due fratelli si spinsero in aria contemporaneamente con un poderoso colpo d’ali e le due katane si scontrarono in aria, rilasciando un lampo di luce.
    Kairi superò il precipizio annaspando e raggiunse Seyfert, che era impegnato in un terribile scontro.
    Seyfert e Sephiroth si stavano scontrando in aria e le loro lame emettevano potenti fasci luminosi quando si scontravano.
    Con un portentoso colpo, Seyfert fece volare via la spada a Sephiroth, ma lui volò via ed alzò le braccia al cielo, cominciando a caricare una sfera di energia. Una tempesta di meteore investì Seyfert, che le scansò facilmente saltando in alto, poi guardò il fratello: la sfera sopra di lui aveva assunto dimensioni spaventose e Sephiroth la lanciò contro Seyfert urlando “SuperNova!”.
    Seyfert intuì il pericolo ed agitò la mano creando un simbolo dell’infinito, ed al grido di “Sin Harvest” sparò un raggio che si scontrò con la SuperNova in un esplosione enorme. Investiti all’onda d’urto i due fratelli caddero in piedi, uno di fronte all’altro, ma molto distanti.
    Kairi cercò di fermare il suo amico, ma lui si lanciò alla carica, e così fece Sephiroth.
    I due fratelli si colpirono contemporaneamente e rimasero in piedi uno di fronte all’altro.
    “3577” disse Seyfert cadendo in ginocchio.
    “D’accordo, hai vinto tu, verrò con te per ora” disse Sephiroth, facendo fatica a reggersi in piedi.
    “Seyfert”.
    Kairi corse preoccupata verso il suo amico e lo curò usando la magia Cura.
    Seyfert la guardò negli occhi, visibilmente stanco “Avevi ragione, tentare non nuoce”, poi si rivolse al fratello “Questa è Kairi, la mia compagna di viaggio. Kairi ti presento Sephiroth, Sephiroth, ti presento Kairi”
    Sephiroth la squadrò da capo a piedi e si soffermò sulla collana di Kairi “Dimmi ragazzina, quel ciondolo che hai al collo,... conosci qualcun altro che lo possiede?”
    Kairi realizzò subito che Sephiroth si stava riferendo al portafortuna che diede a Sora, sul quale ha modellato la sua collana e gli chiese “Tu... Tu conosci Sora”
    Sephiroth non rispose e guardò il fratello “ Questo viaggio si fa sempre più interessante...”
    Dentro di lui bruciava ancora la sonora sconfitta che Sora gli aveva inflitto sul colosseo dell’Olimpo quasi un anno prima.
    “Forza torniamo alla nave e... evitiamo di passare in città, ok?” disse Kairi.
    “Questa volta ci sei andato pesante con Cloud” disse Seyfert guardando il fratello.
    Ancora una volta lui non rispose a avanzò di qualche passo.
    “Chi è Cloud?” sussurrò Kairi nell’orecchio di Seyfert “E’il rivale di Seyfert in mia assenza, ma non so bene perchè qui due si odino”
    Come se gli avesse sentiti , Sephiroth si fermò e si rivolse al fratello “ Dove hai intenzione di andare?”
    Seyfert ci pensò una attimo e poi disse che non ne aveva idea.
    “Tipico di te, non hai mai u n idea precisa. Ho sentito che a Midgar ci sono dei problemi, forse hanno a che fare con ciò che state cercando...”
    “Giusto, buona idea” commentò Seyfert ed i tre si diressero verso la ragnarock, mentre il sole tramontava e le nuvole nere si diradavano
     
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  8. Solar_Wings
     
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    Capitolo VII: Ritorno a Midgar

    Cling.
    La guardia vestita di blu si voltò: era certo di avere sentito qualcosa.
    Era in guardia all’ingresso di quel reattore da mesi e di rumori simili se ne sentivano tanti, ma da quando gli attacchi dei liberisti erano diventati più seri, il fattore guardia doveva essere altissimo.
    Si avvicinò alla fonte del rumore e notò una vite per terra, che girava ancora.
    Una vite, solo una stupida vite, pensò. Niente di cui... un calcio di fucile lo colpì in testa. Senti un dolore acuto e svenne.
    Il suo compagno corse a guardare ma fu abbattuto anche lui.
    I soldati liberisti si infiltrarono nel laboratorio. Biggs, Wedge e Jessie: i migliori soldati liberisti di tutta Midgar erano entrati in azione. Il loro bersaglio era il Mako Reactor 2, uno dei tre reattori centrali di Midgar City.
    Una volta arrivati sulle passerelle a T che davano accesso al reattore, i tre furono fermati da un elite di Soldati Shin-Ra. Non appena cercarono di allontanarsi, altri soldati li bloccarono la strada e li disarmarono. Un elicottero arrivò e dalla fiancata si espose un ragazzo dai capelli arancioni e gli occhi blu: il presidente Shin-Ra
    “Catturateli e portateli al sicuro, saranno l’esca perfetta”.
    “No, mai, lei non cederà mai ai tuoi ricatti” urlò Wedge.
    “Tu dici? Il vostro stupido senso dell’amicizia sarà la vostra rovina e ancora voi non lo sapete”. E così richiuse il portellone.
    “Saranno davvero l’esca giusta?” chiese il presidente al suo compagno sull’elicottero.
    “Si. Loro attireranno lei, e se tutto va per il verso giusto, lei attirerà loro.”
    Il presidente guardò l’individuò: era un essere alto, almeno due metri a perennemente avvolto in un mantello nero che gli copriva il volto.
    Ripensò al suo primo incontro con lui, avvenuto pochi mesi prima. Suo padre era morto quando il demone Jenova distrusse la Shin-Ra quasi 15 anni prima e lui aveva deciso di riprendere la società del padre appena divenuto maggiorenne, ma la società versava in gravi problemi economici e finanziari. D’improvviso nel suo ufficio apparve quell’uomo. Disse di chiamarsi Thiamath e che era pronto ad aiutarlo se avesse assecondato alcune sue richieste.
    Le sue richieste furono semplici: fornirgli il 25% dell’energia che ricavava. In cambio di quello, Thiamath donò soldi e ricchezze alla Shin-Ra, che gli permisero di scoprire una nuova fonte di energia,, proveniente direttamente dal nucleo del pianeta.
    La Shin-Ra ritornò in fretta alla ricchezza e Thiamath rimase al fianco del presidente.
    Recentemente tra le classi più povere, un gruppo di ribelli chiamati Liberisti, ha iniziato ad attaccare la Shin-Ra, affermando che i loro esperimenti sono immorali e danneggiano il pianeta.
    All’inizio la minaccia venne sottovalutata, ma quando il primo dei tre reattori della città fu distrutto da un’esplosione, la minaccia di Liberisti divenne concreta.
    Fu allora, circa una settimana fa, che Thiamath disse che presto sarebbero giunte sul pianeta delle persone che lui aspettava, e per catturarle era necessario usare come esca Lilian, ex-scienziata Shin-Ra e capo dei Liberisti.. Ed è così che il presidente si trovò li sull’elicottero, dirigendosi verso il reattore n.2, dove alcune fonti avevano individuato dei membri Liberisti.

    La nave di Seyfert planò attraverso le nuvole nere ed atterrò al suolo.
    Quando tutti scesero dalla nave, Seyfert osservò il cielo. Era lo stesso, oscuro ed eterno cielo nero di quasi 12 anni fa.
    Dei potenti colpi di pistola svegliarono Seyfert dai suoi pensieri. Sembrava fosse in corso una sparatoria. Seyfert guardò i suoi due compagni di viaggio e decise di dirigersi in silenzio verso il luogo delle esplosioni.
     
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  10. Solar_Wings
     
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    . Capitolo VIII: Piano di Liberazione

    Tra le rovine di una vecchia cittadina, un piccolo manipolo di persone stava cercando di tenere testa al fuoco incrociato di un grande gruppo di soldati Shin-Ra vestiti di blu. Seyfert fu il primo a salire sulla collina e a vedere lo spettacolo. Non appena intuì cosa stava per succedere cercò di fermare il fratello, ma Sephiroth, accecato dai suoi pensieri di vendetta sulla Shin-Ra, estrasse la sua Masamune e corse verso i soldati. Essi ebbero solo il tempo di sentire un grido disumano, prima che un’enorme spada li falciasse. Solo uno di essi riuscì a sparare, ma il colpo andò a vuoto.
    Seyfert corse verso il fratello, mentre Kairi guardava inorridita
    Gli uomini che erano rifugiati dietro alle rocce uscirono, intimandogli di alzare le mani.
    Sephiroth era pronto ad alzare di nuovo la spada, ma una voce familiare li fermò.
    “Fermi, fermatevi, loro sono miei amici. Seyfert, Sephiroth, che ci fate qui?”
    Una donna vestita da scienziata uscì da dietro delle macerie e li guardò.
    La donna era abbastanza alta ed aveva i capelli castano-arancioni, raccolti in una lunga treccia. Kairi notò che il braccio e la gamba destra della donna erano stati sostituiti da arti meccanici color rame.
    “Lilian” disse Seyfert salutandola
    “Chi è?” chiese Kairi rivolgendosi a Sephiroth,
    “Si chiama Lilian ed è una ex-scienziata della Shin-Ra “E’ lei che ci ha aiutati quando siamo fuggiti dalla Shin-RA”.
    Una volta ritiratisi i soldati, Lilian abbracciò Seyfert e Sephiroth e li accompagnò in quelloc he sembrava una base da campo militare.
    “Ditemi, ragazzi che state combinando di nuovo qui?” Chise LIlian allegramente “ Oh come sono sbadata, venite”.
    E così li fece entrare in una piccola tenda, che evidentemente serviva da campo base.
    Qui Seyfert le raccontò tutta la sua storia
    “E così siete in viaggio alla ricerca di una misteriosa minaccia?, mi spiace ma non posso aiutarvi, ho già tanti problemi qui”.
    “Che succede?” le chiese Seyfert.
    “Da quando ve ne siete andati la Shin-Ra è tornata alla massima potenza, ora che è comandata dal figlio del precedente presidente. Il vero problema è che ha scoperto un modo per assorbire l’energia vitale del pianeta e trasformarla in energia e ciò e pericoloso: se il pianeta perdesse la sua energia, finirebbe distrutto. Il presidente non lo vuole capire e così ho formato un gruppo di ribelli detti Liberali per fermarli con la forza. Abbiamo distrutto uno dei tre reattori, ma i nostri migliori soldati sono stati catturati mentre cercavano di distruggere il secondo e dobbiamo liberarli.” raccontò Lilian.
    “Se vuoi ti possiamo dare una mano” disse Sephiroth, che per tutta la durata della storia era stato in un angolo della tenda.
    “Eh?” risposero all’unisono Seyfert e Kairi sorpresi.
    “Cosa c’è che vi stupisce? Io voglio distruggere la Shin-Ra e questo è un modo per farlo”.
    “Ok, andiamo” disse Lilian “vi illustro il piano”
    I tre entrarono in una stanza adiacente dove, su un enorme tavolo, si trovava una mappa ricca di spilli rossi e blu che indicavano i bersagli strategici.
    “Allora!” iniziò Lilian “Io, Seyfert, Sephiroth e Kairi condurremo il gruppo di liberazione. Voi altri” disse riferendosi a dei soldato lì vicino “sarete l’esca e attirerete via le guardie. Inutile dire che questa è una missione rischiosa, perciò non perdiamo il tempo a fare gli eroi o i pazzi assetati di vendetta” disse guardando Sephiroth. “Sono stata chiara?”
    “Si” risposero tutti all’unisono.

    Il treno su cui si erano nascosti si fermò come previsto alla stazione delle prigioni Shin-Ra e il gruppo-esca uscì attaccando ed attirando via le guardie.
    I quattro invece si infilarono in una vietta laterale che dava su un corridoio seminascosto. Il KeyBlade di Seyfert tagliò di netto il muro nel punto in cui sembrava più debole ed entrarono.
    Il corridoio era semi deserto e in lontananza si sentivano i suoni degli spari. Il party si infiltrò nella base e mentre Kairi e Lilian si occupavano della serratura della cella, Seyfert e Sephiroth rimasero a far di guardia.
    La porta sia aprì ed i quattro entrarono. La stanza era una cella enorme ed in fondo stavano Biggs, Jessie e Wedge, incatenati al muro con le bocche tappate Lilian li svegliò e li liberò, ma loro erano mezzo narcotizzati e Jessie riuscì a dire di andarsene e che era una trappola.
    D’improvviso le porte si chiusero ed un manipolo di soldati vestiti di viola entrò da un foro sul soffitto.
    “Dannazione, SOLDIER” disse Lilian preoccupata.
    “Mani in alto, arrendetevi e non fate una mossa” disse quello che sembrava il capo.
    “Ti permetti così di parlare ad un tuo superiore, Capitano Aeon?” esclamò Seyfert guardandolo.
    “S-Seyfert... ahhhh ritira...” ma la frase gli si mozzò in gola quando la lama di Seyfert lo colpì in pieno petto.
    In breve anche gli altri soldati furono sbaragliati e la porta fu facilmente aperta.
    Wedge si era svegliato e portava in braccio Jessie, mentre Sephiroth teneva Biggs sulle spalle.
    D’improvviso una misteriosa figura alta avvolta in un manto nero gli si parò davanti. Seyfert si lanciò senza esitare contro il nemico ma lui evitò tranquillamente le sue mosse.
    “Sei forte, Seyfert, forte ma stolto” esclamò lo strano figuro. “Impara ad utilizzare bene la tua forza se vuoi completare il tuo compito... ed ora vai, stanno arrivando”
    Il tizio si spostò e permise al party di fuggire. La via di ritorno al treno fu abbastanza semplice ed il party fuggì.
    Una volta tornati alla base, Jesse,Biggs e Wedge ringraziarono il party e Lilian li invitò nella tenda-base.
    “Vi ringrazio per l’aiuto ragazzi e volevo chiedervi una cosa: volete aiutarci ancora una volta?” chiese Lilian.
    “Non lo so Lilian, siamo in un viaggio importante e...” iniziò Kairi ma Seyfert la zittì “Quell'individuo che abbiamo incontrato nelle prigioni... lui è il braccio destro del presidente giusto? e hai detto che il presidente ha cominciato ad arricchirsi quando lui è apparso?” “Si “ rispose Lilian curiosa.
    “Pensi anche tu quello che penso io?” gli chiese Sephiroth.
    “Cosa? cosa pensate ?” chiese Kairi impaziente. “Pensiamo che quello che abbiamo visto poteva essere uno delle minacce di cui ci ha parlato la voce”.
    “Ok.. allora posso contare su di voi?” chiese Lilian.
    “Certo” rispose all’unisono il party.
    “Bene... il piano è semplice: faremo irruzione nel reattore 2 e lo distruggeremo!” disse Lilian decisa.

     
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  11. -Kabubi-
     
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    bravo!!!
     
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  12. Solar_Wings
     
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    . Capitolo IX: L’assalto al reattore


    L’eco metallico dei passi rapidi di tre persone riecheggiava nei corridoi vuoti del Mako Reactor n2 della Shin-Ra. Nulla dava segni di vita, tra i cadaveri delle fedeli guardie e i rottami dei vari robot di sicurezza.
    Quattro persone uscirono di corsa dal reattore: una donna con un braccio ed una gamba meccanici, una ragazzina dai capelli rossi, e due ragazzi dai lunghi capelli argentati.
    I quattro riuscirono a salire al volo sull’elicottero guidato da Jessie, mentre il timer della bomba impiantata nel reattore arrivava a zero. L’esplosione fu forte, molto forte e un’altro terzo di città rimase senza luce.
    Questo Blackout non colpì la base Shin-Ra, che si ergeva su una torre al centro della città.
    L’esplosione fece tremare il vino nel bicchiere del giovane presidente Rufus, che osservava la deflagrazione dalla sua finestra. Si voltò verso il suo misterioso aiutante.
    Lui stava seduto sul divano, perennemente coperto, ad osservare il bicchiere di vino offertogli, che non aveva nemmeno toccato.
    “Sei sicuro che il gioco valga la candela? ho perso già due reattori”. chiese Rufus.
    “Stai tranquillo, è tutto calcolato: lasciagli credere che la via è semplice, così abbasseranno la guardia e noi potremo colpire. Manda i tuoi migliori soldati all’interno del reattore, mentre tu guiderai un piccolo gruppo che gli bloccherà l’uscita non appena saranno entrati”:
    “E se si ribellassero?” chiese il presidente con un tono di sfida.
    “Ho già pensato a tutto” rispose e gli mostrò uno schermo, dove una ragazza dai capelli arancio era incatenata al muro.
    “Ma se lei è qui, chi c’era nella prigione?”.
    L’individuo non rispose e si mise a ridere.

    “Che ti prende Seyfert?” domandò Kairi notando che il suo compagno aveva lo sguardo perso nel vuoto.
    “Non sò perchè ma mi è sembrato troppo facile” le rispose.
    “Se ti è sembrato facile, bhè, questo non lo sarà” disse Lilian guardando giù.
    L’elicottero era nascosto dalle nubi, ma Lilian potè vedere che c’era un enorme spiegamento di forze intorno all’ultimo reattore.
    “Dovremo paracadutarci!” disse.
    “Ok” rispose Kairi.
    Il portellone si aprì e Kairi e Lilian si prepararono.
    “Voi non usate il paracadute?” chiesero ai due gemelli.
    “No, non mi serve” rispose seccamente Sephiroth lanciandosi dall’aereo ed a prendo le sua ala. Subito dopo Seyfert lo imitò e poi anche Kairi e Lilian si lanciarono.
    Altri aerei Liberisti scesero in picchiate, per attirare il fuoco nemico e permettere ai quattro una discesa più semplice.
    Quando Lilian e Kairi atterrarono, Seyfert e Sephiroth avevano già fatto piazza pulita delle guardie, prima che dessero l’allarme.
    Il party si infilò facilmente nel reattore, ma improvvisamente il corridoio in cui camminavano si oscurò e quando la luce si riaccese, si trovarono circondati da soldati vestiti di viola. Tra loro gli si avvicinò una figura vestita di bianco con dei corti capelli arancio.
    “Lilian, Lilian, è da un bel pezzo che non ci si vede” disse il presidente.
    “Rufus, tu brutto... cosa stai cercando di fare, vuoi distruggere questo pianeta?”.
    “No voglio arricchirlo e... ah vi sconsiglio di fare qualunque mossa” disse rivolgendosi ai gemelli argentati “””Ho qui qualcosa che potrebbe interessarvi” e schioccò le dita.
    Altri due soldati portarono Jessie legata ed imbavagliata.. “Arrendetevi senza fare storie e lei starà bene, altrimenti...”
    “Pensi che un trucco così basso possa fermarci? la vera Jessie è sull’elicottero e...” rispose Lilian, ma la frase le si bloccò in gola.
    La Jessie che stava sull’elicottero si avvicinò e premette un bottone sul vestito. Una luce la avvolse e al suo posto apparve un soldato in abiti viola”.
    “Il camaleon X33” disse Lilian arrabbiata.
    “Si, abbiamo continuato e completato la tua ricerca quando te ne sei andata”
    “Portateli via, li interrogheremo più tardi” ordinò il presidente, ma il suo compagno lo fermò “aspetta, se non ti occupi ora di loro, saranno fuori in men che non si dica” e così dicendo lanciò un lampo energetico verso Seyfert e Sephiroth, che caddero svenuti
     
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  13. Solar_Wings
     
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    Capitolo X: Il ritorno dei Demoni

    Seyfert aprì gli occhi e si ritrovò stranamente immobilizzato. Si mise a sedere e si accorse di essere imprigionato da uno strano cerchio magico. Si guardò intorno e si accorse di essere da solo in una cella.
    Cercò di chiamare i suoi compagni ed ottenne come risposta solo delle frasi concitate, provenienti da oltre le spesse mura. Capì che doveva fare da solo.
    Dopo aver provato varie volte scoprì due cose: la prima era che il cerchio magico gli impediva di muoversi, l’altra era che il cerchio gli bloccava le magie.
    Seyfert decise allora di prendere lo stretto cuscino che c’era sul letto e di farlo scivolare tra lui ed il cerchio.
    Poi chiuse gli occhi e si concentrò. Il cuscino si trasformò nel KeyBlade e questo permise a Seyfert di liberarsi.
    Una volta libero, Seyfert sfondò la porta e liberò i suoi compagni nelle celle adiacenti. Dopo aver recuperato le loro armi, i tre si accorsero che si trovavano nei sotterranei dell’edificio centrale Shin-Ra.
    “Andiamo ragazzi, siamo nella tana del lupo... è ora di finire questa storia” disse Lilian.
    “Conta su di noi” rispose Kairi a nome di tutti.
    Quando le due ragazze si misero in marcia, Sephiroth fermò Seyfert “dimmi... hai visto anche tu cosa ha fatto quell’essere?”
    “Si, quel cerchio magico non può avere origini umane... ma cosa significa... pensi che possa essere un...”
    “Ehi che diavolo fate sbrigatevi” li apostrofò Kairi.
    Seyfert guardò negli occhi suo fratello ed i due seguirono la ragazza.
    Nel grande attico dove stava l’ufficio del presidente, Rufus stava brindando con il suo compare, quando decise di ordinare una pizza, chiedendo alle guardie della portineria di procurargliela.
    “Tutto va per il verso giusto: la ricostruzione dei reattori ha avuto inizio, ho catturato il capo dei Liberisti e presto li giustizierò ,ma non prima che i suoi compari vengano allo scoperto, e tutto grazie a te” disse Rufus trionfante.
    “Gia... tu hai avuto ciò che volevi. Ora è il momento della mia ricompensa”rispose l’altro guardando verso l’ascensore, che suonò per indicare che la cabina era lì.
    “Le pizze, sono già qui.. hanno fatto presto”
    Ma quando la cabina si aprì il suo volto rimase sconvolto. Allo stesso tempo, sotto il cappuccio, il tizio fece un leggero sorriso di soddisfazione
    Il presidente evitò all’ultimo secondo i proiettili del braccio di Lilian, che poteva materializzare una mitragliatrice, ed estrasse il suo fucile, che però fu prontamente bloccato dal KeyBlade di Kairi.
    I due fratelli corsero invece verso l’uomo in nero, ma Sephiroth fu respinto da una barriera di forza.
    “Lui è forte, ma io voglio avere a che fare con te... Sei tu il figlio di Jenova prescelto dal KeyBlade dell’equilibrio”.
    “Chi diavolo sei?” urlò Seyfert brandendo la sua arma nella mano.
    Il tizio fece un buco nell’alto soffitto e saltò sul tetto e Seyfert lo seguì.
    Una volta arrivati incima, il tizio si rivolse a Seyfert con un fare solenne “Vuoi sapere chi sono? Bene, ti accontenterò”
    La figura ammantata si tolse l’abito e rivelò un essere alto che aveva poco di umano.
    Era un essere principalmente grigio con i muscoli rosa chiaramente in vista. Il volto assomigliava a quello di un drago e gli occhi erano arancio. In mano impugnava una lunga lancia, largamente decorata.
    “Il mio nome è Thiamath, e.... SONO UN DEMONE!”
    “Un demone !?! allora non vi siete estinti”
    “Non ancora e presto torneremo alla gloria di un tempo, ma ora basta con i discorsi e fammi vedere di cosa sei capace, mezzo demone” e così dicendo si mise in posizione di battaglia a si lanciò all’assalto.
    Lo scontro fu terribilmente difficile: il nemico era veloce, davvero veloce, più di Sephiroth ed inoltre poteva utilizzare la forza del vento per muoversi più velocemente ed attaccare alle spalle. Più volte Seyfert aveva rischiato di essere colpito.
    Nel frattempo il presidente cercava di tenere testa a tre avversari, ma il compito non era facile.
    Alzando lo sguardo, chiese aiuto a Thiamath “Dannazione aiutami”.
    Senza farsi vedere, Thiamath voltò il braccio verso Rufus e il suo corpo fu invaso da una forza che di umano aveva poco, forza che lo rendeva più veloce ed in grado di schivare i colpi e le pallottole dei suoi tre avversari.
    Seyfert vide un apertura e cercò di colpire il nemico con un fendente dall’alto, ma lui rispose con una folata di vento, seguita da un portentoso colpo di lancia che spedì Seyfert lontano. Seyfert di fermò a mezz’aria e cominciò a concentrarsi. Il suo corpo fu ancora invaso dalla potenza della luce e dell’ombra e si scagliò a tutta velocità verso il nemico, avvolto dalla sua solita aura. Allo stesso tempo anche il nemico si lanciò verso di lui, anch’esso con la lancia pronta a colpire.
    Il presidente evitò il colpo combinato di Kairi e Sephiroth, ma una pallottola vagante di Lilian lo colpì alla caviglia mentre stava piegandosi all’indietro e cadde sfondando la vetrata e rimanendo appeso con una mano ad almeno cento metri dal suolo. In quello stesso istante un rumore di metallo che si scontra con violenza proveniente dal tetto attirò la loro attenzione.
    La lancia di Thiamath cadde dal soffitto e si conficcò nel suolo a qualche distanza dalla finestra
    Thiamath scese, la osservò e poi guardò Seyfert, che lo aveva seguito, e gli disse “Stai migliorando... continua così...”
    Ancora appeso oltre il cornicione, Rufus continuava ad urlare “Dannazione... aiutami”. Thiamath si affacciò alla finestra e guardò Rufus negli occhi e vi lesse la paura: la paura del vuoto sotto di lui e la paura della creatura che gli si parava davanti.
    Thiamath lo guardò disgustato e disse “Non mi servi più, addio” e così dicendo gli pesto la mano, talmente forte che Rufus lasciò la presa ed il presidente cadde verso il nulla.
    Thiamath guardò l’uomo schiantarsi al suolo a metri di distanza, poi prese la sua lancia e sparì, ma prima di farlo si rivolse a Seyfert “Ci rivedremo, ma fino ad allora cerca di diventare più forte”
    Poi sparì in una volata di vento grigio.

    Una volta tornati al campo base, in festa per la riuscita della missione, i quattro ragazzi si rilassarono un pò insieme a BIggs, Wedge, Jessie e gli altri liberisti
    Il giorno dopo, Seyfert, Sephioroth e Kairi si prepararono a partire, ma Lilian li raggiunse e si rivolse a Seyfert
    “La mia missione qui è finita, dunque pensavo di venire con voi, se non vi da problemi. Quel demone era potente e se davvero ce ne sono altri, allora il pianeta è ancora in pericolo e dunque voglio aiutarvi.”
    Seyfert si voltò verso i suoi compagni ed annuì, poi si rivolse a Lilian“Ok, andiamo”.
    E così salutando i membri dei liberisti, Biggs, Wedge, Jessie e tutti gli altri, i quattro partirono alla volta dello spazio, all’inseguimento del misterioso demone Thiamath

     
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    Capitolo XI: Il pianeta dei giocattoli

    “Ahh. Seyfert, siamo quasi a secco” esclamò Kairi controllando l’indicatore del carburante.
    “Lo so, la falla che ci ha fatto quell’asteroide è più grande di quello che mi aspettassi” disse Seyfert uscendo per metà dalla botola che dava alla sala motori. “Ehi, Lilian controlla sul radar se c’è qualche pianeta vicino”.
    “Mhhh” disse lei controllando sullo schermo “Il pianeta più vicino è ad almeno 2 settimane da qui, non ce la faremo mai”
    “Perfetto” disse lui. “Bloccati in mezzo al nulla e con la nave danneggiata... che può succedere di meglio?”
    “Scusatemi” disse Sephiroth uscendo dalla sala di osservazione “Ma quello lì non è un pianeta?”. Ed indicò uno strano edificio che stava nello spazio a poca distanza da loro.
    Era uno strano edificio a forma di fungo, di colore dorato, con una insegna enorme che diceva STARS ENTERPRISE.
    “La Stars Enterprise... ho uno strano presentimento su quel posto” disse Seyfert “Che cos’è?”
    “Come fai a non sapere cos’è la Stars Enterprise?” rispose Lilian visibilmente sconvolta.
    “Non lo so, non l’ho mai sentita e voi?” chiese riferendosi a Kairi e a Sephiroth
    Le risposte che collezionò furono un “non sò” ed un “non mi interessa”.
    “Ma come ragazzi, mi deludete, non sapete cos’è la Stars? E’ la più grande e famosa società di giocattoli al mondo, visitarla è sempre stato il mio sogno sin da bambina, andiamo?” chiese ansante Lilian.
    “Ok, forse lì avranno della benzina” rispose Seyfert e virò la nave.
    “Non sò perchè ma ho un cattivo presentimento...” disse Sephiroth.
    “Anche io” gli rispose Kairi.
    La nave entrò silenziosamente nell’hangar dell’edificio
    “Non mi piace, non mi piace per niente” disse Seyfert.
    “Già, questo luogo sembra deserto, dovremmo stare attenti” replicò Sephiroth, ma Lilian aveva già preso Kairi e si era infiltrate nell’edificio.
    “Ah...Quelle ragazze” si lamentò Seyfert scuotendo la testa “...Ehi Sephiroth, dammi una mano a cercare della benzina e dei ricambi”.

    Seyfert e Sephiroth avevano appena riparato la falla quando un urlo femminile li fece voltare.
    I due corsero velocemente verso il luogo da cui proveniva il grido e videro Kairi rannicchiata in un angolo di fronte ad un enorme pupazzo di un Moguri.
    “A-aiuto, quel coso è vivo e si è mangiato Lilian” disse lei spaventata, correndo dietro ai due gemelli.
    “Avanti Kairi, pensi che io caschi in questo stupido...” iniziò Seyfert, ma Sephiroth gli prese la testa e la girò. Il pupazzo stava camminando verso di loro, con artigli affilati come rasoi.
    Improvvisamente il suo corpo esplose e ne uscì Lilian, con il mitra fumante ancora in mano.
    “Questa cosa non mi è piaciuta per niente” disse lei.
    D’improvviso tutti i giocattoli della stanza presero vita: soldatini con fucili laser veri, pelouches con artigli, bambole armate con asce e altri ancora.
    “Che diavolo succede qui?” disse Seyfert estraendo il KeyBlade.
    In breve il party si trovò a combattere contro un armata apparentemente infinita di giocattoli di varie forme e dimensioni.
    Improvvisamente vari modellini di astronavi ed aerei apparvero, sparando a tutta potenza sul gruppo.
    Dei laser provenienti da un punto non ben identificato li abbatterono e poi un tombino sotto di loro si aprì ed una voce li chiamò “Svelti scappate da questa parte”.
    Una volta scesi nel tombino, i quattro videro chi li aveva salvati: un pupazzo a forma di gatto nero, con la pancia bianca ed uno strano pizzetto...
    Sephiroth estrasse la spada e la puntò alla gola dello strano essere. “Ehi ehi ehi amico, calmati non sono un tuo nemico” disse lui.
    “Certo, come no” rispose cinicamente Sephiroth e si preparò a colpire.
    “Aspetta ti prego, sono un essere umano!!” supplicò lui e Lilian ordinò a Sephiroth di fermarsi. “Fermo, sono sicura di avere già visto quel pizzetto... presidente Reed, è lei?”.
    “Chi?” chiesero all’unisono Seyfert e Kairi.
    “Finalmente qualcuno mi riconosce: io sono Reedwald Fitzgerald Starsoni VII, più noto come il Presidente Reed, capo della Stars Enterprise” disse lui con un tono da presentatore televisivo.
    “Chi?” continuarono Seyfert e Kairi.
    “Ahh signor Presidente, è un onore conoscerla, sono la sua più grande fan ed ho sempre sognato di incontrarla... di persona ?!?” disse Lilian tutta contenta.
    “Già, cosa ti è successo?” chiese Kairi
    “ E che diavolo succede qui?” le fece eco Seyfert.
    “E’ una storia lunga...” iniziò lui, ma Sephiroth lo interruppe “ Ci racconterai più tardi, gatto, stanno arrivando”.
    “Chi hai chiamato gatto?”
    E così i quattro si allontanarono nel corridoio segreto, con Lilian che teneva Reed in braccio.
     
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    Capitolo XII: Incubo di peluche

    Reed premette dei tasti ed una spessa porta si chiuse alle sue spalle, chiudendo il gruppo nella hall dell’edificio aziendale annesso alla fabbrica
    “Bene ora vi racconto quello che sò” iniziò Reed in piedi sul tavolo “Circa due settimane fa è arrivato Faccia di Sole , che mi ha trasformato in un giocattolo ed ha trasformato tutti gli altri in mostri, fine della storia”
    “Chi diavolo è Faccia di Sole?” chiese Kairi.
    “Non lo so” rispose lui “E’ uno strano essere con una maschera a forma di sole sulla faccia”
    “Hai per caso visto anche un essere alto, grigio e rosa con una lancia insieme a questo faccia a sole?” chiese Seyfert.
    “Ora che mi ci fai pensare si, l’ho visto parlare con un essere simile, e c’era anche una ragazza”.
    “Deve essere un demone anche lui” realizzò Seyfert
    “Allora eliminiamolo” disse Sephiroth.
    “Giusto. Ehi Reed dove si trova ora quell’essere?”
    “Penso che sia all’ultimo piano. Perciò mi aiuterete?” chiese speranzoso Reed
    “Stai tranquillo, puoi contare su di noi” disse Seyfert, “Ma è meglio se rimani qui”
    “Assolutamente no! questa azienda è la mia casa e la mia vita, combatterò per lei” e così estrasse una pistola laser rossa: sembrava un giocattolo ma aveva dimostrato di essere tremendamente potente.
    Dopo molte difficoltà: carri armati, auto da corsa, robot giganti, eccetera, i cinque riuscirono ad arrivare all’ultimo piano e si appostarono alla porta.
    “E’ lui” sussurrò Reed sentendo una voce dall’altra parte.
    La voce stava parlando con qualcuno e gli diceva che se ne sarebbe occupato lui, poi si rivolse verso la porta e disse “Avanti, entrate pure”.
    Le porte si aprirono ed il party si trovò ad osservare una creatura davvero strana. Era composta da una maschera dorata a forma di sole con un volto al centro ed un mantello che lievitava dietro di lui, nient’altro.
    “Sei un demone?” chiese Seyfert alzando il KeyBlade.
    “Esattamente, il mio nome è SolRock il maestro della magia. E tu devi essere Seyfert, colui che ha sconfitto mio fratello Thiamath”. disse lui “incantato di fare la tua conoscenza, figlio di Jenova, e anche tu Sephiroth... Bene cominciamo... vediamo se sei bravo come sembra”.
    SolRock emise un potente attacco d’Aura, che spinse lontani Lilian, Reed e Kairi.
    Seyfert assunse la balance Form e si lanciò alla carica insieme al fratello, ma il loro colpo andò a vuoto. Bhe, non esattamente a vuoto: colpirono SolRock, ma non essendoci un corpo da colpire, mancarono il bersaglio.
    SolRock materializzò delle lame di energia e li colpì, ma l’attacco fu facilmente parato.
    Lo scontro durò per molto tempo e SolRock cominciò a sdoppiarsi ed a rendere la vita ai due gemelli più difficile, ora che iniziavano a perdere le forze.
    Mentre i due erano occupati con alcuni cloni, SolRock scaglio il suo potente “Colpo del sole” che stordì i due.
    Con un potente colpo d’aura, SolRock spinse via Seyfert, che sbattè contro una parete e perse i suoi poteri.
    Sephiroth era in difficoltà, ma Reed si liberò degli altri giocattoli mostri e sparò un solo singolo colpo, che centrò in pieno la maschera del vero SolRock.
    I cloni sparirono e Seyfert intrecciò la sua ala con quella di Sephiroth, per lanciare il “Twin Dark Angel Blaster” che si diresse verso il nemico.
    Il colpo sarebbe stato letale per SolRock in quelle condizioni, ma una misteriosa figura apparve e deviò il colpo.
    Quando il fumo si diradò, i due videro una giovane ragazza dai capelli rosa, che impugnava un KeyBlade alla cui sommità era fissata, con una catena, una lama di una falce.
    “Sei un incompetente SolRock, per un attimo hai rischiato di essere ammazzato” disse lei con un tono grave all’altro demone.
    “Dannazione Sharix, non avrei mai immaginato che sarebbe diventato così forte in così poco tempo”
    “E’ logico: sono sangue del sangue di Jenova, avresti dovuto pensarci di più, ed ora andiamocene, hai fatto abbastanza danni per oggi”
    I due stavano per sparire, ma Reed lanciò una microspia, che però non colpi SolRock, ma Sharix.
    “Noooooo se ne sono andati... e ora come riavrò il mio corpo!” si lamentò Reed.

    Tutti i giocattoli posseduti si erano fermati e la situazione era tornata calma.
    Seyfert e Sephiroth si erano ripresi dallo scontro e stavano parlando con gli altri. “Questi demoni stanno diventando sempre più pericolosi, dobbiamo fermarli”
    “Già e io verrò con voi” disse Reed
    “Perchè, gatto?” chiese Sephiroth.
    “Perchè faccia di sole è l’unico che può ridarmi indietro il mio corpo”, rispose Reed “ e non chiamarmi gatto”
    “Bene allora il gruppo si allarga. Benvenuto a bordo Reed” disse Lilian.
    “Bene. rintracciamo il segnale della microspia ed andiamo” disse Seyfert


     
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