Figli

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  1. Master Arikus
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    Cosa ne pensate? Ne volete, un giorno? Vi sembra una tappa obbligatoria?

    Personalmente non ho nessun interesse a essere padre né ora né mai (anche se ovviamente posso cambiare idea in futuro): adoro i bambini, ma non ho la benché minima intenzione di accollarmi una vita dipendente per metà esclusivamente da me (motivo per il quale non ho mai avuto animali domestici impegnativi come un cane o un gatto) o appiopparla a nonni e tate e usarla per fare bella figura in società stile chihuahua dal cappottino fucsia - che è poi quello che vedo fare in continuazione da mamme-fashion in carriera che sembrano ignorare la differenza tra Cicciobello e un essere umano. Senza contare che spesso le stesse perdono interesse nei confronti del compagno, retrocesso a bancomat umano.

    Purtroppo l'Italia è tutt'altro che aperta in materia e le persone che non figliano pur mancando di problemi di sterilità sono reputate anormali e/o egoiste (come si può pensare solo a se stessi se non si hanno bambini da trascurare?) o parassiti dello Stato, il che è palesemente falso perché ci sono meno bocche da sfamare coi soldi pubblici.

    C'è anche il problema della sovrappopolazione e della sempre crescente penuria di risorse naturali (acqua compresa), ma francamente m'interessa sino a un certo punto; se a 32 anni (età media) sarò childfree sarà perché mi voglio godere la vita, pensateci, si va a scuola per decenni e ci si spacca le ossa sul lavoro (perlopiù umile e precario) per ottenere un solido "avvenire" ma una volta adulti e autonomi sia economicamente che socialmente non si può assaporare il frutto della nostra fatica pluridecennale perché il sistema ci vuole sposati e con babè a carico che risucchiano tempo e soldi a volontà.
     
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    Sono troppo giovane per decidere responsabilmente se voglio o no dei figli. Però, a pensarci, l'idea non mi dispiace. Quanto dici è vero, passiamo la giovinezza a studiare e poi si va a lavorare, ma la vita non è solo questo (non nego che se trovassi una felice via d'uscita dal sistema, che non danneggi il mio prossimo, la imboccherei subito). Ci sono tante cose belle degne di essere vissute, ed in futuro sarei ben felice di faticare perché i miei figli abbiano la possibilità di sperimentarle in tranquillità, con una solida base familiare, e che anzi possano aspirare ad un futuro più luminoso di quello che spetterà a me. Vero è che oggi la stragrande maggioranza dei quarantenni è depressa, affermando di non riuscire a godersi la vita anche per via della prole. Ma io ho conosciuto persone che intendono il godersi la vita come l'impegnarne gran parte per i figli: la felicità di essi si riflette sui genitori. Mi piace pensare che anche per me potrà essere così; di sicuro, se avrò figli, non sarà per soddisfare il sistema. Me ne rendo conto, è una risposta molto, ma molto idealistica, però io la penso così. Forse, quando raggiungerò la mezz'età, sarò depresso e pentito, ma potrebbe anche darsi che accada il contrario.
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Io vorrei averli un giorno, ma non vedo l'avere dei figli come una "tappa obbligatoria" più come una cosa istintiva, che mi completerebbe, soprattutto come donna. Tutto questo comunque ho iniziato a pensarlo da poco più di un anno, e ora sono una ragazza di ventitré anni, laureata senza un lavoro. Una situazione decisamente inappropriata anche solo per pensare di avere dei figli un domani.
    Le idee col tempo cambiano e di parecchio. Quando ero una quattordicenne insoddisfatta di qualsiasi cosa non mi sognavo nemmeno di avere una relazione con qualcuno, figuriamoci avere dei figli. Adesso, invece, sto entrando in quel momento della vita in cui ogni giorno non faccio altro che chiedermi cosa ne sarà di me in futuro -perché accidenti gli anni passano e manco me ne accorgo-, se sarò pronta a trascorrere la vita con il mio ragazzo e eventualmente, se sarò pronta a diventare mamma.
    Di una cosa sono sicura: se non potrò garantire una vita decente ai miei figli, mi rifiuto di metterli al mondo. Purtroppo, per come stanno le cose adesso sono sempre più convinta che sia meglio non averli, ed è un peccato.

    Per quanto riguarda il godersi la vita, credo che sia una cosa soggettiva. Come ha detto Leventhan c'è chi vede la propria felicità e il godimento di questa nel dedicarsi alla propria famiglia. Sinceramente, mi ci vedo in questa fetta di persone, per ora almeno. Poi, c'è stata anche una persona che mi ha detto l'esatto contrario: "Non avere mai dei figli, sono solo problemi, insoddisfazioni e incazzature.", questo quando il figlio maggiore, laureando in ingegneria con ottimi voti, era appena uscito.
    La mia famiglia ha i suoi alti e bassi, ma siamo uniti e cerchiamo di aiutarci come possiamo. Quando ero piccola i miei genitori hanno dovuto fare più lavori per garantire una casa e un futuro a me e a mia sorella, quindi spesso stavamo con nonne/zii/cugini e comunque riuscivano a trovare il tempo per stare con noi. Sono contenta e fiera di come sono stata cresciuta, perché anche i miei parenti hanno contribuito nella mia educazione e maturazione. Quello che mi auguro è di poter dare le stesse cose ai miei figli un giorno, se mai ne avrò.
    E concordo sempre con Leventhan, parlando del sistema. Se avrò una famiglia sarà perché ho deciso di aprire un nuovo capitolo della mia vita, che comprende nuove responsabilità e un motivo in più per rientrare la sera a godermi ciò che ho costruito dopo tanti anni di sacrifici e impegno, non perché il sistema mi impone di sposarmi... che magari non mi sposerò neanche, chi può dirlo? Il matrimonio costa quanto un figlio un altro po'!
     
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    Quoto quello che hanno detto Leventhan e Liberty89: anche io ho 23 anni, e circa tre mesi fa mi sono sposato. Al momento non sento il bisogno di diventare padre, forse anche perché troppi cambiamenti insieme sarebbero sconvolgenti. Non escludo tuttavia, magari verso i 30 anni, di poter aver voglia di fare un figliuolo. Non per esporlo al mondo, anche perché a guardare le condizioni dell'umanità in generale, passa proprio la voglia. Lo vedrei più come un completamento della famiglia e anche come un gesto di altruismo verso il nascituro e, perché no, anche verso i nonni, in quanto ritengo sia un evento gioioso anche per loro. Ovviamente nei limiti della garanzia di un futuro dignitoso per l'eventuale erede: non mi sognerei mai di metterlo al mondo senza avere un'adeguata sicurezza finanziaria per permettermi di crescerlo. Sarebbe da irresponsabili. Questo è il mio parere :)
     
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    Non vedo l'ora di avere un figlio.
     
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    Credo che il punto, il grande errore, èche tutti si vede la cosa tipo 'voglio avere un figlio'. Io, su questo campo mi muoverò dove mi porteranno l'amore il mio senso di responsabilità.
     
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    Io ritengo che quello che hai detto tu Xevon, si sposa invece perfettamente coi nostri discorsi: uno ha voglia di avere un bambino quando determinate situazioni nella propria vita sono incastrate perfettamente, e parlo di amore e responsabilità, come accennavi tu. Certo è che comunque in una casa deve anche esserci la volontà (pertanto la voglia) di mettere al mondo la propria progenie, perché questo porta a dover fare dei sacrifici, se pur col cuore. Ergo tale decisione va ben ponderata. Ovvio che poi, e qui ribadisco che hai perfettamente ragione, l'amore e la responsabilità devono essere le prime cose che portano alla nascita di un bambino.
     
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    Non ci sto a pensare adesso, ma credo che nel caso non lo avessi mi mancherà moltissimo la possibilità di insegnare i miei principi a mio figlio, soprattutto in età adolescenziale, e fargli sviluppare quel senso critico che mi permetterà di imparare a mia volta qualcosa da lui. Sono convinto che saprei sviluppare un rapporto più di amicizia rispetto al classico rapporto gerarchico padre-figlio, che è fondamentalmente quello che mio padre non è riuscito a fare.

    CITAZIONE
    Di una cosa sono sicura: se non potrò garantire una vita decente ai miei figli, mi rifiuto di metterli al mondo.

    Ma dipende molto da cosa è per te una vita decente. Certo c'è uno standard minimo da rispettare obbligatoriamente (se non avessi i soldi per poterli mandare a scuola, per esempio, la penserei come te), ma vita decente al giorno d'oggi vuol dire tutto e niente. Ultimamente sono sempre più convinto che vita decente sia esattamente l'opposto di vita da consumista, e vedendola così credo che la questione si semplifichi abbastanza.
     
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    CITAZIONE (Slash @ 10/12/2012, 11:48) 
    Non ci sto a pensare adesso, ma credo che nel caso non lo avessi mi mancherà moltissimo la possibilità di insegnare i miei principi a mio figlio, soprattutto in età adolescenziale, e fargli sviluppare quel senso critico che mi permetterà di imparare a mia volta qualcosa da lui. Sono convinto che saprei sviluppare un rapporto più di amicizia rispetto al classico rapporto gerarchico padre-figlio, che è fondamentalmente quello che mio padre non è riuscito a fare.

    CITAZIONE
    Di una cosa sono sicura: se non potrò garantire una vita decente ai miei figli, mi rifiuto di metterli al mondo.

    Ma dipende molto da cosa è per te una vita decente. Certo c'è uno standard minimo da rispettare obbligatoriamente (se non avessi i soldi per poterli mandare a scuola, per esempio, la penserei come te), ma vita decente al giorno d'oggi vuol dire tutto e niente. Ultimamente sono sempre più convinto che vita decente sia esattamente l'opposto di vita da consumista, e vedendola così credo che la questione si semplifichi abbastanza.

    Certo, nel mio canone di "vita decente" rientra senza ombra di dubbio l'istruzione, ma parlavo più che altro di una sicurezza economica, come hanno giustamente detto altri prima di me. Perché senza quella, da un giorno all'altro potrei non garantire più loro l'istruzione come prima cosa, e in secondo luogo, altre piccole cose, forse superflue e/o consumistiche -come hai detto tu, ma io non la vedo una cosa così negativa se non è esagerata-, che però non possono mancare in maniera netta nell'infanzia di un bambino. Non sto dicendo che vizierò i miei figli dando loro questo e quello, però donargli qualcosa, anche una cosa piccola e semplice senza un motivo particolare, non credo sia sbagliato.

    Mi sono ripetuta in due frasi, ma meglio non riesco a esprimermi accidenti <.< Spero sia chiaro quello che volevo dire x3
     
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    Ci stavo pensando da un pò di tempo, ma non sò decidermi. Avere dei figli è bello, in più sembra che con i bambini ci sappia fare, ma poi penso al fatto che esiste la possibilità che io non riesca a trovare un buon lavoro per far vivere bene questo ipotetico figlio o comunque per altre cause non riesca a farlo stare bene e non sò cosa pensare. Boh.
     
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    Io capisco ben quello che vuoi dire, ma trovo assolutamente ingiusto rinunciare all'amore per un figlio solo perché qualcuno che neanche conosci, ha il potere di dirti cosa puoi e non puoi fare, ha il potere di darti un contratto da tre settimane e continuare a chiederti 'sacrifici' per poter continuare a speculare sulla tua forza lavoro! I valori veramente importanti sono altri, io parlo per me che comunque appartengo a una classe sociale tutto sommato benestante (non navigo nell'oro, ma mia mamma può permettersi di pagarmi gli studi, ho una casa, i soldi per mangiare ci sono ecc) e vi dico che andrebbero un attimo riallacciati i rapporti in termini di famiglia come si faceva una volta. La nostra generazione l'hanno già data per spacciata (lo ha detto lo stesso Monti), e quindi mi chiedo: solo perché il modello di società in cui vivo è un modello sbagliato dove la classe dirigente è stata totalmente incapace di mantenere degli standard minimi di welfare state arrivando addirittura a definire 'perduta' la mia generazione e dove è stato infranto senza alcun problema l'articolo 36 della nostra Costituzione che recita: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa", allora io sono costretto a non poter provare l'immensa felicità dell'avere un figlio? Che cosa sono diventato, uno schiavo? Io credo che ormai dobbiamo sbattercene il cazzo, se lo Stato non mi può aiutare vuol dire che farò a meno delle sue merci, lavorerò con contratti a 3 settimane alla volta e quando ci sarà il bisogno di chiedere aiuto lo chiederò a chi vale veramente qualcosa, a chi è davvero importante e quindi lo chiederò alla famiglia, agli amici se potranno e sostituirò i beni materiali che non potrò permettermi con altri tipi di bene. Insegnerò a mio figlio che non è importante e necessaria solo la playstation, ma che può dare felicità anche farsi un giro in montagna, anche riacquistare una serie di valori che ormai sono persi e che ci hanno appiattito come persone, anche questo vuol dire essere liberi!

     
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    Allora, secondo quanto hai detto io non devo rinunciare ad avere un figlio solo perché non posso dargli una sicurezza economica.
    Comincio col dirti questo, se deciderò di avere un figlio un domani, sarà perché sarò riuscita ad essere finalmente indipendente dai miei genitori e perché avrò un compagno con cui condividere la vita e una casa mia in cui vivere. Senza tutto questo io non posso permettermi di mettere al mondo un figlio di cui sarò responsabile in tutto e per tutto.
    I miei genitori mi hanno insegnato che molte volte devo fare sacrifici per ottenere i risultati che voglio, ed è quello che ho fatto per poter studiare e laurearmi. Risultato? Sono laureata da un anno e quel fantomatico contratto da tre settimane di cui hai parlato tu non ne ho vista nemmeno l'ombra, nonostante il pezzo di carta che ho in mano e tutti i colloqui che ho fatto. Ho ventitré anni e speravo di rendermi indipendente almeno dal punto di vista economico entro la fine di quest'anno per iniziare a costruirmi una base per il mio futuro. Invece niente.

    Voglio sapermela cavare senza dover poi chiedere aiuto alla mia famiglia, perché il mio unico pensiero è poter restituire in qualche modo tutto ciò che sta facendo per me, che è pure troppo. Perché devo chiedere aiuto ad altri per andare avanti? E se nessuno può darmi una mano perché sono nella cacca come me o peggio che si fa? Sarò costretta a prendere mio figlio e andare a vivere sotto un ponte -caso estremizzato, lo so-, dato che quel "contratto di tre settimane" non si presenta?
    Io amo la mia famiglia e mai e poi mai mi sognerei di buttare loro addosso i miei problemi.
    In tutta coscienza, tirando le somme, come posso mettere al mondo un figlio se non posso mantenere me stessa o assicurarmi un futuro?

    Hai parlato della playstation, suppongo fosse in risposta al mio discorso sul fare un regalo al figlio anche senza pretesto. Io non ho mai nominato la playstation, mi riferivo anche solo a un album da colorare, non necessariamente a qualcosa che gli porti via l'occasione di farsi un giro in montagna.
    Infine, sappi che se vuoi avere dei figli la libertà non è più intesa come la intendi tu. Perché mettere al mondo un figlio implica responsabilità e porre delle regole, limitazioni e compagnia cantante. L'unica libertà che ti è concessa è appunto quella di scegliere se avere un figlio o meno.
     
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    Pienamente d'accordo con Liberty89: anche i miei genitori mi hanno sempre insegnato a prendermi le mie responsabilità e a non gravare sugli altri. Io ho avuto la "fortuna" di trovare un lavoro subito dopo le scuole superiori e da allora non ho mai smesso e ho cercato di pagare sempre tutto io, dalle vacanze a una piccola auto usata, pagandomi quasi nella totalità anche il mio matrimonio. Ora tiro avanti con un modesto stipendio che tuttavia non mi fa mancare cibo, vestiario, un tetto sopra la testa e qualche piccolo vizietto. Tuttavia mia moglie che ha appena terminato la scuola lavoricchia, si arrangia come può. Ora come ora, essendo realista, non potrei dare a mio figlio quasi nulla dal punto di vista materiale, e lo obbligherei a vivere di stenti. Purtroppo dobbiamo arrenderci, renderci conto che per quanto maledetti, i soldi servono, e capire che mettere al mondo un figlio, oltre a essere la cosa più bella del mondo probabilmente, è anche la più complicata. Non si tratta del proprio benessere, quanto più di quello del bimbo.
     
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  14. Master Arikus
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    Mi sembra di capire che scoppiate dalla voglia di essere genitori; chi ora, chi un giorno.

    Immagino anche che siate d'accordo con me nell'assumere che l'impegno di un figlio - perlomeno se cresciuto ed educato in modo ragguardevole - comporti un sacrificio immenso e inimmaginabile... Non vi sembra in questo modo porre fine, o perlomeno mettere in secondo piano, alla vostra vita, al vostro crescere e gustare i frutti della vostra maturità?

    Nessuno di voi è arrivato ai 30 anni: non sentite il bisogno di divertirvi, viaggiare, fare nuove esperienze ecc. prima di dire "Ok basta, ora mi trovo il mio posticino nel mondo e penso alla famiglia"? Mettere al mondo una nuova vita è il passo più importante che si possa compiere e non è reversibile. Insomma è qualcosa che io non riesco nemmeno a immaginare, lontana se ci sarà, e in ogni caso la vivrei come uno smettere di vivere e vivere completamente in funzione di un nuovo essere vivente, per guidarlo nel mondo, al mio posto, in attesa di sparire. Il solo pensiero di potermi svegliare un giorno e non avere più quella sensazione di essere giovane, nuovo, con tutta la vita davanti e di poter fare qualsiasi cosa sostituita con la responsabilità di essere un punto di riferimento, un pilastro e un mentore per qualcosa di fragile che ha bisogno di me e solo di me, mi mette l'angoscia.
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Immagino anche che siate d'accordo con me nell'assumere che l'impegno di un figlio - perlomeno se cresciuto ed educato in modo ragguardevole - comporti un sacrificio immenso e inimmaginabile... Non vi sembra in questo modo porre fine, o perlomeno mettere in secondo piano, alla vostra vita, al vostro crescere e gustare i frutti della vostra maturità?

    No, per niente. Anzi, la nascita di un figlio è il frutto stesso di quella maturità raggiunta secondo me, e poi la vita prosegue comunque, su una linea diversa rispetto a quella che vivrei da donna single e libera come l'aria, ma prosegue. E, comunque, anche una vita senza redini sicuramente richiederebbe dei sacrifici a mio parere.

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    Nessuno di voi è arrivato ai 30 anni: non sentite il bisogno di divertirvi, viaggiare, fare nuove esperienze ecc. prima di dire "Ok basta, ora mi trovo il mio posticino nel mondo e penso alla famiglia"? Mettere al mondo una nuova vita è il passo più importante che si possa compiere e non è reversibile. Insomma è qualcosa che io non riesco nemmeno a immaginare, lontana se ci sarà, e in ogni caso la vivrei come uno smettere di vivere e vivere completamente in funzione di un nuovo essere vivente, per guidarlo nel mondo, al mio posto, in attesa di sparire. Il solo pensiero di potermi svegliare un giorno e non avere più quella sensazione di essere giovane, nuovo, con tutta la vita davanti e di poter fare qualsiasi cosa sostituita con la responsabilità di essere un punto di riferimento, un pilastro e un mentore per qualcosa di fragile che ha bisogno di me e solo di me, mi mette l'angoscia.

    Parlando da donna, credo che dopo una certa età avere figli sia più difficile e probabilmente non potrei godermeli appieno, ma prendi queste parole molto alla larga, perché come ho detto sopra il modo di pensare cambia parecchio a distanza di anni. E ci sono pareri diversi, per qualcuno la nascita di un figlio equivale a tornare a vivere, o cominciare una vita nuova.
    Credo che sia normale avere paura o angoscia nei confronti di una cosa così grande, però sono convinta che nessuno sia mai pronto per diventare la guida e il pilastro per una creatura nuova, che prenderà un suo posto nel mondo. Non il mio, bada bene, ma il suo perché non pretendo che mio figlio prenda le redini del gioco da dove le ho lasciate io.
    Per quanto riguarda il divertirsi, viaggiare e compagnia cantante... Bè, sto recuperando ora tante esperienze che non ho potuto vivere quando ero adolescente e chissà, magari un giorno non smetterò solo perché avrò dei figli, può darsi che li coinvolga e facciano diventare tutto ancora più bello da ricordare.
     
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