Twilight Player
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La sua frase come titolo sanno tanto di atto drammatico con musica shocking in sottofondo. Comunque. Lo so che sto creando una sfogo dopo l'altro, ma questo è importante allo stesso modo. Beh, più del Mac di sicuro.
Il mio professore di filosofia è stato trasferito. Da sempre ha chiesto il trasferimento, perché cerca di essere accettato in una scuola più vicina a casa sua possibile. E questa volta, dopo due anni, ce l'ha fatta. L'ho capito perché ha accettato la mia amicizia su facebook, e lui non accetta i suoi alunni. Quando poi gliel'ho chiesto personalmente, me l'ha confermato. E io non so che dire. Sono rimasta di sasso, perché veramente, veramente, veramente ci tenevo tantissimo a concludere il triennio con lui. Era l'unico insegnante che potessi definire una guida, un punto di riferimento. Era vicino a noi alunni ma non così tanto da staccarsi dalla sua professionalità, e questo era importante. Ci stimolava. E poi era veramente uno degli uomini migliori che abbia mai conosciuto. L'ultima interrogazione che ho fatto è stata forse la migliore che abbia mai avuto. Era una discussione, non un'interrogazione. E quando mi faceva domande, e io sapevo rispondere, mi sentivo realizzata, perché sapevo di aver imparato cose importanti, veramente importanti, che mi riguardavano, che mi importavano. Non una cosa a pappardella botta e risposta per poi sentirsi fieri di aver saputo rispondere.
Ne sto parlando come se fosse morto, ma per me è così, in pratica. Quando potrò rivederlo? E se mai lo rivedrò, potrà parlare di filosofia? Certo, sono sicura che lo amerebbe. Parlerebbe di filosofia appena sveglio, a colazione, pranzo, cena. Ma non è questo il punto.
Devo ancora rispondere al suo messaggio. E cosa gli dico? Vorrei dirgli che è un coglione. Che non m'importa cosa per lui sia comodo, doveva finire il percorso iniziato con noi. Che è seriamente l'unico uomo che mi ha allargato la mente e mi ha dato una prospettiva della vita che non riesco più ad abbandonare. Che se ne deve andare a fanculo perché crede di essere niente, perché è un insicuro del cazzo, e in verità tutto il liceo sbavava per lui. Che non può trasferirsi così, felicemente, perché per lui possiamo pure essere alunni di passaggio, ma noi, se ci siamo sentiti maturati, è stato grazie a lui, anche se lui pensa che noi siamo dei nullafacenti (e lo siamo, ma se riflettiamo un po' è grazie a lui). Che adesso mi sento come se fossi in lutto e ascolterò le registrazioni della sua voce per tutta la sera.
Ovviamente non posso dirgli niente di ciò. Non so che rispondergli. Probabilmente farò un semplice "oh". Perché è tutto quello che mi esce dalla bocca se ci penso.
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