Chaos

...ci provo

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  1. Blacker
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    Titolo: Chaos
    Autore: Blacker
    Fandom: Nero City
    Rating: (O)
    Warning: Violenza, Morte
    Pairing: Steve (protagonista) Drake (fratello di Steve) papà e mamma di Steve, Tina, Gian, Pry, Kale (Compagni di corso di Steve)
    Sam ( migliore amico di Steve), Uomo
    Trama: Steve è un ragazzo timido con la passione per la recitazione. Ma un mattino, mentre si dirige per andare a scuola di teatro, succede qualcosa di strano. Attraverso due messaggi che riceve sul cellulare da uno strano destinatario, il ragazzo rischia la vita due volte ma in tutte e 2 riesce a salvarsi grazie a questi messaggi. Il protagonista, quindi, si fa delle domande su chi ci potrebbe essere dietro, visto che ha pochi amici. Intanto la mattinata prosegue con le lezioni e proprio quando torna a casa succede ,ancora, un altro mistero...( Segue capitolo 2)

    Capitolo 1

    "Decisione"


    Nero city era la classica città caotica, con palazzi alti, strade sempre trafficate e la solita routine che la gente faceva giorno dopo giorno.
    In mezzo a quella città inquinata, gelida e nebbiosa viveva Steve, un ragazzo 23enne con la passione per la recitazione.
    Timido, impacciato, ansioso ma buono, il ragazzo faceva molta fatica a socializzare con dei nuovi coetanei. Ma cambiava subito umore quando usciva con i suoi vecchi compagni delle superiori.Ma cosa può diventare un ragazzo quando non è padrone della propria vita? Questo ancora Steve non lo sapeva...ma presto, quella vita...la sua vita...lo avrebbe cambiato..nel Bene o nel Male.

    Ore 8.43 del mattino.

    Ero ancora a letto...non sapevo se i miei genitori fossero usciti..ma sentii qualcosa...un rumore
    provenire dalla cucina.Mia madre si era dimenticata di spegnere la radio, come al solito. Il pentolino del latte nel lavandino era tutto bruciato e nel frigo si sentiva una puzza di formaggio.
    Ci misi 17 minuti per fare colazione, lavarmi e vestirmi visto che la lezione di recitazione cominciava alle 10.00 precise, ma non ho mai fatto ritardi..quindi ero sicuro di essere in anticipo.Fuori faceva freddo. Il sole emetteva una luce debole, anche se le nuvole restavano fisse a guardare questa città schifosa e allo stesso tempo terrificante. Arrivai alla solita fermata. 9.08 a.m. Ad un tratto Il cellulare vibrò nella tasca del mio jeans. Lo schermo sulla pensilina segnava che il mio autobus sarebbe arrivato alle 9.12. Quando sono fuori non leggo i messaggi sul cellulare subito subito. Ma visto che mancavano 4 minuti perchè non farlo ora?Il numero del destinatario era strano. #24267#...pensavo a un errore dello stesso destinatario oppure un messaggio del mio operatore telefonico. Ma la cosa che mi colpì in quel momento fu il testo scritto sul display.
    "Prendi quello delle 9.21".
    Prendi quello delle 9.21? Era un chiaro riferimento all'autobus che avrei dovuto prendere dopo quello delle 9.12. Ma perchè? Qualcuno mi seguiva? Era uno scherzo?
    No...vicino a me c'erano le solite 4 persone che vedo ogni mattino...dall'altra parte della strada il camion dell'immondizia. Eppure!? C'era qualcosa di strano. Ma nella mia mente, dopo 4 minuti, dimenticò questo tutto questo. Esattamente, in quell'istante, arrivò
    l'autobus che mi avrebbe condotto a scuola. Come al solito era pieno. Ma quando iniziai a salire, uno strando individuo alto, robusto e con un piercing sul naso mi spinse fuori, facendomi cadere sulla strada. La gente mi guardava, inpassibile, come se non fosse successo nulla..."Odio questa città! Odio me stesso, la gente tutto!" L'autobus se ne andò. In effetti avevo fatto bene a non salire altrimenti avrei dovuto fare un tragitto lungo , schiacciato dalla massa e con la puzza di tutte quelle persone che non si lavano perchè sono pigre.
    Presi l'autobus successivo, questa volta vuoto, ma ogni giorno, durante il tragitto, trovi sempre qualcuno che cerca di metterti i bastoni fra le ruote o che non sta zitto neanche un secondo. Io mi limitavo ad ascoltare la musica del mio lettore mp3 e non badavo a quello che la gente faceva in quell'istante. Il mio cellulare si era messo a vibrare ancora. Lo presi subito, era la seconda volta che leggevo un messaggio subito sul celluare. Il cuore, il sudore, il sangue , il respiro, iniziai a stare male. Il destinatario era lo stesso di prima...#24267#. Cercai di osservare attentamente tutte le persone sul mezzo. Due signori anziani vicino alla prima porta, 3 studenti che facevano chiasso, una signora elegante con una 24 ore, e un uomo sulla 30ina che stava usando un tablet. Il messaggio era ancora li, pronto per essere letto. La curiosità mi spinse a leggerlo subito. L'icona della busta nuova sullo schermo mi faceva un senso. Il caricamento era lungo..dovetti aspettare 5 secondi...ma quello che lessi fu ancora più strano del messaggio precedente.
    " Scendi alla prossima 9.47" Oramai ero certo! Qualcuno mi stava pedinando. Uno Stalcker! Pensai subito..o un ladro o un assassino. Ma non conoscevo nessuno...a parte i miei amici delle superori. Controllai in fondo al mezzo se c'era qualcuno che mi stava inseguendo con una macchina o con un altro mezzo...ma non c'era niente. L'incrocio che avevo appena passato era bloccato dal semaforo rosso... Controllai di nuovo il messaggio ma l'ora sul display segnava le 9.46. La voce computerizzata in quel momento avvisò ai passeggeri che eravamo giunti alla fermata destinata. L'orologio da 9.46 passò alle 9.47 era un chiaro riferimento..visto che il messaggio segnava quell'ora! Ma mi mancava ancora una fermata per arrivare a scuola. Perchè scendere adesso!? La mia mente era come se fosse controllata da qualcosa...Perchè seguire un consiglio di una persona che non conosci ? Poi pensai al pentolino del latte..quello che era sul lavandino tutto bruciato..e proprio vero che la mente pensa alle cose più inutili in certi momenti. Ma visto che ero preoccupato, pensai di fare la cosa giusta. Scesi in quell'istante. Non è chiaro il motivo del perchè ero sceso..forse perchè c'era qualcuno che mi stava inseguendo, ma ciò che vidi dopo 2 minuti fu totalmente spaventoso.


    Capitolo 2

    "Pericolo"

    Stavo sognando! oppure tutto ciò che vidi era vero? Sul marciapiede vidi una colonna di automobili distrutte insieme a due autobus. Che diavolo era successo? Udì il suono di una sirena provenire da lontano. La polizia, le ambulanze e i vigili del fuoco stavano arrivando. Notai un particolare in mezzo a quel casino. Oltre ad alcune persone ferite che cercavano aiuto, vidi il tipo che mi aveva spinto fuori dall'autobus disteso a terra. Era morto? Si, No? Forse?...Non prestai soccorso. Non potevo farlo. O meglio...non sapevo farlo. I poliziotti mi dissero di stare il più lontano possibile. Ad un certo punto presi il cellulare e iniziai a leggere il primo messaggio che avevo ricevuto da quello strano numero. Se avessi preso quell'autobus sarei morto? Tutto merito di quel tipo che mi ha spinto e che adesso si trova in quello stato? Fortuna? Destino? Caso? i pensieri scorrono velocemente...potevo morire. Ma la mia vista si spostò sul secondo messaggio . "Scendi alla prossima 9.47" Non potevo scendere alla successiva visto il trambusto. Anche se sarei sceso alla fermata successiva non potevo farlo. L'incidente si era verificato molto tempo prima...o no? Un boato. Non sentivo più niente. le mie orecchie fischiavano. Vedevo rosso. Il rosso delle fiamme, ma anche il nero. il nero del fumo. Altre persone che avevano perso la vita? O che erano state ferite? Questa volta fu diverso. L'autobus che avevo preso era circondato dalle fiamme. I vigili del fuoco cercavano di spegnere il mezzo oramai carbonizzato. Non si era salvato nessuno. Di solito quando ci sono degli incidenti le persone sono curiose di sapere che cosa è successo. Ma quelle persone, i due anziani, i ragazzini e i due impiegati erano rimasti li...ad aspettare. Ad aspettare la loro morte. Due incidenti nello stesso punto! Una cosa strana. Forse portavo sfortuna. Oppure gli abitanti di Nero city portano sfortuna. Ma ero stato miracolato per due volte nella stessa mattinata. Era inutile stare li ad osservare. Andai a scuola.Tutti i miei compagni , per tutta la mattinata, non facevano altro che parlare di quello che era successo a pochi passi da scuola. L'incidente! o meglio i due incidenti dove ho rischiato di morire. E se non fosse stato per quei due messaggi a quest'ora ero già che bello carbonizzato. Tina notò il mio comportamento strano. Ma visto la mia personalità timida e cupa non ci pensò due volte e si allontanò da me. La mia vita è un orologio.
    Guardo sempre l'orario ogni due per tre. Le 12.27 , mancava ancora un'ora e mezza alla fine della lezione. Gian
    e Pry continuavano a giocare con il cellulare per tutto il resto della lezione. Si misero a parlare ancora dell'incidente , visto che la danza per loro non è altro che una perdita di tempo. Si esatto la danza. Perchè il teatro non è solo recitare, ma è anche danza. Muovere il corpo per avere struttura, sicurezza, energia. Dopo la lezione tornai subito a casa. Mi limitai a salutare tutti, anche se molti se ne erano già andati. Kale fece un saluto con la mano mentre era occupata a parlare con altre ragazze.Tornai sul posto dell'incidente, la maggior parte delle auto erano state rimosse, ma gli autobus erano ancora li. Non volevo vedere ancora quello spettacolo infernale. Decisi quindi di prendere la metropolitana. Le 14.09, avevo fame. La metrò giunse subito alla stazione e salì rapidamente per prendere posto. Non volevo stare in piedi visto che la fatica di quella mattinata si era fatta sentire..quindi mi sedetti all'ultimo posto dell'ultimo vagone. Sentii un tremolio dentro la mia tasca. Era il cellulare. Questa volta era una chiamata.
    Era mio padre. Lui mi chiama sempre all'ora di pranzo come ogni genitore fa con i propri figli..o quasi. La chiamata durò qualche minuto. Gaurdai nel display un messaggio che non era stato ancora letto. Vidi ancora quel numero:#24267#. Un'altra volta? Pensai subito di morire! Avevo sfiorato la morte due volte di fila nello stesso giorno ma non pensavo una terza volta. Iniziai a leggere. "Uccidi l'unica persona 14.22". Non ci credevo! Dovevo uccidere! Non mi bastava aver rischiato la vita in quella mattinata ma adesso dovevo pure togliere la vita a uno sconosciuto. Volevo sapere a tutti i costi chi è che mi stava mandando tutti quei messaggi. Una persona che mi aveva salvato adesso mi stava chiedendo di uccidere!La metropolitana si fermò alla stazione successiva. Nel vagone in cui stavo non c'era ancora nessuno. Fino a quando all'ultimo secondo entrò un uomo.Avevo paura. Per tante volte ne ho avuta ma adesso pensavo alla mia vita. Il messaggio che avevo ricevuto forse mi avrebbe portato alla salvezza per una terza volta? Era questo che mi frullava nella testa. L'uomo mi fissò per un'istante ma si sedette vicino alla porta. Non era chiaro quello che stava facendo. Prese un cellulare dal suo marsupio e iniziò a parlare. Forse stava parlando con un suo amico visto l'aspetto trasandato.Aveva dei pantaloni strappati, delle scarpe rovinate e una maglietta scolorita. Mi stava ancora fissando. Per togliere l'attenzione guardai il mio cellulare. L'orologio segnava le 14.19, dovevo aspettare 3 minuti per ucciderlo. Il mio pensiero si spostò sul motivo. Avrebbe fatto qualcosa in quell'arco di tempo? Non mi sono mai fatto tante domande in una giornata così particolare. Ma fatto sta che quando la tua vita è in pericolo pensi a tanto. Ma se l'avrei ucciso sarei comunque andato in prigione. Ecco che il mio pensiero si spostò sul vagone della metropolitana. C'erano sicuramente delle telecamere a circuito chiuso, quindi non potevo farlo. Sarei andato nei casini. L'unica soluzione era aspettare. Se avesse fatto qualcosa avrei sicuramente reagito. L'uomo rimase seduto per 10 minuti poi alla fermata della stazione uscì. Rimasi di nuovo da solo. Ero confuso. Non era successo niente. Eppure il messaggio parlava chiaro. Dovevo seguire ancora i consigli di quello strano numero?
    Entrai in casa alle 14.54. Mi sdraiai sul letto per meditare su tutto quello che mi era successo e mi addormentai. Sognai una strana freccia che indicava me! Roba da matti. Steve. Steve! Steeveeeee! mi svegliai di colpo. Mi madre mi stava chiamando. Era pronta la cena. Avevo dormito così tanto. L'orologio segnava le 20.04. Accidenti che pennichella! A tavola le solite cose. Passato di verdura, pollo e insalata. Mio fratello Drake e mio padre non facevano capricci su quello che c'era in tavola. Loro mangiavano di tutto. Ero io il problema. L'attenzione però si spostò sul notiziario in tv. C'erano delle immagini familiari. Le macchine, le fiamme, la polizia, gli idranti, le ambulanze. La giornalista stava raccontando in studio dell'incidente di quella mattinata. Il testo scorrevole sotto le immagini diceva che era stato causato perchè un pedone aveva attraversato con il rosso. Quello relativo all'autobus, invece , è che dentro al mezzo era stato piazzato un ordigno. Con una scusa me ne andai in camera. Non volevo crederci. Ancora non ci credevo. Passai la serata a giocare con la mia console portatile, quando a un certo punto il mio cellulare vibrò sopra la mia scrivania. Pensavo subito a quel numero, mi avvicinai lentamente, ma per fortuna questa volta era Sam, uno dei miei migliori amici. Voleva uscire con me e con gli altri della compagnia per bere una birra. L'idea mi piaceva...non volevo stare in casa a pensare su quello che mi era successo. Fuori, l'aria era sempre più fredda. Il locale dove mi ero dato appuntamento con Sam non era molto lontano. Volevo passare una bella serata con i miei vecchi compagni di scuola, con davanti una birra e partite a carte a non finire. L'immagine si offuscò subito, quando davanti un tizio mi bloccò la strada. Ero in una stradina stretta, non sapevo che fare. L'uomo tirò fuori un coltello affilato. Il mio cuore iniziò a battere forte. Ancora una volta, davanti a me c'erano pensieri. Morirò? questa volta è certo? I miei amici? #24267# che numero è? E tanti altri. L'uomo mi disse qualcosa in una strana lingua. Non capii. Puntò il coltello verso di me e si avvicinò lentamente. Sotto il lampione quasi spento notai il viso di quell'uomo. L'avevo già visto. Ma quest'ultimo prese una rincorsa con il coltello puntato e il braccio teso verso di me. Successe tutto in un attimo. Non so cosa avevo fatto. Ma vidi l'uomo ferito con il suo stesso coltello fisso nel suo petto. L'avevo colpito? Non è possibile. L'uomo disteso a terra disse una cosa strana: "Tohu"e poi non disse più niente.Mi avvicinai per sapere se era ancora vivo, ma non fu così. L'avevo ucciso?. Presi il cellulare per controllare se avevo ricevuto messaggi. Ma non c'era niente. Solo l'orario che segnava le 22.41. Ero diventato un assassino...

    Edited by Blacker - 18/7/2012, 00:27
     
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  2. Mike McKillen
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    è davvero molto bella e coinvolgente, vorrei sapere se continua o si ferma qui.
     
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1 replies since 15/7/2012, 23:55   72 views
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