Nobody is like me

hum... spero che vi piaccia ^_^

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  1. Cami_war
     
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    1_ Buone azioni

    Un’alta figura incappucciata sbucò da un vicolo e si guardò intorno ansiosamente. Poi, notando che era solo, si rilassò un poco e si appoggiò contro una delle pareti.
    Finalmente era riuscito a seminarli. Quando avrebbero smesso di dargli la caccia? La risposta era piuttosto ovvia. L’avrebbero lasciato in pace solo se fosse morto. O se fosse tornato da loro in ginocchio. Ma avrebbe preferito morire piuttosto che tornare con loro.
    Con un gesto secco si tolse dalla spalla un appuntito cristallo violetto.- Ugh!- lo gettò a terra e questo si piantò nella neve macchiandola di sangue. Neve! Dove era finito? Cosa importava… tanto non aveva un posto dove tornare. Non c’era posto per quelli come lui. Ne da una parte ne dall’altra.
    Sorrise mestamente e si tolse il cappuccio per potersi guardare meglio in giro. I suoi capelli lo facevano spiccare come un rubino nella farina.
    Si mise a camminare per i vicoli, i nervi a fior di pelle, attento a ogni minimo movimento.
    Si sentiva come un animale braccato.
    Un urlo proveniente da un vicolo li vicino colpì i suoi sensi come una spranga di ferro, facendolo sobbalzare. Istintivamente si mise a correre verso il punto da cui era venuto l’urlo. In pochi secondi era sul posto.
    A terra, nella neve, c’era una donna, circondata da una schiera di esseri neri con lunghi artigli affilati.
    Axel si bloccò.
    Cosa doveva fare?
    Stare a guardare o intervenire, dando l’ennesima prova di essere sbagliato?
    “Al diavolo!” pensò.
    Si gettò in mezzo a quella brulicante massa nera e innalzò un muro di fuoco tra gli esseri e loro. Gli Heartless si ritirarono, spaventati da tutta quella luce e quel calore.
    Axel si voltò verso la donna e si accorse che non era sola, ma che insieme a lei c’erano anche un bambino e una bambina, e che lei teneva in braccio un neonato.
    “Magnifico! Una buona azione formato famiglia….”
    La donna guardava il neonato e piangeva convulsamente:
    - Il mio bambino! Ti prego apri gli occhi!
    Il Nobody guardò il neonato e si accorse che era bianco come il marmo e non si muoveva. Però riusciva a sentire il suo piccolo cuore battere debolmente.
    È incredibile quanto sia facile individuare negli altri qualcosa che ci manca…
    - Per favore… lo dia un attimo a me.
    Aveva fatto trenta, poteva fare trentuno.
    Prese in braccio il bambino e cercò di passargli un po’ di calore. Le sue guance tornarono rosee e Axel si ritrovò a fissare due grandi occhi blu elettrico che lo scrutavano con curiosità.
    “Sei strano” diceva la sua espressione “però sei caldo… quindi potresti anche starmi simpatico”
    Lo ripassò alla madre che tenendo stretti a se i suoi figli gli chiese:
    - Chi sei?
    Cosa poteva rispondere? Un traditore? Un mostro? Un assassino? Optò per la verità più semplice:
    -Nessuno
    Qualche fiocco di neve cominciò a volteggiare. Axel guardò il cielo. Non c’era una nuvola nemmeno a pagarla oro.
    Si allontanò in fretta dalla donna e fece per aprire un varco, quando sei lance si piantarono intorno a lui impedendogli la fuga.
    Xaldin gli si mise davanti con in volto un ghigno che solo chi non ha sentimenti può fare.
    - Così non va Axel… ti sei fatto prendere di sorpresa!
    Axel lo fulminò con lo sguardo e rispose:
    - Non esattamente… la tua puzza si sente a chilometri di distanza. Esci fuori “regina dei ghiacci”.
    Vexen uscì irritato dall’ombra:
    - Fai poco lo spiritoso Axel… sei fortunato che Xemnas ti voglia vivo. O forse non sei così tanto fortunato dopo tutto. Noi avremmo anche potuto darti una morte rapida e indolore... ma sai bene che questo non è nello stile di Xemnas.
    Axel impugnò le sue armi:
    - Pensate davvero che sei stuzzicadenti e un po’ di nevischio possano fermarmi?
    La neve attorno ai suoi piedi si sciolse e alte fiamme si levarono dal suo corpo.
    Xaldin fece un gesto vago e le lance cominciarono a ruotare a una velocità spaventosa, diventando quasi invisibili alla vista.
    - Ma che… cough!
    Le fiamme calarono fino a spegnersi e Axel cadde in ginocchio con le mani alla gola.
    Vexen con un ghigno commentò:
    - Niente ossigeno, niente fiamme
    - E niente respiro. – aggiunse Xaldin
    Axel non riusciva a respirare, i suoi polmoni assetati di ossigeno si contraevano a vuoto e il suo petto si muoveva convulsamente. “ARIA!” urlava ogni cellula del suo corpo.
    Vexen e Xaldin si godevano lo spettacolo.
    La vista e i pensieri gli si stavano annebbiando. Alla fine Axel non riuscì più a resistere, e, perdendo conoscenza, cadde riverso al suolo.
    Le lance si fermarono:
    - Qualche secondo in più, e ce ne saremmo liberati per sempre.
    - Pazienta, Xaldin, pazienta. Il suo momento verrà presto… su. Portiamolo via.
    Si avvicinarono lentamente al corpo svenuto.

    TO BE CONTINUED

    Com’è?? Vi piace?? A me personalmente si XD
    Scrivendo il pezzo in cui Axel soffoca ho praticamente smesso di respirare anche io O.O’’
    Comunque… sto già scrivendo il secondo capitolo. Ma lo pubblico solo se vi piace questo.
     
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  2. Reno91
     
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    Wow! E' molto avvincente e scritta bene. Compliments^^
    :riot: Vexen
     
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  3. °•.°•. Dotsi Matsu-Chan .•°.•°
     
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    Bella °°
    Continuala o ti strangolo! ><
     
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  4. Cami_war
     
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    agli ordini O.O''
    ma ti prego... non mi uccidere XD altrimenti come faccio a continuare?
     
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  5. .:IAlexanderI:.
     
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    E' moooooolto bella!
    Continuala!
     
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  6. Cami_war
     
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    2_ lui è mio
    Axel si svegliò lentamente e faticosamente. Le sue orecchie ronzavano; si sentiva come se avesse la testa in una boccia piena di mosche.
    Decidendo di tenere gli occhi chiusi, fece uno sforzo immane per ricordare cosa fosse successo. La realtà lo colpì come uno schiaffo. Fece istintivamente un profondo respiro; non era mai stato così contento di poterlo fare.
    Quindi lo avevano catturato… Xemnas lo avrebbe torturato. Non tanto perché vederlo soffrire gli potesse procurare piacere; ma semplicemente perché secondo lui sarebbe stato logico farlo. Doveva riuscire a fuggire… la sua ricerca non era ancora finita!
    Azzardò un leggero movimento e si accorse con stupore di non essere legato. E, mentre il suo corpo recuperava sensibilità, si rese anche conto che sotto di lui c’era un materasso. C’era qualcosa di sbagliato. All’improvviso si sentì molto osservato.
    Aprì lentamente gli occhi e girò la testa di lato. Sei paia di occhi lo stavano fissando con apprensione.
    Sicuramente non era quello che si era aspettato di vedere aprendo gli occhi. In che razza di situazione si era infilato? Si mise seduto.
    La giovane donna gli sorrise:
    - Meno male! Cominciavo a pensare che non ti saresti più svegliato!
    Gli si avvicinò e gli tese una mano:
    - Il mio nome è Michelle. Ti ringrazio di aver salvato me e i miei figli da quei mostri ieri sera.
    - Axel.
    Guardò stranito la mano che gli veniva offerta e la strinse.
    Era la prima volta che qualcuno si dimostrava così amichevole con lui.
    Solitamente, chi gli si trovava così vicino, o voleva ucciderlo, o stava per esserlo.
    Quella stretta di mano invece gli procurò una sottile sensazione di calore. Un calore diverso da quello del fuoco, che lui conosceva così bene.


    Qualcosa su un tetto a qualche casa di distanza gettò un muto urlo di dolore misto a rabbia.


    - Ve lo siete lasciato scappare…
    Se avesse potuto, probabilmente Xemnas sarebbe stato furioso.
    - Spiegatemi il perché…
    Vexen guardò Xaldin, poi cominciò a spiegare:
    - Stavamo per prenderlo, quando una donna e i suoi tre figli si sono messi in mezzo.
    - Mi stai dicendo che vi siete fatti fermare da una donna e tre bambini?
    Fu Xaldin questa volta a parlare:
    - No capo, ma quando gli abbiamo intimato di levarsi di mezzo, ci siamo accorti che erano completamente immobili.
    - Come se il tempo si fosse fermato… poi all’improvviso ci si è parato davanti uno strano essere.
    Xemnas lo interruppe:
    - Cosa intendi per strano essere?
    Vexen ci pensò un attimo e poi rispose:
    - A prima vista poteva sembrare un heartless ma, se lo era, non era sicuramente un Heartless come gli altri. – fece una piccola pausa come per riuscire a trovare le parole e poi continuò: - gli Heartless sono fatti di puro istinto giusto? Quello invece aveva come un barlume di ragione…
    Xemnas parve quasi sorpreso:
    - Un Heartless con una ragione?
    Xaldin rispose:
    - Esatto capo. Ci ha guardato con quei suoi occhi gialli e ha detto: “LUI È MIO”.
    - Ha parlato?
    Vexen si affrettò a spiegare:
    - Non proprio parlato… credo che fosse una sorta di telepatia. Dopo di che ha creato una barriera di oscurità tra noi e loro. È per questo che non siamo riusciti a prendere Axel.
    Xemnas riflettè un attimo, poi ordinò:
    - Voglio che scopriate chi sia questo strano Heartless. Ma soprattutto voglio sapere perché abbia protetto quel traditore.
    Vexen e Xaldin si scambiarono una fugace occhiata. Xemnas la notò è chiese:
    - C’è forse dell’altro?
    Fu Xaldin a rispondere:
    - Non lo stava proteggendo, capo.
    - No?
    - Il suo tono sembrava intendere che Axel fosse suo nel vero senso della parola. Come se gli appartenesse, e solo lui potesse decidere del suo destino. Credo che la sorte di Axel non sia cambiata, non in meglio comunque.
    Xemnas annui:
    - Ora andate, e cercate di scoprire quello che vi ho chiesto. Gli altri continueranno la caccia.
    Sparirono.


    - Sono spariti?
    Axel era sorpreso.
    Conosceva fin troppo bene quei due, e non erano sicuramente tipi da fermarsi davanti a una donna e tre bambini.
    Doveva essere successo qualcosa che Michelle non era riuscita a vedere.
    - Si si! Un attimo prima erano li , un attimo dopo non c’erano più.
    - Capisco.- disse anche se non era vero. Non ci capiva un fico secco.
    Ma sapeva una cosa. Sarebbero tornati… doveva andarsene prima di causare problemi.
    - Grazie di tutto… ma ora devo proprio andare. – sorrise – pensa a cosa direbbe tuo marito se mi vedesse a zonzo per casa.
    Lo sguardo di Michelle si rabbuiò un attimo ma la sua espressione tornò subito risoluta:
    - Mio marito è sparito qualche mese fa… ma sono sicura che tornerà presto!
    - Lo farà sicuramente.
    Axel stava per aprire un varco quando la bambina gli si avvicinò e gli chiese:
    - Perché non ti asciughi quelle lacrime?
    Lui rimase un attimo interdetto, ma poi rispose:
    - Quando sarò riuscito a trovare ciò che cerco lo farò sicuramente… addio.
    Michelle rispose:
    - Arrivederci Axel…
    Sparendo nell’oscurità Axel ripeté:
    - Arrivederci.


    Rabbia, dolore, paura. Questo era quello che provava la creatura in quel momento. Ma quel piccolo barlume di ragione gli diceva di aspettare. Quelle quattro persone intorno alla SUA preda emanavano troppa luce, e lui odiava la luce. Avrebbe dovuto aspettare ancora un po’, ma la situazione si sarebbe risolta. Non avrebbe più dovuto soffrire per causa sua.


    TO BE CONTINUED


    ecco a voi il secondo capitolo ^^
    hum... che dire... spero chi vi piaccia.
    :sese: direi che questo potrebbe salvarmi dal venire strozzata XD
     
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  7. Reno91
     
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    Billo billo *.*
    Seguito plis^^
     
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  8. Nitrogooch
     
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    bellissima mi piace sta storia su axel!! molto avvincente sisisi :D
    continua mi raccomando!
    (reno tu non mi vieni a visitare nella mia fic? e nemmeno tu cami ?? :( skerzo XD
     
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  9. Cami_war
     
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    3_ eterno tramonto
    Un’ombra scivolava furtiva per i vicoli rischiarati dalla luce del tramonto, ogni tanto si fermava e si guardava intorno, come per ritrovare una pista.
    A ogni passo la sua rabbia cresceva sempre di più. Era vicino!

    Axel sedeva penzoloni in cima alla torre della stazione, riflettendo sugli avvenimenti degli ultimi giorni.
    Tornò con la mente a quella strana famiglia.
    Michelle… che giorno dopo giorno aspettava fiduciosa il ritorno del suo compagno scomparso.
    Sentì una fitta di dolore nel punto in cui ci sarebbe dovuto essere il suo cuore. Forse, da qualche parte, qualcuno stava aspettando il suo di ritorno…
    Ma chi?
    E dove?
    Per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare nulla della sua vita precedente.
    Si alzò e si stirò sbadigliando. Gli sembrava di non dormire da anni.
    “Mi sto proprio rammollendo… ed è tutta colpa tua sai?”
    Guardò fisso l’eterno tramonto di Twilight town: “Dove accidenti sei finito?”
    Quando lo aveva incontrato per la prima volta, qualcosa in lui aveva cominciato a non funzionare.
    All’improvviso si sentì tremendamente a disagio.
    Abbassò di scatto lo sguardo verso la piazza sottostante. Un’alta figura nera stava immobile nel suo centro.
    I suoi occhi si incontrarono con quelli gialli della creatura e una sensazione di gelo corse lungo la sua colonna vertebrale.
    “Ti ho trovato…” disse una voce dentro la sua testa.
    - Che cosa diavolo sei?
    “CHI sono vorrai dire… tu sei un COSA io sono un CHI.” La sua voce mentale era affannosa, come se il pensare le costasse uno sforzo immane. Dopo una breve pausa continuò: “Ma tra poco tu non sarai più nulla”.
    Un altro che lo voleva morto… “Fantastico!” pensò.
    Ma lui non poteva morire… non ancora.
    “Axel!” un’altra voce.
    - ROXAS?!? – Si guardò intorno. Non poteva essersi sbagliato… ma lui dov’era?
    “Axel scappa!”
    L’heartless spiccò un salto atterrando davanti a lui, ma non cercò di fermarlo.
    “Ti troverò… non puoi sfuggirmi”
    Mentre spariva, Axel si accorse che la creatura perdeva sangue da uno squarcio nel petto.

    Di nuovo neve… di nuovo freddo… di nuovo qui.

    Axel si trascinò fino al muro della casa di Michelle e vi si appoggiò, scivolando fino a sedersi.
    Per un attimo aveva pensato di avere un posto dove tornare.
    Si tirò su il cappuccio e appoggiò la testa alle braccia sulle ginocchia. La sua mente era in subbuglio. Non bastava avere l’organizzazione perennemente alle calcagna; ci voleva pure quello strano mostro. Si guardò stancamente intorno, nella notte era tutto tranquillo… lentamente si addormentò confortato dalla vicinanza di quel luogo in cui, anche se per meno di un’ora, si era sentito al sicuro.
    “Ovunque siate, chiunque siate,qualunque sia il vostro nome… aspettatemi, vi prego. Vi prometto che tornerò un giorno.”

    Xemnas nel suo studio sfogliava un grande libro che portava la firma di Ansem il saggio. Si era fatto un’idea di cosa potesse essere successo. Le cose avevano cominciato a prendere una strana piega.

    Axel si agitò nel sonno
    “La tua speranza mi ferisce… la tua gioia mi provoca rabbia… il tuo stesso dolore mi uccide lentamente…”
    “Axel! Scappa!”
    “Torna a casa… ti prego…”
    Si svegliò di soprassalto, il sole stava sorgendo, tingendo di rosa la neve candida. Nella testa ancora qualche sussurro indistinto.
    Si alzò. Doveva continuare la ricerca.
    Ci mancava giusto che la sua testa si trasformasse in una ricetrasmittente.



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    ecco il terzo capitolo... che faticaaaaa
     
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  10. Nitrogooch
     
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    billu XD
     
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  11. Reno91
     
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    Billissimu, compliments ^^
     
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  12. L-Yasha-Shaman Slayer
     
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    bella complimenti! continuala!!
     
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  13. xageln23
     
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    semplicemente meraviglioso :What?: Sembra quasi tratto da un libro tanto è bello il modo in cui esponi la trama..
    SPOILER (click to view)
    Ma te le scrivi de professione le fiction? :What?:
     
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  14. Nitrogooch
     
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    l'ho vista su manga.it sta fic perchè non ne pubblichi un cap al gg invece di farci skiattare?!?!
     
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  15. Cami_war
     
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    okokokok scusaaate ^_^ da oggi la pubblico tutti i giorni XD
    cmq... scrivere è la mia passione per eccellenza!

    4_ heart of darkness
    World that never was, studio di Xemnas.
    Il capo dell’organizzazione tredici stava ritto alla finestra osservando il suo Kingdom Hearts.
    Andava tutto secondo i piani… certo, c’erano state delle perdite, ma dei sacrifici erano più che necessari per la realizzazione del suo grande progetto.
    Gli unici elementi che ancora sfuggivano al suo controllo erano il custode del Keyblade e quel traditore di Axel.
    Ma anche quello non era un problema…
    Sora non sarebbe mai riuscito ad arrivare nel mondo dei Nobody, e Axel in quel momento era una minaccia soprattutto per se stesso.
    A proposito…
    Sempre guardando fisso fuori dalla finestra disse:
    - Davvero sorprendente… i casi sono due: o hai deciso di costituirti, o sei completamente impazzito.
    Axel dall’altro capo della stanza rispose:
    - Ci sei arrivato vicino con la seconda. Non fare tanto lo spaccone… avrei anche potuto ucciderti alle spalle. Sono diventato maledettamente bravo in queste cose… l’avrò fatto decine di volte per tuo ordine.
    Xemnas non si voltò:
    - Però non mi hai ucciso…
    Axel strinse i pugni:
    - E voglio sapere il perché
    Il suo ex-capo sospirò teatralmente e si girò assumendo un espressione di falsa comprensione:
    - Povero povero Axel… la nostra spia, il nostro freddo assassino – scosse la testa – e all’improvviso diventa sensibile. Non è un peccato? La nostra bambola assassina si è rotta.
    Axel lo fulminò con lo sguardo ma, ignorandolo, Xemnas continuò:
    - Sai… era veramente uno spettacolo unico vederti uccidere qualcuno. L’espressione impassibile e le lacrime tatuate… quasi agli occhi dispiacesse ciò che il corpo stesse facendo. Ardente come il fuoco, freddo come il ghiaccio.
    Axel sbottò:
    - Dacci un taglio! Visto che hai tanta voglia di parlare… dimmi quello che sai!
    - Speri forse che il saperlo ti riporti indietro?
    - Non voglio tornare indietro
    Xemnas fece un ghigno:
    - Ebbene, vuoi sapere chi è l’heartless che ti da la caccia? Sei tu… è il tuo heartless. Se lo uccidi, il tuo cuore tornerà nel Kingdom Hearts, ma, se non lo fai, sarà lui a uccidere te.
    Axel scosse la testa confuso:
    - Ma perché dovrebbe volermi uccidere? Non ho nulla che lui potrebbe volere!
    - Anche io ci ho messo un po’… ma alla fine ho capito. Tu non hai nulla che gli serva, ma gli stai prendendo qualcosa che gli appartiene, e questo lo fa soffrire, psicologicamente e fisicamente.
    - Cosa intendi dire?
    Xemnas finse una risata:
    - Davvero non capisci? I suoi sentimenti Axel! Ogni volta che tu provi qualcosa: rabbia, dolore, speranza, gioia… tu lo ferisci. E lui lo ha capito… perché nello stesso istante in cui tu hai iniziato a provare sentimenti lui ha iniziato a pensare. Certo, la sua ragione è quasi completamente assoggettata all’istinto. Ma sa che uccidendoti finirebbe di soffrire.
    La sua espressione si fece impassibile:
    - Scegli, vuoi morire per mano mia, o per mano tua?
    Axel fece un sorrisetto:
    - Credo che sceglierò di non morire affatto.
    - Pensi davvero che ti lascerò andare via?
    Il suo sorriso si fece un ghigno:
    - Io credo che lo farai… sai, non sono mai andato pazzo per i libri. Ma credo che il tuo studio potrebbe diventare molto più interessante con qualche fiamma qua e la.
    Così dicendo sparì.
    Xemnas guardando fisso il punto in cui un attimo prima si trovava Axel:
    - Tanto morirai in un modo o nell’altro.


    Ora c’erano due cacciatori e due prede.


    Axel era immobile nella piazza della stazione, la luce del tramonto rendeva i suoi capelli di un rosso ancora più vivo. L’aria stessa sembrava in attesa.
    La calma prima della tempesta
    - Forza… ti sto aspettando.
    “ Non ti farò attendere a lungo”


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    scusate ancora XD
     
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33 replies since 9/1/2007, 16:08   186 views
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