Kingdom Hearts - Generazione X

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  1. Mike McKillen
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    Salve a tutti. Questa è la mia prima Fan Fiction e sono felice di condividerla con voi. Spero vi piaccia :)

    Capitolo 1

    L’inizio di una grande avventura

    Il ragazzo di cui vi racconterò la storia si chiama Mike. Mike McKillen. Aveva sedici anni e la sua vita era normale come quella di un qualsiasi sedicenne. Amava uscire con i suoi amici, soprattutto con Duke Foster, Paul Center e Bella Indian, i suoi migliori amici da lunghissimo tempo, e con Betty Crystal, la sua ragazza. Giocava a calcio, praticava judo e inoltre si allenava nell’uso del Bo, il bastone ninja giapponese, e svolgeva queste attività con almeno uno dei suoi quattro amici. Era un ragazzo timido e tranquillo, che non si faceva dei nemici e che detestava arrivare alle mani, ma quando accadeva ed era davvero arrabbiato, sapeva essere letale. Insomma, era un ragazzo come ce ne sono tanti. Ma allora, vi starete chiedendo, perché vi raccontiamo la sua storia? Perché un giorno, senza che né lui né i suoi amici se ne rendessero conto, si ritrovarono ad affrontare una serie ininterrotta di pericoli e difficoltà. Avventure che il giovane Mike aveva spesso sognato di affrontare, ma quando ci si trovò dentro fino al collo, detestò il giorno in cui aveva desiderato provarle sulla propria pelle.

    Quel giorno Mike stava tranquillamente passeggiando con Betty per le vie della città di Crepuscopoli, luogo ove era nato e dove aveva vissuto fino ad allora. I due si guardavano teneramente negli occhi e ogni tanto si scambiavano un bacetto, non immaginando neanche lontanamente che erano inseguiti a breve distanza da Duke, Paul e Bella che sghignazzavano e ridacchiavano alle loro spalle. Evidentemente trovavano lo spiare le uscite romantiche di Mike e Betty estremamente divertente, perché lo facevano già da tempo. Quando Mike, una settimana prima, li aveva scoperti, era diventato una furia e i poveri Paul e Bella si fecero piccoli per la paura, mentre Duke rimaneva tranquillo a osservare il suo amico. Solo Duke non temeva Mike, perché lo conosceva da molto più tempo degli altri due e sapeva bene che l’amico era come un fuoco di paglia: si sarebbe sfogato un po’, avrebbe tenuto loro il broncio per due o tre giorni e poi sarebbe tornato simpatico, amichevole e scherzoso come al solito. Mike e Betty continuavano a passeggiare, e i loro amici a seguirli. Nel frattempo, a kilometri e kilometri di distanza, addirittura da un altro Mondo, qualcuno li osservava dalla cima di una torre altissima. Questo “qualcuno” conosceva bene Mike e Betty, e anche i loro tre amici, mentre loro ne ignoravano il nome e perfino l’esistenza.
    -Hector!- chiamò l’uomo ad alta voce.
    Dopo pochi secondi una mano si insinuò nella fessura della porta che separava le due stanze e rispose all’appello:-Sì, Maestro?-
    -Osserva questi ologrammi. Vai in missione a Crepuscopoli e portami i soggetti-.
    -Certo, Maestro- rispose Hector rispettoso, uscendo dalla stanza.
    Una volta rimasto solo nella stanza, l’uomo prese in mano una fotografia ingiallita e sbiadita dal tempo e sospirò:-Non c’è altra soluzione, Maestro...-
    Nel frattempo, Hector, uscito all’aria aperta, prese un piccolo contenitore, grande quanto un dito, con sopra disegnato un piccolo “16”, schiacciò il tasto sopra di esso, e lo lasciò cadere a terra. Con un leggero “POOF” e una nuvola di vapore rosa, apparve una specie di aereo arancione e nero. Hector sorrise guardandolo e sussurrò:-Ciao, Striker Delta... mi mancavi...- la quantità di armamenti dell’aereo era incredibile. Missili, cannoncini e così via. Hector aprì un portellone quasi invisibile a un’occhiata anche attenta e salì a bordo dell’aereo. Ma evidentemente quello non era un aereo, perché quando Hector lo puntò con il muso verso l’alto, e gridò:-Rotta per Crepuscopoli!-, il veicolo non si limitò ad alzarsi per aria: cominciò a vibrare intensamente, poi si staccò da terra come un Harrier e scomparve nel nulla.

    Intanto, in un’ignara Crepuscopoli, Mike e Betty erano arrivati in Piazza della Stazione. Decisero di comune accordo di salire sulla Torre e di osservare insieme l’interminabile tramonto che regna nella città. Quello era uno dei posti preferiti dai due, perché lì potevano rimanere insieme anche per ore senza essere disturbati da nessuno, godendosi un bellissimo panorama e, soprattutto, senza essere spiati dai tre rompiscatole. Quando iniziarono a salire le scale, i due udirono un fruscio di passi leggeri, e pensarono che Duke, Paul o Bella, o magari tutti e tre, li stessero seguendo. Sicché tornarono indietro e Mike fu di nuovo sul punto di arrabbiarsi seriamente:-Ok, ragazzi, ora la fate finita o ‘sta volta sono davvero cavoli vostri!-. Ma quando, invece dei suoi amici, si trovò di fronte un tipo incappucciato vestito di nero dalla testa ai piedi, Mike si preoccupò seriamente. Come tutti a Crepuscopoli, Mike conosceva benissimo le antiche leggende avvenute all’incirca un secolo prima, anche se ormai nessuno, nemmeno gli anziani della città, ricordavano se le storie fossero avvenute per davvero o no. L’unico dato certo era che Sora, uno degli eroi del Keyblade, un’arma leggendaria a forma di chiave gigante, era passato per quella città, e aveva sconfitto i tredici membri di una società segreta denominata “Organizzazione XIII”. Temendo quindi che si trovasse di fronte a uno dei membri della famigerata Organizzazione, Mike spostò Betty dietro di sé proteggendola e si mise in posizione per sfidare l’incappucciato, anche se sapeva bene di non avere alcuna possibilità senza un’arma, dal momento che il membri dell’Organizzazione XIII possedevano tutti armi letali e terribili. L’incappucciato rise guardando Mike, una risata simile a un latrato, per lui era meno di uno scarafaggio da schiacciare con un piede, ma commise un grosso errore, un errore che chiunque sia minimamente versato nelle arti marziali evita sempre di commettere: aveva sottovalutato il suo avversario. Mike, infatti, si era lanciato come un fulmine sull’incappucciato, sferrandogli un calcio al volto e atterrandolo. In questo modo all’incappucciato volò via il cappuccio, e mostrò un volto di cui Mike non aveva mai sentito parlare. Un volto ricoperto da cicatrici, tagli e abrasioni. Dalla bocca dell’uomo usciva un rivolo di sangue molto scuro. Per quanto ne sapeva Mike, l’unico membro dell’Organizzazione ad avere una faccia così martoriata dalle cicatrici era Xigbar, il numero II. Ciononostante, l’avversario di Mike aveva entrambi gli occhi scoperti, non come il numero II, che aveva una benda sull’occhio destro. Mike dunque rimase interdetto e quell’attimo di distrazione bastò all’uomo in nero per rialzarsi ed evocare la sua arma: un gigantesco martello che l’uomo impugnava a due mani. L’uomo si asciugò il sangue con un rapido gesto della mano e mollò ancor più rapidamente un fendente micidiale che mancò Mike di pochi centimetri. Se Mike non fosse stato pronto di riflessi, quella mazzata l’avrebbe mandato dritto all’altro mondo. Intanto Betty era corsa a casa di Mike, per fortuna non troppo lontana, e aveva recuperato dalla sua camera il fidato Bo del suo ragazzo, e corse subito indietro per portarglielo. Mike non se la passava affatto bene: l’uomo riusciva a colpirlo anche con le gambe, e così ora il ragazzo si trovava con i jeans strappati e le gambe coperte di lividi e tagli. -Mi hai strappato i jeans, maledetto! Erano i miei preferiti!- e si avventò nuovamente sull’uomo per cercare di strappargli di mano quel dannato martellone. Finalmente:-SI’!- gridò Mike. Era riuscito a togliere di mano all’uomo in nero il martellone, ma subito dopo si schiantò a terra: quel martello era così dannatamente pesante che Mike non sarebbe riuscito a sollevarlo nemmeno con altri due anni di allenamento. -Non importa se non riesco a sollevare il tuo martello!- urlò Mike, convinto di avere la vittoria in pugno.-Sei senza arma, e io ti impedirò in tutti i modi di riprenderla... in mano...- Mike perse tutto d’un tratto il suo tono trionfale, perché l’uomo, gridando:-SI CHIAMA CLAYMORE!- lo evocò nuovamente, se lo ritrovò fra le mani e si avventò su Mike con nuovo vigore. Betty comparve dal vicolo e gridò:-Mike!- e gli lanciò il Bo. -Ok,-disse Mike, in tono sicuro- ora ci divertiamo-. E cominciò a roteare il Bo con una sola mano, correndo verso l’avversario. Solo che l’uomo sembrava aver perso per lui ogni interesse. Si era girato verso Betty nel momento in cui aveva gridato e urlò:-COME OSI! ORA ME LA PAGHI!-. E si avventò contro di lei. -OH, NO, NON HAI CAPITO NIENTE! BETTY NO, BASTARDO!- Mike non poteva permettere che l’uomo in nero facesse del male alla cosa più cara che lui avesse al mondo, quindi si slanciò in avanti per proteggerla. L’uomo tentò di colpirla con il Claymore, ma Mike, furioso e preoccupato, si frappose fra la mazzata del martellone e la sua ragazza. Dopo un dolore terribile allo stomaco, Mike cadde a terra e non si mosse più. Duke, Paul e Bella si erano fermati al bar dell’angolo, quindi non avevano seguito la scena per intero, ma arrivarono appena in tempo per vedere Mike che crollava al suolo. I quattro gridarono all’unisono:-NOOO!-. Duke corse avanti, raccolse il Bo di Mike e mollò una quantità incredibile di fendenti sull’uomo in nero, il quale non accusò minimamente i colpi. Più che comprensibile, considerato che Mike si allenava con quel bastone ogni giorno da tre anni a quella parte, e Duke invece lo impugnava per la prima volta in vita sua, e va anche tenuto conto che il Bo di Mike era più pesante dei normali Bo. L’uomo in nero lo afferrò per i capelli ricci e lo sollevò a qualche centimetro da terra. Duke decise allora di ricorrere all’arma segreta che non aveva mai usato in vita sua: lasciò partire un calcio rapidissimo all’inguine dell’uomo, il quale lo lasciò andare, ululando di dolore e accartocciandosi a terra. In quell’attimo, comparve un certo aereo arancione e nero, e un uomo biondo, da dentro, gridò:-Forza, salite tutti a bordo! Fidatevi, sono un amico!-. Non molto rassicurati, Paul, Bella, Duke e Betty, i quali avevano preso Mike uno per le gambe e l’altra per le spalle, salirono a bordo. La prima cosa che notarono fu che l’aereo dall’interno era molto più spazioso di quanto non apparisse dall’esterno. Betty era molto preoccupata e afflitta. Accarezzava la testa di Mike, implorando il Cielo che non fosse accaduto il peggio, mentre Duke cercava di trovargli il polso:-Cavolo! Non respira e il cuore non batte!-. Grosse lacrime cominciarono ad uscire dagli occhi delle due ragazze, e Paul nel frattempo si sfregava le nocche dalla preoccupazione talmente forte che sembrava che se le dovesse spellare. Duke però non si perse d’animo e cominciò ad effettuare un massaggio cardiaco all’amico, e dopo un minuto o due...:-BATTE! SANTO CIELO, IL CUORE HA RIPRESO A BATTERE!-. Betty, intuita la situazione, praticò a Mike la respirazione bocca a bocca, e dopo un po’ il ragazzo riprese a respirare e riprese colore. L’uomo alla guida dell’aereo prese Mike fra le braccia e lo portò in una stanza da letto, dove lo mise sotto le coperte. Betty lo seguì e rimase affianco a Mike per tutta la notte. Intanto i tre ragazzi discutevano animatamente con l’uomo, che scoprirono chiamarsi Hector:-Scusate se non sono potuto arrivare subito,-disse, dopo aver inserito il pilota automatico- ma il viaggio intramondo richiede un po’ di tempo. Il vostro amico-e accennò con la testa alla porta dove Mike riposava e Betty lo osservava- se l’è cavata davvero per il rotto della cuffia-. -Oh, non si preoccupi. -rispose Paul, ancora sbalordito.- Se non fosse arrivato lei, non so cosa sarebbe potuto accadere a Mike-. -Ehi, non darmi del lei, mi fa sentire vecchio... ho solo 32 anni-. Ci fu un attimo di silenzio, poi i quattro si lasciarono andare a una risata liberatoria che sciolse la tensione. La maniglia della porta si abbassò e Betty uscì con un’espressione più rilassata di quando vi era entrata:-Sta riposando. Ora lasciamolo dormire-. Questo fu il suo commento. Per il resto del viaggio non parlò più, si limitò a guardare dall’oblò della Gummiship - così si chiamava quello strano aereo - e, se interpellata, rispondeva sì o no con la testa, ma non parlò più. Intanto lo Striker Delta arrivò nei pressi di un Mondo e Hector consigliò:-Allacciate le cinture, ci sarà un po’ di turbolenza. Siamo quasi arrivati-. Betty si alzò e disse:-Vado a controllare se Mike sta meglio-. E se ne andò. Intanto Hector stava atterrando dolcemente per evitare che Mike subisse ulteriori danni. Ma dopotutto, il suo Maestro avrebbe potuto curarlo subito, visto che era un mago molto potente.

    Edited by Mike McKillen - 7/7/2013, 12:20
     
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