Kingdom Hearts - Generazione X

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  1. Mike McKillen
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    Salve a tutti. Questa è la mia prima Fan Fiction e sono felice di condividerla con voi. Spero vi piaccia :)

    Capitolo 1

    L’inizio di una grande avventura

    Il ragazzo di cui vi racconterò la storia si chiama Mike. Mike McKillen. Aveva sedici anni e la sua vita era normale come quella di un qualsiasi sedicenne. Amava uscire con i suoi amici, soprattutto con Duke Foster, Paul Center e Bella Indian, i suoi migliori amici da lunghissimo tempo, e con Betty Crystal, la sua ragazza. Giocava a calcio, praticava judo e inoltre si allenava nell’uso del Bo, il bastone ninja giapponese, e svolgeva queste attività con almeno uno dei suoi quattro amici. Era un ragazzo timido e tranquillo, che non si faceva dei nemici e che detestava arrivare alle mani, ma quando accadeva ed era davvero arrabbiato, sapeva essere letale. Insomma, era un ragazzo come ce ne sono tanti. Ma allora, vi starete chiedendo, perché vi raccontiamo la sua storia? Perché un giorno, senza che né lui né i suoi amici se ne rendessero conto, si ritrovarono ad affrontare una serie ininterrotta di pericoli e difficoltà. Avventure che il giovane Mike aveva spesso sognato di affrontare, ma quando ci si trovò dentro fino al collo, detestò il giorno in cui aveva desiderato provarle sulla propria pelle.

    Quel giorno Mike stava tranquillamente passeggiando con Betty per le vie della città di Crepuscopoli, luogo ove era nato e dove aveva vissuto fino ad allora. I due si guardavano teneramente negli occhi e ogni tanto si scambiavano un bacetto, non immaginando neanche lontanamente che erano inseguiti a breve distanza da Duke, Paul e Bella che sghignazzavano e ridacchiavano alle loro spalle. Evidentemente trovavano lo spiare le uscite romantiche di Mike e Betty estremamente divertente, perché lo facevano già da tempo. Quando Mike, una settimana prima, li aveva scoperti, era diventato una furia e i poveri Paul e Bella si fecero piccoli per la paura, mentre Duke rimaneva tranquillo a osservare il suo amico. Solo Duke non temeva Mike, perché lo conosceva da molto più tempo degli altri due e sapeva bene che l’amico era come un fuoco di paglia: si sarebbe sfogato un po’, avrebbe tenuto loro il broncio per due o tre giorni e poi sarebbe tornato simpatico, amichevole e scherzoso come al solito. Mike e Betty continuavano a passeggiare, e i loro amici a seguirli. Nel frattempo, a kilometri e kilometri di distanza, addirittura da un altro Mondo, qualcuno li osservava dalla cima di una torre altissima. Questo “qualcuno” conosceva bene Mike e Betty, e anche i loro tre amici, mentre loro ne ignoravano il nome e perfino l’esistenza.
    -Hector!- chiamò l’uomo ad alta voce.
    Dopo pochi secondi una mano si insinuò nella fessura della porta che separava le due stanze e rispose all’appello:-Sì, Maestro?-
    -Osserva questi ologrammi. Vai in missione a Crepuscopoli e portami i soggetti-.
    -Certo, Maestro- rispose Hector rispettoso, uscendo dalla stanza.
    Una volta rimasto solo nella stanza, l’uomo prese in mano una fotografia ingiallita e sbiadita dal tempo e sospirò:-Non c’è altra soluzione, Maestro...-
    Nel frattempo, Hector, uscito all’aria aperta, prese un piccolo contenitore, grande quanto un dito, con sopra disegnato un piccolo “16”, schiacciò il tasto sopra di esso, e lo lasciò cadere a terra. Con un leggero “POOF” e una nuvola di vapore rosa, apparve una specie di aereo arancione e nero. Hector sorrise guardandolo e sussurrò:-Ciao, Striker Delta... mi mancavi...- la quantità di armamenti dell’aereo era incredibile. Missili, cannoncini e così via. Hector aprì un portellone quasi invisibile a un’occhiata anche attenta e salì a bordo dell’aereo. Ma evidentemente quello non era un aereo, perché quando Hector lo puntò con il muso verso l’alto, e gridò:-Rotta per Crepuscopoli!-, il veicolo non si limitò ad alzarsi per aria: cominciò a vibrare intensamente, poi si staccò da terra come un Harrier e scomparve nel nulla.

    Intanto, in un’ignara Crepuscopoli, Mike e Betty erano arrivati in Piazza della Stazione. Decisero di comune accordo di salire sulla Torre e di osservare insieme l’interminabile tramonto che regna nella città. Quello era uno dei posti preferiti dai due, perché lì potevano rimanere insieme anche per ore senza essere disturbati da nessuno, godendosi un bellissimo panorama e, soprattutto, senza essere spiati dai tre rompiscatole. Quando iniziarono a salire le scale, i due udirono un fruscio di passi leggeri, e pensarono che Duke, Paul o Bella, o magari tutti e tre, li stessero seguendo. Sicché tornarono indietro e Mike fu di nuovo sul punto di arrabbiarsi seriamente:-Ok, ragazzi, ora la fate finita o ‘sta volta sono davvero cavoli vostri!-. Ma quando, invece dei suoi amici, si trovò di fronte un tipo incappucciato vestito di nero dalla testa ai piedi, Mike si preoccupò seriamente. Come tutti a Crepuscopoli, Mike conosceva benissimo le antiche leggende avvenute all’incirca un secolo prima, anche se ormai nessuno, nemmeno gli anziani della città, ricordavano se le storie fossero avvenute per davvero o no. L’unico dato certo era che Sora, uno degli eroi del Keyblade, un’arma leggendaria a forma di chiave gigante, era passato per quella città, e aveva sconfitto i tredici membri di una società segreta denominata “Organizzazione XIII”. Temendo quindi che si trovasse di fronte a uno dei membri della famigerata Organizzazione, Mike spostò Betty dietro di sé proteggendola e si mise in posizione per sfidare l’incappucciato, anche se sapeva bene di non avere alcuna possibilità senza un’arma, dal momento che il membri dell’Organizzazione XIII possedevano tutti armi letali e terribili. L’incappucciato rise guardando Mike, una risata simile a un latrato, per lui era meno di uno scarafaggio da schiacciare con un piede, ma commise un grosso errore, un errore che chiunque sia minimamente versato nelle arti marziali evita sempre di commettere: aveva sottovalutato il suo avversario. Mike, infatti, si era lanciato come un fulmine sull’incappucciato, sferrandogli un calcio al volto e atterrandolo. In questo modo all’incappucciato volò via il cappuccio, e mostrò un volto di cui Mike non aveva mai sentito parlare. Un volto ricoperto da cicatrici, tagli e abrasioni. Dalla bocca dell’uomo usciva un rivolo di sangue molto scuro. Per quanto ne sapeva Mike, l’unico membro dell’Organizzazione ad avere una faccia così martoriata dalle cicatrici era Xigbar, il numero II. Ciononostante, l’avversario di Mike aveva entrambi gli occhi scoperti, non come il numero II, che aveva una benda sull’occhio destro. Mike dunque rimase interdetto e quell’attimo di distrazione bastò all’uomo in nero per rialzarsi ed evocare la sua arma: un gigantesco martello che l’uomo impugnava a due mani. L’uomo si asciugò il sangue con un rapido gesto della mano e mollò ancor più rapidamente un fendente micidiale che mancò Mike di pochi centimetri. Se Mike non fosse stato pronto di riflessi, quella mazzata l’avrebbe mandato dritto all’altro mondo. Intanto Betty era corsa a casa di Mike, per fortuna non troppo lontana, e aveva recuperato dalla sua camera il fidato Bo del suo ragazzo, e corse subito indietro per portarglielo. Mike non se la passava affatto bene: l’uomo riusciva a colpirlo anche con le gambe, e così ora il ragazzo si trovava con i jeans strappati e le gambe coperte di lividi e tagli. -Mi hai strappato i jeans, maledetto! Erano i miei preferiti!- e si avventò nuovamente sull’uomo per cercare di strappargli di mano quel dannato martellone. Finalmente:-SI’!- gridò Mike. Era riuscito a togliere di mano all’uomo in nero il martellone, ma subito dopo si schiantò a terra: quel martello era così dannatamente pesante che Mike non sarebbe riuscito a sollevarlo nemmeno con altri due anni di allenamento. -Non importa se non riesco a sollevare il tuo martello!- urlò Mike, convinto di avere la vittoria in pugno.-Sei senza arma, e io ti impedirò in tutti i modi di riprenderla... in mano...- Mike perse tutto d’un tratto il suo tono trionfale, perché l’uomo, gridando:-SI CHIAMA CLAYMORE!- lo evocò nuovamente, se lo ritrovò fra le mani e si avventò su Mike con nuovo vigore. Betty comparve dal vicolo e gridò:-Mike!- e gli lanciò il Bo. -Ok,-disse Mike, in tono sicuro- ora ci divertiamo-. E cominciò a roteare il Bo con una sola mano, correndo verso l’avversario. Solo che l’uomo sembrava aver perso per lui ogni interesse. Si era girato verso Betty nel momento in cui aveva gridato e urlò:-COME OSI! ORA ME LA PAGHI!-. E si avventò contro di lei. -OH, NO, NON HAI CAPITO NIENTE! BETTY NO, BASTARDO!- Mike non poteva permettere che l’uomo in nero facesse del male alla cosa più cara che lui avesse al mondo, quindi si slanciò in avanti per proteggerla. L’uomo tentò di colpirla con il Claymore, ma Mike, furioso e preoccupato, si frappose fra la mazzata del martellone e la sua ragazza. Dopo un dolore terribile allo stomaco, Mike cadde a terra e non si mosse più. Duke, Paul e Bella si erano fermati al bar dell’angolo, quindi non avevano seguito la scena per intero, ma arrivarono appena in tempo per vedere Mike che crollava al suolo. I quattro gridarono all’unisono:-NOOO!-. Duke corse avanti, raccolse il Bo di Mike e mollò una quantità incredibile di fendenti sull’uomo in nero, il quale non accusò minimamente i colpi. Più che comprensibile, considerato che Mike si allenava con quel bastone ogni giorno da tre anni a quella parte, e Duke invece lo impugnava per la prima volta in vita sua, e va anche tenuto conto che il Bo di Mike era più pesante dei normali Bo. L’uomo in nero lo afferrò per i capelli ricci e lo sollevò a qualche centimetro da terra. Duke decise allora di ricorrere all’arma segreta che non aveva mai usato in vita sua: lasciò partire un calcio rapidissimo all’inguine dell’uomo, il quale lo lasciò andare, ululando di dolore e accartocciandosi a terra. In quell’attimo, comparve un certo aereo arancione e nero, e un uomo biondo, da dentro, gridò:-Forza, salite tutti a bordo! Fidatevi, sono un amico!-. Non molto rassicurati, Paul, Bella, Duke e Betty, i quali avevano preso Mike uno per le gambe e l’altra per le spalle, salirono a bordo. La prima cosa che notarono fu che l’aereo dall’interno era molto più spazioso di quanto non apparisse dall’esterno. Betty era molto preoccupata e afflitta. Accarezzava la testa di Mike, implorando il Cielo che non fosse accaduto il peggio, mentre Duke cercava di trovargli il polso:-Cavolo! Non respira e il cuore non batte!-. Grosse lacrime cominciarono ad uscire dagli occhi delle due ragazze, e Paul nel frattempo si sfregava le nocche dalla preoccupazione talmente forte che sembrava che se le dovesse spellare. Duke però non si perse d’animo e cominciò ad effettuare un massaggio cardiaco all’amico, e dopo un minuto o due...:-BATTE! SANTO CIELO, IL CUORE HA RIPRESO A BATTERE!-. Betty, intuita la situazione, praticò a Mike la respirazione bocca a bocca, e dopo un po’ il ragazzo riprese a respirare e riprese colore. L’uomo alla guida dell’aereo prese Mike fra le braccia e lo portò in una stanza da letto, dove lo mise sotto le coperte. Betty lo seguì e rimase affianco a Mike per tutta la notte. Intanto i tre ragazzi discutevano animatamente con l’uomo, che scoprirono chiamarsi Hector:-Scusate se non sono potuto arrivare subito,-disse, dopo aver inserito il pilota automatico- ma il viaggio intramondo richiede un po’ di tempo. Il vostro amico-e accennò con la testa alla porta dove Mike riposava e Betty lo osservava- se l’è cavata davvero per il rotto della cuffia-. -Oh, non si preoccupi. -rispose Paul, ancora sbalordito.- Se non fosse arrivato lei, non so cosa sarebbe potuto accadere a Mike-. -Ehi, non darmi del lei, mi fa sentire vecchio... ho solo 32 anni-. Ci fu un attimo di silenzio, poi i quattro si lasciarono andare a una risata liberatoria che sciolse la tensione. La maniglia della porta si abbassò e Betty uscì con un’espressione più rilassata di quando vi era entrata:-Sta riposando. Ora lasciamolo dormire-. Questo fu il suo commento. Per il resto del viaggio non parlò più, si limitò a guardare dall’oblò della Gummiship - così si chiamava quello strano aereo - e, se interpellata, rispondeva sì o no con la testa, ma non parlò più. Intanto lo Striker Delta arrivò nei pressi di un Mondo e Hector consigliò:-Allacciate le cinture, ci sarà un po’ di turbolenza. Siamo quasi arrivati-. Betty si alzò e disse:-Vado a controllare se Mike sta meglio-. E se ne andò. Intanto Hector stava atterrando dolcemente per evitare che Mike subisse ulteriori danni. Ma dopotutto, il suo Maestro avrebbe potuto curarlo subito, visto che era un mago molto potente.

    Edited by Mike McKillen - 7/7/2013, 12:20
     
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  2. Mike McKillen
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    ragazzi, scusate l'attesa, ma sto avendo problemi con il mio pc. appena possibile riprenderò a pubblicare nuovi capitoli. a presto! ;)
     
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  3. Mike McKillen
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    Rieccomi qui! Scusate per l'attesa, ma finalmente il capitolo 2 è completato. Nel capitolo precedente abbiamo conosciuto i nostri eroi e abbiamo osservato la lotta fra Mike e il nemico incappucciato. E ora, leggete il capitolo 2 per scoprire come continua la storia!


    Capitolo 2
    L’allievo del Mago
    La Gummiship atterrò in uno spiazzo erboso davanti a una grande torre. Hector portò fuori Mike seguito a ruota da Duke, Betty, Bella e Paul. L’uomo adagiò il ragazzo sull’erba soffice ed entrò nell’altissima costruzione. Pochi attimi dopo Hector uscì dalla torre dietro a un uomo che portava una lunga veste nera da mago. Anche se era relativamente giovane, i ragazzi capirono subito che l’uomo davanti a loro era una persona importante e verso la quale portare rispetto. Era alto, con una massa disordinata di capelli neri in testa e aveva un paio di occhiali rotondi dalla montatura di ferro sul naso. I nostri amici lo seguirono all’interno della torre domandandosi tra di loro con sguardi interrogativi chi fosse l’uomo misterioso che li stava guidando. Dopo aver salito svariati piani a piedi, i quattro ragazzi ansimanti si ritrovarono in uno studio circolare. Le pareti erano in gran parte occupate dagli scaffali, i quali erano pieni di libroni enormi parlanti di chissà cosa.
    -Accomodatevi, ragazzi. Immagino abbiate molte cose da chiedermi.
    -Ehm... sì, in effetti… ma, vede, il nostro amico...- balbettò Paul.
    -Ma certo-. L’uomo estrasse da una tasca interna della veste un bastoncino di legno lungo all’incirca trenta centimetri. Lo puntò contro Mike e disse:-Heal-. Mike aprì immediatamente gli occhi e si guardò attorno, preoccupato. Non riconobbe la stanza circolare in cui si trovava, ma notò subito l’assenza dell’incappucciato nero. Incontrò lo sguardo rassicurante dell’uomo misterioso e si rilassò. Quell’uomo non voleva fargli del male.
    -Tranquillo- gli disse l’uomo rassicurandolo. - Qui siete al sicuro.
    Dopo qualche attimo di imbarazzato silenzio, Mike parlò:-Chi è lei?
    L’uomo non parve affatto sorpreso da questa domanda e rispose sorridendo:-Hai ragione a chiedermelo, anzi mi scuso per non essermi presentato prima. Io sono un mago, e mi chiamo Harry Potter.
    Tutti, soprattutto Paul, che non aveva mai ammirato molto le imprese del giovane mago, rimasero di sasso. Mike non riusciva a credere che una delle persone che più stimava e ammirava al mondo fosse lì, in carne ed ossa, davanti a lui.
    -Ho sempre pensato che tutte le tue avventure e le tue imprese fossero solo leggende! Non avrei mai creduto di poterti incontrare in vita mia!
    -Beh, ora mi hai incontrato - sorrise Harry.
    Dopo un secondo o due di silenzio i sette scoppiarono a ridere.
    -Ma ora,- sospirò Harry - dobbiamo parlare di cose serie. Vi conosco bene, tutti e cinque, e so che siete dei ragazzi coraggiosi e onesti. Ma forse è proprio per questo che siete più in pericolo delle altre persone. I cuori migliori sono sempre i primi ad essere presi di mira.
    -Presi di mira? Cosa intendi?
    -Intendo dire che, mio malgrado, devo darvi una pessima notizia: la minaccia Heartless è tornata.
    La notizia turbò molto i cinque ragazzi. Se gli Heartless avevano ripreso a impazzare per i mondi dopo tutto quello che Sora e i suoi amici avevano fatto per impedirlo, era proprio un problema, e anche bello grosso.
    -Perché accade tutto questo, Harry? - chiese Betty.
    -Tutto ciò accade a causa di una nuova Organizzazione XIII. E forse è questa la notizia peggiore. So solo poche cose di loro: ogni membro ha ereditato l’arma del suo predecessore. Per esempio, il loro nuovo leader, Cromax, combatte con le Lame Eteree che appartennero a Xemnas.
    I cinque ascoltarono attoniti Harry durante l’intera durata del discorso.
    Alla fine, Harry chiese: -Cosa è successo a Crepuscopoli?
    Mike raccontò tutto con precisione fino a quando non ebbe ricevuto quella botta con il Claymore, poi Duke continuò per lui.
    -Mhh... quindi hai combattuto contro un membro che possedeva il Claymore... credo proprio che fosse Riuxiss.
    -Come fai ad esserne così sicuro?
    -Ricordate la Stanza del Velo nell’Ufficio Misteri? Dopo attenti studi ho scoperto che quel velo porta via il cuore alle persone, quindi Sirius Black, il mio padrino, dopo averlo attraversato, è diventato un Heartless, e di conseguenza si è generato anche il suo Nessuno, che è entrato a far parte dell’Organizzazione con il nome di Riuxiss.
    I ragazzi ora erano preoccupati: una nuova schiera di Nessuno potentissimi era pronta a seminare il panico per i Mondi pur di ottenere qualcosa. Ma cosa, di preciso?
    -A cosa vogliono arrivare questi Nessuno?- fu la domanda di Bella.
    -Vedi, Cromax è come Xemnas: anche lui è ossessionato dal pensiero di ottenere un nuovo cuore, quindi immagino che lui e i suoi fedeli si stiano dando da fare per ottenere un nuovo Kingdom Hearts.
    Un silenzio colmo di sgomento riempì la stanza. Duke lo ruppe pochi secondi dopo per chiedere a Harry come fosse arrivato in quel Mondo.
    -È una lunga storia, Duke. Io sono arrivato qui tre anni fa per puro caso. Tutto cominciò esattamente diciannove anni dopo la mia vittoria su Voldemort. Il mondo magico ormai era al sicuro, quindi decisi di intraprendere un viaggio per affinare le mie tecniche magiche. Viaggiai in lungo e in largo per più di cinque anni, ma poi, sulla cima del sacro Monte Kailash, in Tibet, trovai un passaggio che mi condusse in questo mondo. Qui conobbi Yen Sid, e da allora sono rimasto qui per migliorarmi. L’anziano mago stava ormai per cedere all’età, e mi disse che dopo la sua morte sarebbe spettato a me il titolo di Maestro. Questo accadde due anni fa. Da allora vivo qui con Hector e Ron, i miei apprendisti.
    -Ron Weasley, il tuo migliore amico?
    -Sì, proprio lui, Bella. E anche voi dovete restare qui per un po’ ad allenarvi. Questo è un posto sicuro e non correrete alcun rischio. Però potrete scegliere se specializzarvi nel combattimento ravvicinato e nel corpo a corpo o se imparare la Magia.
    -Io preferisco il combattimento ravvicinato- disse Mike.
    -Io invece scelgo la Magia- fu la decisione di Bella.
    -Anch’io voglio imparare la Magia- concordò Paul.
    -Io mi aggrego a Mike- sentenziò Duke
    -E tu, Betty?- le chiese Mike guardandola negli occhi.
    -Io... voglio imparare a combattere. E vorrei che fossi tu a insegnarmi, Mike- fu la risposta della ragazza.
    -Bene, è deciso, allora.- disse Harry. -Domani potrete allenarvi. Per oggi avete già passato una giornata abbastanza faticosa, quindi andate a riposarvi. Nella stanza accanto troverete dei letti che ho Evocato per voi-.
    I cinque si avviarono e si misero sotto le coperte. Poi, senza parlare, uno dopo l’altro, si addormentarono profondamente.

    Edited by Mike McKillen - 7/7/2013, 12:19
     
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  4. yolo<3
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    carino! mi sta troppo simpatica betty! :3
     
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  5. Mike McKillen
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    Nonostante i mille impegni che mi hanno tenuto occupato in questi giorni, eccomi qui con il nuovo capitolo! nel precedente abbiamo assistito a un colpo di scena, anzi, a più di uno: Harry Potter è diventato l'apprendista di Yen Sid insieme a Ron Weasley, e abbiamo scoperto l'identità dell'incappucciato: è il Nessuno del padrino di Harry, Sirius Black. L'Organizzazione XIII è tornata così come gli Heartless e i cinque ragazzi decidono di restare alla Torre per allenarsi. Continuate a leggere per scoprire la continuazione della storia!

    Capitolo 3
    Allenamento
    Il giorno dopo, dopo una rilassante dormita, il gruppo uscì dalla torre e si dispose nel cortile antistante per cominciare gli allenamenti. Duke aveva deciso di imparare a utilizzare la Katana, e Hector, il più esperto del gruppo nell’utilizzo della spada, decise di allenarlo. Gli consegnò la sua Satsume Koshirai Dotanuki, una Katana molto rara appartenuta alla sua famiglia da generazioni. Duke la osservava con gli occhi scintillanti. Bella e Paul, invece, chiesero a Harry e Ron di allenarli, e i due accettarono volentieri. Intanto Mike aveva trovato il primo problema:-Non abbiamo dei Bo- fece notare a Harry.
    -Nessun problema, ora ci penso io-. Ed Evocò il Bo di Mike e un altro Bo da allenamento, più leggero di quello del ragazzo ma altrettanto resistente.
    -Ottimo, ora possiamo allenarci. Sei pronta?
    -Sai, non dovresti neanche chiedermelo!- rispose la ragazza sorridendo e facendogli l’occhiolino.
    -Ok, iniziamo, allora. La prima cosa che devi imparare del Bo è che non va mai usato come una spada. Devi sempre tenere una mano vicino alla base e l’altra più o meno a metà del bastone, così- e le mostrò la posizione corretta. C’è da dire che Mike era un maestro paziente e Betty ascoltava attentamente e imparava in fretta. Se avesse continuato così, Mike era sicuro che entro un paio di giorni avrebbe potuto imparare a usare il Bo con scioltezza, e che entro una settimana avrebbe potuto sfidarlo in un incontro serio e, chissà, magari anche vincere. Intanto Duke stava cominciando a prendere confidenza con la Katana affidatagli da Hector e stava mollando fendenti micidiali sul manichino da allenamento che Harry aveva predisposto per lui
    -KAAAAAYAAAAH!!!- Un sibilo, un lampo bianco, e la testa del manichino volò via lontano, tagliata via dall’ultimo fendente di Duke.
    Intanto, pochi metri più in là, Bella e Paul osservavano affascinati gli scettri che Ron e Harry avevano appena dato loro.
    Quello di Paul era lungo circa 40 centimetri, era leggermente ondulato e sulla sommità c’era la testa di un serpente a bocca spalancata. Si chiamava “Scettro Sibilante”. Harry e Ron gli spiegarono che, essendo più dotato in magia che in attacco, lo scettro era adatto a una lunga serie di attacchi a distanza. Lo scettro di Bella, invece, era più lungo di quello di Paul, misurava circa mezzo metro, ed era, a differenza dell’altro, dritto. Si chiamava “Stella dei Cieli”, perché sulla sommità c’era una stella circondata da due alette. Quello scettro era molto potente e disponeva di un buon bilanciamento fra attacco e potenziale magico. L’allenamento che seguirono per imparare a lanciare le magie fu lungo e difficile. Cominciarono con la Thunder. Dopo qualche ora, Bella riuscì a scagliare un fulmine che elettrizzò letteralmente il povero Ron. I capelli rossi dell’uomo si alzarono scatenando le risate folli del gruppo, voltatosi nella sua direzione quasi subito. Dopo questa pausa, tutti ripresero ad allenarsi. I due ragazzi riuscirono poi a padroneggiare nell’ordine la Blizzard, la Fire e l’Energia.
    -Ovviamente- spiegò Harry -le magie non finiscono qui. Durante il vostro viaggio imparerete tante altre magie che vi consentiranno di aiutare voi e i vostri amici.
    Ciò che il gruppo non sapeva era che una piccola armatura di ferro si stava avvicinando di soppiatto al gruppo. Rimase nascosta per un po’ dietro a un cespuglio per qualche minuto, poi saltò fuori e corse avanti puntando a Bella. Paul si frappose fra la ragazza e la strana creatura e gridò:-FIRE!- brandendo lo scettro.
    La creatura venne sbalzata via dalla forza dell’incantesimo e Duke approfittò di quell’attimo di smarrimento della creatura e la tagliò in due con un fendente micidiale.
    -Cosa diavolo era?
    -Quella è la prova che i miei timori sono fondati. Quello è un Heartless Emblema chiamato Soldato. State attenti, probabilmente ce ne sono degli altri in giro, tendono sempre a far valere la loro superiorità numerica.
    Tutti si stavano guardando attorno con tutti i sensi all’erta, pronti a cogliere il minimo rumore: un fruscio di foglie, uno sferragliare, un legnetto spezzato. Ma gli Heartless li presero in contropiede e comparvero al centro del cortile pronti ad attaccare.
    -Io prendo quelli a destra!
    -Ci occupiamo noi di quelli a sinistra!
    -Allora noi andiamo al centro!
    In pochi minuti l’abilità con il Bo di Mike e quella di Duke con la Katana si fecero vedere e sentire. Anche Betty, con il suo nuovo Bo, riusciva ad ottenere risultati sorprendenti, mentre Bella e Paul, con la loro Magia, indebolivano tutti i nemici che i loro amici non avevano ancora attaccato.
    -Bravi, ragazzi, davvero un ottimo lavoro! Ora, non abbassate la guar...- Harry non riuscì a terminare la frase perché, all’improvviso, apparve una nuova orda di Heartless, ancora più massiccia della precedente, e i Soldati accerchiarono il gruppo. Mike si guardò intorno e capì che il gruppo aveva scarse possibilità di successo davanti a tutti quegli Heartless, nonostante l’abilità dei sui amici. Decise in un istante. Si lanciò contro i Soldati da solo, in una specie di missione suicida, e quando stava già per colpire il primo Heartless, accadde una cosa incredibile: il Bo si illuminò e cambiò forma. La base si allargò diventando un’impugnatura, in cima si allungò una forma indefinita. Era una strana arma: lunga circa un metro, quanto il suo Bo, era giallo, e l’impugnatura ritraeva un drago a bocca spalancata. La sommità ritraeva lo stesso drago, come anche la sottile catenella che scendeva dall’enorme impugnatura. Mike osservò con occhi sbarrati il suo Bo trasfigurato e lo soppesò:-Cosa sarebbe questo?
    -Non perdere tempo, Mike! Combatti!
    -Cos... CERTO!
    Mike cominciò a mollare fendenti sui Soldati, facendoli scomparire in uno sbuffo di fumo nero. Nel preciso istante in cui Mike li trafiggeva, un piccolo cuore saliva al cielo per qualche secondo, poi scompariva. Ogni fendente, un cuore. Anche Betty e Duke, con qualche attimo di ritardo rispetto a Mike, si lanciarono sugli Heartless, ma quando videro il loro amico in difficoltà, abbandonarono i loro nemici e si lanciarono entrambi contro i ben più numerosi avversari di Mike. Con uno sprazzo di fiamme e un lampo di luce, anche la Katana e il Bo si trasformarono in una maniera simile al Bo di Mike. La Katana si allungò di circa mezzo metro, raggiungendo il metro e mezzo, ma conservò la sua sottigliezza. La piccola impugnatura mostrava due alette ai lati, e dalla base partiva una sottile catenella attaccata a una minuscola piuma rossa. La sommità ricordava in qualche modo una “F”. L’arma era di un rosso molto intenso, un colore che richiamava il sangue. Il Bo, invece, era diventato bianco come la neve fresca, ed era di poco più sottile di quello di Mike. Sulla sommità c’erano quattro fulmini disposti a due a due in maniera simmetrica, e l’impugnatura mostrava anch’essa dei fulmini. La catena che scendeva dalla base dell’arma terminava con una piccola riproduzione di un fulmine. Insieme, con un’occhiata d’intesa, si lanciarono contro i Soldati insieme a Mike, e dopo qualche minuto non rimase più l’ombra di un Heartless. Le armi scomparvero dalle mani dei loro detentori, ma Harry continuava a guardare sbigottito il punto in cui erano scomparse.
    -I-io non riesco a crederci... è incredibile...
    -Di che parli, Harry? È in qualche modo legato alle armi che abbiamo usato poco fa?
    -Oh, Duke, voi non immaginate neanche quanto! Avete mai sentito parlare del Keyblade?
    -Stai scherzando!? Certo che ne abbiamo sentito parlare! Il Keyblade è leggenda!
    -Allora immagino che non vi stupirete se vi dico che avete appena fatto fuori degli Heartless con dei Keyblade, giusto?
    -Che cosa hai detto?!
    -Sì, avete capito bene. Quelli sono dei Keyblade. Anzi, se li evochereste un attimo davanti a me...
    -Come si fa?
    -Stendete la mano davanti a voi e dite “Keyblade”.
    I ragazzi eseguirono e i tre Keyblade apparvero fra le loro mani..
    -Mhh... capisco... questi non sono dei semplici Keyblade, ma sono tre dei più potenti. Sono il Tuono Fulmineo,- indicando quello di Betty - l’Anima di Fenice,- disse guardando Duke - e il Cuore di Drago-. Mike annuì. - Sono dei Keyblade molto speciali, dotati di incredibili abilità che nemmeno io conosco. Le dovrete scoprire voi continuando il vostro viaggio.
    -Senti, Harry, io pensavo che il Keyblade fosse una chiave gigante, ma questi sono completamente diversi...
    -Ciò accade per via delle catenelle che scendono dall’impugnatura, i Keyholder-. Tutti si girarono in direzione di Ron, che aveva appena parlato. - Ogni Keyblade assume una forma diversa in base al suo Keyholder. In questo caso sono il Drago, la piuma di Fenice e il Tuono.
    -Ricordate sempre - continuò Harry - che i Keyblade vi sono stati affidati perché sulle vostre spalle grava un importantissimo compito. Dovete impedire all’Organizzazione XIII di ottenere il Kingdom Hearts e allo stesso tempo dovete evitare che gli Heartless facciano del male alla gente. Ne va della vita del cuore dei mondi. Tutti gli eroi del Keyblade non ci sono più, ormai. Siete rimasti solo voi. Abbiate fiducia nei vostri cuori. Sono pieni di luce, lo so per certo. Paul, Bella, la magia che avete imparato vi sarà utile nel viaggio. Abbiate fiducia in voi stessi e nei vostri amici. E ricordate: non cedete mai all’oscurità. Mi dispiace non potervi aiutare di più. Buona fortuna, ragazzi. Il vostro viaggio comincia.

    Edited by Mike McKillen - 7/7/2013, 12:21
     
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  6. Mike McKillen
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    ragazzi, da oggi Kingdom Hearts - Generazione X è anche su Facebook! Venite e bombardatela di "Mi Piace"!
    www.facebook.com/KingdomHeartsGenerazioneX
     
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  7. Mike McKillen
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    rieccomi qui con questo nuovo capitolo. nel precedente, abbiamo osservato la svolta: Mike, Duke e Betty riescono a evocare dei Keyblade. Il loro viaggio per cercare di portare la pace nei Mondi inizia in questo capitolo, quindi non mi resta altro che augurarvi buona lettura :)

    Capitolo 4
    La prima battaglia
    Per poter viaggiare da Mondo a Mondo, Hector regalò ai ragazzi una Gummiship nuova, dotata di ottimi armamenti in caso di necessità e anche molto veloce, per potersi muovere rapidamente da un Mondo all’altro. Erano passati tre giorni da quando il gruppo aveva lasciato la Torre Misteriosa, e da allora avevano già ispezionato ogni centimetro quadrato di Crepuscopoli. Nonostante il basso numero di Heartless, Mike, Duke, Betty, Paul e Bella riuscirono a fare molta esperienza con le loro armi. Betty, poi, si ostinava a impugnare il Tuono Fulmineo al contrario, con la lama verso il basso, continuando a ripetere che si trovava più comoda. Quindi, dopo qualche discussione, ognuno decise di impugnare il proprio Keyblade nella maniera ritenuta più opportuna. La decisione di Betty, comunque, non era stata cattiva: impugnando così aveva eliminato più Heartless di quanto avessero fatto Mike e Duke. In ogni caso, dopo aver setacciato la città, i cinque ragazzi decisero di controllare le ultime due zone ancora non ispezionate: il bosco e la vecchia villa. Un alone di mistero aleggiava attorno a quella dimora abbandonata, si diceva che anche Sora era passato di lì, ma quasi nessuno era riuscito a entrare, quindi le voci erano sempre rimaste tali.
    Il bosco era tranquillo, gli uccelli cantavano dolcemente, ma il nervosismo era palpabile. Anni prima un ragazzo aveva provato a entrare scavalcando il muro di cinta, ed era entrato nel palazzo. Da allora non si era saputo più niente di lui. I ragazzi uscirono dalla boscaglia e arrivarono nello spiazzo erboso davanti alla villa. Silenzio. Troppo silenzio. Duke si avvicinò di soppiatto al cancello e lo controllò:-È chiuso con un lucchetto. Ma qui è tutto arrugginito. Forse, se provassimo a colpirlo con i Keyblade...
    -Nah, lascia perdere - disse Betty. - Faresti troppo casino. E poi dimentichi - continuò evocando il suo Keyblade - che questi possono aprire qualsiasi serratura.
    -Giusto!
    -Su, fatevi da parte, ci penso io-. Betty puntò il Tuono Fulmineo contro il cancello e un sottile fascio di luce andò a colpire il lucchetto che, con un “CLACK” secco, si aprì di scatto.
    -Ok, adesso entriamo.
    I cinque ragazzi varcarono silenziosamente il cancello e si avvicinarono al massiccio portone di legno.
    -Da adesso credo sia meglio tenere le armi pronte.
    Gli altri due Keyblade apparvero nelle mani dei loro proprietari. Mike allungò il braccio destro, con il quale impugnava il Cuore di Drago, e spinse la porta, aprendola. All’interno c’era la desolazione più totale. Era tutto rotto. La teca al centro della stanza era spaccata e incrinata, e dal soffitto erano caduti grossi pezzi di intonaco stuccato. I tappeti sulle scale erano tutti sfilacciati, e una porta era talmente bloccata dai detriti che sarebbe stato impossibile entrare.
    -Dovremmo dividerci- propose Paul. - Così ci mettiamo meno tempo. E poi ci ritroviamo qui nel salone fra 10 minuti.
    -Sì, sembra una buona idea.
    -Ok.
    Mike, Bella e Betty andarono al secondo piano e Duke e Paul andarono in una delle stanze del salone. Mike si avvicinò a una porta situata a sinistra e l’aprì. Era una biblioteca molto spaziosa. Un’intera parete era coperta dagli scaffali, nei quali c’erano molti libri voluminosi.
    -Ok, a questa stanza penso io- annunciò Betty.
    -Va bene. Io e Bella intanto andiamo a controllare l’altra stanza.
    Mike e Bella erano molto legati. Si conoscevano da quando avevano sei anni ed erano amici da quando ne avevano dieci. Si volevano bene come se fossero fratelli, e per questo Mike aveva sempre assunto nei confronti di Bella un atteggiamento protettivo da fratello maggiore. Non c’è da stupirsi, dunque, quando Mike disse:-Aspetta qui. Se è tutto tranquillo ti faccio un segno.
    C’è anche da dire, però, che Bella era una ragazza molto determinata, coraggiosa e anche un po’ testarda. Ignorò Mike e varcò per prima la porta. La stanza che si presentò ai suoi occhi, e anche a quelli di Mike pochi secondi dopo, era incredibile. Era tutta bianca. Tende, tavolo, pareti, sedie... Tutto dipinto di bianco. Gli unici tocchi di colore in tutta la stanza erano i disegni appesi alle pareti e sparpagliati per terra. Mike si chinò e ne prese uno. Due figure si prendevano per mano. Una aveva una lunga tunica nera con un cappuccio, l’altra invece una maglia bianca e grigia e pantaloncini rossi. Bella si avvicinò e guardò anche lei il disegno. -Mi chiedo chi l’abbia fatto...
    -Forse rimarrà sempre un mistero...
    Sentirono del trambusto fuori dalla porta e rimasero in ascolto. Sembrava il rumore di una colluttazione. Mike corse fuori seguito a ruota da Bella. Trovarono Paul e Duke sulle scale che salivano a rotta di collo:-Cos’è questo casino!?- chiese Paul preoccupato.
    -Viene dalla biblioteca! Andiamo!
    Duke corse avanti e sfondò la porta con un calcio poderoso e si trovò davanti un Heartless enorme, nero, alto fino al soffitto e con un grosso buco a forma di cuore sul petto, e Betty che lo fronteggiava da sola. Era, però, in netto vantaggio. Avrebbe anche potuto cavarsela senza l’aiuto degli altri, se un altro Heartless identico al primo, e un altro subito dopo, non si fossero aggiunti alla lotta subito dopo l’entrata del resto del gruppo. Ora, combattere un Heartless di quelle dimensioni è già abbastanza impegnativo, ma combatterne tre contemporaneamente è un’impresa impossibile. Ma non per un gruppo unito come quello formato da Mike, Duke, Betty, Paul e Bella. I due si guardarono rapidamente negli occhi e, dopo un cenno d’intesa, puntarono i loro scettri contro due degli Heartless e li congelarono utilizzando la magia Blizzard. Duke e Mike si gettarono rispettivamente sul primo e sul secondo, e cominciarono a colpirli con i loro Keyblade. La stazza degli Heartless, però, conferiva loro una resistenza incredibile, quindi gli attacchi dei due ragazzi sortivano poco danno. L’Heartless che stava ricevendo i colpi di Duke si liberò dal congelamento, e lo colpì con violenza, mandandolo a schiantarsi contro lo scaffale. Duke si accasciò a terra e una catasta di libri gli crollò addosso. Mike, intanto, aveva mozzato un braccio all’Heartless e continuava ancora ad attaccare, ma con il braccio restante l’Heartless gli aveva fatto un taglio profondo sull’avambraccio destro. Il sangue usciva copioso dalla ferita, Mike non si sentiva più il braccio. A fatica riuscì ad alzarlo e a dire:-Heal!-. La ferita si rimarginò e il ragazzo saltò in alto, mollò un calcio rotante alla faccia dell’Heartless e, continuando a girare, con un fendente gli tagliò la testa. E così uno degli Heartless svanì in una grossa nube di fumo nero. Bella aveva raggiunto Duke e lo stava aiutando ad alzarsi. Il ragazzo era un po’ ammaccato, ma era più determinato che mai a sconfiggere il suo avversario. Duke lanciò l’Anima di Fenice in direzione dell’Heartless, e il Keyblade gli si conficcò nel petto, appena sopra il buco a forma di cuore. Anche Duke balzò in alto e, usando il suo Keyblade come trampolino per saltare ancora più in alto, diede all’Heartless un pugno poderoso che lo fece franare addosso a quello che, mezzo metro più in là, stava combattendo con Betty. La ragazza approfittò di quell’attimo favorevole e scagliò una magia Thunder magistrale. Anche gli ultimi due Heartless giganti scomparvero, e la battaglia era finalmente terminata.
    -Cavolo!- Mike era coperto di sudore dalla testa ai piedi. -Da dove sono usciti quei bestioni?!
    -Non lo so... ma ciò che è importante è che li abbiamo tolti di mezzo- ansimò Duke recuperando il suo Keyblade.
    -Beh, credo che qui abbiamo finito. Torniamo alla Gummiship, ci sono altri mondi da ispezionare- concluse Bella.
    -Ok. Andiamo.
    Il gruppo si avviò silenzioso verso l’uscita della villa. Tutti, tranne Mike, andarono verso la Gummiship. Il ragazzo allungò il tragitto e si fermò davanti alla Torre dell’orologio.
    “Addio... Forse un giorno torneremo, e poter guardare di nuovo il tramonto da lassù sarà ancora più bello. Addio, Crepuscopoli”.
    Anche Mike raggiunse la Gummiship e, con una piccola lacrima che nessuno notò, la sollevò in volo e la portò fuori dal mondo della sua amata città.

    Edited by Mike McKillen - 7/7/2013, 12:22
     
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  8. Mike McKillen
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    ed ecco a voi, dopo una luuuuuunga assenza, il capitolo 5 di questa storia. ci ho messo un po' di tempo in più rispetto agli altri, ma ne è valsa la pena. spero vi piaccia :D

    Capitolo 5
    Il Drago
    La Gummiship solcava il cielo velocemente. Mike, dopo averla portata alla giusta altezza, aveva impostato la rotta e aveva azionato il pilota automatico. Poi era andato nel piccolo bagno della navicella e stava per farsi una doccia fredda. Niente riusciva a riattivare meglio i suoi sensi. E poi, diciamocelo, dopo quel combattimento puzzava di brutto. Mentre l’acqua gli scorreva addosso, Mike rifletteva. Non sapeva cosa provava. Paura per l’inizio di un lungo viaggio? Emozione per l’inizio di un’incredibile avventura? Non lo sapeva nemmeno lui. Sapeva solo che era stato scelto per un’importante missione e, ora che aveva iniziato il suo viaggio, non poteva più tornare indietro.
    -Mike?
    La voce di Betty fuori dalla porta
    -Hm?
    -È tutto a posto?
    -Oh... sì...
    Betty aprì con delicatezza la porta ed entrò.
    -Mi passeresti un asciugamano?
    -Certo.
    Betty prese un soffice asciugamano e lo passò a Mike.
    -Grazie.
    Mike uscì dalla doccia con l’asciugamano stretto in vita.
    -No.
    -Cosa, no?
    -Non è tutto a posto.
    -Perché?
    -Ecco, vedi... io ho paura.
    -Mike, tutti, in questo momento, abbiamo paura. È una situazione del tutto nuova per noi, non sappiamo cosa accadrà, sappiamo solo che dobbiamo fare fuori degli Heartless.
    -Betty... io non ho solo paura per me... ho paura per voi... per Duke, e Paul, e Bella... e soprattutto per te.
    -Mike...
    I due si avvicinarono lentamente l’uno all’altra, e Mike abbracciò la sua ragazza, in quell’attimo di intimità che finalmente avevano dopo una settimana, e si baciarono. A lungo. In silenzio.
    -Oh, cavolo, certo che quel combattimento è stato proprio... ehm... arrivo in un brutto momento?
    Duke, con la sua massa disordinata di capelli ricci, era appena entrato nel bagno per farsi una doccia, ma senza saperlo aveva mandato in frantumi il momento magico di Mike e Betty.
    -Pessimo, direi- fu la secca risposta di Betty. La ragazza uscì stizzita dal bagno.
    -Duke... lasciati dire, con tutto il bene che ti voglio, che sei dotato della sensibilità e del tempismo di un cucchiaino- Bella era appena arrivata, come sempre pronta a dire la sua.
    -Oh, grazie, Bella, gentile da parte tua.
    -Ma dai, non ti sei reso conto che Mike e Betty volevano stare un po’ da soli?!
    Mike ascoltava il loro battibecco frastornato e sconsolato, girando ora la testa verso uno, ora verso l’altra.
    Duke aveva appena aperto la bocca per controbattere, quando una botta terribile scosse la Gummiship.
    -SIAMO SOTTO ATTACCO!
    Mike si infilò al volo un paio di mutande e si mise una tuta con casco completa di stivali gravitazionali, imitato da Duke e Bella, mentre Paul e Betty sarebbero rimasti a bordo per controllare la situazione e sparare con gli Arma Gummi. I tre ragazzi uscirono dalla Gummiship e rimasero sulla chiglia della navetta, armi alla mano, pronti a colpire qualsiasi navicella Heartless o Nessuno che avesse osato avvicinarsi. Un’agile navetta scansò i missili sparati da Betty e Paul, e si preparò a colpire con un cannone al plasma. Duke lanciò tempestivamente una magia Fire con il suo Keyblade e distrusse la piccola Gummiship Heartless, evitando l’impatto di pochi attimi. La battaglia continuò ancora per qualche minuto, poi le Gummiship nemiche furono tutte annientate. Mike parlò nell’auricolare presente nel casco: -Ok, Paul. Aggiornaci.
    -Dunque... pochi minuti all’entrata nell’atmosfera del nuovo mondo.
    -Va bene. Duke, Bella, torniamo dentro.
    I tre rientrarono nella Gummiship e, mentre tutti aspettavano in cabina di pilotaggio, Mike si mise una maglietta e dei jeans, poi raggiunse il resto del gruppetto.
    -10 secondi all’impatto... 8... 7... 6... 5... 4... 3... 2... 1... contatto. Ok, siamo atterrati. Possiamo scendere.
    I ragazzi si ritrovarono sulla cima di una montagna innevata. I fiocchi di neve scendevano dal cielo, e soffiava un vento gelido.
    -Oh cavolo che fr-freddo!- esclamò Bella.
    -Forse abbiamo dei cappotti nella Gummiship...- suggerì Paul battendo i denti.
    I cinque si precipitarono dentro e si misero delle giacche pesanti, poi uscirono nuovamente dalla navicella. Ora che il freddo era sopportabile, il gruppo si guardò intorno. Non erano esattamente in cima. Si trovavano in uno spazio con una pendenza bassa. Alle loro spalle c’era il picco principale, e davanti c’era uno stretto sentiero. Per ovvi motivi i ragazzi scelsero la seconda opzione. Il sentiero li tenne impegnati per circa dieci minuti, e tutto ciò che videro erano montagne altissime, neve e piccole carrozze gialle e rosse. Duke si avvicinò e aprì il pannello che chiudeva la carrozza e ci trovò dentro degli strani razzi.
    -Ehi!- esclamò. -Venite qui a dare un’occhiata!
    Paul prese in mano uno dei razzi e lo guardò attentamente insieme agli altri. Era giallo, e la testata aveva la forma di una testa di drago.
    -Che strana forma per dei razzi... ma dove siamo, secondo voi?
    -Bah, non so...
    -Proviamo ad andare un po’ più avanti. Forse troveremo qualche indizio.
    Il gruppetto continuò la sua marcia verso la base della montagna, e trovarono uno strano cancello alla fine del sentiero dove finivano neve e ghiaccio e cominciava una zona di roccia arida.
    -Ehi, ragazzi, forse siamo da qualche parte dove la religione ufficiale è il Taoismo o lo Shintoismo!- esclamò Duke.
    -Come fai a dirlo?
    -Beh... guardate il cancello. È tipico della cultura Shintoista, e dove c’è lo Shintoismo, spesso c’è anche il Taoismo.
    -Forse hai ragione... ricordo qualcosa del genere dalle lezioni della Kettelburg...
    -Heartless!
    I quattro si voltarono e videro Bella con lo scettro sfoderato che si preparava ad affrontare degli strani esserini neri, alti all’incirca 80 centimetri, con la testa dotata di lunghe antenne filamentose e di grandi, tondi occhi gialli. Il resto del gruppo chiamò a sé le armi e si preparò alla battaglia. Mike notò che il suo Keyblade aveva qualcosa di strano. Sembrava più luminoso. Una magia Blizzard scagliata da Paul passatagli a pochi centimetri dal viso lo riscosse.
    -Mike, cavolo, svegliati!
    Il ragazzo non se lo fece ripetere e cominciò a colpire a sua volta i piccoli Heartless, mandandoli in fumo. Si accorse che, questa volta, fra le piccole nubi nere non compariva nessun cuore che risaliva verso il cielo. “Che strano...”. Intanto Duke e Bella lavoravano spalla a spalla eliminando Heartless a ripetizione, mentre Paul stava scagliando Thunder ovunque, continuando a colpire ogni Heartless nel suo raggio d’azione. Betty, impugnando il Keyblade sempre a modo suo, stava facendo una strage fra i nemici. Mike corse verso un gruppo massiccio di piccoli, brulicanti Heartless e fece un balzo con il Cuore di Drago alzato sopra la testa, pronto a colpire. Peccato che il suo attacco dall’alto non sortì l’effetto sperato. Gli Heartless si erano appena buttati a terra e aderivano perfettamente al terreno, come delle ombre nere. Mike, però, non dovette attendere che pochi secondi: infatti il gruppetto riaffiorò da terra e con pochi fendenti il ragazzo li fece fuori, tranne uno, che coraggiosamente si avventò su di lui e lo graffiò sulla gamba, il punto più alto dove riusciva ad arrivare, strappandogli i pantaloni. Mike lo mozzò in due e anche lui scomparve. -Ehi, se continua così, presto non avrò più pantaloni da mettermi!- esclamò sconsolato.
    -Tsk... potrebbe esserci di peggio, Mike...- gli rispose Betty facendo inciampare il suo piccolo avversario e infilzandolo mentre era a terra.
    -Ma dai, Betty, tanto lo sappiamo che non ti disturba vedere Mike in mutande!
    SBAM!
    -Così impari a fare certe uscite, Duke-. Paul, Bella e Mike sghignazzarono.
    -Ma stavo solo scherzando!- disse Duke con le lacrime agli occhi dopo la mazzata in testa che aveva ricevuto.
    -Fatela finita, voi due, qui ce ne sono degli altri!
    Il gruppo tornò serio e si preparò ad affrontare l’ultima ondata di piccoli Heartless. Anche in questo caso, gli Heartless erano numerosi ma deboli, quindi, qualche fendente dopo, la battaglia era decisamente terminata. I cinque continuarono a scendere tra le rocce affilate e poco dopo arrivarono nei pressi di un piccolo complesso di casupole. Non c’era nessuno, a parte un piccolo esserino giallo di circa 40 centimetri, con delle alucce viola, un grosso naso rosso e un’antenna che terminava con un grosso pon-pon rosso. Appena lo vide, Bella esclamò:-Aww, ma che carino!
    -Ehi, chi sei?
    -Salve, kupò! Sono Mogax, e sono il Moguri che si occupa degli affari in questa zona, kupò! Posso aiutarvi, kupò?
    -Sì. Di che tipo di affari ti occupi?
    -Acquisti, vendite, scambi, kupò. In pratica, mi occupo del commercio.
    -Interessante... e cosa vendi?
    -Se vi interessa, ho qui delle ottime Pozioni, kupò!
    -Pozioni? A che servono?
    -Dici davvero, kupò? Non sai a che servono le Pozioni? Beh, kupò, ripristinano un po’ della tua energia, kupò.
    -Ok, quanto costano?
    -200 Munny l’una.
    -Cavolo, ragazzi, noi non abbiamo soldi con noi!
    Mogax tirò su un’espressione triste. -Mi dispiace, kupò, ma senza soldi non posso darvi le Pozioni.
    -Sì, è giusto. Ma almeno dicci un paio di cose: dove ci troviamo? E dove sono tutti?
    -Certo, kupò. Siamo in Cina, e tutti sono nelle risaie a lavorare. Oggi c’è un clima perfetto per la coltivazione del riso, kupò.
    -Ok, Mogax, grazie mille.
    -Di niente, kupò, e se tornerete con i soldi sarò felice di darvi ciò che vi serve, kupò!
    -Beh,- disse Duke mentre si allontanavano da Mogax -tutto torna: lo Shintoismo, il cancello, i razzi... in Cina il drago è venerato come un animale sacro.
    -Già, è vero. Beh, credo sia meglio se continuiamo a scendere. Potremmo trovare qualcosa di utile.
    La discesa fu agevole, un po’ perché la montagna si faceva sempre meno ripida, un po’ perché non c’erano Heartless in vista. Continuando la discesa, i cinque ragazzi arrivarono in un boschetto di bambù. Ormai stava cominciando a calare il sole, quindi decisero di fermarsi e passare lì la notte. Fu una serata allegra. Dopo una cena a base di salsicce cotte su un fuocherello e coca-cola, Paul tirò fuori la sua armonica a bocca, che portava sempre con sé, e cominciò a suonare. I quattro cantarono stonando e ridendo parecchio. Poi, a un certo punto, Mike e Betty scomparvero. Ricomparvero 20 minuti dopo, entrambi un po’ arruffati, tra le risate dei loro amici.
    -Eheheh, Mike...
    -Falla finita, Duke.
    -Eheheh, Mike...
    -Falla finita, Bella.
    -Eheheh, Betty...
    -Falla finita, Paul.
    Quando il gruppo si stancò di questo siparietto, si decise all’unanimità di andare a dormire. Uno dopo l’altro, i ragazzi si addormentarono, tranne Mike, che era disteso su una roccia liscia con le braccia incrociate dietro la testa. Osservava le stelle ed era rilassato come mai dall’inizio della missione. Da Crepuscopoli non aveva mai avuto l’occasione di guardarle, non scendeva mai la notte, lì. Riuscì comunque a riconoscere qualche costellazione grazie alle lezioni di astronomia che seguiva a scuola. Orione, Cane Maggiore, Cassiopea... erano queste le più facili da riconoscere, a parte l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, ma grazie alla sua esperienza, Mike riuscì a riconoscere anche le altre costellazioni: Cane Minore, Cigno, Ercole, Lira e Drago. Il nome di quest’ultima costellazione gli riportò alla mente tutte le preoccupazioni che pochi minuti prima lo avevano abbandonato. Evocò il Cuore di Drago. Lo guardò bene, continuava a essere più luminoso del solito, anche alla tenue luce del fuoco che via via si andava spegnendo. “Perché a me? Sono solo un ragazzo... ho sedici anni, cosa si può aspettare la gente da me... io non sono Sora, o Riku... perché...” sospirò:-Drago...-. Improvvisamente il Keyblade si illuminò di una luce abbagliante, Mike lo lanciò gridando:-Ma che diavolo succede!?
    Il suo grido svegliò gli altri ragazzi:-Che c’è, Mike?!
    -Sei stato aggredito?
    -Che succede?
    Mike non rispose. Guardava un punto indefinito, come incantato. Paul lo colpì sulla spalla, e il ragazzo si girò con una strana faccia:-Lo vedete?
    -Cosa dovremmo vedere, Mike?
    -È lì, davanti a noi. Alto, con la pelle grigia...
    -Di che diavolo parli?
    -Di lui... aspetta... voi... non potete vederlo...
    -Mike, torna a dormire. Hai avuto un incubo. È stata una giornata faticosa, e siamo tutti stanchi. Stenditi e dormi.
    -O-ok...
    Mentre gli altri tornavano a dormire, Mike si voltò nuovamente verso l’immensa creatura che si ergeva davanti a lui. Alta almeno 15 metri, una spessa pelle grigia lo ricopriva, aveva un cranio oblungo con sopra tre lunge, appuntite corna. Dalle narici uscivano due sottili fili di fumo nero, e sulle spalle immense comparivano due enormi ali di cuoio nero.
    -Chi sei?
    -Non lo capisci da te?
    -Io... ecco... tu sei un drago, no?
    -Esatto, e sono lo spirito del tuo Keyblade. Metà del mio cuore risiede in lui, per questo si chiama Cuore di Drago.
    -Ma perché sei qui? Come sei arrivato?
    -Mi hai chiamato, no?
    Mike ripensò a pochi attimi prima e ripensò a quando aveva sospirato “drago”. Annuì.
    -Vedi? Mi hai chiamato.
    -Ma io ho detto tante volte “drago” da quando ho il Keyblade... perché compari solo ora?
    -Perché ora siamo a casa mia.
    Mike alzò un sopracciglio:-Che intendi?
    -Questa è il mio luogo natio, la Terra dei Dragoni, che è solo uno dei tanti modi per definire la Cina. Saprai sicuramente che qui venerano quelli della mia specie come divinità. Io sono nato qui, e se il padrone del Keyblade mi chiama quando è in questo Mondo, io compaio al suo fianco. In altri luoghi gli sarei vicino solo con lo spirito, mentre qui posso parlare direttamente con lui.
    Mike cominciava a vederci un po’ più chiaro. Ma ancora non capiva bene chi fosse il drago davanti a lui, quindi espresse questo pensiero al nuovo, enorme amico.
    -Mi hanno sempre chiamato Drago. Solo Drago.
    -Allora credo sia il caso di trovarti un nome.
    Mike alzò la testa verso il cielo stellato e, dopo pochi secondi, individuò la costellazione del Drago.
    -Che ne dici di Eltanin? È la più luminosa della costellazione.
    -Sì, mi piace... anche se Drago mi piace di più
    -Ecco, ci sono! Ti chiamerai Draco!
    -Cioè Drago in latino?
    -Sapevo che non ti sarebbe piaciuto... che ne dici di...- ma qui il drago lo interruppe.
    -No. Mi piace. Draco...
    -Ok, Draco. È deciso, allora.
    -Sì. Anche se ancora non ho capito come ti chiami tu.
    -Mike. Sono felice di conoscerti, Draco-. Gli tese la mano. Draco allungò la sua zampona e Mike gli strinse l’artiglio.
    -Anch’io sono felice di conoscerti, Mike.

    Edited by Mike McKillen - 7/7/2013, 12:24
     
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  9. Mike McKillen
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    Salve ragazzi, Mike è tornato. Sì, lo so, sono stato assente per dieci lunghi mesi, ma sapete com'è, la scuola, gli impegni... bando alle ciance, sono qui per informarvi che Kingdom Hearts Generazione X è tutt'altro che terminato. Sto lavorando con impegno al capitolo 6, e se tutto andrà bene lo posterò entro la fine della prossima settimana. A presto ;)
     
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  10. Mike McKillen
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    Salve a tutti! come promesso, ecco il capitolo 6. Nel capitolo precedente Mike fa amicizia con lo spirito del suo Keyblade, Draco. Alla sua prossima apparizione ne vedrete delle belle :D detto questo, godetevi questo capitolo!

    Capitolo 6

    Sole, sabbia, pericolo

    La mattina successiva Betty aprì gli occhi ancora assonnata e fece uno sbadiglio lunghissimo, da Guinness dei Primati. Si guardò attorno e vide gli altri ragazzi ancora addormentati nei loro sacchi a pelo, tutti tranne uno. Mike era ancora steso sulla stessa roccia sulla quale la sera prima l’avevano visto prima di addormentarsi. Dormiva profondamente con il Keyblade ancora stretto in mano, mentre il braccio gli penzolava giù dall’appoggio sulla pietra. “Quando dorme ha un’aria da bambino innocente...” pensò “Che tenero!”
    Gli si avvicinò e sorrise. Provò a prendergli la mano, ma Mike si rigirò nel sonno borbottando:-No, dai, non sono stato io a rubare i burritos...-. Betty sbuffò. Ogni volta che stava per succedere qualcosa di bello fra lei e il ragazzo, c’era sempre qualcosa che non andava. Andò al fiume per lavarsi la faccia, non senza lasciare un bigliettino per non far preoccupare i suoi amici, e al suo ritorno anche gli altri si erano svegliati.
    -Vieni Betty, ti ho preparato un paio di fette di pane con della marmellata- le sorrise Mike.
    Betty sorrise di rimando e prese la fetta che il ragazzo le porgeva.
    -Allora- cominciò Paul masticando la sua colazione -Programmi per oggi?
    -Il solito. Esplorazione, combattimento, se necessario, poi partenza.
    -Ok. Non si preannuncia niente di impegnativo!

    *

    2 ore più tardi

    *



    -Cosa stavi dicendo riguardo la giornata non impegnativa?- chiese Duke dopo aver affondato il Keyblade nell’ultimo Heartless che si trovava di fronte a lui.
    -Ehm... ecco...
    La previsione di Paul si era rivelato un tantinello sbagliata. Nell’ultima zona da esplorare, nei pressi del palazzo reale, i ragazzi avevano trovato una moltitudine di Heartless con lunghe tuniche viola e in testa cappelli a punta dello stesso colore, e la battaglia era andata avanti per circa una quindicina di minuti. Ora che finalmente avevano finito di lottare, tutti si erano girati in direzione di Paul.
    -Oh, e va bene, ho parlato troppo presto!
    -Direi che hai gufato alla grande, amico...
    -Non è il caso di stare qui a perdere tempo- si intromise Mike. -Se non sbaglio qualcuno dovrebbe ispezionare dei mondi...
    Il gruppo si avviò in direzione della cima della montagna, dove avevano lasciato la Gummiship ben nascosta. Mike, alla cloche, puntò il muso della navetta verso l’alto e la fece partire. Il viaggio e l’atterraggio furono tranquilli. Pochi secondi dopo il loro arrivo, i ragazzi si resero conto di essere arrivati in un posto dove il clima era opposto a quello che avevano appena lasciato. Soffiava un vento torrido che portava con sé migliaia di granelli finissimi di sabbia, e il sole picchiava tanto forte che al gruppetto faceva male la nuca già dopo pochi minuti. Sputacchiando sabbia, Mike chiese:- Ma dove siamo finiti?
    Paul rientrò nella navicella e il resto del gruppo sentì la sua voce arrivare dalla cabina di pilotaggio:- Siamo nel deserto davanti alle porte della città di Agrabah!
    -Allora andiamo in città a controllare.
    Il gruppo si avviò verso nord-ovest con le mani davanti alla bocca e gli occhi socchiusi per non esporli alla sabbia che veniva soffiata dal vento. Cinque minuti dopo, con la faccia graffiata dai granelli di sabbia, i ragazzi si ritrovarono davanti a un alto cancello di legno massiccio. Bussarono forte e, dopo qualche secondo, il cancello si aprì. Ad aprirlo era stato un ragazzo muscoloso in canottiera e jeans corti. Betty e Bella cominciarono a guardarsi negli occhi con aria furbetta e un mezzo sorriso sulle labbra. Fortunatamente per loro, i ragazzi non se ne accorsero.
    -Salve.
    -Ciao. Noi siamo Mike, Duke, Betty, Paul e Bella. E tu?
    -Mi chiamo AJ. AJ Orion.
    Mike si guardò intorno. Vide alte costruzioni dipinte di giallo, casse e molti cumuli di sabbia. Ma a quanto pare quella città mancava di vitalità. Le finestre erano sprangate e per le strade giravano solo due o tre passanti frettolosi. I bazar erano tutti vuoti a parte uno in un angolo, sotto la tenda del quale il venditore sonnecchiava, sicuro di non dover servire clienti.
    -Già, in questo momento nessuno preferisce uscire di casa- disse AJ come se avesse letto i pensieri di Mike. -Da quando c’è in circolazione la banda di Talun, il luogo più sicuro è la propria casa, e nessuno la lascia quasi mai. Ma dopotutto neanche quella è più tanto sicura, ormai...
    -Che intendi, AJ? Spiegati meglio.
    AJ fece un lungo sospiro. -Talun è il capo di una banda di predoni del deserto. Ultimamente si sono spostati dalla loro zona e sono venuti qui ad Agrabah. Sono una cinquantina di uomini, in tutto. Malvagi e senza scrupoli. Quando gli gira vengono qui, rubano dai bazar incustoditi o rapiscono gli abitanti. Arrivano anche a fare irruzione nelle case e a rapire donne e bambini indifesi. I pochi che riescono a fuggire dalla loro terribile prigionia sono talmente sconvolti che non riescono a raccontare niente. È facile capire che possono aver subito chissà quali soprusi... E non è tutto, purtroppo. Ci hanno privato di tutti i migliori guerrieri, quindi la città ora è in balia di quel bastardo...
    Alla fine del discorso AJ riprese fiato. Aveva parlato ininterrottamente ed era rosso di rabbia. Era evidente che il restare lì senza far niente lo frustrava enormemente.
    -Hanno anche preso mio padre- soggiunse poi con voce bassissima.
    -Cavolo AJ... mi dispiace...
    -Possiamo fare qualcosa?
    -Sì. Andarvene. Andarvene finché siete in tempo.
    Duke e Mike si fecero avanti.
    -Non ci pensare neanche. Scappare non è nel nostro stile.
    -Già. Noi non abbandoniamo un amico.
    AJ li guardò negli occhi. Non disse nulla, ma il suo sguardo era colmo di gratitudine.
    -Su venite, vi faccio vedere casa mia.
    I cinque seguirono il loro nuovo amico attraverso un vasto portone e giunsero in un vicolo cieco. AJ li condusse verso una porta e aprì con fare ospitale. -Accomodatevi- disse sorridendo.
    La casa era piccola ma accogliente. Le pareti erano dipinte di azzurro, in modo tale che la casa avesse un’aria di freschezza. AJ aprì un piccolo congelatore nell’angolo e tirò fuori qualcosa.
    -Avete mai assaggiato un gelato al sale marino?
    -Cosa?
    -Un gelato al sale marino. Come fate a non conoscerlo? Probabilmente è la cosa più buona che esista sulla faccia della Terra!
    Betty scartò il suo e staccò un piccolo morso. -Oh! È... dolce... ma è anche salato! È buonissimo!
    In breve tutti stavano leccando e staccando morsi dal loro gelato, seduti al tavolo di legno. Pochi attimi dopo, Paul adocchiò una spada poggiata sul divano. -Forte quella sciabola! È tua?
    -Certo. Mio padre la trovò nel deserto molti anni fa. Prima di essere rapito me la lasciò e mi disse di impegnarmi e di imparare a usarla. Mi sono allenato duramente per anni, ma finalmente ce l’ho fatta: ho imparato quasi tutte le tecniche e posso dire di cavarmela bene.
    -Posso provarla?- chiese Paul.
    -Certo, fa pure.
    Paul si avvicinò e la prese per il manico. La sciabola non si mosse di un millimetro.
    -Beh? Perché non la prendi?- chiese Bella.
    -Uff... è pesantissima!
    Paul riuscì finalmente a sollevarla con entrambe le braccia, ma dopo tre secondi la lasciò cadere di schianto sul divano.
    -Accidenti, ora capisco perché ti ci è voluto così tanto per imparare a usarla!
    AJ ridacchiò. -Già. È un punto a mio favore. Se anche qualcuno riuscisse a disarmarmi, dubito che potrebbe usare la mia sciabola, a meno che non sia forte abbastanza da riuscire a sollevarla.
    I sei ragazzi passarono ancora qualche minuto in allegria terminando i loro gelati. Alla fine, Mike tornò serio. -Ok. Questi predoni non possono restare impuniti. Credo sia ora di dargli una lezione.
    -Sì! Io sono pronto!- esclamò Paul.
    -Calmati, Paul- intervenne Duke. -Come AJ ci ha già accennato, ci troviamo in una situazione difficile da gestire. Siamo in un rapporto di circa 10 a 1, non sarà facile. Abbiamo bisogno di un piano per infiltrarci o per ingannarli.
    Betty alzò la mano. -Io avrei un’idea.
    -Che hai in mente?
    -Prima devo sapere una cosa. AJ, qui in città ci sono forgiatori di spade?
    -Mhh... non saprei... sono stati rapiti tutti.
    -Oh...
    -Aspettate... forse il vecchio Rasej è ancora in città. Venite, andiamo a controllare.
    Il gruppo si precipitò in strada dietro AJ e corsero a casa dell’anziano forgiatore di spade.
    Ansimando, Mike si avvicinò a Betty:-Che cosa intendi fare?
    -Ve lo spiego quando saremo lì... anf... anf... anche Rasej deve sentire.
    Mike sospirò sconsolato:-Possibile che quando ti metti in testa qualcosa non c’è modo di fermarti?
    Betty lo guardò con un sorrisetto:-Mi conosci, Mike.
    Il ragazzo scosse la testa e continuò a correre. Ormai la mente di Betty aveva partorito qualcosa e se le avessero impedito di fare ciò che voleva, avrebbe tenuto loro il broncio per una settimana, e questo Mike lo sapeva bene. Come quella volta che Betty voleva a tutti i costi andare a fare shopping. I due non si erano rivisti per 4 giorni. Nel giro di tre o quattro minuti i sei arrivarono davanti a una casa simile alle altre. AJ bussò ed entrò in una piccola stanza arredata come un salotto. Una vecchietta seduta su una poltrona stava leggendo un libro e alzò lo sguardo quando li vide entrare.
    -Salve, signora Harak.
    -Oh, salve AJ. È sempre un piacere vederti, ragazzo mio... ma dimmi, chi sono i tuoi amici?
    -Già, dimenticavo... loro sono Duke, Bella, Mike, Paul e Betty. Sono arrivati da poco in città.
    -Salve, signora- sorrise Mike educatamente.
    -Buongiorno, giovanotti. Mi dispiace che siate arrivati in città in un momento brutto come questo...
    -Signora Harak, c’è suo marito?- chiese AJ.
    -Oh... sì, è di là, sta leggendo un giornale. Gli dico che siete arrivati.
    -Grazie mille.
    I cinque ragazzi si avvicinarono a Betty. -Allora,- cominciò Duke -che cosa hai intenzione di fare?
    -È un piano un po’ contorto, ma potrebbe funzionare. Pensavo di spacciarci come venditori di spade e presentarci al rifugio dei predoni, per poi dare delle armi ai superstiti.
    Duke si porto una mano al mento e si grattò la barbetta incolta, riflettendo.
    -Ti rendi conto che come piano è folle?
    -Tira fuori un’idea migliore, allora.
    Duke restò in silenzio
    -Ecco, appunto. Non abbiamo alternative, dobbiamo rischiare.
    In quell’istante Rasej entrò nel salotto con in mano un bastone.
    -Salve AJ, come va? Ti sei allenato con la sciabola?
    -Tutto bene, Rasej. Sì, ho fatto esercizio. Tu, tutto bene?
    -Sai com’è... la vecchiaia ormai comincia a farsi sentire... comunque, ragazzo, credo che tu sia qui per chiedermi qualcosa. Dimmi tutto.
    -Abbiamo bisogno che ci prepari una ventina di sciabole. Ti è possibile? Se serve, siamo pronti a dare una mano.
    -Tranquillo, non è il caso. Ho una quindicina di sciabole da affilare, quindi in mezz’ora dovrei finire. Quelle cinque in più sono indispensabili?
    -No, tranquillo, quindici basteranno. Abbiamo intenzione di liberare gli ostaggi dei predoni della banda di Talun.
    Per la sorpresa Rasej lasciò cadere il bastone e rischiò di cadere, se Paul non fosse intervenuto tempestivamente sorreggendolo da dietro.
    -Grazie, figliolo... liberarli? Dici sul serio?
    -Sì. I miei amici si sono offerti di aiutarmi.
    -Hai tutto il mio appoggio, allora. Restate qui, tra poco vi porterò le sciabole affilate a dovere- e si avviò con andatura lenta e leggermente zoppicante verso la sua stanza.
    La moglie di Rasej, gentilmente, fece accomodare il gruppetto in cucina, dove offrì loro delle tazze di tè freddo e qualche biscotto.
    -Voi avete esperienza con le sciabole?- Chiese AJ.
    -Oh, a noi non servono le sciabole- sorrise Mike.
    -Davvero? Che tipo di arma usate allora?
    I tre Keyblade apparvero nelle mani dei rispettivi detentori. AJ, però, parve confuso. -Ehm... non capisco...
    -Non conosci il Keyblade?
    -No.
    -Io sì- disse la signora Harak avvicinandosi. -Quando ero giovane c’era un ragazzino che aveva un’arma chiamata Keyblade e che è passato di qui. Ne ha fatte di cotte e di crude! E c’erano anche quei dannati esseracci neri! Ricordo bene che distrussero gran parte della città combattendo contro Jafar, il genio malvagio. Meno male che poi Aladdin, con l’aiuto del Genio, la ricostruì.
    -Uao, questa storia non la sapevo... scommetto che Sora è passato anche da queste parti.
    -Quindi anche voi potete usare il Keyblade?
    -Già.
    -Posso provare a tenerlo in mano?
    -Certo- gli rispose Duke porgendogli l’Anima di Fenice.
    AJ lo soppesò per alcuni secondi, poi il Keyblade scomparve dalla sua mano e ricomparve un attimo dopo in quella di Duke.
    -Non capisco... che è successo?
    -Credo significhi che solo i prescelti possono impugnare un Keyblade... chi non lo è non può usarlo, e se ne ha uno in mano, quello ritorna da suo possessore.
    -Oh... che peccato... mi sarebbe piaciuto averne uno...
    -Secondo me è meglio così- disse Bella. -Tu ti sei allenato duramente per utilizzare la sciabola di tuo padre, non sarebbe giusto ora accantonarla.
    -Senza considerare che il tuo stile di combattimento con la sciabola è del tutto differente dal nostro con il Keyblade- continuò Mike.
    -Già, avete ragione.
    Sentirono un rumore provenire dal salotto.
    -Ehi, che cosa è stato?
    AJ scattò per andare a controllare e vide 5 o 6 persone già nella stanza e altre che dovevano ancora entrare. La signora Harak era stata buttata a terra e il marito era accanto a lei e guardava indignato il gruppo. AJ cercò di sguainare la sciabola ma non vece in tempo. Mike e Duke, seguiti da Betty, Bella e Paul, videro solo i predoni che avevano sollevato AJ di peso e che lo stavano trascinando via, mentre lui si dimenava e urlava. Uno dei predoni gli mise un pezzo di stoffa in bocca soffocando le sue urla, poi gli diede un forte pugno in testa per farlo svenire. I cinque erano paralizzati dall’orrore e non si mossero se non dopo che i predoni si furono allontanati.
    -Presto, dobbiamo seguirli!
    Mike evocò il Cuore di Drago e corse fuori. I predoni si stavano allontanando verso una specie di portale nero e sghignazzavano fra loro: -È stato facile, eh?
    -Già, che scemi, li abbiamo fregati alla grande!
    -Nexar sarà davvero contento, non pensate?
    Duke interruppe il conciliabolo gridando: -Ehi voi, fermatevi e ridateci AJ!
    Il gruppo di predoni scoppiò in una sonora risata. Il più grosso di loro alzò un pollice sporco dicendo con voce spavalda: -Fidati, ragazzino. Se rivolete il vostro amico, dovrete prima toglierci di mezzo tutti!- Fece un cenno al predone che sorreggeva AJ e quello subito scappò attraverso il varco.
    Duke si fece avanti minaccioso: -Dov’è andato quel tizio?
    -Ti piacerebbe saperlo, eh, ragazzino?
    Duke si mosse rapidamente e colpì il capo del drappello al fianco e poi alla bocca dello stomaco con due pugni poderosi, facendolo cadere a terra con un tonfo.
    -Detesto quando mi chiamano ragazzino- disse guardando il capo dei predoni dall’alto in basso.
    Il gruppo di predoni sguainò le sciabole e si lanciò sui cinque ragazzi, i quali chiamarono a sé la propria arma e cominciarono un nuovo combattimento. Per quanto dei semplici tirapiedi, i predoni erano ben addestrati nell’uso della sciabola e davano problemi al gruppo, soprattutto a Bella e Paul, che non potevano fare altro che lanciare magie Reflex. Mike combatteva contro tre predoni ed era in difficoltà. La sua abilità con il Keyblade non era ancora elevata, quindi era costretto molte volte a parare e ad usare anche lui la magia Reflex. A un certo punto, però, non fu abbastanza veloce e venne colpito da un fendente sulla guancia sinistra. Si toccò la ferita e vide la mano rossa di sangue. La ferita bruciava, ma Mike cercò di ignorare il dolore e con un rapido movimento del Keyblade riuscì a disarmare uno dei tre predoni e ad atterrarlo. Gli altri due non persero tempo a soccorrere il compagno a terra e continuarono ad attaccare senza tregua, finchè Paul non gridò: -Reflexra!
    I predoni che aveva intorno vennero sbalzati indietro da un’esplosione e rimasero interdetti per qualche secondo, e Paul approfittò dell’occasione avvolgendoli in cerchio di fiamme con la magia Fire. Anche gli altri provarono a gridare “Reflexra”, ma fu inutile. Riuscirono solo a lanciare una Reflex comune e non furono in grado di stordire gli avversari. Per Betty e Duke il combattimento corpo a corpo stava diventando sempre più sfiancante ogni minuto che passava. Le braccia si facevano sempre più pesanti e il corpo non riusciva a compiere movimenti fluidi. Fino alla settimana prima i ragazzi che in quel momento erano nel bel mezzo della mischia erano dei semplici adolescenti, non dei guerrieri. Per Mike però non era così. Il ragazzo era stato abituato ai combattimenti prolungati. Il suo stile di combattimento prevedeva l’utilizzo di proiezioni in rapida successione per concludere un incontro in breve tempo. Con il suo sensei era diverso, però. Riusciva a evitare le sue tecniche, lo sfiancava finchè, dopo un po’ di tempo, il sensei non decideva di proiettarlo a sua volta, il più delle volte con successo. Non faceva altro che ripetergli, dopo averlo atterrato: “Impara a sopportare i combattimenti lunghi, Mike. Non combatterai sempre contro avversari come me, che si limiteranno a mandarti al tappeto. Un giorno incontrerai sicuramente qualcuno disposto a tutto pur di vincere, e sta pur sicuro che non combatterà lealmente, cercherà in ogni modo di stancarti e finirti, se gliene dai la possibilità”.
    -Hmpf- sogghignò Mike deviando una sciabolata -Chi l’avrebbe detto che la previsione del sensei si sarebbe avverata in questo modo...
     
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