Ancient Fears

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    Titolo: Ancient Fears
    Autore: Gabry
    Fandom: Original
    Rating: Orange
    Warning: Morti mediamente violente, e se ci riesco scene paurose :ahsi:
    Pairing: Nessuna in particolare
    Trama: Siamo in un mondo immaginario, dove passato e futuro si fondono in un presente confuso. La trama gira attorno a due sette rivali, la prima, la Astahaar, ha come obiettivo il risveglio di quattro figure leggendarie, secondo loro portatrici di morte. La seconda, la Gerniah crede che queste stesse creature portino invece pace e prosperità. In realtà lo scopo di entrambe le sette è dominare su tutto il mondo, la prima con un messaggio di morte, la seconda guadagnandosi l'idolatria della gente tramite opere di bene.
    Dieci ragazzi della Gerniah, membri di una loro squadra definita Skyriders, ha il compito di recuperare quante più reliquie possibile per risvegliare le creature, prima che lo faccia la Astahaar.
    Note: Questa è la mia terza fanfiction, la seconda original. Premettendo che non abbandonerò la mia precedente Fiction Gliese anno 34 d.A., spero che questa fanfiction possa deliziarvi quanto lo faceva la mia precedente. Aggiungo inoltre che questa è una mia sfida personale. Con Gliese ho momentaneamente fallito, ma se riuscissi a concludere questa, mi sentirei pronto per finire la fan fiction fantascientifica.
    Wordcounter: 1195 (se il wordcounter le ha contate bene xD)



    Chapter 1 - I can feel the beating of our hearts

    Il percorso era già stato stabilito. Il calore emesso dalla sua Hovermoto gli riscaldava le gambe, e un piacevole venticello rinfrescava il suo viso. Il suo veicolo era il più bello di tutti. Le ruote azzurre luminose lasciavano una scia celeste non abbastanza veloce da raggiungere la moto. La carrozzeria invece era nera, il sedile azzurro, lui invece indossava una tuta bianca aderente, con sfumature anch'esse azzurre ed un casco con la visiera sollevata. Pochi secondi dopo venne affiancato da un ragazzo su una Hovermoto totalmente rossa, vestito con una tuta scarlatta ed il casco sotto il braccio, mostrando all'avversario i suoi lunghi capelli biondi.
    "Alla buon'ora, Mel!" Esclamò il primo abbassando la visiera grigia trasparente. "Cos'è, il tuo bolide non voleva partire?" Aggiunse agitando le mani.
    "No, Efrah, ero impegnato a cercare dei pezzi di ricambio per la tua moto, non vorrei che restassi a piedi!" Rispose scherzosamente il biondo ridacchiando.
    "Me la sono cercata." Sussurrò Efrah scuotendo la testa. "Ok signorina, al mio 3!" Esclamò poi all'avversario. "1, 2 e... 3!" I due partirono e le moto si sollevarono per aria senza spostare minimamente la terra. Fu una sfida insolitamente alla pari, solitamente aveva sempre vinto Efrah con il suo bolide nero distaccando di diversi decimi di secondo l'avversario. Mel allora era davvero migliorato, si notava anche dalla sicurezza che aveva quando si teneva stretto alla moto e dalla postura più aerodinamica. La vittoria andò comunque ad Efrah, grazie ad uno sprint finale, riuscendo a distaccarsi di pochi centesimi di secondo. Superato il traguardo i due rallentarono e si diedero il cinque in corsa, fino a fermarsi del tutto e togliere i caschi. Efrah aveva dei capelli neri portati all'indietro, i suoi occhi invece erano di un azzurro profondo, mentre quelli di Mel erano verdi come l'orecchino che portava all'orecchio sinistro. Si incamminarono a piedi lungo il sentiero, trainando a mano le moto. Il sole cominciava a tramontare illuminando il cielo di arancione. Passarono tutto il cammino tra complimenti e ringraziamenti.
    "La mia Hastebrahim non è più quella di una volta." Disse Efrah ad un certo punto. "Ormai è un modello troppo vecchio, non è più il bolide pieno di energia che era un tempo." Aggiunse in un lungo sospiro riferendosi alla sua hovermoto nera. Quel nome glielo aveva dato lui, ed era l'unione delle parole Veloce, Nero e Lampo, in lingua Lesus, tribù che vive in mezzo alla foresta del luogo.
    "Resta comunque la moto migliore mai realizzata, ce ne vorrà prima che un modello possa raggiungere le sue prestazioni..." Aggiunse Mel sorridendo.

    Avvenne tutto in un nanosecondo. Shimbra e Crystal stavano tranquillamente passeggiando vicino al fiume. Ormai il sole era tramontato da qualche minuto e le due ragazze, la prima rossa, la seconda castana, stavano raccogliendo le loro cose per poi dirigersi a casa. Improvvisamente Shimbra avvertì un dolore indescrivibile alla spalla destra. La guardò senza coraggio e amaramente capì che era appena stata colpita da una freccia. Rapidamente una decina di uomini uscirono dall'ombra degli alberi, indossavano una tunica nera con decorazioni dorate. C'erano arcieri, spadaccini, maghi, lancieri.
    "Gli-Gli Astahaar! Affermò dolorante Shimbra, seduta a terra, la mano poggiata alla spalla ferita, che ben presto si colorò di rosso come i suoi capelli.
    Shimbra era una guerriera che usava due spade contemporaneamente, ed era ormai una fonte d'ispirazione nella Gerniah per le nuove reclute. Crystal faceva parte di esse, ed era molto inesperta, conosceva solo alcune magie basilari, insufficienti contro quello squadrone. Innalzò però una barriera trasparente davanti a lei e all'amica, poi uscì il telefono dalla tunica. Sapeva che numero fare.

    I due giovani si erano fermati per una pausa e in quel momento erano entrambi seduti, poggiati con la schiena alle rispettive moto.
    "La tua nuova postura è ottima quando vuoi andare veloce e sicuro, ma non è più adatta quando il tuo avversario è più veloce di te. In quel caso quando sei vicino a lui devi appiattirti di più contro l'hovermoto, dovete diventare un tutt'uno." Spiegò Efrah gesticolando e toccandosi i capelli attorcigliandoli alle dita. Fece una pausa, ma quando fu sul punto di ricominciare il suo cellulare cominciò a squillare.
    "Ma... Che suoneria è?" Chiese stupito Mel per lo strano suono emesso dal cellulare. Il moro non si degnò di rispondere ed accettò la chiamata.
    "Cry, che succede? Sento delle urla..." Chiese cercando di percepire la voce della castana. Mel appena capì chi era al telefono, pretese di poter parlare con lei dato che ne era invaghito, ma Efrah fece segno con la mano di aspettare.
    "Arriviamo." Disse infine chiudendo la chiamata. "Non c'è tempo per spiegare." Affermò indossando il casco e salendo sulla moto. "Seguimi, Crystal e Shimbra sono in pericolo." Abbassò la visiera e partì, mentre il cuore di Mel perse un colpo.

    La rossa e la castana videro due moto fiondarsi dall'alto verso i nemici e tirò un sospiro di sollievo, a malincuore però si accorse che i due cavalieri non erano chi lei sperava.
    "Oh mio Dio, è ferita." Disse uno scendendo dalla moto blu e scattando verso Shimbra muovendosi tra i cadaveri dello squadrone, mentre l'altro, moto porpora e tuta blu toccò con la mano la spalla di Crystal, chiedendole se fosse ferita ma lei scosse la testa.
    Ben presto tutti i rumori furono sovrastati dal rombo di altre due moto, facendo scappare i due misteriosi cavalieri.
    Fecero per raggiungerli, ma si accorsero che sarebbe stato inutile, così Mel si fiondò da Crystal ed Efrah da Shimbra. Fu tutta una tortura di domande inutili, come chiedere ad una ragazza con una freccia conficcata se stesse bene.

    Tornarono al Tempio a sera, dove i sacerdoti ebbero modo di curare Shimbra. Fortunatamente non era grave e la cura fu rapida, efficace e quasi indolore. Cenarono in silenzio in mezzo agli altri ragazzi, e quando tutti furono nelle proprie stanze, Shimbra ed Efrah si ritrovano in cortile, gli occhi grigi di lei illuminati dalla Luna. Lui indossava la tunica della Setta, azzurra decorata con motivi astratti bianchi.
    "Come stai ora?" Cominciò lui sedendosi su una panchina e lei fece lo stesso. Si sgranchì le braccia e rispose tranquillamente "Benissimo, fortunatamente abbiamo degli ottimi sacerdoti. Me la sono cavata con una cicatrice quasi invisibile."
    "Per fortuna Crystal aveva il cellulare. Credo di piacerle, mi sta sempre dietro." Affermò lui scherzosamente. "Per una volta la sua ossessione è stata utile..."
    "Già, Crystal..." Disse fissando le ginocchia. "E tu? Ti piace lei?"
    "E'... Carina..." Rispose lui guardando in alto e grattandosi la nuca. Lo sguardo di Shimbra si fece più cupo e lui capì la situazione.
    "E' carina, ma tu sei speciale." Le accarezzò dolcemente una guancia e lei sorrise imbarazzata. Successe in un attimo, le loro labbra si avvicinarono e si toccarono, le mani candide della rossa afferrarono la nuca del ragazzo, che a sua volta le avvolse i fianchi con le braccia. Le labbra si staccarono, ma il resto del corpo rimase in quella posizione, naso contro naso, fronte contro fronte, occhio che guarda occhio, cuore a contatto con cuore.
    "Posso sentire il tuo cuore, il mio cuore... coordinati." Affermò lei sorridendo, le guancia rosse. Ripresero a baciarsi, lui avrebbe voluto spogliarla, lei lo avrebbe voluto altrettanto, ma non in quel posto.

    ---------------------------------------------------------

    E' lungo come primo capitolo, spero che lo leggiate comunque, è solo un'introduzione ai primi quattro personaggi, il prossimo capitolo li vedrete tutti e dieci all'opera ;)

    Edited by •Gabry‚ - 25/9/2011, 01:22
     
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  2. Roxy!
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    Gabri da quanto!! XD

    E' carino l'inizio, le Hovermoto... :Q___

    Sono curioso di leggere come saranno gli altri, e naturalmente come incomincierà il tutto.

    solo una cosa, un dettaglio, in effetti...

    CITAZIONE
    "E tu? Ti piace lei?"

    magari l'avrei scambiato con un "E a te interessa lei?" poi boh, magari sbaglio!!!

    Alla prox, mi racco!!!!
     
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    Lo terrò a mente ^^ Ora faccio i compiti e mi metto a scrivere il secondo capitolo, però voglio più lettori è_é
     
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    Chapter 2 - No more Hope

    "Do-Dove mi trovo?" Si chiese Lux e la sua voce risuonò ovunque. Si trovava in una stanza grigia con al centro un tavolo di metallo e due sedie, lui era vestito di arancione ed aveva attaccato al petto un numero. Provò a toccarsi i lunghi capelli biondo platino, ma le sue mani erano legate al tavolo da delle manette energetiche. Non capiva dove si trovava, e cosa avesse fatto per finire lì, o come ci fosse finito, ed ebbe un tuffo al cuore. Cominciò a guardarsi intorno freneticamente, quando una porta alla sua sinistra sì aprì. Quest'ultima era quasi invisibile, dato che era del tutto grigia come le pareti, ed una volta aperta il grigio si fece più chiaro illuminato da una luce giallina.
    "Summer! Summer! Che ci faccio qui?" Chiese mentre si sedeva e guardava l'amica entrare. Aveva dei capelli ricci castani che le arrivavano alla vita ed indossava una giacchetta grigia che lasciava scoperto l'ombelico ed una minigonna grigia con cintura e stivaletti argentati. Si sedette e cominciò a pronunciare parole incomprensibili, sembrava quasi posseduta, poi prese una pistola dal tavolo, anche se prima non c'era, o almeno non l'aveva vista. La donna che sembrava Summer puntò i suoi occhi marroni su quelli azzurri del ragazzo, che capì che c'era qualcosa che non andava in lei, non era la ragazza solare e simpatica che era una volta.
    La fronte del biondo venne poi a contatto con qualcosa di freddo, e capì che Summer gli aveva puntato contro la pistola.
    "Summer, cosa stai facendo? Sono io, Lux! Summer!" Diceva lui, e lei rispondeva con altre frasi intraducibili. "Su-Summer, posa quella pistola, per favore!" La ragazza sembrò ascoltarlo e Lux tirò un sospiro di sollievo. Summer si alzò e si avvicinò a lui, tirando un calcio alla sua sedia facendolo cadere a terra con le braccia ancora legate al tavolo, che subirono uno strappo muscolare, poi lei gli saltò addosso e gli sbottonò la camicia arancione, poi lo baciò, lasciandolo in una sensazione di stupore mista a piacere. Lei le era sempre piaciuta. All'improvviso uno scoppio, poi tanto sangue, cominciò pure a sputarlo. Quando lei si alzò capì la situazione, gli aveva sparato senza che se ne accorgesse, la sua vista si annebbiò e tutto si sdoppiò, il dolore scomparve e prese il suo posto una sensazione di sollievo, ma continuava a sanguinare. Dopo pochi secondi non sentì più il suo corpo, ed infine l'unica cosa che vide era Summer che gli puntava di nuovo la pistola alla fronte.

    Sfrecciavano pericolosamente in mezzo alla folla Summer e Yebin, una mano stretta al manubrio delle proprie Hovermoto, l'altra mano una pistola. I loro bolidi erano più piccoli di quelli di Efrah e Mel, per questo erano adatte a quel tipo di missioni cittadine. La moto di Summer era verde acqua, quella di Yebin blu elettrica, ed entrambe avevano delle ruote gialle, sedili e manubri neri.
    "Dannati Mietitori!" esclamò lui sparando qualche colpo verso dei tizi vestiti di bianco incappucciati, che caddero rovinosamente a terra lasciando la presa delle loro spade. Nient'altro che comuni delinquenti di città, la sola scocciatura era che invece di dare la caccia all'Astahaar erano impegnati a tenere a bada qualche teppista da quattro soldi.
    "Già, proprio oggi che è il mio compleanno! Sbrighiamoci, non voglio mancare alla mia festa a sorpresa!" Replicò Summer scherzosamente e Yebin sussultò.
    "Quale festa a sorpresta?" Chiese lui facendo lo gnorri.
    "Non provarci, vi ho visti mentre preparavate tutto nel granaio! Vi avevo chiesto di non organizzare niente." Rispose la castana uccidendo altri Mietitori, poi sospirò. "Da oggi ho diciotto anni, e allora? Continuerò a fare sempre la stessa cosa, stare rinchiusa al tempio e uscire solo per uccidere dei mietitori qualsiasi, e per cosa? Per ristabilire l'ordine delle cose? Ma non è compito degli uomini di legge?"
    Yebin sbuffò. "Summer, stai scherzando? Quelli sono capaci solo di mangiare ciambelle e stare seduti a giocare a carte, se non ci pensiamo noi questo posto andrebbe in rovina."
    "Ci andrà lo stesso se non fermiamo la Astahaar."
    "Astahaar o meno, il mondo andrà in rovina comunque, noi stiamo solo rallentando il processo." Ammise infine lui, mentre 'mieteva' altri Mietitori. "E la cosa brutta è che la gente ci odia per il casino che combiniamo per salvarli da un casino maggiore! Perchè non capiscono?"
    "Perchè è tutto un gioco di Destino, credo che lui lo definisca Karma. Un giorno lui ci donerà la felicità." Destino era la divinità principale della setta, colui che donò all'umanità l'anima, l'essenza della ragione e del torto, giusto e sbagliato.
    Finita la ronda i due trascinarono le loro Hovermoto fino a casa. Erano più piccole dei bolidi di Efrah e Mel, ed anche meno veloci, ma di sicuro erano più agili e capaci di muoversi in spazi stretti, l'ideale per chi deve muoversi fra le strade della città. Quella di Summer era grigia e dorata, invece quella di Yebin"Ascolta, per oggi è andata, ma avrai modo di rifarti domani. Farò io la ronda cittadina per te, tu divertiti."

    Quella sera, a malincuore, Summer acconsentì a partecipare alla festa, ma era sovrappensiero, per la prima volta nella sua vita, capì che la ragazza sicura di sè, solare e socievole non esistiva più, forse non lo era mai stata. Cosa stava facendo lì, ad assecondare undici ragazzi che si azzardava a definire migliori amici? Si stavano preoccupando di lei? Perchè nessuno si era ancora accorto che l'unica a non festeggiare fosse lei? Eppure sentiva che qualcuno pensava a lei, in quella festa dell'ipocrisia. Si alzò e si girò per uscire dal granaio, ma le si parò davanti Yebin.
    "Summer, ti ho vista seduta in quell'angolo, che cos'hai?" Chiese lui preoccupato, due bicchieri di vino in mano. "Prendine uno, ti farà bene!"
    Lei di malavoglia ne prese uno e lo sorseggiò, dirigendosi verso l'uscita, seguita da Yebin.
    Lui sospirò e si toccò i capelli neri corti. "Summer, Summer, ascoltami per favore." Disse. "Dai, siediti e dimmi cos'hai." la ragazza chinò e scosse la testa.
    "Perchè non vuoi liberarti? Sai che di me ti puoi fidare, saprò ascoltarti." Chiese lui con in sottofondo il canto monotono dei grilli. Niente, quella ragazza era come una cassaforte in una banca. D'istinto avvolse le sue spalle con il braccio e la strinse a sè, baciandole i folti capelli ricci. "D'accordo, se non vuoi darmi la sicurezza delle parole, dammi quella di un tuo abbraccio..." Elemosinò infine, e lei acconsentì, bagnandogli la spalla della tunica con le sue lacrime malinconiche.
    "Non abbandonarmi..." Sussurrò Summer stringendolo più forte e quel canto dei grilli tanto bello quanto noioso, diventò una sinfonia orchestrale e quel cielo stellato il loro palcoscenico. Era solo un abbraccio, ma per lui valeva oro. Avrebbe voluto dirle tutto, ma se lei non avesse pensato le stesse cose? No, meglio limitarsi a quell'unione amichevole di corpi.

    Per tutti quella fu una notte insonne, e per chi non era abituato fu un vero inferno, specialmente per Janice e Sam, maghi del computer. Lei occhi azzurri, capelli biondi legati a chignon, occhiali da vista, lui carnagione scura, capelli neri e occhi marroni. Janice amava molto divertirsi e fare festa, ma non aveva mai passato una nottata intera senza dormire. Sam invece, tipo riservato e maniaco dell'igiene, pur essendosene andato qualche ora prima, era distrutto. Entrambi erano ragazzi timidi e riservati e tra di loro c'era una certa rivalità che li confortava. Quella mattina si sarebbero dovuti vedere prima con Rhem e Gwimm, poi con il resto del gruppo nell'aula magna, ma nessuno di loro dodici sapeva il perchè.
    Decisero di incontrarsi al parco dietro il tempio, i capelli biondi delicati della Nerd seguivano il vento, dato che per una volta non erano a chignon, mentre quelli di Sam erano tutti sparati in aria, evidentemente non si era ancora pettinato, cosa alquanto insolita, entrambi però avevano in volto un'espressione stanca e assonnata, che neanche una secchiata d'acqua avrebbe potuto estinguere. I due gemelli invece sembravano tranquilli, come se avessero dormito per dieci ore consecutive. Rhem e Gwimm potevano vantare di avere una salute di ferro, forse c'entrava quello, o forse non erano umani. Erano due gemelli omozigoti, con i capelli argentei e gli occhi neri come la pece, ma con caratteri, acconciature e divertimenti totalmente diversi.
    "Oh, ecco qui i nostri secchioni di fiducia!" Esclamò Rhem indicando i due Nerd del gruppo. Lui era il buffone di turno, la sua simpatia era particolarmente insulsa quanto contagiosa.
    "Piantala Rhem, non sei divertente." Pareva che l'unico immune alla simpatia del fratello fosse appunto Gwimm, che invece era l'esatto opposto, quello che recitava la parte del chiuso e asociale. "Ricorda che se sono qui è solo per farti un favore."
    "Non serve che reciti con me, lo so che il nostro gruppo ti piace." Rispose Rhem accarezzandosi i capelli corti ed abbracciando i due occhialuti,a differenza di Gwimm che strinse loro la mano e si sistemò il ciuffo che gli copriva l'occhio destro.
    Si incamminarono poi verso l'entrata posteriore del tempio, per poi prendere le scale e salire in aula magna. Tutto il tempio era pieno di colori scuri e di luci fioche provenienti da lampade semi-spente, c'erano molte persone immerse in preghiera e tutto creava un'atmosfera cupa, quasi inquietante. Poi si salivano le scale posizionate in un angolo ed era come passare da un mondo ad un altro. Atmosfere caste facevano ancora da sovrane, ma era un luogo decisamente più sorridente, non più pareti scure, ma metà bianche e metà azzurre, Grossi lampadari ad illuminare ogni angolo del corridoio e delle stanze, quadri appesi qua e là e simpatiche sacerdotesse insegnanti. Tutto sommato era un'ottima scuola, ma principalmente restava una setta.

    Arrivò per primo in Aula magna, il ragazzo biondo platino, seguito dal suo migliore amico Qusihan, castano, occhi blu. Il primo pensava ancora a quel sogno assurdo ed al significato che potesse avere. Tutti i sogni sono donati da Destino, e tutti contengono un messaggio- insegnava la professoressa di tecnologia -distinguere il messaggio vero da quelli falsi spetta a noi. Questo era il problema, capire quale parte era vera, se Summer l'avrebbe ucciso, oppure se si sarebbe ritrovato davvero in quella cella, ma soprattutto lo inquietava il pensiero di non sapere quando sarebbe successo. Qusihan invece provava in tutti i modi a sdrammatizzare per farlo sentire meglio. Era l'unico infatti che sapesse del sogno.
    "Non pensarci, i sogni contengono innumerevoli dettagli, guardare solo quelli più ovvi ti porterà alla rovina." Diceva lui convinto delle sue parole.
    "Hai ragione... E' solo che... era così chiaro, sembrava reale." Ribattè il biondo fissando le ginocchia.
    "Ehi ragazzi!" Esclamò Summer all'aula semivuota ed il cuore di Lux perse un colpo. Istintivamente portò le mani sulla fronte come per coprirla. "Siamo in anticipo o sono loro in ritardo?" Chiese poi, notando solo dopo la strana posizione dell'amico e portò un dito sulle labbra. "Lu-Lux? Tutto bene?"
    "Sì,sta bene." Rispose Qusihan, "E' solo che il nostro amico qui ha paura degli incubi..." Affermò ridacchiando sotto i baffi.
    "Oh, davvero?" Si avvicinò a grandi passi verso Lux e si sedette accanto a lui, poggiando la testa sulla sua spalla. "Che incubo era?"
    "No-Non me lo ri-ricordo..." Balbettò lui posando le braccia sui bracciali delle sedie e alzando gli occhi verso il soffitto.
    -Ma sì, non devo preoccuparmi.- Pensò sospirando e accarezzandole i capelli.

    A breve l'aula si riempì e i dodici ragazzi vennero chiamati sul palco per introdurre la setta alle matricole.
    "Loro sono i dodici ragazzi diplomati più in gamba di tutta la scuola." Affermò il preside, un uomo sulla sessantina e con problemi di sovrappeso. "Amano chiamarsi Skyriders, ma non vi dico altro, parleranno loro per me." Concluse sedendosi su di una sedia al confine del palco, mentre il gruppo fece un passo in avanti. Il primo a parlare fu Efrah, che introdusse quello che era il compito della scuola ma principalmente della setta.
    "Comincio con il dare il benvenuto alle matricole e il bentornato a tutti gli altri. Come ben saprete questa non è una comune scuola, la nostra è una setta. Qui imparerete tutto quello che c'è da sapere sul culto del Destino e i suoi insegnamenti. L'obiettivo principale della setta però è garantire la pace per tutti i cittadini onesti e una punizione ai delinquenti. Ne è la prova l'ottimo lavoro che Summer e Yebin stanno svolgendo contro i Mietitori."
    "O il lavoro eccezionale che Sam e Janice stanno svolgendo meccanicamente revisionando i nostri veicoli, localizzando i nemici, raccogliendo informazioni davvero utili." Aggiunse Yebin.
    "Degna di nota è la guerra che Efrah, Mel ed i gemelli Gwimm e Rhem stanno combattendo contro la nostra setta rivale, la Astaha..." Summer non ebbe il tempo di finire la frase che il tetto crollò e macerie la seppellirono insieme a parte dei suoi compagni. Molte macerie finirono addosso anche agli spettatori nelle prime file, al preside ed alcune professoresse. Scoppiò il caos, il panico tra la folla e tra i sopravvissuti si infiltrò nelle loro menti come un virus letale, fumo ovunque, macchie nere e dorate uscirono dai buchi dei muri e del soffitto e cominciarono a uccidere chi non aveva ancora fatto in tempo ad andarsene. Efrah e Shimbra si batterono a colpi di spade, la loro sembrava una danza, lei veloce come un lampo attaccava gli avversari con le sue lame sottili e affilate come rasoi, lui agile e potente al tempo stesso, la sua spada non lasciava tregua a nessuno. Entrambi si coprivano le spalle a vicenda, protetti anche dai compagni rimasti. Però non era abbastanza, erano tutti feriti e stavano cedendo. Lux lanciava coltelli su coltelli, pugnalava chiunque si avvicinasse, neanche la freccia che gli aveva bucato una coscia non era riuscito a fermarlo. All'improvviso ringhia e abbai di cani che sbucarono quasi dal nulla, ricoperti da sottili corazze nere, puntarono verso altri sopravvissuti e quattro si avventarono su Qusihan, tentando di trascinarlo via. Quando Lux se ne accorse era già tardi, i cani avevano lacerato la sua carne e c'era sangue ovunque, lo trascinavano verso uno dei buchi sulla parete, ma Lux fu rapido ad afferrargli una mano. Il castano lo implorava di lasciarlo, ma neanche i cani che gli si attaccavano alla schiena riuscivano a fermarlo, li uccideva con la mano libera e cercava di eliminare anche i predatori dell'amico, ma riuscì ad uccidere un cane solo, e vide sotto i suoi occhi i rimanenti cani trascinarlo via per le gambe lungo la prateria, con in sottofondo le sue urla disperate.
    Urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Il suo migliore amico se n'era appena andato e non era riuscito ad impedirlo. Che fosse quello il messaggio nel sogno? Una parte di lui era morta quel giorno. Si guardò attorno e notò solo disperazione, nessuna speranza. Efrah, Shimbra, feriti su feriti. Un gruppo di una cinquantina di Astahaar aveva appena sterminato mezza setta, gran parte dei suoi compagni era sepolta sotto le macerie, forse erano anche morti, I pochi in piedi erano stremati, era la fine. Che motivo c'era di combattere ancora? E la cosa buffa era che lui avrebbe potuto prevederlo.
    "L'abbiamo trovato, ritiratevi." Esclamò un uomo con il megafono a bordo di un elicottero, e rapidi i sicari si dileguarono. Li lasciavano lì a morire come topi.

    Edited by •Gabry‚ - 24/9/2011, 00:32
     
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  5. Roxy!
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    bel capitolo, mi ha fatto venire un mente quegli sceneggiati sci fi americani pieni di azione*_*

    Povero Lux, chissà se si salva :ehm:

    e quante coppie che ci sono!

    *attende con asia
     
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    Chi è Asia? :UPirate:

    Non anticipo niente =P Comunque SPERO di postare il prossimo entro oggi, se riesco a scriverlo nel tempo che mi danno i compiti =ç= In ogni caso se non oggi domani ;) però voglio lettori ç_ç
     
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  7. Roxy!
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    XD
    Intendevo: aspetto con aNsia ahahah ho lasciato la enne :guru:
     
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    Mi sento in vena di commentare.
    Allora, non è male, nè in ambito di descrizioni nè in dialoghi, forse c'è qualche termine usato spesso -e volentieri- nel gergo familiare, ma cose non molto importanti.
    Per il resto la storia mi incuriosisce, trovo il secondo capitolo migliore rispetto al primo -cosa assai evidente- e chissà se Lux si salva.

    Comunque, i lettori li trovi su EFP, qui in questo forum c'è poca gente che legge le fan fiction.
    Pensa che io ho scritto una trilogia -che è ancora in atto- con solo 3 lettori fissi, però ho sempre continuato perchè è sempre stato un mio piacere, beh, ovviamente i commenti dei lettori oltre a far bene sono piacevoli (certe volte).
    Spero di essere stato d'aiuto. (:
     
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    CITAZIONE (Nemesis; @ 22/9/2011, 18:01) 
    Mi sento in vena di commentare.
    Allora, non è male, nè in ambito di descrizioni nè in dialoghi, forse c'è qualche termine usato spesso -e volentieri- nel gergo familiare, ma cose non molto importanti.
    Per il resto la storia mi incuriosisce, trovo il secondo capitolo migliore rispetto al primo -cosa assai evidente- e chissà se Lux si salva.

    Comunque, i lettori li trovi su EFP, qui in questo forum c'è poca gente che legge le fan fiction.
    Pensa che io ho scritto una trilogia -che è ancora in atto- con solo 3 lettori fissi, però ho sempre continuato perchè è sempre stato un mio piacere, beh, ovviamente i commenti dei lettori oltre a far bene sono piacevoli (certe volte).
    Spero di essere stato d'aiuto. (:

    Grazie, mi fa piacere sentire il parere di un altro scrittore ^^ Per quanto riguarda EFP, la sto pubblicando proprio adesso ^^ Spero che continuerai a leggere =)
     
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    Ecco il nuovo capitolo!

    Chapter 3 - An Hopeless future in front of us

    Il tempio era per metà distrutto, fisicamente e metaforicamente. Durante quel raid metà degli studenti cadde nell'oblio nero, la morte. Era arrivata così, all'improvviso, senza neanche il tempo di fiatare. Chi era rimasto sotterrato dalle macerie, chi invece aveva lottato per difendere il tempio. Restava da stabilire quale dei due gruppi era messo peggio. La disgrazia colpì in pieno anche gli Skyriders, Efrah, Shimbra, Yebin e Lux erano gli unici rimasti a combattere, tutti gli altri erano sotto le macerie, forse morti. Yebin si era subito messo a cercare Summer al momento dello schianto, ma fu tutto inutile, Lux aveva ancora stampata in testa quella scena orripilante, il suo amico allontanarsi trascinato violentemente da tre cani corazzati, quasi non ci credeva, però era reale, come lo erano quelle pareti crollate, quel tetto sfondato.

    Le ricerche durarono tutta la giornata, era ormai notte quando si riuscirono a trovare i primi superstiti, Sam e Janice. Entrambi avevano ferite gravi su tutto il corpo, gli occhiali erano persi chissà dove, vestiti strappati, capelli sporchi di polvere e strappati. Furono ritrovati privi di sensi. Poi venne il turno di Mel, di Crystal e di Gwimm. Summer e Rhem erano ancora dispersi. Efrah e Shimbra avevano ferite e tagli gravissimi per tutto il corpo, le loro tuniche erano ridotte a brandelli, le loro spade spezzate, le loro braccia rotte, e nessuna sacerdotessa a disposizione. Solo Lux e Yebin se l'erano cavata meglio fisicamente, ma emotivamente erano morti due volte. Loro due erano gli unici degli Skyriders che stavano aiutando a trovare i superstiti, e le loro unghia si spezzavano, le mani si riempivano di tagli, ma qualcosa accendeva la loro speranza. Entrambi provavano qualcosa per Summer, nessuno dei due avrebbe sopportato un'altra perdita del genere, per non parlare di Rhem, soprattutto per Yebin era come un fratello. Cercarono per ore e gli occhi azzurri di Lux si illuminarono di gioia e di speranza quando le sue mani ferite sporcarono qualcosa di morbido.
    "Yebin, Yebin, presto, vieni qui, forse l'ho trovata!" Esclamò al compagno che accorse subito speranzoso. Insieme scavarono, spostarono massi e le loro mani si laceravano ancora, le loro tuniche si sporcavano e si bagnavano con le lacrime. Presto emerse la testa. Aveva una grossa ferita sanguinante dalla fronte fino alla guancia sinistra, infettata dalla polvere delle macerie, bisognava curarla. Infine liberarono anche il corpo, della tunica restava ben poco e tutta la pelle era piena di tagli profondi.
    "Dovete essere realisti. Summer è messa malissimo, c'è un'alta possibilità che non sopravviva." Diceva il preside, miracolosamente sopravvissuto alla sepoltura delle macerie. Sospirò e posò una mano sulla spalla di Yebin con sguardo truce. "Non illudetevi. Summer ha fatto un ottimo lavoro e..."
    "E cosa?!" Chiese Lux quasi urlando. "Summer è una nostra amica, gli Skyriders non muiono..." Disse capendo in seguito la gravità delle sue parole. "Non più... Non permetterò che succeda un'altra volta."

    "La loro situazione sta peggiorando." Affermò la dottoressa sacerdote. "Il ragazzo castano e la rossa forse vivranno. Ma c'è una buona possibilità che restino paralizzati." A quelle parole Lux ebbe un tuffo al cuore. Era stato lui a portarli sulla sua Hovercar rossa all'ospedale più vicino, tenendo a bada i Mietitori. Le lacrime uscirono come due fiumi in piena e scesero fino al mento, dove gocciolarono sul pavimento.
    "E...E Summer? Riccia, capelli castani?" Chiese asciugando le lacrime col dorso della mano, ma era inutile. Qusihan era morto, se avesse perso anche loro gli Skyriders non sarebbero più esistiti, sarebbe finito tutto in quei letti d'ospedale. La dottoressa controllò la cartella dei pazienti, e cercò il nome di Summer.
    "Summer, Summer, ecco." Lesse attentamente senza dire una parola. "Mi dispiace, la sua amica è molto grave, non sappiamo quanti giorni le restano, quante ore." Lux si sentì mancare, così si sedette su una sedia da sala d'aspetto. Sospirò pesantemente e si portò le mani alla fronte, con i gomiti poggiati sulle ginocchia. "Se c'è un modo per aiutarli me lo deve dire."
    "Credo che solo la magia oscura possa salvarli." A quelle parole Lux sollevò la testa. Allora non c'era speranza.
    "Posso vederli?"
    "Certo." Rispose la dottoressa indicando la stanza con la mano. "Da quella parte."
    Il biondino si alzò di scatto e si diresse a grandi passi verso la stanza, aprì la porta in un mare di insicurezza. Preferiva restare lì seduto ad aspettare con la possibilità di non rivederli mai più o vederli almeno una ultima volta e trovarli sfigurati e messi male? Sicuramente la seconda, ed in un attimo si ritrovò dentro. Era quello l'inferno che stava per vivere? Erano tutti bendati, dalla testa ai piedi, ma seppe nel suo cuore che quello sul letto più vicino fosse Efrah. Gli si avvicinò e si inginocchiò per guardarlo più da vicino.
    "Ehi amico..." Sussurrò. "Già, amico. Ne abbiamo avuti di litigi, ma ora so che eri in buona fede. Noi eravamo... Noi siamo la tua famiglia, adesso capisco, tu sei sempre stato il leader, ma ho bisogno che ti fidi di me, io vi farò guarire, e ci vendicheremo sulla Astahaar, tutti insieme." Gli toccò i capelli e si girò dal lato opposto, verso il letto di Shimbra. "Lo sai, io sono l'ultimo arrivato negli Skyriders, e la prima su cui puntai gli occhi eri tu. Ti trovavo sexy, i tuoi capelli rossi che seguivano il vento, i tuoi occhi grigi profondi come pozzi senza fine. Poi abbiamo cominciato a litigare, più di quanto non facessi già con Efrah. Già, Efrah. Te lo prometto, farò in modo che tu e lui possiate vivere tranquilli la vostra vita insieme. L'ho sempre saputo che eravate una bella coppia, e continuerete ad esserlo." Si asciugò le lacrime facendo spazio ad altri pianti, quando si avvicinò a Janice e Sam. "Ragazzi, voi siete unici. prima di voi tecnologia e religione erano gli esatti opposti. Voi avete cambiato le cose." Fu la volta di Mel e Crystal, con le solite lodi, poi Gwimm. "Ciao, gemellino. Io so che in realtà sei un bravo ragazzo, anche tu ci vuoi bene, e spero che tuo fratello stia bene." Disse alzandosi e accarezzandogli la spalla, poi andò verso Summer.
    "Devi vivere, devi vivere." Ripeteva freneticamente. "Posso vantare di aver avuto molte ragazze, sì." Ammise accarezzandole le bende dove doveva esserci il viso. "Ma nessuna era come te. Di te mi piace tutto, il tuo carattere, il tuo aspetto, anche quello strano sogno era affascinante perchè c'eri tu. Non so se ti amo davvero, ma voglio che tu viva abbastanza per scoprirlo." Le baciò la fronte e la abbracciò delicatamente, per poi muoversi verso l'uscita. "Ragazzi, quello che ho deciso di fare non vi piacerà, ma spero che un giorno capirete. Davanti a noi c'è un futuro senza speranza, ma farò in modo che questo cambi."

    A sera le ricerche erano quasi finite, ma di Rhem nessuna traccia. Li raggiunse anche Lux, prima di attuare la sua decisione voleva riunire tutti i suoi compagni in vita.
    "Avete trovato qualcosa?" Chiese il biondino a Yebin, che scosse la testa dispiaciuto. "Non importa, lo troveremo."
    "Sì. Tra un po' ci addentreremo nella zona più interna delle macerie, quelle rimaste semi-intere. Se non è lì, non sapremo più dove cercare." Rispose il castano portando il palmo della mano contro la fronte.
    "Voglio venire anch'io."
    "Per quale motivo? Basta una persona per cercarlo."
    "Ho bisogno di risposte." Rispose Lux senza dare troppe spiegazioni.
    "Come vuoi... Come stanno i nostri compagni?" Chiese Yebin preoccupato ed il biondino rispose balbettando.
    "Male, non è detto che sopravvivano." il cuore del castano a quelle parole perse un colpo.
    "Oh, mio dio..."
    "Farò tutto il possibile perchè possano tornare tra di noi." Strinse i pugni e le nocche diventarono bianche.

    Entrarono a sera sul tardi, illuminati da due torce e facendosi spazio tra le rocce. Lux seguiva Yebin e quest'ultimo non sapeva dove andare. Finalmente riuscirono ad entrare del tutto e la puzza di sangue e di cadaveri li prese alla sprovvista e il castano per poco non sveniva.
    "Oddio, qui c'è stata una strage." Affermò quest'ultimo lanciando la torcia per terra.
    "In tutto il tempio c'è stata una strage." Replicò Lux guardandosi in giro.
    "Chi-Chi è?" Chiese una voce nascosta nell'ombra. "Lu-Lux, Yebin, siete voi?" I due si guardarono e capirono all'istante.
    "Rhem, sei tu? Vieni fuori!" Chiese il biondo cercandolo. Le voci in quello spazio chiuso rimbombavano per tutta la stanza, che ad occhio e croce doveva essere ciò che rimaneva dell'altare.
    "No-Non posso." Rispose l'argenteo, allora Lux si avvicinò con la torcia nelle zone più buie.
    "Oh, porco..." Aveva resistito da quando erano entrati, ma quello era troppo. Lux venne assalito da un conato di vomito, che trattenne a stento per rispetto dell'amico, ma rimase alquanto scioccato.
    "Sembra strano, ma non riesco a fare battute su questo." Disse Rhem. Le sue gambe erano totalmente schiacciate da un grosso masso e tutto attorno una pozza enorme di sangue. Yebin dovette appoggiarsi ad un muro, mentre tutto cominciava a crollare. I due provarono a spostare il masso con tutta la loro forza, ma era inutile.
    "Lasciatemi andare, questo posto sta crollando."
    "Non dirlo neanche per scherzo!" Esclamò Lux spingendosi al massimo per spostare la roccia.
    "Già, tu ti salverai, amico, è per tuo fratello." Aggiunse il castano che lo tirava dal lato opposto.
    "Dovete andarvene, dovete farlo proprio per mio fratello. Non sembra, ma di voi lui si fida cecamente. Non la prenderà bene, ma col tempo capirà." Disse l'argenteo lasciandosi scappare qualche lacrima, mentre gli altri due piangevano a dirotto. "Oltre questo muro dovrebbe esserci la parte sana del tempio, sfondate la porta e passate, la via d'entrata che avete sfruttato è inutilizzabile."
    "Smettila! Abbi fiducia in noi, ti porteremo fuori di qui." Continuava a ripetere il ragazzo dai capelli biondi, con le lacrime che scendevano fino alla tunica sporca e insanguinata.
    "Se non volete uscire, vi costringerò io." Concluse l'argenteo, creando una sfera di tuono con la mano. "Sì, ci ho già provato" Affermò indicando bruciature sul masso. "Purtroppo è incredibilmente spesso. Ora andate." Scagliò la sfera contro il muro dietro di lui e la stanza si illuminò, provocando però con la frattura una crepa lungo tutto il muro che spezzò le travi che sorreggevano il tetto.
    "Perchè, Rhem, perchè? Perchè non vuoi essere aiutato?" Chiese furibondo Lux, con le lacrime che sgorgavano ancora più rapidamente. "Perchè morireste insieme a me nel tentativo. Sbrigatevi, sta per crollare!" I due vennero spinti fuori dall'argenteo ed un attimo dopo il ragazzo venne seppellito dalle macerie del soffitto.
    "No!" Urlarono Lux e Yebin contemporaneamente, coperti dal frastuono provocato dalle macerie che si schiantavano al suolo.
     
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    Bel capitolo. Quindi da quanto ho capito Efrah e Shimbrah sono feriti e rischiano di morire, così come Summer. L'unico rimedio è la magia nera e sicuramente Lux si convertirà ad essa!
    In ogni caso, non ho trovato particolari errori. Ti consiglio di ampliare un po' la descrizione dei luoghi, prossimamente. (:
     
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  12. Roxy!
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    Sono d'accordo con Nemesis.
    Anche un po' nelle descrizioni del dopo-casino, ad esempio di come si trovavano i ragazzi dopo l'accaduto.

    Il capito è bello, cmq. Bravòh Gabry, bravòh
     
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    CITAZIONE (Nemesis; @ 23/9/2011, 00:28) 
    Bel capitolo. Quindi da quanto ho capito Efrah e Shimbrah sono feriti e rischiano di morire, così come Summer. L'unico rimedio è la magia nera e sicuramente Lux si convertirà ad essa!
    In ogni caso, non ho trovato particolari errori. Ti consiglio di ampliare un po' la descrizione dei luoghi, prossimamente. (:

    Fuochino ;)
     
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  14. ~Lightning~
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    Letta e riletta :) Mi piace il modo in cui scrivi ma, quoto Nemesis sul fatto della descrizione :)
     
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    Chapter 4 - I'm not a part of your future

    L'arena era davvero grande, e tra il campo di battaglia e i posti degli spettatori c'era un lago di lava, che illuminava il posto aiutato da torce appese ai muri. Lux osservava tutto nascosto tra gli ignari spettatori di un culto assurdo. I poveri credenti venivano spediti lì dentro a combattere contro guerrieri fuori dal comune, frutto di qualche strano esperimento. Corpi trucidati, teste mozzate, gente che esultava alla vista delle persone incenerite dalla lava. Sentì che era il momento. Uscì dalla tribuna e imboccò la strada verso il campo. Il prossimo credente stava per entrare, quando Lux lo afferrò e gli fece cenno di stare zitto.
    "Un giorno mi ringrazierai." Disse colpendolo alla nuca, e la vittima cadde a terra svenuta.
    Fece un passo in avanti e venne illuminato dalla luce dell'arena, e la gente smise di esultare facendo posto ad urla di preoccupazione. I guerrieri erano pronti a caricare l'intruso, con voce roca ripetevano continuamente che dovevano eliminare il Gerniah, e il biondo ebbe l'impressione di dover combattere contro dei robot, i mostri poi alzarono le mazze in cielo e partirono alla carica, ma Lux fu più veloce e passò loro sotto le gambe accoltellando il primo alla schiena e lanciando il coltello dritto verso la fronte del secondo, che caddero a terra rumorosamente. Una botola di legno al centro del campo si aprì ed emersero cinque belve spaventose. Sembravano dei lupi a due zampe, con zanne ed artigli lunghissimi, una coda terminante con una serie di aculei ed una cresta da leone. Tutte e cinque corsero contro il ragazzo, che non ebbe neanche il tempo di schivarle, tanto erano veloci. Bloccò il morso di una infilzando un coltello sul suo muso e parando gli altri usando il cadavere della belva come scudo, scattò indietro e saltò in avanti finendo dietro le belve, che senza accorgersene vennero spinte verso il lago incandescente. Lux cominciava ad ansimare, quando una grata si aprì e ne uscì un gigante alto il doppio di lui, con una grossa ascia in una mano ed uno scudo attaccato al braccio opposto.

    "Signore, Signore, cosa facciamo?" Chiese il servo preoccupato. Un uomo sulla cinquantina era seduto su un trono, da dove osservava Lux combattere contro il gigante e sconfiggerlo. Aveva barba e capelli bianchi, coperti da una corona nera come l'abito che indossava. "Dobbiamo fermarlo, gli mandiamo altri giganti?"
    "No, no. Ho un'idea migliore, due piccioni con una fava." L'uomo scoppiò in un ghigno e fece segno a degli uomini armati di aprire le grate rimanenti.

    Lux aveva abbattuto con molta difficoltà anche quel gigante, e guardò in direzione del vecchio seduto sul trono con aria di sfida. Il rumore delle grate che si abbassavano allarmò il biondo che estrasse due pugnali. Ormai gliene rimanevano pochi. Ben presto si ritrovò accerchiato da decine e decine di credenti. Vestivano tutti una tunica nera decorata con figure dorate. Fu preso dal panico, erano troppi anche per lui, e sebbene odiasse quella setta senza senso, tutte quelle persone non meritavano di morire. Poi pensò a Qusihan ed a Rhem, erano morti per colpa loro. Pensò ad Efrah, Shimbra, Summer e a tutti gli altri che ora rischiavano di andarsene per sempre, e fu invaso da una rabbia tremenda, che lo spinse a sfogarsi su quelle persone. Il primo pugnale andò dritto verso lo stomaco del primo, con il secondo invece fece un movimento orario a trecentosessanta gradi su sè stesso, tranciando i nemici attorno a lui, per poi lanciare il coltello contro la gola di un altro. Prese due spade dai cadaveri per terra e cominciò a menare rapidi fendenti che andavano a disegnare linee rosse sulle gole dei malcapitati, li infilzava, parava i colpi, schivava le frecce. Ben presto si ritrovarono tutti per terra, un lago di sangue, e l'arena si dipinse dello stesso colore della lava. Gettò le spade a terra ansimando pesantemente e, invece di sentirsi in colpa per le vite che aveva distrutto, si sentì realizzato. Era ad un passo più vicino dalla vendetta.
    "Sai, ho notato lo sguardo che avevi mentre uccidevi tutte queste persone." Disse una voce alle sue spalle, e Lux si girò di scatto, era quel vecchio che prima era seduto sul trono. "Eri furioso, desideravi il sangue, ed eccoti qui."
    "Sono qui per un motivo, e non è la sete di sangue." Replicò il ragazzo. "Sei tu il capo di questa setta?"
    "Mi chiamo Zefan, e sì, io sono il Primarca, capo spirituale e comandante in battaglia della setta di Astahaar." Rispose il vecchio cercando di non darsi troppe arie.
    "La tua dannata setta mi ha tolto i miei amici, la mia casa. E' ora che completiate l'opera." Affermò Lux toccandosi il petto con la mano. "Vi darò la mia fede e la mia vita, ma dovete fare una cosa per me."

    Il sole stava per tramontare, ma non voleva andarsene. Lux era scomparso all'improvviso, senza avvertire, ma lui non lo avrebbe fatto, ci sarebbe stato quando Summer e gli altri si sarebbero svegliati. Questo era quello che pensava Yebin, insieme alla promessa che aveva fatto a Summer, il giorno dopo il suo compleanno doveva essere speciale, ed era stato così, ma non era quello che tutti immaginavano. Intanto fuori i Mietitori stavano creando un caos indescrivibile, e lui non poteva fare niente, in quel momento nella sua testa c'erano solo i suoi amici. Era seduto accanto al letto della riccia, cullato dal suo respiro profondo e dal monotono su e giù del suo petto con il buio della stanza che creava un senso di riposo, solo la lieve luce verde proveniente dagli elettrocardiogrammi, che rompevano il silenzio con il loro suono associato al battito cardiaco.
    Senza preavviso la porta venne aperta e Yebin scattò in piedi pronto ad estrarre la pistola. Una figura nell'ombra si avvicinò all'interruttore ed un secondo dopo le luci si accesero, mostrando un ragazzo coi capelli biondo platino ed una tunica nera, seguito da altri sei uomini, di cui tre armati e tre con dei grossi tomi sotto braccio.Quando il castano capì chi era il biondo ebbe un tuffo al cuore.
    "Lux... Perchè?" Chiese stringendo i pugni.
    "Non fraintendermi, amico. Adesso sei l'unico che può capirmi."
    "No! No che non ti capisco! Quella gente ci ha tolto tutto! Come hai potuto venderti? Ti credevo nostro amico... Cos'è, li hai avvertiti tu della cerimonia in aula magna?"
    "Affatto! Ascolta..." Provò a dire Lux ma fu interrotto dal ragazzo che estrasse la pistola. Le guardie dietro di Lux fecero per fermarlo, ma il biondo li fermò con un cenno della mano. "Posa quella pistola ed ascoltami."
    "Te lo puoi scordare. Tu potrai essere un traditore, ma loro per me sono tutto, morirò per difenderli!" Esclamò ed il suo indice fece pressione sul grilletto ed un colpo perforò la spalla del traditore che istintivamente portò la mano alla ferita. Fu così che le tre guardie scattarono ed una afferrò Yebin per il collo sollevandolo da terra, mentre i sacerdoti curavano la ferita sulla spalla di Lux. Quest'ultimo si toccò la fronte con la mano e si avvicinò al corpo scalciante dell'amico e ordinò alla guardia di lasciarlo. Il castano cadde a terra tossendo.
    "Ci fidavamo tutti di te. Rhem... Qusihan... Sono morti a causa tua." Sussurrò ferocemente.
    "Lo so. Un giorno capirai." Rispose Lux chiudendo gli occhi per fermare le lacrime, ed uno dei sacerdoti addormentò il castano con una magia.

    Il primo a svegliarsi fu Efrah. L'ultima cosa che ricordava era che insieme a Shimbra aveva sterminato lo squadrone di Astahaar e che poco dopo era caduto privo di sensi. Quando aprì gli occhi si ritrovò in una stanza buia, delle macchine controllavano il suo stato fisico emettendo un bip insopportabile. Sollevò le coperte e si ritrovò ricoperto di bende, che prontamente si tolse di dosso. Accanto a lui i suoi compagni facevano lo stesso e poi si guardarono tra di loro. Shimbra si accarezzava la pelle, Summer si toccava i capelli, Sam e Janice cercavano i loro occhiali invano tastando l'aria per trovare il comodino che solitamente avevano nelle loro stanze accanto al letto. In un angolo della stanza Yebin dormiva a terra, e Mel si avvicinò a lui, seguito da Crystal e dagli altri, guardandolo preoccupati.
    "Sono... Morto?" Chiese Yebin balbettando ed allungando la mano verso il viso di Mel che sorrise amichevolmente.
    "No, amico, no. Questo è un miracolo." A quelle parole il castano ebbe un tuffo al cuore. Era stato Lux. Quando ebbe finito di fare il punto della situazione spalancò gli occhi e si aggrappò con le braccia al collo di Mel per abbracciarlo, facendo lo stesso con gli altri.
    "Oh, ragazzi, ho così tante cose da dirvi!"
    "Avremo molto tempo per farlo, ora dobbiamo tornare al tempio." Rispose Efrah guardando il soffitto.
    "Efrah ha ragione." Aggiunse Janice. "La Astahaar ha in mente qualcosa, e noi dobbiamo scoprire cosa.
    "Ok, quando volete possiamo andare." Rispose Yebin. Non sapeva perchè, ma non si sentiva ancora di parlare di Lux. Fece per uscire e lasciare i ragazzi soli a riposare, ma la voce di Gwimm lo fermò.
    "Yebin, dov'è mio fratello?"

    Lux era seduto davanti alla sua piccola scrivania in legno scuro. La sua stanza era davvero piccola e spoglia, un piccolo quadrato marrone con un letto scomodo coperto da lenzuola con strane fantasie, una scrivania ed una sedia, il tutto illuminato da una debole lampadina appesa al centro del soffitto. Una penna in mano ed un foglio sostenuto dalla scrivania. Di colpo la porta si spalancò e Lux venne scortato da due guardie fino alla stanza di Zefan. Tra la sua e quella del capo c'era un abisso: gli alloggi del vecchio erano pieni di quadri di vario valore raffiguranti Destino, oppure Fato, intento a compiere diverse azioni. Quello che colpì di più Lux era uno dove il dio muoveva con dei fili un uomo ed una donna nell'atto del baciarsi, come se fossero marionette. Per il resto la stanza ospitava un letto a baldacchino in legno decorato con coperte color porpora che a giudicare dall'aspetto dovevano essere comode, un tavolo ed una sedia al centro della stanza con sotto un tappeto persiano, in fondo invece, accanto alla finestra, un armadio contenente decine di armi. Zefan era in balcone ad osservare il panorama.
    "E' arrivato il momento."

    "Summer, ti scrivo per la prima ed ultima volta. Ho fatto qualcosa di cui non andrai fiera, ma non mi pento di averla fatta.
    Forse non ci vedremo mai più, quindi voglio che tu sappia che ti ho amata, che ti amo e che ti amerò per tutta la mia vita.
    Ne ho avuto la certezza quando ho rischiato di perderti sotto quelle macerie ed in quel letto di ospedale.
    Tutto inizia e tutto finisce qui, in questa terra in cui non c'è spazio per me. Io non ho più niente a cui affidarmi, non ho più il tuo affetto, nè i miei amici o tantomeno una casa.
    Non ho più un appiglio nella vita che mi sto lasciando alle spalle, non ho più neanche te.
    Sto andando avanti con la consapevolezza di averti salvata, ti prego di non chiederti cosa io abbia fatto per donarvi la vita, semplicemente viviate ricordandomi come l'amico che avete perso ma che vive ancora, in un posto che mai dovrete scoprire, perchè io non farò mai parte del vostro futuro.


    Lux Vermilion"

     
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