Il sogno di Dratini

la mia prima fic sui mostri tascabili!!!

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  1. Roxy!
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    CITAZIONE (francix94 @ 30/4/2011, 18:29) 
    mi sta incuriosendo questa fic anche se non ne so quasi una cippa di pokemon
    ^_^"

    aha no preocupa francix!! Nel capitolo successivo non ci sono molte pokènozioni :rox:


    Beneeh le (dis)avventure del nostro simpatico Giasone continuano, affiancato dalla palletta rosa Igglypuff ;)
    Questo capitolo è un po' più lunghetto degli altri, quindi preparatevi :ghgh:

    _wordcounter: 2432!

    #4 Lucelunare



    La mensa era disposta più avanti dopo due lunghi corridoi, e come ci aveva specificato il signor Ramisi, era la seconda sala più grande dopo l'aula magna.
    Le pareti erano state dipinte di bianco come il resto dell'impianto, poi in fondo alla sala era presente un bar, sovrastato da un lungo quadro marino. Le luci non molto forti provenivano da lampadari a cupola dai colori freddi e infine quattro finestre molto alte e larghe, erano disposte due a sinistra e due a destra, così da poter mostrare sia il bosco fitto che il mare con le sue grandi scogliere.
    C'era un buon odore di citronella e pulito; i tavoli rotondi di legno con le sedie abbinate davano un aspetto un po' rustico alla mensa.
    Appena arrivamo in quella spaziosa sala, noi giovani domatori ci fermammo all'ingresso: potevamo sederci dove volevamo oppure eravamo assegnati in qualche modo?
    Come se le nostre domande le avessimo espresse ad alta voce, due giovani cameriere si diressero verso di noi: sia l'una che l'altra erano molto affascinanti. La prima portava i capelli castani raccolti in una coda con un fiocco rosso, mentre l'altra aveva gli occhi di chiaccio e i capelli mossi color miele.
    < Salve signor Ramisi! E benvenuti a tutti voi, ragazzi! > esclamò la mora, facendo l'occhiolino al centro del gruppo.
    Il signor Ramisi le salutò molto calorosamente e si accomodò in uno dei tavoli da cinque posti verso le finestre che davano sul mare.
    < Ragazzi, voi potete sedervi dove volete, fra poco vi serviremo la cena di benvenuto! > squittì la ragazza bionda.
    Le espressioni idiote e completamente assorte di noi ragazzi erano la prova di ciò che stavamo pensando: " Che strafighe che sono!".
    In quel momento arrivarono anche gli altri adulti, dirigendosi verso i tavoli vicino a Ramisi.
    Chissà se tutti facevano parte del corpo insegnanti?
    In pochi secondi ci fu una lieve confusione generale: chi aveva fatto amicizia sul pullman si accomodava vicino ai nuovi amici, mentre quelli che avevano parlato poco si erano fatti coraggio a chiedere se potevano sedersi ai posti non occupati.
    Io mi diressi su un tavolo posizionato in fondo all'angolo sinistro e fui seguito con piacere da Sara e da un ragazzo basso con i capelli a forma di noce di cocco del quale non ci avevo fatto caso. Che si sia ricreduto sulla mia goffaggine con igglypuff?
    ...
    Igglypuff!!!!
    Me ne ero completamente scordato! Che idiota!
    Colpa mia che sono corso da Sara subito dopo l'accaduto per ringraziarla!
    Mi alzai di scatto dalla sedia, un secondo dopo essermi seduto. La mia nuova amica e l'altro ragazzo mi guardarono un po' straniti.
    < Che cosa è successo? > mi chiese Sara, spostandosi una ciocca castano chiaro dagli occhi verdi.
    < Devo andare in infermeria! >
    Noce di Cocco mi guardò incuriosito, aveva il nasone e gli incisivi larghi.
    < Ti sei fatto male? >
    Io sventolai una mano infastidita, già a diversi metri dal nostro tavolo, rispondendogli: < Ma no! Devo far curare Igglypuff!! >
    In quel momento nel comunicare con Cocco stavo camminando all'indietro e sentii qualcosa di morbido appena sotto la nuca...
    < Ops! >
    Mi girai e vidi la cameriera mora, con le tette che toccavano lo sterno.
    Momento imbarazzante da parte del sottoscritto e (forse?) della cameriera...
    Momento esilarante da parte della mensa.
    < Oh, scusa! > balbettai, rosso geranio.
    La ragazza stava trasportando un carrello con gli antipasti: insalate, salumi e formaggi vari.
    < Non fa niente, ma dove stai andando? >
    Forse era arrivato il momento di allontanarsi dalla "zona petto" per guardare in faccia la brunetta.
    < Devo... igglypuff... > farfugliai nuovamente, poi senza aspettare risposte, volai fuori dalla sala.
    Senza sapere minimamente dove cacchio fosse l'infermeria.
    Non appene uscii dalla sala, vidi un omaccione gigante tagliarmi la strada.
    Ci guardammo negli occhi per qualche secondo, poi con il cuore in gola mi si avvicinò.
    < I bagni sono dall'altra parte, caro. O forse ti sei perso? Ma non hai fame? >
    La voce dell'omaccione mi spiazzò: era calma e acuta, quasi femminile!
    < Ehm... > esitai, fissando i muscoli sotto un.. grembiule bianco?
    < Si caro? > cominciò l'uomo. Ora eravamo solo a pochi passi di distanza uno dall'altro.
    < Sto... sto cercando l'infermeria... >
    Gli occhi dell'uomo bianco si illuminarono e poi battè le manone.
    < Ma che caso! Sono l'infermiere dell'Accademia! Hai bisogno di assistenza? >
    Infermiere? Pensavo si trattasse di un macellaio o di lanciatore di pesi!
    < Il mio igglypuff si è... >
    <uau!!! Ma allora sei tu che hai quel pokemon pestifero! Se vuoi puoi passarmi la tua capsula appena finiamo di mangiare, così posso controllarlo! >
    Chissà perchè non mi fidavo molto di quella persona, magari era solo per la sua apparenza così strana!
    < Potrei... potrei venire anche io? >
    L'omaccione si battè le mani sulla cintura da domatore: non potei fare a meno di notare che aveva ben cinque sfere! Chissà quale alieno si celava dentro..
    < Ma certo che puoi venire! Ah, a proposito: io sono Gualtiero Masser. Tu sei? >
    < Giasone Nerestri. >
    Ci stringemmo la mano.
    Ancora adesso faccio fatica ad articolare bene le dita.

    Ritornammo in sala mensa quando le sexy cameriere avevano appena portato il primo: riso alla vodka e salmone...
    Non chiedetemi chi era il cuoco.
    Gualtiero aguzzò la vista ed individuò il tavolo di Ramisi.
    < Uhhh!!! Ecco i miei colleghi! EHIIII IUHUUUUU!!! Avete visto chi ho trovato in corridoio? E' proprio il ragazzo che ha quel pasticcione di pokemon!! >
    La sala per qualche momento si zittì, poi qualcuno incominciò a ridere.
    I più sfortunati che stavano bevendo in quel momento sputarono ciò che avevano in bocca per non soffocare.
    Io volevo solo sprofondare.
    Di nuovo. Ormai avevo perso il conto.
    Avevo tutti gli occhi puntati addosso, ma appena vidi le espressioni amichevoli di Sara e dell'altro ragazzo non ci feci più caso e ritorai da loro.
    Me ne accorsi più tardi, ma solo il nostro tavolo aveva ancora posti liberi, della serie: "lasiamo gli sfigati da parte".
    < Uah, che casino! > espirai, appena il mio culo toccò il cuscino morbido della sedia.
    < Chi era quell'armadio? > volle sapere Sara, sorseggiando un po' di Coca Cola.
    < L'infermiere dell'Accademia, strano eh? Gli ho dato la mia capsula con Igglypuff >
    Sara annuì pensierosa, mentre Cocco mi chiese, prendendo un po' di riso: < E perche? >
    Io guardai Sara, che mi fece spallucce, quindi gli risposi: < Senti un po', com'è che ti chiami? >
    Dopo aver ingoiato il riso e pulitosi la bocca con il tovagliolo, Cocco rispose: < Oh, non te l'avevo detto? Io sono Demetrio Lossera. Ho ricevuto uno spinda, carino vero? >
    < Molto... comunque > s'intromise Sara, < Posso accompagnarti se vuoi, almeno perlustriamo un po' l'Accademia! >
    Mi guardai intorno: c'eravamo scelto proprio il tavolo con la visuale perfetta! Le cameriere stavano all'angolo del bar e a quello del camino per le eventuali richieste, mentre tutti gli altri facevano la loro conoscienza. Gli adulti parlavano fitto fitto.
    < Ma certo, sarebbe una bella idea! > risose per me Demetrio, che si era autoinvitato.
    Il secondo piatto era una squisita coda di rospo (quando lo presentò la cameriera ai nostri tavoli non pensai al pesce ma all'anfibio, che figura! ) e il dolce era un semplice crem caramel con la panna.
    Quando tutti ebbero finito di mangiare, le due cameriere portarono via i piatti e ritornarono con delle scatole grandi come una piccola tv per tutti noi ragazzi: era il kit dei domatori!
    Come ci avevano già spiegato all'inizio, avevamo a disposizione un sofisticato iDex che ci permetteva di registrare le mosse, la tipologia e l'habitat degli alieni, una scheda di cartone con i dati (presi dall iDex) dei pokemon ricevuti e anche una mappa di tutta l'Accademia.
    Quasi tutti presero per prima l'iDex e ci inserirono la propria sim del cellulare, poi incomiciarono a raccogliere dati sui pokemon ottenuti.
    Demetrio invece aprì la scatola e tolse come prima cosa la scheda dettagliata delle caratteristiche generali si spinda.
    Dopo qualche minuto, il signor Ramisi si alzò dal suo tavolo e porse ad ognuo una tessera: la nostra chiave della camera. Capimmo subito che le camere non erano state assegnate prima del tempo, ma erano casuali.
    A quel punto anche gli altri adulti si alzarono dai loro posti per tornare alle loro faccende.
    C'era una cosa che non avevamo notato però: l'infermiere che doveva curare Igglypuff era sparito. Eppure ero sicuro che al dolce era presente al tavolo degli insegnanti!
    Ne parlai con i miei compagni.
    < Allora noi che facciamo? > chiese Sara, mentre già metà dei ragazzi si stava alzando con la scatola in mano e si dirigeva verso Ramisi, impaziente di andarsene a dormire.
    < Infermeria no? >

    Così io, Sara e Demetrio aspettammo che il gruppo di ragazzi eccitati per le camere svoltasse al primo corridoio spoglio per allontanarci.
    < Dunque... l'infermeria dovrebbe essere... a destra > indicò Sara, consultando la cartina dell'Accademia.
    Arrivammo alla porta a vetri con scritto INFERMERIA qualche minuto dopo, i nostri passi eccheggiavano nel corridoio vuoto.
    Le luci principali erano state spente, quindi solo quelle delle anticamere erano accese, dando un atmosfera spettrale.
    < Ma non c'è nessuno! > esclamò Demetrio, bussando alla porta dell'infermeria.
    Io scossi la testa: era davvero strano che Gualtiero fosse sparito di punto in bianco!
    Sara si portò il leggero peso della scatola sul braccio destro.
    < Magari è aperta... >
    La mano della ragazza si abbassò lentamente sulla maniglia e la porta si mosse.
    < Che fortuna! > dichiarai sollevato, entrando per primo.
    Le luci erano spente e la stanza era completamente al buio, tranne che per qualche lucina colorata che brillava ad intermittenza.
    < Non si vede un tubo > esordì Demetrio, entrando subito dopo Sara.
    C'era un odore di disinfettante e cloro, non molto buono.
    < Forse se... > cominciò Sara pensierosa, tastando a vuoto nella sua scatola e prendendo l'iDex, accendendolo.
    Una piccola finestrella di luce illuminò di poco l'entrata, rendendo misteriose le diverse sagome che vedevamo distorte nel buio.
    Sara si mosse leggermente con il suo dispositivo, trovando finalmente degli interruttori.
    Demetrio la precedette e li schiacciò, provocando una serie di ronzii: dopo poco venimmo quasi accecati dalla forte luce al neon delle lampade.
    Era tutto così bianco e asettico da far venire la nausea.
    Diversi armadi erano posti accanto alle pareti, provviste di due finestre larghe.
    L'infemeria era più grande di quanto avessimo immaginato!
    C'erano anche delle piccole vasche piene d'acqua, qualche lettino dalle diverse misure, perfino una specie di terrario e una serra.
    < Saranno per tutti i diversi tipi di pokemon... > constatai.
    Poi afferrai la mia capsula, la ingrandii e feci uscire Igglypuff. Questi non saltò come al solito, ma rimase a terra, a pancia in sù.
    La ragazza gli si avvicinò e lo accarezzò delicatamente. < Poveretto, troppo debole per un dusknoir ma troppo orgoglioso per fuggire. >
    < Già > le fece eco Demetrio, mentre ispezionava la stanza.
    < Sarà meglio mettere Iggly su una brandina... > decise Sara, raccogliendo con delicatezza il mio pokemon.
    Poi come in un flash ricordai una cosa che forse avevo letto o visto in tv: < Hei! Se i pokemon vengono a contatto con delle pietre specifiche, guariscono più velocemente del normale! >
    Mi sforzai di ricordare tutti i venti e passa tipi di pokemon esistenti.
    Accanto ad una vasca c'era un armadio che aprii: conteneva molti flaconi e pomate: ANTIGELO, ANTIPARALIZZANTE, DECONGESTIONANTE...
    < No, non mi servono queste cose! >
    Diedi un'occhiata a Igglypuff, supino. Si era mosso?
    < Calmati, Giasone! Facciamo le cose con calma cazzo! > esclamò Sara, anche lei un po' nervosa per chissà che cosa.
    Ritornai dal mio pokemon e lo sfiorai con la punta delle dita. Era tiepido e il pancino si muoveva ancora lentamente.
    Una lacrima scivolò sulla mia guancia e bagnò il lenzuolo accanto igglypuff... e poi svenni.
    Non ricordo molto cosa successe in quegli istanti ovattati. Mi vedevo come in un sogno che afferravo qualcosa sotto il lavello dell'infermeria dove si sterilizzano gli strumenti. Era qualcosa di piccolo e freddo.
    Cerca nel tuo animo, ragazzo...
    La voce era eterea, come se fosse un eco. La stessa voce di quel grande pokemon blu!
    Il mio potere ti sta aiutando... la nostra fonte di salute argentea è nel cielo...
    Non appena scomparve la voce, mi svegliai per terra, tutto dolorante.
    I miei due nuovi amici mi scuotevano preoccupati.
    < Ma che cosa ti è successo? Sei svenuto e poi... non abbiamo capito più niente! >
    < Io... io... non ne ho idea! >
    Non mi accorsi di avere in mano qualcosa finchè non posai lo sguardo sul mio alieno rosa. Piccola, poteva assomigliare ad un geroglifico egizio...
    < Ma questa è una runa! Una runa d'apprendimento! >
    Demetrio mi guardò stranito, le guance in fiamme: < E dove l'hai presa? Non ti sei mosso di un millimetro!>
    Non sapevo se essere eccitato o troppo incuriosito.
    Quando fui scelto per il concorso della PGG italia, ci avevano accennato a queste misteriose rune, riprodotte dalla Stele dei pokemon con la tecnologia delle capsule originarie con cui gli alieni vent'anni fa precipitarono sulla Terra.
    Mi domandai quale potere avesse su Iggly.
    Ripetei le parole della misteriosa voce: < La nostra fonte di salute argentea è nel cielo... la luna! Devo esporre igglypuff alla luna! >
    < Che cosa sta dicendo? > bisbigliò Sara a Demetrio, molto preoccupati per la mia sanità mentale.
    Senza perdere un secondo in più, afferrai le maniglie di una delle due finestre e la spalancai, poi sollevai le tapparelle (che cosa vecchia, per un impianto così futuristico!) e l'argento mi colpì negli occhi.
    Dopodichè presi il mio pokemon e lo appoggiai al davanzale largo.
    La pelle rosea parve risplendere ai raggi lunari.
    Io ero immobile e con il fiato sospeso per l'attesa.
    E poi successe.
    Prima si aprirono gli occhi, poi il respiro e infine le zampette mulinarono in aria per rimettersi in piedi.
    La cosa mi fece ricordare le tartarughe con il guscio sulla terra.
    Non potei non ridere! Lo sguardo del pokemon si posò sulla runa che avevo appoggiato vicino alla creatura, poi su di me e infine ritornò alla runa.
    Sara e Demetrio si avvicinarono verso di me, quasi ipnotizzati dalla luna.
    Lentamente il pokemon si rimise in piedi e, barcollando, prese l'oggetto per le mani.
    La runa si illuminò di violetto e si disintegrò in tante scintille colorate che si posarono su Igglypuff.
    Quest'ultimo squittì in una maniera diversa e mi accorsi anche che i ciuffetti sopra il capo si illuminarono, come se catturassero la luce della luna.
    Un remoto eco mi passò veloce per la testa.
    Lucelunare. Il potere guaritore della luna.


     
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