FEBBRAIO ~ KHF Writers: Amori e Ricordi a S. Valentino

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    Titolo: Amori e Ricordi a S. Valentino.
    Autore:~ Nightmare ~
    Fandom: Kingdom Hearts + riferimenti al genere fantasy
    Rating: Yellow
    Warning: violenza (accennata), romanticismo
    Pairing: Riku, Sora, Kairi, Ailea
    Trama: Sora e Kairi invitano Riku a una festa in maschera per S. Valentino. Riku ci andà? E con chi?
    Note: -
    Wordcounter:2380 circa


    Amori e Ricordi a S. Valentino


    Sabato 14 Febbraio. Ore 0.30
    È buio. In città ormai solo poche luci sono rimaste accese nelle case della gente. Nella scarsa luce di una lampada da tavolo un giovane ragazzo dai lunghi capelli argentati era sdraiato sul suo letto, a pensare.
    - Certe volte Sora proprio non lo sopporto! - Continuava a ripetersi - Questa storia mi fa andare in bestia! -.
    Il pomeriggio precedente, i sui migliori amici Sora e Kairi lo avevano incontrato all'uscita da scuola, parlandogli di una festa in maschera per San Valentino che si sarebbe svolta la sera successiva sulla spiaggia.
    - Perché non vieni anche tu alla festa? - Gli aveva chiesto la rossa.
    - Noi ci andiamo insieme... - intervenne il castano - ...Di certo tu non avrai problemi a trovare una ragazza che venga con te, dico bene? -
    Riku ci aveva pensato tutta la sera, ma ancora non sapeva che fare. Le alternative non erano molte: darla buca ai suoi migliori amici o presentarsi da solo, lasciando campo libero alla frecciatine di Sora.
    - Devo trovare una soluzione... - Continuava a rimuginare tra se e se - Non posso mica andarci con una di quelle oche che mi assillano appena metto piede in classe... -
    Il ragazzo, infatti, era letteralmente sommerso dalle ragazze di tutto l'istituto, ma a lui non importava minimamente di nessuna di loro.
    L'albino si alzò dal letto e andò alla finestra, per osservare le stelle.
    Il cielo era limpido e senza luna. Una stella in particolare, però, attirava la sua attenzione, una stella dai riflessi dorati, verso la quale rivolgeva sempre le sue riflessioni.
    - Se solo ci fosse un'altra soluzione... - sussurrò alla fine.
    Una leggera brezza si era alzata a scompigliargli i capelli e lentamente un unico pensiero sovrasto sugli altri che affollavano la sua mente.
    - Ailea... - sussurrò rivolto a quella stella - ...Mi manchi molto... Chissà se poi hai trovato quello che cercavi... -.

    Quasi un anno prima, vagando per i mondi, si era ritrovato nella grande piazza di un paese ai piedi di un castello, in un'atmosfera che ricordava molto l'epoca medievale. Indossava il lungo cappotto dell'Organizzazione che gli aveva dato Diz, e teneva il cappuccio calato sulla testa, dato che il colore insolito dei suoi capelli poteva dare nell'occhio.
    Al centro della piazza trovava posto un patibolo in legno, circondato dalla gente in attesa del condannato di turno.
    Stava per andarsene quando vide, dalle porte del castello, alcune guardie che spingevano e strattonavano una povera ragazza verso il centro della piazza. Provò un leggero disgusto a quella vista, non riuscendo a sopportare un trattamento tanto violento verso quella poveretta.
    Fu un attimo, un breve, ma intenso incrocio di sguardi tra i suoi occhi acquamarina e quelli indaco di lei, sui quali ricadevano in parte i lunghi capelli della ragazza, di un colore molto simile ai suoi. Riku rimase incantato da quella figura e dai suoi modi dignitosi, che manteneva anche in una situazione come quella. Il ragazzo iniziò a sentire uno strano fremito, ma cercò comunque di controllarsi.
    Le guardie portarono la giovane sul patibolo, tra gli insulti della gente, dove la aspettava uno striminzito giudice, dall'aspetto tutt'altro che imparziale, e un massiccio boia, che stava finendo di fare il nodo scorsoio ad una corda.
    Pochi istanti dopo il giudice si mise a leggere da una pergamena delle accuse assurde, alle quali la ragazza rispondeva gridando, con tutta la voce che aveva in corpo, la sua innocenza. Terminata quell'insensata lista, il giudice pronunciò la condanna: morte per impiccagione.
    Non ricordava bene ciò che era accaduto subito dopo.
    Quando il boia aveva finito di sistemarle il cappio intorno al collo non ci aveva visto più. Era saltato sul patibolo tagliando la corda con la Via Dell'Alba, poco sopra la testa della ragazza, spintonando il boia giù dalla pedana in legno. Tenne per qualche istante il giudice in ostaggio, per non far avvicinare le guardie, giusto il tempo di aprire un passaggio oscuro e di farci andare dentro la ragazza. Come la vide sparire tra le lingue scure lasciò andare il giudice, ma prima di riuscire ad attraversare anche lui il passaggio alcuni arcieri iniziarono a scoccare contro il ragazzo diverse frecce, per cercare di fermarlo. Ne schivò parecchie e alla fine oltrepassò anche lui il passaggio, richiudendoselo alle spalle.
    Quando l'oscurità sparì, si trovò in una grande stanza, arredata in modo spartano e funzionale. Un letto, sotto la finestra, un camino sulla parete alla destra del giaciglio e un tavolo in legno con quattro sedie, che stava al centro del locale, mentre due armadi trovavano posto sul muro di rimpetto al camino. Sul restante lato della stanza trovavano posto una porta e un'altra finestra.
    La ragazza stava in piedi tra il letto e il tavolo, guardandolo con aria sospettosa.
    Poco dopo, mostrando sicurezza, iniziò a fargli delle domande, chiedendogli soprattutto dove fossero e perché l'avesse salvata senza neanche conoscerla.
    Riku l'aveva rassicurata, facendola sedere e offrendole di rinfrescarsi sul ruscello che scorreva vicino a quel piccolo rifugio nel bosco. Erano molto distanti dal villaggio e quindi non correvano alcun rischio ad uscire, a patto di non allontanarsi troppo. Riguardo alla sua seconda domanda, però, si trovò completamente spiazzato. Provò a farfugliare qualcosa, ma improvvisamente gli si appannò la vista, per poi ritrovarsi al buio.
    Si era risvegliato con un lieve mal di testa. Era steso sul letto, svestito e con una fasciatura sul braccio sinistro. Si guardò intorno e vide la ragazza che stava dormendo, seduta su una sedia a fianco al letto, con i raggi del primo sole ad illuminargli in parte il viso. I suoi lunghi capelli argentati, che le coprivano la schiena, arrivavano quasi a toccare il pavimento. A Riku, per qualche istante, sembrò di vedere un angelo.
    Cercando di non svegliarla, si era alzato e si era rivestito. Il braccio gli faceva male, ma era uscito lo stesso a prendere una boccata d'aria. Pochi minuti dopo la ragazza, preoccupata, l'aveva raggiunto fuori e riportato dentro con la forza. Gli spiegò che due giorni prima era svenuto a causa di una freccia avvelenata che, per sua fortuna, l'aveva solo ferito di striscio.
    Dopo quell'inizio un po' movimentato si erano presentati e conosciuti meglio.
    Lei si chiamava Ailea ed era un'elfa. Si trovava in quel paese per cercare suo padre, un potente druido al servizio del re, del quale non aveva più notizie da mesi. Al suo arrivo a palazzo, però, era stata sbattuta nelle prigioni del castello, con le stesse ridicole accuse con le quali volevano impiccarla.
    Riku allora, senza pensarci più di tanto, si era offerto di aiutarla. Non era solo per gratitudine che lo faceva, ma anche perché sentiva che qualcosa lo legava a quella ragazza. Si sentiva strano ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, come se ne fosse irresistibilmente attratto.
    Alcuni giorni dopo erano penetrati a palazzo. Grazie ad un passaggio oscuro nessuno si era accorto della loro presenza. Silenziosi come due ombre gemelle, due anime confuse nell'oscurità dei corridoi del palazzo, si erano divisi le varie ale del castello, cercando indizi utili ad entrambi. Nel giro di due ore non avevano ancora trovato nulla. Si erano dati appuntamento davanti alla biblioteca, per controllare anche quella e poi sparire come erano arrivati. Le poche notizie che riuscirono a recuperare erano in una pergamena, la quale raccontava di un misterioso incidente con una magia molto pericolosa, dopo il quale si erano perse le tracce del padre di Ailea.
    Tornati al loro rifugio nel bosco lui aveva cercato di tirarle su il morale, purtroppo senza molto successo.
    Era tarda notte e solo il fuoco del camino e un paio di candele illuminavano la grande stanza. Non sapeva che pesci prendere, ma poi aveva alzato lo sguardo e si era messo a fissare il volto della ragazza. Senza accorgersene, stava accorciando le distanze tra loro. Quell'esperienza vissuta insieme aveva smosso qualcosa dentro di lui e, anche se non capiva bene di cosa si trattasse, sapeva alla perfezione come esternarla. Pochi istanti dopo, infatti, aveva dato un dolce e delicato bacio sulla fronte della compagna, stringendola a se in un abbraccio. Ailea aveva poi ricambiato quel gesto di affetto con un altro, donandogli un bacio a fior di labbra.
    Ciò che era successo dopo Riku se lo sarebbe ricordato per sempre.
    La mattina successiva, però, invece di trovare Ailea al suo fianco, trovò solo un biglietto scritto dalla ragazza. Aveva deciso di partire per continuare a cercare suo padre, ma comunque lo ringraziava per l'aiuto che le aveva dato.
    Non sapeva se l'avrebbe più rivista. Diz infatti era venuto a cercarlo la mattina stessa, per assegnargli un compito da svolgere.

    Sabato 14 Febbraio. Ore 1.00
    Riku sospirava alla finestra, quando un richiamo della madre gli intimò di spegnere la luce e di andare a dormire.
    - Mamma! Domani non ho scuola! - ribatté seccato.
    - Non importa! - urlò la madre dal fondo del corridoio - Io e tuo padre vogliamo dormire! Spegni! -
    Rassegnato andò a spegnere la lampada da tavolo, ma prima di spegnerla un'idea folle gli attraversò la testa. Si diresse verso il suo armadio e, dietro diversi altri indumenti appesi, vide il “regalo” fattogli da Diz anni prima. Alla fine aveva deciso di conservare il cappotto dell'Organizzazione che gli aveva dato, in caso di emergenza. E questa era un'emergenza in piena regola.
    - Riku! - si sentì ancora dal corridoio.
    - Si, spengo subito! - si affrettò a dire.
    Infilò quello speciale indumento e andò a spegnere la lampada. Aspettò di sentire il respiro regolare dei suoi prima di aprire un passaggio oscuro che l'avrebbe condotto sul mondo di Ailea, mentre la sua sveglia segnava ormai l'una e un quarto.

    Riku ricomparve nel bosco, a poca distanza dalla piccola casetta che usava come base. In quel mondo era da poco sorto il sole e la luce iniziava in quel momento a filtrare dalle fronde degli alberi.
    Fece pochi passi tra le foglie prima di essere bloccato da una presenza alle sue spalle, che l'aveva immobilizzato minacciandolo con un coltello alla gola.
    - Chiunque tu sia... Lasciami andare... - aveva detto, rimanendo quasi impassibile - ...Non sono pane per i tuoi denti... -
    - La tua voce... Io la conosco... - disse la figura, con voce femminile mentre lo lasciava andare - Riku? Sei tu?-
    Riku non poteva credere alle proprie orecchie quando la sentì parlare.
    - Ailea! - aveva esclamato voltandosi.
    Quando la vide rimase a bocca aperta. L'elfa indossava un mantello nero con i bordi dorati, fermato da una sottile catenina d'oro che lo teneva legato. Sotto di esso aveva un bel vestito color grigio-azzurro, anch'esso con dei ricami dorati. I suoi lunghi capelli erano in parte legati da alcune trecce, mentre i chiari occhi indaco lo fissavano con stupore.
    Per un tempo indefinito rimasero in silenzio, l'uno di fronte all'altra. Riku avrebbe voluto chiederle molte cose, ma quella che gli premeva di più era sapere perché l'avesse lasciato di punto in bianco, senza nemmeno salutarlo. Stava per parlare, quando la ragazza lo anticipò.
    - Mi dispiace... - disse in tono sommesso abbassando lo sguardo - Scusa se me ne sono andata in quel modo... Io... -.
    Riku non la fece nemmeno finire di parlare e la abbracciò, come se temesse che fosse un'illusione. Passò una mano sui suoi lunghi capelli e le accostò la testa al torace.
    - Non dire niente... - le sussurrò all'orecchio - Sono sicuro che avevi i tuoi motivi... Ora dimmi... - continuò sciogliendola da quell'abbraccio - Sei riuscita a ritrovare tuo padre? -
    La ragazza sorrise felice e iniziò a raccontargli cosa le era successo in quei mesi. Dopo alcune ricerche aveva scoperto un intrigo di palazzo. Il giudice, insieme ad alcuni consiglieri, volevano uccidere il re e suo padre li aveva scoperti. Per metterlo a tacere l'avevano rinchiuso nelle segrete subito dopo l'incidente. Quando il re era venuto a conoscenza di tutto ciò aveva fatto liberare suo padre. Ora vivevano entrambi nel castello, dove lei si addestrava nelle atri magiche.
    - Sono contento che sia finita bene per te Ailea. - disse contento nel vederla felice.
    - E tu? Come mai se tornato dopo tanto tempo? - chiese la ragazza.
    - Io veramente... Sono tornato per te... - rispose arrossendo appena.
    Ailea lo fissò, un po' perplessa.
    - Per... Per me? -
    - Si... Ecco... Vuoi... Vuoi venire ad una festa con me stasera? - Chiese tutto d'un fiato, in lieve imbarazzo. Era la prima volta che invitava ufficialmente una ragazza a uscire con lui.
    Ailea era un po' spaesata da quella richiesta.
    - Una festa? Ma... Che io sappia non ce ne sono nei dintorni... -
    - Ricordi come avevamo fatto entrare nel castello senza farci vedere? Con lo stesso sistema posso farti conoscere centinaia di altri mondi, ognuno diverso dall'altro. Io stesso sono stato su molti di essi. Ci sono migliaia di creature dalle forme e dagli aspetti più vari, e poi... -
    Stavolta fu Riku ad essere interrotto.
    - Sei veramente unico Riku... In tanti anni nessuno mi aveva fatto sentire bene come mi fai stare tu... - Ailea stette un attimo in silenzio e poi rispose - ...Che cosa devo mettermi per questa festa?-

    Sabato 14 Febbraio. Ore 20.00
    Alle Isole del Destino era ormai quasi buio quando la musica iniziava a farsi sentire sulla pista da ballo allestita per l'occasione sulla spiaggia.
    Le coppie in maschera cominciavano ad arrivare e dopo pochi minuti si erano presentati Sora e Kairi, vestiti rispettivamente da Lupo Cattivo e da Cappuccetto Rosso.
    - Uffa... Kairi, questo costume perde i peli... - si lamentò il castano.
    - Come si dice, Sora, “il lupo perde il pelo, ma non il vizio.” - rispose lei.
    - Spiritosa... Il fatto è che mi finiscono nel naso e... E... ETCIÙ... Ecco appunto... - disse mentre si soffiava il naso.
    - Tu hai visto Riku? Lo cerco da quando siamo arrivati... - domandò la rossa, continuando a guardarsi in torno.
    - Veramente non lo vedo da ieri pomeriggio... - affermò il castano cercando di trattenere un imminente sternuto - Forse non ha trovato una ragazza e ci ha rinunciato... -
    - E secondo te posso lasciarti solo con Kairi? - intervenne l'albino da dietro il suo amico.
    - Riku! Allora sei venuto alla fine. Che bel vestito, sembri quasi un principe medievale. - disse la ragazza.
    - Già... Ma si direbbe che tu sia solo, amico mio... - punzecchiò il castano.
    - Mi dispiace per te, lupacchiotto... Stasera dovrai cercare qualcun altro con cui divertirti...-
    Dal fondo della pista una bellissima ragazza, con un elegante abito da principessa medievale, si avvicinava lentamente al trio, un po' spaesata. Quando arrivò da loro, Riku le prese la mano e la presentò agli altri due.
    - Sora, Kairi... Lei è Ailea.. La mia fidanzata.-
     
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