Sweet Valentine

KHR! 8059 (L)

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  1. _Nanao_chan_
     
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    ***

    Gokudera Hayato era seduto sul proprio letto da quella che gli pareva un'eternità. Tormentava l'orlo della camicia bianca con le dita tremanti, e teneva lo sguardo puntato su quello, si, proprio su quella maledettissima cosa che giaceva sulla sua scrivania, in bella vista.

    -Dannazione!- sbottò il ragazzo alzandosi di scatto e distogliendo lo sguardo mentre arrossiva leggermente. -Ma che diavolo mi è saltato in mente!?- si chiese passandosi una mano sul viso e afferrando la giacca della divisa. 'Con che coraggio mi presento di fronte a lui con quella cosa?!'

    Impossibile, si disse. Era assolutamente impossibile che lui, Gokudera Hayato, si presentasse davanti a quell'idiota , alias Yamamoto Takeshi, con quella stramaledetta busta bordeaux piena di romantici cioccolatini. Non l'avrebbe fatto, in nessun modo. Rischiava di morire, anche se era ancora indeciso se la causa della sua morte sarebbe stata l'imbarazzo oppure l'umiliazione che avrebbe provato; in tutti i casi, sarebbe stata una delle due, senza ombra di dubbio.

    Quasi l'avesse evocato con il suo pensiero, il cellulare prese a squillare insistentemente e sullo schermo illuminato apparve lampeggiando la dicitura 'Idiota del Baseball'. Afferrò l'aggeggio con incertezza, indeciso, l'idea di restare a casa quel giorno che si faceva lentamente strada nella sua mente, quasi irresistibile; poteva fingere di star male, o di non aver sentito la sveglia, trovare una scusa abbastanza plausibile che lo scagionasse in caso di un interrogatorio riguardo la sua assenza. Prese davvero in considerazione quell'ipotesi, ma quel maledetto aggeggio malefico continuava a squillare imperterrito, mandandolo del tutto in tilt.

    Con uno sbuffo tra l'irritato e il disperato, il giovane si decise a rispondere alla chiamata, mormorando un flebile 'pronto?' per nulla entusiastico.

    -Ehi, Gokudera!- lo salutò fin troppo allegramente la voce di quel imbecille patentato, e ciò lo fece irritare ancora di più.

    -Che vuoi?- sbottò Hayato resistendo a malapena alla voglia di sbattergli il telefono in faccia.

    -Ma come? Ti avevo detto che oggi sarei venuto a prenderti per andare a scuola insieme!- e quelle parole fecero sprofondare il terreno sotto i piedi del Guardiano della Tempesta.

    Si era dimenticato. Troppo concentrato su quella busta e sul suo contenuto, aveva scordato completamente l'appuntamento con il moro, e adesso le possibilità di restare a casa ed evitare quel supplizio sfumarono di fronte ai suoi occhi senza alcuna pietà.

    -Ehi! Ci sei ancora? E' da venti minuti che ti aspetto qui giù!- lo richiamò la voce di Yamamoto -Muoviti a scendere o faremo tardi!- e Hayato capì di non avere alcuna scelta.

    Si infilò il giubbotto e afferrò la propria cartella; solo dopo un attimo di esitazione si decise a prendere anche la busta e nasconderla nella borsa.

    Quando uscì di casa Takeshi lo salutò con il suo solito smagliante sorriso e, tirandolo delicatamente per un braccio, lo avvicinò a sé per posargli un bacio a stampo sulle labbra. Gokudera avvampò imbarazzato, e dopo essersi scostato bruscamente come se si fosse scottato, gli tirò un pugno in testa.

    -Ma che ti salta in mente?!- gridò infuriato e al massimo dell'imbarazzo -Qualcuno poteva vederci!- il moro si limitò a massaggiarsi la parte colpita, sorridendo ancora.

    -Quanto sei carino!- disse poi ridacchiando divertito, e Hayato fu tentato di farlo saltare per aria.

    Sbuffando inviperito, si bloccò e prese a camminare diretto a scuola, lasciandosi il ragazzo alle spalle, il quale lo raggiunse dopo un attimo senza smettere di sorridere.

    Durante il tragitto Gokudera non aprì bocca, il pensiero di dover dire o fare qualcosa in quel giorno lo tormentava e gli metteva addosso una strana ansia, e non riusciva proprio a concentrarsi su quello che Yamamoto gli stava dicendo.

    -Ehi Gokudera, mi stai ascoltando?- sbuffò alla fine il moro, leggermente irritato dal totale disinteressamento del proprio ragazzo. Possibile che lo trovasse così idiota da non degnarsi nemmeno di ascoltarlo?

    Richiamato dall'atleta, Hayato voltò leggermente il capo per guardarlo.

    -Che c'è?- sbottò infastidito con se stesso per la sua totale mancanza di coraggio. Per carità! Era riuscito a dichiararsi e a dimostrare il suo amore al moro, perché diavolo si faceva mille problemi per degli stupidi cioccolatini?! Forse perché era in assoluto il primo regalo che faceva al ragazzo? O forse perché era in assoluto il primo?

    -Si può sapere che hai?- Yamamoto si fermò in mezzo alla strada afferrandolo per un polso e facendolo fermare a sua volta.

    -Niente. E ora andiamo, faremo tardi-

    Gokudera strattonò il braccio senza però riuscire a liberarsi.

    -Che ti prende?- brontolò -Mollami.-

    -Non ti lascio finché non mi dici che ti prende oggi!-

    Il Guardiano della Tempesta sussultò sorpreso, non aspettandosi quel tono duro da parte di Takeshi, il quale sembrava davvero arrabbiato. Rimase in silenzio, sentendosi troppo stupido per aver paura di dargli un semplice regalo di San Valentino, più che deciso a non umiliarsi fino a quel punto.

    All'improvviso Yamamoto gli lasciò andare il polso, sospirando mestamente e chiudendo gli occhi per un attimo. Quando li riaprì puntò il suo sguardo sull'altro, e Gokudera si sentì come intrappolato da quegli occhi seri che non smettevano di fissarlo.

    -So che è difficile per te accettare questa situazione,- cominciò a dire il moro -e se sei così preoccupato è colpa mia, che ti ho chiesto una cosa simile dopo sole poche settimane che stiamo insieme, ma...-

    -Ma che stai blaterando!?- sbottò Hayato interrompendo l'altro, confuso, senza capire a cosa si riferisse l'altro. Certo, non era stato facile denudare il proprio cuore ed ammettere i proprio sentimenti, ma l'aveva fatto perché era certo che Takeshi lo amasse tanto quanto lui; quello che lo lasciava perplesso era il riferimento a quella richiesta che lui non ricordava.

    Yamamoto aggrottò le sopracciglia, più confuso di lui.

    -Mi stavi ascoltando?-

    Gokudera arrossì leggermente distogliendo lo sguardo per un attimo, poi tornò a guardarlo cercando di nascondere i piccoli sensi di colpa che cominciavano a farsi sentire: Yamamoto lo amava, e si preoccupava per lui, allora perché diavolo lui continuava a farsi seghe mentali su uno stupido regalo?

    -Ehm...ero distratto...-

    Yamamoto sospirò ancora passandosi una mano sul viso, rassegnato.

    -Beh, almeno so che non ti sei arrabbiato per quello che ti ho detto.- disse con un sorriso.

    -Perché, che hai detto?- chiese Gokudera improvvisamente curioso, e stavolta toccò al moro arrossire un po'.

    -Niente di importante!- rispose in fretta grattandosi la nuca in imbarazzo -In tutti i casi, vuoi dirmi che hai?-

    Hayato decise di lasciar perdere la questione della richiesta, deciso a dare il proprio regalo al giovane atleta, chissene frega dell'imbarazzo!

    -Mi fai preoccupare se fai così...- sussurrò il moro avvicinandosi di qualche passo, poi sollevò un braccio per accarezzargli una guancia con il dorso della mano. Il Guardiano della Tempesta arrossì ma non cercò di spostarsi, godendosi il tepore di quella mano sul viso.

    -Buon San Valentino...- mormorò Hayato senza rifletterci, spegnendo del tutto il cervello e lasciando che le emozioni lo travolgessero. Mettendosi un po' in punta di piedi sfiorò appena le labbra del moro con le proprie, ancora inesperto e timido. Yamamoto sbarrò gli occhi, sconvolto, non aspettandosi che fosse l'altro a fare la prima mossa: di solito era lui a baciarlo, a cercare maggior contatto e vicinanza; poi lasciò perdere quegli inutili pensieri e rispose al bacio, rendendolo subito più profondo e meno casto. Con la punta della lingua sfiorò la bocca del compagno, invitandolo a dischiuderla, e Gokudera non si fece attendere, permettendogli di violare la sua bocca per ingaggiare un'appassionata lotta con la sua lingua.

    Quando si staccarono in cerca di ossigeno, Gokudera arrossì ancora di più, e Yamamoto ridacchiò divertito.

    -Sei carino!- lo prese in giro posando un leggere bacio sulla sua fronte, e Hayato sbuffò.

    Il ragazzo dai capelli argentei si allontanò di un passo, quel tanto che bastava per poter frugare nella sua borsa, tirandone fuori la fantomatica busta bordeaux; poi la porse all'atleta senza aver il coraggio di guardarlo in faccia, troppo imbarazzato.

    -E' per me?- chiese quello, sorpreso, non aspettandoselo.

    -Per chi se no, razza di idiota?-

    Yamamoto non aprì la busta, lasciandolo di stucco.

    -Non ti interessa?- chiese Hayato, quasi intimidito, e ciò fece ridere il moro

    -Eccome! Sono stracurioso, ma non posso aprirlo ora.-

    -E si può sapere quando hai intenzione di farlo? L'anno prossimo?-

    -No, lo aprirò quando tu aprirai il mio.-

    Gokudera arrossì al solo pensiero: Yamamoto gli aveva fatto un regalo? La cosa lo rendeva incredibilmente felice, e si sentiva davvero stupido perché bastava così poco ad emozionarlo e a fargli battere il cuore così forte.

    Il moro si avvicinò ancora, gli avvolse un braccio intorno alla vita per attirarlo a sé mentre con la mano libera riprendeva ad accarezzargli il volto.

    -Ehm,- cominciò a dire un po' indeciso -il regalo è a casa mia...puoi venire stasera a prenderlo, se vuoi...- si bloccò un attimo, aspettando di vedere la reazione dell'altro, e solo quando questo lo guardò senza dire nulla riprese a parlare -però mio padre non c'è e saremmo soli...- e fu allora che Hayato capì, e arrossì come mai era arrossito in vita sua, sicuro di non aver frainteso le intenzioni del proprio fidanzato.

    Era quella la richiesta di cui parlava prima? Gli stava parlando di San Valentino e del regalo mentre lui non lo ascoltava? Gli stava chiedendo di andare a casa sua quando non c'era il padre per approfondire il loro rapporto? Si, non c'erano dubbi.

    -Tanto non ho niente da fare...- mormorò alla fine, deciso a dimostrare il suo amore, deciso ad affrontare con risolutezza tutto ciò che sarebbe successo quella sera, quando sarebbero stati soli in camera del Guardiano della Pioggia...

    Yamamoto sorrise contento che l'altro avesse accettato e lo baciò con dolcezza.

    -Che ne dici di andare adesso?- disse all'improvviso il moro, senza pensarci -ormai siamo in ritardo per le lezioni...-

    E Gokudera non poté resistere a quella voce bassa e seducente, a quelle labbra bollenti e a quelle mani che lo accarezzavano dolcemente.

    Mentre tornavano sui loro passi diretti a casa del moro, Yamamoto non riuscì a smettere di sorridere divertito guardando le guance imporporate dell'altro

    -Ah,- mormorò di punto in bianco – Buon San Valentino Hayato.- e tirandolo leggermente verso di lui gli posò un veloce bacio sulle labbra. -Ti amo.- aggiunse poi sorridendo e riprendendo a camminare dopo aver intrecciato le loro mani.

    -Sembrerà assurdo,- borbottò Gokudera con un piccolo sorriso sulle labbra -ma anche io ti amo, maniaco del baseball.-



    [The End]


     
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  2. ApocalisseTime
     
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    Carino..
     
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