Equilibrio - Special 02: Non ci resta che aspettare

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    暗いロクサス92

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    Ok, dato che non credo di riuscire a finire il nuovo capitolo prima della mia partenza di domenica (tornerò dopo una settimana) e sopratutto non so se la linea mi reggerà ancora a lungo, vi lascio questo piccolo special su Dark che ho scritto, sperando sia di vostro gradimento.
    Le recensioni dell'ultimo capitolo le risponderò con il prossimo capitolo
    Ringrazio Liberty89 per avermi fatto da betareader
     
    Equilibrio Special 02: Non ci resta che aspettare
    “Ti farò vedere… Esci dal mio cuore!” disse Xehanort, nel corpo di Terra, infilzandosi il petto con il Keyblade.
    “Terra!” urlò Aqua.
    Xehanort lasciò cadere a terra il Keyblade, che svanì nel nulla, mentre alla sue spalle comparve il suo Heartless, che cominciò a sgretolarsi, creando un varco oscuro ai suoi piedi.
    L’ex Master rimase in piedi per qualche secondo, per poi cadere all’indietro sprofondando nelle tenebre, venendone inghiottito.
    Aqua gli corse incontro, seguendolo nell’oscurità e scomparendo assieme a lui.
    La custode evocò l’armatura e trasformò il Keyblade nel mezzo di trasporto, continuando a cercare di raggiungere l’amico.
    “L’oscurità non si impossesserà mai di te!” affermò, cercando di dare maggiore potenza ai motori.
    Dopo qualche minuto riuscì finalmente a raggiungerlo, prendendolo per mano.
    Dopo averlo tirato su, girò la navetta, cercando di raggiungere la luce che s'intravedeva in fondo al fitto buio che li circondava, la loro unica via d’uscita.
    Purtroppo, i motori erano al loro limite e cominciavano a cedere.
    “Devo fare qualcosa o saremo entrambi spacciati.” disse Aqua, guardandosi attorno, abbassando lo sguardo.
    Qualche secondo dopo tornò a fissare la luce con determinazione.
    Si separò dalla sua armatura e dal suo Keyblade, che tornò al suo aspetto originario.
    Terra era rimasto abbracciato all’armatura, ancora privo di sensi.
    Aqua prese il Keyblade e chiuse la mano del custode attorno all’impugnatura.
    “Sono con te.” gli disse. “Vai!” urlò, lanciando con la magia l’amico, assieme all’armatura e al Keyblade, facendogli raggiungere la luce.
    Aqua sorrise, guardandolo sparire al suo interno.
    “Ven, mi spiace.” Disse, abbandonandosi all’oscurità. “Potrei non tornare tanto presto quanto spero.”
     
     
    Dark si svegliò di colpo.
    Il cuore gli batteva forte, tanto che si dovette portare una mano sul petto.
    “Perché di nuovo quella sensazione…?” si chiese, ripensando a ciò che era successo un anno prima.
    Le immagini della morte di Hikari continuavano ad invadere i suoi pensieri, tormentandolo.
    “Perché… Perché?!” si chiese, cominciando a piangere. “Perché è dovuto succedere tutto questo?”
    Il bambino evocò i suoi Keyblade, guardandoli per diversi minuti.
    “Perché dovrei usarli per combattere? Non sono abbastanza forte per questo compito… Non ne sono degno…”
    “Con chi parli?” chiese la voce di suo fratello, aprendo la porta all'improvviso, non dando il tempo a Dark di far sparire i Keyblade.
    “Cosa ci fai ancora sveglio?” chiese, cercando di nasconderli tra le coperte.
    “Sono andato a bere un sorso d’acqua… Ma anche tu puoi usare quella chiave gigante?” chiese il più piccolo, sbadigliando sonoramente.
    Dark lo guardò, non sicuro di aver capito bene.
    “Di cosa stai parlando?” chiese, per poi vedere il fratello evocare un Keyblade.
     

    ***


    Un bambino di dieci anni guardò giù da un palazzo, scacciando via quei ricordi.
    “Sono passati diversi anni, e nonostante tutto continuano a tornarmi in mente…” si disse, togliendosi un attimo il cappuccio e aspettando che il vento lo colpisse in faccia.
    Preferiva le notti di vento e prive di luna, su questo non aveva nessun dubbio.
    Gli risultava anche più facile combattere contro quelle creature che ormai ogni giorno, da anni, cercavano di sconfiggerlo, senza esserci mai riuscite.
    “Su, cosa aspettate… Attaccatemi…” disse, come se stesse parlando con qualcuno. “O stasera avete deciso di non farmi divertire?”
    Come se lo stessero ascoltando, attorno a lui apparvero dal nulla decine di macchie scure, dalle quali uscirono altrettanti Heartless, che lo accerchiarono.
    “Così va meglio.” sentenziò il custode sorridendo, rimettendosi il cappuccio. “Ho proprio bisogno di sfogarmi…”
    Dark partì immediatamente all'attacco, come se fosse controllato da una furia enorme.
    Tagliò di netto uno Shadow, che scomparve nelle tenebre da cui era arrivato, venendo subito sostituito da un suo compagno.
    Il detentore del Keyblade continuava ad eliminarli, senza smettere di sorridere.
    “Tutto qui? Non siete capaci di fare di meglio?” chiese, creando una sfera di fuoco che scagliò contro i mostri, provocando un’esplosione che distrusse buona parte della pavimentazione del tetto.
    “Siete una vera delusione! E io che speravo di divertirmi di più!” urlò lui, ormai incurante dei danni che stava causando.
    Gli Heartless continuavano a girargli attorno, per nulla intimoriti.
    “Povere stupide creature… Non siete nemmeno in grado di scappare via… Fate pena!” esclamò, creando e fondendo due sfere, una di fuoco e l'altra di ghiaccio, e le lanciò contro i nemici, facendoli sparire nell’esplosione derivante.
    Non appena l’ultimo Heartless fu scomparso, il sorriso svanì dalle labbra di Dark, sostituito dalla solita espressione annoiata.
    Sentì dei passi provenire dalla porta che aveva alle spalle, perciò non perse tempo e si buttò giù dal tetto, per poi volare via.
    “Ora capisco come si doveva sentire Peter Pan quando volava… è fantastico!” urlò, facendo diverse acrobazie per aria.
    Continuò per qualche minuto, per poi fare ritorno a casa, dove fece scattare grazie ad un cartoncino la serratura della finestra, rientrando in camera senza fare rumore.
    ‘Stasera temo proprio d’aver esagerato…’ pensò, mentre faceva sparire i vestiti che aveva usato per combattere e rimettendosi il pigiama.
    ‘Beh, ormai quel che è fatto è fatto. Tanto nessuno potrà mai capire cos’è veramente successo…' Si disse, per poi crollare esausto sul letto, trovando giusto le forze per mettersi sotto le coperte, per poi piombare in un sonno profondo.
     
    “Sveglia.” Lo chiamò suo fratello, qualche ora dopo. “La colazione è pronta.”
    Il custode si alzò di malavoglia dal letto, ringraziando tra uno sbadiglio e l’altro il fratello, che tornò in cucina.
    Dark lo raggiunse pochi minuti dopo.
    “La mamma e il papà sono già usciti.” Lo avvisò Light.
    “Come mai così presto?”
    “Sei tu ad esserti svegliato tardi. Sono quasi le dieci.”
    Il bambino spostò lo sguardo verso l’orologio, che gli confermò l’orario.
    “Accidenti…” mormorò, sedendosi al tavolo e prendendo i biscotti.
    Ma prima che potesse cominciare, il fratello gli aprì davanti un giornale, il cui titolo principale riportava la notizia di una serie di esplosioni avvenute quella notte.
    “Non credi di aver esagerato?” gli chiese, mentre Dark prendeva il giornale e lo metteva da parte.
    “Avevo bisogno di sfogarmi.” Si giustificò, inzuppando un biscotto nel latte.
    Light sospirò.
    “Non mi sembra un buon motivo per fare quasi saltare in aria un palazzo…”
    “Non è colpa mia se gli Heartless mi hanno attaccato in quel posto.”
    “Lo sai benissimo che gli Heartless appaiono dove ci sei tu!” gli urlò contro il fratello. “E tu dovresti evitare posti abitati!”
    “Non mi sembra che tu sia la persona più adatta a rimproverarmi.” Gli rispose tranquillamente. “Non eri tu quello che ha quasi colpito un camion di benzina con una sfera di fuoco?”
    “Sì, ma io non l’ho fatto apposta!”
    “Abbassa la voce, o qualcuno ci sentirà.”
    “Ma va a quel paese!” gli rispose Light, girandosi e lasciandolo da solo in cucina.
    Dark lo guardò allontanarsi, per poi riprendere a fare colazione.
     
    “Ma vi dico che è vero!” urlò un bambino, mentre tutti gli altri erano occupati a rimettere i libri in cartella prima del suono della campanella. “L’ho sentito chiaramente!”
    Dark prestava appena attenzione, sapendo benissimo di cosa stava parlando, sebbene non potesse commentare.
    Quel bambino lo aveva sentito urlare mentre volava qualche giorno prima, e per sua fortuna non era riuscito a riconoscere la sua voce, o avrebbe faticato parecchio a togliersi i sospetti di dosso.
    “Suvvia, speri veramente che crediamo a questa ‘sagoma volante’ che c’era fuori da casa tua? Guarda che Peter Pan non esiste realmente. Secondo me ti sei sognato tutto quanto.”
    “No! Sono sicuro di ciò che ho visto! Era vestito di nero e volava!”
    “Su, ora basta, stai cominciando a stufare.”
    “Ma perché non volete credermi?” chiese il bambino, mentre gli altri correvano fuori al suono della campanella.
    “Non preoccuparti.” Gli disse Dark. “Può capitare di fare sogni così realistici da sembrare veri. Non è nulla di anormale.”
    “Nemmeno tu mi credi, Gi-”
    “Ti ho già detto di chiamarmi Dark. Quel nome lo odio.”
    “S-Scusa, me lo dimentico sempre…”
    “Comunque se ci pensi bene, ciò che dici non è possibile. Anche ammettendo che ci possa essere qualcuno in grado di volare, dubito che questo vada in giro per la città, dove può essere facilmente visto, no? Per di più urlando… Suvvia, è impossibile, sarebbe da idioti!”
    ‘Proprio come hai fatto tu… Sei bravo a darti dell’idiota da solo, Dark…’ pensò tra sé e sé.
    “Sì… forse hai ragione… Ma non sarebbe bello se esistesse realmente? Chissà, magari combatterebbe contro i cattivi e li eliminerebbe.”
    Quella parola fu per Dark come una martellata sul cuore.
    Spalancò gli occhi, cominciando a respirare a fatica, mentre nella sua mente tornavano le immagini della fine di Hikari, dell’eliminazione del custode delle tenebre per mano sua.
    “B-Basta…” disse, portandosi le mani alla testa, facendo preoccupare l’altro bambino.
    “Ehi, tutto bene?” chiese lui.
    Dark non lo sentì nemmeno.
    Si appoggiò ad un banco, cercando di riprendere il controllo.
    Lentamente, quei ricordi cominciarono a tornare nell’oblio da cui erano venuti, permettendo così a Dark di tornare a respirare normalmente.
    “Sì… scusa, all’improvviso ho fatto fatica a respirare… Comunque non sono d’accordo… Non si dovrebbe eliminare nessuno. Una persona, per essere eliminata, deve aver fatto qualcosa di veramente malvagio…”
    “Perché dici così? Non sarebbe bello se il crimine scomparisse?”
    “Il crimine è l’altra faccia della giustizia. Se elimini uno, elimini l’altro. È tutta questione di equilibrio.”
    “Accidenti, non ci avevo pensato…” commentò l’altro, mentre entrambi uscivano dalla classe.
    Dark non notò una bambina dai capelli neri nascosta dietro la porta, che aveva ascoltato con attenzione il discorso.
     

    ***


    Sora si diresse verso il Keyblade che era rimasto a terra, per poi prenderlo in mano.
    “Sora, aspetta!” urlò Pippo.
    “No, aspetta!” gli fece ecco Paperino.
    Il custode osservò meglio l’arma, per poi girarsi verso gli amici, rivolgendogli un grosso sorriso.
    Poi, senza dire altro, girò la punta del Keyblade verso il proprio petto per colpirsi.
    Il Keyblade oscurò si illuminò, mentre volava da solo fuori dal petto di Sora.
    Pochi secondi dopo si dissolse, rilasciando sei sfere di luce che volarono via, tornando nei loro luoghi d’origine.
    Dal petto di Sora fuoriuscì una fortissima luce, che anticipò l’apparizione di una settima sfera, che si diresse verso il corpo di Kairi, sparendo al suo interno e facendole riaprire gli occhi.
    La serratura s’illuminò per qualche secondo, mentre Sora rivolgeva il proprio sguardo all’amica.
    Poi, lentamente, cominciò a cadere all’indietro.
    “Sora… Sora!” urlò Paperino, correndogli incontro.
    “Sora!” disse Kairi, alzandosi in piedi e cercando di raggiungerlo.
    Ma non appena lo ebbe toccato, Sora scomparve in una miriade di luci, che volarono verso l’alto.
    “Sora! Torna indietro, Sora!” urlò invano Paperino, mentre le luci scomparivano.
     
     
    Dark e Light spalancarono assieme gli occhi, lasciando cadere a terra le posate con cui stavano mangiando, mentre i loro genitori erano fuori per fare la spesa.
    “Cosa significa questo… Mi sento come se fosse appena successo qualcosa… Qualcosa d’importante…” disse Light, riprendendo la forchetta.
    “Questa sensazione… è la stessa di quella volta…” disse il custode dell’equilibrio. “Ma non è possibile…”
    Senza perdere un secondo, si alzò dalla sedia e si diresse verso la finestra, aprendola.
    Guardò subito in alto, cercando le stelle.
    “Light, guarda.” Disse, indicando un gruppo di stelle sopra di loro, che si stavano spegnendo una ad una.
    “Cosa sta succedendo?” chiese lui, incredulo.
     
     
    Nello stesso instante, anche la bambina stava guardando in alto.
    “Kairi…” disse. “Perdonami, ma non posso venire ad aiutarti…”
     
     
    “Dark, cosa possiamo fare? Sono pronto a scommettere che ha qualcosa a che fare con i Keyblade!”
    “Lo so… ma non possiamo fare niente.” Rispose lui, chiudendo le mani a pugno. “Maledizione… In questo momento c’è un custode in pericolo, lo sento…”
    “Quindi non c’è niente che possiamo fare?”
    “Per il momento no… Non ci resta che aspettare, e nel frattempo proteggere questo mondo. Presto potrebbe arrivare il giorno per noi di abbandonarlo per combattere. Sai bene cosa ci aspetta…”
    “Già… La guerra del Keyblade.” Rispose Light.
     
     
     
    Nota dell’autore: Gli asterischi stanno per un cambio temporale lungo, mentre il doppio spazio al massimo di qualche giorno.
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Eccomi qui u.u
    Come sempre ottimo lavoro darky! Questo special fa chiarezza su alcuni punti rimasti oscuri e aiuta a delineare una linea temporale tra i vari episodi di KH e la tua fan fiction xD Bravissimo u.u
    Non farci aspettare troppo per il nuovo capitolo eh! ù.ù Scherzo, prenditi tutto il tempo che ti serve :3
     
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  3. francix94
     
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    grz a questo anche io ho capito qualcosa in più riguardo ai collegamenti tra dark e tutti gli altri :)
     
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    sempre figo, adesso mi domando solo perchè dark non vuole farsi chiamare Giacomo, Giovanni, Giampiero, Gigino, ecc.... xd
     
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  5. ApocalisseTime
     
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    grz a questo anche io ho capito qualcosa in più riguardo ai collegamenti tra dark e tutti gli altri

     
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