We'll all come home

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  1. Eneru92
     
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    Ispirata come da titolo all'ultimo capitolo di Naruto, la shot l'ho scritta di getto, in due ore, e devo dire che ne sono veramente soddisfatto; ho preso ispirazione dal capitolo, che mi ha emozionato, e in fondo la fict non è che una rivisitazione della morte di Konan da un punto di vista introspettivo. Spero di aver fatto un buon lavoro!


    We’ll all come home


    Dolce, sfavillante, il re dei cieli splende caloroso sul volto sofferente di Amegakure, il villaggio nascosto nella pioggia, quel viso ingrigito dal pianto di un diluvio eterno, dolente, un susseguirsi di note malinconiche che oggi si è finalmente eclissato, asciugato dall’alba dell’avvenire.
    La fulgida luce del sole raggiante si destreggia fra palazzi, strade e alberi, danza tra rovine e novità, passato e futuro, amoreggia con le gocce d’acqua sospese nell’etere e con loro si unisce in una passione destinata a svanire, un idillio di sette colori che si innalza silenzioso e solenne come un ponte nell’azzurro.
    Un monumento fragile, effimero, ma pur sempre il vessillo lucido e scintillante della speranza, il segno divino che la volontà di Nagato e Yahiko pervade ancora questo mondo sbagliato, corrotto, dominato dall’ambizione del potere e dal giogo dell’ingiustizia.
    Una Terra che, ne sono convinta, alla fine riuscirà a conoscer la pace suprema, saprà trovarne la strada dispersa, rigenerando se stessa, e diverrà quel lieto e florido paradiso in cui nessun orfano dovrà più indossare cieli neri e nuvole rosse.
    Si, io credo che la splendente fenice della realtà si solleverà dalle ceneri di quella che adesso è una vaga chimera, una flebile, assurda utopia, un sogno che ci ha strappato la vita, la giovinezza e persino l'umanità.
    Ma nonostante tutto, questo è il nostro grande sogno, la nostalgica eredità che mi avete lasciato, ed è pure il soave, immenso premio che io non riscuoterò mai.
    Ho fallito, lui ha vinto.
    La mia ardente risoluzione, il mio devoto coraggio, la mia preparazione, tutto è crollato nell’abisso della miseria, inghiottito dalle fauci della sventura, svanito nelle tenebre che si celano dietro la sua maledetta, infida maschera di assassino.
    Che ne sarà di me? Che ne sarà della Città?
    Il respiro si fa affannoso, straziante, lo sguardo si offusca e le palpebre mi sembrano di dura pietra, tanto pesano sul mio viso devastato, mentre le onde del lago mi accarezzano, mi avvolgono e mi cullano armoniose, care, docili, come se volessero addolcirmi il trapasso che arriva, tetro e imminente.
    Il sangue tiepido si mescola alla frescura dell’acqua e della morte, vi fluisce e la imbratta, rendendo scarlatto ciò che prima era turchese e trasformando in scempio l’apoteosi della purezza, la tomba che la sorte ha scelto per me.
    Improvvisamente, come se quel medesimo fato crudele si divertisse nel tormentarmi, l’immagine di Madara mi riappare chiara e distinta dinnanzi agli occhi indeboliti, tremenda, macabra, orrida nella terribile mutilazione che gli inferto, l’ennesima prova di quanto abbia potuto fallire.
    Cerco di scostarmi, di interrompere l’incubo, ma è inutile.
    Posso vedere le sue iridi di fiamma che mi scrutano con un sorriso tutto interiore, diabolico, e le sue dita sanguinanti che stringono l’inestimabile, preziosissima pupilla di Nagato, mostrandomela come il simbolo della mia incompetenza.
    Vorrei rialzarmi, gridare, correr dietro a quel demonio e prendermi la rivincita, riscattare me e ciò in cui ho riposto la mia fede, porre fine a lui e ai suoi deliri di onnipotenza.
    Ma come? A che scopo? Sto morendo, sono già cadavere.
    Il mio tempo è finito, le mie possibilità pure.
    Un torpore sempre più diffuso si espande per tutto il mio corpo, attanagliando muscoli e carne nella morsa glaciale dell’anima che vola via, e al tempo stesso la lugubre visione si dirada assieme al dolore, lasciando il posto al tenero, splendido ricordo dei miei due amici d’infanzia.
    Oh, che meraviglia! Siete voi, infine, che mi venite a prendere per mano nella mia ultima ora? Sarete voi due, il mio cuore e il mio spirito, a condurmi nell’Eden che trascende la materia?
    Sento che la memoria si ribella, agitata, e che le stelle del mio passato tornano a brillare.
    Quasi mi viene da ridere, tra le lacrime che inondano la mia faccia ormai pallida e ovattata, mentre il pensiero evanescente si sofferma su di voi, sul maestro Jiraya, sui nostri strambi allenamenti e sulle nostre fughe, su quello che abbiamo passato, insieme, fino alla creazione dell’Akatsuki e all’inizio della nostra lotta contro la dannazione del mondo, la guerra che ha perduto tutti i suoi crociati.
    Tutti eccetto uno, il più giovane e il più grande, il ragazzo a cui ho affidato la mia speranza.
    Io vivrò in lui, voi vivrete in lui, il nostro sogno vivrà in lui.
    Perciò ho capito di non avere rimpianti, adesso, nel lasciare queste membra infreddolite che spirano; ho compreso di non provare né rammarico né tristezza nell’ammettere che il mio ruolo nella storia si è concluso, che il momento dell’estremo riposo è giunto e mi tende amichevole la mano.
    Sono così stanca, così debole.
    Desidero solo che l’agonia finisca, che qualcuno abbi pietà di me.
    Ed ecco che arrivate voi, i miei lucenti salvatori, che mi raccogliete e mi fate librare nell’aria limpida e tersa, come due angeli senz’ali dalle labbra sorridenti.
    Ridete, rido anch’io, e tutti e tre sorvoliamo velocemente Amegakure, felici nella più totale e assoluta tra le libertà.
    Passato, presente e futuro si fondono in una sola, gioiosa verità.
    Presto, saremo insieme per sempre.
    Presto, saremo a casa.
     
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0 replies since 25/9/2010, 13:07   38 views
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