Emotionless Desire

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  1. misterious detective
     
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    Ancora non so come ho fatto, con tutti gli impegni imprevisti e non, a finire a tempo record questa one shot.
    D'altra parte, non mi sarei mai permesso di fallire, non dopo aver promesso alla mia carissimissimissima Marsh una fic per il suo compleanno <3
    Ed ecco così, ad un'ora neanche dalla mezzanotte, il tuo regalo! <3 tanti auguri, patata mia <3 (e voi non pensate male :look: )

    Questo è uno spin - off (o forse sarebbe meglio chiamarlo un "what if...", visto che non penso che queste cose siano successe davvero, nella fic :look: ma chissà xD) sulla mia long fic, la Myde's Awakening.
    Attenzione! E' un po' spoiler: i protagonisti sono infatti Nanashi (che nella mia seconda long fic deve ancora apparire) e un altro personaggio che farà la sua comparsa nel capitolo 8 (cioè fra tre capitoli rispetto all'ultimo postato). Se nonostante ciò volete leggerlo subito, beh, vi auguro una buona lettura e spero che sia uscito un lavoro soddisfacente <3

    Ah, ovviamente il rating rosso, in cui non mi ero mai cimentato prima, è una specifica richiesta di Marsh <__< (il fatto che io abbia acconsentito volentieri è un dettaglio :look: )
    Comunque metto in spoiler, qualora uno dei miei (pochi) lettori non volesse rischiare di rovinarsi la storia, sia perché ricordo si tratta di rating rosso!


    SPOILER (click to view)
    Era lì da almeno un'ora.
    Nanashi l'aveva vista prima, mentre passeggiava per il cortile della sua residenza, all'interno dell'abbazia, e non ci aveva fatto particolarmente caso.
    Poi, quando si era avvicinato alla finestra, aveva notato che lei non si era mossa affatto: seduta su un barile lasciato appena fuori dalle mura per chissà quale ragione, forse dimenticato da qualcuno molto distratto. Non si era quasi mossa, teneva il ginocchio sinistro tra le mani, mentre il viso era rivolto verso l'orizzonte, dove il sole cominciava a tramontare.
    Illuminati dalla luce del crepuscolo, la bionda chioma della ragazza assumeva sfumature arancioni davvero insolite, ma estremamente belle. La sua pelle era nivea, mentre il corpo affusolato, perfetto e sinuoso, l'occhio quasi non passava nemmeno sul seno ben proporzionato. Il suo sguardo serio era rivolto verso la linea che divideva il cielo dalla terra e, nei suoi occhi gialli, Nanashi leggeva una nota di malinconia, simile ad una sconosciuta insoddisfazione, che la rendeva, per certi versi, ancora più tenera.
    Non poteva negarlo a se stesso: vederla tornare così, all'improvviso, lo aveva lasciato senza fiato, mentre il suo cuore accelerava ad un ritmo incredibile. I ricordi del passato erano riaffiorati alla sua memoria; quelle memorie dolorose che aveva rinchiuso nei meandri della sua mente, per lasciarle ristagnare finché non fossero completamente evaporate, erano esplose, straripate, infrangendo qualsiasi barriera nella loro strada e sconvolgendo i suoi sentimenti, la sua esistenza intera.
    Appoggiò una mano al vetro, osservando con un velo di tristezza il lento e quasi impercettibile movimento che quella faceva con la testa, ogni volta che respirava.
    “Tearju...” ripeté il nome della donna nella sua mente, socchiudendo gli occhi e sperimentando in prima persona il dolore che aveva provato tempo prima, mentre la lasciava morire tra le sue braccia. “No...adesso è Jurxeat. Chissà se ricorda quello che aveva detto, tanto tempo fa.”

    –Però…sono contenta…di essere stata sconfitta da un ragazzo bello come te. Chissà: magari, se ti avessi conosciuto prima, le cose sarebbero andate diversamente.-

    Riaprì gli occhi di colpo, prendendo subito fiato, quasi avesse appena terminato una lunga apnea. Quel tuffo nel passato era stato troppo per lui.
    La lama fredda, stretta con disperazione tra le sottili e femminili mani della donna.
    Poi la pozza di sangue, che si allargava, e il corpo che, privo di vita, cedeva sotto i suoi occhi increduli.
    Spostò la sua attenzione nuovamente alla Nessuno, accorgendosi troppo tardi che quella si era voltata nella sua direzione, come se avesse percepito il suo dolore, e lo fissava con aria severa e, almeno apparentemente, irritata.
    Il cuore dell'abate gli saltò in gola, e temette che la donna potesse ucciderlo con il solo sguardo.
    Colpito da un terrore insensato, scivolò di lato, oltre il bordo della finestra, con il fiato corto per lo spavento.

    -Sei qui.- notò, per nulla stupito, Nanashi. -A quanto pare le abitudini non cambiano.-
    Jurxeat era appollaiata sul tetto della casa dell'abate e, similarmente a quel pomeriggio, teneva un ginocchio stretto fra le mani, mentre osservava quieta la luna, godendo della leggera brezza serale che le accarezzava i capelli dorati.
    La donna si girò, guardando in direzione del nuovo arrivato, scocciata. -Abitudini? Sono venuta qui solo una volta, cosa diamine parli di abitudini!?- rispose bruscamente, chiudendo il discorso con uno sbuffo e voltandosi nuovamente verso il cielo, interrompendo ogni contatto visivo con l'intruso.
    Nanashi sorrise, scuotendo il capo. -Forse hai ragione tu.-
    Ormai l'ex templare era diventato un uomo: non solo si era alzato, ma i lineamenti del viso si erano fatti più marcati, mentre il suo sguardo comunicava saggezza. Non si era azzardato a tagliare la lunga chioma bionda, che gli sfiorava la schiena, di cui era fiero, né si era mai liberato della fascia rossa dai lunghi lacci, quasi fosse il suo simbolo. Anche da abate era ancora lo stesso ragazzo ribelle di ormai quasi sedici anni prima.
    Con un movimento rapido, si sporse dalla finestra, dando la schiena al paesaggio dietro di lui e, facendo leva sulle braccia, raggiunse il tetto di tegole cremisi sul quale sedeva Jurxeat, come in attesa.
    La Nessuno abbassò gli occhi verso l'ospite, che le aveva ceduto uno dei suoi alloggi e che tentava di sistemarsi per bene accanto a lei, che non potè fare a meno di guardarlo con aria scettica, ma vagamente interessata.
    -Indossi gli stessi vestiti di allora.- notò la ragazza, quasi unicamente per riempire, in modo patetico, quegli attimi scanditi da un silenzio opprimente.
    -Non pensavo fosse una cattiva idea rievocare i vecchi tempi...- si giustificò, riuscendo finalmente nell'intento di raggiungerla sul tetto e sedendosi di fianco a lei, una gamba distesa e l'altra piegata.
    Agli occhi di Jurxeat, sembrava che il tempo si fosse riavvolto per mostrarle lo stesso uomo che, con affetto sincero, aveva tentato l'impossibile per farle aprire gli occhi. I piccoli particolari passavano inosservati: indossava la stessa maglia rossa con striature bianche a maniche corte, incurante del freddo, e i medesimi pantaloni bianco panna. Il collo era avvolto in una sciarpa color acqua marina. L'immagine dell'attraente ragazzo di quindici anni prima si sovrapponeva a quella dell'abate di quel giorno, provocando in lei una strana sensazione, un'opaca nostalgia, che non riusciva a percepire fino in fondo.
    -Cretino...- bofonchiò sbuffando, per poi appoggiare la testa sul palmo aperto, con fare indisponente.
    L'uomo si voltò verso di lei:-Sei cambiata.- disse, lasciando che le parole si perdessero al vento, senza dar loro un perché. Anche lei non era poi tanto diversa nell'aspetto: i lunghi capelli biondi erano legati verso l'estremità da un elastico bordeaux, che dava loro una forma ondulata. Portava una vestaglia grigia, che sembrava danzare alla soave e silenziosa musica del vento.
    La guerriera trattenne una risatina, mentre volgeva lo sguardo all'orizzonte. -Non sono cambiata. Sono semplicemente un'altra persona. Tutto qui.-
    La sua voce era impastata, sembrava quasi...dominata da un'emozione.
    Quella sensazione che l'abate aveva percepito svanì in un battito di ciglia, quando questi tornò a fissare il suo volto vuoto.
    -Questo conflitto...non riesco a capirlo.- disse allora, quasi in una confessione, parlando più a se stesso che alla donna.
    Si guardò intorno: da là sopra poteva vedere tutta la città che dipendeva da ogni sua parola, ma non solo: poteva osservare il pigro scorrere dell'acqua sul letto di un ruscello, presso il quale soleva giocare e passare le giornate da bambino. In alcune case le luci erano accese, alcune famiglie stavano ancora riposando, con i figli addormentati sulle gambe dei genitori, davanti al camino acceso che gettava nell'atmosfera un rado strato di fumo. Oltre i confini, il vento muoveva le fronde di un piccolo bosco ed esse, avvicinandosi, diventavano una lunga sagoma nera in quella notte buia.
    Nanashi rimase in silenzio, spostando più volte alcune ciocche di capelli, come fosse un mantra rilassante.
    Jurxeat, voltandosi verso di lui, notò la sua espressione corrucciata e le sue guance arrossate.
    -Sai, io amo molto la gente.- confessò, con in viso un'espressione rilassata, addirittura beata. -Amo la loro diversità, la loro unicità. Amo i loro pensieri, le idee e i sentimenti.-
    L'uomo fece il gesto di portare una mano alla bocca, abbassando imbarazzato lo sguardo. La ragazza, però, non parve notare la sua allusione involontaria, e continuava a fissarlo inespressiva, in ascolto.
    -È per questo che ho scelto di diventare l'abate di questo paese, per difendere la gente che amo.- spiegò, portandosi una mano al petto.
    La Nessuno si scoprì a riflettere su quel piccolo, insignificante gesto: non le sarebbe dispiaciuto essere come Nanashi, che sentiva nel cuore di aver fatto la scelta giusta. Lei invece era stata cieca: per un sentimento falso si era venduta, cedendo tutta se stessa all'oscurità.
    -Ma sono solo parole.- aggiunse ancora l'abate, con i pugni stretti e il corpo scosso da un fremito. -Questo mio amore...on è bastato a proteggere una sola persona!-
    La Nessuno lo guardò, con espressione vagamente stupita e la bocca semichiusa, intuendo cosa volesse dire.
    -Scusami, Jurxeat.- mugolò il biondo, stringendo gli occhi. Una sola lacrima, però, gli sfuggì,solcando poi il suo viso. -Non sono stato in grado di aiutarti!-
    La ragazza rimase in silenzio per un po'; sembrava stesse pensando a cosa rispondere. All'improvviso, allungò le braccia, chiudendo saldamente le mani intorno alla nuca dell'uomo. Lo avvicinò a sé con irruenza, unendo le loro labbra.
    Nanashi spalancò gli occhi incredulo ma, cullato dalle carezze tra i suoi capelli, chiuse di nuovo le palpebre, avvicinando la Nessuno a sé per far durare quel momento il più a lungo possibile.
    Quando l'uomo capì la necessità della ragazza di respirare, separò a malincuore le loro bocche. Si passò alcune dita sulle labbra, come se si fosse appena svegliato da un sogno, ancora vivo e tangibile nella sua mente.
    -Io non volevo essere salvata.- confessò Jurxeat, intrecciando le mani con sguardo perso. -Tutto quello che desideravo era avere qualcuno vicino, che potesse riscaldare il mio cuore congelato, ed Exarg mi aveva dato quello che cercavo, in cambio della mia esistenza.-
    Le parole le uscivano dalla bocca come un sibilo. se non avesse saputo che lei era incapace di provare il benché minimo sentimento , Nanashi avrebbe potuto credere che Jurxeat disprezzasse quel suo vecchio Io.
    -Sono io che dovrei scusarmi con te, per non aver prova...no, per non aver voluto stringere la tua mano tesa ad aiutarmi.-
    Rimasero fermi sul tetto per alcuni minuti. Senza nemmeno toccarsi, l'uno percepiva la presenza dell'altra. Sentivano un sottile legame, invisibile ed impossibile da definire a parole, unirli. Le emozioni dell'uomo si riversavano dentro la ragazza, che le faceva sue.
    -Nanashi.- sussurrò la donna, appoggiando ad occhi chiusi il capo sulla spalla del compagno, mentre con la mano stringeva quella dell'altro.
    Quello chinò il capo per guardarla: sembrava quasi una ragazza indifesa e, in quel momento, non riusciva a vederla come una donna spietata, o come una pericolosa Nessuno.
    -Tu...cosa provi per me...o forse dovrei dire per Tearju.- la seconda frase la disse sottovoce, quasi fosse una precisazione inutile.
    L'uomo arrossì violentemente di colpo. Sorpreso, iniziò a domandarlo anche a se stesso. -Non saprei...-
    -Sono convinta che tu abbia sofferto più di me per quello che è successo...- continuò, non curandosi della risposta data dall'altro. -Vorrei potermi sdebitare, in qualche modo.-
    L'abate parve non capire. Passandole più volte una mano lungo la spalla, accarezzandola, si chiedeva a cosa stesse pensando la Nessuno, cosa volesse fargli capire.
    -Vieni.- disse solo, spostando il suo braccio ed alzandosi in piedi. Con movimenti lenti, scese lungo il tetto, aggrappandosi ad alcune tegole, e si spinse oltre la finestra, seguita dall'altro.

    Si ritrovarono nella stanza di Nanashi. Essa era arredata finemente, come si poteva confare ad una persona del suo rango, ma non vi era sfoggio di lusso. L'arredamento, pur essendo di gusto raffinato, era poco più che essenziale: un grosso armadio in legno, le cui ante erano socchiuse ed impedivano di vedere cosa vi fosse all'interno. Ad un lato della stanza, vicino ad una seconda finestra, si trovava una scrivania intarsiata, zeppa di documenti accatastati malamente, probabilmente si trattava di tutto il lavoro arretrato dell'uomo. Vi era anche un tavolino con alcune sedie intorno e, sopra di esso, una tazza da thé vuota. Il letto, infine, era un matrimoniale piuttosto grande, con coperte beige dai motivi floreali.
    “Ma cosa se ne farà di un letto del genere” si chiese la Nessuno, scettica.
    -Ora puoi spiegarmi? Cosa volevi...- cominciò a dire Nanashi, portando le braccia al petto.
    La ragazza non lo lasciò finire. Appoggiandosi con il suo corpo a lui, lo spinse verso il letto, facendolo stendere dolcemente sul morbido materasso.
    La donna faceva scorrere abilmente le sue mani lungo tutto il corpo dell'uomo che, dal suo canto, quasi incapace di pensare, faceva lo stesso, scivolando con le sue sotto la vestaglia della Nessuno, che lo teneva occupato con un sapiente gioco di lingue.
    Quello scambio di effusioni stava letteralmente inebriando l'abate, che a fatica riusciva a realizzare quanto, forse, tutto ciò potesse essere sbagliato. Schiavo di quelle sensazioni, però, ricacciava quei pensieri, per concentrarsi unicamente sulla donna e sul suo magnifico corpo.
    Jurxeat si alzò, mettendosi in ginocchio sopra di lui. Muovendosi sinuosamente, prese i lembi della maglia che indossava il biondo e, con il suo aiuto, gliela sfilò.
    Non c'era alcun commento negativo possibile: il suo compagno aveva un fisico invidiabile e i muscoli pettorali, formatisi durante i duri allenamenti con i templari, facevano pieno sfoggio di sé e, nel complesso, reggeva ottimamente il paragone con il corpo maturo della Nessuno.
    Quella sfiorò delicatamente la pelle del suo partner, che ebbe un leggero fremito, probabilmente di eccitazione. Si chinò nuovamente su di lui, appoggiando per un attimo le sue labbra su quelle dell'altro, per poi scendere lentamente e baciarlo più volte in tutto il corpo, fino ad arrivare all'altezza dei pantaloni. Lì indugiò qualche secondo, alzando lo sguardo verso il ragazzo, visibilmente impaziente.
    Ridacchiando, per prendersi un po' gioco di lui, appoggiò entrambe le mani sotto il cavallo dei pantaloni, tastando con delicatezza, per vedere quanto gradiva ciò che gli stava facendo. Poteva sentire con chiarezza l'organo, duro e pulsante, premere contro le sue mani. Ponendo fine a quel momento di attesa snervante, abbassò gli indumenti che la intralciavano, trovandosi con la faccia a pochi centimetri dalle intimità dell'uomo.
    Con aria vagamente soddisfatta, Jurxeat invitò il compagno a rilassarsi. -Mi occuperò io di tutto.- sussurrò, sensuale.
    Quello deglutì, facendo un cenno col capo. E la ragazza, spostando indietro i capelli, socchiuse la bocca e si abbassò.
    L'abate chiuse gli occhi, portando indietro la testa. Avevano appena cominciato, ma lei gli dava delle sensazioni nuove, mai provate prima con tutte le altre donne che aveva avuto. Prima di allora non avrebbe mai potuto affermare di aver fatto l'amore. Il loro non era un rapporto vuoto: l'atto sessuale era coronato da un sentimento di affetto e protezione, quanto di più vicino all'amore avesse mai provato per una donna. Era come se Jurxeat lo stesse ricompensando con quel piacere per tutti gli anni dolorosi che aveva trascorso, con il perenne ricordo del suo errore nel cuore.
    Lì, con la donna accanto che lo faceva stare così bene, ogni altra cosa perdeva significato, ogni contorno si faceva sbiadito.
    Sfiorò con le mani il capo della ragazza, spingendola leggermente, affinché assaporasse ancora più profondamente la sua virilità.
    Quella, compiaciuta dalla reazione del compagno, gli diede ciò che desiderava, impegnando tutta se stessa.
    All'improvviso, però, si rimise eretta, separandosi dal fallo dell'uomo.
    Non c'era bisogno di alcuna parola, era facile per loro capire i desideri reciprochi.
    Alzandosi a sedere, Nanashi afferrò la veste all'altezza delle spalle e, mentre la ragazza abbassava il collo, gliela sfilò, lasciando che fluttuasse dolcemente fino al pavimento accanto al letto. La sua compagna indossava della biancheria nera di pizzo, indubbiamente molto sexy.
    L'uomo appoggiò la testa sulla spalla sinistra della donna, leccandole più volte il collo, mentre lei iniziava a reagire ai suoi stimoli e alzava il capo, affinché l'altro potesse baciarla sempre di più.
    Con movimenti lenti, l'abate passo le mani lungo la schiena della Nessuno, slacciandole la biancheria nella parte superiore del corpo. Allora, con mano esperta e delicata, cominciò a massaggiarle delicatamente il seno, concentrandosi con le dita sull'areola che, stimolata, cominciava ad indurirsi.
    -Non...penso di capiterà molte altre volte...di vedere un Nessuno così.- affermò ironica la donna, tra alcuni mugolii di piacere.
    Nanashi sorrise a quella battuta, riferita chiaramente al fatto che, mentre il ragazzo si divertiva con lei, Jurxeat arrossiva vistosamente, chiudeva gli occhi e piegava le labbra in una smorfia di piacere.
    Come incitato dal comportamento della partner, l'uomo decise di aumentare la dose. Era tanto tempo che non si abbandonava così al piacere carnale, ma il suo corpo non aveva dimenticato ciò che aveva imparato.
    Si chinò, andando a succhiarle avidamente un capezzolo, mentre con le mani si liberava del pezzo di biancheria inferiore, sfiorando con delicatezza e accuratezza le intimità della ragazza.
    Quella si aggrappò a lui, mugolando sempre di più.
    Era bellissimo.
    Per la sua intera vita aveva cercato qualcuno che la amasse, che fosse vicino a colei che era stata rifiutata dal mondo, e lo aveva trovato solo in quel momento, quindici anni dopo la sua dipartita. L'unica cosa che avrebbe voluto rimpiangere, se avesse potuto, era di non poter godere appieno di quel momento, non poter essere veramente felice nel vedere il proprio sogno realizzato.
    -Ti prego, vieni subito dentro di me. Questa notte voglio essere amata come mai lo sono stata nella mia vita, voglio che i tuoi sentimenti diventino i miei, anche solo per poco, e sentirmi di nuovo qualcuno.-
    Nanashi rimase immobile, colpito e assoggettato da quelle parole. Con gli occhi coperti dai capelli in disordine, fece un leggero cenno col capo. La sollevò, stendendola poi supina sul letto.
    Si mise sopra di lei, perdendosi nei suoi occhi dorati, mentre lei faceva lo stesso in quelli azzurro cielo dell'abate.
    -Vado.- disse, con la bocca impastata, l'uomo, muovendosi titubante, quasi fosse la sua prima volta, verso l'intimità dell'altra, che si mordeva il labbro, mentre guardava da verso la porta della stanza, concentrandosi sulle pieghe del legno d'acero. La connessione con il compagno si faceva sempre più forte e, ormai, era come se quell'imbarazzo fosse veramente suo, ne era convinta, e ciò la metteva a disagio.
    Nanashi si spinse fino in fondo, più lentamente che poteva, ma non riuscì ad evitare che alla ragazza sfuggisse un verso di dolore.
    -Tutto a posto?- le domandò, sinceramente preoccupato.
    -Io...sì.- rispose laconica Jurxeat, alzando gli occhi, sognante, verso colui che, per quella notte, era diventato il suo amato.
    -Allora...io comincio.- concluse lui, deglutendo nervoso.
    Iniziò a muovere il bacino lentamente, spingendo avanti a indietro la compagna, increspando le coperte del letto come le onde di un mare.
    -Continua...Nanashi...- lo incitò ancora, stringendolo in un abbraccio, mostrandogli tutto il bisogno che aveva di lui.
    L'abate, infervorato, si avvicinò ancora di più a lei. Stavano diventando una cosa sola, due entità diverse, su due piani di esistenza diversi, le cui essenze si intrecciavano per diventare, il tempo di quella notte, una sola. Il cuore di Nanashi era anche quello di Jurxeat.
    La ragazza iniziò a gridare, il piacere la travolgeva e il suo corpo era scosso da spasmi improvvisi, di diverse entità, ma sempre travolgenti.
    Tutto ciò non faceva che infervorare il ragazzo, che spingeva sempre di più, desideroso di raggiungere l'apice con la sua donna.
    Intrecciò con ella le mani, appoggiandosi ancora di più a lei. Unì prima le loro fronti, poi le labbra, soffocando le grida di piacere della Nessuno a favore di un piacere ancora più intenso e totale, scongiurando al contempo il rischio di essere uditi.
    Non potevano desiderare altro nella vita che rimanere così, per sempre, in comunione con gli animi e vicini l'uno all'altra.
    -Ju...Jurxeat, io sto per...-
    La ragazza non lo ascoltò: rafforzò la presa sulla sua schiena, costringendolo a rimanere dentro di lei. -Non andartene ora!-
    Il piacere li travolse entrambi, scosse i loro animi con la forza di un uragano.
    Raggiunto l'apice, Nanashi lasciò che il suo seme scorresse all'interno della Nessuno, così come lei desiderava.
    -Te...Tearju!- gridò inconsciamente, rievocando le vecchie memorie e, mentre ogni pensiero lucido era scacciato dal godimento, una lacrima gli bagnò il viso, cadendo sulla guancia della Nessuno.
    -No...non piangere.- lo supplicò la donna, con voce dispiaciuta, mentre iniziava a riprendersi dall'orgasmo raggiunto insieme al compagno. -Questa notte io sono di nuovo Tearju. E te lo posso dire con certezza, non hai nulla di cui incolparti.-

    Jurxeat rimase abbracciata al suo uomo, sotto le coperte. La sua testa era affollata da mille dilemmi che si sovrapponevano e si confondevano nella sua mente, fino a poche ore prima, fredda e razionale.
    Le sembrava di non capire più nulla, si sentiva così diversa sia dalla donna che era prima sia da quella che era durante il rapporto consumato poco prima.
    -Non so se sia stato giusto o meno...- disse una voce, quella di Nanashi, interrompendo il flusso dei suoi pensieri e cogliendo la sua attenzione. -Però io non mi pento di quello che ho fatto con te stanotte.-
    Nessuno dei due aggiunse più niente, fu sufficiente il gesto della Nessuno di chiudersi ancora di più contro il caldo e nudo petto dell'uomo, felice.
    -Domani dovrai ripartire, insieme a Myde e agli altri...?- domandò il biondo, conoscendo già la risposta.
    La ragazza rimase in silenzio, come se la verità potesse ferire uno dei due.
    L'abate allora sospirò, capendo di non avere un ruolo nella scelta dell'altra, della quale conosceva le ragioni.
    Quella, con voce sommessa, gli chiese un'ultima cosa, un ultimo favore prima di separarsi di nuovo.
    -Però, almeno per questa notte, restami accanto.-
     
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    ~Bridges Burned

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    Specifichiamo due cose!
    Primo: ti ho detto un trialiardo e mezzo di volte che NON c'era bisogno di scrivermi una shot, che del mio compleanno non me ne può sbattere di meno e che, ancora, non era necessario. E tu, testardo come un mulo, ciucco come il marmo, sei spuntato fuori con: voglio scrivere una rating rossa! cosa preferisci?
    e io ancora a dirti che sei duro come un sasso... poi alla fine ti ho dato due alternative e hai preso Nanashi... saggia scelta XD
    *salta addosso a Nanashi*
    Tearju per una notte, io tutte *muhahameggia*
    Seconda cosa da puntualizzare: al femminile lo usi solo tu u.u Io uso il termine patato, al maschile u.u al femminile lo uso solo ed esclusivamente per descrivere fic è____é
    Errore da principiante u.u
    Ok, basta cretinaggini di questo genere XD
    Grazie mille per il pensiero. Un po' si nota che è la tua prima rating rossa, niente di preoccupante eh XD Ma io riconosco i tratti degli esperti e dei perversi in erba... perchè questo sei -.-
    Esclusi i miei filmini mentali su Nanashi (cazzo, forse è la volta che lo ri-sogno la notte) è davvero una buona shot ^^
    Tralasciati errori di battitura, perchè solo quelli ho visto, comprensibile, sei talmente testardo che hai voluto finirla subito -.-, direi che, avendo (io) un senso del pudore grande come il mondo, non avrei potuto fare di meglio^^
    Tornando alla trama che segue la fic... noooo, torna Tearju *si da manata in fronte*
    Poveri Myde e Haiiro, torturati a vita... Mizu invece crescerà seguendo il suo esempio, me lo sento XD

    Grazie ancora^^
     
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