Il Ritorno dei Cuori - Myde's Awakening

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  1. misterious detective
     
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    Scusate il ritardo ^^ Il programma era di pubblicare il terzo capitolo a inizio mese, ma ho avuto dei "problemi" con i computer che mi hanno costretto a ritardare un po' xD
    Spero enjoyerete comunque :asd:
    SPOILER (click to view)
    ah, vi anticipo già che ho battuto la fiacca e non ho dato la solita ricontrollata al capitolo prima di postare. Spero che non ci sia in giro qualche strafalcione non segnalato da controllo ortografia e grammatica di word :asd:



    Capitolo 3
    Caccia

    -Cosa...significa?- balbettò Myde, cadendo seduto a terra.
    -Mi stai dicendo che...la mia casa, la mia famiglia...non ho più niente?-
    Mudriel strinse i pugni, maledicendosi per la mancanza di tatto, ma non sapeva cos’altro avrebbe potuto fare.
    Mizu e Haiiro guardavano da poco lontano, incapaci di aiutarlo.
    Solo Vi si mosse, avanzando con passo lento verso il ragazzo. Sul viso aveva un mezzo sorriso, mostrante affetto e compassione.
    Si chinò e gli mise una mano su d’una spalla, costringendolo ad alzare lo sguardo verso di lui.
    -Lasciami stare...- cercò debolmente di opporsi il custode.
    -So quanto faccia male.- cominciò, ignorando la sua supplica. –Perdere ciò a cui si tiene è terribile, un dolore che non sparirà mai dal tuo cuore; per quanto possa attenuarsi col tempo, sarà sempre lì, vivo...-
    Nel parlare si portò una mano al petto, sentendo solo il pallido eco di un cuore che, probabilmente, non albergava più lì da tanto tempo.
    L’altro non rispose, rimanendo come in riflessione, mentre una lacrima solcava la sua guancia, scendendo lentamente verso il suo mento.
    -Però hai ancora molte persone che ti sostengono, che ti vogliono bene...- aggiunse, volgendo lo sguardo verso gli altri due ragazzi, che osservavano la scena col cuore in gola, chiedendosi se si sarebbe risolto tutto.
    -Anche per loro...- continuò –Non rinunciare alla tua vita. Guarda e vai avanti, senza fermarti mai, senza voltarti indietro. E fallo stringendo le loro mani nelle tue.-
    Mentre parlava, rivolse al giovane i suoi occhi colmi dell’affetto che si può provare per un figlio e, per un attimo, il custode sentì il proprio cuore riscaldarsi. Quella sensazione, però, svanì velocemente com’era apparsa, in pochi attimi. –Anche se mi dici questo, io...-
    -Non pensavo di aver cresciuto una simile mammoletta!-

    Myde si girò di scatto, guardandosi forsennatamente intorno. Era certo di aver riconosciuto quella voce che, all’improvviso, si era imposta su di loro.
    Si aprì un secondo varco; tutti gli astanti rimasero ammutoliti, tutti increduli e allibiti, col cuore impazzito che batteva forsennatamente nei loro petti.
    Dall’oscurità apparì prima una gamba, poi un braccio. Pian piano si delineò il corpo snello e giovanile di un Nessuno.
    -Papa!- gridò il custode, correndo verso il genitore.
    Quello allargò le braccia, stringendolo forte a sè. Sentiva il figlio tremare, vicino al pianto per la felicità.
    -Scusami se ti ho fatto preoccupare. Sono tornato appena ho potuto.- disse con voce dolce, dando alcune leggere pacche sulla schiena al figlio.
    Lo lasciò sfogarsi contro il suo petto per alcuni secondi, per poi allontanarlo.
    -Bentornato. Mi sembrava strano fossi morto per così poco.- lo salutò l’alchimista, avvicinandosi con un sorrisetto ironico.
    -Stai forse dicendo che non ti sei minimamente preoccupato?- rispose il chitarrista, fingendosi offeso.
    Vi però li interruppe, frapponendosi tra i due. –Questo non è certo il momento migliore per scherzare.-
    Prima diede un’occhiata a Myde, facendo un cenno col capo. Il giovane capì che doveva farsi da parte, gli adulti dovevano parlare di argomenti importanti.
    A quel punto, il padrone del castello si voltò verso Demyx, fissandolo serio:-Cos’è successo al Mondo Che Non Esiste?-
    Il Nessuno ricambiò lo sguardo profondo, domandandosi quasi cosa rispondere, le parole gli mancavano:-Ci hanno attaccato in centinaia di strani esseri luminescenti. Io e Aira non saremmo mai riusciti a eliminarli tutti, nè tanto meno a scappare. Quindi abbiamo trovato un’altra soluzione...- raccontò enigmatico facendo una pausa come a voler tenere i presenti col fiato sospeso, facendo loro desiderare la risposta.
    -Abbiamo fatto crollare il Castello sul Mondo che, ora, non esiste più veramente!- concluse, ridendo sguaiatamente, come un bambino divertito dalla sua stessa marachella.
    Vi lo strattonò, sollevandolo per il bavero dei vestiti. –Sei un irresponsabile! Ti rendo conto che con una tua azione hai disintegrato un intero pianeta?- gli gridò in faccia, in preda a una rabbia folle.
    -Che importa? Tanto non ci viveva più nessuno.- rispose candidamente, senza comprendere realmente le conseguenze delle sue azioni.
    -Non è questo il punto!-
    Mudriel diede all’uomo alcune pacche sulla spalla, suggerendogli di rinunciare, che era inutile cercare di far venire un po’ di senno in testa al biondo.
    Vi, sbuffando, lasciò andare quell’adulto dall’aspetto di ragazzo, che mai aveva considerato tanto idiota quanto in quel momento.

    (.Hack//Link OST – That Name is Sora)
    -A proposito- proruppe Myde, avvicinandosi nuovamente agli adulti, che sembravano aver finalmente finito di litigare. –Dov’è la mamma?- domandò, ancora un po’ preoccupato.
    -Tranquillo, Aira l’ho portata dalla nonna.- rispose, riferendosi a Merina, la madre della donna.
    -Adesso però è il caso che voi ragazzi torniate a casa. È tanto che non ho modo di parlare con questi miei vecchi amici e i nostri discorsi vi annoierebbero di sicuro.-
    Il chitarrista, con una risata, invitò così Myde, Haiiro e Mizu ad allontanarsi.
    I tre lo guardarono un po’ perplessi, ma obbedirono, prendendo la strada verso il castello, impegnati a parlottare e scherzare tra di loro, come se nulla fosse accaduto.
    Quando i giovani si furono allontanati, Mudriel si schiarì la voce, guardando divertito il vecchio compagno. –Bisogna ammettere che non sei male come attore.-
    -Allora? Cosa devi dirci?- si aggiunse Vi, incrociando le braccia.
    Il Nessuno deglutì, prendendoi un po’ di tempo per spiegare la situazione. –Come avrete immaginato, c’è dell’altro. Insieme alle creature c’erano delle persone, vestite di bianco...come quello di dodici anni fa.-

    Haiiro strinse i pugni, camminando a testa bassa. Le parole e le risate dei due compagni gli scivolavano addosso come acqua: continuava a ripetere il combattimento nella sua mente, cercando una ragione per la sua sconfitta.
    Solo più tardi si accorse che le attenzioni dei suoi amici erano concentrate su di lui.
    -Cosa succede Haiiro? Ti vedo...distratto.- affermò Myde, squadrandolo con aria un po’ preoccupata.
    Quello spalancò gli occhi, impiegando un po’ a capire il senso della domanda. –Ah, ero solo sovrappensiero.- mentì, sfoggiando un sorriso che sembrò tranquillizzare gli atri.
    Attraversarono il cancello principale del castello, una larga inferriata nella quale le grate andavano a formare ipnotici motivi geometrici, e si ritrovarono al cortile interno.
    Da lì imboccarono il sentiero che portava verso l’atrio ma, mentre camminavano, incontrarono Ashrox, che avanzava in direzione opposta, verso di loro.
    -Papà, cosa ci fai qui?- domandò il grigio.
    Il genitore gli sorrise e, passando di fianco a lui, gli arruffò affettuosamente i capelli. Quindi, mentre proseguiva il suo andare, spiegò:-Nei pressi delle rovine a ovest pare sia stato avvisato un Heartless di grossa taglia, quindi stavo andando ad occuparmene.-
    I tre tentarono di scucirgli ualche altra informazione, ma fu tutto inutile: lui stesso non sapeva nulla più di quello che aveva detto, le informazioni arrivategli erano frammentarie. Consigliò quindi ai ragazzi di fare attenzione e non correre rischi inutili, andando contro un avversario che non conoscevano.
    Myde guardò dubbioso gli altri: la loro curiosità li avrebbe spinti all’avventura, ma l’avvertimento dell’uomo era stato chiaro.
    Haiiro incrociò le braccia, dubbioso. Forse era meglio lasciar perdere, non c’era ragione per cui dovesse farlo e non suscitava nemmeno troppo il suo interesse. In quel momento la voglia di combattere era quasi assente in lui, però...

    (.Hack//Link OST – Klarinette)
    -Ma sì, facciamolo!- sbottò all’improvviso, con aria eccitata.
    I suoi compagni, Mizu soprattutto, rimasero esterrefatti da quella esternazione.
    -Voglio dire, ragazzi, si tratta di un Heartless! Ne abbiamo eliminati già così tanti, cosa volete che sia? Scommetto che non è neanche tanto grosso!- commentò ridendo. Un’idea gli era baluginata in mente e lo aveva convinto a mettersi alla prova. Quella era un’ottima occasione per mettersi in buona luce agli occhi della ragazza e scavalcare il posto di Myde.
    Anche il custode era eccitato da quell’idea, sicuramente era più divertente che rimanere chiusi in casa ad annoiarsi. –Per me va bene, ma...- volse lo sguardo speranzoso a Mizu. –Tu te la senti?-
    La ragazza sobbalsò quando venne chiesa la sua opinione. Guardò prima Myde, che aveva tanto vicino, poi Haiiro. Entrambi confidavano nella sua risposta, ma lei era tutt’altro che convinta. Sapeva anche che non sarebbe stata capace di combattere...
    -Io, ecco...- farfugliò, intrecciando le dita delle mani. Abbassò lo sguardo, imbarazzata; sarebbe davvero riuscita a dar loro quella delusione?
    Deglutì e prese coraggio. –Per me va bene. Possiamo provare.-

    (.Hack//Sign OST – In Your Mind)

    I tre ragazzi camminavano affiancati attraverso la boscaglia. Le numerose piante si innalzavano verso il cielo con i loro spessi tronchi, mentre le folte chiome si intrecciavano, lasciando passare la luce solo attraverso piccoli spiragli che contribuivano a rendere quasi mistica l’atmosfera. Il colore che regnava era il verde: l’erba smeraldina e le foglie, tra le quali alcune iniziavano a diventare giallastre, pronte a cadere nella stagione che stava per arrivare. Il muschio si ancorava alle cortecce degli arbusti, che a volte sembravano quasi soffrirne. Nel complesso, però, l’atmosfera era piacevole e rilassante.
    Il trio si muoveva rapido e con sicurezza; conoscevano sufficientemente quei luoghi da non temere di inciampare in un ostacolo imprevisto e da non aver bisogno di fermarsi e cercare dei riferimenti per sapere dove si trovassero.
    Dopo quasi mezz’ora di marcia, la radura si fece meno fitta; grandi squarci di cielo erano ora visibili attraverso le fronde. Il cielo era limpido, di un azzurro magnetico.
    A pochi metri da loro videro quello che cercavano: alcuni pezzi di mura ormai crollate si reggevano in piedi come a dominare quella zona. Erano di un marrone molto chiaro, sembravano essere state consumate dal tempo e dalle intemperie.
    Mizu mosse qualche passo in avanti rispetto agli altri. Si chinò sulle gambe, abbassandosi abbastanza da poter toccare più facilmente quei resti di quello che doveva essere un edificio di cui ora non c’era quasi più traccia. Spostò il palmo su di esso, mentre la polvere depositatasi nel tempo si attaccava ad esso, ingiallendogli un po’ la mano.
    Haiiro e Myde si fecero avanti a loro volta, e il primo parlò:-Bene, siamo arrivati, ma l’area è grande e non abbiamo la certezza che non si sia allontanato quell’essere.- commentò, mentre dava dei piccoli calci ad una pietra, come passatempo. –Propongo di dividerci.-
    Myde lo guardò, perplesso:-Siamo solo in tre, sicuro che sia una buona idea?-
    Il grigio annuì. –Mizu potrebbe venire con me, così sarà al sicuro. Il primo gruppo a trovare l’Heartless avverte gli altri lanciando un fire in aria.-
    Il custode rimase alcuni secondi a riflettere, qualcosa non lo convinceva affatto. Incrociò le braccia e abbassò il capo; a prima vista poteva addirittura sembrare assopito.
    La ragazza deglutì, alzandosi lentamente. –Io però...vorrei andare insieme a Myde.-
    I ragazzi si voltarono verso di lei, stupiti da quell’intromissione.
    Haiiro soprattutto era frastornato: si era già immaginato come avrebbero potuto svolgersi le cose.
    “Ti prego, non darle corda” penso, socchiudendo gli occhi e stringendo i pugni.
    L’altro giovane alzò le spalle, con aria quasi indifferente. –Per me va bene.-
    Haiiro sbuffò, resistendo alla tentazione di lasciarsi cadere a terra. Rimase col capo chino alcuni secondi, ma si ricompose prima che gli altri se ne accorgessero.
    “No, va bene così. Mi basta trovare l’Heartless per primo.” Si convinse, annuendo col capo, sovrappensiero.
    Mizu si alzò, avvicinandosi a Myde con un sorriso. –Allora vogliamo andare?- domandò, incrociando le braccia dietro la schiena.
    -D’accordo.- rispose, con la stessa allegria.
    Quindi il ragazzo si mise a correre, invitando con un cenno del capo la compagna a fare lo stesso.
    -Muoviti Haiiro, o l’Heartless te lo scordi!- lo sbeffeggiò un po’, mentre si dirigeva di più nel cuore delle rovine.
    -Tsk, non serve che sia tu a dirmelo.- rispose quello sottovoce. Estrasse l’arma dal fodero che portava alla gamba destra e, dopo essersi guardato qualche secondo intorno, partì, ispezionando l’area al limitare delle macerie.

    (.Hack//Sign OST – Magic and Sword)

    Myde si chinò a terra, tastando il terreno. In mezzo al folto strato di erba erano rimaste impresse delle grosse impronte: il palmo era largo e le piante erano completamente pressate a terra. Il loro obbiettivo doveva essere alquanto grosso e pesante, dato che in più punti la terra era sprofondata di alcuni centimetri.
    Il custode posò la mano su uno di quegli affossamenti, passandola sulla sagoma. Essa terminava con cinque grosse dita. Sembrava appartenere più ad un animale di grossa taglia anziché a un Heartless.
    Mizu si avvicinò al ragazzo, guardandolo curiosa e cercando di capire i risultati delle sue indagini.
    -È senza dubbio il nostro Heartless, a giudicare dalle dimensioni.- affermò, raccogliendo qualcosa di minuscolo tra il pollice e l’indice.
    Si alzò in piedi ed osservò il suo bottino controluce: alcune piccole schegge nere che, attraversate dalla luce solare, emettevano alcune scintille scure.
    -Non posso sbagliarmi, questo è il segno del passaggio di un Heartless e non uno qualunque.-
    La ragazza annuì, guardandosi poi attorno sconfortata. –Però qui ce ne sono diverse e sono tutte confuse. Dubito otterremo qualcosa, magari se n’è anche andato con un varco oscuro, invece di andare a spasso da bravo.- ragionò, sbuffando. Si prospettava una lunga ricerca.
    L’altro lasciò cadere a terra i frammenti luccicanti e inarcò un po’ la schiena, come per stiracchiarsi.
    -Quello che non capisco…- disse. –È il comportamento di quest’ombra. Per quale scopo può vagare a casaccio in mezzo alla foresta?- si domandò, massaggiandosi con le dita il mento, con aria molto assorta.
    La giovane si appoggiò al tronco di un albero, in silenzio. Temeva di rompere il filo dei ragionamenti dell’amico, che era sicura sarebbe giunto ad una soluzione.
    Quando il custode se ne accorse, però, sorrise e smise di torturarsi con le mani:-Non riesco a venirne a capo. Adesso cerchiamolo, quando lo avremo trovato avremo le risposte.-
    Mizu annuì, staccandosi dalla corteccia e rimettendosi in marcia, a fianco del ragazzo. Mentre camminava la sua attenzione era rivolta al suo amico, lontano da loro: “Chissà se ad Haiiro sta andando meglio…”

    Il grigio si muoveva scaltro, acquattato tra il fogliame. La presa sulla sua arma era forte e i suoi sensi erano acuiti dalla tensione. Gli occhi analizzavano tutto ciò che gli stava intorno, pronti a cogliere ogni minimo, possibile indizio.
    Poco lontano vedeva alcuni ciottoli giallastri, molto più radi rispetto a quelli della zona perlustrata dagli altri due ragazzi.
    Guardò in direzione delle rovine. “Chissà cosa staranno facendo loro...” si chiese, con aria un po’ sconfortata.
    Inspirò profondamente e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, era nuovamente colmo di grinta. “Va tutto bene, Myde e Mizu non hanno lanciato Fire come avevamo stabilito, quindi sono ancora a mani vuote. Se mi sbrigo potrò dimostrar loro il mio valore.”
    Strinse una mano a pugno e la portò davanti al volto, incitandosi un’ultima volta.
    Subito dopo, però, si fermò. Rimase spaesato per alcuni secondi: aveva dimenticato che, probabilmente, anche suo padre Ashrox si trovava nei dintorni, in quella foresta. Doveva trovare l’Heartless e sconfiggerlo prima che lui lo scoprisse.

    (.Hack//Sign OST – Fear)

    Camminava intorno alla stessa zona da quasi un’ora. Un paio di volte aveva anche udito le voci dei suoi compagni, ma aveva fatto finta di nulla: li sentiva scherzare, giocare tra loro, invece di pensare alla sfida e questo, per qualche motivo che faticava a capire, lo rattristava.
    “Beh, meglio così” si diceva, quando i ragazzi si allontanavano e il loro chiacchierio diventava indistinguibile, coperto dal vento che ululava sbattendo contro i tronchi degli alberi e agitandone le chiome.
    Ancora intento a cercare tracce, sporgendosi oltre dei cespugli punteggiati di vacche dai colori sgargianti, scoprì una zona del bosco che non conosceva: numerosi alberi erano stati completamente sradicati, di altri rimaneva solo il fusto, tagliato con estrema precisione, come per mezzo di una lama. Su ognuno di essi erano rimaste tracce nerastre facili da scorgere da alcuni metri di distanza, dove si trovava Haiiro. L’erba era bruciata, in certi punti completamente sparita, lasciando visibile la terra brulla, mentre in altri era carbonizzata, scura come la pece. Tutto sembrava essere stato volontariamente preparato come a creare una tana a cielo aperto per l’Heartless che vi riposava nel centro.
    Pur essendo sdraiata a terra, quella creatura era alta almeno il doppio del giovane e ancora più lunga. L’intero corpo era ricoperto di lungo, folto pelo nero, che diventava però corto sulle zampe dalle unghie smussate. La testa era completamente avvolta da uno strato di metallo, come un elmo, compresa la lunga proboscide di quel mostro dalle sembianze di un mammut.
    Il cuore di Haiiro sembrò impazzire, il ragazzo aveva gli occhi spalancati dall’eccitazione: era riuscito a trovarlo per primo.

    (Kingdom Hearts II OST – Hesitation)

    Haiiro si nascose dietro un albero, mentre l’erba alta sfrusciava contro i suoi pantaloni.
    Il suo intero corpo tremava, eccitato e spaventato.
    Alzò la sua spada al cielo, intenzionato a lanciare silenziosamente Fire, per avvisare gli altri, ma ci ripensò e abbassò l’arma: trovarlo e basta non gli avrebbe attribuito alcun merito.
    Diede un altro sguardo dentro quello spiazzo: quell’enorme bestia era addormentata, poteva approfittarne per sferrare un attacco a sorpresa.
    Deglutì. La paura, serpente strisciante, si insinuava dentro il suo corpo, cercando di impossessarsene. Il ragazzo sospirò: avrebbe agito prima che ciò fosse successo.
    Strinse l’elsa della lama, la “Corona di Serpi”. Con le mani sudate, premette con forza un pulsante, posto sull’occhio di una delle vipere che si intrecciavano a formare l’elsa della spada.
    Un leggero clangore dimostrò il risultato positivo dell’operazione.
    Abbassò la lama e quella scivolò via dal manico, rivelando la sua seconda forma: il filo aveva a sua volta una seconda impugnatura e si separava dall’elsa “principale”.
    Haiiro prese allora saldamente la seconda, puntandola verso l’Heartless.
    Energia biancastra cominciò a defluire verso le sue braccia poi verso l’arma: il buco lasciato vuoto della spada, formato dalle fauci dei serpenti, era diventato la bocca di un rudimentale cannone magico.
    Una sfera luminescente dalla consistenza debole prese forma in quel punto. Emanava un’aura gelida.
    Il grigio si morse le labbra, mentre sentiva il suo corpo tremare sotto il suo peso. Il ragazzo voleva finire l’incontro subito, senza arrischiarsi in un combattimento lungo senza conoscere la forza del nemico.
    Quando si sentì pronto e la sfera di energia aveva acquisito dimensioni sufficienti, gridò:-Sancta!-

    (Kingdom Hearts OST – Night of Fate)
    La sfera subì una spinta fortissima e partì ad alta velocità contro l’Heartless, esplodendo contro un suo fianco.
    La creatura, svegliatasi di soprassalto, si alzò in piedi, avvertendo però una fitta dolorosa che la fece barrire sonoramente.
    Haiiro indietreggiò terrorizzato. L’ombra aveva una grossa macchia biancastra intorno al punto dove l’incantesimo aveva colpito ed essa rilasciava una specie di condensa gelida, come se il corpo del mostro si fosse ghiacciato. “Il mio colpo più potente…tutto qua il danno?” si chiese atterrito.
    Insicuro, fece per alzare l’arma e lanciare Fire, ma il mammut caricò, costringendolo a scansare a destra.
    -Maledizione!- imprecò il grigio, stringendo i denti.
    Puntò l’elsa contro l’Heartless, mirando nello stesso punto di prima. –Blizzard!- gridò.
    Alcuni cristalli esplosero dal manico, sparati a raggiera contro la ferita.
    Il ghiaccio centrò il bersaglio, facendo di nuovo ruggire di dolore la bestia, che si alzò sulle zampe posteriori, sbattendo più volte quelle anteriori a terra, facendola tremare. Agitò la proboscide forsennatamente, all’apparenza in preda alla rabbia, e si scagliò sul giovane, travolgendolo con il suo lungo naso.
    Haiiro venne sbalzato contro un albero. Il colpo fu durissimo, tant’è che la corteccia della pianta si spaccò e il fusto si piegò leggermente.
    Il giovane avvertì le sue ossa scricchiolare, come se si stessero assestando. Una fitta, forte come una scarica elettrica, lo attraversò, lasciandolo senza fiato, a terra, privo di forze.
    Provò a rimettersi in piedi, ma non sentiva più il suo corpo, come se fosse stato sbalzato forzatamente fuori da esso e ora stesse guardando come spettatore.
    Sentiva l’Heartless scalciare agitato e avvicinarsi a lui, debole e incapace di reagire.
    La spada del ragazzo era caduta diversi metri più lontano, dopo il primo colpo.
    Quello riuscì a stento a stringere le mani, grattando la terra. “Perché? Maledizione, perché?”

    (Naruto OST – Tenten Theme)

    Il mostro barrì di nuovo.
    Fendendo l’aria, alcuni coltelli affilati si conficcarono nelle zampe del mammut, facendo sgorgare fiotti di sangue nerastro.
    L’ombra tentennò, muovendo qualche passo storto, incapace di reggere il suo stesso peso. Cadde con le zampe divaricate, emettendo un ultimo barrito rassegnato.
    Con un mezzo sorriso, Ashrox si fece avanti, osservando la situazione. Guardò con aria dispiaciuta il figlio a terra.
    -Pa…pà.- mormorò quello, alzando lo sguardo più che poteva, combattuto tra la felicità e la preoccupazione: era salvo, ma sapeva che avrebbe pagato per la sua disubbidienza.
    L’uomo strinse con rabbia la mano sinistra, appoggiata al fianco. –Guarda cos’hai fatto a mio figlio…- mormorò, scandendo ogni parola, quasi volesse essere capito dall’essere.
    Il mammut respirò profondamente, lasciando sfuggire dalle sue narici una nuvoletta simile a vapore, probabilmente un’esternazione di rabbia.
    A passi lenti, come per prolungare l’agonia del nemico, il genitore si avvicinò alla sua preda. Quando fu lontano meno di un metro da essa, sfilò uno dei suoi coltelli dal soprabito e se lo rigirò alcuni secondi tra le dita. –Sparisci!- sentenziò.

    Come animato da nuova vitalità, l’Heartless alzò all’improvviso la sua proboscide.
    Ashrox rimase sorpreso da quel comportamento e tentennò per un attimo, meravigliato.
    La bestia tese il lungo naso, avvicinandolo al volto dell’uomo. Dalle narici fuoriuscirono due potenti getti di fiamme scarlatte.
    -Mer…- imprecò quello, lanciandosi indietro non appena intuì cosa stava per accadere.
    Si formò però una grossa nube di fiamme che avvolse completamente il guerriero con il suo calore distruttivo.
    Haiiro guardò la scena terrorizzato. –Papà!- gridò.
    La sola disperazione gli permise, nonostante il dolore che ancora non era sparito del tutto, di alzarsi affannosamente in piedi, facendo leva sulle braccia.
    Spinto unicamente dalla convinzione di dover salvare il genitore, corse verso la sua arma. Riunì lama ed elsa, che erano ancora separati, quindi strinse la Corona di Serpi con entrambe le mani, con tanta forza da farle sbiancare.
    Senza un attimo di tregua, il giovane si gettò a viso aperto contro l’ombra, urlando la sua rabbia. Tentò un assalto alla cieca, ma un braccio lo bloccò, lasciando sorpreso.
    Ashrox si reggeva ancora in piedi, leggermente piegato in avanti. I vestiti bruciati rilasciavano un leggero fumo, insieme all’odore pesante di tessuto bruciato; la pelle di almeno metà volto era morta, dei suoi lineamenti non restava che una lieve traccia.
    -Oh mio Dio…- mormorò il ragazzo, portandosi entrambe le mani al volto, quasi a coprirselo. “Quello…è davvero mio padre?”
    Gli occhi dell’adulto erano severi, velati di rabbia. Senza dire nulla, quello spiccò un salto, balzando sul collo del mostro.
    Prese due coltelli e, silenziosamente, li conficcò dietro al collo dell’Heartless.
    Quello, senza un lamento o dolore, si dissolse, tornando ad essere l’oscurità che era.

    (.Hack//G.U. Vol 1 Rebirth OST – Sakaki of the Seven Branches)
    L’uomo aiutò il figlio a rimanere in piedi, facendo passare il suo braccio intorno alle spalle.
    -Grazie…- mormorò il ragazzo, chinando lo sguardo.
    Il padre abbassò gli occhi, cercando di incrociare quelli del figlio, senza però riuscirci. Sospirò, deluso. –Ti avevo detto chiaramente di non metterti in pericolo, e invece guarda qua…- commentò, mentre si guardava intorno alla ricerca della strada di casa.
    -Haiiro! Tutto bene?- gridò qualcuno, correndo rapidamente verso i due.
    Myde e Mizu raggiunsero lo spiazzo dove si trovavano i due parenti: entrambi i nuovi arrivati rimasero sorpresi da ciò che avevano intorno; Ma rimasero ancora più sorpresi e spaventati quando si resero conto delle condizioni dei due.
    -Cos’è successo?- domandò quella, spaventata.
    Ashrox ridacchiò, fingendosi tranquillo. –C’è stato qualche problema, ma si è risolto tutto. L’Heartless è stato sconfitto.- cercò di minimizzare. Avvertiva però gli sguardi dei giovani su di lui, sul suo volto sfigurato, e la cosa lo infastidiva molto.
    -Dobbiamo tornare subito a casa! State male, e forse…- balbettava Myde in preda all’agitazione.
    -Non c’è nulla da fare. Non è niente di grave, se sono fortunato si risistemerà tutto in qualche settimana e mi rimarrà solo una cicatrice.- spiegò Ashrox, intuendo la preoccupazione del custode per le sue condizioni.
    –In quanto a mio figlio…- aggiunse, fermandosi un momento. Passò una mano sulla sua schiena, tastando con forza variabile in più punti.
    -Ahi!- esclamò un paio di volte il grigio, chiudendo gli occhi dal dolore.
    -A occhio e croce non ha niente di rotto…- affermò l’altro, sistemando di nuovo il braccio del figlio intorno alle sue spalle. –Credo che fra qualche ora si sentirà già bene, nonostante tutto.-
    Haiiro, felice, alzò lo sguardo verso il genitore, che però aggiunse:-Certo, non pensare di cavartela così: tua madre non la prenderà bene.-
    Mentre camminavano, Myde incrociò le braccia.
    -Qualcosa non va?- domandò la sua amica, cercando di decifrare l’espressione del custode.
    -Lo hai notato anche tu?- domandò Ashrox.
    Il ragazzo annuì, capendo subito a cosa si riferisse l’adulto:-Quella foresta…non era normale, un Heartless non sarebbe stato capace di crearsi uno spazio simile, con tale precisione.-
    -Tanto meno un mammut.- aggiunse il genitore.
    -Non scherzate. Questo vorrebbe dire che…- balbettò Mizu, sorridendo per nascondere la preoccupazione. Guardò più volte gli altri compagni, sperando con un loro cenno di cancellare il dubbio.
    -Qualcuno lo stava manovrando, non c’è dubbio.- affermarono gli altri due, quasi all’unisono.
    Sentendo questo, Haiiro si scostò dal padre e, dapprima tentennante, si mise in piedi da solo.
    -Allora…dobbiamo correre al palazzo!- li interruppe per la prima volta. –Non può essere altrimenti, è quello l’obbiettivo di chi manovrava l’Heartless!-

    (.Hack//G.U. Vol 1 Rebirth OST – Endrance Theme, The Best Love)

    L’alchimista si passò un braccio sulla fronte, asciugando con il suo vestito il sudore. Nel farlo, però, mantenne il Keyblade Cristallino davanti a sé, per non scoprirsi.
    -Accidenti a te, sei davvero forte ragazzina. Ma che diavolo vuoi?- disse, leggermente affannato.
    Davanti a lui, su un ginocchio, vi era un’altra persona: era poco più bassa di Mudriel, la pelle era scura, abbronzata. I capelli biondo paglia a caschetto le arrivavano fino al collo, senza però coprirgli il volto. I suoi occhi violacei fissavano l’uomo, ardendo come tizzoni. Le sue orecchie erano visibili attraverso la sua chioma: erano allungate, come quelle degli elfi che il suo avversario aveva visto alcune volte su libri di fantasia, ma violacee, come la coda squamosa appena sopra il fondoschiena, dove portava dei pantaloncini di jeans azzurri a vita molto bassa. Indossava una maglia senza maniche bianco panna che le lasciava scoperto l’ombelico e degli stivaletti scuri, con zeppe di alcuni centimetri.
    Agli occhi di Mudriel appariva chiaramente per quello che era: un Heartless di forma umana, o quasi.
    -Anche tu non sei affatto male…maledetto custode.- mormorò, alzandosi di nuovo in piedi.
    Il combattimento con l’alchimista la aveva sfinita, non si aspettava una battaglia tanto dura. Si trovavano nel giardino del castello, le mura erano in più punti crepate, a volte addirittura erano crollate sotto i loro colpi.
    -Devo ammettere, però…che sono sorpresa.- affermò, ansimando, mentre si rimetteva in piedi, spingendosi con le mani. –Mi avevano detto che il custode era molto più debole di così…-
    -Mudriel!- lo chiamarono i ragazzi, giunti di corsa al castello. In testa al gruppo c’erano Myde e Ashrox, seguiti da Haiiro che aveva corso con difficoltà e Mizu, che lo aveva accompagnato, preoccupata per lui.
    Al gruppo bastò darsi una veloce occhiata intorno per intuire la situazione: c’era un combattimento in corso ed era tra Mudriel e quella donna.
    -Ti aiutiamo noi!- esclamò il custode, evocando nella sua mano l’arma.
    La ragazza Heartless si voltò con un sussulto: lo aveva avvertito, il richiamo del Keyblade.
    Vide il giovane con i suoi amici avvicinarsi in quella direzione, uno di loro impugnava una chiave.
    “Ma certo…allora le informazioni non erano sbagliate” pensò, battendo un piede per terra. Si voltò completamente, passando gli occhi su Myde.
    Quello rimase impetrito: sentì gli occhi gelidi della ragazza, potenti; potevano mangiarlo, spogliarlo di tutto e lasciarlo nudo, senza difese, con una facilità estrema.
    Il ragazzo scosse la testa, come a ridestarsi da un incubo: nonostante il sudore gli colasse freddo dalle tempie, doveva rimanere concentrato e domare la paura.
    -Giovane, biondo, armato di un Keyblade…- cominciò a parlare l’Heartless, incrociando le braccia. –Un ragazzino il cui potere si sta ancora risvegliando, adesso sì che la descrizione corrisponde.- affermò enigmatica.
    -Di che diamine stai parlando?- la rimproverò Asrox, affiancandosi al custode.
    -A quanto pare ho commesso un errore. Allontanare gli altri che abitavano qui è stato solo uno spreco dei miei Heartless più forti. Per adesso sono costretta alla ritirata…- continuò, parlando molto probabilmente da sola, non con loro.
    Prima che uno di loro potesse muovere un muscolo verso di lei, L’oscurità parve inghiottirla e del suo esile corpo non rimase traccia. Se n’era andata.
     
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