Il Ritorno dei Cuori - Myde's Awakening

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  1. misterious detective
     
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    Titolo: Il Ritorno dei Cuori: Myde's Awakening
    Autore: misterious detective
    Fandom: Kingdom Hearts
    Rating: Y
    Warning: //
    Pairing: personaggi originali (per lo più)
    Trama: Quindici anni dopo la sconfitta di Exarg e la caduta dei suoi diabolici piani, quando finalmente Demyx è a un passo dal riottenere un cuore, si presenterà una nuova minaccia, rappresentata da un gruppo di misteriosi uomini avvolti in una tunica candida. Toccherà quindi a Myde, custode figlio di Demyx e della sua consorte Aira, intraprendere un lungo viaggio per salvare se stesso e tutti i mondi.
    Note: Questa è il seguito della fan fiction "Il Ritorno dei Cuori: Demyx' Revenge" (appena possibile posterò il link diretto)
    Wordcounter: --


    Per quanti di voi hanno letto e apprezzato il primo atto
    Per quanti di voi hanno trascorso piacevolmente qualche minuto a leggere i miei lavori giorno dopo giorno per un anno intero (e più)
    Per quanti di voi hanno continuato a commentare e mi hanno aiutare a crescere come scrittore di FF
    E per chiunque si interesserà ai miei lavori con questa fic...
    Di ritorno dalle vacanze (due settimane al mare e non mi sono abbronzato manco un po' ToT), ecco a voi il seguito de "Il Ritorno dei Cuori - Demyx' Revenge"
    In seguito posterò un riassunto della prima fic per chi vorrà cominciare direttamente da questa (sperando ci sia qualcuno XD)
    Ma basta ciance, qui scommetto (mi piace perdere xD) che c'è gente che aspetta da troppo tempo...
    Quindi, non mi resta altro da aggiungere, se non...
    BUONA LETTURA
    Ci si vede a fine capitolo ;D

    Il Ritorno dei Cuori
    Myde’s Awakening





    Capitolo 1
    La Ricaduta

    (.Hack//Sign OST - Before Dawn
    Guardava la luna con aria nostalgica.
    Quanti anni erano passati? Troppi per rimanere ancora tanto legati al passato.
    Demyx era seduto su di una balaustra del grande Castello che dominava sul Mondo Che Non Esiste, tutto ciò che era rimasto dell’Organizzazione XIII
    Non mancava di darsi dello stupido ogni volta che si trovava a pensare con nostalgia ai suoi compagni.
    L’Organizzazione…i Nessuno…tutto ciò non aveva più a che fare con lui da molto tempo.
    Aveva pensato anche di abbandonare quel posto, per tagliare ogni ponte con il passato, ma ormai era quella la sua casa, non era legato al Castello dalla malinconia.
    Si scostò una ciocca di capelli dal viso; erano ancora di quel biondo vivo che aveva all’inizio di tutto. Il suo aspetto immaturo non era cambiato, sembrava ancora quel ragazzo appena maggiorenne che era quando diventò un Nessuno, solo i muscoli si erano fatti lievemente più accentuati.
    Rimaneva immobile, quasi sospeso per aria, muovendo più volte i piedi, fissando con più trasporto del solito l’enorme cuore padrone del cielo. Brillava più del solito.
    Ebbe quasi un sobbalzo quando, all’improvviso, sentì una mano toccargli la spalla.
    La guardò: era una mano minuta, la pelle iniziava a mostrare qualche segno del tempo, ma era ancora perfetta e forte.
    Posò il suo palmo sopra di essa, avvertendone il calore, e chiuse gli occhi, godendone appieno.
    -Tutto bene, amore?- domandò dolcemente Aira.
    Demyx annuì, guardandola negli occhi:-Solo un po’ di uggia.-
    Aira si lasciò sfuggire una leggera risata e, per un attimo, la rivide con lo stesso aspetto di una volta: i capelli si erano schiariti, quasi come quando era una Nessuno, mentre la pelle iniziava ad essere solcata da alcune piccole rughe e diventava meno liscia.
    -Ti ringrazio davvero tanto.- aggiunse la donna, cingendolo con le braccia. –So che lo fai per me.-
    Demyx ridacchiò, dondolando un pelo la testa e muovendo con lui anche la compagna, come una culla. –Non devi ringraziarmi di nulla. In fondo, questa esistenza “di mezzo” inizia a stancare anche me.- rispose scherzosamente.
    Rimasero vicini alcuni secondi, Demyx alzò un braccio, portandoglielo ai capelli e accarezzandoli dolcemente.
    Con calma si alzò, staccandosi dalla consorte.
    -Vallo a chiamare. Siamo pronti.-

    (.Hack//Sign OST - Smallest Delight
    Correva a perdifiato attraverso i corridoi del castello, per raggiungere l’altare il più in fretta possibile.
    Quasi non ci credeva, era una vita che aspettava, ben quindici anni!
    A quanto ne sapeva, era dalla sua nascita che i suoi genitori tentavano di completare l’opera, lasciata a lungo incompleta, dell’Organizzazione XIII.
    Non ricordava di aver mai provato una simile ansia in vita sua. Era felicissimo, per suo padre e per sé: avrebbe finalmente potuto vedere il potere di KINGDOM HEARTS, di migliaia di cuori, sprigionarsi davanti a lui.
    Per quanto, dopo più di un’ora di allenamento, si sentisse stanco, ignorava le suppliche del suo corpo, continuando ad avanzare.
    I capelli color mandorla, lunghi fino alle orecchie e di solito dritti, erano fradici di sudore, che si spargeva ad ogni suo passo e gli solcava la giovane schiena allenata.
    Indossava una maglia smanicata nera, lunga fino all’ombelico, con la quale si allenava molto spesso. La felpa bianca con decorazioni grigie che indossava spesso, invece, era legata alla vita e sbatteva in continuazione contro i pantaloni di jeans color panna lunghi fino a poco sotto il ginocchio.
    Si fermò, accorgendosi della fatica, solo quando si trovò davanti alla scalinata che portava all’altare, dove già vedeva i suoi genitori.
    -Myde!- lo salutò il Nessuno con entusiasmo, andando verso il figlio per accoglierlo calorosamente. Lo abbracciò con un po’ di riluttanza, infastidito dal sudore.
    Il giovane, accortosene, lo strinse più forte, facendo sfuggire al padre un verso di disappunto.
    Demyx guardò il figlio con amore paterno: in lui rivedeva la stessa determinazione e spensieratezza che aveva lui quando, ormai diciassette anni prima, aveva intrapreso il suo viaggio.
    Da quando il ragazzo era nato, lui aveva desiderato tornare umano, per non dover vedere gli altri morire, uno dopo l’altro, tutti coloro che aveva a “cuore”.
    -Ce ne hai messo di tempo! Cos’è, avevi paura forse?- lo stuzzicò, trattenendo le risate quando vide il suo viso imbronciato.
    -Non scherzare, pa’!- rispose il giovane, un po’ offeso. –Ero solo andato ad allenarmi.-
    Aira era in piedi dall’altro lato della piattaforma, li guardava con gioia velata. Ogni volta che li vedeva insieme, vicino a lei, sentiva un calore che solo la famiglia le poteva dare, un calore che aveva cominciato a riscaldarla da quando aveva conosciuto Demyx, il quale, da allora, ringraziava ogni giorno di aver incontrato.

    (.Hack//Sign OST - The World)
    I tre si voltarono verso l’enorme luna che illuminava il cielo come se fosse giorno.
    Quell’enorme cuore vibrava, producendo un sibilo incessante, prova del suo enorme potere.
    Si misero uno di fianco all’altro, come se avessero già programmato tutto nei minimi particolari.
    Il Nessuno guardava fisso, quasi con venerazione, davanti a sé. Quello che aveva davanti lo aveva sognato per anni.
    Deglutì. Nonostante tutto, qualcosa gli impediva di compiere l’ultimo passo. Una paura immotivata, come se temesse di sbagliare a un passo dalla meta.
    “No, non è questo…” rifletté, chiedendosi il perché di tale esitazione.
    Non riusciva a trovare risposta.
    Guardò la sua famiglia, entrambi avevano lo sguardo fisso su di lui, ansiosi di una sua mossa. Erano eccitati, volenterosi di vedere la fine di tutto.
    “E sia.” Si decise.
    Si schiarì la voce, facendo avere agli altri due, sempre più impazienti, un fremito.
    Alzò le braccia al cielo, iniziando a parlare:-KINGDOM HEARTS! La tua attesa è finita. Finalmente sono stato capace di completarti! Concedimi di farti un’umile richiesta, lascia che io usi, seppur per poco, il tuo infinito potere, affinché io possa avere di nuovo il cuore al quale agogno!-
    L’enorme cuore, in segno di risposta, emise un suono ancor maggiore, come se avesse capito la richiesta.
    La sua luce si fece più vivida, investendo i tre con essa.
    Aira e Myde si portarono le mani davanti agli occhi, incapaci di reggere quella vista.
    Demyx invece era rimasto immobile, le braccia ancora sospese come se pregasse qualcuno che regnava sopra di lui. Grosse lacrime scendevano lungo le sue guance, ma non era scosso da alcun fremito; la sua bocca non emetteva alcun suono: era semichiusa per lo stupore.
    “Si…si…è qua!” pensava eccitato, mentre sentiva il calore di quell’enorme corpo pervaderlo ed entrargli dentro.
    Era sicuro di sentire un cuore battere nel suo petto per l’eccitazione, il suo cuore.

    Myde guardava estasiato quello spettacolo. Si sentiva eccitato quanto il padre, in fondo era stato anche il suo obbiettivo, il bersaglio al quale si era dedicato, spinto dall’amore per il suo genitore.
    Gli occhi erano spalancati, la bocca piegata in un sorriso meravigliato, mentre non poteva fare a meno di ricordare quando tutto aveva avuto inizio.

    Il Nessuno e il figlio aspettavano davanti ad una porta. Era totalmente dipinta di bianco, lo stesso colore delle pareti che la circondavano. Lungo il corridoio, nel quale si trovavano, vi erano una decina di porte, in totale su entrambi i lati, poste a diversi metri di distanza l’una dall’altra. Ai due estremi si vedevano due tappeti rossi che introducevano a due stanze, molto più grandi, dell’edificio.
    Dopo quasi un minuto di attesa, la porta si spalancò e vi si sporse un uomo poco sopra la ventina, non molto più basso di Demyx, con capelli castani lunghi fino alle orecchie, pettinati senza troppa cura. Indossava una casacca rossiccia, non troppo accesa,simile a quella che aveva indossato anni prima.
    -Benarrivato Demyx, sei passato a salutare gli altri?- Domandò Mudriel, con aria leggermente stanca.
    Quello scosse il capo. –No, siamo venuti qui con un varco oscuro. È tardi, dobbiamo muoverci. E oggi verrà anche lui con noi.- spiegò, indicando il figlio.
    L’alchimista lo guardò con interesse, un mezzo sorriso dipinto sulle labbra. –Devi essere un ragazzino coraggioso.- commentò, chinandosi un po’ sulle gambe per guardare diritto negli occhi il bambino. Aveva nove o dieci anni.
    Il giovane lo guardò con aria contenta. Conosceva molto bene Mudriel, l’amico di papà. Uscivano spesso insieme alla ricerca di Heartless e di cuori.
    -Io sono forte! Vi aiuterò di certo!- affermò, puntando i piedi.
    -Di questo non ho dubbi.- confermò l’adulto, ridendo.

    L’enorme cuore sembro pulsare e contorcersi su se stesso. La luce diventò ancora più forte, insostenibile per i tre.
    Le enormi nubi che portavano costantemente pioggia sul Mondo Che Non Esiste iniziarono a vorticare e convergere, come trascinate in un gorgo, verso uno stesso punto.
    Lampi e tuoni si scatenarono su quel piccolo mondo, disperso a metà tra la luce e l’oscurità, il tutto e il nulla.
    -Cosa…che diavolo succede?!- esclamò Demyx, indietreggiando.
    KINGDOM HEARTS emise un fischio potentissimo, i suoi cuori vibravano, come reagissero a qualcosa.
    Essi iniziarono a levitare sempre più in alto, avvicinandosi al gorgo, dal quale si espanse una seconda, fortissima, ondata di luce.
    -Non è possibile…- mormorò incredula Aira, stringendo la mano a Demyx come per tranquillizzarsi.
    Dal centro del cielo, dove vi l’occhio del tifone, stava scendendo un altro KINGDOM HEARTS.
    Le due enormi entità si sovrapposero; davanti vi era la seconda, appena apparsa.
    Insieme ad essa, al limite del santuario nel quale i tre si trovavano, apparvero diverse figure: sette uomini, vestiti di una tunica bianca che copriva loro la testa, con un cappuccio, e tutto il corpo. Ognuno la teneva ferma da una fascia, diversa nel colore per ognuno, ma che tutti portavano sopra la spalla destra e la facevano scendere lateralmente.
    Il più esterno, a sinistra, sembrava un ragazzo con una corporatura comune a tutti quelli della sua età. Era abbastanza alto, spostava continuamente lo sguardo su Myde, Demyx e Aira. La sua fascia era color indaco.
    Alla sua destra vi era una persona poco più bassa di lui, che gli arrivava poco sopra al mento. La corporatura era minuta, come quella di una giovane ragazza, le sue curve risaltavano un poco da sotto il vestito. Alcune ciocche di capelli mori uscivano dai lati del cappuccio. Portava una fascia verde.
    Accanto vi era una terza persona, in piedi con le braccia incrociate, nascoste dalle larghe maniche. La sua tunica era sventolava, mossa dall’aria, facendo intuire che il suo proprietario doveva avere alcune taglie in meno. Da sotto il suo cappuccio si intravedeva sul suo viso una maschera a forma di teschio, con denti lunghissimi e la bocca deformata in un sorriso inquietante. La fascia che indossava era arancione.
    Dall’altro lato, più esternamente vi erano altri due ragazzi, all’apparenza bambini bambini, dato che arrivavano a malapena alla vita degli altri: il primo, all’estrema destra, era il più basso dei due. Teneva la testa bassa, come se non fosse interessato a quello che era successo, continuava a pronunciare alcune parole all’infinito, come se stesse compiendo un rito.
    Poco lontano da lui, l’altro ragazzino guardava con fierezza davanti a sé, con una mano sul fianco e, nonostante indossasse il cappuccio, traspariva la sua aria scettica, mentre squadrava con superbia i tre che aveva davanti.
    Il bambino più a destra indossava una fascia color violetto, l’altro azzurro.
    In mezzo ai due, però, vi era un’altra persona: un uomo, simile nel vestire agli altri, ma con il “fermaglio” del vestito azzurro. La sua tunica, verso i piedi, si allargava, sfregando a terra quando lui si muoveva.
    Al centro vi era un ultima persona: la sua tunica, bianca anch’essa, era molto più elaborata di quella dei compagni, come a sottolineare la sua importanza. La fascia che recava era rossa accesa. Rimaneva immobile, un passo davanti agli altri.
    Demyx fissò i nuovi arrivati, la sua espressione tradiva la sua sorpresa: fino ad allora lo aveva creduto impossibile, pur se, dentro di lui, era rimasto un timore ben radicato.
    Il chitarrista avvertì improvvisamente una fitta al petto. Cadde in ginocchio, stringendosi là dove avrebbe dovuto esserci il cuore, con tanta forza da stropicciare i suoi vestiti.
    Sentiva il corpo andare in fiamme, come se stesse svanendo, mentre un pulsare ritmico si faceva sempre più forte.
    Gli uomini davanti a lui non sembravano stupiti da ciò, tant’è che non ebbero alcuna reazione.
    -A quanto pare ci rivediamo, Nessuno.- proferì la persona in testa al gruppo. Il suo tono evidenziava un certo piacere nella situazione.
    -Ancora voi…cosa diavolo volete?- domandò quello, con uno sguardo carico di rabbia.
    -Ti avevamo avvisato che le tue azioni avrebbero intralciato i nostri piani.- continuò, fingendo di non aver sentito le parole dell’uomo. –La punizione che ti spetta è la morte.-
    Myde guardava la scena. Era pallido, spaventato da tutti quegli eventi inspiegabili che si erano susseguiti.
    Aveva visto suo padre accasciarsi a terra, in quel momento aveva avuto un capogiro e temette addirittura di svenire. Fino ad allora aveva solo combattuto qualche Heartless. Non si era mai trovato di fronte a qualcosa di simile.
    La sua attenzione si spostò sul capo degli sconosciuti: quello portò una mano davanti a sé: come piccole stelle, si accesero numerosi punti luminosi, che diventarono in pochi attimi molto più grandi e delinearono alcune sagome.
    Apparvero decine di strani esseri: avevano fattezze umanoidi, ma erano molto più piccoli di Myde e degli altri. La loro pelle era di un biondo abbacinante, come se risplendesse di luce propria. Rimanevano gobbi sulle gambe esili, i loro occhi rossi fuoco guizzavano da una parte all’altra, frenetici. Continuamente la loro pelle si sgretolava in granelli luminescenti che cadevano a terra, scomparendo, eppure non sembravano subirne conseguenze, per quanto si sgretolassero rimanevano integri, come se si rigenerassero istantaneamente.
    Il ragazzo indietreggiò di qualche passo, spaventato.
    -Myde! Corri!- gridò Demyx.
    Quello rimase un po’ spiazzato, in un primo momento non riuscì a fare nulla.
    Sentì quindi la sua mano venire afferrata con forza: sua madre lo aveva preso e lo stava trascinando via.
    -Aspetta ma’, papà è in pericolo, dobbiamo…- cercò di dire, puntando i piedi.
    Aira però lo trascinò con forza. –Non ti preoccupare. Non è stato certo capace di salvare i mondi per caso.- rispose, sorridendo.

    (.Hack//Link OST - Kite vs Fluegel
    -Residui di Luce…- mormorò l’uomo dalla fascia rossa, accompagnando le sue parole con un gesto della mano.
    Gli esseri apparsi poco prima sul campo di battaglia sembrarono comprendere quel segnale e, in un unico assalto, si gettarono su Demyx.
    Il Nessuno evocò il suo sitar, colpendo in una volta gli avversari che lo avevano attaccato, facendoli scomparire.
    Pur con il fiatone, Demyx si rialzò, afferrando saldamente il sitar tra le sue mani.
    -Mandarmi contro i pesci piccoli…mi avete sottovalutato così tanto?- chiese, ridacchiando. –Se volete eliminarmi, dovrete farvi avanti voi stessi!-
    -Quanta presunzione nelle tue parole…- commentò l’uomo con la fascia rossa.

    Aira e Myde correvano per i corridoi del castello. Non sapevano precisamente dove andare, volevano mettere solo più distanza possibile tra loro e i nemici.
    Il ragazzo, mentre correva, non smetteva di pregare che suo padre si salvasse.
    Raggiunsero la Sala delle Vacue Melodie, un enorme salone sospeso nel nulla, che collegava l’interno del castello con le mura.
    I due fecero per attraversarlo, quando la loro strada fu sbarrata dai Residui di Luce.
    -Tsk.- fece Aira, portando lentamente mano ai suoi due pugnali, legati ad una gamba, pronti ad essere sguainati.
    I nemici rimasero qualche secondo immobili, come indecisi sul da farsi. Quando videro però la donna sguainare le sue armi partirono all’attacco. Due degli esseri vennero eliminati dai fendenti eseguiti con le due lame, mentre un terzo venne colpito da un suo calcio e cadde al di sotto della sala.
    Altri Residui si fecero avanti, puntando a prenderla per sfinimento.
    Aira non era sorpresa, ma i nemici erano troppi. Se fosse durata a lungo, prima o poi la situazione si sarebbe ribaltata, e lei non era più quella di un tempo.
    Eliminò altre due creature e, con un movimento della testa, spostò dietro di sé i capelli, perché non la infastidissero.
    In quell’istante, però, si accorse che uno dei nemici le era apparso alle spalle e la stava per attaccare: la sua mano si era ingrandita e i suoi artigli erano diventati estremamente affilati.
    Aira chiuse gli occhi, pronta a ricevere il colpo, ma sentì il cozzare di un’arma contro il corpo dell’essere che aveva alle spalle.
    La donna si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, mentre incrociava le lame per parare un attacco frontale.
    -Grazie, Myde.- disse, facendo leva con la sua forza e spingendo indietro un altro Residuo che aveva tentato di colpirla.
    Il ragazzo si voltò verso di lei, affiancandola.
    Strinse la presa sulla sua arma: una grossa lama nera, sottile e decorata nei particolari. Aveva la forma di una chiave di violino, la punta sporgeva, dandole la vaga forma di una chiave.
    -Non lascerò che loro ti facciano del male, mamma!- esclamò deciso il giovane, mettendo davanti a sé e prendendo con entrambe le mani il suo…Keyblade.

    Con un urlo, Myde si lanciò all’attacco. Menò un fendente orizzontale, eliminando un’ennesima creatura.
    Genitore e figlio continuarono a correre, senza mai voltarsi indietro: sentivano i passi dei loro nemici farsi veloci, rincorrendoli attraverso i corridoi.
    Le loro facce si illuminarono, appena vedettero l’uscita del castello. Mancava poco alla loro salvezza.
    Si misero a correre ancora più forte, quando dovettero fermarsi di colpo: decine di Residui di Luce erano apparsi davanti a loro, mentre quelli alle loro spalle li raggiungevano.
    -Maledizione!- inveì la donna, stringendo i suoi pugnali. –Ci aspettavano al varco fin dall’inizio.
    Myde, preoccupato, si avvicinò alla madre, come a volersi nascondere dietro di lei. Lo sentiva, erano troppi quei nemici per loro due.
    Si voltarono di scatto: un varco oscuro si era aperto poco distante da loro.
    Anche le creature si bloccarono, come meravigliate da quell’intrusione.
    -Scusate il ritardo. Ho avuto un po’ di difficoltà a scappare da quei pazzi.- li salutò Demyx, indicando sopra di loro, verso il santuario.
    Aira tirò un sospiro di sollievo, mentre Myde si tratteneva a stento dal saltare al collo del padre.
    -La situazione qui non è delle migliori, eh?- commentò l’adulto, schierandosi con i suoi due famigliari.
    -Amore!- esclamò la donna, correndo verso di lui: era un po’ piegato sulle gambe, alla schiena aveva un lungo squarcio dal quale colava sangue vermiglio.
    -Tranquilla, non è niente. È solo superficiale.
    Si guardò intorno: troppi avversari.
    Alcuni di loro, come per riflesso, si lanciarono sul novo arrivato.
    Quello sorrise. Fece ruotare il suo sitar e girò su se stesso, colpendoli con una forte mazzata. Fermò il sitar, dopo aver colpito gli avversari davanti a lui e suonò un accordo. Decine di colonne d’acqua esplosero intorno a lui, a difenderlo, e in tutta la sala, eliminando alcuni dei nemici.
    Sospirò, soddisfatto, e controllò nuovamente la situazione: la situazione non era minimamente cambiata: i nemici rimanevano in vantaggio e continuavano ad aumentare.

    (Kingdom Hearts II Final Mix + OST - The Other Promise)
    Sia i Residui di Luce che i tre ragazzi rimasero spiazzati: sentirono un gran frastuono, mentre la terra sotto i loro piedi prese a vibrare pesantemente, tanto che pezzi di soffitto si staccarono, cadendo come sassolini a terra.
    Appena le scosse furono finite, il Nessuno si rimise in piedi.
    Appoggiò il suo sitar a terra, tenendolo con una sola mano. L’altra la aprì davanti a sé. Una sfera d’oscurità si formò nel centro del palmo e levitò per qualche centimetro, espandendosi di colpo in un varco oscuro.
    -Ma…cosa vuoi fare?- gli domandò il figlio, perplesso.
    -Myde.- lo chiamò quello. –Entra. Subito.-
    Le parole del Nessuno avevano una fermezza che il custode non aveva mai sentito prima. Cercò di aprire la bocca per protestare.
    -Subito.- ribadì il padre, lanciandogli un’occhiata seria.
    -Ma voi cosa farete?- rispose lui, sbattendo un piede per terra. Spostò lo sguardo da un genitore all’altro, come se temesse che quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe visti.
    Demyx gli sorrise, rassicurando il suo cuore turbato. –Tranquillo, non saranno di certo alcuni mostriciattoli a farci fuori.-
    Myde guardò i genitori un’ultima volta. La vista gli si faceva meno chiara, man mano che le lacrime scendevano dai suoi occhi, rigandogli il viso.
    -Mamma, papà…vi prego, non morite!-

    Il portale oscuro si richiuse, una volta che il giovane fu passato.
    Demyx sorrise, nonostante la sua espressione sembrasse triste. Prese con entrambe le mani il suo sitar e respirò profondamente, per poi fissare con decisione i nemici.
    -Cos’hai intenzione di fare?- domandò Aira, preoccupata. Era, però, pronta a seguire la persona della sua vita, qualunque fosse la sua scelta.
    -E me lo chiedi? Non abbiamo tante possibilità.- rispose con tono afflitto, mentre appoggiava il sitar per reggersi in piedi, nonostante una seconda, forte scossa che aveva attraversato il castello.
    -Ti amo.- disse poi, lasciando che una lacrima solcasse la sua guancia. La donna contraccambiò.
    -Fino all’ultimo…difenderò il mio mondo, la mia casa, ed eliminerò questi esseri maledetti!- gridò.
    Con un urlo battagliero si lanciò in scatto in avanti. I nemici si prepararono a ricevere l’attacco, bloccandolo a fatica.
    “Ti prego…fa che questa non sia la mia ultima battaglia.” pregò, gridando nuovamente la sua rabbia e spingendo indietro i mostri.

    www.youtube.com/watch?v=v9DDGibV9yU
    Il castello ebbe un’ultima scossa, come il sussulto di un cuore che sta per fermarsi. Le torri crollarono, sgretolandosi come sabbia, e caddero sulle mura dell’enorme costruzione che, a loro volta, cedettero, disperdendosi nella città sottostante. Il castello sembrò dividersi in due, accartocciarsi come un foglio di carta.
    E, lentamente, come una nave che affonda nelle acque, il maniero calò sopra la città, investendola con il suo peso.
    Una forte esplosione coinvolse quella piccola stella.
    E il Mondo Che Non Esiste scomparì dal nulla nel quale era nato.


    Non mi dilungo perchè ho la ruota di una bici a terra e un appuntamento domani a cui non posso mancare, per cui vado a fare un po' di lavoro manuale ^^
    spero commentiate in tanti ^^

    Edited by misterious detective - 17/1/2011, 19:37
     
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  2. Guri
     
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    Mancavo da un po di tempo, causa troppo caldo per stare al pc.
    Oggi ha rinfrescato e ho trovato il mess.
    Ora pero' devo andare, lo leggo dopo cena e commento.
    A dopo.
     
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  3. Guri
     
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    Finalmente l'ho letta tutta. Pezzo veramente corposo, e sempre ben fatto, come gli altri del resto. Inizio sorprendente e frizzante, e un piccolo colpo di scena che sicuramente non ci si aspettava, ma fa piacere leggere (Demyx e Aira hanno un figlio), bello come inizio della storia.
    Leggero' sempre il tuo seguito , anche se in ritardo di qualche giorno, non lo dimenticare.
    Ps: esistono delle ruote piu' resistenti alle rotture per le bici.
     
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  4. misterious detective
     
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    CITAZIONE (Guri @ 21/7/2010, 22:24)
    Finalmente l'ho letta tutta. Pezzo veramente corposo, e sempre ben fatto, come gli altri del resto. Inizio sorprendente e frizzante, e un piccolo colpo di scena che sicuramente non ci si aspettava, ma fa piacere leggere (Demyx e Aira hanno un figlio), bello come inizio della storia.
    Leggero' sempre il tuo seguito , anche se in ritardo di qualche giorno, non lo dimenticare.
    Ps: esistono delle ruote piu' resistenti alle rotture per le bici.

    Porca paletta, non ti ricordavo una critica così esperta :goh: che aria professionale, dico davvero :asd:
    Mi fa piacere che ti sia piaciuto, con quello che hai dovuto aspettare poi (ma d'altronde, che gusto c'era se, appena finito il primo atto, partivo subito col secondo? u_u)
    Se il colpo di scena è stato il figlio di Dem e Aira, aspetta di vedere i VERI colpi di scena. Credo (o almeno, me lo auguro) che questa fic riuscirà a stupirti anche più della prima (beh, in realtà non è che ci voglia molto :look: e w il pessimismo XD)
     
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  5. XxXDemiXxX
     
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    WHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOA! *Evita un lampione, un tombino e si blocca di colpo*
    Tadaaaan! Visto eh? Ho imparato a non schiantarmi eheheh.
    Ma lasciamo stare le mie eroiche gesta *___*
    Aspettavo da una vita questo sequel (da gennaio xD) e non vedevo l'ora che arrivasse.
    All'inizio mi ero confuso sulla questione del figlio ma poi ho collegato le cose e ho capito tutto.
    Devo ammettere che non è affatto male. Anzi, è molto bello per essere il primo capitolo.
    solo che mi lasci perplesso: chi sono quelle persone?
    Da quanto ricordo nella prima storia non accenni a nulla di questo quindi o mi sbaglio io oppure sono delle novità.
    Spero la seconda. Non vorrei fare la figura dell'imbranato u_u
    E cosa succederà a Myde? Riusciranno a sopravvivere Demyx e Aira?
    Appuntamento al prossimo capitolo (e non osare tardare .____.)
     
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    Ehm...fossi in te farei attenzione a quello o.o *nonostante XxXDemiXxX avesse evitato tombino e lampione, un vaso da piantina di terracotta gli cade in testa*

    Ehm... vabbè, sorvolando sulle tue disgrazie (XD) grazie mille di aver letto e commentato ^^ mi fa piacere che l'attesa ti abbia premiato, avevo paura di avere la mano arruginita *mente spudoratamente :sese: *
    Ciemmeccù, mi sa che farai la figura dell'imbranato a metà, perchè quei tipi vestiti da chierici
    *i cattiFiH si animano e si rivoltano contro l'autore*
    Buoni voi è.é
    Dicevo, quel simpatico gruppetto di persone era già apparso nel capitolo 0, nell' "anteprima" a questa fic che avevo postato dopo la fine della Demyx' Revenge, se ricordi xD ma sei perdonato se ti sei dimenticato, sono passati dei mesi in fondo, per stavolta sei graziato u__u
     
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  7. misterious detective
     
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    Demix, ringraziami xD volevi che non mi facessi attendere? Beh, ho rispettato il tuo volere :asd:

    Sperando di guadagnarmi presto qualche altro fan, ecco il secondo capitolo

    Capitolo 2
    Riunione

    (Black Cat OST – Katarare Zaru Mono no Densetsu)
    Myde attraversò il portale, correndo senza voltarsi indietro.
    Attraversato il Mezzo e Mezzo raggiunse un mondo che conosceva bene: era apparso all’entrata di un edificio dalle grandi dimensioni, quasi un castello, ma non regnava su nessun paese. Era la “città” di Vi e degli altri.
    Il giovane scattò verso l’entrata. Conosceva molto bene i corridoi, così non ebbe difficoltà ad orientarsi. Quello che più contava era muoversi a trovare qualcuno.
    Passò per i giardini esterni, guardando freneticamente prima dentro le finestre che trovava, poi davanti a sé. Perché sembrava non esserci nessuno lì.
    Si rallegrò quando riuscì a trovare la rampa di scale che portava al primo piano del palazzo.
    Le salì e spalancò la porta che conduceva al corridoio principale.
    Le pareti erano dipinte con un rossiccio che dava una piacevole sensazione di calore, ma Myde non aveva il tempo di preoccuparsi di simili pensieri.
    “Maledizione…dove sono tutti? Papà e mamma…sono in pericolo!” pensò, attraversando il più in fretta possibile il corridoio.
    Voltò a sinistra, andando verso gli appartamenti dei vecchi amici del padre.
    Preso dalla foga non si accorse che un altro ragazzo stava venendo in quella direzione.
    Myde si scontrò contro di lui, cadendo all’indietro.
    -Accidenti…- mormorò, massaggiandosi una spalla dolorante.
    Solo dopo qualche secondo realizzò cos’era successo: aveva trovato qualcuno!
    Guardò davanti a sé contro chi aveva sbattuto.
    -Idiota! Stai più attento quando cammini!- inveì quello, guardando chi si trovava davanti.
    Myde sgranò gli occhi: aveva incontrato l’unica persona che non pensava, e tanto meno sperava, di incontrare.


    Il ragazzo si rialzò, scrollandosi i vestiti. Indossava un maglione dalle lunghe maniche blu, molto larghe. Il collo era altrettanto largo e lasciava intravedere il collo. La cerniera era quasi del tutto chiusa, ma da sopra di essa si vedeva una t shirt bianca. I pantaloni lunghi grigi arrivavano alle caviglie ed erano adornati con una catena alla quale erano legate alcune piume d’uccello. I capelli grigio scuro erano pettinati indietro e formavano alcuni ciuffi dritti. Gli occhi verdi scrutavano con sorpresa il giovane custode.
    -Haiiro…- mugugnò quello, deluso.
    -Myde…cosa ci fai qui?- domandò, aiutandolo ad alzarsi, mentre lo guardava più volte dall’alto in basso, come se non fosse ancora del tutto convinto di non esserselo immaginato.
    Quello si rialzò e tornò ad essere agitato. –Haiiro, dove sono i tuoi genitori?- domandò, scuotendolo.
    -Ehi, frena l’entusiasmo!- lo bloccò l’amico. –Evie e Ashrox sono usciti con tutti, oggi era l’anniversario della fondazione del gruppo di Vi o che so io…comunque a me non interessava e sono rimasto…-
    Myde si voltò e prese a correre, ripercorrendo all’indietro la strada che aveva appena fatto, mentre Haiiro lo inseguiva arrabbiato, sbraitando di spiegargli la situazione.
    Arrivò all’entrata del castello: da lì vedeva dirigersi verso di lui un gruppo di persone, proveniente dalla campagna.
    Il custode corse nella loro direzione, cercando con lo sguardo l’amico di famiglia.
    In testa al gruppo c’era Vi e, intorno a loro, tutti gli altri adulti.
    -Ma guarda un po’ chi c’è!- esclamò Ienxer, vedendolo arrivare.
    Lui però non le rivolse nemmeno uno sguardo. Passò in mezzo al gruppo, chiedendo di spostarsi a tutti quelli contro i quali si scontrava.
    -Mudriel!- lo chiamò, non appena lo vide poco dietro, insieme a Kuroi.
    Gli altri si divisero in due, permettendogli di passare.
    Mudriel lo guardava con aria sorpresa, chiedendosi cosa ci facesse nel suo mondo da solo.
    L’alchimista era diventato molto più alto rispetto a quando era giovane e superava quasi di una testa la sua compagna. I capelli castani erano un po’ più lunghi, alcune ciocche cadevano fin quasi sotto gli occhi. Come al solito indossava vestiti semplici che passavano inosservati, di una tonalità sul rosso amaranto.
    I suoi tratti si erano fatti più adulti, ma era rimasto quell’aura un po’ bambinesca che rispecchiava, in certi versi, il suo carattere.
    -Myde, cos’è successo?- domandò.
    Quello, trafelato, rispose immediatamente, facendo intuire la gravità della situazione:-Papà e mamma sono in pericolo!-
    -Che hai detto?- sbraitò Mudriel, preoccupato.
    Il ragazzo lo afferrò per le maniche del vestito, come se temesse di cadere. –Il castello…è stato attaccato, i miei genitori sono ancora là.-
    L’alchimista tirò il braccio, facendo mollare la presa a Myde. –Io vado.- disse solo, aprendo un portale oscuro davanti a sé.
    Abbassò le mani e, dopo pochi secondi, da esse scaturirono delle scintille, nel palmo destro bianche mentre nel sinistro nere. I suoi due keyblade apparvero in quelle mani.
    Il giovane custode rimase immobile a guardarlo quasi con venerazione: era sempre stato il suo modello, avrebbe tanto voluto diventare forte e abile come lui, che considerava uno dei più forti keyblader della storia.
    L’alchimista fece per entrare nel varco, ma venne fermato da Kuroi: anche i suoi capelli mori erano diventati ancora più lunghi ed erano tenuti fermi e ordinati da un cerchietto e alcune spille. Non aveva perso la sua abitudine di indossare lungi vestiti di colore scuro. I suoi occhi verdi erano fissi su quelli di Mudriel, un po’ arrabbiati. –Scordati di andare da solo, io vengo con te.-
    L’alchimista fece per rispondere, però tacque. In effetti non sapeva quanto fosse pericolosa la situazione. –Promettimi però di fare attenzione.- le chiese, rassegnandosi.
    Quella sorrise, annuendo.
    -Veniamo anche noi!- gridò una voce alle loro spalle.
    La coppia non si voltò nemmeno a guardare di chi fosse quella voce, mentre entravano nel portale. In fondo non era difficile da immaginare.
    Ienxer correva, saltellando, verso il portale oscuro, tenendo per mano Eva, costretta a seguirla.
    La prima indossava dei corti pantaloncini e una maglia smanicata, ma il suo soprabito aperto li lasciava solo intravedere. I capelli erano legati in una coda di cavallo. In quei diciassette anni era diventata una donna molto bella, dal fisico maturo, anche se le sue forme non erano cresciute molto, ma non si era mai preoccupata di questo.
    Eva non era quasi invecchiata, merito probabilmente dei suoi forti poteri magici, indossava un lungo vestito blu che le arrivava fino alle caviglie. I suoi nastri con cui combatteva erano arrotolati intorno alle braccia a mo’ di ornamento.
    Gli altri scoppiarono a ridere, pensando a come il tempo non avesse quasi influito su quelle due pazze. Si diressero tutti verso il castello, tranne Haiiro e Myde. Questi era rimasto nell’esatto punto dove si trovava prima, seduto, aspettando ansioso l’alchimista.
    -Andiamo, è inutile fare così! Quando avranno sistemato le cose torneranno tutti al castello.- lo rimproverò l’amico, invitandolo a seguire gli altri.
    Venne però zittito con un gesto da un’altra ragazza, che gli sorrise dolcemente.
    Si avvicinò a Myde, chinandosi anche lei a sedere.
    Il ragazzo si voltò verso di lei, sforzandosi di sorridere.
    Era una ragazza molto carina, i capelli castano scuro corti erano pettinati ordinatamente, le arrivavano all’altezza degli occhi blu notte e vi passavano affianco, mentre nel lato sinistro vi erano alcune ciocche più lunghe, fino alla guancia, alcune unite in una treccia mentre alcune rimanevano sciolte.
    Indossava un giustacuore bordeaux e, sopra di esso, una giacca bianca lunga poco oltre il fondoschiena. I pantaloncini erano corti e beige, sotto le ginocchia portava degli scaldamuscoli rossastri che coprivano in parte gli stivali.

    (Black Cat OST – Gekkou)
    Guardò il giovane con aria dispiaciuta. Gli si era avvicinata, ma ora non aveva la più pallida idea di cosa dire.
    -È dura, vero?- chiese, pur di non rimanere in silenzio, per maledirsi un secondo dopo di quella stupida domanda.
    Il ragazzo parve non sentirla. Evocò nella propria mano la sua arma, guardandola con occhi spenti.
    -Se solo avessi avuto più potere...forse anche io avrei potuto fare qualcosa...- mormorava. Sentiva dentro di sé un dolore che lo corrodeva, un senso di colpa attanagliante.
    Haiiro incrociò le braccia, fissandolo duramente:-Stupido. I tuoi genitori hanno dato del loro meglio solo perché volevano proteggerti. Non puoi certo darti la colpa per quello che è successo. L’unica cosa che puoi fare è aspettare il loro ritorno e diventare in grado di difenderti da solo. Mizu, spiegaglielo anche te!- esclamò infine, rivolgendosi alla ragazza, che lo guardò con aria interrogativa.
    Myde abbassò l’arma, sospirando. –Forse hai ragione tu, ma questo non è sufficiente a sollevarmi. In fondo...non so neanche se i miei genitori sono ancora vivi...- biascicò nuovamente, trattenendo a stento le lacrime.
    La ragazza alzò un braccio come per toccarlo, ma lo abbassò subito, rammaricata. Le mancava il coraggio per sostenere il ragazzo.
    Il custode si rialzò in piedi, passandosi le dita sugli occhi umidi.
    -Andiamo, non ha senso rimanere qui.- disse infine.
    Mizu e Haiiro annuirono, accompagnandolo all’entrata del villaggio.

    I tre ragazzi camminavano affiancati, girovagando senza una vera meta per le mura del palazzo.
    -Allora, cos’abbiamo intenzione di fare?- Haiiro fu il primo a parlare.
    Guardava Mizu rimanere vicina al custode, come se cercasse di far notare la sua presenza, come se volesse qualcosa da lui. La giovane continuava ad abbassare lo sguardo, apparentemente verso la mano di Myde, cominciava un movimento con il braccio ma si ritirava subito dopo, insicura. Ad ogni tentativo il suo viso diventava sempre più arrossato.
    Haiiro strinse i pugni, fissando con un leggero astio l’amico, e ripeté la domanda, incalzando gli altri due.
    Quelli lo fissarono leggermente meravigliati.
    -Perchè non andiamo a trovare Vi? Di sicuro gli farà piacere una visita.- propose Mizu, rompendo quel momento di silenzio, per lei piuttosto imbarazzante.
    I due annuirono, con aria triste.

    (Shakugan no Shana Second OST – Ceux qui ne rentreront plus)
    -Ah, siete voi ragazzi. Venite dentro.- li invitò il padrone del castello.
    Aprì loro l’uscio e si spostò, lasciandoli passare.
    Myde guardò di sfuggita l’adulto: il suo sguardo era spento, privo di ogni emozione. Era molto invecchiato rispetto a poco tempo prima: nonostante avesse poco più di trent’anni, il suo fisico ne mostrava molti di più ed erano già evidenti alcune rughe che attraversavano il suo viso. Indossava la solita camicia bianca, con i primi due bottoni aperti, e dei jeans neri. Il fisico però era smunto, il viso scavato.
    I tre si scambiarono alcuni sguardi dispiaciuti, incapaci di dire qualsiasi cosa.
    Vi pareva aver smesso di vivere già da anni, i pochi resti di vitalità e speranza lo abbandonavano giorno dopo giorno.
    L’uomo li invitò ad aspettare nel soggiorno tra le stanze di sua proprietà, mentre preparava qualcosa. Obbedirono, andando silenziosamente a sedersi su di un divano di pelle rossa.
    Rimanevano in silenzio, uno accanto all’altro. Sapevano tutti la causa del problema, quell’argomento era rigorosamente tabù per loro: per nessuna ragione al mondo dovevano parlare a Vi di Shana e della malattia che gliel’aveva portata via.
    Mizu era seduta ad un lato del divano, si tormentava le mani, lanciando occhiate fugaci alla cucina, dove vedeva Vi seduto davanti al fornello, mentre aspettava con la testa china che l’acqua del tè bollisse.
    Il padrone di casa tornò pochi minuti dopo, con un vassoio d’argento tra le mani. Su di esso vi erano quattro tè e numerosi biscotti di forma e ripieno diversi.
    Con un sospiro appoggiò il portavivande su di un tavolino di legno scuro davanti al divano e si sedete davanti a loro, con un sospiro.
    Mizu avvicinò titubante la mano ad una delle tazze, prendendola in mano nonostante fosse troppo calda per lei. I suoi due amici invece presero senza indugio sia la bevanda che i pasticcini.
    Vi incrociò le mani, sforzandosi di sorridere. Il risultato non fu brutto, ma era chiaro quanto stesse fingendo.
    -Allora…voi due tutto bene, Haiiro e Mizu? Cos’avete fatto mentre noi eravamo via- cominciò, volgendo uno sguardo paterno. In fondo li aveva visti crescere entrambi.
    Il maschio alzò le spalle, con fare annoiato. La ragazza invece ringraziò l’interessamento, divagando per alcuni secondi su come aveva passato il pomeriggio.
    A quel punto l’uomo si soffermò alcuni instanti su Myde, cercando di intuirne i pensieri. –Immagino come tu ti stia sentendo adesso.- si decise quindi a dire. –Tuo padre ha fatto molto per noi e soprattutto era un compagno e un caro amico di Mudriel. I ragazzi faranno di tutto per trovarlo e aiutarlo.- assicurò, con voce calma. Aggiunse anche un “Se è ancora vivo” a mezza voce, che fu sentito comunque dal giovane, che chinò il capo triste.
    Vi si zittì, dispiaciuto per la situazione creatasi. –In ogni caso…vi piace il servizio?- tentò di cambiare argomento, riferendosi alle vivande.
    -Sì, era tutto ottimo.- rispose con voce piatta Myde, appoggiando nuovamente la sua tazza, piena ancora per più di metà, sul vassoio.
    Il padrone di casa guardò il liquido ondeggiare, ma rimase in silenzio, senza commentare il poco appetito di Myde.
    Gli altri due lo imitarono pochi istanti dopo e silenziosamente l’adulto portò nel lavello in cucina il tutto.
    Tornò poco dopo, trovando una situazione molto tesa. C’era un silenzio grave sulla stanza: tutti gli astanti avevano qualcosa da chiedere o da raccontare, ma non volevano ferire gli altri o aumentare il loro dolore.
    Il capo però si schiarì la voce, rivolgendo poi lo sguardo a Myde. –Cosa intendi fare?-
    -Come?- chiese quello, sorpreso dalla domanda improvvisa.
    -Cosa intendi fare se i tuoi genitori fossero davvero morti?-
    Myde rimase con la bocca socchiusa, colpito e rattristato dalla domanda. Chinò il capo, in effetti non ci aveva ancora riflettuto.
    Vi chiuse gli occhi, in attesa di una risposta che temeva di non sentir arrivare.
    Il ragazzo strinse i pugni, guardandosi i piedi.
    -Io…non lo so. La mia è una vita normale, non sono come eravate voi, io non perseguo un obbiettivo superiore. Vorrei solo…tornare a casa.- Ammise, sentendo gli occhi bagnarsi.
    Haiiro fu toccato da quelle parole e, con una naturalezza che non pensava di possedere, gli strinse la mano, facendogli capire che gli era vicino.
    Il padrone di casa annuì, soddisfatto. –Nessuno pretende da te qualcosa del genere. Sei ancora un ragazzo. Hai ancora una vita stupenda davanti a te.- affermò, alzandosi in piedi per andare a posargli una mano sulla spalla, con fare consolatorio.
    Myde alzò il capo: Vi sembrava quasi contento, i suoi occhi rispecchiavano un sentimento di compassione e di affetto per lui che lo rendevano umano, come un tempo.

    -Sei preoccupata?-
    -Cosa te lo fa credere?-
    Evie si guardò intorno, come se cercasse qualcosa. Afferrò il cuscino che aveva affianco a sé e lo lanciò via, in uno scatto d’ansia.
    Ashrox la guardava, seduta davanti a lei, sogghignando. –È curioso vederti tanto agitata, non ha da te.-
    La ragazza si portò una mano alla fronte, respirando più volte alla ricerca della calma.
    -Hai ragione, scusami.- disse infine, appoggiando la schiena contro il divano. –Però non avrei mai immaginato che nuovi problemi sarebbero scoppiati così presto. Avrei voluto passare il resto della mia vita tranquilla…insieme a te.- Ammise, arrossendo leggermente. Per non farlo notare cercò di coprirsi le guancie fingendo di grattarsi, tutto inutilmente.
    -Sembra che invece il campo di battaglia ci reclami ancora una volta.- commentò Ashrox, alzandosi lentamente in piedi. Sfilò dall’interno della sua giacca uno dei suoi pugnali, guardandone i riflessi argentati, mentre lo faceva girare tra le sue dita.
    Si avvicinò alla compagna, sedendosi accanto a lei cingendola con le braccia. –Non ti devi preoccupare, non trascinerei mai la mia donna in battaglia.- disse, mettendo un pizzico di ironia nelle sue parole.
    Quella gli pestò un piede, stizzita, ma allo stesso tempo appoggiò la testa al suo petto, socchiudendo gli occhi mentre godeva di quell’abbraccio.
    -Ti prego, resta qui con me, qualsiasi cosa succeda. La guerra, le battaglie, non sono più cose che ti riguardano.- lo pregò, arrossendo nuovamente.
    L’uomo sorrise. Spostò all’indietro una ciocca castana e le rispose:-Scusami, ma amo questo mondo e tutti gli altri almeno quanto te. Se fosse necessario, non sarei capace di tirarmi indietro.-
    La ragazza rimase in silenzio, come a soppesare quelle parole.
    -Sei uno stupido.- disse solo, quasi in un sussurro.


    (Island of the King I Vlasel – .Hack//G.U. OST)
    Haiiro posò lo sguardo sul ragazzo: teneva stretta la tazza tra le mani, il viso ancora arrossato per il pianto.
    Sbuffò, grattandosi la testa con una mano. Gli dava fastidio che Myde si comportasse da frignone, al suo posto non si sarebbe nemmeno considerato un uomo. Toccava a lui risollevargli un po’ il morale.
    -Myde, lo sai qual è il tuo problema?- cominciò a parlare, cingendo il compagno con un braccio. Ostentava sicurezza e allegria, come se sperasse di trasmetterla all’altro.
    -Tu pensi troppo. Dovresti lasciarti andare un po’ di più, seguire l’istinto!-
    Il custode alzò lentamente lo sguardo verso l’amico, un po’ perplesso.
    -Te lo dico io cosa ti ci vuole...- continuò quello. –Un bel combattimento.-
    L’altro chinò gli occhi, prendendo a tormentarsi le mani. –Non so se sia il caso...non so se me la sento...-
    L’altro scoppiò a ridere, facendo rabbrividire Myde. –Sciocchezze. Tentar non nuoce, no? Al massimo ci andrò piano.-
    A Mizu, guardando quei due, venne spontaneo il riso. Si avvicinò all’ospite e gli prese la mano, invitandolo dolcemente ad accettare la proposta di Haiiro.
    Quello, apparentemente controvoglia, si alzò in piedi. –Va bene, avete vinto voi...-

    (Battle at the Bridge – Dissidia: Final Fantasy OST)
    I tre ragazzi, accompagnati da Vi, erano tornati nello spiazzo appena fuori dal castello. L’adulto e Mizu erano in piedi in disparte, aspettavano l’inizio dello scontro.
    I due contendenti erano ad alcuni metri di distanza tra loro, uno davanti all’altro. Entrambi avevano le loro armi sguainate.
    Myde teneva il keyblade stretto con entrambe le mani, immobile davanti al suo corpo, in guardia.
    Haiiro invece sfoggiava, con una punta di orgoglio, la sua lama: una spada di lunghezza media, dalla lama a doppio taglio di un argento splendente. L’elsa era finemente lavorata e raffigurava numerosi serpenti, avvinghiati tra loro. Uno di essi aveva la bocca spalancata, dalla quale usciva la lama.
    Il custode sospirò, svuotando la testa da ogni pensiero. Si sentiva il corpo leggero, pronto a reagire a un qualsiasi attacco: non aveva nemmeno cominciato a combattere e già aveva scordato tutto il resto.
    -Solite regole?- domandò, con tono spavaldo.
    -Il primo che cade a terra o che viene ferito perde...come sempre!- esclamò, gettandosi di corsa contro l’avversario.
    Quello spalancò gli occhi, puntandoli sull’attaccante.
    Le due lame cozzarono tra di loro, provocando numerose scintille.
    Entrambi i combattenti saltarono all’indietro, per rimettere un po’ di distanza tra loro.
    Senza lasciare all’altro il tempo di respirare, però, Haiiro si gettò una seconda volta all’attacco, tentando un fendente obliquo dall’altro.
    Myde lo evitò semplicemente spostandosi indietro. Mentre l’altro stava ancora concludendo il colpo, il ragazzo descrisse con la sua chiave una semicirconferenza, tentando di ferirlo al fianco.
    Haiiro sorrise: con la mano libera strinse l’elsa del keyblade, fermando il colpo.
    -Sei lento.- affermò, attaccando una seconda volta verticalmente.
    Il custode strinse i denti, preoccupato. Mollò la presa sulla sua arma e si lanciò a terra, mettendosi in salvo con una capriola. A quel punto fece apparire nuovamente il suo keyblade tra le sue mani.
    Il ragazzo si passò un braccio sulla fronte, tentando di detergersi dal sudore che lo infastidiva.
    “Haiiro è forte...come al solito” pensò, provando un misto di astio e divertimento. Non aveva certo intenzione di dargliela vinta.

    -Cosa te ne pare?- chiese Vi alla ragazza. Lui era in piedi a braccia conserte, guardava soddisfatto i due contendenti.
    Mizu rimase ammutolita per un secondo, incapace di rispondere, quindi si mise a riflettere. Guardò i suoi amici, che si stavano scambiando nuovamente colpi su colpi, nel tentativo di avere la meglio sull’avversario.
    -Myde non ha ancora sferrato un vero e proprio attacco. Sembra quasi che lo stia studiando…-

    Il custode parò un colpo, rimanendo fermo in posizione di stallo. A neanche mezzo metro dal suo volto, c’era quello di Haiiro. I due rimasero fermi alcuni secondi, facendo più pressione possibile sulle proprie armi, mentre si scrutavano a vicenda per intuire le loro prossime mosse.
    “Adesso!” pensò il castano, spostandosi di lato.
    L’albino, che stava facendo pressione con la sua spada, si sbilanciò in avanti, incespicando.
    Myde sorrise, esibendosi in un tondo.
    Il suo avversario si lasciò sfuggire un verso di sorpresa. Nonostante questo riuscì, con un montante, a colpire la chiave, deviandone la traiettoria.
    Il custode rimase spiazzato a quella mossa, era rimasto con la guardia scoperta e il keyblade sollevato sopra di sé.
    Haiiro girò il polso, impugnando meglio l’arma, e attaccò l’altro con un fendente orizzontale, certo di colpirlo.
    “Maledizione” pensò Myde. La lama lo stava per colpire, rischiava di finire a terra.
    Mizu e Vi guardavano la scena col fiato sospeso, chiedendosi quale sarebbe stato l’esito dello scontro.

    Il giovane custode si mosse velocemente indietro, sentendo lo spostamento d’aria provocato dalla lama dell’amico a pochi millimetri dal petto.
    Quella situazione, però, gli fece venire un’idea.
    -Blizzard!- urlò Myde, puntando il keyblade davanti a sé, come un fucile.
    L’arma venne avvolta da una patina biancastra e da una leggera brezza; entrambe, vorticando in senso antiorario, raggiunsero l’estremità della chiave, condensandosi in un unico cristallo, tutto in pochi attimi.
    Ci fu come una piccola esplosione e il cristallo di ghiaccio venne spinto con enorme forza verso l’avversario, troppo vicino per poterlo evitare.
    Haiiro strinse i denti, seccato. Alzò la spada sopra la testa e la calò, spaccando alla perfezione l’enorme scheggia congelata in due parti, pressoché simmetriche.
    Lo spadaccino rimase addirittura sorpreso da quanto la sua spada fosse affilata; fu un momento di distrazione fatale.
    Il grigio sgranò gli occhi, accorgendosi tardi di ciò che aveva intorno: il blizzard si era diviso in decine di minuscoli corpi, simili a sassolini azzurri.
    “Ma che diavolo…?” si chiese, girando la testa a destra e a sinistra, attonito.
    Improvvisamente i minuscoli cristalli esplosero, tutti nello stesso istante.
    Il ragazzo chiuse gli occhi, stringendo i denti per sopportare il contraccolpo, che però non arrivò.
    Quello allora si fece coraggio e sollevò le palpebre: non riusciva a vedere nulla, se non una nebbia bianca che, a contatto con la pelle, gli trasmetteva una forte sensazione di freddo.
    Ma, soprattutto, aveva perso di vista il nemico.
    -Era questo il tuo piano, eh?- si disse, come per rassicurarsi. Si mise in guardia, la lama sguainata davanti a sé.
    -Mi spiace deluderti, ma simili trucchetti…- continuò.
    Sentì un rumore provenire dalle sue spalle: si voltò di scatto, menando un fendente in quella direzione.
    -…Non sono sufficienti!- completò la frase, sorridendo beffardo.
    La sua arma provocò numerose scintille, scontrandosi col keyblade “Chiave di Violino” di Myde. Solo col keyblade.
    -Un Aereoattacco!- intuì l’albino: il suo avversario aveva lanciato il keyblade come un boomerang.
    Haiiro capì che era tutto finito.
    Alle sue spalle, sentì avvicinarsi Myde, che si lanciò in scivolata, colpendogli le gambe.
    Lo spadaccino, privo di un appoggiò, cadde a terra, inerme e privo della sua arma.

    (Victory Fanfare – Final Fantasy X OST)
    La nebbia biancastra si diradò di colpo: davanti ai suoi occhi vedeva solo la volta azzurra del pomeriggio, mentre Myde era in piedi a pochi passi, con un sorriso stampato sul volto allegro.
    -A quanto pare ho vinto io.- commentò quello, tendendo una mano allo sconfitto.
    Quello la rifiutò, alzandosi in piedi con le sue forze. –E’ stata solo fortuna, e poi non avevo ancora sfoderato le mie mosse migliori!- ribatté, con il viso imbronciato.
    -Siete stati bravissimi ragazzi!- esclamò Mizu, avvicinandosi nella loro direzione. Con le mani incrociate dietro la schiena si avvicinò ai due, sorridendo vivacemente.
    -Avete fatto davvero un bell’incontro, e per fortuna non vi siete nemmeno feriti…-
    -Mi prendi in giro? Domani io sarò pieno di lividi!- rispose ad alta voce Haiiro, alludendo alla brusca caduta appena fatta, mentre si scuoteva la polvere dai vestiti.
    La ragazza ridacchiò a quell’affermazione, quindi si voltò, concedendo al castano tutta la sua attenzione:-Myde, sei stato bravissimo! Hai usato delle tecniche davvero spettacolari! Che incantesimo era quello che hai lanciato prima?- chiese, ancora presa dall’eccitazione.
    Il custode indietreggiò, sorpreso e imbarazzato dall’entusiasmo dell’amica. –Beh, è una versione speciale dell’incantesimo Blizzard che ho inventato io, non le ho ancora dato un nome…- cercò di spiegare.
    L’irritazione di Haiiro per la sconfitta si accentuò ancora di più al comportamento della ragazza. Strinse i pugni, tanto da sentire le nocche indolenzite. Chinò lo sguardo, fino a vedersi i piedi.
    “Perché ho perso? Eppure mi sono impegnato al massimo. Adesso…sicuramente Mizu avrà occhi solo per lui.”
    I sentimenti che agitavano il suo animo gli annebbiavano la mente, spingendolo ad attribuire ad altri colpe di cui non si erano assolutamente macchiati.
    -Qualcosa non va?- chiese Myde all’amico, fissandolo con aria un po’ preoccupata.
    Haiiro si ridestò, alzando spaesato lo sguardo.
    -No, assolutamente tutto a posto. Ero solo un po’…contrariato per la sconfitta.- inventò, sfoggiando un sorriso visibilmente sforzato.

    (.Hack//Link OST – Geist)
    I tre stavano ridendo e scherzando insieme, senza dare troppo peso al combattimento di poco prima, lasciando che fosse un semplice allenamento amichevole. Mentre discutevano, però, poco lontano da loro si era aperto un varco oscuro.
    Tutti si voltarono verso di esso, col cuore in gola: si chiedevano chi ne sarebbe uscito a momenti.
    Myde deglutì, mentre vedeva qualcosa apparire tra le spire oscure del varco.
    Ne uscì Mudriel che, tutto trafelato, era corso verso il giovane.
    -Mudriel! Li hai trovati?- domandò Myde, pregando di veder uscire dal passaggio i suoi genitori. Ma ancora non si vedevano, solo Kuroi, Eva e Ienxer stavano uscendo lentamente, a testa bassa.
    Mudriel scosse la testa, prendendo il ragazzo per le spalle, come se temesse che crollasse da un momento all’altro.
    -No, li abbiamo cercati in tutti i mondi, ma non ce n’è traccia, ma c’è un altro problema: abbiamo provato a raggiungere il Mondo Che Non Esiste, ma non ci siamo riusciti. Adesso non esiste più sul serio!-
     
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  8. XxXDemiXxX
     
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    Kuroi e Mudriel? Evie e Ashrox? Oemmegi *0*
    Incredibilerrima sorpresa (in realtà non lo è :omg: ).
    Dunque dunque dunque. In primo luogo ho capito che Myde e Mizu faranno sesso il prima possibile ù_ù e questo è un bene.
    Secondo. Haiiro farà sesso con Mizu, la quale tradirà Myde.
    Terzo. Mizu verrà emarginata e Myde avrà una relazione yaoi con l'amico.
    No eh? Allora vada solo per la prima :sisi:
    Ma c'è una cosa che non va affatto bene in questa storia :nono:
    Mi hai distrutto Vi ç___ç il mio mito, lo hai reso un povero uomo inerme.
    Comunque dovevo aspettarmelo da quello che mi avevi detto a marzo.
    Per il resto bel capitolo e mi sono andato a rileggere il capitolo 0 della precedente FF eheh.
    Mi auguro che il prossimo capitolo sia postato entro il 5 agosto perchè io parto e torno il 25 é__é
    Non voglio leggere i capitoli settimane dopo che sono usciti, sia chiaro.
    Ora torno al mio poltrire. Arrivederla.
    * Indossa la sua armatura protettiva anticadutedivasiediscontriconlampioni*
    *cade in un tombino messo lì il giorno prima e di cui non sapeva l'esistenza*
    AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! *SBAM*
     
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  9. Guri
     
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    Una piacevole carrellata di nuove entrate, ci voleva.
    Non hai per niente perso la mano, solo che un po di emozione e sensazione in piu' dei protagonisti mentre combattono non guasta; anche una descrizione accurata dei luoghi, piu' definita, fa immedesimare meglio il lettore nel racconto.
    Una sola cosa, ti sei dimenticato la solita notifica via mp.;)





     
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  10. misterious detective
     
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    Povero Demix...mi sa che prima o poi dovrò pagargli i danni fisici e morali o_o XD
    Non farti tutti 'sti viaggi mentali, le cose potrebbero non rivelarsi così scontate come hai preannunciato tu (anche se una bella scopata ci starebbe anche bene :look: W il rating rosso! :pwn: )
    *progetta di postare il terzo capitolo il 6 agosto*

    Grazie anche a te Guri, cercherò di impegnarmi e superarmi ancora ogni volta ^^
     
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  11. misterious detective
     
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    Scusate il ritardo ^^ Il programma era di pubblicare il terzo capitolo a inizio mese, ma ho avuto dei "problemi" con i computer che mi hanno costretto a ritardare un po' xD
    Spero enjoyerete comunque :asd:
    SPOILER (click to view)
    ah, vi anticipo già che ho battuto la fiacca e non ho dato la solita ricontrollata al capitolo prima di postare. Spero che non ci sia in giro qualche strafalcione non segnalato da controllo ortografia e grammatica di word :asd:



    Capitolo 3
    Caccia

    -Cosa...significa?- balbettò Myde, cadendo seduto a terra.
    -Mi stai dicendo che...la mia casa, la mia famiglia...non ho più niente?-
    Mudriel strinse i pugni, maledicendosi per la mancanza di tatto, ma non sapeva cos’altro avrebbe potuto fare.
    Mizu e Haiiro guardavano da poco lontano, incapaci di aiutarlo.
    Solo Vi si mosse, avanzando con passo lento verso il ragazzo. Sul viso aveva un mezzo sorriso, mostrante affetto e compassione.
    Si chinò e gli mise una mano su d’una spalla, costringendolo ad alzare lo sguardo verso di lui.
    -Lasciami stare...- cercò debolmente di opporsi il custode.
    -So quanto faccia male.- cominciò, ignorando la sua supplica. –Perdere ciò a cui si tiene è terribile, un dolore che non sparirà mai dal tuo cuore; per quanto possa attenuarsi col tempo, sarà sempre lì, vivo...-
    Nel parlare si portò una mano al petto, sentendo solo il pallido eco di un cuore che, probabilmente, non albergava più lì da tanto tempo.
    L’altro non rispose, rimanendo come in riflessione, mentre una lacrima solcava la sua guancia, scendendo lentamente verso il suo mento.
    -Però hai ancora molte persone che ti sostengono, che ti vogliono bene...- aggiunse, volgendo lo sguardo verso gli altri due ragazzi, che osservavano la scena col cuore in gola, chiedendosi se si sarebbe risolto tutto.
    -Anche per loro...- continuò –Non rinunciare alla tua vita. Guarda e vai avanti, senza fermarti mai, senza voltarti indietro. E fallo stringendo le loro mani nelle tue.-
    Mentre parlava, rivolse al giovane i suoi occhi colmi dell’affetto che si può provare per un figlio e, per un attimo, il custode sentì il proprio cuore riscaldarsi. Quella sensazione, però, svanì velocemente com’era apparsa, in pochi attimi. –Anche se mi dici questo, io...-
    -Non pensavo di aver cresciuto una simile mammoletta!-

    Myde si girò di scatto, guardandosi forsennatamente intorno. Era certo di aver riconosciuto quella voce che, all’improvviso, si era imposta su di loro.
    Si aprì un secondo varco; tutti gli astanti rimasero ammutoliti, tutti increduli e allibiti, col cuore impazzito che batteva forsennatamente nei loro petti.
    Dall’oscurità apparì prima una gamba, poi un braccio. Pian piano si delineò il corpo snello e giovanile di un Nessuno.
    -Papa!- gridò il custode, correndo verso il genitore.
    Quello allargò le braccia, stringendolo forte a sè. Sentiva il figlio tremare, vicino al pianto per la felicità.
    -Scusami se ti ho fatto preoccupare. Sono tornato appena ho potuto.- disse con voce dolce, dando alcune leggere pacche sulla schiena al figlio.
    Lo lasciò sfogarsi contro il suo petto per alcuni secondi, per poi allontanarlo.
    -Bentornato. Mi sembrava strano fossi morto per così poco.- lo salutò l’alchimista, avvicinandosi con un sorrisetto ironico.
    -Stai forse dicendo che non ti sei minimamente preoccupato?- rispose il chitarrista, fingendosi offeso.
    Vi però li interruppe, frapponendosi tra i due. –Questo non è certo il momento migliore per scherzare.-
    Prima diede un’occhiata a Myde, facendo un cenno col capo. Il giovane capì che doveva farsi da parte, gli adulti dovevano parlare di argomenti importanti.
    A quel punto, il padrone del castello si voltò verso Demyx, fissandolo serio:-Cos’è successo al Mondo Che Non Esiste?-
    Il Nessuno ricambiò lo sguardo profondo, domandandosi quasi cosa rispondere, le parole gli mancavano:-Ci hanno attaccato in centinaia di strani esseri luminescenti. Io e Aira non saremmo mai riusciti a eliminarli tutti, nè tanto meno a scappare. Quindi abbiamo trovato un’altra soluzione...- raccontò enigmatico facendo una pausa come a voler tenere i presenti col fiato sospeso, facendo loro desiderare la risposta.
    -Abbiamo fatto crollare il Castello sul Mondo che, ora, non esiste più veramente!- concluse, ridendo sguaiatamente, come un bambino divertito dalla sua stessa marachella.
    Vi lo strattonò, sollevandolo per il bavero dei vestiti. –Sei un irresponsabile! Ti rendo conto che con una tua azione hai disintegrato un intero pianeta?- gli gridò in faccia, in preda a una rabbia folle.
    -Che importa? Tanto non ci viveva più nessuno.- rispose candidamente, senza comprendere realmente le conseguenze delle sue azioni.
    -Non è questo il punto!-
    Mudriel diede all’uomo alcune pacche sulla spalla, suggerendogli di rinunciare, che era inutile cercare di far venire un po’ di senno in testa al biondo.
    Vi, sbuffando, lasciò andare quell’adulto dall’aspetto di ragazzo, che mai aveva considerato tanto idiota quanto in quel momento.

    (.Hack//Link OST – That Name is Sora)
    -A proposito- proruppe Myde, avvicinandosi nuovamente agli adulti, che sembravano aver finalmente finito di litigare. –Dov’è la mamma?- domandò, ancora un po’ preoccupato.
    -Tranquillo, Aira l’ho portata dalla nonna.- rispose, riferendosi a Merina, la madre della donna.
    -Adesso però è il caso che voi ragazzi torniate a casa. È tanto che non ho modo di parlare con questi miei vecchi amici e i nostri discorsi vi annoierebbero di sicuro.-
    Il chitarrista, con una risata, invitò così Myde, Haiiro e Mizu ad allontanarsi.
    I tre lo guardarono un po’ perplessi, ma obbedirono, prendendo la strada verso il castello, impegnati a parlottare e scherzare tra di loro, come se nulla fosse accaduto.
    Quando i giovani si furono allontanati, Mudriel si schiarì la voce, guardando divertito il vecchio compagno. –Bisogna ammettere che non sei male come attore.-
    -Allora? Cosa devi dirci?- si aggiunse Vi, incrociando le braccia.
    Il Nessuno deglutì, prendendoi un po’ di tempo per spiegare la situazione. –Come avrete immaginato, c’è dell’altro. Insieme alle creature c’erano delle persone, vestite di bianco...come quello di dodici anni fa.-

    Haiiro strinse i pugni, camminando a testa bassa. Le parole e le risate dei due compagni gli scivolavano addosso come acqua: continuava a ripetere il combattimento nella sua mente, cercando una ragione per la sua sconfitta.
    Solo più tardi si accorse che le attenzioni dei suoi amici erano concentrate su di lui.
    -Cosa succede Haiiro? Ti vedo...distratto.- affermò Myde, squadrandolo con aria un po’ preoccupata.
    Quello spalancò gli occhi, impiegando un po’ a capire il senso della domanda. –Ah, ero solo sovrappensiero.- mentì, sfoggiando un sorriso che sembrò tranquillizzare gli atri.
    Attraversarono il cancello principale del castello, una larga inferriata nella quale le grate andavano a formare ipnotici motivi geometrici, e si ritrovarono al cortile interno.
    Da lì imboccarono il sentiero che portava verso l’atrio ma, mentre camminavano, incontrarono Ashrox, che avanzava in direzione opposta, verso di loro.
    -Papà, cosa ci fai qui?- domandò il grigio.
    Il genitore gli sorrise e, passando di fianco a lui, gli arruffò affettuosamente i capelli. Quindi, mentre proseguiva il suo andare, spiegò:-Nei pressi delle rovine a ovest pare sia stato avvisato un Heartless di grossa taglia, quindi stavo andando ad occuparmene.-
    I tre tentarono di scucirgli ualche altra informazione, ma fu tutto inutile: lui stesso non sapeva nulla più di quello che aveva detto, le informazioni arrivategli erano frammentarie. Consigliò quindi ai ragazzi di fare attenzione e non correre rischi inutili, andando contro un avversario che non conoscevano.
    Myde guardò dubbioso gli altri: la loro curiosità li avrebbe spinti all’avventura, ma l’avvertimento dell’uomo era stato chiaro.
    Haiiro incrociò le braccia, dubbioso. Forse era meglio lasciar perdere, non c’era ragione per cui dovesse farlo e non suscitava nemmeno troppo il suo interesse. In quel momento la voglia di combattere era quasi assente in lui, però...

    (.Hack//Link OST – Klarinette)
    -Ma sì, facciamolo!- sbottò all’improvviso, con aria eccitata.
    I suoi compagni, Mizu soprattutto, rimasero esterrefatti da quella esternazione.
    -Voglio dire, ragazzi, si tratta di un Heartless! Ne abbiamo eliminati già così tanti, cosa volete che sia? Scommetto che non è neanche tanto grosso!- commentò ridendo. Un’idea gli era baluginata in mente e lo aveva convinto a mettersi alla prova. Quella era un’ottima occasione per mettersi in buona luce agli occhi della ragazza e scavalcare il posto di Myde.
    Anche il custode era eccitato da quell’idea, sicuramente era più divertente che rimanere chiusi in casa ad annoiarsi. –Per me va bene, ma...- volse lo sguardo speranzoso a Mizu. –Tu te la senti?-
    La ragazza sobbalsò quando venne chiesa la sua opinione. Guardò prima Myde, che aveva tanto vicino, poi Haiiro. Entrambi confidavano nella sua risposta, ma lei era tutt’altro che convinta. Sapeva anche che non sarebbe stata capace di combattere...
    -Io, ecco...- farfugliò, intrecciando le dita delle mani. Abbassò lo sguardo, imbarazzata; sarebbe davvero riuscita a dar loro quella delusione?
    Deglutì e prese coraggio. –Per me va bene. Possiamo provare.-

    (.Hack//Sign OST – In Your Mind)

    I tre ragazzi camminavano affiancati attraverso la boscaglia. Le numerose piante si innalzavano verso il cielo con i loro spessi tronchi, mentre le folte chiome si intrecciavano, lasciando passare la luce solo attraverso piccoli spiragli che contribuivano a rendere quasi mistica l’atmosfera. Il colore che regnava era il verde: l’erba smeraldina e le foglie, tra le quali alcune iniziavano a diventare giallastre, pronte a cadere nella stagione che stava per arrivare. Il muschio si ancorava alle cortecce degli arbusti, che a volte sembravano quasi soffrirne. Nel complesso, però, l’atmosfera era piacevole e rilassante.
    Il trio si muoveva rapido e con sicurezza; conoscevano sufficientemente quei luoghi da non temere di inciampare in un ostacolo imprevisto e da non aver bisogno di fermarsi e cercare dei riferimenti per sapere dove si trovassero.
    Dopo quasi mezz’ora di marcia, la radura si fece meno fitta; grandi squarci di cielo erano ora visibili attraverso le fronde. Il cielo era limpido, di un azzurro magnetico.
    A pochi metri da loro videro quello che cercavano: alcuni pezzi di mura ormai crollate si reggevano in piedi come a dominare quella zona. Erano di un marrone molto chiaro, sembravano essere state consumate dal tempo e dalle intemperie.
    Mizu mosse qualche passo in avanti rispetto agli altri. Si chinò sulle gambe, abbassandosi abbastanza da poter toccare più facilmente quei resti di quello che doveva essere un edificio di cui ora non c’era quasi più traccia. Spostò il palmo su di esso, mentre la polvere depositatasi nel tempo si attaccava ad esso, ingiallendogli un po’ la mano.
    Haiiro e Myde si fecero avanti a loro volta, e il primo parlò:-Bene, siamo arrivati, ma l’area è grande e non abbiamo la certezza che non si sia allontanato quell’essere.- commentò, mentre dava dei piccoli calci ad una pietra, come passatempo. –Propongo di dividerci.-
    Myde lo guardò, perplesso:-Siamo solo in tre, sicuro che sia una buona idea?-
    Il grigio annuì. –Mizu potrebbe venire con me, così sarà al sicuro. Il primo gruppo a trovare l’Heartless avverte gli altri lanciando un fire in aria.-
    Il custode rimase alcuni secondi a riflettere, qualcosa non lo convinceva affatto. Incrociò le braccia e abbassò il capo; a prima vista poteva addirittura sembrare assopito.
    La ragazza deglutì, alzandosi lentamente. –Io però...vorrei andare insieme a Myde.-
    I ragazzi si voltarono verso di lei, stupiti da quell’intromissione.
    Haiiro soprattutto era frastornato: si era già immaginato come avrebbero potuto svolgersi le cose.
    “Ti prego, non darle corda” penso, socchiudendo gli occhi e stringendo i pugni.
    L’altro giovane alzò le spalle, con aria quasi indifferente. –Per me va bene.-
    Haiiro sbuffò, resistendo alla tentazione di lasciarsi cadere a terra. Rimase col capo chino alcuni secondi, ma si ricompose prima che gli altri se ne accorgessero.
    “No, va bene così. Mi basta trovare l’Heartless per primo.” Si convinse, annuendo col capo, sovrappensiero.
    Mizu si alzò, avvicinandosi a Myde con un sorriso. –Allora vogliamo andare?- domandò, incrociando le braccia dietro la schiena.
    -D’accordo.- rispose, con la stessa allegria.
    Quindi il ragazzo si mise a correre, invitando con un cenno del capo la compagna a fare lo stesso.
    -Muoviti Haiiro, o l’Heartless te lo scordi!- lo sbeffeggiò un po’, mentre si dirigeva di più nel cuore delle rovine.
    -Tsk, non serve che sia tu a dirmelo.- rispose quello sottovoce. Estrasse l’arma dal fodero che portava alla gamba destra e, dopo essersi guardato qualche secondo intorno, partì, ispezionando l’area al limitare delle macerie.

    (.Hack//Sign OST – Magic and Sword)

    Myde si chinò a terra, tastando il terreno. In mezzo al folto strato di erba erano rimaste impresse delle grosse impronte: il palmo era largo e le piante erano completamente pressate a terra. Il loro obbiettivo doveva essere alquanto grosso e pesante, dato che in più punti la terra era sprofondata di alcuni centimetri.
    Il custode posò la mano su uno di quegli affossamenti, passandola sulla sagoma. Essa terminava con cinque grosse dita. Sembrava appartenere più ad un animale di grossa taglia anziché a un Heartless.
    Mizu si avvicinò al ragazzo, guardandolo curiosa e cercando di capire i risultati delle sue indagini.
    -È senza dubbio il nostro Heartless, a giudicare dalle dimensioni.- affermò, raccogliendo qualcosa di minuscolo tra il pollice e l’indice.
    Si alzò in piedi ed osservò il suo bottino controluce: alcune piccole schegge nere che, attraversate dalla luce solare, emettevano alcune scintille scure.
    -Non posso sbagliarmi, questo è il segno del passaggio di un Heartless e non uno qualunque.-
    La ragazza annuì, guardandosi poi attorno sconfortata. –Però qui ce ne sono diverse e sono tutte confuse. Dubito otterremo qualcosa, magari se n’è anche andato con un varco oscuro, invece di andare a spasso da bravo.- ragionò, sbuffando. Si prospettava una lunga ricerca.
    L’altro lasciò cadere a terra i frammenti luccicanti e inarcò un po’ la schiena, come per stiracchiarsi.
    -Quello che non capisco…- disse. –È il comportamento di quest’ombra. Per quale scopo può vagare a casaccio in mezzo alla foresta?- si domandò, massaggiandosi con le dita il mento, con aria molto assorta.
    La giovane si appoggiò al tronco di un albero, in silenzio. Temeva di rompere il filo dei ragionamenti dell’amico, che era sicura sarebbe giunto ad una soluzione.
    Quando il custode se ne accorse, però, sorrise e smise di torturarsi con le mani:-Non riesco a venirne a capo. Adesso cerchiamolo, quando lo avremo trovato avremo le risposte.-
    Mizu annuì, staccandosi dalla corteccia e rimettendosi in marcia, a fianco del ragazzo. Mentre camminava la sua attenzione era rivolta al suo amico, lontano da loro: “Chissà se ad Haiiro sta andando meglio…”

    Il grigio si muoveva scaltro, acquattato tra il fogliame. La presa sulla sua arma era forte e i suoi sensi erano acuiti dalla tensione. Gli occhi analizzavano tutto ciò che gli stava intorno, pronti a cogliere ogni minimo, possibile indizio.
    Poco lontano vedeva alcuni ciottoli giallastri, molto più radi rispetto a quelli della zona perlustrata dagli altri due ragazzi.
    Guardò in direzione delle rovine. “Chissà cosa staranno facendo loro...” si chiese, con aria un po’ sconfortata.
    Inspirò profondamente e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, era nuovamente colmo di grinta. “Va tutto bene, Myde e Mizu non hanno lanciato Fire come avevamo stabilito, quindi sono ancora a mani vuote. Se mi sbrigo potrò dimostrar loro il mio valore.”
    Strinse una mano a pugno e la portò davanti al volto, incitandosi un’ultima volta.
    Subito dopo, però, si fermò. Rimase spaesato per alcuni secondi: aveva dimenticato che, probabilmente, anche suo padre Ashrox si trovava nei dintorni, in quella foresta. Doveva trovare l’Heartless e sconfiggerlo prima che lui lo scoprisse.

    (.Hack//Sign OST – Fear)

    Camminava intorno alla stessa zona da quasi un’ora. Un paio di volte aveva anche udito le voci dei suoi compagni, ma aveva fatto finta di nulla: li sentiva scherzare, giocare tra loro, invece di pensare alla sfida e questo, per qualche motivo che faticava a capire, lo rattristava.
    “Beh, meglio così” si diceva, quando i ragazzi si allontanavano e il loro chiacchierio diventava indistinguibile, coperto dal vento che ululava sbattendo contro i tronchi degli alberi e agitandone le chiome.
    Ancora intento a cercare tracce, sporgendosi oltre dei cespugli punteggiati di vacche dai colori sgargianti, scoprì una zona del bosco che non conosceva: numerosi alberi erano stati completamente sradicati, di altri rimaneva solo il fusto, tagliato con estrema precisione, come per mezzo di una lama. Su ognuno di essi erano rimaste tracce nerastre facili da scorgere da alcuni metri di distanza, dove si trovava Haiiro. L’erba era bruciata, in certi punti completamente sparita, lasciando visibile la terra brulla, mentre in altri era carbonizzata, scura come la pece. Tutto sembrava essere stato volontariamente preparato come a creare una tana a cielo aperto per l’Heartless che vi riposava nel centro.
    Pur essendo sdraiata a terra, quella creatura era alta almeno il doppio del giovane e ancora più lunga. L’intero corpo era ricoperto di lungo, folto pelo nero, che diventava però corto sulle zampe dalle unghie smussate. La testa era completamente avvolta da uno strato di metallo, come un elmo, compresa la lunga proboscide di quel mostro dalle sembianze di un mammut.
    Il cuore di Haiiro sembrò impazzire, il ragazzo aveva gli occhi spalancati dall’eccitazione: era riuscito a trovarlo per primo.

    (Kingdom Hearts II OST – Hesitation)

    Haiiro si nascose dietro un albero, mentre l’erba alta sfrusciava contro i suoi pantaloni.
    Il suo intero corpo tremava, eccitato e spaventato.
    Alzò la sua spada al cielo, intenzionato a lanciare silenziosamente Fire, per avvisare gli altri, ma ci ripensò e abbassò l’arma: trovarlo e basta non gli avrebbe attribuito alcun merito.
    Diede un altro sguardo dentro quello spiazzo: quell’enorme bestia era addormentata, poteva approfittarne per sferrare un attacco a sorpresa.
    Deglutì. La paura, serpente strisciante, si insinuava dentro il suo corpo, cercando di impossessarsene. Il ragazzo sospirò: avrebbe agito prima che ciò fosse successo.
    Strinse l’elsa della lama, la “Corona di Serpi”. Con le mani sudate, premette con forza un pulsante, posto sull’occhio di una delle vipere che si intrecciavano a formare l’elsa della spada.
    Un leggero clangore dimostrò il risultato positivo dell’operazione.
    Abbassò la lama e quella scivolò via dal manico, rivelando la sua seconda forma: il filo aveva a sua volta una seconda impugnatura e si separava dall’elsa “principale”.
    Haiiro prese allora saldamente la seconda, puntandola verso l’Heartless.
    Energia biancastra cominciò a defluire verso le sue braccia poi verso l’arma: il buco lasciato vuoto della spada, formato dalle fauci dei serpenti, era diventato la bocca di un rudimentale cannone magico.
    Una sfera luminescente dalla consistenza debole prese forma in quel punto. Emanava un’aura gelida.
    Il grigio si morse le labbra, mentre sentiva il suo corpo tremare sotto il suo peso. Il ragazzo voleva finire l’incontro subito, senza arrischiarsi in un combattimento lungo senza conoscere la forza del nemico.
    Quando si sentì pronto e la sfera di energia aveva acquisito dimensioni sufficienti, gridò:-Sancta!-

    (Kingdom Hearts OST – Night of Fate)
    La sfera subì una spinta fortissima e partì ad alta velocità contro l’Heartless, esplodendo contro un suo fianco.
    La creatura, svegliatasi di soprassalto, si alzò in piedi, avvertendo però una fitta dolorosa che la fece barrire sonoramente.
    Haiiro indietreggiò terrorizzato. L’ombra aveva una grossa macchia biancastra intorno al punto dove l’incantesimo aveva colpito ed essa rilasciava una specie di condensa gelida, come se il corpo del mostro si fosse ghiacciato. “Il mio colpo più potente…tutto qua il danno?” si chiese atterrito.
    Insicuro, fece per alzare l’arma e lanciare Fire, ma il mammut caricò, costringendolo a scansare a destra.
    -Maledizione!- imprecò il grigio, stringendo i denti.
    Puntò l’elsa contro l’Heartless, mirando nello stesso punto di prima. –Blizzard!- gridò.
    Alcuni cristalli esplosero dal manico, sparati a raggiera contro la ferita.
    Il ghiaccio centrò il bersaglio, facendo di nuovo ruggire di dolore la bestia, che si alzò sulle zampe posteriori, sbattendo più volte quelle anteriori a terra, facendola tremare. Agitò la proboscide forsennatamente, all’apparenza in preda alla rabbia, e si scagliò sul giovane, travolgendolo con il suo lungo naso.
    Haiiro venne sbalzato contro un albero. Il colpo fu durissimo, tant’è che la corteccia della pianta si spaccò e il fusto si piegò leggermente.
    Il giovane avvertì le sue ossa scricchiolare, come se si stessero assestando. Una fitta, forte come una scarica elettrica, lo attraversò, lasciandolo senza fiato, a terra, privo di forze.
    Provò a rimettersi in piedi, ma non sentiva più il suo corpo, come se fosse stato sbalzato forzatamente fuori da esso e ora stesse guardando come spettatore.
    Sentiva l’Heartless scalciare agitato e avvicinarsi a lui, debole e incapace di reagire.
    La spada del ragazzo era caduta diversi metri più lontano, dopo il primo colpo.
    Quello riuscì a stento a stringere le mani, grattando la terra. “Perché? Maledizione, perché?”

    (Naruto OST – Tenten Theme)

    Il mostro barrì di nuovo.
    Fendendo l’aria, alcuni coltelli affilati si conficcarono nelle zampe del mammut, facendo sgorgare fiotti di sangue nerastro.
    L’ombra tentennò, muovendo qualche passo storto, incapace di reggere il suo stesso peso. Cadde con le zampe divaricate, emettendo un ultimo barrito rassegnato.
    Con un mezzo sorriso, Ashrox si fece avanti, osservando la situazione. Guardò con aria dispiaciuta il figlio a terra.
    -Pa…pà.- mormorò quello, alzando lo sguardo più che poteva, combattuto tra la felicità e la preoccupazione: era salvo, ma sapeva che avrebbe pagato per la sua disubbidienza.
    L’uomo strinse con rabbia la mano sinistra, appoggiata al fianco. –Guarda cos’hai fatto a mio figlio…- mormorò, scandendo ogni parola, quasi volesse essere capito dall’essere.
    Il mammut respirò profondamente, lasciando sfuggire dalle sue narici una nuvoletta simile a vapore, probabilmente un’esternazione di rabbia.
    A passi lenti, come per prolungare l’agonia del nemico, il genitore si avvicinò alla sua preda. Quando fu lontano meno di un metro da essa, sfilò uno dei suoi coltelli dal soprabito e se lo rigirò alcuni secondi tra le dita. –Sparisci!- sentenziò.

    Come animato da nuova vitalità, l’Heartless alzò all’improvviso la sua proboscide.
    Ashrox rimase sorpreso da quel comportamento e tentennò per un attimo, meravigliato.
    La bestia tese il lungo naso, avvicinandolo al volto dell’uomo. Dalle narici fuoriuscirono due potenti getti di fiamme scarlatte.
    -Mer…- imprecò quello, lanciandosi indietro non appena intuì cosa stava per accadere.
    Si formò però una grossa nube di fiamme che avvolse completamente il guerriero con il suo calore distruttivo.
    Haiiro guardò la scena terrorizzato. –Papà!- gridò.
    La sola disperazione gli permise, nonostante il dolore che ancora non era sparito del tutto, di alzarsi affannosamente in piedi, facendo leva sulle braccia.
    Spinto unicamente dalla convinzione di dover salvare il genitore, corse verso la sua arma. Riunì lama ed elsa, che erano ancora separati, quindi strinse la Corona di Serpi con entrambe le mani, con tanta forza da farle sbiancare.
    Senza un attimo di tregua, il giovane si gettò a viso aperto contro l’ombra, urlando la sua rabbia. Tentò un assalto alla cieca, ma un braccio lo bloccò, lasciando sorpreso.
    Ashrox si reggeva ancora in piedi, leggermente piegato in avanti. I vestiti bruciati rilasciavano un leggero fumo, insieme all’odore pesante di tessuto bruciato; la pelle di almeno metà volto era morta, dei suoi lineamenti non restava che una lieve traccia.
    -Oh mio Dio…- mormorò il ragazzo, portandosi entrambe le mani al volto, quasi a coprirselo. “Quello…è davvero mio padre?”
    Gli occhi dell’adulto erano severi, velati di rabbia. Senza dire nulla, quello spiccò un salto, balzando sul collo del mostro.
    Prese due coltelli e, silenziosamente, li conficcò dietro al collo dell’Heartless.
    Quello, senza un lamento o dolore, si dissolse, tornando ad essere l’oscurità che era.

    (.Hack//G.U. Vol 1 Rebirth OST – Sakaki of the Seven Branches)
    L’uomo aiutò il figlio a rimanere in piedi, facendo passare il suo braccio intorno alle spalle.
    -Grazie…- mormorò il ragazzo, chinando lo sguardo.
    Il padre abbassò gli occhi, cercando di incrociare quelli del figlio, senza però riuscirci. Sospirò, deluso. –Ti avevo detto chiaramente di non metterti in pericolo, e invece guarda qua…- commentò, mentre si guardava intorno alla ricerca della strada di casa.
    -Haiiro! Tutto bene?- gridò qualcuno, correndo rapidamente verso i due.
    Myde e Mizu raggiunsero lo spiazzo dove si trovavano i due parenti: entrambi i nuovi arrivati rimasero sorpresi da ciò che avevano intorno; Ma rimasero ancora più sorpresi e spaventati quando si resero conto delle condizioni dei due.
    -Cos’è successo?- domandò quella, spaventata.
    Ashrox ridacchiò, fingendosi tranquillo. –C’è stato qualche problema, ma si è risolto tutto. L’Heartless è stato sconfitto.- cercò di minimizzare. Avvertiva però gli sguardi dei giovani su di lui, sul suo volto sfigurato, e la cosa lo infastidiva molto.
    -Dobbiamo tornare subito a casa! State male, e forse…- balbettava Myde in preda all’agitazione.
    -Non c’è nulla da fare. Non è niente di grave, se sono fortunato si risistemerà tutto in qualche settimana e mi rimarrà solo una cicatrice.- spiegò Ashrox, intuendo la preoccupazione del custode per le sue condizioni.
    –In quanto a mio figlio…- aggiunse, fermandosi un momento. Passò una mano sulla sua schiena, tastando con forza variabile in più punti.
    -Ahi!- esclamò un paio di volte il grigio, chiudendo gli occhi dal dolore.
    -A occhio e croce non ha niente di rotto…- affermò l’altro, sistemando di nuovo il braccio del figlio intorno alle sue spalle. –Credo che fra qualche ora si sentirà già bene, nonostante tutto.-
    Haiiro, felice, alzò lo sguardo verso il genitore, che però aggiunse:-Certo, non pensare di cavartela così: tua madre non la prenderà bene.-
    Mentre camminavano, Myde incrociò le braccia.
    -Qualcosa non va?- domandò la sua amica, cercando di decifrare l’espressione del custode.
    -Lo hai notato anche tu?- domandò Ashrox.
    Il ragazzo annuì, capendo subito a cosa si riferisse l’adulto:-Quella foresta…non era normale, un Heartless non sarebbe stato capace di crearsi uno spazio simile, con tale precisione.-
    -Tanto meno un mammut.- aggiunse il genitore.
    -Non scherzate. Questo vorrebbe dire che…- balbettò Mizu, sorridendo per nascondere la preoccupazione. Guardò più volte gli altri compagni, sperando con un loro cenno di cancellare il dubbio.
    -Qualcuno lo stava manovrando, non c’è dubbio.- affermarono gli altri due, quasi all’unisono.
    Sentendo questo, Haiiro si scostò dal padre e, dapprima tentennante, si mise in piedi da solo.
    -Allora…dobbiamo correre al palazzo!- li interruppe per la prima volta. –Non può essere altrimenti, è quello l’obbiettivo di chi manovrava l’Heartless!-

    (.Hack//G.U. Vol 1 Rebirth OST – Endrance Theme, The Best Love)

    L’alchimista si passò un braccio sulla fronte, asciugando con il suo vestito il sudore. Nel farlo, però, mantenne il Keyblade Cristallino davanti a sé, per non scoprirsi.
    -Accidenti a te, sei davvero forte ragazzina. Ma che diavolo vuoi?- disse, leggermente affannato.
    Davanti a lui, su un ginocchio, vi era un’altra persona: era poco più bassa di Mudriel, la pelle era scura, abbronzata. I capelli biondo paglia a caschetto le arrivavano fino al collo, senza però coprirgli il volto. I suoi occhi violacei fissavano l’uomo, ardendo come tizzoni. Le sue orecchie erano visibili attraverso la sua chioma: erano allungate, come quelle degli elfi che il suo avversario aveva visto alcune volte su libri di fantasia, ma violacee, come la coda squamosa appena sopra il fondoschiena, dove portava dei pantaloncini di jeans azzurri a vita molto bassa. Indossava una maglia senza maniche bianco panna che le lasciava scoperto l’ombelico e degli stivaletti scuri, con zeppe di alcuni centimetri.
    Agli occhi di Mudriel appariva chiaramente per quello che era: un Heartless di forma umana, o quasi.
    -Anche tu non sei affatto male…maledetto custode.- mormorò, alzandosi di nuovo in piedi.
    Il combattimento con l’alchimista la aveva sfinita, non si aspettava una battaglia tanto dura. Si trovavano nel giardino del castello, le mura erano in più punti crepate, a volte addirittura erano crollate sotto i loro colpi.
    -Devo ammettere, però…che sono sorpresa.- affermò, ansimando, mentre si rimetteva in piedi, spingendosi con le mani. –Mi avevano detto che il custode era molto più debole di così…-
    -Mudriel!- lo chiamarono i ragazzi, giunti di corsa al castello. In testa al gruppo c’erano Myde e Ashrox, seguiti da Haiiro che aveva corso con difficoltà e Mizu, che lo aveva accompagnato, preoccupata per lui.
    Al gruppo bastò darsi una veloce occhiata intorno per intuire la situazione: c’era un combattimento in corso ed era tra Mudriel e quella donna.
    -Ti aiutiamo noi!- esclamò il custode, evocando nella sua mano l’arma.
    La ragazza Heartless si voltò con un sussulto: lo aveva avvertito, il richiamo del Keyblade.
    Vide il giovane con i suoi amici avvicinarsi in quella direzione, uno di loro impugnava una chiave.
    “Ma certo…allora le informazioni non erano sbagliate” pensò, battendo un piede per terra. Si voltò completamente, passando gli occhi su Myde.
    Quello rimase impetrito: sentì gli occhi gelidi della ragazza, potenti; potevano mangiarlo, spogliarlo di tutto e lasciarlo nudo, senza difese, con una facilità estrema.
    Il ragazzo scosse la testa, come a ridestarsi da un incubo: nonostante il sudore gli colasse freddo dalle tempie, doveva rimanere concentrato e domare la paura.
    -Giovane, biondo, armato di un Keyblade…- cominciò a parlare l’Heartless, incrociando le braccia. –Un ragazzino il cui potere si sta ancora risvegliando, adesso sì che la descrizione corrisponde.- affermò enigmatica.
    -Di che diamine stai parlando?- la rimproverò Asrox, affiancandosi al custode.
    -A quanto pare ho commesso un errore. Allontanare gli altri che abitavano qui è stato solo uno spreco dei miei Heartless più forti. Per adesso sono costretta alla ritirata…- continuò, parlando molto probabilmente da sola, non con loro.
    Prima che uno di loro potesse muovere un muscolo verso di lei, L’oscurità parve inghiottirla e del suo esile corpo non rimase traccia. Se n’era andata.
     
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  12. XxXDemiXxX
     
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    Very very very very nice ù.ù
    E così, adesso, abbiamo davanti ai nostri occhi.
    Sono quasi sicuro che faccia parte della setta di quelle persone :zizi:
    Una cosa mi turba.
    Si vede lontano un miglio che Haiiro è pazzo di Mizu ma questo potrebbe essere un problema.
    Non è che, col proseguire della storia, decida di allontanarsi dagli amici e schierarsi dalla parte dei malvagi? Il fatto che la ragazza preferisca Myde potrebbe essere fondamentale.
    Comunque le mie sono solo supposizioni. Magari è proprio Mizu a schierarsi coi malvagi *___* sai che colpo di scena?
    Non ho altro da aggiungere, mio caro scrittore.
    Continua così e mi raccomando: io torno il 27. Vedi di non fare scherzi fino ad allora é__é
     
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  13. misterious detective
     
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    Grazie mille vecchio mio ;D
    Sì, si vede lontano un miglio che Haiiro è cotto, anche lei non è scema e lo sa benissimo :sisi: però chissà se le tue supposizioni saranno esatte o meno *W* Chi sarà la misteriosa ragazza Heartless? Che succederà a quei due sfi...eroici protagonisti? :sese:
    Comunque divertiti in vacanza ;D per il 27 però almeno un altro capitolo l'avrò postato e se ne ho voglia anche 2, per cui il tuo sarà un dolce ritorno xD
     
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  14. XxXDemiXxX
     
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    Oh si *__* basta che non facciamo come l'ultima volta che ho letto 40 capitoli di fila ù.ù
    La ragazza heartless è sicuramente lei.
    Sisi, è lei. Lei chi? Eheh, lo sai già, che bisogno ho di dirtelo é__é
     
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  15. misterious detective
     
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    CITAZIONE (XxXDemiXxX @ 4/8/2010, 21:19)
    Oh si *__* basta che non facciamo come l'ultima volta che ho letto 40 capitoli di fila ù.ù
    La ragazza heartless è sicuramente lei.
    Sisi, è lei. Lei chi? Eheh, lo sai già, che bisogno ho di dirtelo é__é

    Ehm...sì, certo :omg: Proprio lei
    *finge di sapere di cosa stanno parlando*
     
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62 replies since 17/7/2010, 18:28   1297 views
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