Metal Gear Raiden - The Erased Snake

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  1. ciel
     
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    Dopo secoli che volevo postarla, finalmente ci riesco xD
    E' il mio primo fandom su MGS, quindi spero di non aver fatto una cavolata del tutto anti-Kojimiana.
    La solita piccola premessa sulla trama e poi vi lascio alla lettura. La storia è divisa in sole tre parti ed è un "What if...?" attinente a MGS2 (e forse anche Rising).
    L'ispirazione è venuta dopo aver visto il filmato bonus di MGS3, "Snake Eraser" (e già di qui si può intuire il perché del titolo). Tuttavia, non manterrò affatto la comicità del video xD
    Consiglio a chi non ricorda il filmato o non l'ha mai visto, e anche a chi l'abbia già fatto, di vederlo; lo potete trovare qui. E poi buona lettura =)


    METAL GEAR RAIDEN
    The Erased Snake



    Atto I – New Past , New Future


    Infine, c'era riuscito. Tornando indietro nel tempo, Raiden era riuscito a eliminarlo... era riusciuto a eliminare un'ancora giovane Big Boss.
    Aveva dovuto provare innumerevoli volte per capire quale fosse il metodo migliore per riuscirci: era tornato ancor più indietro nel tempo fino a quando il soldato era ancora in addestramento dal celebre agente The Boss.
    E ora si apprestava a tornare nel suo tempo come un eroe, con tutte le onoreficenze ricevute da Snake, sia Naked che Solid. Sarebbe stato l'unico eroe di tutta la storia.
    Un piccolo vortice di fulmini azzurri lo assorbì e come ogni altra volta sentì la stessa sensazione: sballottato contro le mura del tempo, veniva spinto sempre più velocemente verso la sua epoca e verso la sua tanto sospirata vittoria.
    Non sarebbe più stato cresciuto come un'arma da Solidus, ma come un normale essere umano. Avrebbe sposato la sua fidanzata, Rosemary, e avrebbero cresciuto loro figlio come un buon genitore dovrebbe. Già, tutto sembrava perfetto...

    Quel piccolo vortice di fulmini azzurri comparve ancora dal nulla, stavolta davanti al Federal Hall di New York.
    Una grande folla ascoltava con interesse il discorso di un uomo su un palco. Era un soldato, un ufficiale di alto grado a giudicare dalle numerose medaglie sulla divisa verde.
    Era un uomo alto, abbastanza abbronzato e con un fisico più che allenato per essere un uomo di mezza età. Teneva i lunghi capelli chiari ordinatamente pettinati all'indietro e i suoi occhi erano coperti da un paio di occhiali da sole alla moda.
    Raiden ascoltò una parte del discorso e capì che era il 30 aprile 2009.
    Rose! Quel giorno, nella sua precedente realtà, Rose si trovava lì, ad attenderlo dopo la missione al Big Shell.
    Naturalmente, il Big Shell non era mai esistito in quell'epoca, ma Rose doveva esserci. La cercò fra la folla, senza curarsi delle persone che lo guardavano incuriositi a causa della sua tuta da agente della FOX.
    Poi, finalmente, il biondo la vide in lontananza. Ascoltava il discorso un po' distrattamente, ogni tanto vedeva l'ora e poi si guardava intorno come se aspettasse qualcuno.
    Corse verso di lei, stava per chiamarla appena prima che venisse raggiunta da un altro uomo che la abbracciò e la baciò intensamente.
    Per un secondo, Jack non capì. Si fermò e fisso i due baciarsi, molto lentamente, finché non si staccarono.
    Era questo ciò per cui era tornato indietro nel tempo?
    “ROSE!” urlò il soldato. La ragazza si girò, sorpresa. “Cosa stai facendo?”
    “Come?” esordì lei.
    “Chi è lui?” urlò ancora Raiden, pronto a estrarre dalla fondina la sua pistola. La stessa che Big Boss gli aveva dato nel passato e la stessa che aveva usato contro di lui.
    “E' il mio fidanzato” rispose confusa Rose.
    “Il tuo fidanzato?” chiese il ragazzo. Lo guardò meglio e rimase sbalordito: non poteva essere lui!
    “Emmerich?”
    L'appassionato di anime lanciò allo sconosciuto una strana occhiata, mista di stupore e gelosia.
    “Ci conosciamo?” chiese con tono roco.
    Raiden squadrò per un istante l'uomo, sempre più pieno di rabbia.
    “Già che ci sei perché non fai anche finta di non chiamarti così, Hal? Sai bene chi sono, non fare il finto tonto!”
    “No, davvero... credo che tu stia prendendo un granchio, amico”.
    Otacon finì appena di dire quella frase abbozzando un sorriso che un pugno lo raggiunse violentemente sulla guancia, buttandolo a terra.
    “Ti diverti?” domandò il biondo avvicinandosi.
    La folla che ascoltava il discorso del militare si girò verso i due. Emmerich cercò di allontanarsi gattondando fra la gente ma Raiden lo seguiva senza fermarsi.
    “Adesso smettila!” gli ordinò Rose prendendolo per un braccio. “Basta così, Jack!”
    Il biondo continuò ad avanzare ignorandola, ma Otacon si bloccò all'istante. Senza alzarsi dal terreno si girò verso la ragazza e chiese: “Lo conosci?”
    “N...” rispose debolmente la donna portando le dita davanti alla bocca. “No”.
    Lo scienziato si alzò in piedi e si avviò verso la fidanzata. Passò accanto a Raiden ma non se ne curò.
    “E allora come fai a sapere il suo nome?”
    “Ti giuro Hal, non ci siamo mai visti prima!”
    “E come me lo spieghi? Perché conosci Raiden?”
    “... Raiden?” chiese a sua volta la donna.
    “Sì, lui. E' il suo nome... in codice”.
    I due amanti si scambiarono un'occhiata carica di perplessità e forse anche un po' di paura.
    “Cosa sta succedendo?” continuò l'uomo. La donna scosse la testa, cercare di trovare una risposta la mandava ancor di più in confusione.
    “Sono io...” la voce di Raiden irruppe fra i due. Il ragazzo stava dritto in piedi, con la testa cline verso il pavimento grigio e gli occhi socchiusi. Le labbra facevano fatica a trovare le parole. “... sono stato io a fare questo?”
    Otacon e Rose fissarono il giovane per qualche minuto, mentre rimase a pensare. Cambiando il passato aveva anche cambiato il futuro... ma fino a che punto?
    Alzò lo sguardo e chiese tempestivamente: “Dov'è Snake?”
    “... chi?” chiesero i due in coro.
    “Solid Snake! Il più grande soldato del mondo, figlio di Big Boss e” si bloccò. Lui aveva eliminato Big Boss... prima che i suoi figli potessero nascere. L'unico che poteva aiutarlo non esisteva in quel mondo.
    “Big Boss?” chiese Otacon. “Forse volevi dire The Boss, ma lui non ha figli”.
    “Lui? The Boss non dovrebbe essere... una...”
    “Un agente segreto della FOX, il migliore al mondo”.
    “Esiste ancora la FOX?” chiese Raiden, stavolta smorzando una risatina forzata. “E FOXHOUND?”
    “Certo che esiste ancora, è la migliore società di ricerca bellica e formazione militaresca mai esistita. Senza contare che detiene il controllo sul Metal Gear! Non verrà sciolta prima di qualche secolo, credo” replicò Rose, confusa quanto i due amanti. “E poi... cos'è FOXHOUND?”
    Raiden assunse un'espressione preoccupata. Metal Gear in mano a FOX, FOXHOUND e Snake non esistevano e Rose stava con Otacon.
    - Ho cambiato il tempo, ma... - pensò il biondo alzando lo sguardo verso il cielo plumbeo di New York. - Come diavolo è potuto accadere tutto quello solamente senza Big Boss? -
    Hal osservò l'agente mentre, silenziosamente, scivolava nel panico. Sospirò e poi propose: “Ti chiami Jack, giusto? Penso che siamo confusi quanto te... e tutta questa faccenda interessa non poco al mio spirito di scienziato. Una spiegazione ci dev'essere sicuramente. Che ne dici se ti diamo una mano ad indagare?”
    Il viso di Raiden scese lentamente verso i due, quasi noncurante.
    “Abbiamo a disposizione la migliore tecnologia al mondo. Mascherare un paio di pratiche per le spese e l'utilizzo dei macchinari sarà uno scherzo per me e mia sorella”.
    “Tua sorella? Emma?”
    “La conosci?” chiese sorpreso Otacon.
    “No Hal, credo che sia la stessa nostra situazione” teorizzò Rose. “Probabilmente, sa chi è ma non l'ha mai conosciuta veramente”.
    “Hai colto nel segno...” affermò Raiden. Quella era davvero Rosemary, pensò l'agente.
    “Beh, puoi tirarti su di morale Jack: Hal ed Emma lavorano per la FOX!”
    Il modo in cui la ragazza pronunciò il nome era anche lo stesso in cui prima, nell'altra realtà, lo chiamava. E di certo non aiutava a farlo tirar su di morale.
    E poi, si sarebbe dovuto prestare come cavia per la FOX?
    “Ora sì che posso fare i salti di gioia...” commentò con tono basso il biondo.
    - Se voglio tornare nel mio tempo però... -
    Respirò profondamente, come per rilassarsi e concentrarsi meglio, poi concluse: “Non credo di avere altre alternative. Anche se voi non mi conoscete, so che posso fidarmi di voi”.

    Edited by ciel - 13/7/2010, 23:43
     
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  2. ciel
     
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    Atto II – New World, New Truth

    “Questo è interessante...” commentò una donna dopo aver sentito il racconto di Raiden. Era seduta di fronte a lui, mettendo in mostra le lunghe gambe incrociate. Vestiva una gonna e un maglioncino sotto il camice bianco col simbolo della FOX. I lunghi capelli bruni erano raccolti dietro la schiena, mettendo in evidenza i lineamenti delicati e fanciulleschi; gli occhi marroni osservavano Jack attraverso le lenti dei suoi occhiali, studiandolo attentamente.
    Vicino a lei c'era un'altra ragazza, più giovane almeno di un decina d'anni. Nonostante la sua collega era decisamente bella, questa sembrava più aggraziata e dolce. Sotto il camice bianco della FOX che indossava anche lei, la ragazza portava una t-shirt rosa e nera, un paio di pantaloncini neri e dei sandali rosa. Portava anche lei un paio d'occhiali, rosa pure quelli, e i capelli castani chiari erano raccolti in un chignon.
    Spostò i suoi occhi violacei verso la collega e chiese: “Pensi davvero che provenga da un'altra timeline, Naomi?”
    Naomi Hunter, l'altra scienziata, rispose: “Non saprei Emma... dovremmo verificare”.
    “Pensate di riuscirci?” chiese Otacon alle due.
    “Ovvio” gli rispose la sorella. “Per verificare la sua esistenza ci basterà un esame del DNA e una scansione delle sue onde cerebrali”.
    Raiden guardò fuori dalla finestra. La base new yorkese di FOX era un grattacielo che si estendeva in cielo per una sessantina di piani. Da lì poteva scorgere il porto e buona parte della città, ancora intatti e non invasi dall'Arsenal Gear... l'unica cosa che poteva sollevarlo un poco.
    “Vi ringrazio” disse infine il biondo tornando con lo sguardo verso le due donne.
    “Aspetta a ringraziarci” proseguì Naomi. “Perché se scopriamo che è tutta una finzione, ti faccio mettere dietro le sbarre da mio fratello”.
    Jack deglutì. La cosa si faceva sempre più intrigante.
    “Penso che stia raccontano la verità” intervenne Rose. “Anche se non ne capisco il motivo, voglio fidarmi di lui”.
    Raiden sorrise. “Grazie”.
    Emma e Hal si scambiarono un'occhiata divertita, poi la ragazza disse: “E' meglio cominciare subito, così mio fratello può sbrigare le pratiche”.
    “Come sempre, odi le scartoffie”.
    La giovane fece un ghigno divertito e afferrò da un pacco una siringa ancora incartata. “Siediti qui” disse all'agente di FOXHOUND indicando una sedia. “E tirati su una manica, faremo subito l'esame del DNA”.
    Raiden obbedì e si mise a sedere. Si tirò su la manica destra e poggiò il braccio sul tavolo. Mentre Emma stringeva un laccio emostatico intorno all'arto del ragazzo, Naomi prese uno strano radar a forma di torcia e lo passò più volte davanti e sopra la testa di Jack.
    “E' un misuratore di onde celebrali” lo rassicurò lei. Dopo qualche giro si spostò davanti a un computer e lo inserì in una presa, connettendolo al pc. “Ci vorrà un po' per esaminare i dati”.
    “Anche per me” spiegò Emma mentre prelevava il sangue dal braccio. “Mentre aspettiamo, parlaci del mondo da dove vieni. Ci conosci tutti, come siamo lì?”
    “Non sono sicuro che sia una buona idea” intervenne Hal, ma la sorella lo ignorò e chiese: “Mio fratello è sempre così apprensivo anche da te?”
    Jack ridacchiò. “Sì. E tu invece sei più timorosa... anzi, da dove vengo io non siete così in buoni rapporti”.
    Emma alzò lo sguardo, sorpresa. Esisteva un mondo in cui lei e suo fratello erano in disaccordo.
    “Solo perché hai ucciso quel Big Boss?”
    “Così sembra... non saprei dirvi il perché, non so come la sua morte possa aver influito sulla vostra famiglia”.
    “Forse mio padre lo conosceva” azzardò Hal. “Mi sembra che prima che io nascessi, verso la metà degli anni '70, abbia conosciuto dei soldati. Forse nel tuo mondo c'era anche lui e deve aver influenzato mio padre in qualche modo”.
    Raiden annuì con il capo. Poteva essere, ma gli sembrò azzardato chiedergli se in quel mondo era ancora vivo... ed era meglio tenersi per sé anche il fatto che Emma era morta a causa sua.
    “Fatto” disse atona Emma togliendo la siringa dal braccio del biondo. Naomi si avvicinò con una garza, del cotone e del disinfettante per chiudere il piccolo buco.
    “Naomi, prima hai detto che hai un fratello. Si chiama per caso Frank Hunter?”
    “Sì. Come lo sai?” chiese sorpresa la donna, forse non del tutto conscia che in quella situazione saperlo era relativo.
    “Hmm, intuito. Cosa fa? Qui, intendo”.
    “E' il comandante in carica della FOX” rispose Naomi. “Per questo prima ti ho detto che poteva farti sbattere in prigione”.
    “Capisco...”
    “Nel tuo mondo, invece?” chiese Emma curiosa.
    Jack aveva letto diversi dossier e rapporti sull'incidente a Shadow Moses, solo per quello lo sapeva. “Beh... è deceduto nel 2005”.
    Alla donna cadde il rotolo di garza dalle mani. “Deceduto?”
    “Sì, però... ehm, nel mio mondo era un agente dell'unità FOXHOUND. Qui non esiste e dovrebbe essere vivo. No?”
    “... sì”.
    Otacon si girò. Quella scena, per quanto drammatica, aveva dell'ironico vissuta così.
    “E... cosa sarebbe FOXHOUND?” chiese Rose cercando di cambiare discorso.
    “Da dove vengo io, la FOX è stata sciolta nel 1970 a causa della dipartita di alcuni membri, a San Hieronymo. Dopodiché, Big Boss assieme a un ex-maggiore della FOX fondarono la FOXHOUND, essenzialmente un'altra unità di agenti segreti” rispose Raiden mostrando il simbolo di una volpe con il coltello in bocca sulla sua tuta.
    “Capisco...” commentò Hal rigirandosi verso il biondo. “E dimmi, per caso quel maggiore si chiamava Zero?”
    “Sì” rispose incredulo l'altro. “Come lo sai?”
    “Qui da noi è successo qualcosa di simile... sempre a San Hieronymo, nel 1970 alcuni membri di FOX si ribellarono, riuscendo a rubare i progetti del Metal Gear. L'unità rischiava di essere sciolta, ma fu l'intervento di The Boss a salvare la situazione: riuscì a distruggere il Metal Gear e il maggiore Zero usò i fondi dello stato per poter riorganizzare la FOX”.
    “Capisco...”
    Il gruppo rimase in silenzio fin quando, poco dopo, un computer emise il suono simile a quello di uno squillo.
    “Sono finite le analisi del DNA” annunciò Emma. Si avvicinò allo schermo e dopo aver dato un'occhiata chiese: “Naomi, cosa dicono le onde celebrali?”
    “La tua stessa cosa temo: nessun risultato trovato”.
    “Allora è vero... lui non dovrebbe esistere qui”.

    “Cosa facciamo?” chiese Rose. “Jack deve tornare a casa sua”.
    “Hmm...” pensò Otacon. “Potremmo usare le nuove IA”.
    - Intelligenze Artificiali... - pensò istintivamente Raiden. Lo aveva già sentito nel Big Shell.
    “Potrebbe funzionare... ma ci vorrà un po' di tempo per impostare GW e JFK”.
    No, Raiden non le aveva solo sentite. Erano proprio loro.
    “Cosa centrano GW e JFK?” chiese il biondo istintivamente.
    “Sono solo delle IA” rispose Hal.
    “Sì, questo lo so. A cosa servono qui?”
    “Per adesso a nulla” rispose Emma. “Sono solo dei mega-computeroni che fanno uso di una nuova tecnologia neuro-cinetica. Sono ancora in fase sperimentale, ma molto potenti”.
    “Oh, capisco...”
    “Come mai tutto questo interessamento?”
    “Beh, nel mio mondo sono IA utilizzate al fine di selezione la sanità mentale”.
    Naomi, Emma, Hal e Rose rimasero tanto allibiti da quell'affermazione che dopo un minuto passato a restare a bocca aperta, scoppiarono a ridere a crepapelle.
    “E chi... e chi mai vorrebbe fare una cosa tanto esagerata?” chiese Naomi ridacchiando.
    “I Patriots...” rispose l'agente di FOXHOUND con un filo di voce.
    Chi?” chiesero in coro.
    “I Patriots. Sono un gruppo di dodici persone e sono i veri governanti di questo mondo. USA, Russia e Cina sono sotto il loro completo controllo e volevano selezionare le persone e le informazioni per mantenere il loro potere”.
    I quattro si fecero seri all'istante e si zittirono. Qualcosa li aveva colpiti, notò Jack.
    “Da come ne parli, ricordano i Filosofi”.
    “Forse sono esistiti anche da te. Proprio come i Patriots, i Filosofi erano un gruppo di persone che agivano all'ombra degli effettivi capi di stato delle potenze mondiali. Però sono stati sciolti durante la guerra fredda, nel 1964”.
    “Nel 1964?” chiese il biondo. “Durante la Missione Virtuosa e l'Operazione Snake Eater?”
    “Esattamente. Quindi son vissuti anche da te”.
    “Credo di sì, a questo punto. Ma nel mio tempo fu proprio Big Boss a compiere la missione, qui chi è stato?”
    “The Boss” rispose Hal dopo un secondo di silenzio.
    “The Boss...” ripeté Raiden. “Prima ne parlavi al maschile. Nel mio mondo era un'eroina leggendaria, che ha tradito gli USA per schierarsi con la Russia. Un suo allievo venne inviato per eliminarla e da allora venne soprannominato Big Boss”.
    Tutti e quattro rimasero nuovamente in silenzio. Solo Emma trovò il coraggio di aprir bocca. “Prima hai detto di esser tornato indietro nel tempo per eliminare Big Boss e prendere il posto di suo figlio, Solid Snake... ma quella missione molto probabilmente è stata il punto di snodo che ha creato il tuo mondo. Modificando il passato, hai creato quest'altro mondo in cui tu non dovresti esistere Jack. Non c'è posto per te qui”.
    “Sì, ora lo so” rispose Raiden chinando il capo. “Me ne sono reso conto quando Rose e Hal non riuscivano a ricordarsi di me...”
    Rosemary assunse un'aria triste. Seppur lo aveva appena conosciuto, nel profondo dell'animo non voleva vederlo soffrire.
    “Cosa può esser successo da cambiare il mio mondo in questo modo?”
    “Essenzialmente, le cause scatenanti dell'operazione Snake Eater furono le stesse” rispose Naomi. “The Boss, l'eroina leggendaria di cui parlavi, è esistita anche da noi. Ma non essendoci il suo allievo è stato mandato qualcun altro, che dopo averla uccisa ne prese il posto e il titolo di The Boss”.
    Jack alzò lo sguardo, interessato.
    “All'epoca, il suo nome in codice era Ocelot”.
    “OCELOT?!” gridò il biondo scattando in piedi.
    “Immagino che tu conosca anche lui” notò Hal.
    “Certo che lo conosco! Quel bastardo ha cercato di uccidermi!”
    “Ucciderti? E qual'era la tua missione?” chiese Rose allibita.
    “Più che una missione, era solo una simulazione voluta dai Patriots. Verso la fine ho scoperto cosa volevano e assieme a Solid Snake e Otacon (quello del mio mondo), abbiamo dovuto distruggere GW e JFK per bloccare i loro piani. E Ocelot era un loro alleato”.
    “The Boss, od Ocelot se preferisci...” cominciò Otacon, “Qui è considerato un eroe a livello mondiale”.
    “Un eroe?” chiese Jack, incredulo. Cascò a sedere sulla sedia, ad occhi sgranati e bocca aperta.
    “In che anno finì la guerra fredda?”
    Il biondo, ancora scosso, si girò verso Hal. Anche se confuso perché non vedeva cosa centrasse in quel momento, rispose: “Nel 1989”.
    “Immaginavo... in questo mondo, l'Operazione Snake Eater è un pezzo molto importante di storia. La guerra nucleare evitata nel 1964 mise fine alla guerra fredda già nel 1974. In Costa Rica ci fu un'operazione di guerriglia che l'esercito degli USA stava per perdere. The Boss aveva lasciato la FOX per tirar su un personale esercito di mercenari che trasmettessero il CQC alle generazioni future, ma venne richiamato in servizio contro la sua volontà. Anche se vinse il conflitto, si ritirò lontano per non combattere più e lascio agli USA tutti i debiti bellici, sommati a quelli della guerra fredda, della corsa alla luna e dello scandalo Watergate. Su consiglio di Zero, il presidente Gerald Ford scese a patti con l'oriente: per poter evitare spese future e rimediare a quelle che già avevamo, lasciammo l'intera Europa in balia del totalitarismo e la guerra fredda giunse al termine con le condizioni amichevoli imposte da Leonid Brežnev, l'allora capo dell'Unione Sovietica”.
    Raiden fissò Otacon per tutto il tempo mentre raccontava. L'assenza di Big Boss, di un solo uomo, aveva scatenato tutto quello?
    “Fondamentalmente, l'aver tarpato le ali ad altri possibili danni e l'esser diventati alleati dell'oriente permise agli Stati Uniti di riprendersi abbastanza in fretta e di sviluppare la tecnologia... e oggi, con cinque anni d'anticipo sulla tabella di marcia, abbiamo creato GW e JFK”.
    L'agente di FOXHOUND abbassò nuovamente lo sguardo. Si alzò in piedi e si poggiò alla scrivania, sospirando.
    “Però... a me cosa interessa sapere tutto questo?” chiese debolmente allo scienziato.
    “Ci arriverò fra poco. Prima devo anche raccontarti come effettivamente si svolse l'Operazione Snake Eater”.
    Il biondo si passò una mano fra i lunghi capelli biondi. Chiuse gli occhi, come per sperare che riaprendoli si sarebbe svegliato da un brutto sogno, ma ciò non accadde.
    “Jack...” lo chiamò Rosemary, avvicinandosi di un paio di passi visibilmente preoccupata.
    Raiden sospirò ancora una volta e poi affermò: “Ti ascolto, Hal...”
    Otacon annuì con la testa e riprese a spiegare: “The Boss non fu l'unico a venir considerato un eroe mondiale dal 1964. Nonostante le divergenze fra USA e URSS, anche Aleksandr Leonovitch Granin, uno scienziato russo, fu riconosciuto dall'America un eroe mondiale perché collaborò con Ocelot”.
    “Collaborò con lui?”
    “Sì. Oltre The Boss, l'eroina leggendaria, l'altro bersaglio di Ocelot era il colonnello Volgin, uno stalinista che aspirava a prendere il controllo dell'URSS. Volgin faceva uso dello Shagohod, un potente carro armato nucleare bipede”.
    “Direi che ricorda il Metal Gear. Almeno, quello che ho visto io”.
    “Anche il nostro. Posso pensare che siano identici... comunque, fu allora che Ocelot incontrò Granin: questo fu l'ideatore del Metal Gear. Segretamente con un suo collega americano, questo aveva sviluppato il primo prototipo del Metal Gear e lo diede a Ocelot per battere lo Shagohod”.
    “Quindi la FOX ne detiene la proprietà per via della co-produzione?”.
    “Non solo per quello” lo interruppe Naomi Hunter. “Granin morì poco dopo, prima che Ocelot potesse concludere la missione. Fu letteralmente massacrato da Volgin e per questo la proprietà passò agli Stati Uniti”.
    “Ora quadra tutto...” commentò Raiden portando le mani al mento.
    “Per quel motivo il presidente Johnson lo proclamò eroe nazionale assieme a Ocelot. Il creatore dello Shagohod invece, Sokolov, venne fatto passare per terrorista internazionale assieme a Volgin. Mentre quest'ultimo però morì durante l'Operazione, Sokolov venne espatriato e giustiziato in America. Fu allora che Ocelot, divenuto The Boss, rese pubblica l'esistenza dei Filosofi, che avevano voluto la guerra fredda. E vennero sciolti”.
    “Ci sono... ma ancora non capisco cosa centri con lo sviluppo tecnologico” disse Jack, che seppur ora riusciva a delineare un perché di quel mondo, ancora non capiva dove volesse arrivare Otacon.
    Rose, Naomi ed Emma si guardarono fra loro, probabilmente aveva già capito. Tutte e tre guardarono Hal e questo, sospirando, rispose: “Nel tuo mondo dev'essere l'esatto contrario: qui, il Metal Gear, dopo essere stato usato nel 1964, venne riutilizzato nel 1970 a San Hieronymo e nel 1974 a Costa Rica. Per aver aiutato ogni volta The Boss, l'eroe di tutto il mondo, a mantenere l'equilibrio fra le nazioni, il Metal Gear viene adesso considerato un simbolo di pace!”
     
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  3. ciel
     
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    Nella speranza che qualcuno legga *coff coff* ecco la conclusione di questa mini-fic! Enjoy it =D
    SPOILER (click to view)
    Credo che una volta finito di leggere, i più puristi di MGS vorranno lapidarmi per il finale :look:


    Atto III – New Life, Old Life

    Nulla.
    Nulla aveva un senso, in quel mondo.
    Revolver Ocelot un eroe di guerra, il Metal Gear un simbolo di pace, Snake non esisteva, Rose stava con un altro... nulla, NULLA di quello che faceva parte del suo mondo esisteva lì.
    Raiden si chiese cosa avesse combinato. Voleva prendere il futuro nelle proprie manie adesso, quel poco che aveva e che era riuscito ad ottenere nella sua vita era andato perduto... o forse, lo aveva distrutto?
    “Cosa... cosa è successo al mio mondo?” chiese flebile, sperando come non aveva mai sperato in vita sua.
    “In teoria, nel momento in cui hai cambiato il passato hai creato un'interruzione del continuum spazio-temporale, creandone un secondo a sua volta” rispose Naomi. Quando notò dallo sguardo di Raiden che forse quella risposta non era sufficiente (o che lo mandava ancor di più in confusione), aggiunse: “Insomma, è un paradosso temporale. Nel momento in cui hai cambiato il passato il futuro si è scisso in due universi paralleli”.
    “Prova a immaginare il tempo come un fiume, Jack” proseguì Emma. “L'acqua scorre perennemente ma a un certo punto la corrente del fiume viene forzata a straripare e si forma un'affluenza, e da quella si forma un altro fiume distaccato e parallelo all'originale. Ecco, quell'affluenza è il mondo in cui ci troviamo adesso”.
    “Ma allora... il mio mondo esiste ancora?”
    “Sì” rispose ancora Emma. “Anziché tornare nel tuo futuro, sei solo andato avanti nel tempo dell'universo in cui ti trovavi allora”.
    Il biondo si alzò lentamente dalla sedia, con un'espressione in viso sorpresa e rassicurata allo stesso tempo. Non li aveva distrutti, pensò, erano ancora vivi!
    “Va tutto bene?” chiese Otacon osservando l'agente di FOXHOUND.
    “Un po' meglio” rispose Raiden. In effetti era un sollievo sapere di non aver ucciso nessuno e che esistevano ancora.
    “Ne sei sicuro?” chiese Rose con tono apprensivo.
    “Sì, credo... ma ora dovrei tornare nel mio mondo. Ci sono delle persone che mi aspettano, anche se forse non le merito”.
    “Perché dici così?” domandò ancora la ragazza.
    “Ho modificato le cose a modo mio senza pensare a cosa stavo combinando. Volevo solo una vita vera, per me e chi mi sta a cuore” affermò Raiden osservando fisso il pavimento piastrellato. “Invece ho rischiato di perdere quel poco che avevo... per questo non merito nessuno”.
    Nella sala calò il silenzio. Anche Emma abbassò lo sguardo e suo fratello sospirò, quasi con fare rassegnato; Rose rimase a fissare addolarata il biondo, sempre accompagnata da quello strano senso di nostalgia verso di lui.
    Fu Naomi a rompere il silenzio: “Beh, non potevi certo aspettarti che con quasi cinquanta anni di storia stravolta tutto sarebbe andato liscio come l'olio solo per te”.
    “Hai ragione dottoressa, ma era solo che... volevo una vita pulita, una vita nuova che...”
    “Che fosse migliore, vero?” domandò con aria severa la dottoressa. “Non so cosa ti sia accaduto, ma di certo la tua sola vita non può bastare per un'azione tanto sconsiderata! Hai detto di avere delle persone care, chiunque si accontenterebbe di loro dopo aver lottato per lasciarsi alle spalle un passato duro e sofferto! Ma tu no, non ti bastava essere arrivato lì con le tue forze, volevi rubare la vita e le lotte altrui per il tuo interesse personale... forse avevi ragione quando dicevi di non meritarti quelle persone!”
    “NAOMI!” la richiamò Rosemary con tono severo.
    “Lascia stare Rose, ha ragione” la interruppe l'agente di FOXHOUND. “Ho studiato numerosi dossier e rapporti e sapevo che Big Boss era impegnato in numerose faccende a livello mondiale. Ma non ci ho dato importanza, volevo che la mia vita potesse ripartire da zero, e invece... sono sceso ben sotto lo zero”.
    La giovane Emmerich si avvicinò al biondo e poggiandogli una mano sulla spalla disse: “Jack, non demoralizzarti così. E' stato un errore, un grosso errore, ma è umano sbagliare. E probabilmente Naomi ha esagerato”.
    A quelle parole l'altra scienziata sbuffò.
    “No Emma, non ha affatto esagerato” disse Raiden tenendo sempre il capo chino. Chiuse gli occhi e continuò: “E devo dirti una cosa: nel mio mondo ti ho conosciuto perché eri coinvolta nella mia missione e dovevo salvarti... ma non ce l'ho fatta. Sei morta a causa mia”.
    La ragazza ed Otacon sembrarono bloccarsi a quelle parole. Naomi rimase altrettanto scioccata, non se l'aspettava un regresso tale fino a quella confessione.
    “Jack...” lo chiamò debolmente Rose, sempre a tono più basso.
    “Ho voluto dirtelo perché voi mi avete aiutato, pur non sapendo chi fossi. Mi sembrava giusto e doveroso... qualunque sia il mio passato, non avevo il diritto di fare quel che ho fatto e coinvolgervi nel mio disastro. Come dicevi prima, non c'è posto per me qui.”. Il biondo respirò profondamente, quasi come se stesse cercando di trattenere le lacrime. Poi, con voce rotta dal dolore si fece scappare dalla bocca un: “Se solo potessi fare qualcosa per rimediare, o quanto meno sparire... scusatemi”.
    Hal e Naomi si scambiarono un'occhiata, lui sembrava quasi rattristito. La scienziata fece cenno di sì con la testa e poi disse: “Beh... è vero che prima non ho affatto esagerato, ma l'importante è che tu abbia imparato la lezione”.
    “Eh?” chiese Raiden alzando lo sguardo.
    “Non devi sparire” proseguì Otacon. “Ti basta tornare nel tuo mondo”.
    “Ma come potrei?”
    “Ehi, siamo stati noi ad offrirci di aiutarti, ricordi?”
    Il biondo non riusciva a capire bene cosa intedesse Emmerich, ma fu Naomi a dargli una risposta: “Ricordi che i nostri GW e JFK sono computer che usano una tecnologia neuro-cinetica, no? Se li colleghiamo alla tua mente, potremmo tentare di aprire un varco nella distorzione spazio-temporale e riportarti al tuo continuum”.
    “Insomma” intervenne Emma quando vide, ancora una volta, quei paroloni non facevano altro che mandare in tilt il povero Jack, “potremmo rispedirti nel tuo mondo”.
    “Voi...” cominciò Raiden, incredulo. Si alzò lentamente in piedi, con la stessa espressione felice e al tempo stesso attonita di quando poco prima aveva saputo che non aveva ucciso nessuno dei suoi amici. “Potete rimandarmi nel mio mondo?”
    “Credo proprio di sì” rispose Otacon. “Magari è una frase un po' d'effetto ed esagerata, però... altrimenti a che servono gli amici?”
    Lo scienziato strizzò l'occhiolino al biondo in cenno d'amicizia. Di risposta, Raiden sorrise sollevato, poi spostò lo sguardo verso Emma e Naomi, che sorridevano anche loro.
    Infine il sorriso si posò su quello di Rose, che gli rispondeva con il suo, smagliante proprio come lo ricordava.

    Naomi ed Emma stavano finendo di programmare GW e JFK per settarli sulla ricerca di onde celebrali.
    Otacon era andato a riempire le scartoffie necessarie all'utilizzo delle IA, con la falsa scusa di esperimento sulla conduzione elettromagnetica delle onde celebrali nel continuum spazio-temporale. Non sapeva nemmeno lui cosa volesse dire, ma amplificando il discorso aggiungendovi qualche parolone di troppo (magari anche inventati) era sicuro che la cosa sarebbe passata inosservata.
    Raiden e Rose intanto si trovavano nella stessa stanza con le due scienziate, in attesa che avessero finito di impostare i computer.
    “E' andata bene, no?” chiese la ragazza all'altro.
    “Direi di sì. Sono stato fortunato ad incontrarvi”.
    “Forse non è stato solo un caso... nel tuo mondo io e te siamo fidanzati, non è così?”
    “Oh... sì” rispose il biondo arrossendo un poco. “Scusami se prima ho attaccato Otacon”.
    “E' tutto a posto” fece l'altra ridacchiando e scuotendo la testa. “Non potevi saperlo”.
    Anche Raiden si fece scappare una risatina, poi chiese: “Ma come mai credevi che non sia stato un caso?”
    “Stavi cercando me, no?”
    “Beh, sì...”
    “E mi hai trovata” rispose semplicemente Rose. Si chinò leggermente verso Jack e a bassa voce disse: “Non per togliere nulla agli altri, ma credo che per questo non ci sia alcuna spiegazione scientifica. Hai solo seguito il tuo cuore e la soluzione è arrivata da sola”.
    “Hai ragione” disse sorridendo il ragazzo. In effetti, quando l'aveva conosciuta lei aveva completamente rivoluzionato la sua vita. La cercava e lei lo aiutava anche se non poteva fare molto... perché lo amava. E lui amava lei.
    “Grazie” continuò Raiden.
    “Dovremmo essere noi a ringraziare te, sei tu che hai creato questo mondo. Senza di te probabilmente non saremmo mai esistiti... ora per sdebitarci noi ridaremo la vita a te”.
    Jack rimase felicemente sorpreso da quella frase. Fissò per un attimo i suoi occhi marroni, proprio come li ricordava, e poi l'abbracciò.
    “Jack...” lo chiamò, ma lui non rispose. Rose fece un respiro profondo e poi ricambiò il gesto cingendo la sua schiena con le braccia.
    Dopotutto finché era solo un abbraccio non c'era nulla di male. Certo, sapeva che da qualche altra parte erano arrivati ben oltre, ma forse sapeva anche qualcos'altro...
    “Jack” lo chiamò ancora, “cosa c'è stato nel tuo passato da voler cambiare ogni cosa?”
    “Oh...” Raiden si staccò dalla ragazza, preso alla sprovvista. “Preferirei non parlarne”.
    “Scusa, devo aver toccato un tasto delicato...”
    “Non preoccuparti, non potevi sapere” rispose l'agente di FOXHOUND. O forse sì, pensò subito dopo; più volte quella Rose gli aveva dato da pensare che le due fossero strettamente collegato nella mente e nel cuore.
    Jack prese fra le mani il viso avvenente di lei e sorrise. “Posso chiederti un favore?”
    “Dimmi” rispose lei poggiando la mano destra sulla sua.
    “Visto che è tutto risolto, prima di andare vorrei fare una piccola ricerca e sapere alcune cose”.
    “Non c'è problema” rispose Rose sedendosi davanti a un computer e accedendo a una fonte d'informazioni targata FOX.
    “Wow, anche un motore di ricerca?” notò sbalordito il biondo. “FOX si è estesa in maniera molto diversa da come era nel mio mondo”.
    “Già, dalla sua rifondazione a questi anni la società ha subito un gran numero di evoluzioni. Prima aveva sede solo qui in America, ma adesso è sparsa in tutto il mondo e vi sono due tipologie di Quartier Generali”.
    “Del tipo?”
    “Per primo ci sono studi e laboratori dove avvengono ogni sorta di ricerche sperimentali. La sede di New York, ovvero questa, è la più grande in questo ambito. L'altro tipo di QG è per l'addestramento dei soldati e il campo più grande e conosciuto si trova in Alaska, nell'isola di Shadow Moses”.
    “Hmm, sì, la conosco” rispose il biondo tenendosi vago. “Prima avete anche detto che la FOX detiene la proprietà del Metal Gear. Dove viene tenuto?”
    “Per quello esiste una terza tipoogia, ma ne esiste una sola base la mondo. Si trova nel sud del Nevada, accomunata all'Area 51; lì vengono anche prodotte nuove armi ed effettuati test bellici”.
    “Che roba” commentò sarcastico il biondo. “Immagino che essendo un simbolo di pace il Metal Gear, non esiste neanche Philanthropy”.
    “Philanthropy?” chiese sorpresa la ragazza, come se la conoscesse.
    “Esiste anche qui?”
    “Sì, è una delle maggiori azioni umanitarie”.
    “Cosa?!”
    “Philanthropy è un orfanotrofio fondato da un vecchio Marines americano, Roy Campbell. Ne aprì uno in Liberia durante la Guerra Civile e dopo la sua morte sua figlia Meryl e suo genero Johnny Sasaki hanno ingrandito l'operato aprendo una catena di orfanotrofi Philanthropy in tutto il mondo”.
    “In... Liberia?” domandò Raiden, ripensando a quando durante la guerra civile liberiana si era guadagnato i soprannomi di Jack lo Squartatore e del Demone Bianco.
    Rose rispose di sì con un cenno del capo e subito il ragazzo chiese: “E allora dimmi, chi è stato il 43° presidente degli Stati Uniti?”
    “Il 43° presidente è stato George Walker Bush” rispose la castana un po' perplessa.
    “E allora... se ti dico George Sears, cosa ti viene in mente?”
    “George Sears?” ripeté Rose scrivendo il nome sul portale. Dopo pochi secondi di caricamento il computer disse di non aver trovato alcun risultato.
    “Il FOX-Web è il maggior server di ricerca del mondo. Se non ha trovato risultati, forse non esiste”.
    “Immaginavo...” rispose Raiden. O meglio, lo sperava.
    Ovviamente, Solidus non era mai esistito in quel mondo, e quindi non poteva esser stato lui il 43° presidente degli USA.
    - Meglio così – pensò il biondo. - Dubito che questo Bush possa essere peggiore di quel guerrafondaio. -
    “Volevi sapere altro?” chiese Rose.
    “No, era solo questo. Grazie mille” rispose Jack sorridendo.
    “Ehi, piccioncini” li chiamò Emma dall'altro lato della stanza. “Mio fratello sta tornando e le IA sono pronte, possiamo cominciare anche subito”.
    “Uh, sì!” disse Raiden alzandosi in piedi. Rose arrosì un poco, ma riuscì a calmarsi appena prima che entrasse Hal nella stanza.
    “Tutto bene?” chiese.
    “Tutto alla perfezione” rispose Naomi. “Siamo pronti. Jack, vuoi andare subito o preferisci aspettare un altro po'?”
    “Credo che sia meglio che parta subito. Ho già combinato abbastanza danni”.
    Il biondo si girò per incrociare ancora lo sguardo di Rose, ripensando a quello che gli aveva detto poco prima: che senza di lui loro non sarebbero mai esistiti.
    La ragazza sorrise dolcemente e poi, finalmente, il biondo si preparò a partire.
    Emma e Naomi stavano sedute entrambe davanti a un computer diverso, i JFK e GW di quel mondo. In mezzo vi era un macchinario a forma di tubo dalle pareti di un grigio quasi fosforescente. Otacon aprì uno sportello e disse: “Entra qui”.
    Raiden appoggiò la mano sinistra sull'uscio e si affacciò con la testa. Diede un'occhiata all'interno di quel tubo. Stretto e angusto, con qualche filo che usciva dalla guarniture.
    “Siete sicuri che potrà riportarmi nel mio mondo?”
    “Sicurissimi” rispose Emma con un cenno della testa.
    “Allora... vi ringrazio di tutto” affermò ancora l'agente di FOXHOUND entrando nel tubo e posizionandosi al centro.
    “Stai in forma” lo salutò Hal poco prima di chiudere il portellone.
    “Anche voi” ribatté Raiden. “... addio!”
    Lo sportello si chiuse e tramite un piccolo oblò poté vedere Rose salutarlo con la mano, mentre si avvicinava ad Otacon. Lui la prese sotto braccio e le due scienziate misero in moto le IA.
    “Aperta l'emissione ad interferenza nell'afflusso temporale” avvertì Naomi osservando lo schermo del computer.
    “Inizia la ricerca delle onde celebrali. Ci vorrà pochi secondi...” affermò l'altra. Infatti, dopo qualche attimo, una barra comparve nel mezzo del monitor e si riempì in una sola volta.
    Lo schermo del computer di Naomi mostrava invece numerosi grafici violacei dalla forma di bolle di sapone. Nel stesso istante in cui la barra del caricamento nel computer di Emma finì di caricarsi, per un solo momento le bolle si azzerarono. Immediatamente dopo ricomparvero due di esse, stavolta perlacee, e numerose linee di giunzione comparvero fra le due.
    Il tubo grigio iniziò ad illuminarsi di una strana luce azzurrina che sembrava andare verso l'alto. Al suo interno la situazione invece sembrava tranquilla, quando dal nulla comparve un piccolo vortice di fulmini azzurri che assorbì il ragazzo e lo trasportò via, sbattendolo fra le mura del tempo, verso la sua epoca... verso la sua vera epoca e la sua tanto sospirata, vera vittoria.
    Un secondo dopo era tutto finito. Hal aprì di nuovo lo sportello del tubo e dentro non era rimasto che un cumulo di fumo grigiastro. Alcuni fili a volte avevano ancora delle piccole scosse elettriche cerulee, ma era tutto a posto.
    Otacon chiuse il portellone e tirò un sospiro di sollievo.
    “Ogni cosa al suo posto” pensò ad alta voce.
    “Già” commentò Emma. “Chissà se lo rivedremo...”
    “E' impossibile sorellina, ormai dovrebbe aver capito che i viaggi nel tempo non sono una passeggiata. Ora deve restarsene nel suo mondo”.
    “Non mi riferivo a quello. Era una cosa di cui abbiamo parlato io e Naomi mentre configuravamo JFK e GW”.
    “In pratica” continuò la collega mora “abbiamo notato che, in un modo o nell'altro, con o senza quel Big Boss gli eventi principali della storia sono avvenuti tutti in entrambi i mondi, così come tutte le altre persone sono nate tutte”.
    “Capisco... ma questo potrebbe voler dire che prima o poi anche in questo mondo dovrebbe nascere un Big Boss e la sua stirpe di serpenti”.
    “Non pensavamo a quello, Hal” lo corresse la sorella.
    “E' Jack” intervenne Rose. “Forse lui è nato anche qui”.
    “Hmm... può darsi” rispose lo scienziato ragionando. “Tuttavia è stato quel Solid Snake l'elemento chiave affinché i nostri io dell'altro mondo e lui si sono conosciuti. Se il destino qui non lo vorrà, non lo incontreremo”.
    “Hai ragione, fratellone...”
    Rose chiuse gli occhi e abbassò lo sguardo. “Mi chiedo solo se stia bene...”
    “Sono sicuro di sì” ribatté l'uomo avvicinandosi alla sua fidanzata e passando una mano fra i suoi capelli marroni. “Tuttavia, non possiamo cercarlo. Dispiace anche a me, ma per ora è anche meglio dimenticare questa faccenda”.
    Rose alzò lo sguardo e, incrociando gli occhi azzurri dello scienziato, fece un altro dei suoi sorrisi smaglianti che aveva capito piacessero tanto a Jack.


    Conclusione – Old Story

    “Puoi cambiare il tuo futuro. Prendilo nelle tua mani, Jack”.
    “E che mi dici del passato?”
    “Cosa?”
    “Cosa posso fare con il passato? Come posso cambiarlo?”
    “Vuoi cambiare il passato?”
    “Beh, per prendere il futuro nelle proprie mani, il passato deve...”


    “Deve?” chiese Rose.
    Raiden si guardò in giro; le persone camminavano pensando ai fatti propri. Uomini d'affari, donne e bambini, ognuno che proseguivano noncuranti per la propria strada.
    La loro, unica strada.
    Sopra di loro, un uccello dischiuse le ali e si alzò in volo fra i palazzi di New York, verso il cielo plumbeo che sovrastava la città.
    “C'è qualcosa che non va?” chiese ancora la donna.
    Il biondo le dava di spalle. Abbassò il capo, pensieroso.
    “No, niente...” rispose. Poi si girò e chiese: “Posso chiederti una cosa? Chi sono io, veramente?”
    “Non lo so...”
    Le persone intorno a loro continuavano il cammino, ognuno per la propria strada. Raiden abbassò di nuovo lo sguardo, chiedendosi se mai anche lui avrebbe trovato la sua strada.
    “Ma insieme lo scopriremo, d'accordo?”
    Jack alzò lo sguardo e si fece scappare un: “Oh...”
    Forse, una piccola scia da seguire già l'aveva. Incrociò gli occhi marroni della fidanzata e rispose: “Sì!”
    Si avvicinò e prese fra le mani il viso avvenente di lei, il suo tesoro più grande.
    “Tu accettami per quella che sono, ok?” chiese lei poggiando la mano destra sulla sua.
    “Lo so”.

    Nell'altro mondo; anno 2014, 200 km a nord della regione di Galzburg, nel sud dell'Africa.
    Un soldato semplice se ne stava appostato dietro un cumulo di rocce. A un centinaio scarso di metri, poteva scorgere una fortezza. L'obiettivo della sua missione.
    “Ripassiamo ancora una volta” sentì dalle cuffie nelle orecchie. Sul display del codec comparve un viso maschile. Il mento era aguzzo e i lineamenti decisi, dando un lieve senso di soggezione per chi non lo conoscesse. I suoi occhi erano fra l'azzurro e il grigio mentre i suoi capelli erano albini. Vestiva in giacca e cravatta, e sulle spalline vi era il simbolo della FOX.
    “Raiden, mi stai ascoltando?”
    “Oh, mi scusi!” rispose il soldato scattando sull'attenti. “Stavo ancora ripensando al discorso che tenne Master Miller cinque anni fa a New York. Se lo ricorda, comandante Hunter?”
    “Certo, quel giorno vi accompagnai io alla Federal Hall”.
    “Mi colpì particolarmente di quando parlava di quel paradiso per mercenari e soldati. Mi sembra che lo chiamasse Outsider...”
    “Outer Heaven” rispose il fratello di Naomi Hunter dall'altra parte. “E' un'idea affascinante, senza dubbio, ma necessita di un gran fondo di denaro... che però manca. Quindi, torniamo alla missione e ripeti la procedura”.
    “Devo infiltrarmi nella fortezza, recuperare la refurtiva ed eliminare il bersaglio”.
    “Bene. Non sono ammessi errori, Raiden. Abbiamo mandato te proprio per assicurarcene... anche se il tuo obiettivo non è un tipo semplice”.
    “The Boss” lo nominò il giovane soldato biondo mentre con i suoi occhi blu scrutava ancora una volta la fortezza. “Ma ora può spiegarmi perché, comandante?”
    “Recentemente abbiamo scoperto che durante l'Operazione Snake Eater del 1964, il suo vero bersaglio non era solo l'assassinio della precedente Boss e Volgin. A quanto pare il vero obiettivo era recuperare l'Eredità dei Filosofi”.
    “L'Eredità dei Filosofi?”
    “Sai cosa sono i Filosofi. Ebbene, dalla Prima Guerra Mondiale fino alla Seconda riuscirono a raccogliere una vasta somma di denaro, per un ammontare di cento miliardi di dollari”.
    “Cento miliardi!” si fece scappare Raiden per la sorpresa.
    “Già. I soldi vennero nascosti in un località segrete sparse in tutto il mondo, segnate in un microfilm che i Filosofi affidarono al padre di Volgin. Doveva consegnarlo a USA, URSS e Cina in modo che le nazioni si dividessero l'Eredità in parti uguali, ma il microfilm venne distrutto. O almeno, questo fu ciò che Ocelot disse nel suo rapporto... pare invece che riuscì a rubarlo e a tenerlo per sé. Fortunatamente, in cinquanta anni ne fece uso due sole volte: la prima assieme al maggiore Zero per poter riabilitare la FOX dopo la dipartita di alcuni membri nel 1970, e la seconda per aiutare lo stato nel 1974 durante la crisi economica. Ovviamente i piani alti degli Stati Uniti vennero a conoscenza della cosa, ma decisero di fare il doppio gioco con Ocelot alle spalle delle altre nazioni come risorsa finanziaria nel caso di altre crisi. Adesso invece vuole usarlo per un colpo di stato a USA, Russia e Cina... e questo non lo possiamo ignorare!”
    “Ho capito” esclamò il giovane agente.
    “Non devi solo recuperare il microfilm, ma devi anche distruggerlo. E' un ammontare di soldi gigantesco e non possiamo più permetterci situazioni del genere”.
    “Va bene! Troverò il microfilm e” tutto a un tratto al biondo tornò in mente una cosa. L'idea di Master Miller, per essere realizzata, necessitava di un ammontare gigantesco di soldi...
    “Raiden, ci sei? Hai capito?”
    “... sì” rispose il soldato della FOX. Era da solo lì... nessuno poteva controllarlo. E proseguì, mentendo: “Dicevo, troverò il microfilm e lo distruggerò”.
    “Ottimo” commentò il comandante Frank. “Un'ultima formalità prima di cominciare ufficialmente. Per questa missione useremo altri nomi in codice. Il mio sarà colonnello Grey Fox, il tuo invece sarà Naked Snake”.
    “Va bene” rispose atono il biondo.
    “Jack...” lo chiamò per nome l'ufficiale. “Di agenti capaci di prendere il nome di Snake ce ne sono, ma il mondo ha bisogno di un esempio da seguire. Una volta sconfitto The Boss diventerai il suo successore. Anzi, avrai sconfitto il soldato che per mezzo secolo ha mentito al mondo intero! Sarai molto più grande di lui... sarai Big Boss”.
    Snake annuì con un cenno del capo e chiuse la comunicazione via codec. Un ultimo respiro profondo e poi partì, verso un futuro simile ad uno già visto.
     
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    Non ho letto prima, ma ora posso farlo. Davvero una bella storia, seppur di tre capitoli. Le tue storie sono sempre di buona qualità ciel. Complimentissimi!
     
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    CITAZIONE (~The King @ 24/7/2010, 22:03)
    Non ho letto prima, ma ora posso farlo. Davvero una bella storia, seppur di tre capitoli. Le tue storie sono sempre di buona qualità ciel. Complimentissimi!

    Grazie mille King =D
     
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