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CITAZIONEROMA - Il Senato ha dato il via libera al ddl sulle intercettazioni. Il testo emendato su cui il governo ha posto la fiducia è stato approvato con 164 voti a favore e 25 contrari. I parlamentari del Pd hanno invece abbandonato l'aula in segno di protesta: «Questa è la morte della libertà». Ora tornerà alla Camera per una nuova lettura e un voto che potrebbe essere quello definitivo. Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini nei giorni scorsi avevano infatti raggiunto un'intesa che, assieme alla fiducia, dovrebbe blindare il provvedimento e metterlo al riparo da ulteriori sorprese. Poi potrà passare al vaglio del presidente della Repubblica ed essere promulgato. Ma già in mattinata il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, aveva lanciato un appello al capo dello Stato affinché non firmi la legge, considerata dai dipietristi illegittima. E, in ogni caso, ha spiegato che il suo partito è già pronto a lanciare una campagna referendaria per chiedere agli italiani di respingere al mittente il provvedimento.
«NEANCHE MUSSOLINI» - L'inizio di seduta è stato alquanto concitato. Quattordici senatori dell'Idv hanno infatti occupato l'aula di Palazzo Madama mercoledì sera e non l'hanno abbandonata per tutta la notte, piazzandosi in particolare sui banchi del governo. Il presidente Renato Schifani li aveva invitati più volte ad abbandonare la posizione consentendo l'inizio dei lavori, ma al loro rifiuto aveva disposto la loro espulsione consentendone però la riammissione al momento del voto. Solo a quel punto la seduta ha potuto avere inizio. Di Pietro ha duramente criticato l'espulsione e parlato di «stato di illegalità permanente nel Parlamento». «E' un atto di prevaricazione che neanche ai tempi di Mussolini si sarebbe fatto - ha aggiunto -. C'è una maggioranza appecoronata a questo governo, se ne deve andare a casa. Invito i cittadini a ribellarsi». L'Idv ha in ogni caso annunciato di avere registrato dei domini web all'estero per consentire la pubblicazione delle intercettazioni, senza incorrere nelle maglie della nuova legislazione italiana. «Inoltre - ha spiegato il senatore Pancho Pardi -, quando verremo a conoscenza di intercettazioni che i giornalisti non possono più pubblicare, le leggeremo in Parlamento in modo tale che restino agli atti nel resoconto stenografico».
SCONTRO VERBALE IN AULA - Dure le parole dell'Idv e del Pd nelle dichiarazioni di voto e forti critiche al provvedimento sono arrivate anche dall'Udc. In difesa del testo si sono invece schierati la Lega Nord e il Pdl che hanno parlato di un testo «equilibrato», che rispetto alla precedente versione ha recepito rilievi e critiche arrivati da più parti e che consentirà comunque l'attività di indagine. Una posizione questa non condivisa dalle minoranze secondo cui per alcuni tipi di reato magistrati avranno meno strumenti a loro disposizione. Il Pdl, dal canto suo, non ha gradito la decisione del Pd di abbandonare l'aula dopo l'intervento della sua presidente, Anna Finocchiaro, disertando così quello finale del capogruppo pdl Maurizio Gasparri. Quest'ultimo ha bollato la decisione del centrosinistra come «comportamento arrogante e non democratico». Tra le altre dichiarazioni piuttosto forti, quella di Luigi Li Gotti (Idv) che ha spiegato che da oggi «i malfattori cantano "meno male che Silvio c'è"», con esplicito riferimento all'inno utilizzato in tutte le convention del Pdl; e sul fronte opposto quella del leghista Federico Bricolo, secondo cui «la mafia stava meglio quando al governo c'era il centro sinistra».
Ecco il testo completo dell'emendamento:CITAZIONEArt. 240 (Documenti anonimi ed atti relativi ad intercettazioni
illegali).
1. I documenti che contengono dichiarazioni anonime non possono essere
acquisiti nè in alcun modo utilizzati, salvo che costituiscano corpo del
reato o provengano comunque dall'imputato.
2. L'autorità giudiziaria dispone l'immediata distruzione dei documenti, dei
supporti e degli atti concernenti dati e contenuti di conversazioni e
comunicazioni, relativi al traffico telefonico e telematico, illegalmente
formati o acquisiti. Allo stesso modo si provvede per i documenti formati
attraverso la raccolta illegale di informazioni. Di essi è vietato eseguire
copia in qualunque forma. Il loro contenuto non costituisce in alcun modo
notizia di reato, nè può essere utilizzato a fini processuali o
investigativi.
3. Delle operazioni di distruzione è redatto apposito verbale, nel quale si
dà atto dell'avvenuta intercettazione o detenzione e dell'acquisizione,
delle sue modalità e dei soggetti interessati, senza alcun riferimento al
contenuto delle stesse.
Art. 2. 1. All'articolo 512 del codice di procedura penale, dopo il comma 1
è aggiunto il seguente: «2. È sempre consentita la lettura dei verbali
relativi all'acquisizione ed alle operazioni di distruzione degli atti di
cui all'articolo 240, comma 2.»
Art. 3. 1. Chiunque illecitamente detiene gli atti o i documenti di cui
all'articolo 240, comma 2, del codice di procedura penale, è punito con la
pena della reclusione da sei mesi a quattro anni. 2. Si applica la pena
della reclusione da uno a cinque anni se il fatto di cui al comma 1 è
commesso da un pubblico ufficiale o da incaricato di pubblico servizio.
Art. 4. 1 - A titolo di riparazione, ciascun interessato può chiedere
all'autore della divulgazione degli atti o dei documenti, di cui
all'articolo 240, comma 2, del codice di procedura penale, così come
modificato dall'articolo 1 del presente decreto, al direttore o
vice-direttore responsabile e all'editore, in solido fra loro, una somma di
denaro determinata in ragione di cinquanta centesimi per ogni copia
stampata, ovvero da cinquantamila a un milione di euro secondo l'entità del
bacino di utenza ove la diffusione sia avvenuta con mezzo radiofonico,
televisivo o telematico. In ogni caso, l'entità della riparazione non può
essere inferiore a ventimila euro.
2. L'azione va proposta nel termine di un anno dalla data della
divulgazione, salvo che il soggetto interessato non dimostri di averne avuto
conoscenza successivamente. La causa è decisa nelle forme di cui agli
articoli 737 e seguenti del codice di procedura civile. In caso di giudizio
ordinario, ai fini della liquidazione del danno risarcibile si tiene conto
della somma corrisposta ai sensi del presente articolo.
3. L'azione è esercitata senza pregiudizio di quanto il Garante per la
protezione dei dati personali o l'autorità giudiziaria possano disporre ove
accertino o inibiscano l'illecita diffusione di dati o di documenti, anche a
seguito dell'esercizio di diritti da parte dell'interessato.
Art. 5. 1 - Il presente decreto-legge entra in vigore il giorno successivo a
quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge. Il
presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella
Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto
obbligo a chiunque spetti di osservarlo ed farlo osservare.
Corriere della SeraCITAZIONEANSA - La Commissione Ue e' 'molto vigile' su quanto sta accadendo in Italia sul fronte del provvedimento sulle intercettazioni. 'La Commissione Europea - ha detto un portavoce - non commenta bozze di provvedimento che sono ancora in discussione del Parlamento, ma e' chiaro che siamo molto vigili su qualsiasi situazione che possa creare problemi'.
Edited by Darkness; - 11/6/2010, 15:25. -
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Già sentito tutto al telegiornale, solita storia, Silvio fa le leggi per proteggersi, ovviamente la fiducia...
Non mi stupisco nemmeno.. -
Isaac Hill.
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Lo dico e lo continuerò a dire. Questa è l'ennesima legge ad personas. . -
Mister Spoiler.
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Quando leggo notizie del genere mi vengono in mente così tante cose che vorrei dire per protestare che alla fine vado in tilt e mi metto a ridere. . -
Isaac Hill.
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CITAZIONENel frattempo da alcuni quotidiani arrivano le mosse più eclatanti. A partire da Repubblica che apre con una pagina bianca con al centro il post-it con la scritta "La legge-bavaglio nega ai cittadini di essere informati". Ma anche sulla Stampa il bianco domina quasi per intero nello spazio della rubrica "Buongiorno) del vice direttore Massimo Gramellini che spiega che anche la rubrica di Jena a pagina tre esce in bianco "per abituarsi a quando la legge sulle intercettazioni impedirà loro di affrontare gli argomenti che nutrono da sempre i corsivi di satira e di costume". Listate a lutto le testate 'Il Fatto quotidiano' e 'L'Unità", così come SkyTg 24. Il berlusconiano "Giornale", invece, va controcorrente e vede nelle proteste "ipocrisia e opportunismo politico".
Si schierano anche gli editori 3, che il ddl colpisce con pesanti sanzioni, chiedendo la pubblicazione di un comunicato con la veste grafica di un necrologio sui quotidiani. ''Il testo licenziato dal Senato non realizza l'obiettivo dichiarato di tutelare la privacy - si legge nella nota - ma ha semplicemente un effetto intimidatorio nei confronti della stampa. Ne sono dimostrazione le pesantissime sanzioni agli editori''.
La maggioranza, però, non accusa cedimenti. Con il ministro della Cultura Sandro Bondi che parla di "campagna mediatica e politica che tradisce la Costituzione. Dopo l'approvazione della legge che disciplina l'uso delle intercettazioni siamo un Paese più moderno, più civile e più europeo".
Il testo, adesso, dovrà andare alla Camera. "Mi aspetto un percorso in pianura" dice il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. E, in effetti, è difficile pensare al contrario. Anche in considerazione del diktat di Berlusconi che, nell'ultimo ufficio di presidente del partito era stato chiaro: "A Montecitorio non voglio cambiamenti". Concetto che oggi Ignazio La Russa ribadisce, senza escludere l'ennesimo ricorso alla fiducia. Con buona pace di Gianfranco Fini e i suoi fedelissimi 4. Che l'Idv incalza: "Il passaggio alla Camera è l'ultima spiaggia che hanno di mostrare la loro coerenza".
Repubblica.it
No comunque ragazzi c'è da avere paura. -
Darkness;.
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Modificato il primo post e importantizzato il topic. .