IL SOGNO PIù BELLO

-Ero circondata da una frotta di Shadows e un ragazzo con una Kayblade li eliminava uno ad uno per liberarmi. Poi s'inginocchiò e mi tese la mano: "Tutto a posto?"-

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  1. Aledragon
     
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    Salve a tutti. E' la prima fanfic che pubblico in questo forum ed è l'unica che abbia mai scritto. Adoro KH, l'ho giocato più volte, e mi piace così tanto che ho immaginato un sequel di KHII. I pochi che l'hanno letta si sono appassionati. Vorrei un vostro parere su questi primi 3 capitoli: se piacciono, pubblico anche il resto.

    I personaggi della fanfic sono i personaggi originali della saga KH: Sora, Pippo, Paperino, Kairi, Riku e i personaggi di FF presenti nel videogioco. Soltanto la protagonista è d'invenzione, e naturalmente la trama (visto che ancora KHIII deve uscire!). La storia comincia in un tempo successivo alla conclusione di KHII e si sviluppa tenendo conto delle trame di KH e KHII.

    Si accettano soprattutto critiche sulla trama, sulla forma e su eventuali inesattezze o passaggi poco comprensibili. Vi ringrazio in anticipo, spero mi aiuterete a rendere la mia storia più esatta, coerente e piacevole possibile.

    Buona lettura!




    UN VIDEOGIOCO PER FUGGIRE DALLA REALTÀ
    - Capitolo 1° -





    <ale? Vieni in cucina ad apparecchiare la tavola!>
    <...>
    <ale!>
    <si' STO ARRIVANDO! Il tempo che salvo...>.

    Dieci minuti dopo ...

    <ale!? SE NON VIENI SUBITO TI STACCO QUELLA DIAVOLO DI PLAYSTATION!>
    <sto ARRIVANDOO! Argh....>.
    “Pazienza”.

    Era un sabato d'inverno. Era sabato, e questo significava niente compiti. Niente compiti significava poter spendere tutte le ore del pomeriggio a giocare a Kingdom Hearts.
    Stavo giocando per la seconda volta a “Kingdom Hearts II”. Mancava soltanto l'ultima battaglia per finirlo di nuovo.

    <adesso BASTA!>, tuonò mio padre. <spegnila o te la faccio sparire!>.
    Entrai di corsa in cucina. Lanciai a mio padre un’occhiata assassina, ma non dissi niente.
    “Devi solo provarci”.
    <signorina, se ti vedo accendere la consolle oggi pomeriggio ti faccio una bella sorpresa ...>, minacciò mia madre. <passi troppo tempo davanti allo schermo>.
    <sì, certo>, tagliai.
    <sono seria. Uomo avvisato ...>
    <si' MAMMA, OK>, sibilai esasperata. Quante storie per un videogioco!
    Il piano era semplice: aspettare che tutti uscissero di casa e fiondarsi nella battaglia finale.

    Trangugiai il mio pranzo frettolosamente. Aiutai a sparecchiare, togliendo i piatti non del tutto svuotati sotto il naso di mia madre e di mia sorella, che protestarono irritate.
    <ops ... scusate tanto>.
    "Ho, ho, ho, scusate tanto, care... (-.-')".
    Mi dileguai in camera. Chiusi la porta a chiave e feci un respiro profondo.

    La play station era lì che mi guardava pietosa. Ma resistetti: una volta che i miei sarebbero usciti, mi sarei dedicata in tranquillità a Sora, Paperino, Pippo e tutti gli altri.

    LA LUCE NEL BUIO
    - Capitolo 2° -





    Tutto procedeva secondo le mie previsioni: mia sorella uscì con una sua amica, mio padre andò a lavorare e mia madre continuò a mettere in ordine la casa.
    Io rimasi in camera in attesa che anche mia mamma uscisse.
    Si erano fatte le cinque e ancora non usciva.
    Niente.
    Il bisogno di fare la pipì mi spinse ad evadere dalla mia camera. Guardai fuori dalla finestra: stava cominciando a piovigginare.
    "Il motorino! Porca...".
    Mi ricordai di aver lasciato il Liberty fuori dal garage.
    <mamma-sto-andando-a-entrare-il-motore-prima-che-si-bagna, OK!?>, urlai.

    Quando rincasai assaporai il silenzio della quiete. Niente rumori di stoviglie che sbattono, niente aspirapolvere infernale, niente ordini gridati per casa: mia mamma era uscita.

    Saltai letteralmente dalla gioia.
    "YES!".
    Corsi in camera mia e allungai automaticamente la mano per accendere la play, ma...
    "DOV'E' FINITA!??".
    <no...>. Non c'era.
    Mi affacciai dalla finestra e scorsi mia mamma, sotto la pioggia (che incosciente!) che portava nella sua auto la mia adorata consolle.

    Diedi un calcio al letto e corsi infuriata verso l'esterno.
    Scesi le scale alla svelta, rischiando di rompermi l'osso del collo.
    Raggiunsi il garage e accesi il Liberty.
    Non partiva!
    "Merda!".
    Niente da fare.
    <aargh!>. Vidi l'auto di mia madre uscire dal parcheggio.
    Lasciai il garage aperto e uscii fuori sotto la pioggia battente. Attraversai la strada, a stento visibile attraverso la nebbia, senza guardare.

    E poi fui colpita alle spalle.


    ________________________________________


    Caddì nel buio con gli occhi aperti. O almeno credo che fossero aperti.
    Non c'era nulla intorno a me, nè dentro di me.
    Non so se avessi ancora un corpo, perchè avevo la sensazione di galleggiare o di fluttuare.
    C'era solo la mia mente.
    Dove sono?
    C'era solo buio. E silenzio. E ne ebbi paura.
    E adesso?
    Ero morta.
    ....
    I miei occhi sbarrati cominciarono ad abituarsi alle tenebre.
    Cominciai a guardarmi intorno.
    Vagai in cerca di una fonte di luce, perchè il buio era insopportabile.
    "Forse dopo la morte non c'è Nulla. Cosa sto cercando?".
    Fui presa dallo sconforto.
    Non posso stare qui...
    <no, devo trovare la luce!>, gridai per zittire le voci in testa.
    "In ogni cuore c'è Luce e Oscurità.
    "Basta cercarla... la Luce", pensai.

    Il buio comincio a rischiararsi.
    Il suono della pioggia sulla strada tornò a riecheggiare.
    Ebbi un capogiro e fui costretta a chiudere gli occhi per non sentirmi male.

    Venne la luce, e fu accecante. Caddi all'indietro.
    Mi ricordo solo una sagoma scura che emanava questa luce e avanzava verso di me.
    <arrivo!>.

    IL SOGNO PIÙ BELLO
    - Capitolo 3° -





    Ripresi coscienza del mio corpo: sentivo di nuovo di averlo, percepivo più forte il suono della pioggia, che cadeva su di me gelida; anche il suolo era gelido, e anche ruvido. Capii di essere sdraiata sulla strada, perchè l'odore dell'asfalto bagnato era fortissimo.
    Non saprei dire se stavo meglio prima, quando non sentivo Nulla.

    "Ma non ero morta!?".
    Forse sarebbe stato meglio: avevo dolori dappertutto e non avevo il coraggio di muovere un muscolo. Non avevo neanche aperto gli occhi.

    <resisti! STO ARRIVANDO!>, urlò la stessa voce di prima.
    <huh?>.
    Era una voce maschile.
    Non ci capivo niente ... ero stata investita forse?

    Mi resi conto di essere circondata da molti altri, strani, suoni. Ma nello stesso tempo familiari.
    Poi, ancora più familiari.
    <che diavolo...?>. Aprii gli occhi.
    Non può essere reale tutto questo. E' solo un sogno...
    "Forse sì: ma è il sogno più bello che io abbia mai fatto!".

    Ero circondata da una frotta di heartless e un ragazzo con una Kayblade in mano li eliminava uno ad uno per liberarmi.
    Non ci mise molto a fare piazza pulita.
    Si inginocchiò davanti a me e mi lanciò un'occhiata allarmata:
    <tutto a posto!?>.
    "Ehm...".


     
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86 replies since 9/6/2010, 14:10   1320 views
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