Never Forgotten Love

Genere:Introspettivo, ROmantico, Drammatico; Avvertimenti: Shonen-ai, One-shot, Ratin: Giallo.

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  1. Mizu De Tsuki
     
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    Autore: Endless.
    Titolo: Never Forgotten Love
    Genere: Introspettivo, Romantico, Drammatico.
    Rating: Giallo.
    Avvertimenti: Shonen-ai, One-shot.
    Anime/Manga: Naruto.
    Personaggio/Coppia scelta: Minato x Kakashi
    Introduzione:
    Riterrai a volte che il Fato sia davvero magnanimo con te, altre volte riterrai che sia crudele.
    Per conto mio, ritengo di essere figlio di entrambi questi pensieri…

    Disclaimer: I personaggi ed il filone della storia su cui ho fantasticato sono di Masashi Kishimoto. Non vi è alcuno scopo di plagio, solo di svago e intrattenimento.

    Note dell’Autore: Questa fan fiction la dedico a coloro che amo e a chi ho perso.
    Sono molto soddisfatto della stesura, dell'introspezione e del significato della fan fiction: le persone che abbiamo amato ci lasciano sempre qualcosa di loro.
    E’ una delle fiction che appartengono al filone di Naruto, che seguivo fino ad un anno fa, ma l’ho abbandonato un po’, purtroppo. E’ arrivata terza al concorso fiction Regret,proposta dal blog secretcastleff.
    Grazie a tutti quelli che mi hanno incitato a continuarla: ne è valsa la pena! ♥
    Alla prossima!



    Dimmi, Kakashi…

    Ti ricordi il primo giorno in cui ti ho incontrato? Avresti pensato che fosse quando tu e altri due giovani aspiranti ninja, di nome Obito e Rin, vi siete presentati a me per insegnarvi ad essere dei veri ninja.
    Ma non è così: la prima volta che ti vidi era mentre passeggiavo in un quartiere benestante, sotto la villa Hatake.
    Perdona la mia poca attitudine alla privacy, ma ricordo ancora bene che dicevi freddamente:
    - Non ho bisogno di un Team! Quelli per me sarebbero solo un peso. Preferisco avere solo un Maestro esperto che mi permetta di diventare Jonin!-
    - Calmo ragazzo- era la voce del Terzo Hokage che ti parlava con molta pacatezza - Già il fatto che tu sia diventato Chunin a 6 anni è stata un’eccezione alla regola, oltre che un grandissimo onore per te; non puoi pretendere però di sovvertire ulteriormente il mio programma educativo-
    Uomo severo…
    - Ora, non voglio urtare la tua sensibilità… Ma tuo padre, Sakumo, non avrebbe mai permesso che il suo amato figlio crescesse senza un amico-
    … Giusto.
    Detto questo uscite entrambi dalla tua residenza e mi avvio silenziosamente al punto d’incontro, pensando che forse io e te non siamo poi così dissimili…
    Anche io sono stato riluttante ad avere compagni di squadra… Se ti conoscerò meglio, magari anche le nostre motivazioni saranno simili, chissà…

    E arriva così il momento in cui ti presenti, come hanno fatto gli altri due ragazzi del Team.
    Attorno a te sembra formarsi un’aura simile a quella che si prova quando si è detto qualcosa di sconveniente.
    Che disagio, non c’è che dire; ma non importa! Non posso di certo far cedere la mia prima carriera da insegnante al primo ostacolo!
    Do il via alle presentazioni, la tua è di certo la più ridotta e povera, ma d’altronde non posso obiettare di fronte alle tue capacità combattive. Mi chiedo se dovevo imporvi una prova di resistenza più complicata.
    Meriteresti di essere già Jonin, probabilmente, ma, come ti faccio presente dopo la prima giornata di allenamenti, non è solo il valore in combattimento a formare un Jonin.
    - La pianti - è la tua semplice risposta e corri via per la tua strada.
    Sei sempre stato molto incisivo, questa è una tua peculiarità che ho sempre amato.


    - Perché piangi?-
    - Non sto piangendo- mi rispondi. Mi rivolgi le spalle, chino sulla tomba di Sakumo. Sembra quasi che un pezzo della tua anima sia ancorato a quella pietra. E sono passati mesi, Kakashi, mesi, da quando ci conosciamo ormai; ed anni da quando è accaduto ciò per cui qualunque esperto ninja è preparato. Eppure continui ad ancorarti a quella tomba, a quella morte, a quel ricordo.
    - La tua temperatura corporea è aumentata - ti ribatto secco. A rigor di logica, non vedo per quale altro motivo la tua temperatura interna dovrebbe aumentare sotto questa pioggia e questo vento autunnale.
    E non dirmi che hai la febbre, perché durante gli allenamenti scoppiavi di salute, agilità, grinta e individualismo; tutto regolare insomma.
    Ecco, hai avuto il buonsenso di non contraddire.
    - Mi lasci solo- era quasi una supplica, sussurri dalla maschera che porti al viso, come a celare ogni tua emozione.
    Quanto sei stupido, non lo vedi che anche dalla stoffa si capisce che sei triste?
    Avrei voluto dirti di smetterla di ancorarti alla morte di tuo padre, come un’ammenda: tu non volevi che morisse per i suoi compagni di squadra, non li hai mai perdonati, vero? Non vorresti più nemmeno incrociare le loro abitazioni, troppo indegne per ospitare quelle anime graziate dal Fato.
    - No...-
    Quanto ti capisco.
    E proprio perché comprendo, non posso più sopportare che uno splendido ragazzo come te continui a rovinarsi così una gioventù.
    Avanzo sicuro alle tue snelle e slanciate spalle. Le giro, osservando il tuo sguardo sorpreso, incuriosito, forse un po’ spaventato.
    Ti cingo a me. Ti aspettavi che ti picchiassi? Non potrei mai.
    Perché…
    - Io ci sono sempre per te, Kakashi- ti sussurro nell’orecchio, poggiando il mento sulla tua nuca perlacea.
    Non ti sento parlare. E’ segno che non hai nulla da ridire al mio gesto.
    Improvvisamente ti sento muovere. Avrei quasi pensato che volessi spingermi via, ma è accaduto qualcosa che mi ha lasciato stupito tanto quanto a te ha stupito il mio abbraccio: mi stai stringendo, ti stai stringendo a me, mi stai ricambiando! E non come si farebbe con un amico a cui si vuole bene; il tuo è più l’abbraccio che ricorda chi si riscalda vicino ad un allegro fuocherello sotto una coltre invernale, il respiro lungo, profondo e gaio che si esala in una foresta di pini, il gesto d’affetto tra un figlio ed un padre… Che sia questo che vuoi? Una figura paterna, piccolo Kakashi?
    Ti sento mormorare debole che ti manca tanto, ti manca da morire.
    Non voglio sentirti piangere, non farmelo mai più sentire, per favore, Kakashi.
    Ti sento stringerti più forte, trovando ben presto pace per i tuoi sensi.

    Mi chiedo se questo non è anche l’abbraccio che una persona farebbe all’amato.

    Tum…
    Tum Tum…
    Tum Tum Tum...



    Sai Kakashi..? Era così che batteva il tuo cuore in quel momento di tanti anni fa: forte e vigoroso.
    Esattamente l’opposto di come batte adesso…



    Non volevo farti del male. Non volevo che accadesse nulla di simile.
    Avrei dovuto stare più vicino a tutti e tre.
    Sono spiacente, Kakashi.
    Così dispiaciuto che mi si frantuma il cuore a vederti davanti ad una nuova tomba.
    Era andato tutto così bene tra noi due, avevi imparato ad essere un po’ più aperto, emotivo, sincero con te stesso, me, Obito e Rin.
    Ti eri perfino aggrappato a me come figura paterna, cosa che mi ha reso una persona felicissima e più responsabile.
    Ed ora guarda cosa ho fatto?
    Vi ho mandati in una missione di sabotaggio nel Villaggio delle Rocce. Dannata Guerra Mondiale dei Ninja! Non avrei voluto che foste mandati in quella missione a causa della mancanza di ninja.
    Mi odio profondamente; odio questa guerra e, soprattutto, odio vederti depresso!
    - Basta, Kakashi… Obito non vorrebbe-
    - Che ne sa lei?- mi fai con voce apatica.
    Avrei voluto che me lo strillassi.
    Ho i brividi nell’udire quella spenta tonalità.
    Tra te e Obito, sembri tu il vero morto.

    Riportarti a casa non è stata di certo tra le cose più facili. Rin mi ha aiutato ed è andata via silenziosamente, triste e piena di colpa.
    Povera Rin, vorrei farle capire che non è colpa sua se Obito è morto, ma in questo momento quello che ha bisogno di più attenzioni è Kakashi.
    A letto mi fai:
    - Dovevo morire io al posto suo…- guardi il soffitto con un occhio normale ed uno vermiglio, la maschera ancora in volto, come sempre.
    - Non lo dire-
    - Obito è un ninja cento volte migliore di me… Io sono solo… Solo… Un mercenario! Non conosco onore - dichiari poi.
    - Hai semplicemente fatto ciò che era più giusto secondo te: continuare la missione. Era onorevole anche questo -
    La tua è sempre stata una logica più fredda e pacata.
    E mi piace, mi piace davvero tanto, Kakashi.
    - La colpa è stata semplicemente la mia, che vi ho mandati in missione… I miei tre ex-allievi più promettenti- mostro un accenno di debolezza e porto entrambe le mani al volto, coprendolo.
    Continuo a mormorare:
    - Non avrei dovuto… Non avrei voluto… Se conoscessi una tecnica che mi permettesse di tornare indietro nel tempo, farei in modo di andare in quella missione di sabotaggio da solo, affinché nessuno muoia, ma soprattutto. Affinché tu non soffra così, Kakashi-
    Le mani mi vengono levate dal volto, scoprendo tutta la vulnerabilità del momento.
    Ricordo ancora le parole che cambiarono per sempre il nostro rapporto:
    - Avrei sofferto doppiamente, Minato- mi sussurri dalla maschera, con occhi umidi ma sereni, belli e forti.
    Le tue labbra, che prima non potevo vedere, adesso vengono scoperte dalle mie dita. Tu non protesti al gesto.
    Dio mio… Quanto sei bello.
    Le mie labbra, che si avvicinano alle tue, fino a toccarsi dopo un mio flebile:
    - Arigatou-
    E tu, ancora non protesti, anzi, rispondi lentamente, come se non aspettassi altro. O forse sono io che non aspetto altro? Chissà…
    Mi sussurri fragile:
    - Non andartene anche tu-



    Ed ora io sono qui, dopo due anni da quell’unico atto di debolezza.
    Ti dissi quella notte che non l’avremmo più fatto, che era sbagliato.
    Quanto mi sono odiato per quello.
    La tua reazione fu di silenziosa comprensione. Non sai vivere senza una maschera, eh Kakashi?
    Allora perchè in tutto questo tempo, da quell’evento, mi hai sempre voluto nominare e parlare delle notevoli e precoci esperienze che hai avuto con le donne, Kakashi? Pretendevi forse che mi ingelosissi e ti tenessi tutto per me?
    No, mio caro, mi piacerebbe comportarmi così, difenderti e tenerti come la cosa più preziosa che io abbia mai avuto, ma…
    … Sono pur sempre il Quarto Hokage.
    Come amo te, amo anche il mio villaggio, la sua gente.
    E poi voglio che tu cresca, e non rimanga ancorato a me per così tanto…
    Ho iniziato perciò a frequentare Kuscina Uzumaki, ho cominciato ad amare questa donna, l’ho sposata, ho avuto da lei il piccolo Naruto, che adesso mantengo tra le mie braccia.
    Guardalo, ha i miei stessi occhi, peccato che non puoi vedere il suo sorriso, sta piangendo. Anche se ora ha questi sei graffietti al viso ed un sigillo al ventre, è comunque bellissimo, non trovi, Kakashi?
    Sento un tuo panno pulirmi dal sangue che esce dalle mie labbra sorridenti.
    - Non andartene anche tu- mi sussurri, guardandomi dall’alto verso il basso.
    Che ironia: le stesse parole di quella volta.
    Anche se sono dette dopo un bel po’ di anni ed in un momento completamente antitetico dal baciarci, hanno la stessa intensità, la stessa bellezza.
    Sai un particolare che mi affascina di te, Kakashi?
    Quando hai perso una persona cara, tendi a copiarla:
    Da Sakumo hai imparato ad acquisire il senso ed il valore del lavoro di squadra.
    Da Obito, strano a dirsi, la tendenza ad arrivare in ritardo, oltre che il suo Sharingan; ma forse quello è più un dono che ti è stato fatto, no?
    Di me cosa copierai?
    - Kakashi- sussurro. Mi sento sempre più debole.
    Il Sigillo del Diavolo è una vera e propria lama a doppio taglio.
    - Minato-
    - Voglio che tu ti prenda cura di Naruto… Amalo… Come se fosse un figlio… Amalo… Come io ho amato te: Intensamente… Ma da lontano… Promettilo… Pro..metti che vegli su di lui- inizio a guardare nero attorno alla figura del Kakashi sopra di me.
    Sento Naruto acquietarsi.
    Non piange più o sono io che ho perso sensibilità all’udito?
    Ma non importa se adesso piange.
    Anche stavolta sei tu quello che ha bisogno di più attenzioni, mio amato Kakashi.
    Indugi con occhi umidi prima sul mio volto, che sorride serenamente, poi su quella di mio figlio.
    Ti vedo poi annuire lentamente, incapace di fare altro.
    Socchiudo gli occhi, rilassato.
    Ora so che il mio Naruto è salvo, grazie a te, che il mio villaggio sopravvivrà ancora con te al suo fianco, che…
    - Così… Non smetterò mai d’amarti…- ti sussurro, levandoti un’altra volta la maschera dal volto.
    Come un automa ti avvicini.
    Le tue labbra sussurrano quello che doveva essere un:
    “Nemmeno io” prima di baciare le mie, morenti, sempre più fredde e immobili.
    Un bacio immortalato dalla morte.


    Sai, Kakashi...
    Forse mi riterrai un po’ egoista, ma anche se tu hai perso così tante persone care, se hai sofferto tanto, se hai visitato molte tombe, io sono stato il ninja più felice del mondo ad amarti e lasciarmi amare da te.
    Poterti dare ancora il sorriso, la felicità, il mio Naruto, sono le mie “tecniche speciali”.
    Mi copierai in queste?
    Spero proprio di sì.
    Addio, Kakashi.


    The End

    *Nota: Arigatou: formula di ringraziamento giapponese.

    Edited by Mizu De Tsuki - 11/4/2010, 12:37
     
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