Here With You

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  1. ~ S u n n y «
     
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    E' una one shot.
    Era da tempo che volevo scrivere un'AKuRoku, e in partenza doveva essere così, ma poi non so dove sono andata a finire,tant'è che di AkuROku ha poco e niente,tranne che i due protagonisti! XD
    Non so come definirla, cioè non so nemmeno io dove volevo andar a parare (o forse sì?) ma ne è uscito questo! :What?:

    Il silenzio regnava tra la nebbia fitta, accompagnata da una brezza fredda che rendeva meglio l’idea del periodo natalizio.
    La luna,coperta da grosse nuvole grigie, illuminava scialba il buio del bosco sconosciuto dove lo scoppiettare di un motore irrompeva, rompendo bruscamente la tranquillità del luogo.
    Roxas arricciò il naso, sfregando con le mani coperte dai guanti, la fredda superficie in stoffa del cappotto rosso, talvolta spostandole sui jeans,per riscaldare le cosce,coperte in parte dal sacchetto rosso decorato con delle figure apposite al freddo periodo.
    Spostò lo sguardo all’esterno del furgoncino, notando lo stesso albero spoglio con alcune incisioni romantiche che aveva visto già quattro volte. –Ci siamo persi…-
    Il guidatore del veicolo frenò bruscamente,tirando un pugno sul manubrio. –Ti ho detto di no! Non ci siamo persi!-
    -E invece sì! Questo albero l’ho visto già quattro volte! Ecco perché non ci volevo venire, mio fratello non sa trovarsi amici normali!- Gridò il biondino.
    -Anch’io avrei preferito venire con Riku piuttosto che con il fratellino rompi-ombrelli,ma lui aveva da fare!Io sono il più grande e tu il più piccolo,perciò, zitto!- Ribattè il rosso portando l’indice alle labbra.
    -Ancora mi chiedo perché sono in questo cartoccio!- Disse Roxas a denti stretti.
    -Allora puoi scendere…- Rispose l’altro incrociando le braccia al petto. Quel ragazzino era troppo fifone e stupido per addentrarsi da solo nel bosco. Portò lo sguardo fuori al vetro,osservando il paesaggio esterno. Però, aveva ragione… Si erano persi.
    Un tonfo lo fece sussultare e voltare dall’altra parte, dove il sedile era vuoto.
    Allarmato si lanciò fuori dal veicolo inseguendo il piccolo. –Roxas!- Gridò,cercando di farlo fermare.
    Cominciò a correre, raggiungendolo in pochi secondi. –Dove credi di andare?- Chiese ,acido, mentre camminava a passo con il più piccolo.
    Roxas si fermò di botto, voltandosi verso il rosso e mettendo su l’espressione più cattiva che riuscisse a simulare, ma niente gli riuscì più che le gote completamente rosse e i dentini bianchi a mordere il labbro inferiore. –Lontano da te!- Ringhiò,stringendo il pacchetto al petto.
    Axel rise, calandosi verso di lui. –E come farai senza di me?-
    -Si può ben fare a meno di un clown da circo che non farebbe ridere nemmeno con il solletico!-
    Il rosso rimase per un attimo stupito, poi finse indifferenza. –Questa è la battuta più squallida che abbia mai sentito!-
    -E quella che ti ricorderai per sempre!- Gridò il biondino, tirandogli un calcio alle ginocchia.
    Il più grande gemette, lasciandosi cadere a terra e rotolando tra l’erba fredda e infangata,mentre il diavoletto si allontanava lungo il sentiero segnato da una striscia dove la vegetazione era meno fitta; riprendendosi dal colpo strusciò in piedi prendendo a rincorrere il fastidioso ragazzino che il suo migliore amico gli avevano donato per un pomeriggio.
    “ Si tratta solo di poche ore” Aveva detto l’albino,allontanandosi a braccetto con una biondina niente male e rifilandogli l’odioso fratellino.
    Roxas si fermò pochi centimetri distanti da un tronco che fino ad allora aveva coperto l’intera visuale,facendo coppia con la nebbia. Sussultò un po’ quando una mano gli si poggiò sulla spalla e lo voltò bruscamente. –Questa me la paghi, ragazzino!- Ringhiò a denti stretti Axel.
    Il biondino lo guardò fisso negli occhi smeraldini, immergendogli i suoi color del mare, così simili a quelli di un cucciolo smarrito. “Che merita di restare nel freddo scatolone in cui è!” Pensò il rosso, stringendo i pugni.
    Il piccolo sorrise, sadico. – Prima impara a schioccare le dita!- Rispose, spingendogli la punta del naso lontana dal suo viso, allontanandosi oltre l’arbusto vicino.
    Axel alzò la mano, tentando inutilmente di far provenire un piccolo schiocco dal pollice e dal medio,ma niente ne usciva tranne che il fruscio della lana dei suoi guanti. –Io le so schioccare le dita!- Mentì, lanciandosi di nuovo in corsa attraverso lo strato di nebbia.
    Roxas si voltò zittendolo con un cenno della mano, mentre in punta di piedi gli si avvicinava. Quando gli fu vicino gli diede un buffetto sul ventre,indicando una capanna alle sue spalle, che il rosso non aveva notato. –Lì dentro potrebbe esserci un pazzo maniaco che farà a pezzettini per mangiarci crudi…-
    Il più grande rise leggermente. -Tu guardi troppi film!Al massimo potrà esserci qualcuno che ci indicherà la via per tornare a casa…-
    Il biondino sbarrò gli occhi. –Allora avevo ragione, ci eravamo persi!- Mormorò, puntandogli contro l’indice.
    Il rosso roteò gli occhi al cielo buio, dirigendosi poi all’entrata del riparo dalle pareti in pietra, dal quale, dietro la superficie chiara di alcune tendine azzurre dell’interno della finestra,proveniva una luce soffusa che trasmetteva calore solo ad guardarla.
    Si fermò sui ciottoli posti davanti alla porta in legno,bussando freneticamente, mentre un Roxas sempre più agitato lo osservava da pochi metri lontani.
    Al ticchettio sulla tavola di legno non rispose nessuno e, infreddolito e affamato, Axel bussò di nuovo con più forza. Nessuno aprì.
    “ E se lì dentro ci fosse davvero un pazzo maniaco che sta cercando il motosega nascosto chissà dove?” Pensò, sfregando ansiosamente le mani.
    Intanto una figura più bassa lo aveva raggiunto con espressione imbronciata. –Allora?- Chiese, abbassando il tono di voce.
    - Non apre nessuno…- Rispose il rosso,spostando per un secondo lo sguardo su di lui.
    -Evidentemente la casa è vuota…- Ipotizzò il biondino.
    -Tu dici?-
    -Ma entrerai prima tu. Sei o non sei il più grande?- Roxas ghignò,malefico.
    Il rosso sorrise, finto. In fondo non poteva dimostrarsi impaurito da una casa vuota, davanti a quel piccolo sgorbio poi…
    Convincendosi che al di là della porta non c’era alcun maniaco omicida,spinse il pomello , stranamente posto anche all’esterno. “Forse non ci sono ladri da queste parti…” Pensò per farsi coraggio.
    Appena l’ingresso fu spalancato il suo corpo fu invaso da una piacevole sensazione di calore, accompagnata dal dolce profumo di pane croccante. Annusò a pieno quell’odore,lasciandosi trascinare dentro dal tepore e l’invitante sensazione di relax che l’ambiente modesto ma accogliente gli donava.
    L’unica sala era povera di arredamento, ma aveva quel sapore di povero che rendeva tutto ancora più piacevole e magnifico. La parete frontale era completamente spoglia,mettendo in mostra le pietre con cui era stata costruita; sulla destra c’era un caminetto nel quale scoppiettavano fiamme e scintille, evidente e unica fonte della luce e del calore della stanzetta, davanti al focolare c’era un divanetto bordoux, sotto il quale era stato posto un tappetino grigio topo di forma circolare. Al centro della sala c’era un piccolo tavolino rotondo, sul quale era stato poggiato un piatto coperto da un tovagliolo,che nascondeva qualche buona e nutriente cibaria a giudicar dall’odore.
    Sulla sinistra c’era un mobiletto in ciliegio che stonava incredibilmente con il resto dell’ambiente. Infine pochi centimetri distanti dalla porta c’era una finestra, dal davanzale in legno e dalle fini tendine azzurre,un po’ troppo delicate per un ambiente rustico come quello.
    Axel si guardò un po’ intorno, alla ricerca di qualche malintenzionato che sguainava una sega elettrica super-tagliente, ma di ciò non c’era traccia.
    Avanzando mise una mano nella tasca del cappotto beige, impugnando di nascosto il fedele coltellino svizzero, pronto ad ogni qualsiasi evenienza. “Le forbici arrotondate che Sora usa per i suoi lavoretti a scuola sono più appuntite!” Si lamentò, sfregando il pollice sulla lama,lasciando liberi gli altri attrezzi praticamente inutili.
    Si fermò poco distante dal tavolino girovagando con lo sguardo dal camino al mobile,poi si voltò verso l’entrata posando gli occhi sulla testolina bionda che si era affacciata oltre lo stipite. –Vuoi rimanere lì fuori?-
    -Non c’è nessuno?- Chiese il più piccolo.
    -No, alcun malintenzionato che muore dalla voglia di trucidarci…- Rispose il rosso, lasciando la presa sul coltellino nella tasca.
    Roxas entrò titubante e guardandosi intorno,mentre si chiudeva la porta alle spalle e si avvicinava al più grande che scopriva il piatto sul tavolo.
    -Pane?Chi è che sforna del pane di sera?- Chiese,prendendone una fetta e portandola alla bocca.
    -Forse dentro c’è del veleno e qui c’è una botola dove il malintenzionato si è nascosto…- Ipotizzò, con la sua espressione da cucciolo smarrito, Roxas.
    Axel allontanò il pezzo croccante dalla bocca aperta e lo ripose nel piatto, ricoprendo con il tovagliolo bianco.
    -Sei altamente suggestionabile, marmocchio…- Mormorò privandosi del cappotto di pelle beige e posandolo sul bracciolo del divanetto; lentamente e indeciso di sedette fino a stendersi completamente a braccia incrociate dietro la testa e il naso rivolto verso le travi in legno del soffitto.
    “Un maniaco nascosto in una botola…Che stronzata!Allora perché ho posato quel pezzo di pane?Quel ragazzino mi porterà alla pazzia…” Pensò,lasciandosi avvolgere dal calore e dallo scoppiettare delle fiamme, che vivaci consumavano tronchetti di legno messi da chissà chi. La casa non doveva essere disabitata, e il proprietario l’aveva lasciata da poco a giudicar dal fuoco ancora acceso. Bhè… avrebbero aspettati il ritorno di qualcuno e poi se ne sarebbero andati.
    Roxas si diresse a passo strascicato verso il divano,poggiando i pugni sul cappotto del più grande.
    -Tu hai sedici anni?-
    Axel rispose con un distratto cenno del capo.
    -Quindi non sei maggiorenne e non puoi guidare!- Esclamò ad occhi sbarrati.
    Il rosso si mise seduto a gambe incrociate, rivolto verso il ragazzino. –Già, la stessa cosa vale per te che ne hai solo dodici e non puoi parlare, chiaro?-
    Di tutta risposta, il piccolo stirò con le unghie il giubbotto del rosso, come i gatti sulle poltrone del salone, e poi lo buttò a terra sbattendoci su il piede.
    -Riku ha messo in pericolo la mia vita, di sicuro non mi lascerà più a te quando papà lo saprà!- Sbraitò,allontanandosi verso il tavolino.
    Il rosso roteò gli occhi,lasciandosi cadere all’indietro e ignorando completamente il fatto che il suo cappotto nuovo fosse stato calpestato dal demonio,incarnatosi nel corpo di un ragazzino dall’aspetto angelico; sospirò,chiudendo gli occhi,mentre spostava una mano sulla felpa nera, a giocherellare con la cerniera bianca, e si immergeva di nuova nella recente sensazione di tranquillità che l’ambiente accogliente e tranquillo gli donava.
    Un motivo musicale lo accolse dolcemente. Erano note piacevoli, leggere, che messe insieme formavano una melodia un po’ triste e malinconica.
    Riaprì gli occhi di botto, quella musica non era immaginaria, ma la stava ascoltando davvero, era in quella camera.
    Si mise seduto,lentamente, e gettò uno sguardo al di là dello schienale.
    Roxas stava in piedi davanti al tavolino, con i pugni stretti sulla dura superficie e tra di essi una scatolina quadrata, in legno bianco, finemente decorata con dei fiori rosa, simili a quelli classici che si trovano nei dipinti giapponesi.
    Su una forma circolare che girava, due figure di vetro ballavano tra le note del lento motivetto che produceva, a tempo con una manovella dorata che roteava sul lato. Il coperchio, del medesimo colore della scatolina era aperto, leggermente piegato all’indietro in posizione obliqua, lasciando spazio ai due ballerini di vetro.
    –Quello te la tieni nella tua cameretta?- Ghignò,cattivo.
    Il biondo gli rivolse appena lo sguardo. –E’ per la mamma…- Mormorò, chiudendo il carillon.
    Axel si sentì crollare il mondo addosso,mentre si dava dell’idiota interrottamente.
    Conosceva bene la storia della sua famiglia, Riku gliel’aveva raccontato, confessandogli anche che tutti gli anni le facevano un regalo, al compleanno, alla festa della mamma a Natale, che le portavano sulla tomba,il giorno stabilito per la festa.
    Una volta li aveva accompagnati, vederli lì, piegati dinnanzi a quella lapide che mostrava il volto di quella giovane donna bionda, mentre poggiavano il pacchetto accanto ai fiori.
    Sospirando abbandonò il divano e si avvicinò al piccolo.
    -Scusa, non volevo…- Sussurrò, un po’ in imbarazzo, di fronte allo sguardo triste del biondino.
    Lui alzò le spalle, prendendo la scatola di legno e spostandosi verso il camino, per poi sedersi sul tappeto impolverato, ai piedi della poltrona rossa. –Alla mamma piacevano i carillon,ma non ne aveva uno, non poteva permetterselo…- Spiegò, con la voce strozzata, segno evidente che stava per piangere.
    Il rosso lo raggiunse, sedendosi accanto a lui, con le gambe stirate verso il fuoco.
    -Adesso ce l’ha…- Sorrise, cercando di infondergli coraggio.
    Roxas fece un cenno con il capo stringendosi nel maglione bianco. –Se le fosse ancora qui, io non sarei sperduto in un bosco, adesso…- Si lamentò, lasciando che alcune lacrime rigassero le sue guance.
    -E’ così brutto stare qui con me?- Chiese, il rosso con un pizzico di ironia per tirarlo su.
    Il dodicenne annuì. –E’ la cosa peggiore che mi poteva capitare… Senza telefono,poi… -
    -Io ce l’ho il telefono,solo che ho terminato il credito…- Spiegò il rosso.
    -La situazione non cambia…- Rispose il piccolo, asciugandosi le lacrime.
    Axel mugugnò, spostando lo sguardo sulle fiamme. –Però si sta bene…-
    -Già…-
    Il piccolo sospirò, giocherellando con la manovella dell’oggetto che stringeva tra le mani.
    “Alla mamma piacerà di sicuro…” Sorrise, sentendosi di nuovo calmo e tranquillo. Anche se non gli piaceva farlo, doveva ammettere che Axel,in fondo era simpatico se si tentava di conoscerlo bene e dare una tregua alla perenne relazione di guerra che si era creata.
    -Almeno per oggi, facciamo una pausa? – Propose porgendogli la mano.
    -Dopo tutto quello che è già successo è un po’ strano, comunque accetto!- Sorrise il rosso, stringendogli la mano per pochi istanti.
    Silenzio, di nuovo.
    Roxas si passava tra le mani il carillon, talvolta guardando con la coda dell’occhio il più grande. Il rosso se ne stava seduto a fissare il fuoco, spalancando la bocca in uno sbadiglio rumoroso che rimbombava tra le pareti di pietra della casupola; il calore del fuoco che lo avvolgeva, era così piacevole e dolce, da costringere i suoi occhi a chiudersi e di lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo, ma che figura ci avrebbe fatto se resisteva meno di un ragazzino? Perciò spalanco le palpebre, cercando di non richiuderle e resistere al tepore accogliente che il camino gli donava.
    -Se hai sonno puoi anche dormire, ma dopo non lamentarti se si fa giorno e riesco a trovare la strada di casa lasciandoti qui…- Ghignò il biondino.
    Axel si voltò verso di lui. Gli occhini blu erano arrossati e le guance bagnate da scie delle lacrime precedenti, che si mostravano alla luce del fuoco, le gote rosee e le labbra piegate in un sorriso malefico, ed infine quelle piccole e dolci orecchie appuntite, che lo facevano sembrare ancora di più un cucciolo dal manto biondo. “Però, è incredibilmente tenero…” Pensò, guardandolo insistentemente.
    Roxas cambiò espressione, sentendosi, ossessivamente, troppo osservato. –Che c’è?- Chiese.
    Il più grande arrossì e velocemente si voltò nell’altra direzione cercando di non farsi vedere. –Niente… - Mormorò,agitato.
    “Perché mi sento incredibilmente più accaldato? Spero che sia colpa del camino!” Pensò,sfregando freneticamente le mani. Erano troppo vicini e ad ogni movimento del più piccolo si sfioravano, ma lui sembrava non farci caso; in effetti quando entrambi erano più piccoli si erano anche presi per mano, ignari di ciò che sarebbe accaduto in futuro, perché imbarazzarsi per un solo movimento casuale? Eppure c’era qualcosa che non andava e, tutto d’un tratto, il sonno gli era passato,lasciando posto ad una preoccupante voglia di stargli vicino.
    Roxas poggiò il carillon sul divano, alzando il braccio sulla testa, mentre il rosso si portava le ginocchia al petto poggiandogli le braccia sopra,con lo sguardo dritto verso il camino.
    Il biondino o si sporse verso destra, afferrando il cappotto del più grande e buttandoglielo sulla testa.
    -Ehi!- Esclamò, Axel cercando di sfilarsi l’indumento dal capo.
    Il piccolo rise leggermente. –Non hai freddo?-
    Finalmente il rosso riuscì a liberarsi del giubbotto in pelle. –No… E tu?- Chiese stirando per bene la pelle di cui era fatto l’oggetto.
    -Un po’…- Rispose il biondino giocherellando con il lembo del maglione che fuoriusciva dal cappotto
    Il più grande gli passò un braccio sulle spalle, poggiandogli il cappotto per riscaldarlo di più. –Va meglio?- Chiese, scompigliandogli i capelli ancora di più.
    Roxas annuì. –Grazie…Nemmeno Riku l’aveva mai fatto…-
    Il rosso rimase un po’ stupito, poi sorrise.
    -Quando durerà questa tregua?-
    -Fino a che resteremo qui dentro, quando saremo fuori potrò tornare a prenderti a calci…-
    -Uhm… Ok!- Rispose, ironico.
    L’altro rise un po’,poi poggiò il capo sulla spalla del rosso, che lo accolse stringendogli le spalle, un po’ in imbarazzo.
    -Sai Axel… Non è male stare qui con te…- Sussurrò il biondino.
    -Non farci l’abitudine, questa è la prima ed ultima volta…- Esclamò lui, facendo schioccare le dita sulla punta del suo naso.

    Lo so che l'ultima parte fa schifo, ma Word mi abbandonava ad ogni lettera che scrivevo e così mi sono arrangiata e di sicuro avrò fatto errori che non posso correggere per lo stesso motivo! <.<
    Spero comunque che vi sia piaciuta, nonostante non abbia senso...
    Sono ben accette critiche e consigli,come sempre! Commentate!^^

    Edited by ~ S u n n y « - 19/8/2009, 20:13
     
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  2. Rukario90
     
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    Non sn un appassionato di AkuRoku , però devo dire che questa è bella e scritta benissimo. Vai Sunny !
     
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  3. ~ S u n n y «
     
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    Grazie Ruka!^^
     
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  4. Milly-chan
     
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    Allora...è bella.
    Io adoro l'Akuroku, anche se come hai detto tu, questa ha poco di Akuroku, ma va bene, perchè non ci possono essere cose troppo spinte con Roxas dodicenne.
    Però è davvero bella, mi piace molto.
    E Roku, quanto è carino! Mi sono commossa anch'io quando ha parlato della mamma.
    Devo ammettere che quando sono entrati nella casetta ho pensato "Oddio, Hansel e Gretel", però è descritta davvero bene mi sembrava di esserci dentro (magari!).
    Scrivi davvero bene (Sì, sono ripetitiva, ma è la verita), e mi dispiace per World, anche a me lo fa a volte, e lo odio in quei momenti.
    Perchè non la continui? Anche se è una one-shot, ci sono tutte le basi per una fan fiction a più capitoli.
    SPOILER (click to view)
    Ho gia detto che mi piace e che scrivi bene?
     
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  5. ~ S u n n y «
     
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    Grazie mille!^^
    Bhè... in effetti è per questo che ho messo da parte il raiting rosso, non volevo fare scandalo con un Axel quasi maggiorenne e Roxas ancora un ragazzino!XD
    Comunque non so, forse ci sarà una seconda parte,ma non subito visto che sono un pò impegnata ultimamente!
    Ti ringrazio infinitamente Milly, spero che leggerai altri miei futuri lavori! =)
     
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  6. Nami~chan
     
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    Davvero molto carina. Scritta bene (qualche errorino qua e là, ma niente di grave ^^) e a tratti anche divertente. Sai bene quanto io sia malata di AkuRoku (soprattutto a rating rosso *-*) e devo dire che questa storiella diventerà una delle mie preferite. Quanto son dolci quei dueee :Q_____ *nami riacquista lucidità* Complimenti Demly cara, un buon lavoro su tutti i fronti ^^
     
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  7. ~ S u n n y «
     
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    Una delle preferite, addirittura? ò.ò
    Grazie tantissimissimo Naminuccia! >.< Son davvero felice che ti sia piaciuta! ^^
     
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  8. misterious detective
     
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    Odio gli Akuroku (e odio i due anche separatamente), odio le Alternative Universe...ma l'hai scritta davvero bene e sei riuscita a renderla tanto interessante che anche per me è stato piacevole leggerla ^^ oserei dire che hai scritto meglio del miglior capitolo della tua long fic :sisi: molto brava. Spero di leggere un'altra tua fic così ben riuscita su un argomento che me la faccia apprezzare ancor maggiormente ^^
     
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  9. ~ S u n n y «
     
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    Grazie MD!^^
     
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8 replies since 19/8/2009, 18:39   219 views
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