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Eneru92.
User deleted
Fiction fatta per un contest , splatter ( si spera xD ) e presumibilmente a rating rosso .
Non mi convince quasi per nulla , e io stesso la considero una specie di esperimento ( visto che non ho mai scrito nulla usando la prima persona ) .
Vabbè , spero che ameno valga la pena di leggerla
My Hell
È buio .
Assoluta , questa maledetta cortina nera mi avvolge e mi stringe prepotente a se , separandomi da tutto ciò che vive nel mondo esterno .
Da ciò che sono .
O meglio , da ciò che ero .
Non sento e non provo nulla .
Né freddo , né paura , né solitudine .
Solo una grande disperazione .
Un pozzo senza fondo .
Mi sforzo di aprire gli occhi , di alzarmi in piedi , di sfuggire via da questa oscurità così cupa e insistente , quasi un carcere che mi nega anche il più insostituibile dei diritti .
La libertà .
Ma non ci riesco .
Che cosa è rimasto di me ? Un pensiero ? Un ricordo ? Non ne ho idea .
So solo che , ormai da tempo , io non esisto più .
Il fato mi ha portato via , condannandomi a vagare in quest’oceano di cupa tristezza .
Per sempre .
O forse no ?
Inavvertitamente , qualcosa inizia a farsi sentire lungo il pallido candore della mia vecchia pelle , come se avessi riacquistato una sensibilità che non mi appartiene .
Un fastidio prima leggero e sommesso , quasi impercettibile , poi l’espandersi doloroso di un calore soffuso .
Infine , il crudele bruciore del carbone ardente mi lacera la carne che non credevo più mia .
Urlo per il dolore , e finalmente , dopo quei minuti durati più a lungo di un’eternità , sento di nuovo la mia voce che squarcia il silenzio .
Ansimo e mi contorco , impotente , mentre il divampare del fuoco mi penetra fin dentro le ossa , strappa e divora ciò che ho appena riconquistato , carbonizzando muscoli , nervi e vasi sanguigni .
Dio , che dolore !
Voglio morire , ma non mi è concesso neppure questo .
D’altra parte , io sono già morto .
Poi , tra un grido e l’altro , anche i miei occhi si aprono , spalancati , e una visione rossa più del fuoco li ferisce , sbattendovi contro come una manata di fiamme .
Le cornee bruciano , sembrano sciogliersi a un sole troppo vicino , e io provo a tapparle con le mani .
Ma qualcosa di violento e osceno me lo impedisce , strattonandomi e inchiodandomi a quello che credo sia il suolo .
Tento di difendermi , di oppormi alla forza che mi assale , ma è tutto inutile .
Sento il ferro ardente che penetra nelle giunture , sfaldando i tendini e spaccando i polsi , mentre la punta incandescente di una spada affonda nella base del mio femore .
Grido con tutto il fiato che ho in corpo , ma nessuno sembra sentirmi o curarsi di me .
Sto quasi per impazzire .
Poi , la cruda visione da cui ho cercato di sfuggire si fa nuovamente avanti , occupando incessante tutto il mio campo visivo .
Il respiro si fa affannoso e io sbarro lo sguardo .
Ciò che mi ha accolto è una landa desolata , inospitale , battuta dalla furia della lava e costellata dalle magre figure di alberi morti .
Tonnellate di cenere vulcanica volteggiano nell’aria , venefica e irrespirabile , mentre turbini grigi oscurano totalmente un cielo che non c’è .
Dove sono ?
Un rombo improvviso scuote le fondamenta di quella valle senza vita , tuona e ruggisce , forte , risvegliandomi dal torpore e dalle domande che io stesso mi sto ponendo .
E poi , purtroppo , li vedo .
Decine , centinaia , migliaia di uomini e donne fuggono nudi tra gli oscuri meandri delle radure , urlando e invocando una pietà che non arriverà mai .
Piangono e singhiozzano , braccati crudelmente da un’orda di esseri rivoltanti , orridi demoni dalla pelle nera e dalle fauci sporche di sangue .
Non c’è salvezza per loro , così come non ce n’è per me .
Uno ad uno , senza neppure avere il tempo di difendersi , vengono raggiunti e massacrati con crudeltà , mentre ciò che resta dei loro corpi rimane agonizzante al suolo tappezzato di carbone .
Mutilazioni , dissanguamenti , decapitazioni .
Vorrei essere cieco per non vedere quello scempio , ma l’attenzione , seppure contro la mia stessa volontà , è catturata dal destino di una donna .
Mi sembra di conoscerla , anche se non ne sono sicuro , tale è la confusione che alberga nel labirinto che è la mia mente distorta dalla sofferenza .
Continuo ad osservare la scena , pervaso da una curiosità che rasenta il morboso .
Uno solo è il suo predatore .
La raggiunge , rapido , la afferra e la strattona al suolo , con i lunghi artigli ricurvi crudelmente ancorati alla carne delle braccia .
Brandelli di pelle viva vengono raschiati via dalle ossa , mentre il dolore la fa capitolare al suolo .
Inutili sono le sue urla e i suoi tentativi di opporsi .
La carneficina è iniziata .
Lui la domina , la piega al suo volere , costringendola in ginocchio e premendo la rotula contro la sua fragile schiena .
Spinge , violento e insaziabile , tirando le braccia per il verso opposto .
È troppo , sia per lei che per me .
Sovraccaricate dalla tensione , le giunture tra omero e radio si spezzano , esplodendo in un lago di sangue , mentre l’afflosciarsi dei muscoli accompagna l’urlo straziante della donna .
Ma il demonio non ha finito lì .
Gettando via gli arti separati dal resto del corpo , la prende per i capelli e la alza da terra , ignorando ogni sua futile resistenza .
Poi , gemendo per il piacere , le trafigge la schiena con gli artigli già macchiati di rosso .
Perdo un battito , proprio come se avessi ancora un cuore vivo , umano .
Il sangue di lei scoppietta via dalla ferita , a fiumi , zampillando e macchiando la pelle scura del demone di morte , mentre quest’ultimo continua , indisturbato , ad affondarle la mano muscolosa nella carne .
Gli spasmi stanno divorando il volto ustionato della donna quando un nuovo urlo , più forte dei precedenti , annuncia violento l’estrazione della colonna vertebrale .
Sto quasi per vomitare .
Strattonando brutalmente le bianche vertebre strette tra le dita , il mostro le stacca via di botto da quel corpo martoriato , come se stesse brandendo , orgoglioso , l’elsa di una spada insanguinata .
Ulula , soddisfatto e compiaciuto , mentre un’espressione di terrore è dipinta sul volto immobile del suo trofeo dalla pelle carbonizzata .
Tuttavia , il cruento massacro non si è concluso li .
Rantolando , getta la donna al suolo , con la schiena rivolta al cielo coperto dalle nubi , e poi si accanisce su di lei .
È un animale .
Urla , spalancando le fauci ricolme di denti , e poi affonda le dita nello squarcio che strazia il dorso di lei , sempre più pazzo e crudele .
Un affondo e poi un gemito , alternati in una danza brutale , e già i polmoni vengono scagliati fuori dall’ormai irriconoscibile massa di carne , accompagnati dal crudo rossore di muscoli e costole .
Non basta .
Avido e insaziabile , scava sempre più a fondo in quel corpo ridotto a brandelli .
Sembra insoddisfatto .
Il suo sguardo , spento e vuoto , si illumina solo quando rintraccia il melodioso oggetto del suo folle desiderio .
Lentamente e con garbo , quasi come se temesse di romperlo , estrae il cuore ancora pulsante dal muto involucro di carne e sangue , stringendolo delicatamente tra le dita forti e muscolose .
Lo contempla brevemente , mentre il sangue scorre a rivoli densi e copiosi lungo la sua mano .
Docile , lo avvicina lento alle fauci spalancate , concedendosi un piccolo assaggio di quel nettare divino , prelibato .
Lo gusta fino in fondo , cauto , e poi lo poggia via , vicino a se .
Ha finito .
Affonda per l’ultima volta gli artigli in corrispondenza del fondoschiena , allargando lo squarcio dismisura e rintracciando la massa molle dell’intestino tenue .
Che orrore .
La sua mano si perde nell’ispezione di quell’inferno rossastro e viscido , ansiosa di dare un termine a quel cruento banchetto di morte .
Lui ghigna , malizioso , e poi strappa l’organo via dal cadavere carbonizzato , estraendo pezzo per pezzo quattro dei nove metri che lo compongono .
Altro sangue maledice quello scempio .
Poi , la fine si compie .
Lavorando con cura e minuziosità quasi chirurgiche , il mostro dalla pelle nere lega le interiora attorno al collo della salma , per poi intrecciare l’altra estremità , ancora grondante di sangue , al ramo secco di un albero morto .
Compiaciuto , contempla gioioso e attento quell’impiccagione artificiale .
Dopodichè , urlando per l’eccitazione , infila le mani nella piccola bocca della vittima , imprimendo tutta la sua forza animale e spaccandole la mascella , brutale come un macellaio .
Lo stridio è tremendo , e io non riesco più a trattenere il disgusto .
Ma lui sembra non accorgersene , indaffarato com’è , e si gira verso il cuore ancora parzialmente integro , interessato .
Lo coglie , quasi fosse una mela succosa , e lo porta dolcemente verso la cavità orale della vittima martoriata , all’interno della quale lo ripone .
Dio Santo , tutto ciò è insopportabile .
Soddisfatto del lavoro compiuto , il portatore di morte volta il capo altrove , curioso , come a ricercare una nuova fonte di divertimento .
Il suo sguardo , buio più di una caverna , si ferma su di me .
E io , che da spettatore passo a protagonista , ho già capito che cosa succederà .
Perché questo è il mio Inferno .
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