Chiamami semplicemente..Lucifero

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  1. Nemeryal
     
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    Scritta per un contest^^
    Non ho mai scritto nulla di splatter e questo è quello che la mia mente malata ha partorito. Ringrazio Solanya per l'aiuto^^

    Chiamami semplicemente…Lucifero.

    Si fece largo tra la folla, cercando di scappare dal luogo dell’incidente: se gli sbirri lo avessero visto non avrebbero esitato a sbatterlo in galera per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti, possesso di droga e omissione di soccorso.
    No, non ci teneva proprio a finire in galera, la vita era troppo bella per viverla dietro alle sbarre.
    Gli dispiaceva solo per la sua moto, distrutta nell’incidente, le lamiere accartocciate e macchiate di sangue.
    Non sapeva come aveva fatto a salvarsi, ricordava solo un boato, tutto si era fatto nero e lui si era ritrovato in mezzo alla folla.
    Ah già, forse avrebbe dovuto dispiacersi anche per quel povero diavolo che aveva investito.
    Si voltò un istante e vide, da sotto un lenzuolo bianco, un lago si di sangue, cosparso di budella e altre schifezze simili; un braccio completamente maciullato giaceva poco distante.
    Scrollò le spalle e fece per andarsene.
    Si bloccò.
    Seduti su una panchina, un ragazzo e una ragazza lo fissavano con sguardo annoiato.
    Il ragazzo si passò una mano fra i capelli, scuri e mormorò una cosa alla compagna lì affianco, che sorrise, coprendosi la bocca con le mani.
    -Che cosa diavolo avete da fissare?- ringhiò
    Il ragazzo socchiuse appena gli occhi dietro le lenti tonde, quasi lo avesse insultato.
    La ragazza rise
    -Stavamo solo parlando del tuo aspetto. Sai, non hai una bella cera- rispose maligna, voltandosi quel tanto che bastava a far brillare l’arcobaleno di lustrini che aveva sulla maglietta bianca.
    -Allora, è mio o suo?- domandò il ragazzo ad un altro con i capelli biondi e ricci, indicando un uomo dai lunghi capelli ramati poco distante.
    -Tuo, mi sembra ovvio- rispose il ragazzo biondo, con una lieve erre moscia, incrociando le braccia.
    -Mi spiace! Tu e il tuo capo avete perso di nuovo!- esclamò la ragazza salutando l’altro uomo con la mano.
    Quello socchiuse gli occhi, fissando la ragazza con astio; una protuberanza cominciò a crescere sulla sua schiena, fino ad esplodere, lacerando la camicia bianca e rivelando una paio d’ali iridescenti.
    Un lampo e l’angelo sparì in una luce argentata.
    -Chi diavolo siete?- gridò, cercando di arretrare, spaventato da quello che aveva appena visto –Cosa diavolo volete da me?-
    -Noi non vogliamo nulla da te- rispose la ragazza con un sorriso –Noi vogliamo te-
    Fece per insultarla, ma un peso alla gola lo bloccò. Si portò le mani al collo e sentì la fredda consistenza di un cerchio di metallo. Provò a toglierlo e nel farlo vide una catena lucida, nera partire dall’anello e arrivare fino al ragazzo dai capelli scuri, che lo fissava con gli occhi socchiusi e un lieve accenno di sorriso.
    -Oserei dire che il mio compito è finito- annunciò il ragazzo dai capelli biondi –Arrivederci alla prossima anima-
    Piegò appena la testa di lato, mentre spire nere lo avvolgevano nel loro abbraccio.
    Sgranò gli occhi nel vedere, prima che sparisse, che al collo portava una collana da cui pendeva una piccola falce d’argento.
    Il ragazzo che teneva la catena e la ragazza si avvicinarono.
    -Chi diavolo sei?- esclamò di nuovo, la voce percorsa da una nota di panico –Lasciami andare! Chi diavolo sei? Cosa diavolo vuoi?-
    -Ti sei appena risposto da solo- disse la ragazza, sorridendo
    -Cosa? Cosa vuoi dire? Chi sei?-
    -Io? Io sono il Male, non mi riconosci? Guarda che mi offendo!- rispose lei.
    -Il Male?- scoppiò a ridere –Naturalmente! E tu chi saresti?- chiese al ragazzo –Satana?-
    Lui sorrise, strattonando la catena
    -Chiamami semplicemente..Lucifero-

    La terra si squarciò con un boato e caddero, mentre il rombo del vento si infrangeva nelle sue orecchie, trapassandogli il cervello e scuotendo il suo animo.
    Nel buio vide lingue di fuoco saettare dalle pareti rocciose e teste mozzate con il volto rigato da lacrime di sangue, oscillare al vento come macabri sonagli.
    L’anello di metallo gli impediva di girare la testa, ma sembrava che il quel posto non ce ne fosse il bisogno.
    Fissò terrorizzato un enorme cane a tre teste lanciare in aria il corpo di una donna e poi afferrarlo, stringendolo tra le tre fauci e dilaniarlo, mentre lei urlava e il sangue e le viscere si rovesciavano a terra.
    Alcuni demoni dalle ali di pipistrello banchettavano con il cadavere di un giovane, squarciandogli il ventre con grossi coltelli, infilando dentro le mani e strappando via il fegato, gli intestini, lo stomaco..
    Un’altra donna era costretta a terra da catene e mentre un demone le teneva la bocca aperta con un con un cono rovesciato, il suo compare prendeva da un sacco un bambino, gli staccava la testa con un colpo secco, versava il sangue nel rozzo imbuto e poi obbligava la sua vittima a bere, a bere, in eterno.
    Un uomo era stato appena scuoiato vivo e i suoi resti grondanti e martoriati vennero gettati in un pozzo di olio bollente, dove altri dannati erano costretti a nuotare e ogniqualvolta la loro testa emergeva, subito un demone arrivava e con un bastone appuntito li arpionava alla schiena, per poi buttarli con un ghigno tra le lingue di fuoco.
    Chiuse gli occhi, per cercare di scacciare quelle immagini orrende, quando la caduta cessò.
    Cadde a terra, in un liquido denso e dall’odore metallico. Riaprì gli occhi e con un urlo si rimise in piedi.
    Si trovava immerso fino alle caviglie in un lago di sangue, in cui una moltitudine di occhi scivolava silenziosa, come trasportati dalla corrente.
    L’anello che portava al collo era sparito.
    Due demoni accorsero, schioccando le lingue biforcute e fissando con sguardo di brace il nuovo arrivato.
    -Queste sono i suoi crimini- disse il ragazzo, porgendo un foglio di pergamena a quello alla sua destra
    -Molto bene, mio signore Lucifero- si inchinò quello, un rivolo di saliva schiumosa che gli colava sul mento –Io e Barduk cominceremo subito-
    Il Signore delle Tenebre annuì e ne andò, seguito dal Male.
    -Ah Dio, Dio. Quali creature abominevoli hai creato dall’alto della tua superbia. A tua immagine e somiglianza, hai detto? Da quello che vedo, allora, non sono io ad essere ripugnante e malvagio- sussurrò, prima di svanire tra le lingue di fuoco.
    I due demoni sorrisero e il compagno di Barduk srotolò la pergamena.
    -Allora, Naktha? C’è da divertirsi?-
    Naktha sorrise
    -Molto, Barduk, molto-
    Lo costrinsero contro una parete di roccia e gli legarono i polsi e le caviglie con del filo spinato. Le punte metalliche gli penetrarono nella carne e rivoli vermigli cominciarono a scorrere sulla pelle.
    Barduk lo spogliò, lacerandogli abiti coperti di macchie di sangue rappreso.
    Naktha prese una picca, ne scaldò la punta tra le fiamme e poi, sorridendo, la affondò nel suo occhio destro, al centro esatto della pupilla.
    Urlò mentre la cornea sfrigolava a contatto con il metallo bollente.
    Il demone strinse l’asta e poi, con un colpo secco, gli strappò l’occhio.
    Un fiotto di sangue schizzò dall’incavo vuoto e i nervi si afflosciarono sulla guancia, mentre il suo grido raddoppiava di volume.
    -Fallo stare zitto, Barduk! Le sue strilla mi danno fastidio!-
    -Pensavo ti piacesse sentire le tue vittime gridare!-
    -E’ da tutta l’eternità che le sento urlare, oramai mi fanno venire solo il mal di testa!-
    Barduk si portò con un battito d’ali all’altezza del suo viso.
    -Fai “aaah”- disse, facendo risplendere i denti aguzzi e chiazzati di rosso.
    Lui chiuse la bocca, deglutendo.
    Il demone socchiuse gli occhi e affondò gli artigli nell’incavo delle guance. Cominciò a stringere, penetrando nella carne, lacerando i tessuti.
    Il sangue scorreva a rivoli densi e il suo corpo si dibatteva per il dolore.
    Non appena la sentì sotto gli artigli, Barduk gli prese la lingua e con violenza la strappò dalla bocca, gettandola nel mare porpora ai loro piedi. Poi cominciò a togliergli i denti, uno per uno, tirando fino a quando i nervi non si laceravano per la troppa tensione. Uno dopo l’altro, mentre i resti di quella che doveva essere la sua bocca venivano riempiti da fiotti di sangue scarlatto.
    Gli infilò il braccio ossuto nella gola e strappò via anche le corde vocali.
    -Barduk! Lasciane un po’ anche a me!- lo richiamò il compagno.
    -Che essere senza cuore!- lo rimproverò Naktha, quando Barduk gli fu di nuovo accanto.
    -O non sono io ad essere senza cuore-
    I due sorrisero e afferrarono dal mare di sangue in cui erano immersi due grossi coltelli.
    Si avvicinarono e gli squarciarono il petto.
    Naktha vi infilò la mano e ne estrasse con un gesto secco il cuore ancora pulsante.
    Lo strinse tra le dita, fino a farlo scoppiare e poi gli passò quei resti sanguinolenti sul viso, sporcandolo ancora di più.
    Intanto, Barduk si era piegato e gli stava tagliando tutte le dita dei piedi, per poi lacerargli anche i tendini.
    Si rialzò, gli afferrò la mascella con una mano e la tirò con forza verso terra, rompendola. Naktha sorrise per il gesto del compagno e cominciò a far dondolare l’osso con un dito, latrando.
    L’altro lo spinse via.
    -Così mi rovini il divertimento!- esclamò, infilando le dita dei piedi appena tagliate nella bocca della vittima, ormai alla mercé dei suoi aguzzini infernali.
    Gli chiuse la bocca con un colpo e lo costrinse ad ingoiare quei resti martoriati, mentre Naktha si dirigeva verso un pozzo di olio bollente.
    Barduk continuava il suo macabro gioco.
    Gli infilò le dita nell’occhio sinistro, strappando via anche quello e tenendolo fra gli artigli.
    -Un bellissimo colore- disse, schiacciandolo e riempiendo l’orbita vuota con la poltiglia bianca. Poi riprese il coltello che aveva fatto cadere , lo infilò nella gola e cominciò a scendere, aprendo un profondo squarcio lungo tutto il petto, poi nel ventre, fino ad arrivare all’inguine.
    Un poderoso fiotto di sangue uscì dalla ferita, mentre le viscere e tutti gli altri organi molli colavano lungo il corpo.
    -Sbrigati Naktha, o non ci saranno più le budella!- gridò Barduk, cercando di bloccare il flusso degli intestini e degli altri organi.
    -Arrivo, arrivo!- esclamò il demone avvicinandosi, con in mano un secchio di olio bollente.
    Barduk si spostò e il compagno gettò dentro al corpo e sulla pelle il liquido denso.
    Poi, con l’aiuto dell’altro, slegarono il corpo e ridendo e latrando e lo gettarono senza pietà tra le fiamme.
    Se avesse potuto ancora parlare, il suo urlo sarebbe riecheggiato per tutto l’inferno.
    La sua mente, ancora lucida nonostante le torture, maledì il diavolo, insultandolo, mentre tutto il suo corpo si veniva coperta da una patina nera e bruciava, bruciava senza fine.
    Per un attimo, nelle sue orecchie risuonò ancora la sua voce beffarda..


    Chiamami semplicemente…Lucifero.

     
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  2. namyxriku
     
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    ben descritta mette quasi inquietudine...non sono una che si scandalizza molto per il sangue ma devo dire che sta cosa degli interni eccetera mette ribrezzo...ho anco la pelle d'oca...complimenti è una bella ff^^
     
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  3. Nemeryal
     
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    Ti ringrazio *inchino* Ma posso fare meglio...è un po' uno schifo in confronto alle altre fic che ho scritto...
     
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  4. kusanagi_no_tsurugi
     
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    inquietante...bella oneshot, ben scritta...complimenti Neme!!!
     
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  5. Nemeryal
     
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    Grazie mille^^ *inchino*
     
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  6. xion,
     
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    Ti preferisco sulle comiche e le narrative, a dire il vero xD
    *è la Rhaecchan °u°
    Il racconto parte bene, ma poi... l'arrivo agli Inferi, non so, mi sa di grottesco x° E' divertente, io sono scoppiata quasi a ridere. Sembra satira. Non penso che sia voluto.
    Lo splatter è esagerato, molto grossolano; si vede che non sei pratica del genere. Troppe ripetizioni, non basta dire 'sangue' e 'budella' per spaventare, e questo elaborato manca del tutto del... mh... sense of wonder che anche un Horror deve avere. Non stupisce; non inquieta. E' privo di tensione, delle sequenze di frenesia isterica tipiche dello Splatter. E' piatto. Non so se mi spiego.
    Da un punto di vista più generale, è molto confuso, di certo non uno dei tuoi migliori scritti... all'inizio si fatica ad identificare il protagonista, la focalizzazione è oscillante.
    L'idea inflazionata e per nulla originale completa il quadro; in negativo.
    Non mi è piaciuto, mi dispiace.
    Sono certissima che puoi fare di meglio :addit:
     
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  7. Nemeryal
     
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    Grazie mille, ti ringrazio della sincerità^^ In effetti, come ho detto, non avevo mai scritto nulla del genere e mi è risultato difficile^^ Poco male, non mi abbatto per così poco =) Non è il mio genere! Eh vabbè! Grazie ancora Rhae^^
     
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  8. xion,
     
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    Io sono drastica, Neme xD Ma questo è proprio il mio campo; cerco sempre di dare una mano agli altri, per migliorare il loro stile^^
    Le basi ci sono, ma sono mal sviluppate. Conosco le tue capacità (avevo iniziato CH, poi mollato per questioni di tempo ç__ç), sono sicurissima che questo non è il tuo massimo *mki
     
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  9. Nemeryal
     
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    Sei una grande Rhae^^ Lo so..Posso fare di meglio e lo farò! *posa plastiken, gambe larghe e dito puntato contro il sole, gli occhi socchiusi e il vento che le accarezza i capelli* *musichetta eroica in sottofondo*
     
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8 replies since 8/7/2009, 14:18   107 views
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