Un inaspettata avventura

Pezzettino di un libro che stò scrivendo

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  1. Ixumy
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    Portavoce dello sticazzismo

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    terza parte!
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    Cap. 2
    Ultimi giorni per stare a casa

    I giorni seguenti furono tutti uguali, tanto che quasi Cecilia si scordò dell’incontro con quello strano ragazzo, fino al loro incontro seguente, nel mattino dell’ultimo giorno di scuola subito prima di entrare lo incontrò di nuovo. Come la prima volta, il tempo s’era fermato. Lei partì a parlare più sicura e seria che mai. <chi sei per dirmi cose come quelle dell’altro giorno?>
    <uno che spera nella salvezza dell’universo.>
    <il nome.>disse seccata Cecilia
    <doriax. Mi chamo Doriax.>
    <bene, almeno questo lo so. Io sono>
    <cecilia.Lo so.> la interruppe Doriax
    <come fai a saperlo?> chiese insospettita
    <sono stato scelto per controllarti. E difenderti.>
    <difendermi da chi?> chiese spaventata come il primo giorno del loro incontro
    <questo non posso dirtelo. Non ancora, perlomeno.>
    <e quando me lo dirai?>
    <non credo che sarò io a dirtelo.>
    <e chi sarà?>
    <non io.>
    <allora dimmi chi sarà a dirmelo!> alzo la voce la ragazza
    <non posso.> rispose cercando di mantenere la calma e quello che sembrava essere un segreto
    <perché non me lo dici?> disse seccata
    <non posso.>
    <perché?> quel ragazzo faceva pena a Cecilia
    <e’ un segreto.>
    <anche il perché è un segreto?>
    <serve per mantenere l’ordine nell’universo. E per salvarmi anche io la pelle.>
    <che intendi dire?>
    <se svelassi questo segreto verrei ucciso.> disse lui abbassando il capo
    <scusa.>
    <ora devo andare, sto rischiando già abbastanza dicendoti il mio nome e il mio obbiettivo: io dovevo solo> lei lo zittì con la mano <se mi dici anche il tuo obbiettivo non rischi ancora di più?>
    <dicendoti solo che io ti dovevo mettere in guardia e basta, no, tanto te lo avrei detto comunque.>. Il ragazzo sparì, questa volta davanti a Cecilia. Sotto il cappuccio si intravide un sorriso molto dolce che venne ricambiato dalla piccoletta. Per sparire faceva congiungere gli indici e i pollici tenendo le altre dita chiuse verso l’interno.
    Cecilia guardò il vuoto, dove prima c’era Doriax, con un sorriso. Disse a bassa voce, rivolta al giovane incappucciato non più davanti a lei <non ti preoccupare, aspetterò il “momento più opportuno”. Ci si vede.>

    Entrata in classe, con un sorriso in viso, il suo compagno più idiota che aveva preso come routine prendere in giro Cecilia, fu il primo a salutarla e ad augurarle buona fortuna per l’anno dopo, consapevole che lui, invece, non avrebbe passato l’anno <grazie mille, Simone.>
    <non potevo dire altro…> si interruppe avvicinandosi alla compagna come se dovesse confidarle un segreto <mi sei diventata simpatica col tempo, sai? Ma non dirlo a nessuno: mi rovinerebbe la reputazione.>
    <solo se tu farai in modo che io diventi un po’ più popolare, ok?>
    <certo!>

    La giornata passò tra giochi felici e saluti cordiali e amichevoli. Molti avevano portato dei regali per i compagni o i professori più cari. Cecilia ne portò uno da parte anche dei suoi tre amici alla professoressa di francese, la Montalto, una donnina pacata, molto bella e dolce, era una collana d’argento con una pietra che cambiava colore a seconda del punto di vista variando tra il blu, il viola e il rosso come ciondolo. Quando il regalo arrivò al destinatario, sul viso rugoso della donna naque un sorriso sorpreso e addolcito. Si vedeva che era sul punto di piangere dalla felicità: era una donna molto sensibile a cui bastavano cose semplici per essere felice. Era tanto contenta che tolse a tutti la metà dei compiti assegniati.
    Quando la giornata di scuola era al termine, nell’ultimo minuto rimbombò per tutta la scuola il conto alla rovescia di tutti gli alunni e qualche professore, preciso come un orologio. All’uscita tutti corsero fuori dai cancelli gridando cose diverse, mentre le terze tiravano insulti a quella che per loro era una prigione dove bloccavano le ali al futuro, da cui sembrava non riuscire più ad uscire. Era così tutti gli anni eppure quest’anno c’era una persona che non gridava e correva verso il cancello: Cecilia era preoccupata per Doriax. Che cosa gli avrebbero fatto se avessero scoperto che lei sa più di quanto dovesse? Lo avrebbero già ucciso solo per il nome e facendole capire che il suo obbiettivo non era solo metterla in guardia ma anche controllarla e proteggerla? Non ci poteva pensare. –Stai tranquilla, Cecilia.Non gli succederà niente- pensò titubante.

    Passò una settimana di allenamenti con i suoi amici dallo zio di Alex e chiacchierate in famiglia prima che si incontrassero dinuovo, Cecilia e Doriax. Come sempre il tempo si fermò.La prima a parlare, preoccupatissima, fu Cecilia <cosa ti hanno fatto?>
    <niente, stai tranquilla. Hanno detto che è importante che tu sappia tutto.>
    <tutto? Riguardo che cosa?> Doriax interruppe l’amica prima che fece una terza domanda <che tu sappia tutto al momento più opportuno, che non è adesso.>
    Cecilia sbuffò <mi dici quando sarà il momento più opportuno, perfavore?> disse scocciata
    <non lo so. Però non è ancora arrivato.>
    <e se non lo sai, come fai a sapere che non è questo?>
    <perché non hai ancora> si interruppe all’improvviso <non ho ancora?>
    <non posso dirlo.>disse quasi piangendo, mentre Cecilia sbuffava <ok, vorrà dire che aspetto ancora un po’. Un bel po’…> sbuffò ancora <ora devo andare.>
    <aspetta!> lo fermò la piccoletta <cosa c’è?>
    <tornerai, vero? Nel “momento opportuno”.>
    <certo! Stai tranquilla.> lui fece per andarsene, ma la mano destra venne fermata da quelle della ragazzina <posso vedere il tuo viso?> chiese lei con un tono di supplica <e’ sempre coperto da quel cappuccio, e così non lo vedo. Lo posso vedere?> continuò lei <prossima volta. Te lo prometto.>
    <e quando sarà?>
    <nel “momento più opportuno, in quel momento verrò, ti dirò tutto e ti farò vedere il mio voso. Promesso!>
    <giuri?> chiese lei sorridendo <giuro.> risposendo anche al sorriso. Cecilia allentò la presa della mano di Doriax e lo guardò sparire, con una lacrima che sendeva giù per la guancia, col dubbio di quando sarebbe tornato.
     
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