Un inaspettata avventura

Pezzettino di un libro che stò scrivendo

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  1. Ixumy
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    Portavoce dello sticazzismo

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    io mi diverto a scrivere libri, il primo l'ho iniziato in 2° elementare ma non l'hopiù continuato. Poco fa mi è venuta un idea e ora ve la presento. Questo è solo l'inizio, poi lo continuo naturalmente.
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    Cap. 1
    Cecilia di Torino


    Era una mattinata calda, la fine della scuola si stava avvicinando sempre di più e tutti gli alunni, compresa Cecilia, erano stanchi e stufi della scuola.
    Cecilia era una tredicenne e da sempre viveva nella citta di Torino. Il viso era molto bello: fine, occhi a quasi a mandorla con ciglia lunghe, naso con una piccola gobbetta quasi invisibile, labbra carnose e capelli lunghi, ondulati di un nero corvino stupendo. Da quando era bambina voleva essere un’attrice. Questo, perlomeno, era quello diceva a tutti, ma, in realta, lei sogniava che le storie di eroi, magia, creature oscure fossero vere, voleva vivere almeno quella di uno splendido libro che stava leggendo, preso dalla storia di un videogioco che lei amava tanto: “Kingdom Hearts”. Questo libro parlava di un ragazzo normale, Sora, che viveva in un posto in riva al mare, vicino ad un’isoletta molto bella. In questa isola ci andava con i suoi migliori amici, Riku e Kairi, e stavano fabbricando una zattera per andare a vedere il mondo intero e, chissà, anche un altro mondo. Però, un giorno, delle misteriose creature oscure arrivarono nell’isola, Sora cercò di combatterle, ma non ci riusciva, cosi andò a cercare il suo amico Riku che, dopo aver deto di non aver paura dell’oscurità, ne venne risucchiato.Quando l’oscurità davanti a lui sparì, Sora si ritrovò con una chiave in mano (non poco grossa, a dirla tutta), non ci fecie caso: iniziò a combattere contro le strane creature, facendosi strada verso il loro nascondiglio, li trovò l’amica dall’espressione rintontita, gli venne addosso come scaraventata e allo stesso modo lui venne buttato fuori dalla caverna. All’improvviso si trovò davanti ad un mostro enorme, oscuro e spaventosamente simile a lui, dopo averci combattuto si trovò, infine, in uno strano mondo, completamente diverso da casa sua.
    Cecilia era arrivata qui nel libro e nel gioco si era bloccata nel combattimento contro l’enorme mostro spaventosamente simile a Sora.Pazienza, aveva il libro e poteva sapere come sarebbe andata avanti la storia.
    La giornata scolastica era stata veloce e divertente, per una volta, anche se stancante.
    Tornata a casa, Cecilia era morta di stanchezza eanche se mancava ancora una settimana di scuola, si buttò a capofitto nel suo comodo e morbido letto, nella camera che divideva con Simona, la sorella maggiore e maggiorenne.
    La porta si aprì e si richiuse <ciao Cecilia!>. La ragazza alzò di scatto la testa dal cuscino appiattito dal tempo sibilando un lento <ciao, Simona.> con un filo di voce.
    Simona era una ragazza di 18 anni molto dolce,bionda con un viso simpatico e una voce quasi sinfonica.

    Il giorno seguente, Cecilia era contenta e riposata, così andò in giro con i suoi amici: Giuseppe, un tipo ciaciotto con un vocino assurdo, Anna, biondina molto simpatica ma bruttarella, e Alex, ragazzo tanto carino quanto simpatico. A dirla tutta, lei ne era cotta. Durante l’estate andavano sempre al parco abbandonato dallo zio di Alex, Mauro, ad imparare ad usare la spada: a tutti, sapecialmente a Cecilia, affascinava molto la spada: piccole o grandi dimensioni che siano la spada può essere sempre potente e letale se ben usata (ma anche pericolosa se mal usata).
    Ormai Mauro era diventato il Maestro in quei giorni, era un uomo sulla quarantina, col pizzetto, viso sempre serio, molto robusto di corpuratura e con una bellissima voce, molto profonda, ma spesso era un granburlone.
    <oggi ci alleneremo nel combattimento uno contro uno: Giuseppe vai contro Anna. Dopo, Alex , > fece girandosi verso il ragazzo <tu andrai contro Cecilia questa volta.> si girò verso Cecilia e le fece un ghigno divertito notando il disagio della ragazza.
    Lo scontro fu molto veloce e impacciato, mentre quello tra Cecilia e Alex, all’inizio si vedeva la paura della ragazza, poi, appena calmata, la battaglia tra i due prese la forma di una danza. Nel primo scontro, il vincitore fu Giuseppe e nel secondo Alex.
    Arrivò la sera e l’ora di tornare a casa, tutti salutarono l’uomo, si divisero per le proprie strade e andarono. Cecilia desiderava che almeno una volta Alex la accompagniasse, almeno per un po.Poi sentì la voce del ragazzo, non si girò perché era arrossita <senti, mia madre mi ha dato la lista della spesa, visto che il mercato è vicino a casa tua pensavo di poter fare a strada con te, almeno fino al mercato. Hai voglia?> la ragazza era più rossa di un peperone e agitatissima <v…vabbene!Certo.>.
    Lungo tutto il tragitto, Cecilia tenne la testa bassa nel terrore che l’agitazione si vedesse in faccia. Al posto di parlare balbettava dall’agitazione <ti ringrazio di aver accettato: non avevo di farmi la strada dasolo!>
    <g…gia, neanche io.> Alex era molto rilassato e si divertiva a cercare lo sguardo dell’amica
    <dai, tira su il viso.>lei obbedì, tremando <eccoti!> fece con una risata.Lei riabbassò di scatto il viso temendo fosse arrossita, lui sospirò. <sai, oggi sei stata molto brava.> Cecilia rialzo il viso a punto interrogativo <sai, nella sfida che ha organizzato mio zio, oggi, mi hai dato filo da torcere. E’ stato divertente!>
    <davvero? Grazie!>

    Edited by @ Tifa 96 @ - 16/7/2009, 17:50
     
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