L'Ascesa della Notte (capitolo 1)

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  1. CieL°
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    SPOILER (click to view)
    Piccola premessa: quanto segue sono il prologo e il primo capitolo di un libro science fantasy che sto scrivendo con alcuni amici. Ad essere precisi, a scrivere la versione finale della storia sono io ma tutto il resto (trama, personaggi ect. ) sono frutto degli studi fatti assieme agli altri autori. Se c'è qualche anima volenterosa che si sente di leggerlo tutto e commentare mi farebbe un grosso piacere :asd:


    Prologo
    8 anni prima…


    Sembrava una sera d’estate come tutte le altre. Il sole era già tramontato e tutto l’orizzonte circostante era tinto di rosso, mentre le nuvole in cielo erano colorate d’oro.
    I piccoli animali di un boschetto, come scoiattoli e leprotti, scappavano al rumore di passi vicini.
    Un uomo incappucciato vestito con un soprabito bianco e, alla cintura, numerose armi, avanzava tranquillamente per quel sentiero sterrato, verso il suo bersaglio.
    La missione quel giorno era uccidere Ahyakun, un politico orientale, nascostosi in quelle parti proprio per sfuggire all’organizzazione di cui faceva parte l’uomo incappucciato.
    Un’ organizzazione di assassini.
    Il loro scopo era quello di eliminare dal sistema planetario di Nibiru i politici corrotti, sostituendoli con altri al servizio dei Sicari, per agevolare le loro missioni fino al loro obbiettivo finale: costruire un mondo ideale per tutti.
    Mentre continuava a passo sicuro, l’assassino pensava fra sé e sé che il gruppo dei Sicari della Notte si stesse rammollendo, e di come il Governo si stesse spingendo sempre più sul piede di guerra per eliminarli. C’era bisogno di una svolta, ma l’assassino non voleva aspettare oltre.
    Lui e pochi altri dell’organizzazione stavano cospirando ad un rovesciamento dei Sicari, per poi distruggere il Governo e rimpiazzarlo con uno nuovo che gli avrebbe permesso di regnare incontrastato in tutto il sistema.
    Il Sicario dovette però interrompere i suoi pensieri quando finalmente giunse ad una piccola abitazione di legno in mezzo al boschetto.
    Era una casa molto piccola e spartana, all’esterno c’era solo una porta e alcune finestrelle che davano all’interno. Sul tetto vi era anche un comignolo fumante.
    Da dentro una piccola bambina si accorse dell’avvicinarsi dell’uomo e andò ad aprire alla porta prima ancora che questo potesse bussare.
    - La piccola Nidrial! - pensò l’assassino riconoscendo all’istante la nipote.
    La bambina non poteva avere più di dieci anni. I lunghi capelli rossicci ricadevano sui delicati lineamenti del viso, creando un elegante contrasto con i suoi penetranti occhi verdi.
    Nonostante fosse sorpresa di trovare un estraneo incappucciato sull’uscio di casa, la bambina salutò molto educatamente << Buonasera signore! >>
    << Buonasera piccola - rispose l’uomo, ancora incappucciato - Tuo padre è in casa? >>
    << E’ uscito con un amico, ma se vuole può lasciargli un messaggio >> rispose gentilmente la piccola.
    << Preferirei dirglielo di persona. Sai dove posso trovarlo? >>
    << Mi spiace, ma questo non lo posso dire >>
    << Ho capito >> concluse l’uomo allungando il braccio a mano aperta verso il viso della bambina.
    Nidrial sembrava non capire, ma quando una luce verdognola avvolse la mano di quest ultimo il suo viso cambiò espressione, impaurita. Poco dopo quella fievole luce investì in pieno il viso di Nidrial, che cadde a terra priva di sensi.
    Subito dopo l’uomo si caricò la piccola sulle spalle e la riportò in casa, poggiandola distesa sul divano. Stava per andarsene, quando sentì arrivare dei passi dalla cucina. Reika, la moglie di suo fratello, lo affrontò con decisione con coltello da cucina.
    << Cosa hai fatto alla mia bambina? >> chiese furiosa la donna.
    << Tranquilla Reika, non l’ho uccisa >> rispose l’uomo togliendosi il cappuccio.
    La donna quasi collassò appena vide in volto l’uomo: i lunghi capelli neri, scuri e lisci e la barba incolta; ma erano soprattutto gli occhi dalle pupille rosso sangue a rendere l’individuo inconfondibile.
    << Cosa vuoi, Mion? >> chiese ancora Reika.
    << Parlare con mio fratello >>
    << Vattene via! >>
    << Dimmi dov’è >>
    << VATTENE! >> urlò infine la ragazza con tutto il fiato che aveva in gola.
    Mion soffiò spazientito, poi estrasse dalla fondina una pistola, la sua preferita, l’Operator.
    << Dimmi dove si trova Quinn o faccio fuori prima tua figlia, poi te >> minacciò lui.
    Reika cercò di resistere << E’ tua nipote… non saresti capace. >>
    << Vogliamo scommettere? >> chiese ancora Mion, premendo leggermente sul grilletto.
    La ragazza scoppiò a piangere, cadendo a terra in ginocchio.
    << E’… è andato a fare una passeggiata con il suo cliente - balbettò a bassa voce Reika, mentre si passava una mano sul viso per asciugarsi le lacrime - Dovrebbero tornare a minuti. >>
    Mion le si avvicinò appena e concluse << Hai fatto la scelta giusta, donna, ma ora dormi… >> e poggiando una mano sui capelli corvini della cognata, ripeté lo stesso incantesimo inflitto alla nipote.
    Subito dopo anche sua cognata cadde in un sonno profondo, ma stavolta senza preoccuparsi di sistemarla sul divano, uscì direttamente di casa per aspettare il ritorno dei due bersagli.

    Mion non vedeva suo fratello da diversi anni, l’ultima volta era stato il primo compleanno di Nidrial. Dopo d’allora non si erano più visti. Anche in quell’occasione litigarono sulle loro decisioni, quella di Mion di diventare un assassino e quella di Quinn di diventare un Ranger.
    I Ranger erano un’unità di guardie del corpo creato dal Governo, specializzati per i Sicari della Notte.
    Eliminare le guardie del corpo non era obbligatorio, ma fortemente consigliato.
    Non che a Mion importasse granché, ma in momenti come quelli ogni sorta di legame perdeva valore.
    Il sole era scomparso del tutto e stava sorgendo la luna quando finalmente si potevano scorgere nella vegetazione i due uomini tornare dalla loro camminata. Uno era basso e paffutello, quasi calvo vestito bene. Il più alto invece aveva i capelli rossi e vestiva con una semplice tuta.
    << Non è possibile… >> commentò ad alta voce il più alto, accorgendosi del fratello.
    << Cosa? >> chiese un uomo paffuto lì accanto, il politico orientale Ahyakun.
    << I Sicari! Ci hanno già trovati! >> rispose prontamente il Ranger, mentre prendeva fra le mani una grossa ascia argentata. Il politico prese a correre da dove era venuto, lasciando lo scontro ai due che avanzarono lentamente verso l’altro, entrambi con lo sguardo carico d’odio.
    << Sembra che siamo arrivati alla resa dei conti, fratellino >> disse Mion con un falso tono fraterno.
    << Era ora >> ribatté Quinn con un tono seccato.
    Mion estrasse dalla cintola una lunga katana dalla lama avvelenata, lasciatagli in eredità dal padre.
    I due rimasero a studiarsi per qualche altro secondo, prima di partire entrambi in un attacco frontale.
    L’ascia di Quinn fermò il fendente della katana, ma Mion riusciva a tenergli testa.
    Il loro viso era a pochi centimetri l’uno dall’altro. I loro occhi pieni di rabbia s’incrociarono, entrambi speravano per l’ultima volta.
    I due fratelli ritirarono le armi per togliersi da quella posizione scomoda, che non avrebbe regalato la vittoria e nessuno dei due. Quinn fu più rapido e prese rapidamente ad attaccare, ma il fratello aveva un’arma più leggera che gli permise di parare tutti i colpi senza problemi.
    Due persone che, come loro, avevano ricevuto lo stesso insegnamento, pur essendo molto diversi nel modo di pensare, nel modo di combattere erano assolutamente identici.
    Quando Quinn si accorse di ciò, capì che continuando così non avrebbero mai risolto nulla, serviva una strategia, quindi attaccò nuovamente Mion, stavolta con l’intento di mancare di proposito il fratello, che quando provò a difendersi con la katana, fece cadere a vuoto l’azione.
    Per quei pochi secondi Mion ebbe la guardia scoperta e fu allora che il Ranger riuscì a colpire il viso del fratello con una magia di fuoco, che gli ustionò la faccia.
    Mion si accasciò al suolo lamentandosi del dolore provocatogli dalle fiamme e il fratello ne approfittò pestandogli la mano per fargli perdere la presa dell’arma e attaccò immediatamente dopo con la sua ascia argentata il fratello alla schiena, che non ebbe il tempo di reagire e spirò.
    Il Ranger osservava soddisfatto suo fratello disteso al suolo in una pozza di sangue.
    Ma accadde l’incredibile: il corpo di Mion sparì senza lasciar traccia, come soffiato via dal vento.
    Quinn si girò istintivamente e trovò Mion, ancora integro e per di più con la sua Operator in mano, puntata all’altezza della testa.
    << Mai sentito parlare di cloni, fratellino? >> chiese con sarcasmo il Sicario. Poi sparò.
    Mion rimase qualche secondo a contemplare il corpo del Ranger, senza tradire una sola emozione.
    La luna si era già alzata nel cielo: si stava facendo tardi, quindi Mion, per evitare di trattenersi oltre, partì per il bosco all’inseguimento di Ahyakun.
    Trovarlo non sarebbe stato difficile, ucciderlo ancor meno.


    Capitolo 1
    Promesse


    La luce del sole entrava nella stanza da letto dalla finestra; non era una molto forte, ma bastò per svegliare Nidrial, che nonostante l’ora ancora dormiva.
    La giovane alzò la testa dal cuscino scostando i suoi capelli rossi, giusto per vedere che ora fosse.
    - È tardi… - notò mentre le lancette segnavano quasi le otto e mezza e alzandosi subito dopo.
    Mentre si vestiva la ragazza ripensava al sogno che aveva fatto. Ormai era lo stesso da anni: una grande mano aperta a pochi centimetri dagli occhi che poco a poco s’illuminava di verde. Da quando quella sera d’otto anni prima un estraneo l’aveva addormentata con la magia, Nidrial aveva sempre diffidato di essa…

    Pioveva. In pochi minuti il tempo era cambiato drasticamente e i sentieri erano diventati spugnosi.
    << Nidrial! - la chiamava Reika – Torna qui! >>
    Ma la bambina non l’ascoltava più, pensava solo a trovare il padre.
    << Aspettami Nidrial! >>
    Dopo una lunga corsa nel bosco, finalmente le due donne trovarono Quinn…o almeno il suo corpo.
    << Papà… >>
    << Nidrial, andiamo via >> disse Reika, cercando di prendere in braccio la figlia.
    << No! >> rispose lei cercando di liberarsi dalla presa della madre.
    << Nidrial, ti prego… - supplicò la donna, mentre le lacrime cominciarono a sgorgarle dagli occhi – Torniamo a casa >>
    << Non voglio… non voglio lasciare qui mio padre >>
    << Nidrial… >> disse ancora la madre, ma non sapeva come continuare; sentiva che le forze cominciavano ad abbandonarla, quindi si aggrappò ad un albero per non cadere a terra. Reika si asciugò le lacrime, ma subito dopo altre di esse bagnarono nuovamente il suo viso. Nidrial invece guardava senza parole il cadavere straziato del padre. I suoi occhi verdi sembravano vuoti, così come la sua espressione. Si abbassò in ginocchio e poggiò la testa sul petto del padre, ma era già diventato freddo. Strisciò le dita sul terreno, senza curarsi del sangue che le sporcava le mani.
    Infine si rialzò e prese fra le mani l’ascia argentata del genitore che era caduta a terra poco prima.
    << Nidrial – chiamò ancora la madre – Cosa vuoi fare? Mettila giù! >>
    Ma il suo sguardo non era più vuoto: era iracondo e determinato come quello del padre.


    Ogni mattina lo sguardo della rossa ricadeva sull’ascia argentata, e ogni volta quei ricordi le riaffioravano.
    Quella sera lei e sua madre Reika si fecero una promessa: non avrebbero mai mollato. Di qualunque tipo sarebbero state le avversità che le si sarebbero poste innanzi, le avrebbero superate insieme, come ogni famiglia.
    Con lo scorrere degli anni però dentro Nidrial crebbe ardente un desiderio, e se avrebbe continuato a vivere con la madre non avrebbe mai potuto realizzarlo.
    Pur di trovare quell'uomo vestito di bianco che aveva ucciso il padre, la ragazza scappò di casa con l’obbiettivo di entrare nei Ranger. In questo modo le sue ricerche su quel delinquente sarebbero state più facili, e quando sarebbe riuscita nel suo intento avrebbe finalmente realizzato quel desiderio per il quale aveva abbandonato la madre, sperando ogni giorno che l’avesse perdonata, quello stesso desiderio che giurò di realizzare già sul cadavere del padre: vendicare Quinn con la sua stessa ascia!
    All’epoca aveva dieci anni, adesso ne aveva diciotto. Dopo soli quattro anni di duri allenamenti e scontri all’ultimo sangue era riuscita a diventare una delle migliori allieve Ranger.
    Nonostante tutto c’erano ancora delle persone per le quali portava molto rispetto, come il suo insegnante e tutore Furcas… ma se avesse fatto nuovamente tardi si sarebbe beccata un’altra lavata di capo, quindi dopo essersi vestita si recò velocemente verso la cucina, prese una fetta di pane che avrebbe mangiato lungo la strada e uscì di casa.
    Quando arrivò all’accademia gli allievi erano già ai loro posti e la cattedra vuota.
    << Che fortuna >> pensò Nidrial mentre si avviava al suo posto.
    << Già, che fortuna… >> rispose una figura seduta accanto a lei.
    << M-maestro Furcas – balbettò la rossa – Non l’avevo vista! >>
    Furcas sospirò << Nidrial, fra le mie allieve sei senza dubbio la più brava, ma un buon ranger non può essere ritardatario… e nel tuo caso anche recidivo! >>
    << Certo maestro, mi perdoni >>
    << Come ogni giorno >> rispose l’uomo alzandosi dal banco e dirigendosi verso la cattedra.
    Il maestro era un uomo di mezz’età, dai lunghi capelli biondi e la barba cespugliosa. Ad una prima impressione sembrava una di quei normali insegnanti ferrei e scrupolosi, ma in verità Furcas era molto più aperto mentalmente e il rapporto che tendeva ad avere con gli allievi era più basato sull’amicizia che sul rispetto. Quando insegnava era certamente serioso, ma sapeva come non annoiare gli studenti.
    << Dunque, stavamo approfondendo il pianeta Valhalla: come già dovresti sapete è un mondo un po’ fuori dal comune, in quanto non vi è un normale posizionamento astrale. La sua composizione sembra essere fatta solo ed unicamente di nuvole >>
    << Scusi maestro, ma non ho capito cosa intende per nuvole >> chiese uno degli studenti.
    << Beh, come noi abbiamo la terra sotto i piedi e i valhalliani le nuvole, non mi sembra troppo difficile, soprattutto per te che hai perennemente la testa fra le nuvole! >>
    La classe scoppiò a ridere, compreso il ragazzo, che divenne rosso come un peperone.
    <<tornando alla lezione – continuò Furcas - Nidrial, tu dovresti già conoscere la sua struttura politica, dico bene? >>
    << Monarchia >> rispose prontamente la ragazza.
    << Monarchia, ottimo. Non che centri granché con la lezione, ma penso che vi interessi essendo voi apprendisti Ranger: proprio in questo periodo dell’anno Hodin, l’attuale re di Valhalla, inaugura la cerimonia dove ogni anno nove giovani ragazze guerriere vengono dichiarate Valchirie dal loro monarca… si potrebbero definire le Ranger valhalliane! >> affermò Furcas subito prima che le campane della cattedrale interrompessero la lezione.
    << Già le nove? >> si chiese il maestro passandosi le dita fra la barba arruffata. Gli allievi stavano già uscendo dall’aula ma Furcas fece in tempo a richiamare Nidrial.
    << Sì, maestro? >> chiese la ragazza.
    << Oggi ho scelto di parlare di Valhalla per il semplice motivo che avrei una missione da assegnarti in quel luogo… >>
    << Un’altra? Quante ne devo fare ancora prima che verrò promossa ufficialmente a Ranger? >>
    << Sei proprio una gran testarda ed impaziente Nidrial, proprio come tuo padre, neanche a Quinn piaceva aspettare a lungo… ma stavolta puoi ritenerti fortunata: non ho intenzione di farti la ramanzina, dato che questa missione proviene dai piani alti del Governo >>
    << Quindi… questa missione sarebbe più una specie di prova? >> chiese la ragazza mentre le si illuminavano gli occhi.
    << Per testare le tue abilità prima della promozione a Ranger, esattamente >>
    Nidrial cominciò a saltare e a lanciare via i suoi appunti per la gioia.
    << Ehi calmati, o ti farò bocciare prima ancora che tu sia partita! >>
    << Mi scusi maestro – rispose la ragazza fermandosi, ancora entusiasta – E quando dovrei partire? >>
    << Anche subito, se vuoi. Stavolta però non dovrai proteggere nessuno, devi solo assicurarti che la cerimonia d’inaugurazione delle Valchirie si svolga per il verso giusto >>
    << C’è il rischio di un attentato? >>
    << È solo una diceria, ma è sempre meglio andarci delicati in situazioni del genere >>
    << Capisco… dove mi devo recare di preciso? >>
    << La celebrazione si svolge come sempre al palazzo reale. Chissà che durante la cerimonia non possa imparare qualcosa dalle Valchirie… >>
    << Lo spero – rispose sorridendo la rossa – Allora vado a preparare i bagagli! >>
    << Un’ultima cosa, Nidrial: sono pur sempre voci, ma pare che gli attentatori siano un gruppo di assassini vestiti di bianco… >>
    A quelle parole alla ragazza si gelò il sangue nelle vene. Prese fiato e dopo essersi calmata si congedò.

    << Zedai, l’obbiettivo della tua missione è il re di Valhalla, Hodin >> spiegò Mion.
    Zedai stava seduto scomposto sulla sedia con fare annoiato. La bocca ben serrata, i piccoli occhi neri socchiusi. Ogni tanto dondolava la testa, come per distrarsi, scuotendo anche i suoi lunghi capelli verde acqua. << Bene >> rispose il ragazzo alzandosi in piedi.
    << Pare sia tentato di trasformare la monarchia valhalliana in un regime dittatoriale, e... >>
    << Mi basta sapere chi devo ammazzare, non m’interessa il motivo >> lo interruppe Zedai.
    Mion sospirò << Lasciati almeno dire chi sarà il tuo compagno >>
    Zedai soffiò indispettito, pensava che per un lavoro del genere i compagni fossero delle palle al piede.
    << Haliree si trova già sul posto >> puntualizzò il capo.
    << Haliree? Allora la cosa potrebbe farsi interessante! >> chiese Zedai con una strana luce negli occhi appena prima di uscire dalla stanza.

    Valhalla.
    Un esercito di ragazze sfilava per le strade di nuvole dirigendosi verso il palazzo reale del pianeta.
    Erano un centinaio di giovani guerriere, tutte vestite con lo stesso modello di corazza: un elmo a punta, dei pantaloni di stoffa per potersi muovere comodamente e un corpetto azzurro dove sulla schiena erano situate un paio d’ali d’aquila che sembravano essere ansiose di sollevarsi. Inoltre ognuna di esse aveva una propria arma.
    Il popolo valhalliano osservava con estremo interesse e curiosità le giovani guerriere che, solo nove fra loro, sarebbero diventate Valchirie. Dopo aver sfilato per le principali vie della capitale finalmente il plotone di ragazze si diresse verso il palazzo reale, dove si sarebbe conclusa la cerimonia.
    Il palazzo si presentava come un enorme castello medioevale immerso nel verde di un giardino ben curato. Agli angoli vi erano numerose statue di gloriose Valchirie passate adornate delle loro vere armi e le strade erano guarnite agli angoli di piccole fontane e laghetti artificiali.
    Le guardie erano posizionate simmetricamente agli argini delle strade per evitare la presenza di intrusi.
    Arrivate alle mura del palazzo solo pochi fortunati, per lo più aristocratici, poterono seguirle ulteriormente per osservare la funzione. Alcuni nobili erano già entrati nel castello e con loro anche Nidrial, vestita in borghese, che sembrava attendere più di chiunque altro l’arrivo delle ragazze.
    Non appena l’esercito entrò nel salone queste si disposero esattamente nel centro della stanza, di fronte al trono dov’era seduto il re. Hodin si presentava come un uomo alto e possente. Vestiva con una pesante armatura d’argento e sotto s’intravedeva uno scaldamuscoli rosso. I suoi lineamenti erano molto precisi e aguzzi, il viso era ricoperto da numerose rughe crespe, gli occhi erano scuri come la notte e aveva una lunga barba bianca che gli scendeva fino all’altezza dell’ombelico. In testa teneva un grande corona placcata d’oro e bronzo, mentre fra le mani impugnava una lunga spada massiccia.
    << Una Valchiria – cominciò Hodin con la sua voce possente e saggia – ha il compito di difendere il proprio signore e deve essere pronta a sacrificare la propria vita per salvare quella del suo signore. Perso l’onore una Valchiria non è più nulla, il suo cuore si svuota dell’orgoglio e la sua anima sarà lasciata al suo onore, ormai miserabile. Questo è essere una Valchiria, e questa è la vostra promessa! >>
    << E NOI LO PROMETTIAMO! >> gridarono in coro le guerriere.
    Nidrial si fece poco più avanti per osservare meglio, ma involontariamente urtò il fianco di una donna accanto a sé. << Mi scusi >> chiese la Ranger assicurandosi di non aver fatto danni.
    << Non si preoccupi – disse lei con un sorriso stampato – Non è nulla >>
    << Grazie >> concluse Nidrial osservando per un secondo la bellezza della ragazza: era molto giovane. I lineamenti del suo viso erano molto graziosi e femminili, la pelle cerulea era in contrasto con i capelli neri tendenti al blu e gli occhi, molto grandi, cremisi.
    Nidrial si sbrigò a distogliere lo sguardo per riprendere ad osservare la funzione mentre il re era già sceso dal trono per indicare con la sua spada le nove Valchirie: Hodin camminava avanti e dietro scrutando una ad una le numerose ragazze che attendevano con ansia di essere chiamate; infine si fermò, fece un respiro profondo e si fece portare da un servo un piccolo cuscino viola dove erano situate sopra le collane di riconoscimento delle Valchirie.
    Hodin ne prese una a caso, lesse il nome scalfito su di essa e poi chiamò << Brunilde! >>
    Una ragazza bruna e abbronzata si fece avanti e avanzò fino al cospetto del re, che fece passare il filo della collana per la testa della guerriera. Poi poggiò la sua spada sulla testa di Brunilde e dichiarò ad alta voce << Brunilde, è il re, il signore che sempre dovrai difendere anche a costo della vita, che ti nomina Valchiria del regno di Valhalla! >>
    La ragazza si alzò in piedi e prima di allontanarsi rispose << Per il mio onore difenderò il mio re! >>
    Il re prese un’altra collana, lesse il nome e poi chiamò << Hilde! >>
    Un’altra ragazza si fece avanti fino al re e ripeterono il rituale.
    Dopo di lei Hodin chiamò altre sei guerriere: Sigfrida, Sugrin, Svava, Thrud, Hosn e Freja.
    Infine chiamò anche l’ultima << Celia! >>
    La ragazza appena nominata aveva osservato con estrema devozione il suo re durante tutta la cerimonia e ormai non sperava più di essere chiamata, tanta era l'emozione che Hodin dovette ripetere il nome prima che questa si smosse dalla sua posizione scultorea.
    I lunghi capelli ambrati erano raccolti in una lunga treccia dietro la schiena e gli occhi viola riflettevano tutto il suo odio per chi l’aveva abbandonata da piccola. Alla cintola portava la sua arma, una lunga lama anch’essa di color viola, che chiamava Revengard.
    Quando arrivò davanti al re la bionda s’inginocchiò che era ancora tremava.
    << Celia, è il re, il signore che sempre dovrai difendere anche a costo della vita, che ti nomina Valchiria del regno di Valhalla! >>
    Celia deglutì, si sentiva il cuore in gola, poi rispose << Per il mio onore difenderò il mio re! >>
    Le nove Valchirie appena elette si misero in una riga composta e le persone applaudirono fragorosamente le ragazze; subito dopo l’orchestra cominciava a suonare per i festeggiamenti.
    Le persone cominciarono a danzare sul ritmo della musica. Nidrial intanto stava poggiata al muro a controllare la situazione: persone incappucciate di bianco non se ne vedevano ancora.
    - Meglio così – pensò lei – Almeno non dovrò preoccuparmi degli Emissari del Buio… -
    Si guardò intorno l’ennesima volta e non vide nulla di sospetto. Stava per andarsene quando notò che la ragazza mora che aveva urtato poco prima si trovava in compagnia di un ragazzo ben vestito.
    << Ce ne hai messo di tempo per arrivare, Zedai >>
    << Non farmi la ramanzina Haliree, sono già nervoso di mio >>
    << Come mai? >>
    << Come se t’importasse veramente… >>
    << Si, in effetti non m’interessa, fa come vuoi >>
    Zedai sbuffò quasi spazientito << Allora diamoci una mossa, così ci leviamo subito ‘sta rottura >>
    << Non darmi degli ordini >> lo rimproverò lei.
    << Sono tuo superiore, cara numero 6, devi obbedire senza fiatare >>
    << Certo, numero 2 >> ribatté irritata la ragazza portando una mano sulla veste e tirando via un filo. La gonna, raggruppata fino ad un secondo prima, scivolò sulle gambe coprendo interamente il corpo ceruleo della ragazza. Poi fece altrettanto sulle spalle e sulla schiena: il suo abito elegante era diventato la divisa bianca degli Emissari del Buio.
    << E adesso diamoci da fare >> concluse Zedai togliendosi la giacca nera e mostrando la medesima divisa sotto i vestiti.
    I due si coprirono il viso col cappuccio e si mescolarono indisturbati fra la folla, come se fossero semplici ombre che nessuno fra gli invitati notava. Nidrial, che aveva fortuitamente assistito alla scena, cercò di pedinarli approfittando anch’essa della folla. Si concentrò su Zedai, che si muoveva in una zona più vicina a quella del re; l’aveva quasi raggiunto quando si sentì tirare da dietro i vestiti.
    << Allora ragazzina, ti piace la festa? >> chiese Haliree sorridendo malignamente.
    Nidrial però non fece in tempo a rispondere che l’altro assassino partì all’attacco verso Hodin sguainando una piccola falce nera e viola con un occhio sulla lama.
    Il re si accorse in tempo dell’Emissario e riuscì a parare fulmineamente il colpo con la sua spada.
    << Sei più agile di quanto pensassi >> commentò l’Emissario.
    << Sarò decrepito prima che degli insetti come voi possano sconfiggermi! >> ribatté Hodin furente.
    << Lo sei già! >> replicò Zedai facendo scivolare la sua falce sulla lama della spada dell’avversario fino ad arrivare all’impugnatura di quest'ultimo e a tagliargli la mano destra.
    Il re si accasciò a terra stringendo i denti e con la mano sinistra il polso mutilato, cercando di trattenere il sangue che usciva copiosamente.
    << Prega Sithis che ti mandi in un posto migliore dopo la morte, Hodin! >> esclamò malignamente Zedai alzando in aria la falce, se non che una lunga alabarda gli bloccò da dietro il colpo.
    << Avanti – incitò Brunilde – Fa vedere di che pasta sei fatto a noi Valchirie, assassino! >>
    Dietro di lui Thurd e Sigfrida si avvicinarono al re per proteggerlo e curarlo, mentre le altre impugnarono le loro armi e le puntarono alla schiena di Zedai.
    << Volentieri donne, ma sappiate che neanche se foste in venti potreste mettermi in difficoltà >>
    << Hai finito di fare lo sbruffone! >> esordì Sigfrida caricando il suo martello contro il nemico, che riuscì però a bloccare abilmente il colpo solo col piede destro.
    << E’ bloccato! – disse Hosn cercando con lo sguardo la Valchiria più vicina – Celia, colpiscilo! >>
    La ragazza strinse fra le sue mani l’impugnatura del suo Revengard e si preparò ad infilzare il fendente nel torace dell’assassino. Zedai però riuscì a poggiare entrambi i piedi sul martello di Sigfrida e a saltare in alto, evitando l’attacco di Celia che colpì invece la compagna Brunilde.
    << Mi hai risparmiato una seccatura, grazie >> enunciò Zedai atterrando in ginocchio proprio di fronte alla Valchiria, poi con le mani prese le gambe della ragazza e la fece cadere a terra.
    Lo folla di persone che erano venute ad assistere alla cerimonia intanto era già corsa verso l’uscita; Nidrial invece era rimasta a fronteggiarsi con l’Emissario.
    << Assassini! >> gridò la ragazza estraendo da una fondina sotto il vestito due piccole pistole e puntandole contro l’Emissario.
    << Quindi saresti una Ranger? >> chiese Haliree interessata.
    << Le mani dietro la nuca! >> ordinò Nidrial togliendo la sicura dalle sue armi.
    << Non ci sperare… >> rispose la ragazza cominciando a camminare verso il compagno.
    La Ranger provò a sparare ma non riusciva a controllare le dita come voleva.
    << Non vale la pena ammazzarti - commentò la mora osservando divertita la nemica – Non devo neanche impegnarmi per impossibilitarti a sparare >>
    << Come ci riesci? >> chiese Nidrial mentre le mani le tremavano per lo sforzo.
    Haliree sbuffò, come se risponderle fosse una seccatura, ma dopo spiegò << Poteri psichici. Mi basta volere che tu non mi spari addosso e non ci riuscirai >>
    << Penso d’aver capito… - ribatté la rossa buttando a terra le armi – Se io non voglio spararti addosso però la cosa non funziona! >>
    << Dopotutto non siete malaccio, voi Ranger… - commentò Haliree avvicinandosi all’altra ragazza – Ma per uccidermi non basterà >>
    << Preferisco catturarvi e interrogarvi per poter fermare il resto del vostro gruppo >> rispose Nidrial gettandosi addosso all’avversaria; le due caddero a terra ma Haliree riuscì a rotolare fino a quando non si trovò sopra l’avversaria, bloccandole le braccia con la sua presa psichica.
    << Catturarmi, hai detto? Mi spiace, ma ti ho anticipato >>
    << Vorrà dire che dovrò ucciderti! >> replicò Nidrial annullando il potere della nemica e facendo scivolare dalla manica sinistra un piccolo coltellino per colpirla allo stomaco.
    Haliree si alzò in piedi massaggiandosi la ferita; non era molto profonda, ma poteva peggiorare.
    Nidrial approfittò di quel secondo di distrazione per assettarle un calcio alle gambe. La mora cadde a terra in ginocchio, ma prima che l’altra potesse reagire nuovamente le lanciò un’occhiataccia che, col suo potere, la costrinse a star ferma.
    << Zedai – chiamò l’Emissario – Quanto ci metti? >>
    << Se non sei ancora diventata cieca vedresti che sono un po’ impegnato >> rispose il ragazzo mentre fronteggiava le altre Valchirie.
    << Lo diventerò presto se non ti dai una mossa >> ribatté la mora.
    << Non vedo il problema >> commentò sarcasticamente l’Emissario.
    Intanto, dietro di lui, Celia si era rialzata in piedi e impugnò nuovamente la sua arma, intenzionata a colpire alle spalle l’assassino.
    << Celia – la chiamò Hodin con tono cupo – Combatti come una vera Valchiria! >>
    Sentì anche Zedai, che si girò di scatto e con la sua falce contrastò l’arma dell’avversaria.
    << E’ bloccato! - annunciò Freja – Valchirie, adesso! >>
    L’Emissario lasciò la presa dall’arma di Celia e si girò urlando << HEILE! >>
    La magia evocò delle fiamme che costrinsero le Valchirie a rimanere lontano.
    - Adesso – pensò Celia puntando la sua Revengard contro l’avversario – Aer! -
    Dalla lama viola della spada uscì una spirale di vento diretta a Zedai; quest’ultimo riuscì a parare il colpo contendendo la magia nelle sue mani. Poi si girò di scatto e lasciò libera la corrente d’aria, che alimentò le fiamme dell’incantesimo precedente e andò a colpire in viso proprio il re.
    Hodin si allungò sulla schiena a terra portando le braccia verso il volto, come per spegnere le fiamme che avevano già cominciato a bruciare la barba e i lunghi capelli biondi.
    La Valchiria Thurd si avvicinò al re preoccupata e allungando la mano sussurrò << Hydor. >>
    Una corrente d’acqua si formò nell’aria e scorse sulla faccia Hodin, mostrando purtroppo un viso sfigurato dal fuoco, che aveva raggiunto anche parti vitali della testa.
    << È fatta! – annunciò l’Emissario – Haliree, andiamo! >>
    La ragazza cominciò a correre ma il dolore della ferita non le permetteva di concentrarsi ulteriormente sulla Ranger che, libera dalla presa psichica, si rialzò in fretta ed inseguì gli assassini.
    << Che seccatura – rimuginò Zedai – Me la sbrigo io >>
    << No, lascia stare – gli rispose la compagna – Voglio essere io a vendicarmi! >>
    Gli Emissari continuarono a correre verso una delle grandi finestre del salone, poi saltarono verso essa e rompendone la vetrata e saltando in giardino dove c’erano ad aspettarli due ippogrifi che avevano lasciato lì in precedenza, con i quali fuggirono prendendo il volo.
    << Sono scappati! >> commentò nervosa Nidrial.

    Le Valchirie, dopo aver coperto con dei panni i corpi di Hodin e Brunilde, stavano attorno a Celia a gridarle contro.
    << Se tu avessi attaccato quell’assassino quando potevi ora il re sarebbe vivo! >> esordì Svava.
    << Io ho solo fatto come mi ha ordinato lui! L’avete sentito anche voi quando mi ha detto di non attaccarlo alle spalle! >>
    << Non rigirare la frittata – intervenne Sugrin – Anche fosse sei stata tu a lanciare la magia che lo ha colpito in viso uccidendolo! >>
    << Ma io miravo all’assassino! >>
    << Hai mirato all’assassino anche quando hai colpito Brunilde? >> chiese Hilde.
    << Lo avete visto tutte cosa è successo! >> provò a ribattere ancora una volta la Valchiria.
    << Non sei più degna di essere una di noi – concluse infine Freja – Vattene da Valhalla. >>
    << Non potete dire sul serio - continuò Celia cercando di trattenere le lacrime e strattonando Sigfrida per un braccio – Vi prego, datemi una seconda possibilità >>
    << NON C’È MAI STATA UNA SECONDA POSSIBILITÀ PER UNA VALCHIRIA! – le urlò contro la guerriera staccando la presa della ragazza – Hai già umiliato abbastanza Valhalla e tutte le Valchirie. Abbi almeno il buon senso di riconoscere quando non si ha più un briciolo d’onore! >>
    Le guerriere si allontanarono insieme discutendo di chi avrebbero potuto rimpiazzare Celia, di cui non osavano pronunciare il nome, e Brunilde.
    La ragazza, rimasta sola, raccolse la sua arma e barcollando uscì dal castello reale.
    Una volta in giardino si accasciò in ginocchio al suolo a singhiozzare. Aveva passato ben sette anni ad allenarsi duramente con le sue compagne. Rafforzare il corpo e solidificare lo spirito, lo scopo era quello fin da quando le aspiranti guerriere compiono i nove anni. Ma quel giorno era stata ferita in battaglia, il suo orgoglio e la sua autostima cominciavano lentamente ad eclissarsi; ormai la voglia di combattere che sentiva nei vecchi duelli la stava abbandonando.
    Non le rimaneva che partire per un lungo viaggio per recuperare il suo onore perduto e, con esso, anche il suo sogno: diventare un’Einera, ovvero le guerriere Valchirie che più delle altre avevano dimostrato il loro valore sul campo di battaglia e venivano ricordate con numerose statue sparse per tutto il giardino reale… ma ora non le era più concesso, non sentiva più ribollire il suo sangue fino a darle ogni giorno sempre un nuovo stimolo per continuare fino alla fine.
    Era sull’orlo della disperazione quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla sinistra.
    << Mi chiamo Nidrial – disse la ragazza dietro di lei – Piacere di conoscerti >>
    << Celia… >> rispose singhiozzando l’ex-Valchiria.
    << Quella di prima era una magia, giusto? A me non piace proprio usarla >> esclamò Nidrial.
    Celia ignorò la Ranger continuando a tenere lo sguardo basso girato dalla parte opposta mentre invece questa continuava.
    << Ho visto come ti hanno trattato le altre Valchirie, ma penso che tu abbia ragione >>
    La ragazza si girò mostrando gli occhi colmi di tristezza e il viso rigato dalle lacrime.
    << Che ne vuoi sapere tu di cosa prova una Valchiria che ha perso tutto? >>
    << Non tutto. Avrai ancora una casa, una famiglia, degli amici… >>
    << Sono orfana - rispose lei girandosi – quindi ho vissuto prima nell’orfanotrofio di Valhalla e poi nei dormitori dell’esercito… e le mie uniche amiche erano le altre Valchirie >>
    Nidrial deglutì << Io ho perso mio padre proprio a causa di quegli assassini, e sono scappata di casa per poterlo vendicare. Ma io non mi sono arresa! >>
    La bionda si voltò nuovamente per guardare in faccia la rossa << Credevo d’averti già detto che non puoi capire cosa significhi per una Valchiria perdere l’onore in battaglia: una volta perso quello non si è più nulla >>
    << Infatti, non lo capisco. >>
    << ALLORA COSA VUOI DA ME? - gridò Celia iraconda alzandosi di scatto, poi continuò – Io, io… un tempo non mi sarebbe neanche stato concesso vivere, quindi posso ritenermi fortunata >>
    << Allora vedi che hai motivo per continuare a lottare, fino alla fine? >>
    << …che intendi dire? >> chiese confusa l’altra.
    << Non è la sconfitta o la vittoria a decretare l’onore di una persona, ma il modo in cui si vive per sé stessi e gli altri. Sei ancora viva, è una seconda possibilità più che sufficiente >>
    Celia guardò un attimo negli occhi la ragazza, poi titubante chiese << Anche se avessi ragione, perchè sei venuta a dirmi questo? >>
    << Perché sei forte… e volevo chiederti di venire con me, così combatteremo insieme! >>
    << Parli seriamente? >> chiese Celia, incredula di aver trovato il tipo di ragazza che, pur non conoscendola, era disposta ad aiutarla. Lo stesso tipo di ragazza che era lei poco tempo fa, quando il sangue le bolliva nelle vene per raggiungere i suoi sogni.
    << Certo >> ovviò la Ranger allungando la mano verso la guerriera << E se vorrai potremmo prometterci l’un l’altra di aiutarci a vicenda! >>
    Celia tirò un sospirò di sollievo, si calmò e, come se avesse ritrovato nei meandri del suo cuore quello spirito che la motivava costantemente, strinse la mano e concluse << Sarà un onore! >>

    Edited by CieL° - 10/5/2009, 19:23
     
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    Eroe in vendita ; Cattivo Esempio

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    Un paio di spiccioli potrebbero farmelo ricordare 8D

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    allora, comincio a dire che leggendo tutto il racconto posso dire che lo ho apprezzato molto.
    Certo, per alcune cose sembra un pochino veloce la narrazione ma la storia si è già fatta intrigante, anche se molte cose sono ancora da chiarire. Il prologo era molto interessante e la battaglia nel primo capitolo avvincente(Stiloso il mondo ispirato alle leggende nordiche). :asd:
    Mion mi sa davvero di un tipo duro, Nidrial mi sa che dovrà faticare per vendicare il padre, ma ha già una nuova alleata che magari rimpinguerà il futuro aprti :sese:
    Ormai devo leggere il continuo anche solo per vedere come è combinato l'universo creato :sese:
     
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    CITAZIONE (.Raphael. @ 10/5/2009, 20:13)
    allora, comincio a dire che leggendo tutto il racconto posso dire che lo ho apprezzato molto.
    Certo, per alcune cose sembra un pochino veloce la narrazione ma la storia si è già fatta intrigante, anche se molte cose sono ancora da chiarire. Il prologo era molto interessante e la battaglia nel primo capitolo avvincente(Stiloso il mondo ispirato alle leggende nordiche). :asd:
    Mion mi sa davvero di un tipo duro, Nidrial mi sa che dovrà faticare per vendicare il padre, ma ha già una nuova alleata che magari rimpinguerà il futuro aprti :sese:
    Ormai devo leggere il continuo anche solo per vedere come è combinato l'universo creato :sese:

    La narrazione veloce era voluta proprio per far interessare fin da subito il lettore, vedo che ho colto nel segno XP Grazie mille Raph =D
     
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    L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.

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    Mion mi sa davvero di un tipo duro

    Ci puoi giurare raphael :zxc: il mio Mion è una bestia!:riot: XD
    In ogni caso Ciel sai cosa ne penso e posso dirti che è un'ottima idea postare qui!
     
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    CITAZIONE (»Nik @ 10/5/2009, 20:39)
    CITAZIONE
    Mion mi sa davvero di un tipo duro

    Ci puoi giurare raphael :zxc: il mio Mion è una bestia!:riot: XD
    In ogni caso Ciel sai cosa ne penso e posso dirti che è un'ottima idea postare qui!

    Aspetta solo che finisco il capitolo con il mio Rip e il tuo Mion in confronto sembrarà caccapupù :fgh:
    Comunque XD grazie per l'ottima idea ma naturalmente posterò solo questo capitolo ù_ù
     
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    Molto intrigante e interessante come storia e il richiamo alle leggende e le divinità nordiche rende il racconto elegante. La narrazione rapida e dinamica riesce a tenere il lettore legato alla pagina finché non ha finito.
    L'unica pecca: ci sono un pò di ripetizioni qui e là e qualche errorino di battitura, ma non sminuiscono l'originalità del lavoro.
    Me gusta assai credo proprio che la seguirò!
     
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    CITAZIONE (Liberty89 @ 10/5/2009, 21:04)
    Molto intrigante e interessante come storia e il richiamo alle leggende e le divinità nordiche rende il racconto elegante. La narrazione rapida e dinamica riesce a tenere il lettore legato alla pagina finché non ha finito.
    L'unica pecca: ci sono un pò di ripetizioni qui e là e qualche errorino di battitura, ma non sminuiscono l'originalità del lavoro.
    Me gusta assai credo proprio che la seguirò!

    Grazie mille Liberty =D
    A 'sto putno però credo di dover sottolineare che essendo il primo capitolo di un libro non penso che posterò il seguito, era giusto per vedere cosa potevano pensare dei lettori :Asdolf:
     
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    CITAZIONE (CieL° @ 10/5/2009, 21:10)
    Grazie mille Liberty =D
    A 'sto putno però credo di dover sottolineare che essendo il primo capitolo di un libro non penso che posterò il seguito, era giusto per vedere cosa potevano pensare dei lettori :Asdolf:

    Prego Cieluzzo caro! ^^
    Come sarebbe a dire?! Quindi mi hai illusa di poter vedere il seguito? :sobsob: Cattivo!!!!! >_<
    Sto scherzando nè! xD Però ero davvero curiosa di leggere il continuo... Spero che se un giorno uscirà nelle librerie me lo farai sapere!
     
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    CITAZIONE (Liberty89 @ 10/5/2009, 21:25)
    CITAZIONE (CieL° @ 10/5/2009, 21:10)
    Grazie mille Liberty =D
    A 'sto putno però credo di dover sottolineare che essendo il primo capitolo di un libro non penso che posterò il seguito, era giusto per vedere cosa potevano pensare dei lettori :Asdolf:

    Prego Cieluzzo caro! ^^
    Come sarebbe a dire?! Quindi mi hai illusa di poter vedere il seguito? :sobsob: Cattivo!!!!! >_<
    Sto scherzando nè! xD Però ero davvero curiosa di leggere il continuo... Spero che se un giorno uscirà nelle librerie me lo farai sapere!

    Se riuscirò mai a farlo pubblicare allora stai pur certa che sarà difficile non venirlo a sapere con tutta la pubblicità che gli farò qui su internet XD
     
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  10. xion,
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    CITAZIONE (CieL° @ 10/5/2009, 20:44)
    CITAZIONE (»Nik @ 10/5/2009, 20:39)
    Ci puoi giurare raphael :zxc: il mio Mion è una bestia!:riot: XD
    In ogni caso Ciel sai cosa ne penso e posso dirti che è un'ottima idea postare qui!

    Aspetta solo che finisco il capitolo con il mio Rip e il tuo Mion in confronto sembrarà caccapupù :fgh:

    Ma Haliree li owna tutti e due :qwe:
    Comunque, appena trovo un po' di tempo potrei Betarlo io, giusto per togliere gli errori di distrazione e le ripetizioni. Lo farei volentieri^^
     
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9 replies since 6/5/2009, 21:01   108 views
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