Secret Melodies

L'sM Song Fictions

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    Honey badgers don't give a shit

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    Ve l'avevo detto che mi sarei cimentata in una cosa del genere, ed ecco qui la mia prima song fic (spero di aver fatto un buon lavoro oçò).
    In questo topic metterò tutte le song fic che scriverò ispirate alla mia ossessione che m'impedisce di essere, almeno ogni tanto, originale, ovvero la mia fic Lenn's Memories (una raccolta, insomma).
    Però non è necessario aver letto la fic per poter leggere e capire questi lavori.
    Ci sono varie canzoni che ho scelto come theme song per i personaggi e altre canzoni che mi hanno ispirata per certe scene, qui posterò quelle canzoni accompagnate dalla parte narrata che mi hanno ispirata.
    Inizio con la theme song che avrei scelto per Lia, la sorellastra di Lenn, o più genericamente la canzone che a parer mio rappresenta meglio il periodo dei due passato con il loro zio bastardo. Volevo anche approfondire un po' il carattere e ciò che è successo a Lia, dato che è un bel personaggio a cui però non ho mai dato molto spazio...
    Ma bando alle ciance! La canzone in questione è "Never Too Late" dei Three Days Grace, bellissima. *-*
    Spero che la fic vi piaccia almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverla.
    Nota 1: Gli asterischi indicano l'inizio e la fine di un flashback.
    Nota 2: Ad un certo punto c'è una scena a rating... non so, credo rosso. Comunque è abbastanza violenta ed esplicita.

    It's never too late


    Tra le tenebre ci sono due paia di occhi; all'esterno appaiono spenti, privi di alcuna luce vitale, baratri senza fondo, costantemente immersi nel dolore e della disperazione, senza neanche più la forza di mostrare la follia che li ha catturati. Dentro però, ardono di un fuoco Infernale, bramano giustizia, libertà. O semplicemente un po' d'amore.

    This world will never be
    What I expected
    And if I don't belong
    Who would have guessed it
    I will not leave alone
    Everything that I own
    To make you feel like it's not too late
    It's never too late


    La porta della cella si apre, il tonfo dei chiavistelli e il cigolare dei cardini riempiono il pesante silenzio che prima circondava la piccola figura incatenata al muro.
    L'uomo appena giunto entra.
    Il ragazzino solleva la testa che prima ciondolava quasi inerte, il viso tumefatto, alcuni capelli strappati con forza e il labbro sanguinante; solo i suoi occhi brillavano di rabbia, anche se ben celata. Rabbia per chi lo aveva dato alla luce, che l'aveva gettato in quel mondo di dolore.
    L'uomo grande, imperioso, di cui non riesce a vedere mai il viso a causa del buio, si china a vari metri davanti a lui, poggia a terra un piatto, il ragazzo lo capisce dal rumore del coccio che va a contatto con la pietra del pavimento.
    Cibo.
    -Mangia- dice quella ormai conosciuta voce roca e profonda -Tornerò la prossima settimana. Vedi di non farti trovare morto-
    L'uomo si rigira, cammina verso la porta.
    Lo lascia solo un'altra volta. Torneranno le tenebre per altri sette giorni, e per cosa? A che può servire vedere il domani, se si sa che sarà sempre peggio?
    Quel piatto davanti a lui... Il cibo serve per vivere... Ma che senso ha farlo se ogni giorno non c'è altro che dolore?
    -Fermo, dove vai?!- dice il ragazzino.
    L'uomo si volta verso di lui, sente il suo sguardo trafiggerlo.
    -Fra sette giorni. Dimostra la tua forza sopravvivendo- ripete solo.
    -No, fermo!-
    Il ragazzo si rialza, barcolla in avanti e indietro, non ha più alcuna forza che gli scorre tra le vene, non ce n'è mai stata davvero. Le catene suonano una macabra musica ogni volta che fa un passo o muove le braccia, lo tengono legato a quel luogo da quando riesce a ricordare; la pelle delle caviglie e dei polsi è tinta di viola e di rosso sangue, ma quel tipo di dolore non lo soffre più, perciò cammina deciso verso quel castigatore, e quando le catene giungono alla fine lui è solo ad un metro di distanza, e comincia a tirare, nel tentativo di liberarsi.
    -Non mi lasciare qui!-
    L'individuo osserva il ragazzino, non apre bocca, non prova pena per lui.
    Il giovane tira ancora di più le catene con la forza della disperazione, tutto quello che gli rimane. Tira ancora, non si arrende. Grida. Dalla sua gola escono suoni inumani, pieni di dolore.
    Le catene cominciano ad allentarsi, i chiodi che le tengono fissate al muro si stanno staccando dalla pietra.
    A quel punto l'uomo in nero riprende a camminare ed esce dalla cella, richiude la porta dietro di se con un sonoro tonfo, le ragnatele si sollevano e flutuano nell'aria come fantasmi.
    -NO!-
    Il ragazzino tira ancora. Le catene cedono di botto, interi pessi di pietra si staccano e volano ovunque, la polvere invade la piccola stanza spoglia.
    Libero, si butta contro la porta. Ma non sa cosa altro fare, ormai è chiusa e lui è intrappolato. Comincia a tempestare di pugni il duro e freddo metallo; l'unica fonte di calore sono le lacrime che sgorgano dai suoi occhi e gli bagnano le guance imbrattate di sangue.
    -Torna qui, bastardo! Vieni qui ed uccidimi! Fammi morire!-
    Ma non arriva risposta, non c'è più nessuno ad ascoltarlo.
    Grida con tutta l'aria che ha nei polmoni.
    Tira ancora dei pugni alla porta, non sapendo più che fare, finchè non si rompe le dita di una mano, finchè non ha più la forza di respirare.
    Non si da tregua, perchè vuole morire. Lo vuole perchè spera che una volta morto non potrà sentire più nulla. lasciando quel mondo che lo aveva tradito.
    Sei anni di vita, e già brama il sonno eterno.

    Even if I say
    It'll be alright
    Still I hear you say
    You want to end your life
    Now and again we try
    To just stay alive
    Maybe we'll turn it all around
    'Cause it's not too late
    It's never too late


    Lei corre a perdifiato, ma la casa è piccola, e sa che non potrà mai resistere in eterno. Il cuore le batte a mille, sapendo che quel mostro le è proprio alle spalle, può quasi sentire il suo fiato sul collo. Grida aiuto, ma da anni non c'è più nessuno nella sua vita che possa aiutarla, salvarla da quell'incubo.
    Apre una porta ed entra nella stanza. E' piena di armi, oggetti portatori di morte; tra di esse c'è anche un'alabarda, posta in una teca dal vetro limpido come il cristallo. Ogni volta che la vede rabbrividisce nel ricordarla imbrattata del sangue dei suoi genitori. Le lacrime le appannano la vista. Inciampa su qualcosa di duro, cade a terra; rimane carponi, immobile, sa che non c'è via di fuga.
    Due forti e prepotenti mani la agguantano per le spalle e la voltano con violenza. La bambina si ritrova davanti l'uomo che ha vissuto da sempre con lei, anche nei suoi incubi. Uno di essi si stava per avverare.
    Prova di nuovo a gridare, ma questa volta l'uomo gli copre la bocca per zittirla, non vuole sentire la sua piccola e stridula voce. Si inginocchia davanti a lei, minuta ed indifesa, la sovrasta con il suo corpo muscoloso e maturo.
    -Collabora. Altrimenti uccido tuo fratello-
    Si china su di lei, le strappa di dosso i vestiti con una ferocia animalesca.
    La ragazzina si mette a piangere silenziosamente mentre le mani di lui passano veloci sul suo petto ancora privo di seno, sul collo piccolo e liscio, per poi soffermarsi sui brandelli della sua gonna, che rimuove una volta per tutte.
    Sa già che soffrirà, perchè ogni cosa che abbia a che fare con quel mostro porta dolore. Ma sopporterà in silenzio. Tutto ciò che ha è il suo amato fratellino, l'ultima cosa che vuole è che muoia a causa sua.
    Stringe istintivamente le gambe, ma lui gliele riallarga a forza. La tocca in mezzo alle gambe, lavora con le sue dita, le lecca la pallida pelle del ventre, ma lei non prova il piacere che sembra pervadere quel maniaco.
    -Non ti farò male- dice, mentre comincia a respirare pesantemente. Un'altra goccia nel suo mare di menzogne.
    Si abbassa i pantaloni, mettendo a nudo quella che sotto le vestisembrava solo una protuberanza.
    Chiude gli occhi, non vuole vedere niente di quell'incubo.
    Poi, improvvisamente, sente un forte dolore tra le gambe, che sale fino all'interno del suo corpo. Brucia. Sente qualcosa di caldo scivolarle lungo le gambe.
    Senza curarsi del suo dolore, lui comincia a spingere, si muove ritmicamente avanti e indietro, dentro e fuori, dandole una nuova fitta di dolore ogni volta che lo fa. Ha ancora la bocca coperta dalla sua mano, non riesce a gridare. Lui ansima e geme sempre più forte, aumentando il ritmo. Avvicina il suo viso a quello della piccola, per leccarle la pelle morbida e dolce.
    Spinge, tocca, bacia, ma non c'è alcun tipo di amore nei suoi gesti, per lui quella ragazzina è solo un oggetto.
    Poi, la bambina lo sente gemere ancora più forte, aumenta il ritmo delle spinte, finchè non si ferma all'improvviso, tutti i muscoli contratti e in tensione.
    Una nuova sensazione di umido la invade, un nuovo calore proveniente dal suo corpo la riempie.
    Lui esce dal suo piccolo corpo, con un orribile sorriso pieno di soddisfazione. Si alza in piedi, rimette a posto i suoi vestiti e poi se ne va, senza neanche più degnare di uno sguardo la sua vittima.
    La ragazzina rimane stesa a terra, il fiato corto, tremante per l'improvviso freddo e il dolore, il corpo ricoperto di sudore, sangue e sperma. Non si muove, la paura le ha immobilizzato tutti i muscoli. Sembra guardare il nulla, ma in realtà fissa un punto preciso; quella bella e lucida alabarda, sotto quella teca, sembra ridere di lei; l'arma che l'ha privata di tutto, che ha segnato il suo destino cinque anni prima.
    Poi, all'improvviso, non riesce più a vederla. Le lacrime le riempiono gli occhi. Quanto vorrebber risentire il calore di un abbraccio...
    -Mamma... Papà...-
    Ha tredici anni, però desidera con tutto il cuore di poter morire sul posto e tornare ad abbracciarli.

    No one will ever see
    This side reflected
    And if there's something wrong
    Who would have guessed it
    And I have left alone
    Everything that I own
    To make you feel like
    It's not too late
    It's never too late


    -Più foga, ragazzo, più foga!-
    Lo incita il suo Maestro, ancora una volta.
    Obbedendo, si scaglia con ancora più forza contro il manichino. Lo colpisce al fianco sinistro con la sua katana, si gira su se stesso tenendo la gamba destra tesa all'infuori per evitare di far avvicinare i nemici invisibili, lo colpisce al fianco destro a cui è arrivato, lo spinge indietro con un calcio, prima che cada a terra mena un ultimo, preciso fendente e lo decapita. Il tutto in un paio di secondi.
    Il ragazzo fissa quel corpo inanimato steso a terra, emettendo profondi e lunghi respiri per la fatica. Per un istante desidera ancora una volta di essere quel corpo senza vita, ma è un attimo. Lui deve vivere per poter uccidere chi non merita di esistere; lui stesso è uno di quei rinnegati, graziato dall'uomo che tempo fa aveva maledetto, ma che poi gli ha aperto gli occhi.
    Nelle iridi nere divampa una rabbia incontrollata, inspiegabile, che lo porta ad avventarsi su quel povero fantoccio; la katana lo trapassa una, due, tre, dieci volte, finchè non ne rimane solamente un mucchio di stoffa e piume. Si ferma soltanto perchè il suo Maestro ha sollevato una mano, impartendogli silenziosamente di arrestarsi.
    Dopo anni di duro addestramento, quell'uomo è riuscito a trasformarlo in un'arma umana. Sorride soddisfatto.
    -Hai fatto enormi progressi nell'ultimo anno-
    Comincia a girare attorno al ragazzo, squadrando il suo corpo slanciato, dai muscoli innaturalmente sviluppati per i suoi undici anni. Il ragazzo lo fissa con un'insolita aria di sfida.
    -Però hai un carattere ancora troppo instabile, va corretto o farai una brutta fine nel mondo esterno-
    Il giovane non risponde, tiene la testa alta, fiero della sua forza.
    -Lia!- chiama improvvisamente il Maestro.
    Sulla soglia della porta di quella stanza appare una giovane donna, i lunghi capelli neri legati in un'elegante coda, lo sguardo perso nel vuoto.
    -Prepara l'acqua per tuo fratello, si merita un bagno caldo-
    -Sì, Maestro- risponde lei, posando gli occhi verdi sul ragazzo poco distante, che la guarda con occhi privi di alcun sentimento per lei.
    Lei ha fatto di tutto, ha dato tutto per lui, per non farlo diventare ciò che quell'orco voleva che diventasse, ma non c'è riuscita. Ha fallito miseramente.
    E dire che lei, per tutti quegli anni, vedendolo peggiorare, cadere nel baratro senza fondo di quella vita, si era ripetuta centinaia di volte che non era troppo tardi, che avrebbe potuto cambiare le cose. Ormai sa che quelle erano solo le illusioni di una bambina spaventata.

    Even if I say
    It'll be alright
    Still I hear you say
    You want to end your life
    Now and again we try
    To just stay alive
    Maybe we'll turn it all around
    'Cause it's not too late
    It's never too late


    * * *

    Il sole brillava sulle loro teste, scaldava il mondo durante quella bella mattinata estiva.
    Una bella donna dai capelli neri dai riflessi violacei e le orecchie a punta stava accovacciata vicino alla porta della sua dimora, tra l'erba verde smeraldo e la moltitudine di margherite candide e delicate. Seduto vicino alle sue lunghe e aggraziate gambe, stava suo figlio, completamente immerso nell'importante attività di cogliere i fiorellini attorno a lui. I suoi grandi e curiosi occhi neri guizzavano ovunque individuassero nuovi colori, insetti, dove le sue orecchie udivano un nuovo suono, lo sbattere delle ali di un pettirosso, o il frinire delle cicale. Ridacchiava ad ogni sua nuova scoperta.
    La madre non lo perdeva un attimo di vista nonostante non si allontanasse mai da lei o facesse azioni avventate, ma doveva assicurarsi che capisse che i fiori non si possono assaggiare.
    Una bambina dai capelli neri uscì in quel momento dalla casa, tutta contenta, stringendo un foglio di carta. Si sedette vicino alla madre adottiva.
    -Mamma, guarda, ho fatto un altro disegno!- affermò orgogliosa, porgendole la sua opera.
    La donna prese in mano il foglio e sorrise, vedendo i soggetti raffigurati.
    -Siamo noi?-
    -Sì. Questo è papà, questa sono io, poi ci sei tu e questo qui invece è Lenn-
    -Poverino, gli hai fatto la testa un po' troppo grande- commentò l'elfa ridendo.
    -Beh, Lenn ha davvero la testa grossa...- si giustificò lei sorridendo.
    Come se si fosse sentito chiamato in causa, il bimbo dai capelli corvini gattonò verso di loro e strinse con le labbra un lembo del foglio, lo sguardo corrucciato.
    -Tesoro, non è da mangiare, quello!- esclamò la madre.
    Lo prese in braccio e lo allontanò dal suo nuovo oggetto del desiderio.
    -Che c'è scritto lì a fianco?- domandò poi alla piccola Lia.
    -C'è scritto: “Noi per sempre”-
    -Perchè staremo sempre insieme- affermò un'altra voce.
    Lia si alzò in piedi e si fece prendere in braccio dal padre, un bell'uomo i cui occhi azzurri brillavano costantemente, animati dal buonumore. Baciò la bambina su di una guancia.
    -Papà, anche quando diventerò grande voglio vivere con te, ho deciso-
    -Come mai questa decisione?-
    -Perchè non so cosa farei se non ci sei tu a farmi divertire e a coccolarmi la sera!-
    Il ragazzo rise a quell'affermazione, ma senza alcuna nota di derisione.
    -Quando sarai grande, non mi vorrai più fra i piedi, vorrai stare con il tuo ragazzo e cose simili... Sarà la tua vita, e ne vorrai fare ciò che ti pare e piace-
    -Ma senza fare pasticci da cui non puoi uscire...!- precisò l'elfa, occupata ad evitare che il figlio minore mettesse in bocca una sventurata farfalla.
    -Certo, ma quello la nostra bambina lo sa, vero?-
    -Sì sì- disse lei convinta.
    -Ma la cosa più importante è che tu badi a tuo fratello, soprattutto se non dovremmo esserci- questa volta il giovane padre si fece serio.
    La bambina osservò il fratello mentre giocava con una coccinella. -Ma lui è così rompiscatole!-
    -E' sempre tuo fratello, devi proteggerlo, qualunque cosa accada. E' la cosa più preziosa che avrai, in futuro-
    Lia non sembrava molto convinta, ma annuì comunque -Cercherò di tenerlo a bada. Speriamo che non si mangi niente di strano, però!-
    I tre risero. Sperando, sotto vari punti di vista, che una situazione del genere non si fosse mai presentata.
    Lenn si aggiunse alla loro ilarità, anche se era troppo piccolo per capire a fondo cosa si fossero detti.

    * * *

    The world we knew
    Won't come back
    The time we've lost
    Can't get back
    The life we had
    Won't be ours again


    This world will never be | Questo mondo non sarà mai
    What I expected | Quello che mi ero aspettata

    And if I don't belong...

    Even if I say
    It'll be alright


    “Lenn apre la porta di casa”

    Still I hear you say
    You want to end your life


    “La luce del sole lo prende in pieno, si copre gli occhi, non è abituato a vederla; mi manca quella dolce sensazione...”

    Now and again we try
    To just stay alive


    “Forse...”

    Maybe we'll turn it all around
    'Cause it's not too late


    "… uscendo di qui troverà un modo per cambiare, di farcela dove io ho fallito."

    It's never too late
    Maybe we'll turn it all around


    "Quindici anni sono molti, ma ha ancora tutta la vita davanti"

    'Cause it's not too late
    It's never too late (It's never too late)


    "E' forte, può farcela. Non è mai troppo tardi per cambiare”

    It's not too late
    It's never too late...


    Edited by Dark Cocca - 18/4/2009, 20:15
     
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  2. hoshyko
     
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    semplicemnte bellissima.
     
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    CITAZIONE (hoshyko @ 19/4/2009, 19:41)
    semplicemnte bellissima.

    Davvero?
    Ma grazie! °ò°

    E dire che sono completamente inesperta. xD
    Un solo commento, ma va più che bene. uçu
     
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  4. Barone94
     
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    molto molto bella

    Bravissima
     
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    Grazie, Barone. ^^
     
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    ~Bridges Burned

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    perdono non avevo fatto ancora l'accesso e poi mi sono persa... :pwn:
    è davvero bella... brava... come tutto quello che scrivi tu anche questa è meravigliosa^^
     
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    CITAZIONE (KingMickey @ 21/4/2009, 21:43)
    perdono non avevo fatto ancora l'accesso e poi mi sono persa... :pwn:
    è davvero bella... brava... come tutto quello che scrivi tu anche questa è meravigliosa^^

    Mah, non è detto... Magari un giorno metto la testa a posto e non riesco più a scrivere niente, può capitare di tutto.

    Ma comunque, grazie mille! xP
     
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  8. §iegmund
     
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    e la mia straordinaria eloquenza ti dice anche qui che quoto airk :sese:

     
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    Grazie, Sieg. :hopufh4.gif:
     
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