Collevento

Storia drammatica

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  1. °.Shadow.°
     
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    Ecco la mia storia, con cui ho partecipato ad un contest ^^


    CITAZIONE
    Era l’alba a Collevento. I fiochi raggi del primo sole filtravano attraverso la pallida nebbia che si stagliava all’orizzonte. Era il quarto ciclo di guerra contro la razza dei non-morti, e nell’accampamento guerriero regnava ancora un assoluto silenzio, interrotto soltanto da alcune gocce di pioggia che cadevano ad intervalli regolari. L’aria era ostile. Le varie abitazioni della splendida e accogliente Collevento ora lasciavano il posto a montagne di macerie e ceneri. La guerra d’altronde portava solo questo. Distruzione. Dolore. Oblio. Nessun guerriero ricordava più la ridente cittadina ai piedi di una montagna. Nessuno ricordava più i fiori. Nessuno ricordava più i volti felici degli abitanti. Nessuno ricordava più gli odori del cibo che si sentivano a ora di pranzo, camminando per le stradine medioevali. Nessuno ricordava i torrenti limpidi, dove i cavalli si abbeveravano. Nessuno ricordava più niente. Nelle menti dei combattenti c’erano soltanto immagini di morte. I caduti, che invocavano vendetta. Questo era ciò che rimaneva. La gente era ormai priva di personalità. L’unico fattore che rappresentava i guerrieri erano le loro spade. Le lance, gli scudi. Gli strumenti di morte. Gli alberi non esistevano più. I fiumi, prosciugati. Le chiese, bruciate. Un soldato era sveglio. L’unico, in tutto l’accampamento, mentre gli altri erano immersi nel sonno, dominato da sogni tormentati. Ma lui era sveglio, e stava riflettendo. Nel suo letto di paglia, era steso a pancia in su, a rimirare il soffitto di legno della capanna. Rifletteva su tutto il dolore che la guerra aveva portato. Avevano perso tutto. E lui si chiedeva il perché di tutto questo. Già, perché? In realtà, qual è il motivo della guerra? Il gusto del fare del male, si rispondeva. Stavano combattendo per difendere Collevento. I non-morti la volevano. Ecco il motivo. Conquista. Estendere il proprio potere a orizzonti sconosciuti. Rifletteva, lui. Non era questa la vita che voleva. No, non era per niente questa. Avrebbe voluto passare una vita serena, nella sua terra natale. Avrebbe voluto fare carriera come erborista. Già, era la sua passione. E Collevento era uno dei luoghi migliori per intraprendere tale strada. Avrebbe voluto approfondire l’alchimia, la magia. E morire di vecchiaia. Ma tutto questo gli era stato negato. L’unica magia che aveva imparato era quella nera, quella da combattimento. Le uniche erbe che aveva usato erano quelle per curarsi le ferite di battaglia. E come se non bastasse, la sua cittadina non c’era più. I suoi sogni si erano infranti con la stessa semplicità con cui si erano infrante tutte le case del luogo. Ma ormai, tanto valeva continuare. Ormai era spinto da una sola cosa: la speranza. La speranza in una fine di tutto ciò, la speranza in un ritorno della pace e della serenità. Finché le forze glielo permettevano, lui resisteva. E sperava. Ma non c’era più tempo per riflettere. Il sole si era alzato nel cielo, e i suoi raggi squarciavano la nebbia. L’accampamento si svegliò, la tromba suonò. Il giorno dell’ennesima battaglia era giunto, e i guerrieri dovevano prepararsi. Tutti uscirono dalle capanne, per formare le file di combattimento che di lì a poco si sarebbero lanciate contro l’esercito nemico. Gli scudieri lucidavano le ultime armi. Gli arcieri, dietro. Gli spadaccini, in mezzo. E per finire i lancieri, davanti.
    Il fronte nemico si scorgeva chiaramente. Le file ordinate dei non-morti. Le loro facce scialbe, senza espressione, guardavano verso l’accampamento, con il solito sorriso gelido che non lasciava trasparire alcuna emozione. Il secondo squillo di trombe. La battaglia era cominciata. L’esercito di Collevento si lanciò verso i non-morti, con spietata aggressività. Tra gli spadaccini, c’era quel guerriero. Concentrato. Concentrato nell’uccidere. Era uno dei migliori, agile, scattante, come pochi. D’altronde, per la guerra si era convocato chiunque fosse capace di tenere in mano un’arma senza cadere rovinosamente a terra. Lui, mentre combatteva, pensava ancora. La sua spada mieteva vittime, con una freddezza tale da spaventare lui stesso. Non si curava di chi aveva davanti, l’unico scopo era uccidere. Massacrare. D’altro canto, la guerra si prefiggeva quell’unico scopo. Annientare. Gli uomini cadevano, veniva sparso sangue continuamente. Le frecce volavano alla cieca, colpivano, trafiggevano. L’esercito umano era in inferiorità numerica, notevole svantaggio. Nel giro di una ventina di minuti i guerrieri si erano più che dimezzati. Andava male. Il guerriero intanto però combatteva, uccideva, si faceva strada tra l’esercito nemico. Ma accadde qualcosa che non aveva previsto. Un dolore terribile, lancinante, alla schiena. Cos’era? Una freccia, ecco cos’era. Una semplice freccia, un oggetto così insignificante. Insignificante, ma con un potere immenso e terribile. Il potere di mettere fine ad una vita. Quello che era successo. Il guerriero si accasciò al suolo, prima con le ginocchia, poi con il corpo intero. La freccia gli aveva trafitto il cuore. Guardò per l’ultima volta il cielo, inerme. Già, durante una straziante agonia, il cielo gli conferiva una sensazione piacevole, di libertà. L’ultimo pensiero fu dedicato a Collevento. Era un addio. Era morto per la patria, e non se ne pentiva. L’avrebbero ricordato, forse. O forse no. Ma non gli importava. Era contento, di aver in qualche modo contribuito a far valere la speranza di pace. Stava per chiudere gli occhi. L’ultima immagine fu la faccia fredda, spietata, di un non-morto, che si accingeva a trafiggerlo ulteriormente con la sua spada.

     
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    ~Bridges Burned

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    è scritta molto bene, le frasi sono scorrevoli e la storia è interessante... visto che con questa hai partecipato ad un contest credo che ti avranno già detto che è bella... finita qui immagino...
     
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  3. Naminé's Dream
     
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    essi...è proprio bella!
     
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  4. axel36
     
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    è molto introspettiva ed è scritta molto bene...ma io ho già sentito da qualche parte collevento...complimenti comunque...sei molto bravo
     
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  5. †Xehanort57†
     
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    davvero bella...un po' triste ma con stile scorrevole, e si provano emozioni leggendo...
     
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    ~Bridges Burned

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    anche a me pare di averlo già sentito il nome collevento... mi ricorda una di quelle soap opere tristi e melense... o magari sono io idiota... si la seconda è molto più probabile
     
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  7. axel36
     
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    ecco cosa avevo già sentito...colline vento...è uno dei luoghi di tolkien
     
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  8. °.Shadow.°
     
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    Sì, è un'ispirazione a Tolkien. Comunque, vi ringrazio ^^
     
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  9. xander.XVII
     
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    stupenda, mi ricorda la fine di "Niente di nuovo sul fronte occidentale" quando il soldato muore.
     
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    ~Bridges Burned

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    prego... se le cose stanno come penso è finita qui... er auna specie di one-shot
     
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  11. xander.XVII
     
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    si è probabile , però è motlo ben scritta devo dirlo...complimenti a shadow!
     
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  12. Siegmund
     
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    nessuna critica...
    bellissima...semplicemente
     
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  13. †Xehanort57†
     
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    CITAZIONE (°.Shadow.° @ 25/1/2009, 22:06)
    Sì, è un'ispirazione a Tolkien. Comunque, vi ringrazio ^^

    1) prego.
    2) sì, è il luogo
    SPOILER (click to view)
    nella Compagnia dell'Anello(primo libro del signore degli anelli, ovviamente) dove gli Hobbit al fianco di Aragorn si scontrano per la prima volta coi Nazgul(Spettri dell'anello), e Frodo riporta una brutta ferita che pare mortale da una lama nazgul...
     
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  14. °.Shadow.°
     
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    Vi ringrazio tantissimo, sono rimasto davvero contento ^^
     
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13 replies since 25/1/2009, 20:26   80 views
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