Come Dio Comanda

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    Il Drago Rinato

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    sicuramente dal cesso U_U

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    L’amore assoluto tra un padre violento e inadatto e un ragazzino solitario. Torna Gabriele Salvatores a quattro anni da Quo Vadis, Baby?, con una bella storia e dei bravi attori.

    E’ sempre una buona notizia quando libri importanti vengono portati sul grande schermo. Infatti, in un panorama dove i soggetti cinematografici sono o tutti uguali o semplicemente banali, è un'ottima idea attingere dai libri. Va detto, inoltre, che ultimamente il mondo letterario italiano oltre ad essere ricco di autori originali, ottiene anche un grande successo di vendite (soprattutto all’estero). Questa risulterebbe un’idea interessante, poco costosa e potenzialmente remunerativa, ma purtroppo ai produttori manca un po’ la voglia e il coraggio di seguire questa strada. Non si spiega altrimenti come libri che hanno venduto milioni di copie (Io uccido di Faletti) vengono regolarmente dimenticati in lunghissime ed inconcludenti pre-produzioni. Eppure abbiamo visto con i nostri occhi pellicole tratte da libri di successo ottenere un ottimo riscontro da critica e pubblico. Basti pensare a Romanzo Criminale, Mio fratello è figlio unico o al più recente Gomorra. Quindi, non si può che applaudire Gabriele Salvatores quando decide di trarre un film dal fortunato libro di Niccolò Ammaniti.

    Le aspettative, in più, non vengono deluse. Il film è duro, triste e violento, dove il Dio citato nel titolo è sempre invocato invano. Al suo posto è presente solo una pioggia incessante che bagna una provincia anonima. Una terra senza nome dove regnano l’ignoranza, l’intolleranza ed enormi supermercati, la stessa dove hanno luogo le tragedie che fanno la fortuna dei telegiornali nazionali. Il senso di angoscia che pervade la pellicola è trasmesso da una sceneggiatura non perfetta (certe scene sono, effettivamente, poco plausibili) ma che suscita sempre emozioni impensate. Lo stupro, ad esempio, non provoca né orrore, ne’ disgusto, ma solo una grandissima tristezza. Anche il lavoro sui personaggi è impeccabile. Tutti, infatti, sebbene commettano azioni deplorevoli, non vengono mai giudicati. Il regista non prende le distanze da loro, anzi cerca sempre di giustificarli, tanto che lo spettatore non può fare a meno di affezionarsi e di provarne compassione. Il minorato Quattroformaggi (Germano) è semplicemente un bambino, rimasto solo tra un presepe fatiscente e un televisore sintonizzato sullo stesso film porno. Anche Rino Zena (Timi),sebbene sia razzista, alcolizzato e violento, commuove con i suoi tentativi di amare a modo suo il figlio Cristiano.

    Tutto questo è merito anche di un cast molto azzeccato. Elio Germano dimostra che, quando sceglie bene le sceneggiature, è un attore di talento. Bravo anche il giovane Alvaro Caleca con il suo sguardo penetrante. Alla sua prima esperienza sullo schermo riesce facilmente a tenere testa ai suoi comprimari. Speriamo non faccia la fine del protagonista di Io non ho paura (cioè qualche triste servizio di Verissimo o della Vita in Diretta). Unica nota stonata è Fabio De Luigi. Nonostante si impegni tantissimo (nel film si vede), non riesce mai a togliersi la maschera del comico televisivo e quando ci prova risulta forzato e non credibile.

    Discorso a parte, invece, merita Filippo Timi, già vittima della stupida caccia all’ennesimo “nuovo Volontè”. Reso famoso in televisione per i suoi handicap (è mezzo cieco, balbetta vistosamente) più che per la sua bravura, qui è alla prima prova da protagonista in un film importante. Sono quasi sicuro che alcuni giornalisti e critici, durante la promozione del film tireranno fuori, purtroppo, la storia del ragazzo che nonostante tutte le avversità riesce a realizzare i propri sogni. Se la mia preoccupazione si avverasse sarebbe un vero peccato, perché oltre al film ne risentirebbe anche la sua interpretazione sincera, anche quando è eccessiva.

    A fare apprezzare ancora di più questo film, inoltre, c’è la scelta coraggiosa di uscire sotto le festività. Questa decisione lo rende a tutti gli effetti l’alternativa ideale per chi non ama passare il Natale insieme a Christian De Sica e a Luigi De Laurentiis. Sperando che questa categoria di persone sia numerosissima.

    fonte:badtaste

    questo film credo che lo andrò a vedere :zxc:
     
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  2. AxelRock
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    questo film mi ha attirato moltissimo.
    già "io non ho paura" di salvatores mi aveva preso, vediamo che combina con questo^^
    guardate sti film che fanno riflettere, altro che high school musical e compagnia bella
     
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1 replies since 3/12/2008, 13:53   92 views
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