E’ tempo di decidere

One-shot introspettiva

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  1. Nitrogooch
     
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    Ho ripreso l'idea per questa one-shot che mi venne circa un annetto fa e l'ho rielaborata (potete trovare la vecchia versione su efp). Leggete e fatemi sapere che ne pensate, grazie.




    E’ tempo di decidere





    Il castello si stagliava in un paesaggio dominato poco prima dalle tenebre della notte. L’erba selvaggia e incolta che lo circondava era spezzata solo da una piccola stradina ricoperta di pietre. La salita era ancora scura e offuscata.
    Un uomo con un mantello proseguiva fuggiasco lungo la via che conduceva verso le porte dell’antico edificio. Adattava il proprio passo al nuovo cammino. Quante volte aveva riflettuto riguardo la sua esistenza: se tutto quello che faceva avesse un senso, se egli avesse un senso.
    “Riferire le informazioni al mio superiore”, borbottò sotto voce. “Questo è il mio compito.”
    Ma dentro di sé egli sapeva che non avrebbe potuto continuare in quel modo a lungo.

    La salita lo portò all’ingresso principale del castello. Al termine della scarpinata, solo le porte imponenti della struttura lo separavano dal suo scopo. Spalancò con lentezza le ante, e fu investito dalla luce elettrica che pervadeva lo stabile. La luce era flebile e fioca, ma gli procurava al tempo stesso una sensazione di disagio. La polvere volteggiava nell’aria con un movimento irregolare che non permetteva di individuare la sua prossima mossa.
    “No, la luce non è proprio parte del mio corpo.”, si costrinse a pensare.

    “Quando questo è iniziato, mi ero perso nel nulla che c'è dentro di me. Non avevo niente da perdere. Ero confuso e vivevo per cercare di capire, ma l’Oscurità cominciò a fare lentamente breccia nel mio cuore, nei miei sentimenti e nelle mie sensazioni più intime.
    Volevo capire, capire ciò che era accaduto al mio corpo, ma non mi fu permesso. Ero agitato e sconvolto, i miei sensi non reagivano prontamente alle normali azioni quotidiane. Non ero più me stesso. Niente da perdere, sono bloccato, depresso e solo, e la colpa è dentro di me.
    Non sono più quello di una volta. Non vedevo più i miei ideali a farmi compagnia nel buio della notte. Mi sentivo oppresso, schiacciato da un masso che era più possente di me. Pian piano, venni conquistato. E la colpa è solo mia, solamente mia.”


    Le scale dell’atrio d’entrata erano impolverate, come se nessuno le avesse utilizzate per tanto tempo. Eppure, l’uomo aveva la sensazione che lì, da qualche parte, ci fosse qualcuno.
    Alzò il cappuccio e mostrò un viso che non era il proprio. Il volto del ragazzo era stato sostituito da quello di un uomo, molto più adulto di lui: non era cresciuto, era cambiato improvvisamente.
    L’uomo sapeva già dove si doveva recare. Aprì la seconda porta a destra, quella adiacente alla statua del Davide di Michelangelo: raffigurava l’eroe biblico che si apprestava ad abbattere il gigante Golia.
    Era una scultura che rappresentava la bellezza maschile: un corpo atletico al culmine della forza giovanile. Questo aspetto veniva espresso dalla torsione del collo attraversato da una vena e dalla struttura dei tendini, per non parlare della tensione muscolare delle gambe.

    “Ora è tempo di prendere decisioni”, si disse. “Ora è il tempo di stabilire se seguire la via retta.”
    Una figura minuta sfilò adagio da una colonna stile dorico. Essa non presentava una base, ma poggiava direttamente sullo stilobate. Il fusto della colonna era rastremato verso l'alto e esibiva delle scanalature poco profonde. L’individuo era mingherlino e sembrava gracile, ma era caratterizzato da un aura austera, e aveva un paio di occhi splendenti da persona seria e attenta. Caratteristiche di rilievo erano le due orecchie grandi, non umane: come tutto il suo corpo in effetti.

    << Non sai che immenso piacere sia per me vederti qui. >>, esclamò la persona con contentezza estrema.
    Il ragazzo dall’aspetto di un uomo inizialmente sembrava non ricambiare, ma poi si notò sul suo volto una punta di sollievo nel vederlo.
    << Sei qui per riferirmi la tua decisione >>, ribadì l’individuo. << Preferisco ricordarti che sei di grande valore, e che quindi una tua risposta negativa potrebbe portare gravi ripercussioni sulla lotta fra il bene e il male. >>
    << Vostra maestà >>, annunciò. << Avete fatto molto per me, ma io non merito tutta questa comprensione. >>
    Il Re, che prima era tutto speranzoso, in quel momento aveva abbassato il capo in segno di sconfitta.
    << Tuttavia >>, continuò il giovane. << Coglierò a volo la vostra opportunità. Da ora in poi sarà al vostro completo servizio. >>
    E seguì un inchino da parte del combattente.
    Sua maestà recuperò tutto il suo entusiasmo in una frazione di secondo.
    << Che stupido, come ho potuto credere che il potere del regno delle tenebre potesse aiutarmi. >>, disse il combattente.
    << La vita è fatta di scelte >>, disse saggiamente il Re. << Oggi tu hai preso quella giusta. Tutti possono sbagliare, ma per tutti c’è anche il perdono. >>

    “La luce”, pensò l’uomo. “Missione compiuta.”

    Da una scala fece la sua comparsa una sentinella che avvistò immediatamente una situazione preoccupante.
    << Allarme, allarme! Congiura! >>
    Altre figure spuntarono dalle porte. Il guerriero aveva gli occhi chiusi, e venne strattonato dal Re. Insieme scapparono celermente: aprirono il portone e si fiondarono all’esterno. Percorsa la discesa oscura, si estendeva davanti a loro per molti chilometri un prato verde.

    << Vostra Maestà. >> esclamò Riku.
    Il viso della persona autoritaria si voltò mentre le frecce infuocate sibilavano attorno a loro.
    << Grazie >>
     
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    L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.

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    Bellissima one shot... se nn ti dispiace... mentre la leggevo ho pensato di scriverne una parallela a questa... dove Riku rifiuta la proposta del topo... cosa ne pensi?
     
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1 replies since 30/10/2008, 22:49   83 views
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