Il Ritorno dei Cuori - Demyx Revenge

Protagonista assoluto Demyx. Gli altri pg sono inventati, ma appariranno anche gli altri nostri eroi

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  1. misterious detective
     
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    Capitolo 3
    Preparativi per la partenza

    I due ragazzi seguivano il sentiero vicini. Parlottavano amichevolmente, ma nessuno dei due teneva a parlare con l’altro di quello che è stato o di quello che sarà. Entrambi ebbero la sensazione che quanto si apprestavano a fare fosse nient’altro che un tremendo sbaglio. Aira guardava basso, ripetendosi in continuazione queste cose.

    Sorrise. “No, andrà tutto bene. Sono anni che desidero fare questo passo avanti…non tornerò indietro sulle mie scelte. Demyx, stupidello com’è, sollevò l’argomento con leggerezza, senza pensare alle conseguenze. –Ma…dove stiamo andando di preciso?-
    Dapprima Aira sembrò essere triste, poi sollevo il capo e disse solare:-A casa mia. Prima di partire vorrei prendere alcune cose con me.-
    Demyx gli rispose:-Ti capisco, non sai quanto soffro di aver lasciato al castello tutti i miei dischi…- disse con le lacrime agli occhi.
    Aira rabbrividì. –Dischi?...-
    Lui la guardò senza capirla. –Si perché?-
    Lei sospirò con rassegnazione. –Nulla, ho solo avuto la conferma del fatto che sei uno scemo…-
    -Bah, me lo dicono tutti, ormai non me la prendono più- disse facendole la linguaccia. Entrambi iniziarono a ridere.

    Dopo aver camminato per un altro po’, finalmente raggiunsero uno spiazzo verde dove era eretto un capannone, che dava l’impressione di poter cadere da un momento all’altro. Demyx rabbrividì un po’ alla vista di quell’edificio pericolante. –Io ti aspetto fuori.- disse lui con la voce soffocata. Aira si girò guardandolo incuriosita, senza capire il suo comportamento. Scrollò le spalle e si avviò comunque. Cercò di aprire la porta, ma si accorse che si era bloccata. Un po’ contrariata sferrò un calcio alla porta, buttandola giu. Gli occhi di Demyx gli uscirono dalle orbite. “Beh, anche se cadesse la casa, non credo di dovermi preoccupare con una tipa simile.” La seguì dentro.

    Non sapeva dove posare lo sguardo. Non sapeva come definire quello che vedeva. La casa era a pezzi, ma dappertutto si vedevano oggetti e soprammobili. Faceva tenerezza ed era un po’ inquietante al tempo stesso. –Quindi è qui che vivi…-
    Aira, che frugava per terra, senza neanche voltarsi gli rispose:-Si, qui ci sono i ricordi di tutta la mia vita. Mi sento un po’ strana nel lasciarla, ma non ho mai desiderato passare qui tutta la mia vita, né sento che è il mio destino…però io sono stata quello che puoi vedere da questa casa…non voglio fingere che il mio passato non sia mai esistito, ma non voglio essere giudicata per questo. Voglio ricominciare e capire veramente il mio scopo.-
    Demyx non seppe cosa dire. Le parole della ragazza lo avevano veramente colpito. Si fece triste; in tutto quel tempo non aveva mai capito cose così semplici, si sentiva una tale nullità. Si stupì all’improvviso di vederla sorridere.
    Proprio in quel preciso Vide un’ombra innalzarsi sopra di loro Demyx si voltò, sul suo volto si formò un’espressione di terrore. Corse subito incontro a Aira prendendola per mano. –Scappiamo!- Aira non fece in tempo a dire nulla. Non capiva cosa gli fosse preso. Si voltò di scatto e anche la ragazza vide cosa aveva tanto spaventato Demyx: un enorme heartless, dalle sembianze di un gargoyle, con al posto dei piedi un enorme pietra azzurra, simile all’oricalco, si librava per aria fuori dalla casa.


    Il mostro lanciò un pugno alla costruzione, radendo al suolo l’intera facciata. Demyx si voltò: non riusciva a distogliere lo sguardo da quel mostro terribile. Suscitava timore, e lui preso dal panico riusciva ad indietreggiare lentamente senza smettere di ammirarlo.
    –Ma che heartless è?- Aira si mise davanti a lui e sguainò i pugnali. –Si vede che non sei di questo mondo. Ogni mondo è popolato da heartless dalle fattezze differenti, tranne le dovute eccezioni come gli shadow e i soldati che abbiamo incontrato prima che sono comuni dappertutto. Beh, questo è un raro heartless di queste parti.-
    Appena finì di parlare, spiccò un salto andando a cadere sopra il braccio del mostro, quindi iniziò a scalarlo. “È pazza!” pensò Demyx. “Come può solo sperare di sconfiggere un coso simile da sola?!” pensò il nessuno sbalordito.

    Eppure lei schivava magistralmente le artigliate dell’heartless e ormai aveva raggiunto la sua testa. Saltò trovandosi davanti al muso del nemico. Proprio quando stava per lanciargli le sue armi negli occhi, l’heartless emise una fiammata dalla bocca, centrando in pieno Aira. Lei chiuse gli occhi, convinta di essere stata imprudente, e per questo essere già praticamente finita all’altro mondo. Invece, accortasi che non accadeva, niente riaprì gli occhi, notando che Demyx era davanti a lei, col sitar sguainato. –Ringraziami, non immagini che fatica ereggere una barriera d’acqua fino a quest’altezza-
    lei sorrise, a fatica riuscì a ribaltarsi, dando un calcio nella schiena a Demyx catapultandolo contro il nemico, urlando all’amico:-Vai e colpisci!-
    Demyx , agitando le braccia e urlando dal terrore, finì quasi per schiantarsi contro il muso dell’heartless; fortunatamente i suoi riflessi gli permisero di prendere in tempo il sitar e sguainarlo davanti a sé evitando la collisone. Quella mossa però provocò la rottura del setto nasale dell’heartless, e la cosa lo fece alterare “leggermente”.

    Dopo l’impatto Demyx ricadde a terra, ringraziando il cielo di esserne uscito sano e salvo. Lì si trovava Aira pronta a dargli man forte. Purtroppo il mostro si era adirato incredibilmente. Lanciò un ruggito per aria, per poi lanciarsi all’attacco prendendo i ragazzi di sorpresa. Con una rapida e furente manata colpì in pieno Aira, scaraventandola contro un mucchio di scatoloni impilati in un angolo dell’edifico ormai distrutto. Quindi si concentrò su Demyx, su cui aveva intenzione di vendicarsi per il colpo che gli aveva inferto.

    La pietra che aveva al posto dei piedi iniziò a brillare, prendendo l’attenzione di Demyx. Il nessuno non fece in tempo a realizzare quanto stava succedendo, che una miriade di raggi bluastri partirono da essa diretti contro di lui. Demyx, con movimenti impacciati, seppur con difficoltà riuscì a schivarli tutti, col risultato che attorno a lui erano rimaste numerose tracce di terreno carbonizzato. “Quindi se mi beccava uno di quei raggi facevo questa fine…” pensò guardando una delle bruciature affianco a lui, a bocca aperta e vicino all’infarto.

    Quel momento di distrazione fu fatale, perché realizzò in ritardo che l’heartless lo aveva afferrato con una zampa. Il mostro guardò la sua preda con aria tronfia. Con fare sadico iniziò a stringere con l’intenzione di stritolarlo. Demyx cercava di liberarsi, dimenandosi, ma il corpo era bloccato dentro la mano dell’heartless, e gli era impossibile usare il sitar per farsi salvare dalla sua acqua. Improvvisamente gli venne un’idea. Non aveva considerato che quello non era il suo vecchio sitar, ma quello regalatogli da Exarg. Nonostante avesse le braccia bloccate dalla presa, con uno sforzo di volontà richiamò una piccola massa d’acqua che si tramutò nel sitar. Ci mise diversi secondi, e per poco non lasciò perdere, pensando di non avere abbastanza forza, ma riuscì a passare il suo sitar dentro la mano del nemico, ed essendo affilato, il sitar ferì la mano dell’heartless che la aprì in preda al dolore. Demyx cadde a terra un po’ frastornato. L’avversario ancora più furente scagliò un pugno nel terreno, ma questa volta Demyx era sull’attenti, e riuscì a spostarsi indietro schivandolo senza problemi. Imitando l’esempio di Aira di prima, salì sul suo braccio ritrovandosi davanti a lui. Proprio mentre faceva ciò le venne un terribile pensiero. “AIRA!” non si era accertato delle condizioni dell’alleata. Però ora non poteva aiutarla, doveva eliminare quel nemico prima che lui contrattaccasse. Gli saltò davanti, menando un rovescio col sitar in faccia al mostro, lasciandogli un livido in volto. A quel punto il nemico divenne rosso come se lo fosse per la rabbia, ma in realtà era perché stava per lanciare una fiammata addosso a Demyx.

    Proprio quando stava per farlo, lanciò un grido di dolore, voltando la testa alle sue spalle, così anche Demyx capì cosa era successo. Aira si era arrampicata alle sue spalle infilzandolo coi suoi coltelli nella nuca. I due si scambiarono un sorriso di complicità. Mentre Demyx ricadeva a terra, lei prese i suoi coltelli e si spostò verso il viso dell’heartless. Nel frattempo Demyx aveva spiccato un altro salto verso il ventre dell’essere. Contemporaneamente Demyx aizzò una marea d’acqua contro lo stomaco del nemico, mentre Aira lo infilzava alla tempia.
    Il mostro lanciò un ultimo urlo di dolore e scomparì.
    I due tornarono a terra. Demyx, euforico per la vittoria, le disse esagitato:-Siamo stati bravissimi! Hai visto come l’ho colpito alla pancia? E tu che lo colpivi in volto… uau, davvero mitico!- in quel momento, vedendo che Aira non rispondeva, si accorse di quello che aveva intorno a lui: della casa erano rimaste solo macerie. Rivolse nuovamente lo sguardo ad Aira e la vide piangere. Delle piccole lacrime, lucide come perle, solcavano il suo viso lasciando un segno di sporco su di esso, pieno di polvere sollevata dal combattimento. Demyx le se avvicinò dispiaciuto.
    –Mi…mi dispiace…capisco come ti possa sentire…hai perso la casa dove avevi tutti i tuoi ricordi…-
    Lei si voltò verso Demyx sorridendo, seppur singhiozzasse ancora. –Tranquillo, sto bene…non è niente. Poi ho recuperato quello per cui ero venuta…- si infilò un secondo una mano nella maglia, tirandone fuori un pendente dorato a forma di rombo.
    –Che cos’è?- chiese Demyx incantato dall’oggetto.
    –Un ricordo delle mie origini. Doveva essere di mia madre, il nonno mi disse che l’ho sempre avuto.- Aira, con un piccolo sorriso aprì il pendente e lo portò all’orecchio.
    Ne uscì una melodia malinconica. La ragazza cominciò inconsciamente a muovere il capo e cantare a tempo di musica. Demyx capì che quel pendente, che in realtà era un carillon, doveva esserle molto caro.
    Finita la canzone la ragazza se lo rimise al collo. Quindi si alzò in piedi e guardò Demyx. –Bene, dove andiamo?-
    Demyx impallidì. –Beh…ecco…veramente…non ne ho idea!- disse imbarazzato.
    –Useremo un metodo scientifico!- affermò il nessuno sicuro.
    –Cioè?- chiese lei.
    –Aprirò un varco oscuro verso un mondo a caso!-

    Aira preferì evitare commenti, ma non avendo idee migliori e nessun obbiettivo prestabilito, non potevano fare altro che affidarsi al caso.
    Demyx chiuse gli occhi e aprì un portale. Non sapeva neanche lui dove sarebbero giunti. Fece la riverenza rivolto ad Aira e le fece segno di entrare prima lei. Ridacchiando la ragazza entrò.







    Nel frattempo tre persone stavano parlando in un sotterraneo, da qualche parte in un mondo. –Li abbiamo persi di vista, sono spariti con un portale oscuro.- disse uno rivolto ad un'altra figura seduta. Una ragazza rise. –A quanto pare abbiamo fatto bene a mandare là quell’heartless…però non mi aspettavo lo sconfiggessero così in fretta…mi hanno piacevolmente sorpresa…- La figura seduta le sorrise con malvagità. –A quanto pare potrebbero davvero essere la soluzione che stavamo cercando. Andate subito a ritrovarli!- i due fecero un breve inchino e si avviarono come era stato ordinato loro. –Ho fatto bene a non mandare direttamente loro due…non sono ancora pronti. In futuro saranno ottime cavie, devo evitare che finiscano tra le mani di quei due…- disse tra sé e sé l’uomo seduto. Battè un pugno sul muro. –Sta andando tutto a monte…non posso continuare a rischiare così…i tempi non sono ancora maturi, ma bisogna fare in fretta…ma almeno un problema è già risolto…¬- guardò in una pozza d’acqua lì vicina; fece un gesto con la mano e mostrò una scena inquietante: un uomo vestito di nero con dei capelli lunghi raccolti in più code stava scomparendo nel buio della notte, lanciando un urlo disumano.
    Il portale oscuro si aprì in un paesaggio simile a quello di prima. Qui però non era sera, era pomeriggio inoltrato. Il cielo era tinto di un intenso blu. Erano finiti in una zona collinare. Qua e là c’era qualche animale al pascolo. Davanti a loro in lontananza si vedeva una costruzione imponente. Sembrava un castello da lì, e dava un’impressione di grande maestosità che metteva in soggezione. Sentirono dei passi dietro di loro. Si girarono di scatto. –Benvenuti a Maella tizi!-
     
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