Il Ritorno dei Cuori - Demyx Revenge

Protagonista assoluto Demyx. Gli altri pg sono inventati, ma appariranno anche gli altri nostri eroi

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  1. misterious detective
     
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    Spero che la fan fiction che vi sto per presentare sia di vostro gradimento. Ci lavoro sempre appena ho il tempo (maledetta scuola) e al momento ho scritto i primi quattro capitolo. Beh, che dire: buona lettura ^^

    Capitolo 1
    Una fine diversa

    Una marea d’acqua puntava contro il custode. Lui non si fece intimorire, scartò di lato l’ondata ritrovandosi faccia a faccia con una figura d’acqua. Era troppo tardi per schivarla, ma l’intervento di Paperino che la fece esplodere con blizzard fu provvidenziale. Non c’era il tempo di ringraziare, il custode partì in corsa. Pippo assalì il nemico alle spalle, il quale fu costretto ad alzare una barriera d’acqua, che come previsto si dissolse proprio quando Sora gli era davanti. Il ragazzo lanciò un solo fendente laterale. Una corda del sitar si ruppe. Demyx cadde in ginocchio esausto. Non solo non aveva più le forze di combattere, ma il sitar era inutilizzabile in quelle condizioni. Cercò di rialzarsi per scappare, ma la sua arma era in condizioni peggiori di quanto immaginasse, tant’è che si dissolse in acqua. Demyx guardò il suo sitar scomparire in goccie che cadevano a terra. Aveva gli occhi spalancati. Quella che era stata la sua ragione di vita se ne era andata. Lanciò un grido misto di dolore e rabbia. Cadde in ginocchio, sapeva che di lì a poco sarebbe scomparso. Ma proprio quando era certo della sua fine, si accorse che dell’acqua si stava alzando dal nulla e che pian piano vi si stava unendo. “non è possibile” pensava esterrefatto. Nel giro di pochi attimi scomparì completamente. Poco dopo riprese i sensi. Non si trovava più alla fortezza oscura, doveva aveva avuto un estenuante combattimento con Sora, Paperino e Pippo. Si trovava in una sala molto ampia, al centro vi si trovava una colonna attraversata da una corrente d’acqua che scorreva al contrario. La sala era completamente argentea, e lo stesso colore ricopriva i mobili e l’arredamento. Alla sinistra di Demyx stava in piedi un ragazzo più alto di lui, ma dai lineamenti simili e che sembrava avere più o meno la stessa età, forse qualche anno in più. -…Fratellone…- sussurrò lui. Il ragazzo in piedi lo guardava con disprezzo. Demyx non riuscì a dire nulla; era evidente che il ragazzo si vergognava del fallimento. Dopo aver passato qualche secondo in quel silenzio forzato, il fratello di Demyx si apprestò a parlare:-Come al solito sei la delusione della famiglia…a volte mi vergogno di essere tuo fratello.- Demyx si fece avanti e controbattè:-Non puoi darmi del fallito solo perché ho fallito una missione! Sai benissimo che…- mentre parlava, gli venne inferto uno schiaffo dal fratello. –Exarg…- per la prima volta aveva chiamato il fratello per nome. –Mi chiedo perché ti abbia salvato. Fosse per gli altri ti avrebbero lasciato lì, invece sono stato così idiota da salvare un perdente senza una ragione logica.-
    A queste affermazioni anche Demyx si infuriò:-Forse il fatto di essere fratelli e compagni non è sufficiente? Hai una considerazione così scarsa di me?- I due rimasero qualche secondo a guardarsi negli occhi. Exarg chinò il capo:-Vattene. L’organizzazione non ha bisogno di uno come te…- -…fratello…- -Se qualcuno viene a sapere che ti ho salvato la vita, passerò dei guai. Dovresti essermi grato. Ora vattene! Vivi da miserabile come ti riesce tanto bene; non voglio più avere nulla a che fare con te.- Demyx gli diede un altro sguardo furente, poi in preda alla rabbia si voltò e si avviò verso l’uscita, trattenendosi dal correre. Prima che giungesse alla porta però, si sentì chiamare da Exarg. –Dimentichi una cosa.- Allungò il braccio e aprì il palmo verso l’alto. Si formò una massa d’acqua da prima informe, ma che pian piano acquisiva una forma delineata. Demyx strabuzzò gli occhi. Per poco non cominciò a piangere. Sorrise. Tra le sue mani si era formato un sitar nero, dai lineamenti più aggressivi del precedente. –Consideralo un regalo d’addio.- Demyx annuì con la testa:-Si fratellone, grazie…- Lui lo guardò sorridendo:-E non farti più vedere da queste parti, perdente!- Lui gli saltò addosso prendendogli il sitar dalla mano. –Certo capo, terrò una distanza minima di qualche chilometro!- Disse correndo fuori. Conosceva suo fratello da prima di diventare un nessuno, la sua unica intenzione era di spronarlo ad affrontare la nuova vita in solitario. Questa era l’inizio di una nuova esistenza. Al diavolo l’organizzazione, al diavolo Xemnas e al diavolo KINGDOM HEARTS. Quello che importava era ricominciare da capo, da solo, senza suo fratello. Exarg rimase fermo a guardarlo andarsene. Non appena le porte del suo laboratorio si richiusero lui sorrise. –Auguri Demyx, divertiti…- Si tornò a sedere alla sua scrivania, davanti a una decina di fogli impilati, penne e vari oggetti. Spostò tutto ad un lato e appoggiò le gambe sulla scrivania. Ridacchiò. –I pezzi sono in campo, manca poco allo scacco matto, Xemnas- aprì nuovamente il palmo della sua mano. Prese forma un cavallo degli scacchi. Dopo averlo contemplato per qualche attimo, strinse la mano a pugno, facendo esplodere la figura e bagnando il pavimento.

    SPOILER (click to view)
    è la mia prima fan fiction che ha come protagonista un personaggio dal carattere già delineato; ho paura che sia un flop totale T_T ci è mancato poco che non avessi nemmeno il coraggio di postarla XD postate pure sia critiche che lodi ^^
     
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  2. hoshyko
     
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    bella, è scritta davvero bene!! ^ ^
     
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  3. misterious detective
     
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    Grazie sono felice che ti piaccia ^^
    Aspetto qualche altro commento poi posto il secondo capitolo che sarà un po' più lungo.
     
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  4. eneru92
     
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    Bravo , la scrittura è buona e le descrizioni pure ... un consiglio : vai a capo di tanto in tanto , tutto attaccato da l'impressione di un mattone .
     
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  5. mikimpazzita
     
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    CITAZIONE
    tutto attaccato da l'impressione di un mattone .

    concordo... Per il resto, è una bellissima storia! Bravo!
     
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  6. misterious detective
     
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    CITAZIONE (mikimpazzita @ 19/10/2008, 13:57)
    CITAZIONE
    tutto attaccato da l'impressione di un mattone .

    concordo... Per il resto, è una bellissima storia! Bravo!

    Allora mi devo rivedere tutto il secondo capitolo che in quanto ad andare a capo l'ho fatto uguale XD
     
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  7. axel36
     
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    bravissimo...l'unica pecca che hai è quella che non sai andare a capo...continuala...
     
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  8. light master
     
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    Bellissima storia!!! mi abbutta dire come gli altri che devi andare a capo, anche se e vero quindi ti evito la ramanzina, continuaaaaaaaa!!
     
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  9. misterious detective
     
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    Non riesco a non postarlo. Non posso aspettare altri commenti, fremo dalla voglia di sentir valutato il secondo episodio.

    E come avevate richiesto, a neanche 12 ore dal precedente, posto il secondo capitolo, riveduto e corretto con molti nuovo spazi assenti nella versione originale XD

    Capitolo 2 Final Mix (per via dell'aggiunta degli spazi XD)
    Il primo incontro

    Demyx si lanciò fuori dal laboratorio del fratello in preda alla gioia. L’idea di lanciarsi da solo all’avventura lo esaltava, riempiva il suo animo fanciullesco di aspettative rosee. Fregandosene del fiatone correva lungo il sentiero per metri e metri.
    Solo quando ormai non si reggeva più sulle gambe si rese conto di una cosa fondamentale: non aveva idea di dove si trovava.
    Aveva completamente dimenticato che il fratello lo aveva trasportato su quel mondo che non conosceva, e non aveva idea di dove stesse andando. Solo allora si rese conto di non avere più un posto dove andare: i suoi compagni, quelli che fino ad allora erano stati la sua famiglia, non lo volevano più con loro. Ormai si era lasciato addietro tutto della sua vita passata, prima di essere un nessuno, e non poteva più affidarsi nemmeno a suo fratello.
    Il nuovo sitar nero, simile ad una chitarra elettrica, che gli era stato regalato da Exarg era il simbolo della sua necessità di cavarsela da solo. Chinò il capo demoralizzato. Aveva perso tutto l’entusiasmo, anche perché se prima doveva impegnarsi a conquistare KINGDOM HEARTS, ora non aveva più nessun obbiettivo da perseguire.
    Continuò per un po’ a marciare a capo chino, quando si accorse che in lontananza provenivano dei rumori inconfondibili: cozzare di armi, c’era un combattimento in corso. Alzò il capo scrutando bene le figure in lontananza parandosi gli occhi dal sole. Riusciva a fatica distinguere una figura minuta muoversi con agilità schivando gli attacchi di numerosi heartless. Molto probabilmente una ragazza.
    Iniziò a correre per andare in suo soccorso. Man mano che si avvicinava riusciva a distinguere più nitidamente le figure. Una ragazza pallida in volto, dai capelli bruno chiaro che le arrivavano poco sopra il fondoschiena, occhi di uno strano lillà, dallo sguardo molto intenso, affrontava ben cinque heartless, due soldati e tre shadow. Contrariamente a quanto si possa immaginare si destreggiava tra gli attacchi, nonostante fosse evidente che erano comunque un numero difficile da affrontare da soli. La ragazza sembrava essere dell’età di Demyx.
    Indossava una maglia marrone a maniche corte, che arrivava al livello della gonna beige, ma che nei rapidi movimenti del combattimento lasciava intravedere il fisico, complice anche il fatto che i due lati del vestito era uniti da un solo bottone sul seno. La gonna beige, per quanto lunga fin quasi alle ginocchia, non le impacciava minimamente i movimenti. Doveva essere abituata a combattere con quella indosso, d’altronde anche Demyx era abituato a combattere col soprabito, mentre una persona qualunque avrebbe avuto difficoltà.
    La ragazza brandiva due coltelli, uno per mano, dalla punta arcuata, e più che un combattimento a vedere lei sembrava una danza. Girava su sé stessa colpendo instancabilmente tutti i nemici che le si paravano di fronte. Improvvisamente un soldato cercò di colpirla alle spalle, ma a occhi chiusi con estrema precisione gli sferrò un calcio nel mento, sbattendolo via. Non riuscì però a prevedere che uno degli shadow ne avrebbe approfittato per bloccarle la gamba a terra, e a quel punto il secondo soldato le si lanciò contro roteando su sé stesso per tentare un attacco ciclone.
    Demyx richiamò in corsa il suo sitar colpendolo prima che fosse lui a colpire la ragazza. Si accorse in quel momento che il sitar regalatogli dal fratello era molto più sottile del precedente, e ciò lo rendeva perfetto anche per il corpo a corpo. Lei ne approfittò per colpire con l’altra gamba lo shadow, liberandosene. –Grazie- disse a Demyx. La sua voce era molto dolce, musicale e leggermente acuta.
    Demyx si limitò a sorridere. Purtroppo non c’era tempo per perdersi in convenevoli, dovevano combattere. Uno shadow attaccò la ragazza, ma Demyx fu veloce nell’innalzare una barriera d’acqua intorno ai due, colpendo in aria lo shadow che minacciava la compagna. A quel punto lei spiccò un balzo colpendo ripetutamente l’heartless in aria liberandosene. I due shadow rimanenti attaccarono contemporaneamente Demyx, ma lui prese il sitar e iniziò a suonare un brano. Improvvisamente due getti d’acqua presero forma schiantandosi contro i due avversari. Demyx saltò incontro a loro, continuando a suonare creando più colonne d’acqua. Uno dei due, già indebolito da prima, venne eliminato, così Demyx potè concentrarsi sull’altro. Mentre continuava ad evocare acqua per colpirlo lo colpiva nel muso col sitar; era ormai sicuro della vittoria, e si accorse tardi che lo shadow era diventato letteralmente un’ombra, penetrando nel terreno, proprio quando era riemersa malapena la testa e stava per colpire Demyx alle spalle, un coltello lo trafisse uccidendolo.
    –Ora sei tu che devi ringraziare me- disse spavalda la ragazza, mentre combatteva con l’ultimo heartless rimasto, un soldato. Quella distrazione le fu fatale, perché l’ultimo soldato ne approfittò per attaccarla. Demyx come un fulmine si schierò davanti alla ragazza, colpendo al muso l’heartless diverse volte, fino a sollevarlo da terra. In aria lo colpì altre due volte, poi fece un solo, potentissimo accordo con la chitarra. Una colonna d’acqua uscì da sotto i suoi piedi sorreggendolo in aria, mentre un numero indefinito di esse colpiva ripetutamente il nemico, formando degli strani disegni d’acqua. Quando tutti i getti si esaurirono, l’heartless non fece in tempo a riprendersi che già Demyx gli era sopra, e lo colpì con tutta la forza sull’elmetto, scaraventandolo a terra ed eliminandolo.
    Anche Demyx toccò finalmente terra. Si appoggiò ad un albero nelle vicinanze per riprendere fiato. –Uff, tutto sommato è stato divertente, non tro…- prima che riuscisse a finire la frase, vide sfiorargli la pelle una delle lame della ragazza e conficcarsi nella corteccia.
    Lui in preda al panico sbraitò:- E…Ehi! Ma cosa fai!-

    Lei, tenendo in mano l’arma che le era rimasta, ripresa dopo averla lanciata allo shadow, si mise in posizione di combattimento. Demyx la guardò sconcertato.
    –Non capisco cosa…-
    -Zitto! Non ci casco nei tuoi trucchetti. Non mi è ben chiaro per quale ragione tu mi abbia aiutata, ma quel soprabito la dice lunga.-
    Demyx si guardò: in effetti aveva completamente dimenticato che stava indossando ancora il soprabito dell’organizzazione. Si mise a ridere:-Suvvia, non vuol dire niente…- Lei partì all’assalto, ma con un gesto della mano Demyx le bloccò il coltello tenendola vicina a sé. –Ehi dolcezza, ti ho detto che non sono un cattivo. In effetti facevo parte dell’organizzazione, ma mi hanno sbattuto fuori.-
    Lei sogghignò. –Se devo essere sincera non credo molto nella tua versione dei fatti, ma non mi hai ancora attaccata, quindi non vedo perché non dovrei starti a sentire.- così i due si sedettero a terra per parlare.
    -Ora ho capito, quindi tu sei così debole che non ti hanno più voluto!- disse lei con curiosità dopo aver sentito tutta la storia.
    Demyx la guardò storta. –Si…in effetti il concetto è quello.- “ma come si permette questa qua” pensò.
    –Ora però tocca a te, non so nemmeno il tuo nome.-
    La ragazza annuì sorridendo. –Hai ragione scusa. Mi chiamo Aira, molto piacere- il suo sorriso fu così ammaliante quasi da rapire Demyx, ma si riscosse subito.

    –Come? Tutto qua? Io ti ho raccontato la mia vita e tu mi liquidi così?-

    Aira rise nuovamente, ma questa volta era una risata triste. –D’accordo, hai vinto tu. Vivo a poche miglia da qui, in un casolare. Mia madre mi ha abbandonata appena nata in quella casa dove viveva mio nonno. Lui mi ha allevato con affetto e senza farmi mai mancare niente, nonostante fosse tutt’altro che ricco. Quando avevo 12 anni morì improvvisamente. Io ero molto triste, non sapevo come tirare avanti senza nessuno…- “più o meno la stessa situazione in cui mi trovo io adesso” pensò Demyx ascoltando il racconto di Aira. La ragazza continuò:-Mi recai in città per cercare lavoro. Fortunatamente sono stata assunta presso una piccola sartoria presso cui lavoro tutt’ora, e a volte devo portare i prodotti fino a dei piccoli insediamenti vicini. Poco dopo essere stata assunta mi venne una immensa curiosità sul passato di mia madre, volevo capire le mie origini…immagino che tu possa capirmi. Dopo aver messo da parte una certa somma, mi misi in viaggio. Ci volle quasi un anno, ma dopo tante ricerche estenuanti scoprii quello che volevo…-
    mentre passava a questa parte del racconto iniziò a piangere silenziosamente, senza singhiozzare né darlo a vedere dal tono di voce o dall’espressione.
    –Mia madre faceva parte di una compagnia teatrale di girovaghi…dopo aver lavorato a lungo in queste terre la gente non era più interessata agli spettacoli suoi e dei suoi compagni. Decedettero di comprarsi una gummyship che potesse trasportare tutti per continuare su altri mondi, ma non avevano denaro…io…nacqui quando lei per procurare soldi alla compagnia iniziò a vendersi.-
    a quel punto ormai il suo pianto era totale per quanto si trattenesse, e lo dava a vedere, perché stringeva i pugni, come fa chi si trattiene dal piangere. Demyx la guardò in un misto di pietà e di commozione.
    –Mi…mi dispiace. Non volevo obbligarti a rimembrare brutti ricordi-
    Aira si asciugò le lacrime e lo guardò sorridendo.
    –No, tranquillo, non è colpa tua…tranquillo.-
    Demyx distolse lo sguardo. Si alzò in piedi guardando in silenzio l’orizzonte.
    Senza dire nulla si sfilò il soprabito gettandolo dietro di sé, lasciando che venisse trasportato dal vento per qualche metro per poi posarsi a terra. Sotto il soprabito indossava una giacca di jeans tendente al nero senza maniche, e sotto una maglia bianca a maniche corte leggermente logora. Indossava un paio di jeans corti tutti slabbrati e mezzi rotti, che dovevano essere una specie di portafortuna per lui.
    Aira si alzò in piedi a sua volta, guardandolo con stupore.
    –Ma cosa fai?- domandò.
    Lui si limitò a guardarla sorridendo.
    –Mi lascio il passato alle spalle- disse dopo qualche attimo.
    Si voltò verso la strada, come per andarsene, ma stava fermo. In realtà temeva di affrontare un viaggio senza meta da solo, e in cuor suo desiderava ardentemente di chiederle di accompagnarlo. Non ne ebbe il coraggio, quindi si rimise in marcia. Non fece un passo che la ragazza lo fermò.
    –Aspetta! Ecco…io…so come ci si sente a dover affrontare la vita da soli, senza sapere cosa ne sarà di noi, pieni di tristezza e rimorso. È un’esperienza che non augurerei a nessuno…quindi…mi chiedevo se…potevo accompagnarti. In fondo anche io sono stanca di vivere solo per vivere. Voglio avere anch’io un motivo per andare avanti.- disse tutta rossa in viso.
    Nel sentire quelle parole il cuore di Demyx gli esplose nel petto. Era così felice da non riuscire a stare calmo, e riuscì a darle il permesso solo balbettando
    . –Ma…ma certo! A…accetto molto volentieri. Se devo essere sincero volevo chiedertelo io, ma mi vergognavo…- disse l’ultima frase grattandosi dietro la testa con una mano e incrociando le gambe, tutti movimenti che mettevano alla luce il suo imbarazzo.
    Aira lo guardò male e commentò:-Ma che uomo sei? Almeno abbi l’intelligenza di stare zitto.- Demyx non riuscì a ribattere che se la ritrovò attaccata al collo. –Tanto meglio…questo viaggio sarà più divertente con un compagno del genere.- disse lei felice.
    Dopo essersela staccata dal collo, i due cominciarono a marciare pieni di speranze. Prima di andarsene con un portale oscuro volevo godersi ancora un po’ il tramonto che stava arrivando su quel mondo. Non avendo nessun obbiettivo da perseguire poteva permetterselo.



    Nel frattempo, due figure da lontano guardavano i due ragazzi allontanarsi. Una disse all’altra:-Hai visto? Che mi venga un colpo se non è…-
    -Sisi, è senza dubbio una delle persone che il capo sta cercando. Non mi aspettavo che una missione così noiosa ci rivelasse una simile sorpresa.-
    -Già, questo significa che siamo un passo più vicini all’obbiettivo.- i due iniziarono a ridere.
    –Piuttosto, mia cara Hell Angel, come vanno le cose nel mondo che non esiste?-
    La seconda figura rise.
    –Come vuoi che vadano…a rotoli!-
    i due risero all’unisono, diedero un ultima occhiata ai due.
    –Certo che è uno spettacolo anche per noi un simile tramonto eh?- -Certo, è il momento più bello della giornata: l’agonia del sole che tinge il mondo di rosso sangue.-
    se ne andarono senza aggiungere altro.
     
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  10. light master
     
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    Figooooo!!! davvero bella scrivi molto bene!!! continua al piu presto neh!
     
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  11. eneru92
     
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    e gia va meglio , bravo
     
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  12. Siegmund
     
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    eccolo :riot:
    bravo
    demyx innamorato nn lo avevo mai visto :sese:
     
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  13. falcediluna
     
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    ottimo capitolo complimenti
     
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  14. misterious detective
     
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    Capitolo 3
    Preparativi per la partenza

    I due ragazzi seguivano il sentiero vicini. Parlottavano amichevolmente, ma nessuno dei due teneva a parlare con l’altro di quello che è stato o di quello che sarà. Entrambi ebbero la sensazione che quanto si apprestavano a fare fosse nient’altro che un tremendo sbaglio. Aira guardava basso, ripetendosi in continuazione queste cose.

    Sorrise. “No, andrà tutto bene. Sono anni che desidero fare questo passo avanti…non tornerò indietro sulle mie scelte. Demyx, stupidello com’è, sollevò l’argomento con leggerezza, senza pensare alle conseguenze. –Ma…dove stiamo andando di preciso?-
    Dapprima Aira sembrò essere triste, poi sollevo il capo e disse solare:-A casa mia. Prima di partire vorrei prendere alcune cose con me.-
    Demyx gli rispose:-Ti capisco, non sai quanto soffro di aver lasciato al castello tutti i miei dischi…- disse con le lacrime agli occhi.
    Aira rabbrividì. –Dischi?...-
    Lui la guardò senza capirla. –Si perché?-
    Lei sospirò con rassegnazione. –Nulla, ho solo avuto la conferma del fatto che sei uno scemo…-
    -Bah, me lo dicono tutti, ormai non me la prendono più- disse facendole la linguaccia. Entrambi iniziarono a ridere.

    Dopo aver camminato per un altro po’, finalmente raggiunsero uno spiazzo verde dove era eretto un capannone, che dava l’impressione di poter cadere da un momento all’altro. Demyx rabbrividì un po’ alla vista di quell’edificio pericolante. –Io ti aspetto fuori.- disse lui con la voce soffocata. Aira si girò guardandolo incuriosita, senza capire il suo comportamento. Scrollò le spalle e si avviò comunque. Cercò di aprire la porta, ma si accorse che si era bloccata. Un po’ contrariata sferrò un calcio alla porta, buttandola giu. Gli occhi di Demyx gli uscirono dalle orbite. “Beh, anche se cadesse la casa, non credo di dovermi preoccupare con una tipa simile.” La seguì dentro.

    Non sapeva dove posare lo sguardo. Non sapeva come definire quello che vedeva. La casa era a pezzi, ma dappertutto si vedevano oggetti e soprammobili. Faceva tenerezza ed era un po’ inquietante al tempo stesso. –Quindi è qui che vivi…-
    Aira, che frugava per terra, senza neanche voltarsi gli rispose:-Si, qui ci sono i ricordi di tutta la mia vita. Mi sento un po’ strana nel lasciarla, ma non ho mai desiderato passare qui tutta la mia vita, né sento che è il mio destino…però io sono stata quello che puoi vedere da questa casa…non voglio fingere che il mio passato non sia mai esistito, ma non voglio essere giudicata per questo. Voglio ricominciare e capire veramente il mio scopo.-
    Demyx non seppe cosa dire. Le parole della ragazza lo avevano veramente colpito. Si fece triste; in tutto quel tempo non aveva mai capito cose così semplici, si sentiva una tale nullità. Si stupì all’improvviso di vederla sorridere.
    Proprio in quel preciso Vide un’ombra innalzarsi sopra di loro Demyx si voltò, sul suo volto si formò un’espressione di terrore. Corse subito incontro a Aira prendendola per mano. –Scappiamo!- Aira non fece in tempo a dire nulla. Non capiva cosa gli fosse preso. Si voltò di scatto e anche la ragazza vide cosa aveva tanto spaventato Demyx: un enorme heartless, dalle sembianze di un gargoyle, con al posto dei piedi un enorme pietra azzurra, simile all’oricalco, si librava per aria fuori dalla casa.


    Il mostro lanciò un pugno alla costruzione, radendo al suolo l’intera facciata. Demyx si voltò: non riusciva a distogliere lo sguardo da quel mostro terribile. Suscitava timore, e lui preso dal panico riusciva ad indietreggiare lentamente senza smettere di ammirarlo.
    –Ma che heartless è?- Aira si mise davanti a lui e sguainò i pugnali. –Si vede che non sei di questo mondo. Ogni mondo è popolato da heartless dalle fattezze differenti, tranne le dovute eccezioni come gli shadow e i soldati che abbiamo incontrato prima che sono comuni dappertutto. Beh, questo è un raro heartless di queste parti.-
    Appena finì di parlare, spiccò un salto andando a cadere sopra il braccio del mostro, quindi iniziò a scalarlo. “È pazza!” pensò Demyx. “Come può solo sperare di sconfiggere un coso simile da sola?!” pensò il nessuno sbalordito.

    Eppure lei schivava magistralmente le artigliate dell’heartless e ormai aveva raggiunto la sua testa. Saltò trovandosi davanti al muso del nemico. Proprio quando stava per lanciargli le sue armi negli occhi, l’heartless emise una fiammata dalla bocca, centrando in pieno Aira. Lei chiuse gli occhi, convinta di essere stata imprudente, e per questo essere già praticamente finita all’altro mondo. Invece, accortasi che non accadeva, niente riaprì gli occhi, notando che Demyx era davanti a lei, col sitar sguainato. –Ringraziami, non immagini che fatica ereggere una barriera d’acqua fino a quest’altezza-
    lei sorrise, a fatica riuscì a ribaltarsi, dando un calcio nella schiena a Demyx catapultandolo contro il nemico, urlando all’amico:-Vai e colpisci!-
    Demyx , agitando le braccia e urlando dal terrore, finì quasi per schiantarsi contro il muso dell’heartless; fortunatamente i suoi riflessi gli permisero di prendere in tempo il sitar e sguainarlo davanti a sé evitando la collisone. Quella mossa però provocò la rottura del setto nasale dell’heartless, e la cosa lo fece alterare “leggermente”.

    Dopo l’impatto Demyx ricadde a terra, ringraziando il cielo di esserne uscito sano e salvo. Lì si trovava Aira pronta a dargli man forte. Purtroppo il mostro si era adirato incredibilmente. Lanciò un ruggito per aria, per poi lanciarsi all’attacco prendendo i ragazzi di sorpresa. Con una rapida e furente manata colpì in pieno Aira, scaraventandola contro un mucchio di scatoloni impilati in un angolo dell’edifico ormai distrutto. Quindi si concentrò su Demyx, su cui aveva intenzione di vendicarsi per il colpo che gli aveva inferto.

    La pietra che aveva al posto dei piedi iniziò a brillare, prendendo l’attenzione di Demyx. Il nessuno non fece in tempo a realizzare quanto stava succedendo, che una miriade di raggi bluastri partirono da essa diretti contro di lui. Demyx, con movimenti impacciati, seppur con difficoltà riuscì a schivarli tutti, col risultato che attorno a lui erano rimaste numerose tracce di terreno carbonizzato. “Quindi se mi beccava uno di quei raggi facevo questa fine…” pensò guardando una delle bruciature affianco a lui, a bocca aperta e vicino all’infarto.

    Quel momento di distrazione fu fatale, perché realizzò in ritardo che l’heartless lo aveva afferrato con una zampa. Il mostro guardò la sua preda con aria tronfia. Con fare sadico iniziò a stringere con l’intenzione di stritolarlo. Demyx cercava di liberarsi, dimenandosi, ma il corpo era bloccato dentro la mano dell’heartless, e gli era impossibile usare il sitar per farsi salvare dalla sua acqua. Improvvisamente gli venne un’idea. Non aveva considerato che quello non era il suo vecchio sitar, ma quello regalatogli da Exarg. Nonostante avesse le braccia bloccate dalla presa, con uno sforzo di volontà richiamò una piccola massa d’acqua che si tramutò nel sitar. Ci mise diversi secondi, e per poco non lasciò perdere, pensando di non avere abbastanza forza, ma riuscì a passare il suo sitar dentro la mano del nemico, ed essendo affilato, il sitar ferì la mano dell’heartless che la aprì in preda al dolore. Demyx cadde a terra un po’ frastornato. L’avversario ancora più furente scagliò un pugno nel terreno, ma questa volta Demyx era sull’attenti, e riuscì a spostarsi indietro schivandolo senza problemi. Imitando l’esempio di Aira di prima, salì sul suo braccio ritrovandosi davanti a lui. Proprio mentre faceva ciò le venne un terribile pensiero. “AIRA!” non si era accertato delle condizioni dell’alleata. Però ora non poteva aiutarla, doveva eliminare quel nemico prima che lui contrattaccasse. Gli saltò davanti, menando un rovescio col sitar in faccia al mostro, lasciandogli un livido in volto. A quel punto il nemico divenne rosso come se lo fosse per la rabbia, ma in realtà era perché stava per lanciare una fiammata addosso a Demyx.

    Proprio quando stava per farlo, lanciò un grido di dolore, voltando la testa alle sue spalle, così anche Demyx capì cosa era successo. Aira si era arrampicata alle sue spalle infilzandolo coi suoi coltelli nella nuca. I due si scambiarono un sorriso di complicità. Mentre Demyx ricadeva a terra, lei prese i suoi coltelli e si spostò verso il viso dell’heartless. Nel frattempo Demyx aveva spiccato un altro salto verso il ventre dell’essere. Contemporaneamente Demyx aizzò una marea d’acqua contro lo stomaco del nemico, mentre Aira lo infilzava alla tempia.
    Il mostro lanciò un ultimo urlo di dolore e scomparì.
    I due tornarono a terra. Demyx, euforico per la vittoria, le disse esagitato:-Siamo stati bravissimi! Hai visto come l’ho colpito alla pancia? E tu che lo colpivi in volto… uau, davvero mitico!- in quel momento, vedendo che Aira non rispondeva, si accorse di quello che aveva intorno a lui: della casa erano rimaste solo macerie. Rivolse nuovamente lo sguardo ad Aira e la vide piangere. Delle piccole lacrime, lucide come perle, solcavano il suo viso lasciando un segno di sporco su di esso, pieno di polvere sollevata dal combattimento. Demyx le se avvicinò dispiaciuto.
    –Mi…mi dispiace…capisco come ti possa sentire…hai perso la casa dove avevi tutti i tuoi ricordi…-
    Lei si voltò verso Demyx sorridendo, seppur singhiozzasse ancora. –Tranquillo, sto bene…non è niente. Poi ho recuperato quello per cui ero venuta…- si infilò un secondo una mano nella maglia, tirandone fuori un pendente dorato a forma di rombo.
    –Che cos’è?- chiese Demyx incantato dall’oggetto.
    –Un ricordo delle mie origini. Doveva essere di mia madre, il nonno mi disse che l’ho sempre avuto.- Aira, con un piccolo sorriso aprì il pendente e lo portò all’orecchio.
    Ne uscì una melodia malinconica. La ragazza cominciò inconsciamente a muovere il capo e cantare a tempo di musica. Demyx capì che quel pendente, che in realtà era un carillon, doveva esserle molto caro.
    Finita la canzone la ragazza se lo rimise al collo. Quindi si alzò in piedi e guardò Demyx. –Bene, dove andiamo?-
    Demyx impallidì. –Beh…ecco…veramente…non ne ho idea!- disse imbarazzato.
    –Useremo un metodo scientifico!- affermò il nessuno sicuro.
    –Cioè?- chiese lei.
    –Aprirò un varco oscuro verso un mondo a caso!-

    Aira preferì evitare commenti, ma non avendo idee migliori e nessun obbiettivo prestabilito, non potevano fare altro che affidarsi al caso.
    Demyx chiuse gli occhi e aprì un portale. Non sapeva neanche lui dove sarebbero giunti. Fece la riverenza rivolto ad Aira e le fece segno di entrare prima lei. Ridacchiando la ragazza entrò.







    Nel frattempo tre persone stavano parlando in un sotterraneo, da qualche parte in un mondo. –Li abbiamo persi di vista, sono spariti con un portale oscuro.- disse uno rivolto ad un'altra figura seduta. Una ragazza rise. –A quanto pare abbiamo fatto bene a mandare là quell’heartless…però non mi aspettavo lo sconfiggessero così in fretta…mi hanno piacevolmente sorpresa…- La figura seduta le sorrise con malvagità. –A quanto pare potrebbero davvero essere la soluzione che stavamo cercando. Andate subito a ritrovarli!- i due fecero un breve inchino e si avviarono come era stato ordinato loro. –Ho fatto bene a non mandare direttamente loro due…non sono ancora pronti. In futuro saranno ottime cavie, devo evitare che finiscano tra le mani di quei due…- disse tra sé e sé l’uomo seduto. Battè un pugno sul muro. –Sta andando tutto a monte…non posso continuare a rischiare così…i tempi non sono ancora maturi, ma bisogna fare in fretta…ma almeno un problema è già risolto…¬- guardò in una pozza d’acqua lì vicina; fece un gesto con la mano e mostrò una scena inquietante: un uomo vestito di nero con dei capelli lunghi raccolti in più code stava scomparendo nel buio della notte, lanciando un urlo disumano.
    Il portale oscuro si aprì in un paesaggio simile a quello di prima. Qui però non era sera, era pomeriggio inoltrato. Il cielo era tinto di un intenso blu. Erano finiti in una zona collinare. Qua e là c’era qualche animale al pascolo. Davanti a loro in lontananza si vedeva una costruzione imponente. Sembrava un castello da lì, e dava un’impressione di grande maestosità che metteva in soggezione. Sentirono dei passi dietro di loro. Si girarono di scatto. –Benvenuti a Maella tizi!-
     
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  15. eneru92
     
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    Bellissimo capitolo , mi piace come descrivi le battaglie ... in più il tuo stile per metà serio e per metà ironico e molto bello .

    Mi farebe piacere se commentassi la mia fiction , vorrei un tuo parere !
     
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341 replies since 19/10/2008, 11:56   3715 views
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