Il Ritorno dei Cuori - Demyx Revenge

Protagonista assoluto Demyx. Gli altri pg sono inventati, ma appariranno anche gli altri nostri eroi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. misterious detective
     
    .

    User deleted


    Non riesco a non postarlo. Non posso aspettare altri commenti, fremo dalla voglia di sentir valutato il secondo episodio.

    E come avevate richiesto, a neanche 12 ore dal precedente, posto il secondo capitolo, riveduto e corretto con molti nuovo spazi assenti nella versione originale XD

    Capitolo 2 Final Mix (per via dell'aggiunta degli spazi XD)
    Il primo incontro

    Demyx si lanciò fuori dal laboratorio del fratello in preda alla gioia. L’idea di lanciarsi da solo all’avventura lo esaltava, riempiva il suo animo fanciullesco di aspettative rosee. Fregandosene del fiatone correva lungo il sentiero per metri e metri.
    Solo quando ormai non si reggeva più sulle gambe si rese conto di una cosa fondamentale: non aveva idea di dove si trovava.
    Aveva completamente dimenticato che il fratello lo aveva trasportato su quel mondo che non conosceva, e non aveva idea di dove stesse andando. Solo allora si rese conto di non avere più un posto dove andare: i suoi compagni, quelli che fino ad allora erano stati la sua famiglia, non lo volevano più con loro. Ormai si era lasciato addietro tutto della sua vita passata, prima di essere un nessuno, e non poteva più affidarsi nemmeno a suo fratello.
    Il nuovo sitar nero, simile ad una chitarra elettrica, che gli era stato regalato da Exarg era il simbolo della sua necessità di cavarsela da solo. Chinò il capo demoralizzato. Aveva perso tutto l’entusiasmo, anche perché se prima doveva impegnarsi a conquistare KINGDOM HEARTS, ora non aveva più nessun obbiettivo da perseguire.
    Continuò per un po’ a marciare a capo chino, quando si accorse che in lontananza provenivano dei rumori inconfondibili: cozzare di armi, c’era un combattimento in corso. Alzò il capo scrutando bene le figure in lontananza parandosi gli occhi dal sole. Riusciva a fatica distinguere una figura minuta muoversi con agilità schivando gli attacchi di numerosi heartless. Molto probabilmente una ragazza.
    Iniziò a correre per andare in suo soccorso. Man mano che si avvicinava riusciva a distinguere più nitidamente le figure. Una ragazza pallida in volto, dai capelli bruno chiaro che le arrivavano poco sopra il fondoschiena, occhi di uno strano lillà, dallo sguardo molto intenso, affrontava ben cinque heartless, due soldati e tre shadow. Contrariamente a quanto si possa immaginare si destreggiava tra gli attacchi, nonostante fosse evidente che erano comunque un numero difficile da affrontare da soli. La ragazza sembrava essere dell’età di Demyx.
    Indossava una maglia marrone a maniche corte, che arrivava al livello della gonna beige, ma che nei rapidi movimenti del combattimento lasciava intravedere il fisico, complice anche il fatto che i due lati del vestito era uniti da un solo bottone sul seno. La gonna beige, per quanto lunga fin quasi alle ginocchia, non le impacciava minimamente i movimenti. Doveva essere abituata a combattere con quella indosso, d’altronde anche Demyx era abituato a combattere col soprabito, mentre una persona qualunque avrebbe avuto difficoltà.
    La ragazza brandiva due coltelli, uno per mano, dalla punta arcuata, e più che un combattimento a vedere lei sembrava una danza. Girava su sé stessa colpendo instancabilmente tutti i nemici che le si paravano di fronte. Improvvisamente un soldato cercò di colpirla alle spalle, ma a occhi chiusi con estrema precisione gli sferrò un calcio nel mento, sbattendolo via. Non riuscì però a prevedere che uno degli shadow ne avrebbe approfittato per bloccarle la gamba a terra, e a quel punto il secondo soldato le si lanciò contro roteando su sé stesso per tentare un attacco ciclone.
    Demyx richiamò in corsa il suo sitar colpendolo prima che fosse lui a colpire la ragazza. Si accorse in quel momento che il sitar regalatogli dal fratello era molto più sottile del precedente, e ciò lo rendeva perfetto anche per il corpo a corpo. Lei ne approfittò per colpire con l’altra gamba lo shadow, liberandosene. –Grazie- disse a Demyx. La sua voce era molto dolce, musicale e leggermente acuta.
    Demyx si limitò a sorridere. Purtroppo non c’era tempo per perdersi in convenevoli, dovevano combattere. Uno shadow attaccò la ragazza, ma Demyx fu veloce nell’innalzare una barriera d’acqua intorno ai due, colpendo in aria lo shadow che minacciava la compagna. A quel punto lei spiccò un balzo colpendo ripetutamente l’heartless in aria liberandosene. I due shadow rimanenti attaccarono contemporaneamente Demyx, ma lui prese il sitar e iniziò a suonare un brano. Improvvisamente due getti d’acqua presero forma schiantandosi contro i due avversari. Demyx saltò incontro a loro, continuando a suonare creando più colonne d’acqua. Uno dei due, già indebolito da prima, venne eliminato, così Demyx potè concentrarsi sull’altro. Mentre continuava ad evocare acqua per colpirlo lo colpiva nel muso col sitar; era ormai sicuro della vittoria, e si accorse tardi che lo shadow era diventato letteralmente un’ombra, penetrando nel terreno, proprio quando era riemersa malapena la testa e stava per colpire Demyx alle spalle, un coltello lo trafisse uccidendolo.
    –Ora sei tu che devi ringraziare me- disse spavalda la ragazza, mentre combatteva con l’ultimo heartless rimasto, un soldato. Quella distrazione le fu fatale, perché l’ultimo soldato ne approfittò per attaccarla. Demyx come un fulmine si schierò davanti alla ragazza, colpendo al muso l’heartless diverse volte, fino a sollevarlo da terra. In aria lo colpì altre due volte, poi fece un solo, potentissimo accordo con la chitarra. Una colonna d’acqua uscì da sotto i suoi piedi sorreggendolo in aria, mentre un numero indefinito di esse colpiva ripetutamente il nemico, formando degli strani disegni d’acqua. Quando tutti i getti si esaurirono, l’heartless non fece in tempo a riprendersi che già Demyx gli era sopra, e lo colpì con tutta la forza sull’elmetto, scaraventandolo a terra ed eliminandolo.
    Anche Demyx toccò finalmente terra. Si appoggiò ad un albero nelle vicinanze per riprendere fiato. –Uff, tutto sommato è stato divertente, non tro…- prima che riuscisse a finire la frase, vide sfiorargli la pelle una delle lame della ragazza e conficcarsi nella corteccia.
    Lui in preda al panico sbraitò:- E…Ehi! Ma cosa fai!-

    Lei, tenendo in mano l’arma che le era rimasta, ripresa dopo averla lanciata allo shadow, si mise in posizione di combattimento. Demyx la guardò sconcertato.
    –Non capisco cosa…-
    -Zitto! Non ci casco nei tuoi trucchetti. Non mi è ben chiaro per quale ragione tu mi abbia aiutata, ma quel soprabito la dice lunga.-
    Demyx si guardò: in effetti aveva completamente dimenticato che stava indossando ancora il soprabito dell’organizzazione. Si mise a ridere:-Suvvia, non vuol dire niente…- Lei partì all’assalto, ma con un gesto della mano Demyx le bloccò il coltello tenendola vicina a sé. –Ehi dolcezza, ti ho detto che non sono un cattivo. In effetti facevo parte dell’organizzazione, ma mi hanno sbattuto fuori.-
    Lei sogghignò. –Se devo essere sincera non credo molto nella tua versione dei fatti, ma non mi hai ancora attaccata, quindi non vedo perché non dovrei starti a sentire.- così i due si sedettero a terra per parlare.
    -Ora ho capito, quindi tu sei così debole che non ti hanno più voluto!- disse lei con curiosità dopo aver sentito tutta la storia.
    Demyx la guardò storta. –Si…in effetti il concetto è quello.- “ma come si permette questa qua” pensò.
    –Ora però tocca a te, non so nemmeno il tuo nome.-
    La ragazza annuì sorridendo. –Hai ragione scusa. Mi chiamo Aira, molto piacere- il suo sorriso fu così ammaliante quasi da rapire Demyx, ma si riscosse subito.

    –Come? Tutto qua? Io ti ho raccontato la mia vita e tu mi liquidi così?-

    Aira rise nuovamente, ma questa volta era una risata triste. –D’accordo, hai vinto tu. Vivo a poche miglia da qui, in un casolare. Mia madre mi ha abbandonata appena nata in quella casa dove viveva mio nonno. Lui mi ha allevato con affetto e senza farmi mai mancare niente, nonostante fosse tutt’altro che ricco. Quando avevo 12 anni morì improvvisamente. Io ero molto triste, non sapevo come tirare avanti senza nessuno…- “più o meno la stessa situazione in cui mi trovo io adesso” pensò Demyx ascoltando il racconto di Aira. La ragazza continuò:-Mi recai in città per cercare lavoro. Fortunatamente sono stata assunta presso una piccola sartoria presso cui lavoro tutt’ora, e a volte devo portare i prodotti fino a dei piccoli insediamenti vicini. Poco dopo essere stata assunta mi venne una immensa curiosità sul passato di mia madre, volevo capire le mie origini…immagino che tu possa capirmi. Dopo aver messo da parte una certa somma, mi misi in viaggio. Ci volle quasi un anno, ma dopo tante ricerche estenuanti scoprii quello che volevo…-
    mentre passava a questa parte del racconto iniziò a piangere silenziosamente, senza singhiozzare né darlo a vedere dal tono di voce o dall’espressione.
    –Mia madre faceva parte di una compagnia teatrale di girovaghi…dopo aver lavorato a lungo in queste terre la gente non era più interessata agli spettacoli suoi e dei suoi compagni. Decedettero di comprarsi una gummyship che potesse trasportare tutti per continuare su altri mondi, ma non avevano denaro…io…nacqui quando lei per procurare soldi alla compagnia iniziò a vendersi.-
    a quel punto ormai il suo pianto era totale per quanto si trattenesse, e lo dava a vedere, perché stringeva i pugni, come fa chi si trattiene dal piangere. Demyx la guardò in un misto di pietà e di commozione.
    –Mi…mi dispiace. Non volevo obbligarti a rimembrare brutti ricordi-
    Aira si asciugò le lacrime e lo guardò sorridendo.
    –No, tranquillo, non è colpa tua…tranquillo.-
    Demyx distolse lo sguardo. Si alzò in piedi guardando in silenzio l’orizzonte.
    Senza dire nulla si sfilò il soprabito gettandolo dietro di sé, lasciando che venisse trasportato dal vento per qualche metro per poi posarsi a terra. Sotto il soprabito indossava una giacca di jeans tendente al nero senza maniche, e sotto una maglia bianca a maniche corte leggermente logora. Indossava un paio di jeans corti tutti slabbrati e mezzi rotti, che dovevano essere una specie di portafortuna per lui.
    Aira si alzò in piedi a sua volta, guardandolo con stupore.
    –Ma cosa fai?- domandò.
    Lui si limitò a guardarla sorridendo.
    –Mi lascio il passato alle spalle- disse dopo qualche attimo.
    Si voltò verso la strada, come per andarsene, ma stava fermo. In realtà temeva di affrontare un viaggio senza meta da solo, e in cuor suo desiderava ardentemente di chiederle di accompagnarlo. Non ne ebbe il coraggio, quindi si rimise in marcia. Non fece un passo che la ragazza lo fermò.
    –Aspetta! Ecco…io…so come ci si sente a dover affrontare la vita da soli, senza sapere cosa ne sarà di noi, pieni di tristezza e rimorso. È un’esperienza che non augurerei a nessuno…quindi…mi chiedevo se…potevo accompagnarti. In fondo anche io sono stanca di vivere solo per vivere. Voglio avere anch’io un motivo per andare avanti.- disse tutta rossa in viso.
    Nel sentire quelle parole il cuore di Demyx gli esplose nel petto. Era così felice da non riuscire a stare calmo, e riuscì a darle il permesso solo balbettando
    . –Ma…ma certo! A…accetto molto volentieri. Se devo essere sincero volevo chiedertelo io, ma mi vergognavo…- disse l’ultima frase grattandosi dietro la testa con una mano e incrociando le gambe, tutti movimenti che mettevano alla luce il suo imbarazzo.
    Aira lo guardò male e commentò:-Ma che uomo sei? Almeno abbi l’intelligenza di stare zitto.- Demyx non riuscì a ribattere che se la ritrovò attaccata al collo. –Tanto meglio…questo viaggio sarà più divertente con un compagno del genere.- disse lei felice.
    Dopo essersela staccata dal collo, i due cominciarono a marciare pieni di speranze. Prima di andarsene con un portale oscuro volevo godersi ancora un po’ il tramonto che stava arrivando su quel mondo. Non avendo nessun obbiettivo da perseguire poteva permetterselo.



    Nel frattempo, due figure da lontano guardavano i due ragazzi allontanarsi. Una disse all’altra:-Hai visto? Che mi venga un colpo se non è…-
    -Sisi, è senza dubbio una delle persone che il capo sta cercando. Non mi aspettavo che una missione così noiosa ci rivelasse una simile sorpresa.-
    -Già, questo significa che siamo un passo più vicini all’obbiettivo.- i due iniziarono a ridere.
    –Piuttosto, mia cara Hell Angel, come vanno le cose nel mondo che non esiste?-
    La seconda figura rise.
    –Come vuoi che vadano…a rotoli!-
    i due risero all’unisono, diedero un ultima occhiata ai due.
    –Certo che è uno spettacolo anche per noi un simile tramonto eh?- -Certo, è il momento più bello della giornata: l’agonia del sole che tinge il mondo di rosso sangue.-
    se ne andarono senza aggiungere altro.
     
    Top
    .
341 replies since 19/10/2008, 11:56   3722 views
  Share  
.
Top