Cristal Heart

Un cuore di cristallo può provare sentimenti?

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  1. Nemeryal
     
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    Questo capitolo è abbastanza lungo, mi scuso con i lettori se si annoieranno...

    Capitolo 4
    Battaglia a Radiant Garden
    Aeris, tranquilla, attendeva. Da oltre un anno attendeva, aspettava, ma di lui nessuna traccia. Era sparito, assorbito dalla sua lotta interiore, tra l’oscurità e la luce e non era più tornato.
    -Cloud, dove sei?- le parole di Aeris si persero nel vento, solitarie, prive di risposta. Perché tardava tanto a tornare? E se gli fosse successo qualcosa? Se non fosse riuscito a vincere la sua battaglia?
    La ragazza scosse la testa, la lunga treccia che scintillava al sole. Non poteva perdere. Non doveva perdere. Lei non poteva vivere…
    Sgranò gli occhi
    -Io- mormorò portandosi una mano alle labbra, quasi volesse assicurarsi della veridicità delle sue parole -Io non posso vivere senza di lui-
    Era vero. I suoi sentimenti erano veri. Non poteva farcela senza Cloud accanto a lei. Non poteva resistere senza avvertire la sua presenza. Non poteva vivere se Cloud stesso non viveva.
    Un raggio splendente saettò dal cielo, infrangendosi a terra. Una figura apparve nella luce.
    Il respiro di Aeris si bloccò. Le sue mani tremarono. Corse verso il fascio di luce.
    “Cloud!” un unico nome nella sua mente “Cloud!”
    -Aeris!-
    La ragazza si fermò
    -Sora! Da quanto tempo!-
    Cercò di sorridere, ma non era sicura del risultato. Forse era ne era uscita solo una smorfia. Cloud, dove sei?

    -Sora!-
    -Yuffie! Che bello rivederti! Ora però, ti prego…smettila di abbracciarmi! Mi stai soffocando!-
    -Oh, scusami Sora!-
    La ninja si allontanò e Sora poté massaggiarsi il collo indolenzito. Da un anno non tornava più a Radiant Garden e la gioia di rivedere tutti i suoi vecchi amici lì riuniti fu enorme. Leon, cupo e solitario come sempre; Yuffie, solare e positiva; Merlino, sbadato e potente; Cid, con la sigaretta in bocca e le dita che tamburellavano sulla tastiera del computer e infine Aeris. La felicità di Sora scemò. Aeris non era come la ricordava. Timida, ma sempre col sorriso, ecco la Aeris dei suoi ricordi. La ragazza che vedeva adesso, però, afflitta, con gli occhi bassi, il sorriso spento e chiusa in se stessa non la conosceva. Guardandosi intorno, il ragazzo capì il motivo di tale cambiamento. Sollevò lo sguardo su Leon. Lui parve capire quella domanda silenziosa e rispose con un cenno di diniego.
    Era così, dunque. Cloud non era ancora tornato dal suo scontro contro Sephiroth, contro l’oscurità che giaceva nel suo cuore.
    -Bentornato a Radiant Garden, Sora!- esclamò Cid ridendo. Il suono della risata strideva in contrasto con quel silenzio carico di dolore, e si spense subito.
    -Dove avete lasciato la Gummiship?- chiese più pragmatico
    -Appena fuori dal Mercato- rispose Riku
    -Ti ringrazio, ehm…-
    -Riku-
    -Ti ringrazio, Riku-, detto questo uscì
    -Sora, non ci presenti i tuoi amici?- domandò Yuffie sedendosi al posto di Cid
    -Oh, certo! Lui è Riku- e lo indicò
    -Piacere-
    -E lei, invece è Kairi-
    -Salve a tutti!- disse lei salutandoli con la mano
    -Kelya, è andato bene il viaggio?- si informò Yuffie
    -Sì, grazie tutto a posto- rispose con lei con un sorriso
    -Senti, Sora- cominciò Leon -Vuoi dirci cosa sta succedendo?-
    -Ecco, non è facile…-
    Raccontò ogni cosa: la leggenda, Malefica, i Keyblade, il Cristallo. Emozioni diverse si dipinsero sui volti di Leon e degli altri: angoscia, frustrazione, rabbia, rancore. La situazione era critica e le probabilità di vittoria scarse.
    -E questo è quanto- concluse il ragazzo.
    -Non è semplice- commentò Leon -Avete già qualche piano?-
    -No- ammise Sora
    -Senti, Kelya- Kairi si avvicinò alla ragazza -Il Cristallo da chi è protetto? Non penso sia lasciato senza difese, no?-
    -Bhè, ci sono cinque Guardiani del Cristallo, ognuno avente una “chiave” per rivelarne il nascondiglio ed il potere. Ognuna delle chiavi possiede un potere speciale e permette di evocare le Bestie Sacre, animali mitologici che combatterono assieme al Cristallo e ai Custodi del Keyblade nella prima battaglia contro l’Oscurità.-
    -Quindi forse abbiamo ancora qualche speranza di vittoria- disse Sora rallegrandosi in volto
    -Non lo so- la voce di Kelya si fece cupa -Le tenebre non hanno mai invaso la mia terra e nessuno ha mai sentito la loro voce suadente. Ho paura che uno dei Guardiani possa cedere alle lusinghe dell’Oscurità e alle sue promesse di dominio. Se ciò dovesse accadere il potere del Cristallo diminuirebbe e la stessa cosa accadrebbe agli spiriti degli altri Guardiani-
    -E i nostri Keyblade?- domandò Riku
    -Sarebbero gli ultimi a subire delle conseguenze. Le vostre armi sono legate profondamente e indissolubilmente al cuore del Cristallo. Le ombre potrebbero averne accesso solamente dopo aver corrotto tutti i Guardiani. Spero ardentemente che ciò non accada-
    -Dobbiamo avere fiducia nei loro cuori- disse Aeris alzando finalmente lo sguardo verso di loro -La luce prevale sempre sulle tenebre-
    -Non è dei loro cuori che mi preoccupo, ma del potere che le tenebre potrebbero promettere loro. Il mio è un mondo di luce, ma non è esente da sentimenti come l’avidità, ed è questo che mi fa più paura-
    Cid tornò poco dopo e cominciò ad illustrare a Sora i nuovi componenti che aveva installato sulla Gummiship.
    Leon, Riku e gli altri cominciarono a discutere vari piani su come fermare Malefica e impedirle di raggiungere il Cristallo. Aeris e Kelya rimasero in disparte, l’una seduta nell’ombra, a pregare per Cloud, l’altra a guardare fuori dalla finestra, gli occhi rivolti al cielo.
    D’un tratto Kelya avvertì una scossa al cuore, una sensazione di oppressione, di pesantezza. Si portò una mano al petto e provò a respirare profondamente, ma non ci riuscì. Era come se l’aria non riuscisse a raggiungere i polmoni. Si sedette e cercò di calmarsi, ma era inutile. Faticava sempre di più a respirare ed il senso di oppressione al cuore si faceva sempre più forte. Si sentiva debole, indifesa. La vista cominciò a scurirsi. Il respiro le si mozzò in gola. Il cuore sprofondò dentro di lei.
    -Kelya? Ti senti bene? Sei un po’ pallida-
    Era Aeris.
    -Io, io non lo so- era finito tutto, all’improvviso come era iniziato -Deve, deve essere solo un po’ di stanchezza, ecco tutto-

    Tifa aguzzò la vista. Cosa accidenti erano quelle cose? Piccoli esserini bianchi e argentei cominciarono a punteggiare la strada sotto l’Abisso Oscuro, dove stava lei. Quelle “cose” spuntavano dal nulla, ondeggiavano un po’ al vento e poi avanzavano con un’andatura molleggiante. Alcune volte si fermavano e sembravano annusare un po’ intorno, i loro volti senza occhi e senza naso che guardavano da una parte e dall’altra. Un raggio di sole colpì uno di quegli esseri alla fronte ed un simbolo argentato dardeggiò negli occhi e nella mente di Tifa. Senza perdere altro tempo ad osservare quelle creature, iniziò a correre, più veloce del vento, diretta alla Casa di Merlino.

    -Grazie di tutto, Cid! Ci rivedremo appena questa storia sarà finita!- esclamò Sora aprendo la porta.
    -Buona fortuna, ragazzi!- disse Cid con foga
    -Grazie- dissero all’unisono Riku e Kairi
    -Vi ringrazio di tutto- Kelya mise un piede fuori dalla porta. Sgranò gli occhi, si portò una mano al petto e cadde in ginocchio, boccheggiando.
    -Kelya!-
    Un’altra scossa al cuore, più forte della precedente. Non riusciva a respirare. Il freddo si insinuò dentro di lei. Annaspò in cerca d’aria, la fronte madida di sudore e lacrime che scorrevano sulle sue guance.
    -I Nessuno!-
    Di chi era quella voce? Non la conosceva.
    -I Nessuno ci stanno attaccando!-
    Delle braccia la presero, ma lei non riusciva a capire di chi fossero. Fu messa su un qualcosa di morbido, probabilmente un letto. La vista cominciò nuovamente a scurirsi. Stava soffocando. Stava morendo. Il calore veniva strappato prepotentemente da dentro di lei, da dentro il suo cuore.
    -Kelya!-
    Era la voce di Riku
    -Resisti!-
    Un alone verde la circondò. Una magia curativa. Era inutile. Non riusciva più a respirare. Non riusciva più a vedere. Aveva sempre più freddo. Boccheggiò. La gola le si chiuse.

    -Resisti, Kelya!-
    Riku non sapeva cosa fare. Le labbra della ragazza erano livide, cianotiche, gli occhi fuoriuscivano dalle orbite, la pelle era pallida e le vene spiccavano azzurre sulle tempie. La magia curativa non aveva funzionato.
    La ragazza ebbe un ultimo sussulto. Gli occhi le si chiusero.
    -Kelya!-
    Riku le avvicinò l’orecchio al petto. Il cuore batteva regolarmente. Le coperte cominciarono ad alzarsi e ad abbassarsi in modo continuo e regolare. Respirava di nuovo. Era ancora pallida, ma era viva. Come era possibile?
    -Riku-
    La mano di Aeris si posò sulla sua spalla
    -Hai sentito Tifa, i Nessuno stanno attaccando. Vai, ci penso io a lei-
    Il ragazzo annuì, anche se restio a lasciare la ragazza
    -Dove sono?-
    -Tifa ha detto di averli visti all’Abisso Oscuro. Molto probabilmente adesso stanno già occupando il Crepaccio-

    Sora non aveva mai visto tanti Nessuno. Nemmeno quando era entrato nel Mondo Che Non Esiste.
    Sguainò il Keyblade, pronto all’attacco. La marea bianca e argento si avvicinava sempre di più. Kairi si mise in posizione di difesa.
    -Cosa vogliono ora?- chiese, mentre la luce del Keyblade si rifletteva nei suoi occhi verdi
    -Un cuore. Questo è tutto ciò che vogliono- ripose Sora -E deve essere un cuore davvero potente se si sono radunati in tanti per averlo-
    Il ragazzo chiuse gli occhi e si concentrò. Con gli occhi della mente vide tutti i suoi amici appostati nel Sentiero per la Gola e nella Crepa di Cristallo. Leon e la sua Gunblade. Yuffie ed il suo Shuriken. Cid con la sua lancia. Tifa con i suoi pugni. Merlino con le sue magie. Dovevano difendere Radiant Garden e i cuori dei loro abitanti. Tutti contavano su di loro. Non potevano deluderli. Un altro respiro. Una voce raggiunse la sua mente.
    Non dimenticare Sora. Tu possiedi l’arma più potente di tutte.
    Sora aprì gli occhi. La lama del Keyblade brillava di una luce nuova, pura. Non l’aveva mai visto emanare una tale luminosità: bianca, cristallina.
    -Sei pronta, Kairi?-
    La ragazza annuì
    -Buona fortuna, Sora-
    Porta la tua luce nelle tenebre, Principessa. Difendi il tuo mondo. Difendi il tuo cuore.-Lo farò- mormorò
    -Cosa credete di fare voi due?-
    I due ragazzi si voltarono. Riku correva verso di loro, Via per l’Alba simile ad una lingua di fuoco. Il ragazzo si fermò accanto a Sora
    -Combatteremo insieme- disse posandogli una mano sulla spalla. Il ragazzo annuì.
    I tre Custodi si guardarono. Chiusero gli occhi. Li riaprirono e fissarono lo sguardo sulle migliaia di Nessuno davanti a loro.
    Dissipa le tenebre con la luce dell’Alba, la tua luce.-Andiamo!- gridò Riku
    I Keyblade scintillarono, benedetti dalla luce del Cristallo.

    Kelya aprì gli occhi. Cosa ci faceva lì? Si mise seduta e la coperta le cadde sul ventre. Non riusciva a ricordare. Come mai era stesa su di un letto? Si passò una mano sugli occhi e sussultò. La sua pelle era priva di calore, era divenuta fredda come il ghiaccio.
    -Ti sei già svegliata?-
    Aeris la raggiunse con in mano un bicchiere contenente un liquido color smeraldo
    -Bevi, è una pozione- e gliela porse.
    Kelya la prese con mano tremante, ma non la bevve. La portò alle labbra e si fermò
    -Cosa mi è successo?-
    -Hai avuto una sorta di shock anafilattico, anche se non penso che la causa del tuo malessere possa davvero essere quella. Forza, bevi, non è veleno-
    -Riku e gli altri dove sono?-
    -Bevi- fu la risposta di Aeris
    Il liquido scivolò caldo e pungente nella sua gola. Si sentì rinvigorita, ma il calore non tornava, il suo sangue era ancora ghiacciato.
    -Riku e gli altri dove sono?- ripeté dando il bicchiere, ora vuoto, ad Aeris
    -I Nessuno hanno attaccato la città. A quanto pare hanno sentito la presenza di un cuore molto potente. Ma non ti preoccupare, tutti sono già nel Crepaccio e ne stanno occupando-
    Si voltò, una pezza di acqua calda fra le mani
    -Kelya…?-
    Il letto era vuoto. Non l’aveva nemmeno sentita uscire.

    Più ne sconfiggevano, più ne arrivavano. I Nessuno non sembravano finire mai. Sora eliminò due Simili con un colpo solo. Kairi ne trafisse un altro. Via per l’Alba saettò nell’aria colpendone altri tre.
    Le loro forze stavano scemando. Erano al limite. I loro colpi diventavano sempre più lenti, sempre più deboli.
    Un Ballerino afferrò Kairi e la scaraventò contro uno sperone di roccia.
    -Kairi!- esclamò Sora, alzando la punta del Keyblade. Una luce verde circondò la ragazza. Kairi aprì gli occhi, allontanò con alcuni fendenti dei Simili, estrasse un’ampolla dalla borsa che portava al fianco e ne bevve il contenuto.
    Riku con balzò fu da lei, seguito da Sora
    -Stai bene?-
    -Sì- rispose lei -Ma questa era la mia ultima pozione-
    -Finiranno prima o poi!- esclamò Sora, eliminando due Eterei
    -Non possono durare all’infinito- disse Kairi, dando il colpo di grazia ad un Samurai
    -Il problema è che neanche noi possiamo- ammise Riku; due cecchini caddero sotto i colpi di Via per l’Alba.
    -Attenti!- gridò Kairi.
    I tre evitarono per un soffio il fendente di un’enorme spada.
    -Accidenti!- imprecò Riku
    -E’ un Berserker!-
    Enorme, il Nessuno incombeva su di loro. Ne apparvero altri due. Uno per ogni Custode.
    -Siamo nei guai- disse Sora
    -Tu dici?- lo rimbeccò Riku
    -Ne arrivano altri!- gridò Kairi
    Le schiere di Simili, Ballerini, Cecchini e degli altri Nessuno minori fecero ala all’entrata in scena di una schiera di Berserker. Cento, forse anche di più.
    Sora sgranò gli occhi. Kairi rabbrividì. Riku digrignò i denti.
    Non arrendetevi, non adesso!

    I Nessuno cadevano uno dopo l’altro sotto i colpi fiammeggianti della Gunblade. Cadevano e sparivano. Eppure continuavano ad arrivare. L’Entrata del Castello era piena. Presto sarebbero penetrati in città.
    “Non mi arrenderò così facilmente!”
    -Non entrerete mai in città! Ve lo impedirò! Dovessi morire!- e si scagliò contro i Nessuno, una nuova furia che guidava i suoi fendenti. Riuscì a farli arretrare fino al baratro che dava sul Sentiero. “Lotterò fino alla fine!”.
    Continuava a combattere, ma le forze cominciarono a mancargli. Non poteva arrendersi, non ora. Non avrebbe permesso che ciò che era accaduto anni prima si ripetesse. Squall era morto, ma Leon non avrebbe fatto la stessa fine.
    Parò un attacco di un Dragone, ma il contraccolpo lo fece cadere schiena a terra.
    I Simili gli furono addosso. Leon cercò di scacciarli, ma quel piccolo vantaggio bastò perché i Nessuno si avventassero contro di lui, contro il suo cuore.
    -Leon!-
    Un raggio, rosso come il sangue del tramonto. I Nessuno sparirono. Leon si rimise subito in piedi.
    -Leon, stai bene?-
    -Kelya…ma che diamine ci fai qui?-
    -Sono venuta ad aiutarvi!-
    -Non dovresti essere qui! Hai avuto un attacco respiratorio, sei quasi morta!-
    Leon traballò incerto sulle gambe, ma riuscì a rimanere in piedi. Kelya lo sostenne, ma lui la scacciò
    -Lascia almeno che ti curi!- esclamò lei
    -Vai ad aiutare gli altri, qui posso pensarci io. Riku è nel Crepaccio, assieme a Sora e a Kairi-
    La ragazza sorrise
    -Grazie-
    -Vai!-
    Kelya annuì, saltò e cominciò la sua corsa sul Sentiero, Silenzio del Tramonto che fendeva il vento in una lenta danza di morte. I Nessuno cadevano uno ad uno sotto i suoi raggi insanguinati.
    Leon si lanciò nuovamente all’attacco. Parava, rispondeva, parava, rispondeva. L’attacco dei Nessuno si faceva più serrato. Il ragazzo traballò. Le ginocchia cedettero. Imprecò contro la sua debolezza, ma continuò a lottare, il suo cuore più forte della stanchezza.
    -Squall!-
    Venne circondato da un’aura verde. Sentì le forze scorrere a fiumi dentro di lui. Un disco rotante, rosso come il sangue saettò attorno a Leon, eliminando i Nessuno che miravano al suo cuore.
    -Squall!-
    Il ragazzo si voltò. Questa volta non era una visione.
    La ragazza prese al volo la sua arma, Rising Sun. I capelli neri scintillarono al sole. Il suo sorriso illuminò il viso di Squall.
    -Rinoa…- mormorò lui
    -Sono tornata, finalmente. Forza, liberiamoci di loro, Squall-
     
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