Cristal Heart

Un cuore di cristallo può provare sentimenti?

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  1. Nemeryal
     
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    Grazie a tutti! grazie, grazie, grazie!

    Capitolo 3
    La Nascita del Keyblade
    -La situazione che mi hai descritto è davvero critica, non lo nascondo- disse il Re
    -Lo immaginavo, Vostra Maestà. Credete che sia possibile trovare una soluzione?-
    -Ad essere sincero non lo so. Questa non è una situazione cui io mi sia mai preparato-
    -Nemmeno io, Vostra Maestà. Non pensavo che una cosa del genere potesse davvero accadere; nessuno lo immaginava-
    Topolino cominciò a percorrere la stanza a grandi passi. Non riusciva a vedere nulla che potesse risolvere il loro problema. La situazione era critica.
    Avvertì un brusio di voci all’esterno e immaginò subito di chi potesse trattarsi.
    La porta si aprì e due ragazzi ed una ragazza comparvero nella Sala.
    -Sora! Riku! Kairi! Sono felice di vedervi!- li salutò il Re
    -Vostra Maestà- i tre si inchinarono. Sollevati gli occhi, il loro sguardo fu subito catturato da un punto preciso nella Sala
    -Piacere di conoscervi, sono Kelya- si presentò la ragazza, avvertendo su di sé i loro sguardi.
    Alta, magra, capelli neri striati d’argento sul lato sinistro, questa era Kelya. Sembrava una comune ragazza, una come tante. Appena però il suo sguardo si posò su di loro, i tre ragazzi cambiarono subito idea: non ne avevano mai visto uno del genere. Gli occhi, allungati, quasi a mandorla, possedevano una forza ed una saggezza quasi millenaria e nelle iridi d’un azzurro sconvolgente, un misto fra il chiarore dell’alba, il turchese e le sfaccettature dello zaffiro, brillava una luce abbagliante, opalescente.
    Sora si sentì intrappolato da quello sguardo, non riusciva a muoversi. Tutti i dubbi che aveva avuto prima si riflettevano in quello sguardo, limpido e sincero, e sembravano venire dissipati. Si sentiva uno sciocco. Sapeva bene ciò che lo aspettava, lo aveva sempre saputo, ma aveva vissuto ogni giorno senza preoccuparsene e allora perché farlo adesso?
    Kairi trattenne il fiato, le parole che morivano in gola. Quello sguardo così intenso la faceva sentire piccola, minuscola, inutile, come una bambina che gioca a fare l’adulta. Lei Custode del Keyblade? Sembrava uno scherzo. Gli occhi di lei sorrisero e la ragazza capì che se era stata scelta, allora c’era un motivo. Non era più una bambina, dopotutto.
    Riku si allontanò di un passo. La tristezza di quegli occhi turchesi, il loro dolore e la loro sofferenza gli gravavano sul cuore. Si portò una mano al petto. L’aveva sentita. La fitta dell’Oscuirtà. Era ancora dentro di lui, era parte di lui. Come poteva lui, ancora schiavo dell’Oscurità, combattere per la luce? La luce negli occhi di lei dissiparono le tenebre in quelli di lui. Colui che era vissuto nelle tenebre e aveva lottato con se stesso per sconfiggerle era un degno Custode della Luce e, in parte, lo sapeva anche lui.
    -Ragazzi? Vi sentite bene?- domandò preoccupato Re Topolino, spaventato dal silenzio dei tre.
    Le palpebre di lei si abbassarono. I ragazzi uscirono con un sospiro da i loro dubbi. Quando gli occhi di Kelya si aprirono di nuovo, le iridi non avevano più quella luce intensa, quella saggezza millenaria e quella intensità profonda. Era comunissimi occhi azzurri, talmente comuni da far pensare ai tre amici di aver sognato tutto.
    -Come mai ci avete convocato, Vostra Maestà?- chiese Sora, distogliendo lo sguardo da Kelya
    -Ho una missione importante per voi, importante e pericolosa-
    -Di cosa si tratta?- Kairi fissò lo sguardo sul re
    -Ancora Malefica?-, Riku si costrinse ad allontanare i suoi occhi da quelli di Kelya
    -Purtroppo sì, Riku, si tratta ancora di lei. Non è cambiata, come io, stoltamente, pensavo. Questa volta la sua minaccia è ancora più pericolosa delle precedenti. Questa volta potrebbe davvero riuscire a conquistare i cuori di tutti i mondi e gettarli nell’Oscurità-
    -Come?-
    -Per prima cosa, Sora, togliendoci i Keyblade-
    -Non può essere- mormorò Sora
    -Cosa?- esclamò Kairi
    -E’ impossibile!- gridò Riku, sconvolto -Non può farlo! Una cosa del genere è impossibile!-
    -Invece lo è- dichiarò mestamente il Re, scuotendo le orecchie
    -E come? Come?- domandò Riku. Rabbia e frustrazione si mescolavano dentro di lui in un unico turbinio di presagi di morte.
    -Utilizzando il Cristallo di Luce- ripose sommessamente Kelya
    -Il Cristallo…di Luce?-
    -Esatto. La fonte primaria della forza dei vostri Keyblade. La luce da cui sono nati e…la luce in cui svaniranno- La ragazza si alzò -Il Cristallo di Luce. La fonte più pura della luce dell’Universo. La luce da cui tutto il bene ha avuto origine-
    -Io, io non capisco- disse Sora -Cosa è questa storia?-
    -All’inizio, Sora- disse il Re -Non era altro che questo: una storia, una leggenda. Alla fine, però, si è dimostrata più vera del previsto.-
    -Ancora non capisco!-
    -Tempo fa, quando l’Universo era giovane e il fulgore delle stelle lieve quanto la luce di una candela, le ombre minacciarono la luce. Il Cristallo di Luce, volendo proteggere i mondi ed il bene che aveva creato tempo prima, chiamò a sé quattro giovani, perché fossero i Custodi della sua Luce. Li benedisse, purificò il loro cuore e da esso creò un’arma formidabile, l’unica in grado di dissipare le ombre. Una lama per ferire l’Oscuirtà e una chiave per aprire le i cuori dei mondi alla luce, ecco il Keyblade, l’arma dei Custodi. Una tremenda battaglia scosse le fondamenta di tutto ciò che era stato creato e le ombre ne uscirono sconfitte. Era solo una battaglia, non la guerra. Compreso che il potere del Keyblade era legato al Cristallo, le ombre penetrarono nel suo regno e cercarono di distruggerlo. I Custodi erano pronti e grazie alla luce dei loro cuori vinsero anche la guerra. Persero la vita, i quattro benedetti, ma ogni volta che le ombre torneranno, i Custodi rinasceranno per salvaguardare la luce.
    Il Cristallo si nascose agli occhi dell’Oscuirtà, creò una barriera di Luce Sacra per accecarli e proteggere il suo popolo, come fa ancora oggi. Questo- concluse Kelya con un sospiro -è ciò che i bardi narrano, questo è ciò che ci hanno raccontato fin da quando eravamo bambini. Solo noi sapevano che non era una leggenda, ma la realtà, perché siamo noi il Popolo della Luce, i Figli del Cristallo. Ora, in questo momento di tenebre, chiedo il vostro aiuto, Guardiani del Keyblade, Custodi della Luce, Benedetti del Cristallo- e chinò umilmente la testa.
    Sora, Riku e Kairi rimasero zitti. Era accaduto tutto così in fretta! Non riuscivano a capacitarsi di quello che Kelya aveva detto loro.
    -Malefica, ecco, come ha capito che non era una leggenda, ma la realtà? E soprattutto, come ha fatto a superare la barriera che aveva creato il Cristallo?-
    -Ansem, Ansem il Saggio- disse il Re -Anche lui interessato alla leggenda ha compiuto vari studi. Alla fine ha scritto un trattato sul Cristallo e Malefica lo ha trovato. Se solo gli avessi dato ascolto! Me ne aveva parlato una volta, ma io gli avevo risposto che aveva fatto indigestione di gelati al sale marino! Oh, amico mio…- chiuse gli occhi. Li riaprì. -La barriera era oramai vecchia di millenni. Malefica ha radunato quanti più Heartless possibili e li ha lanciati contro di essa. Le tenebre erano troppo forti e la barriera ha ceduto-
    Calò il silenzio nella stanza. Un anno prima Ansem il Saggio era morto mentre cercava di chiudere le porte di Kingdom Hearts a Xemnas, il nessuno di Xehanort, il suo vecchio allievo.
    -Come possiamo fare ora?- domandò Kairi
    -Dovrete andare nel mondo di Kelya, trovare il Cristallo e proteggerlo da Malefica. Per prima cosa, però, dovete andare a Radiant Garden. Cid installerà sulla vostra Gummiship lo stesso Gummiblock che Sora ha usato per arrivare alla Fortezza Oscura due anni fa-
    -Perché proprio quel…oh-
    Non finì la frase. Aveva capito perché proprio quel Gummiblock. Ricordava le parole di Cid sul fatto che la Fortezza Oscura era ormai il covo degli Heartless, sull’orlo del collasso; senza quel dispositivo lui, Paperino e Pippo non sarebbero mai riusciti a superare le ombre che avvolgevano quel mondo.
    -Il mio mondo sta morendo, non è vero?- chiese Kelya, senza guardare Sora, quasi avesse visto nei suoi ricordi
    -Io, non lo so-
    La ragazza rimase zitta. Kairi le si avvicinò e le circondò le spalle con il braccio.
    -Stai tranquilla- la rassicurò -Salveremo il tuo mondo-
    -E anche tutti gli altri- confermò Riku.
    Le labbra di Kelya furono sfiorate da un sorriso.
    -Grazie-

    -Lo avete trovato?- domandò Malefica, seduta sul suo nuovo trono
    -Ecco- Pietro era imbarazzato -No-
    -No? Ne sei sicuro Pietro? Proprio sicuro?-
    Pietro rabbrividì. Non gli piaceva quel tono. Portava solo guai.
    -Ne sono- deglutì -Ne sono sicuro-
    Il cristallo verde sullo scettro della strega cominciò a brillare.
    -Però- cominciò in fretta -Forse sappiamo come fare! Portatela dentro!-
    Una ragazza, scortata da due Blu Cicci, fece la sue entrata. La chioma fulva scintillava sotto i raggi del sole, gli occhi verdi esprimevano un odio ed un rancore profondo nei confronti di Malefica e le labbra rosee erano piegate in un’espressione di disgusto. Gli abiti che indossava erano decisamente stravaganti: un corpetto aderente color malachite, pantaloni bianchi, stivali neri alti fino al ginocchio ed uno strascico smeraldo che partiva all’altezza della cintura. Sulla fronte una tiara d’argento il cui centro era privo di una gemma ed al collo uno zaffiro lucente.
    Malefica si alzò, si avvicinò alla giovane, le prese il mento e la guardò attentamente. Gli occhi della ragazza scintillarono, rabbia, odio, rancore, tristezza, dolore, risoluzione, quanti sentimenti contrastanti!
    -Dimmi Pietro, come potrebbe aiutarmi?-
    -Una delle guardie ha parlato. È una Guardiana del Cristallo-
    -Una Guardiana del Cristallo? Interessante! Una di coloro che possiedono le chiavi per rivelare il Cristallo! Dimmi qual è il tuo nome?-
    La giovane rimase zitta.
    -Sei forse sorda, tesoro?-
    Ancora silenzio.
    -Allora, mi hai sentito? Come ti chiami?- la collera induriva la voce di Malefica
    La ragazza non parlò. Malefica le tirò uno schiaffo e le unghie scarlatte lasciarono dei solchi sulle guance candide; il sangue colò sulle sue labbra, che rimasero sigillate.
    La strega alzò lo scettro ed un fascio di fulmini colpì la ragazza. Non un lamento, non una lacrima, nulla. Chiuse per un istante gli occhi e sulla sua fronte comparve una ruga di dolore, ma nient’altro.
    Malefica le afferrò nuovamente il mento, le unghie rosse penetrarono nella carne.
    -Se non vuoi rispondere a questa, ti farò un’altra domanda: dove si trova il Cristallo?-
    -Dove tu non puoi raggiungerlo- rispose in tono di sfida.
    La strega strinse ancora di più
    -Non puoi essere più chiara?-
    La ragazza, per tutta risposta, le sputò in faccia.
    -Maledetta!- gridò Malefica e la colpì con lo scettro. La giovane si cadde a terra, priva di sensi.
    -Rinchiudila- ordinò a Pietro -Niente cibo. Niente acqua. Almeno finché non si deciderà a dirmi qualcosa di utile-
    Pietro prese la ragazza fra le braccia e uscì.
    Malefica si risedette sul trono. Non sarebbe stato facile, ma avrebbe vinto, lo sapeva.

    Riku vagava solo per il cortile. Sora era nel Gummihangar a dare una mano ai due tecnici, gli scoiattoli Cip e Ciop, mentre Kairi era nella biblioteca insieme alla regina Minni. Il Re, invece, era ancora nella Sala delle Udienze.
    Il ragazzo sospirò. Non sarebbe stato facile impedire a Malefica di impossessarsi del Cristallo, anzi, in quel momento la missione gli sembrava impossibile. Non sarebbero mai arrivati in tempo! In quello stesso momento, Malefica poteva trovarsi davanti al Cristallo, pronta a distruggerlo.
    -Così tutto svanirebbe- mormorò -ogni cosa cadrebbe nelle tenebre, me compreso-
    Si portò una mano al petto. Quella parte di lui ancora avvolta nelle spire dell’Oscurità non cessava di tormentarlo, premeva sulla luce, agognava la libertà. Era un potere immenso quello che lui possedeva. Con quello stesso potere aveva sconfitto Roxas, il Nessuno di Sora, e lo aveva portato a DiZ. Il prezzo da pagare era stato il suo corpo. L’anima nera che si celava dietro quegli occhi celesti non poteva sprigionare la sua vera potenza in quel fragile corpo, così devoto alla luce. Aveva abbandonato il suo corpo e aveva preso le sembianze dell’Heartless di Xehanort.
    Alzò gli occhi al cielo. Si sarebbe mai liberato delle tenebre che risiedevano dentro di lui? O sarebbe rimasto per sempre diviso a metà, cuore e anima?
    -A cosa stai pensando?- la voce di Kelya interruppe i suoi pensieri. Si voltò e la prima cosa che fece fu guardare i suoi occhi. Erano come prima, dei comunissimi occhi azzurri.
    -Qualcosa non va? Perché mi guardi così?-
    -Eh? Nulla!- si affrettò a rispondere il ragazzo -Che, che ci fai qui?-
    -Quello che fai tu. Cammino da sola, dando libero sfogo ai miei pensieri-
    -Posso chiederti una cosa?-
    -Certo, Riku, chiedimi pure!-
    -Come sei arrivata qui?-
    Kelya abbassò lo sguardo
    -Non lo so. Sono caduta nelle tenebre e mi sono ritrovata a Radiant Garden. Un ragazzo di nome Leon mi ha trovata svenuta e mi ha portata a casa di un certo Merlino-
    Camminarono per un po’ sotto il sole, chiusi in se stessi, i loro pensieri un turbinio indistinto di buie emozioni.
    -Senti Kelya, tu quanti anni hai?-
    La ragazza si fermò
    -Perché me lo chiedi?-
    -Curiosità-
    -Ne ho sedici e tu?-
    -Diciassette-
    -Allora sei più grande di me! Pensavo avessimo la stessa età!-
    Si fermarono e si sedettero all’ombra di un cespuglio di rose bianche. I loro sguardi si volsero verso la luce del sole, abbagliante e pura. Riku chiuse gli occhi e si lasciò avvolgere.
    -Me lo fai vedere?-
    Il ragazzo aprì gli occhi di scatto e, imbarazzato, chiese
    -C, come scusa?-
    -Il tuo Keyblade. Posso vederlo?-
    -Ah, sì, certo-
    -Che cosa avevi pensato?- la domanda di Kelya era stata posta a metà fra il riso e l’incredulità
    -Eh? A niente!-
    -Sarà, ma secondo me…-
    Riku si schiarì la gola. Allungò la mano destra ed aprì il palmo della mano. Tra le sue dita, in un fascio luce apparve Via per l’Alba.
    Allora quale via sceglierai? Quella della luce o quella dell’Oscurità? Nessuna delle due, camminerò nel mezzo. Dunque scegli il sentiero del Crepuscolo? No quello dell’Alba.
    Kelya si alzò e chiuse gli occhi. Distese anche lei il braccio destro e aprì il palmo della mano. Aprì gli occhi e le sue iridi vennero illuminate da un fascio di luce stellare. Tra le sue dita comparve una spada dalla lama argentea e l’elsa a guisa di drago; dal pomo color granato oscillava una catena a cui era appesa una scaglia lucente.
    La ragazza si voltò a fissare Riku, ancora seduto a terra e col Keyblade in mano.
    -Qual è il suo nome?-
    -Via per l’Alba-
    Lo sguardo intenso che aveva nella Sala delle Udienze riapparve negli occhi di Kelya, mentre il turchese e lo zaffiro scintillavano alla luce del Keyblade.
    -Via per l’Alba- mormorò -La strada che porta all’orizzonte, allo scomparire dell’oscurità e al nascere della luce-
    Fendette l’aria con la sua arma e la puntò su Riku
    -Mostrami la potenza che ti deriva dalla congiunzione tra oscurità e luce, tra notte e giorno-
    Il ragazzo si alzò e si posizionò davanti a Kelya
    -Il suo nome qual è invece?- chiese posando gli occhi sulla spada della ragazza
    -Silenzio del Crepuscolo, la calma che precede la nascita dell’oscurità alla morte della luce-
    -Mostrami la potenza che ti deriva dalla congiunzione tra luce e oscurità, tra giorno e notte-
    Aveva ripetuto le sue stesse parole, senza nemmeno rendersene conto. Lei sorrise ed i suoi occhi opalescenti furono per un istante macchiati del sangue del tramonto. Lui sorrise ed i suoi occhi furono per un istante velati dal soffio dell’alba.
    Le loro lame si incrociarono in un saettare di scintille. Ruppero il contatto e Riku si lanciò all’attacco. Kelya fermò il Keyblade e lo spinse indietro, cercando di colpire il ragazzo all’addome. Lui schivò il fendente inarcando la schiena all’indietro e rimettendosi in piedi con una spinta della mani nell’istante in cui erano poggiate a terra. Kelya scomparve dalla sua vista, ma Riku parò l’attacco che lei aveva avuto intenzione di sferrargli alla schiena. Con un salto si allontanò e ripartì all’attacco. Kelya sorrise e afferrata l’elsa della spada con entrambe le mani cominciò a farla roteare, creando così un vortice. Il ragazzo venne sbalzato via e lei fu subito sopra di lui. Riku però era pronto. Parò il fendente, piegò le ginocchia e le diede un calcio allo stomaco, allontanandola. Kelya frenò la caduta, ma mise male un piede e cadde in ginocchio. Alzò lo sguardo e vide il ragazzo incombere su di lei, il Keyblade puntato alla fronte.
    La ragazza sorrise
    -Hai vinto-
    Riku diede la mano sinistra a Kelya e l’aiutò ad alzarsi. Via per l’Alba e Silenzio del Crepuscolo scomparve in un fascio d’argento. Riku fissò lo sguardo in quello di Kelya. Kelya fissò lo sguardo in quello di Riku. Alba nel Tramonto. Tramonto nell’Alba.
    -Riku! Kelya! È tutto pronto, andiamo!- la voce di Sora li raggiunse.
    Gli sguardi di Riku e di Kelya si allontanarono per fissarsi sulla porta che dava sul Gummihangar. Alba e Tramonto si divisero.

    Edited by Nemeryal - 7/7/2008, 14:55
     
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